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8.0/10
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Blame è un'opera artistica, ma un fumetto, dal mio punto di vista, deve badare tanto alla parte narrativa quanto a quella di figurazione, un autore non può concentrarsi solo su una di esse, e se lo fa non posso assegnargli pieno punteggio. Seguendo questo ragionamento, mi piacerebbe sottolineare che reputo il fumetto in grado di essere al pari di un'opera letteraria, se non superiore, infatti potremmo dire che a "parità di storia" il lato artistico potrebbe decretarne la superiorità. Dunque, un fumettista virtuoso è un eccelso narratore ed artista, in contemporanea.
Anche se qui l'autore non fallisce completamente come narratore.

Tsutomu Nihei durante tutta l'opera non fa che trasmettere incessantemente i propri sentimenti, mi azzarderei a dire l'inconscio. Perché? Perché il conscio, per definizione, è quella parte di pensiero razionale frutto delle esperienze della nostra vita (che ci spingono ad essere ciò che siamo), le quali sono quasi del tutto assenti nella caratterizzazione dei personaggi (una delle più gravi mancanze).
Per questo, Killy, il protagonista errante, potrebbe essere considerato la personificazione di tali frustrazioni inconsce (a livello di studio "allegorico"). Perché, dei caratteri umani (come in tutti i personaggi), c'è ben poco, è un'apatia irrealistica o un risultato di un mondo tanto tetro?
In proposito alla totale assenza di emozioni, quello che vediamo è il sentimento, il quale nella realtà non è visibile tra di noi. (Per comprendere al meglio questo concetto è fondamentale conoscere la differenza tra le parole sentimento ed emozione, spesso trattati erroneamente come sinonimi).

La trama non dà molte risposte in modo diretto, infatti i collegamenti logici sono presenti, il difficile sta nell'abituarsi a "leggere" con una sorta di metodo deduttivo: affiancando disegni non sempre chiari alle poche parole o agli atteggiamenti di un personaggio, ed è a causa di questa estrema enigmaticità che possono nascere più interpretazioni.
Tuttavia, anche se riuscissimo a comprendere al meglio la trama, essa è superficiale. Manca, l'"insegnamento", la morale, l'empatia per i personaggi, l'introspezione; dà la sensazione di esser stata fatta "dall'autore per l'autore", e non per i lettori (in relazione con il discorso dei sentimenti).
In un certo senso la storia non è fine a se stessa, essa è un virtuosismo artistico delle capacità soffocanti e prospettiche.
Le figure disegnate non sono anatomicamente perfette, ci appaiono allungate, fluide, slanciate in modo da trasmettere un senso di vertigine analogo alle sublimi ambientazioni, nelle quali, a volte sembrano incorporarsi a vicenda. Il tutto coronato da un tratto sporco, frenetico che rispecchia l'agonia dell'animo di Nihei, in grado di trascinarci dentro e guidarci all'interno del suo mondo.

Per questa peculiarità, per quanto riguarda il disegno, il quale è fulcro e propulsore del manga, sarebbe ingiusto non assegnare un 10.
Per la storia, la quale, invece di trarre beneficio, è oscurata dal disegno in modo frustrante, è 6.
Ed è anche questo disequilibrio a dare il senso di ambiguità ed enigmaticità. Voto: 8