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10.0/10
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"Elfen Lied" è a tutti gli effetti un punto di convergenza fra vari generi totalmente differenti, che s'incontrano per dare vita a una serie di tredici episodi dai contenuti così profondi e sfaccettati da sorprendere, addirittura stordire e senz'altro commuovere. Quest'opera si presenta sin dalle prime battute con un impatto devastante, avvalendosi di scene splatter davvero cruente, palesi e senza mezzi termini, indirizzando il tutto su una falsa riga fra l'horror e il sovrannaturale, per poi virare verso contenuti più tenui e complicati come amore, amicizia e addirittura razzismo, mentre la trama viene tessuta da uno sparuto quanto eterogeneo gruppo di protagonisti in modo lento ma costante, in previsione di un finale permeato da un climax di rara intensità emotiva.

Che "Elfen Lied" (dal tedesco "canzone elfica") sia un vero e proprio pugno nello stomaco non v'è alcun dubbio, ma etichettarlo come un prodotto pretestuoso atto a sfoderare un perverso fanservice fra scene che sfiorano l'erotico e sfruttano l'impatto visivo dello splatter è un gravissimo errore. Gli sceneggiatori di quest'opera non adoperano vie traverse per raggiungere un target di mercato, tutt'altro; ogni elemento è parte integrante della vicenda e perfettamente contestualizzato, comprensibile e più chiaro col senno di poi, una volta terminata la visione di tutti gli episodi. Le situazioni imbarazzanti, le scene cruente e i momenti ilari hanno l'inequivocabile compito d'immortalare la vicenda, di sensibilizzare lo spettatore avvicinandolo alle emozioni dei protagonisti e di rendere più vero, tangibile e realistico il mondo in cui essi sono immersi. Come in "Berserk" di Kentaro Miura, niente è lasciato al caso o all'immaginazione, tutto è mostrato nudo e crudo, nonostante a visione terminata rimangano alcuni punti oscuri sul passato e su certe sfaccettature caratteriali di taluni personaggi.
A rendere ancora più emozionante questo racconto al confine fra fantascienza ed esoterismo, s'intreccia una dolcissima storia d'amore tanto straziante quanto tenera, una delle più sensibili e colme di sentimento mai viste in una serie animata, che ricorda lo sconfinato e impossibile amore fra la Bella e la Bestia.
"Elfen Lied" esalta con lapalissiana chiarezza l'odio, la rabbia rancorosa e il risentimento di chi viene trattato come diverso perché fuori dai canoni che definiscono "normale" un individuo capace d'inserirsi nella società da cui è circondato, un netto e inaspettato punto di vista dagli occhi dell'emarginato, osteggiato e allontanato dalla gente che lo rifugge. Ogni elemento introspettivo si tinge di sofferto realismo e riesce a fare scivolare in secondo piano con silenziosa naturalezza la violenza e lo "splatter" che avevano tenuto banco sin dalle prime battute, offuscandoli grazie alle discrete dosi di drammaticità e di emozionante profondità che si respirano a pieni polmoni man mano che ci si avvicina al finale.

Artisticamente e tecnicamente parlando, siamo di fronte a un lavoro di media levatura, dal character design rotondeggiante, un "kawaii" appena accennato, dalle tinte unite e dalle ombreggiature nette ed essenziali ai fini di ciò che gli autori intendono trasmettere al pubblico. Anche le animazioni risultano discrete e coerenti a ciò che il canovaccio propone, soprattutto nelle scene scabrose dove splatter o nudità hanno un impatto notevole sullo spettatore e contribuiscono ampiamente a suscitare quelle emozioni che gli sceneggiatori avevano calcolato. Ancor più interessante e originale la sigla iniziale, una sorta di rivisitazione dei quadri più noti di Gustav Klimt dove la protagonista si veste di paillette dorate e posa come le donne ritratte dal grande pittore austriaco, accompagnata da una lirica in latino molto suggestiva quanto sgrammaticata.

A conti fatti, "Elfen Lied" è una serie prettamente indirizzata a un pubblico adulto, che riesce a far riflettere a causa dei suoi contenuti provocatori, ma proprio per tali contenuti riesce a denunciare senza mezzi termini problemi esistenziali che da sempre affliggono la nostra società o tingono di luci e ombre l'animo di ognuno di noi. Vi si trovano sentimenti che proviamo almeno una volta nel nostro arco vitale, ma che non comprendiamo appieno quando risiedono nel cuore altrui fino a che non ci sfiorano personalmente.