Recensione
Shirayuki dai capelli rossi
6.0/10
Ho iniziato a leggere questo manga perché avevo spesso sentito paragonarlo ad un'altro che adoro, "Akatsuki no Yona", ma - a parte la protagonista dai capelli rossi - le due storie non condividono assolutamente nulla.
"Agakami no Shirayukihime" è fondamentalmente una favoletta sdolcinata, tutta cuoricini e buoni sentimenti, una sorta di "Kimi ni Todoke" versione fiabesca. I due protagonisti si innamorano subito l'uno dell'altra (anche se ci mettono un po' di tempo - ma neanche più di tanto - per capirlo), quindi è tutto un susseguirsi di dichiarazioni, rossori vari, prendersi per mano... melenso fino alla nausea.
Le uniche parti più movimentate, riguardano i continui rapimenti (con conseguenti salvataggi) di Shirayuki a causa dei suoi particolari capelli, ma anche qui ad un certo punto subentra la noia, perché voglio capire uno, due rapimenti, ma già al terzo mi
chiedo se la mangaka non conosca altri espedienti per dare un pizzico di pepe alla storia.
Se i personaggi principali non brillano per particolari qualità (i classici eroi senza macchia), lo stesso vale per quelli secondari: hanno proprio un minimo di caratterizzazione, ma in ogni caso danno l'impressione di essere fondamentalmente delle scialbe copie di personaggi già visti altrove.
Salvo il disegno, il cui tratto è piuttosto gradevole, anche se gli sfondi lasciano un po' a desiderare (l'attenzione maggiore va a primissimi piani, altro dettaglio che non mi entusiasma).
"Agakami no Shirayukihime" è fondamentalmente una favoletta sdolcinata, tutta cuoricini e buoni sentimenti, una sorta di "Kimi ni Todoke" versione fiabesca. I due protagonisti si innamorano subito l'uno dell'altra (anche se ci mettono un po' di tempo - ma neanche più di tanto - per capirlo), quindi è tutto un susseguirsi di dichiarazioni, rossori vari, prendersi per mano... melenso fino alla nausea.
Le uniche parti più movimentate, riguardano i continui rapimenti (con conseguenti salvataggi) di Shirayuki a causa dei suoi particolari capelli, ma anche qui ad un certo punto subentra la noia, perché voglio capire uno, due rapimenti, ma già al terzo mi
chiedo se la mangaka non conosca altri espedienti per dare un pizzico di pepe alla storia.
Se i personaggi principali non brillano per particolari qualità (i classici eroi senza macchia), lo stesso vale per quelli secondari: hanno proprio un minimo di caratterizzazione, ma in ogni caso danno l'impressione di essere fondamentalmente delle scialbe copie di personaggi già visti altrove.
Salvo il disegno, il cui tratto è piuttosto gradevole, anche se gli sfondi lasciano un po' a desiderare (l'attenzione maggiore va a primissimi piani, altro dettaglio che non mi entusiasma).