Recensione
La presenza di esseri in tutto e per tutto umani che vivono nelle case è una leggenda diffusa in molti paesi orientali e non solo.
Così questo anime narra la storia di questi esseri che nelle nostre case vivono "prendendo in prestito" ciò che agli umani serve e non serve. Bella la traduzione in "prendimprestito". Se a questo aggiungiamo un bambino con problemi cardiaci che deve rimanere calmo, d'una sensibilità che solo la malattia regala ai più giovani, una "prendimprestito" giovane e affascinata dalle cose umane, una casa isolata, un gatto pacioccone, una serie di strani eventi e la magia poetica e soave dello studio Ghibli e del Maestro Miyazaki (solo sceneggiatore, ma decisamente presente), ecco che ci troviamo nel mondo di Arrietty ed il mondo segreto sotto il pavimento.
Una storia molto delicata, di una amicizia che travalica, ancora, la specie e la razza, di un amore per la natura e di una capacità dell'essere umano di limitare gli spazi delle altre specie.
Una storia a tratti romantica, a tratti esilarante, ma sempre con un retrogusto amaro di chi ha già un destino scritto e lo conosce.
Le immagini sono pulite, colorate, bellissime, con i fondali che donano una profondità ed una prospettiva a cui lo Studio Ghibli ci ha viziato e di cui ormai mi sento succube, incantato a mirare i dettagli, a carpirne i risvolti, immerso in quel verde di cui, alla fine, si sente il profumo, mentre le musiche sono avvolgenti e curate, come sempre, rendendo la storia ancora più avvincente e comunicativa.
Si, perché alla fine i temi importanti sono sempre quelli così cari al Maestro di Tokyo, che stavolta si avvale, con la regia di Yonebayashi, dei prendinprestito per gridare al mondo quanti e quali importanti oggetti gettiamo via, oggetti recuperati e riutilizzati da questi esserini che, con i nostri "scarti" vivono, dimostrando fantasia e spirito d'adattamento inusuali per noi "comuni mortali". Il consumismo che fa perdere la vera essenza delle cose, delle emozioni pure, è il vero sconfitto in questo film. E sono proprio quelle emozioni più volte ricercate che sfondano il muro dell'incominicabilità tra due specie e permettono a due ragazzi forse della stessa età ma di dimensioni tanto diverse di iniziare un'amicizia, forse un amore utopico ed impossibile, ma che darà ad entrambi il coraggio di proseguire ed andare avanti, nella certezza che un domani può esistere per chiunque (Memole sicuramente sarà tornata in mente a tutti guardando questo anime…)
Adorabile la ricostruzione del micromondo di Arrietty, in cui oggetti d'uso comune prendo nuove destinazioni e nuovi utlizzi, ed un cui l'acqua dimostra tutta la tensione superficiale (cosa che normalmente con la nostra dimensione non si nota) e che rende molto "diversa" la gestibilità del liquido in quel mini mondo ricreato, deliziosi dettagli che non si possono non apprezzare.
Bella emozione, ripeto, sul filo della poesia sottile che il disegno curato e strutturato regala, bella la storia, che non lascia moltissimo spazio alla fantasia ma che comunque nel finale riesce a stupire.
Un film che merita attenzione e d'essere visto.
Così questo anime narra la storia di questi esseri che nelle nostre case vivono "prendendo in prestito" ciò che agli umani serve e non serve. Bella la traduzione in "prendimprestito". Se a questo aggiungiamo un bambino con problemi cardiaci che deve rimanere calmo, d'una sensibilità che solo la malattia regala ai più giovani, una "prendimprestito" giovane e affascinata dalle cose umane, una casa isolata, un gatto pacioccone, una serie di strani eventi e la magia poetica e soave dello studio Ghibli e del Maestro Miyazaki (solo sceneggiatore, ma decisamente presente), ecco che ci troviamo nel mondo di Arrietty ed il mondo segreto sotto il pavimento.
Una storia molto delicata, di una amicizia che travalica, ancora, la specie e la razza, di un amore per la natura e di una capacità dell'essere umano di limitare gli spazi delle altre specie.
Una storia a tratti romantica, a tratti esilarante, ma sempre con un retrogusto amaro di chi ha già un destino scritto e lo conosce.
Le immagini sono pulite, colorate, bellissime, con i fondali che donano una profondità ed una prospettiva a cui lo Studio Ghibli ci ha viziato e di cui ormai mi sento succube, incantato a mirare i dettagli, a carpirne i risvolti, immerso in quel verde di cui, alla fine, si sente il profumo, mentre le musiche sono avvolgenti e curate, come sempre, rendendo la storia ancora più avvincente e comunicativa.
Si, perché alla fine i temi importanti sono sempre quelli così cari al Maestro di Tokyo, che stavolta si avvale, con la regia di Yonebayashi, dei prendinprestito per gridare al mondo quanti e quali importanti oggetti gettiamo via, oggetti recuperati e riutilizzati da questi esserini che, con i nostri "scarti" vivono, dimostrando fantasia e spirito d'adattamento inusuali per noi "comuni mortali". Il consumismo che fa perdere la vera essenza delle cose, delle emozioni pure, è il vero sconfitto in questo film. E sono proprio quelle emozioni più volte ricercate che sfondano il muro dell'incominicabilità tra due specie e permettono a due ragazzi forse della stessa età ma di dimensioni tanto diverse di iniziare un'amicizia, forse un amore utopico ed impossibile, ma che darà ad entrambi il coraggio di proseguire ed andare avanti, nella certezza che un domani può esistere per chiunque (Memole sicuramente sarà tornata in mente a tutti guardando questo anime…)
Adorabile la ricostruzione del micromondo di Arrietty, in cui oggetti d'uso comune prendo nuove destinazioni e nuovi utlizzi, ed un cui l'acqua dimostra tutta la tensione superficiale (cosa che normalmente con la nostra dimensione non si nota) e che rende molto "diversa" la gestibilità del liquido in quel mini mondo ricreato, deliziosi dettagli che non si possono non apprezzare.
Bella emozione, ripeto, sul filo della poesia sottile che il disegno curato e strutturato regala, bella la storia, che non lascia moltissimo spazio alla fantasia ma che comunque nel finale riesce a stupire.
Un film che merita attenzione e d'essere visto.