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Sono sempre perplesso di fronte ad anime che, per una scelta sicuramente discutibile, vengono spezzettati in più stagioni, frammentandone la visione in un modo piuttosto fastidioso.
E se ciò crea disagio in titoli relativamente più "semplici", come il recente "Aldnoah.Zero", figuriamoci il disturbo che invece reca per un titolo dalla complessità decisamente più marcata, come questo "Durarara!!x2 Sho", che, con la sua tonnellata di personaggi e situazioni ingarbugliate che si intrecciano tra loro, non è facilissimo da seguire nemmeno con una visione costante ed ininterrotta nel tempo. E il problema è ben più grave, visto il fatto che non è che la cosiddetta prima stagione di questo "Durarara 2" sia autoconclusiva e la seconda parta da zero con nuovi intrecci, qui si tratta di una vera e propria sospensione della narrazione con tanto di cartello "torno subito"... E la moda di queste serie spezzatino, purtroppo, sta prendendo sempre più piede.
Chiusa questa lunga premessa, veniamo al nocciolo della recensione con una (breve, vista la premessa stessa) valutazione su questi dodici primi episodi di questa seconda serie di "Durarara". Si sa che nello sport, come in altri settori della vita, non sia difficilissimo affermarsi, ma lo sia molto di più confermarsi a livelli di eccellenza e rimanervi a lungo. Questo principio si rivela piuttosto coerente con le prime impressioni su questo anime, che, seppur lontano dall'essere brutto, avverte e fa inevitabilmente avvertire il pesante confronto con il suo brillantissimo predecessore. Tecnicamente siamo a buoni livelli. Dal punto di vista grafico spicca senz'altro il chara, con personaggi dotati ognuno di una degna caratterizzazione fisica, sempre troppo spesso rappresentata in modo filiforme, stile che a me non piace molto, ma comunque in modo adeguato. Le animazioni sono fluide, da notare in particolare le scorribande di Celty con la sua moto e le relative trasformazioni di quest'ultima, e gli scenari, sempre curatissimi, che danno sempre l'idea che le strade in cui i nostri folli amici di "Durarara" camminano o viaggiano, siano effettivamente quelle di una metropoli urbana dei nostri giorni.
A tal riguardo va spesa una parola in particolare. La sensazione di essere calati all'interno di Ikebukuro era già fortissima ai tempi del primo "Durarara", e ciò avviene anche in questa seconda serie. Il momento in cui viene inquadrato il locale di sushi russo ha generato nel sottoscritto una sorta di deja vu, come a dire "toh, è sempre aperto"... E questo si traduce sicuramente nel fatto che è stato fatto davvero un ottimo lavoro, sia dal punto di vista grafico, che narrativo. Ottimo anche il comparto sonoro, con una OST che fa il suo lavoro in modo egregio, con motivi di accompagnamento ereditati dalla prima serie ed altri nuovi, tutti con sonorità "sporche", contorte, ben compatibili con la trama complessamente intrecciata di questo anime e dei suoi strani personaggi.
Bellissime le sigle, in particolare la opening, che ha un ritmo davvero incalzante e gradevole.
Tornando ai personaggi, di cui già abbiamo accennato il chara design, qui non mancano le ombre, ad affiancare le luci. Se, infatti, i personaggi già conosciuti non vengono, giustamente, stravolti, si rimane un po' delusi di fronte a quelli nuovi. Il problema è che nessuno dei nuovi personaggi, se si eccettua la ragazzina, Akane, e la killer, Vorona, gode di un'attenzione particolare nei propri confronti, per cui, il più delle volte, i personaggi nuovi appariranno come meteore ai nostri occhi (le gemelle, Hollywood, il tizio fricchettone della TV) con comparsate di pochi minuti, o nel caso migliore, con presenze costanti, ma azioni di cui non si capisce a fondo la motivazione (il compagno di classe di Mikado, che offre a quest'ultimo la leadership sui Blue Squares, per esempio). E anche questa criticità, ne sono ragionevolmente sicuro, emerge dalla scelta di suddividere questa serie in due tronconi, cosa che ha impedito un naturale ed omogeneo sviluppo di vicende e personaggi.
In conclusione, un prodotto che ha dalla sua parte un lavoro sontuoso nel rendere credibili e quasi tangibili le atmosfere frenetiche e mirabolanti di un quartiere capace di pulsare vita e attività a ritmi vertiginosi, ma che risente non poco dell'infelice scelta degli autori di spezzarlo in più tronconi e sottoporlo alla nostra visione con un lungo intervallo.
Sei politico e rivedibile a settembre!