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Sulla scia dell'entusiasmo per la novità di un anime che dava molto spazio all'elemento musicale e, in generale, abbastanza originale nella scelta delle protagoniste (sirene e pure principesse, perché alla fine sempre di shojo si tratta), il manga crolla rovinosamente con scene melense, protagoniste svampite e una dose un po' troppo massiccia di romanticismo.
La trama è abbastanza prevedibile e l'originalità dei personaggi, affiancati al mondo sottomarino, muore quando viene realizzato lo stereotipo classico del trio delle protagoniste: la protagonista che sa un po' di Mary Sue di qualche fanfiction scritta di fretta (Lucia), l'amica un po' svalvolata che ha in mente solo i ragazzi da tenere a bada (Hanon), e l'amica riservata, un po' mascolina, ma che ha più senno delle altre due messe insieme (Rina).
Più altre quattro principesse, due delle quali appaiono e interagiscono così poco da sembrare parte integrante degli sfondi più che del racconto (Coco e Noelle).
Se nella prima serie si arriva ad una conclusione, banalotta, ma abbastanza in linea col resto del manga, nella seconda serie si ha troppo spesso l'impressione di non riuscire a capire quale sia la trama: la sconfitta del nuovo nemico o i problemi amorosi delle protagoniste, fin troppo ingigantiti per un manga che ha per protagoniste, in fondo, delle guerriere.
La trama, che lascia abbastanza perplessi, si avvale però di bellissimi e dettagliati disegni, sia di personaggi che degli sfondi che, uniti all'originalità dell'idea di avere per protagoniste delle sirene guerriere e a una trama un po' meno melensa, avrebbe fatto di Mermaid Melody un ottimo lavoro.
Probabilmente, gli appassionati di shojo apprezzeranno comunque.