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    5.0/10
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    Districarsi tra generi e sottogeneri hentai è disciplina da professionisti, tanto complessa è la tassonomia che classifica, in base al contenuto, queste produzioni. Non essendo avvezzo a certi tecnicismi lessicali, non conoscevo ad esempio il significato di smut, termine il quale - perdonate eventuali imprecisioni - si riferisce ad opere erotiche che, pur contenendo scene esplicite, non trascurano trama e sceneggiatura, andando oltre la mera esp1 [ continua a leggere]

    6.5/10
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    Immaginate una New York alternativa, i cui bassifondi sono il feudo inespugnabile di bande di delinquenti, dove a dettar legge sono organizzazioni mafiose di ogni nazionalità, dove la polizia è poco più che un’istituzione di facciata e, soprattutto, dove essere eterosessuale è una rarità, tale da farti sentire spesso e volentieri a disagio. È un’ucronia bella e buona, non c’è dubbio, eppure quello che ci si para davanti è il palcoscenico delle v1 [ continua a leggere]
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    Un sotterraneo dai riflessi bluastri, un ispettore con la fronte madida di sudore, gli sguardi smaniosi dei poliziotti che, ipnotizzati, si posano sull’algida silhouette dell’interrogata, la quale, all’apice della provocazione, accavalla le gambe con movenze scabrose, mentre una sigaretta si consuma tra le sue dita.
    Non c’è bisogno di aggiungere altro, è una scena cult che ha fatto la storia del cinema.
    Se mi chiedessero tuttavia di contestualiz1 [ continua a leggere]

    2.0/10
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    L’attrazione verso il macabro ha radici antiche: basti pensare alle crudeltà, alle sevizie e mutilazioni così comuni alla drammaturgia classica, talora esposte con sadico compiacimento. Trattasi tuttavia di un corollario dell'arte tragica, che si serve di questi espedienti per mostrare, benché talvolta sospesa in un giudizio etico, il decadimento dei costumi, l’abisso morale dei personaggi, l’orrore della guerra; per scuotere gli animi, muovere1 [ continua a leggere]

    3.5/10
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    In un futuro distopico in cui ogni aspetto comportamentale, persino il linguaggio, è disciplinato da un governo che si erge a guida morale, in un Paese psicologicamente schiavo (e complice) del sistema, strangolato da regole inflessibili, trova la propria collocazione "Shimoseka", anime che, azzardando analogie con il conformismo etico imperante in Giappone, costruisce il suo manifesto artistico su una pungente satira alle moderne storture socia1 [ continua a leggere]

    5.0/10
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    Da un lato l'autore di alcuni dei lavori più amati (e discussi) nello sterminato panorama delle visual novel giapponesi, dall'altro uno studio di animazione universalmente noto per l'elevata qualità delle sue produzioni: una miscela potenzialmente esplosiva, l'accoppiata Jun Maeda - P.A. Works, almeno sulla carta. Una collaborazione che, tra l'altro, aveva già dato proficui risultati nella trasposizione di una delle precedenti, e più famose, ope1 [ continua a leggere]
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    Belli i tempi in cui, addentando una girella, ammiravo estasiato le gesta di Goku e le mirabolanti avventure di Dai. Belli, sì, ma ormai sepolti tra le sabbie del tempo. Tuttavia, benché il nostalgico luccichio nei miei occhi sia un indizio rivelatore della mia età anagrafica, non esistono vincoli che mi impediscano di apprezzare tuttora le opere destinate a un pubblico di 'ragazzi'. Ragion per cui, frastornato dalla delirante acclamazione riser1 [ continua a leggere]
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    Sulle note spassùse di "Funiculì funiculà", da un palcoscenico che rievoca la celebre scalinata di Trinità dei Monti, il duce Anchovy arringa le sue commilitoni: i quarti di finale del Campionato Nazionale di Sensha-dō non saranno una passeggiata, ma l'ardimento delle ambasciatrici della cultura italiana in Giappone avrà comunque la meglio. "Spezzeremo le reni al Liceo Ooarai, ve lo dico con certezza assoluta!"
    Sì, però non senza aver fatto prim1 [ continua a leggere]
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    Non sono un grande appassionato di trasposizioni videoludiche, anche perché la mia diffidenza verso di esse, tranne rare eccezioni, ha sempre trovato inequivocabili conferme; tuttavia, uno slice-of-life focalizzato sulle (dis)avventure di un gruppo di idol in erba poteva essere tranquillamente pane per i miei denti, considerato il buon successo riscosso in patria e il suo aspetto spregiudicatamente moe.
    Lo ammetto, lo ammetto... facile bersaglio1 [ continua a leggere]

    5.0/10
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    Non solo periodo di battaglie leggendarie ed eroici condottieri, i torbidi dell'Epoca Sengoku nascondono, nei loro più oscuri meandri, una disturbante realtà: in un Paese martoriato da guerre intestine e catastrofi naturali, a fare da fosco retroscena alle gloriose gesta dei samurai sono infatti carestie, devastazioni e miseria. Un quadro dalla tinte fosche, che incornicia una greve disperazione, fatta di uomini senza prospettive, straziati e re1 [ continua a leggere]
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    Se mi si domandasse cosa salverei del progetto animato "Mirai Nikki", avrei difficoltà a rispondere, ma potrei cavarmela menzionando il malinconico finale della serie TV, curiosamente cupo e abbastanza pessimista, che risaltava per la stonata contrapposizione con il sentimentalismo trash degli episodi precedenti. Probabilmente, però, agli sparuti sostenitori della coppia Yuno-Yukiteru non deve essere piaciuto granché, tanto che si è sentita la n1 [ continua a leggere]

    6.0/10
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    A un anno dalla prima, fortunata, apparizione televisiva, torna la chiassosa comicità delle irrequiete adolescenti di "Yuru yuri", la cui esasperata indolenza, marchio di fabbrica della serie, si ripropone nella consueta successione di freddure spesso al limite dell'assurdo. A voler ben guardare, non c'è una vera e propria frattura con la prima stagione: a parte il focalizzarsi su alcuni personaggi inizialmente marginali (in particolare, su Saku1 [ continua a leggere]