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8.0/10
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"Noragami" è un titolo con tanti riferimenti ad Ayakashi, alla monetina da cinque yen da dare al dio, alla presenza (quasi da Grecia antica) di un dio della calamità, di un dio dello studio, della povertà, ecc. che riescono a interagire con gli umani.
Qui si colloca un dio un po' confusionario, alla mano e simpatico ma anche disorganizzato, pasticcione e privo di un santuario, che in qualche modo porta, seppur in maniera assolutamente involontaria, una ragazzina, Hiyori, in una situazione intermedia fra l'umana e quella di un fantasma.
Tutto ciò si inserisce in una città dove, come nelle migliori tradizioni nipponiche, convivono dei, aiutanti degli dei, Ayakashi, umani, e in cui sono frequenti dei combattimenti fra (soprattutto) fantasmi e dei. Il tutto, ovviamente, in una assoluta invisibilità (o quasi) per gli umani.

Questi dodici episodi scivolano via facilmente, con simpatia. Un po' per le varie gag dovute alla disorganizzazione di Yato (il nostro dio principale), un po' per la presenza simpatica di Hiyori, un po' per la presenza di (soprattutto) una dea piuttosto "kawaii" che occuperà una parte importante nella serie.
Sono alternate fasi di combattimento a fasi più riflessive e a fasi comiche, rendendo l'opera un mix per cui non è immediata la catalogazione, ma di certo, per me, le puntate non sono state noiose. Il fatto, poi, che il dio Yato, dio "negativo" delle origini, si sia evoluto in questo modo, sia nel rapporto con il suo spirito sacro (senza entrare nei dettagli) sia nel rapporto con Hiyori, rappresenta (forse) un indirizzo che gli autori forse hanno voluto inviare.

Disegni in primo piano e sugli sfondi, specie urbani, sono davvero ben fatti. La caratterizzazioni dei personaggi è ben fatta e ciò permette di provare simpatia/antipatia per i vari personaggi e per le loro vicende. Per quanto riguarda i singoli, per me, è disegnata molto bene Hiyori: bella l'idea di dare a Yato degli occhi che sembrano di gatto.

Un paio di ultime osservazioni finali.
Il titolo. "Noragami" è quasi certamente una parola composta. Viene, probabilmente (anche se scritta in katakana) da nora e gami. Il "gami" potrebbe derivare da kami, ossia divinità. Del "nora", pur avendo compreso il senso all'interno dell'anime, non sono riuscito a comprendere l'origine di questa parola.
Hiyori. C'è stato un momento in cui Yukine, come spirito sacro (e mezzo fanciullo) è stato ospitato a casa di Hiyori, che è una quattordicenne (massimo quindicenne). Fin qui tutto ok. Ad un certo punto Hiyori dice qualcosa del genere: "E' da tanto che non dormivo con qualcuno...". Il che mi ha incuriosito e mi ha lasciato un po' perplesso. Posto che mi affido ai sottotitoli e che quindi non so se questi sono corrispondenti alla lettera a ciò che hanno detto i doppiatori in lingua originale, mi è parsa strana una affermazione che presuppone abitudine e confidenza da una ragazzina.

Per me un 8.