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Dopo il meritato successo riscosso con "Toradora!", lo staff al completo ritorna con un nuovo anime: "Ano Hi Mita Hana no Namae o Bokutachi wa Mada Shiranai", o più semplicemente conosciuto come "AnoHana". Le aspettative, viste le premesse, erano decisamente alte. Dopo averci stupito con un classica commedia scolastico-sentimentale, disseminata di interessantissimi spunti originali, questa volta gli autori hanno deciso di cimentarsi in una storia dal sapore più malinconico, uno slife of life che punta diritto al cuore.
Preparate i fazzoletti.

Questo breve cammino, gli 11 episodi risultano una scelta azzeccata per una storia che non necessita di inutili fronzoli, ci racconta uno scorcio di vita, una parentesi che si apre sulla vita di questi ragazzi durante il loro passaggio più difficile. Un tragico incidente cambierà per sempre questo tragitto, come un passaggio di boa, li costringerà ad affrontare una morte prematura, quella di una loro compagna (Menma), e a farsi carico di tutte le difficili conseguenze che questo evento causerà. Dovranno fare i conti, ormai liceali, con i sensi di colpa e le insicurezze che il tempo non è riuscito a cancellare.
Jintan, da leader del gruppo, ora passa le sue giornate rinchiuso in casa, a un passo dal diventare un Hhikikomori; Anaru è ossessionata dal suo aspetto estetico; Yukiatsu ha approccio morboso verso il dolore e si traveste di nascosto con gli indumenti di Menma; Tsuruko non è capace di gestire i propri sentimenti e affronta le situazioni con fittizia freddezza; Poppo dopo aver abbandonato la scuola ha intrapreso una serie di lunghi viaggi per fuggire da un ricordo troppo opprimente. E quel legame, che un tempo li univa, si è perso con il passare degli anni.
Ma quando Menma appare, una mattina d'estate, accanto a Jintan...

Un ritmo che segue il tempo dall'inizio alla fine, che non cambia, asseconda lo spettatore con battiti lenti, che ogni tanto accelerano, per poi tornare a quel ritmo che ormai ci sembra familiare. L'anime avanza come una favola molto delicata, che ha paura di fare rumore, e allora con passi molto lenti e brevi si muove in ogni direzione senza che quasi ce ne accorgiamo. Ed è proprio in quei momenti che ti entra dentro, scava attraverso le emozioni più banali, scontate, ma che sanno riempirti il cuore con sincerità. Si avverte una verità di fondo, e tanto basta per lasciarsi andare. "AnoHana" non è un anime pretenzioso, è uno spaccato di vita, una storia qualunque che riguarda tutti. Racconta di un cambiamento drastico che ci mette davanti a scelte difficili, che ci obbliga a progredire, ad andare avanti, perché chi resta indietro viene sopraffatto. Sono quelle paure, quelle insicurezze, con cui ognuno di noi ha fatto i conti. In questo caso l'elemento scatenante è un "fantasma", che innesca un domino di eventi impossibili da fermare. Perché per quanto si provi a rimandare, per quanto si cerchi di nascondersi, alla fine c'è un inevitabile incontro con il quale bisognerà fare i conti. Ed è qui che i nostri protagonisti entrano in gioco, quando quell'"incontro" diventa un passaggio obbligato, se non vogliono rischiare d'impazzire.
Non mancano all'appello diversi momenti comici, che spezzano quel filo malinconico regalando alcuni siparietti decisamente esilaranti. Il tutto gestito con estrema naturalezza, senza che mai la storia risulti pesante, giocando su una tristezza mai fine a se stessa.

Ottima è la realizzazione grafica, decisamente curati e ispirati gli ambienti, con colori netti e intensi. Dove forse risultano leggermente meno "curati" (ma parliamo di un'inezia) alcuni personaggi. Il tutto è accompagnato da melodie d'atmosfera e mai invadenti.
"AnoHana" è una favola molto delicata, capace di suscitare lacrime sincere, qualche sorriso, e diversi momenti di riflessione. Uno scorcio di vita, mai invadente, che saprà regalare delle emozioni molto intense e mai banali.