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La prima volta che ho visto "Kyashan la rinascita" ero curioso. L'amico che mi ha prestato il film si era presentato assicurandomi che doveva farmi vedere un film spettacolare. Tanto fece che mi convinse a portarmi a casa la sua copia in DVD del film. Ammetto che la cosa provocò in me reazioni contrastanti. Avevo già visto il trailer italiano quando era stato distribuito il film al cinema, e visivamente sembrava notevolmente interessante, anche se temevo che la storia in sé mi avrebbe deluso un po'.
Della serie televisiva originale ho visto qualche puntata, ma ero troppo piccolo allora per avere oggi dei veri ricordi del ragazzo androide. Si mischia quasi tutto con informazioni a posteriori acquisite dalla rete.

Arrivato a casa mi sono seduto sul divano, ho acceso tutti quei marchingegni che al giorno d'oggi promettono di far vivere a casa l'esperienza del cinema, schiaccio play e faccio partire il film di Kyashan. Il film iniziò presentando i vari personaggi con il sottofondo musicale della "Sonata al chiaro di luna", cosa che mi colpì e mi diede un senso familiare. Il film però stentava a decollare e così, cullato dalla musica di Beethoven, mi addormentai.
Tre sarebbe il voto che darei a un film che mi fa addormentare dopo neanche venti minuti. Infatti, al mio risveglio ero particolarmente deluso. Dato che avevo sotto mano il DVD originale guardai un po' gli extra presenti, tra cui uno spot per la televisione giapponese. La musica nello spot la cantava Hikaru Utada, ne ero quasi sicuro, ma andai lo stesso a controllare sui crediti del film. Da lì passai a controllare se qualcuno dello staff che aveva lavorato a "Casshern" (titolo originale), avesse preso parte a qualche altra opera che mi piaceva. Il regista Kazuaki Kiriya era all'esordio, a quanto so. Ma Shinji Higuchi allo story board e Shiro Sagisu compositore delle musiche non lo erano e capii così il senso di famigliarità della colonna sonora. Mi convinsi che il film forse si meritava un secondo tentativo di visione. Questa volta guardai il film fino alla fine, e assicuro, dopo un po' di torpore iniziale, prende ritmo e dinamiche inaspettate.

La storia, molto brevemente, narra della morte in guerra di un giovane, Tetsuia Azuma, figlio di un noto scienziato al servizio dell'Impero di Eurasia. Alla morte del giovane il suo spirito si reca a salutare un'ultima volta le persone a lui care. Invisibile può solo vedere la realtà che lo circonda disperarsi per la sua scomparsa. Tranne il padre, il quale è consacrato a una vita fatta di scienza: stava infatti sperimentando un nuovo metodo di rigenerazione spontanea delle cellule.
L'esperimento fallisce dando alla luce nuove forme di vita umane. Il fantasma di Tetsuya fa solo in tempo a vedere uno dei nuovi esseri umani rapire la madre, prima che la tragedia abbia inizio e il film veda la luce di un nuovo eroe. Il protagonista non è senza macchia e senza paura, ma non accettato e consapevole che la sua vita, che è una vita forzata, avrà un alto prezzo da pagare.

Tenendo conto che è molto difficile girare un film con attori in carne e ossa tratto da una serie del genere, il voto è dato ad alcuni colpi di genio del regista, e a un modo di districare la storia molto forte, con un finale addirittura crudele e sicuramente triste per un film che alla fine si scopre non lascia nulla al caso.
"Kyashan: la rinascita" è un film che forse si merita e necessita di essere visto più volte per essere apprezzato in pieno.
Gli effetti speciali non sono perfetti, ma le buone scelte della fotografia riescono a nascondere o a rendere gradevoli alcuni artefatti della grafica al computer.
Il monologo, la fine del finale stesso, è in assoluto uno dei migliori che ricordo e soprattutto utilizza le immagini, di cui non rivelo nulla a chi non lo ha visto, come fossero un monologo nel monologo. L'audio da solo non darebbe la sensazione di rimpianto che riesce a dare un figlio che con coraggio porta in spalle il padre paraplegico, e tutto quello che può rendere un padre e un figlio così distanti da distruggere un impero.
Ripensandoci ora, dovevo essere veramente a pezzi la prima volta che l'ho visto e mi sono addormentato. Non c'è altra spiegazione.

Speranza: è questo il nome del figlio mio e di Luna.