Recensione
Mirai Nikki Redial
5.0/10
Recensione di grandebonzo
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Se mi si domandasse cosa salverei del progetto animato "Mirai Nikki", avrei difficoltà a rispondere, ma potrei cavarmela menzionando il malinconico finale della serie TV, curiosamente cupo e abbastanza pessimista, che risaltava per la stonata contrapposizione con il sentimentalismo trash degli episodi precedenti. Probabilmente, però, agli sparuti sostenitori della coppia Yuno-Yukiteru non deve essere piaciuto granché, tanto che si è sentita la necessità di aggiungere un ulteriore capitolo a questa storia, più consono stavolta al suo stile grossolano.
Chiedersi se fosse necessario è una domanda retorica, ma non è mia intenzione sondare le oscure logiche commerciali dietro questa produzione, alla luce tra l'altro del flop di vendite della prima, e al momento unica, stagione televisiva.
Ripartiamo da dove eravamo rimasti: la Yuno del primo mondo, rea di aver ucciso, in preda a furor sacro, un numero imprecisato di persone, nonché la sé stessa del secondo, e commossa dalla verginale innocenza di quella del terzo, si toglie infine la vita facendo trionfare il suo amato 'Yukki' nel diabolico gioco ideato da 'Deus ex Machina'. L'imbelle e piagnucoloso Yukiteru, costretto suo malgrado a vestire i panni di divinità, si autocondanna per il dolore a un eterno romitaggio, languendo senza posa per la scomparsa della donna amata.
Se, come suppongo, queste righe non sono sufficienti a chiarirvi le idee - per 'godervi' l'OAV dovreste aver visto i ventisei episodi della serie TV -, concedetemi un po' di fiducia: l'anime in questione una certa logica ce l'ha, seppur tirata per i capelli.
Questo "Redial" prosegue la storia dal punto di vista della Yuno del terzo mondo, ignara di quanto accaduto in precedenza, misteriosamente soggetta a improvvisi déjà vu che la connettono alle memorie del suo ormai defunto alter ego. Accompagnandola nella disperata ricerca della sua vera identità, rivedremo in azione quasi tutti i personaggi del primo survival game, confinati tuttavia in ruoli alternativi, caricaturali, inseriti a forza per offrire al pubblico un po' di pacchiano fanservice (non manca nulla, neppure la classica palpatina a un seno generoso). Persino Yuno, principale polo d'attrazione di "Mirai Nikki", non è più l'eccentrico personaggio con sfumature psicotiche capace di calamitare l'attenzione su si sé, bensì una scolaretta innamorata che cerca con ostinazione il coronamento del proprio sogno d'amore.
Insensati espedienti narrativi - basti citare le doti da super saiyan di Minene, impegnata in improbabili scontri 'dragonballiani' con Murmur - condiscono inoltre una sceneggiatura tutt'altro che solida, che, senza farsi troppi scrupoli nel trasformare l'anime in un melodramma dal gusto kitsch, ci regala il tanto agognato happy ending.
Apprezzabili invece animazioni e disegni, che beneficiano del ridotto impiego dell'imbarazzante computer grafica sfoggiata nella serie televisiva, e discreta, ma non troppo incisiva, la parte musicale.
December 09 23:21 [at home]
grandebonzo has just finished watching "Mirai Nikki Redial".
December 10 13:08 [lunch time]
grandebonzo reviews the anime.
December 10 13:35 [at work]
grandebonzo throws the lunch up.
DEAD END
Chiedersi se fosse necessario è una domanda retorica, ma non è mia intenzione sondare le oscure logiche commerciali dietro questa produzione, alla luce tra l'altro del flop di vendite della prima, e al momento unica, stagione televisiva.
Ripartiamo da dove eravamo rimasti: la Yuno del primo mondo, rea di aver ucciso, in preda a furor sacro, un numero imprecisato di persone, nonché la sé stessa del secondo, e commossa dalla verginale innocenza di quella del terzo, si toglie infine la vita facendo trionfare il suo amato 'Yukki' nel diabolico gioco ideato da 'Deus ex Machina'. L'imbelle e piagnucoloso Yukiteru, costretto suo malgrado a vestire i panni di divinità, si autocondanna per il dolore a un eterno romitaggio, languendo senza posa per la scomparsa della donna amata.
Se, come suppongo, queste righe non sono sufficienti a chiarirvi le idee - per 'godervi' l'OAV dovreste aver visto i ventisei episodi della serie TV -, concedetemi un po' di fiducia: l'anime in questione una certa logica ce l'ha, seppur tirata per i capelli.
Questo "Redial" prosegue la storia dal punto di vista della Yuno del terzo mondo, ignara di quanto accaduto in precedenza, misteriosamente soggetta a improvvisi déjà vu che la connettono alle memorie del suo ormai defunto alter ego. Accompagnandola nella disperata ricerca della sua vera identità, rivedremo in azione quasi tutti i personaggi del primo survival game, confinati tuttavia in ruoli alternativi, caricaturali, inseriti a forza per offrire al pubblico un po' di pacchiano fanservice (non manca nulla, neppure la classica palpatina a un seno generoso). Persino Yuno, principale polo d'attrazione di "Mirai Nikki", non è più l'eccentrico personaggio con sfumature psicotiche capace di calamitare l'attenzione su si sé, bensì una scolaretta innamorata che cerca con ostinazione il coronamento del proprio sogno d'amore.
Insensati espedienti narrativi - basti citare le doti da super saiyan di Minene, impegnata in improbabili scontri 'dragonballiani' con Murmur - condiscono inoltre una sceneggiatura tutt'altro che solida, che, senza farsi troppi scrupoli nel trasformare l'anime in un melodramma dal gusto kitsch, ci regala il tanto agognato happy ending.
Apprezzabili invece animazioni e disegni, che beneficiano del ridotto impiego dell'imbarazzante computer grafica sfoggiata nella serie televisiva, e discreta, ma non troppo incisiva, la parte musicale.
December 09 23:21 [at home]
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