Recensione
Hanamonogatari: Suruga Devil
8.0/10
Le opere della serie Monogatari, pur condividendo gli stessi personaggi e, grossomodo, lo stesso stile narrativo, sono profondamente diverse l'una dall'altra. In alcune risalta molto la componente harem (Nisemonogatari), in altre quella soprannaturale/misteriosa (Hanamonogatari) mentre in altre ancora c'è una perfetta fusione di molte componenti diverse che non ci si aspetterebbe di veder coesistere così bene (Bakemonogatari). Si passa dal fanservice più spinto a situazioni intricate e chiaramente ben ragionate, da scambi di battute inutili e sciocchi a dialoghi arguti e di una certa profondità. In Hanamonogatari prevale la parte più "seria" anche perché il personaggio principale (nonché uno dei pochi che vedremo) è Suruga Kanbaru, che nelle altre opere non spicca per comicità.
Cronologicamente, gli avvenimenti raccontati in Hanamonogatari si collocano dopo quelli di Monogatari Series Second Season. Suruga passa al terzo anno e si ritrova praticamente sola perché i suoi sempai sono all'università. Come al solito l'elemento catalizzatore della trama ha a che fare con un'anomalia (o presunta tale). Le anomalie in tutte le opere della serie non sono altro che un modo attraverso il quale l'autore fa emergere, rendendolo visibile, tangibile e soprattutto affrontabile, il problema personale di qualcuno. Una cosa molto interessante e ben riuscita, soprattutto considerando che i diversi personaggi hanno opinioni molto contrastanti e che, anche se alla fine la strategia vincente è una, non si è in grado di dire con certezza che gli altri punti di vista fossero sbagliati. In quest'opera i concetti che emergono riguardano il talento, la fortuna/sfortuna e l'atteggiamento verso i problemi. "Il tempo è guaritore" si dice, potrebbe essere quindi che affrontarli non sia sempre la scelta migliore? Io non lo so, anche loro faticano a mettersi d'accordo, ed è bello così.
Faccio sempre fatica a giudicare l'aspetto grafico, non mi viene naturale concentrarmici, indicativamente è allo stesso livello dei precedenti. Il sonoro non risalta come in Bakemonogatari ma nemmeno stona, fa il suo lavoro in secondo piano. Per quanto riguarda il giudizio generale direi 8. Se l'aspetto un po' più serio è quello che avete ammirato nelle precedenti opere, beh decisamente non potete perdervi questa.
Cronologicamente, gli avvenimenti raccontati in Hanamonogatari si collocano dopo quelli di Monogatari Series Second Season. Suruga passa al terzo anno e si ritrova praticamente sola perché i suoi sempai sono all'università. Come al solito l'elemento catalizzatore della trama ha a che fare con un'anomalia (o presunta tale). Le anomalie in tutte le opere della serie non sono altro che un modo attraverso il quale l'autore fa emergere, rendendolo visibile, tangibile e soprattutto affrontabile, il problema personale di qualcuno. Una cosa molto interessante e ben riuscita, soprattutto considerando che i diversi personaggi hanno opinioni molto contrastanti e che, anche se alla fine la strategia vincente è una, non si è in grado di dire con certezza che gli altri punti di vista fossero sbagliati. In quest'opera i concetti che emergono riguardano il talento, la fortuna/sfortuna e l'atteggiamento verso i problemi. "Il tempo è guaritore" si dice, potrebbe essere quindi che affrontarli non sia sempre la scelta migliore? Io non lo so, anche loro faticano a mettersi d'accordo, ed è bello così.
Faccio sempre fatica a giudicare l'aspetto grafico, non mi viene naturale concentrarmici, indicativamente è allo stesso livello dei precedenti. Il sonoro non risalta come in Bakemonogatari ma nemmeno stona, fa il suo lavoro in secondo piano. Per quanto riguarda il giudizio generale direi 8. Se l'aspetto un po' più serio è quello che avete ammirato nelle precedenti opere, beh decisamente non potete perdervi questa.