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Che i cani, ancor più le storie che dimostrano la loro incrollabile fedeltà al padrone, siano una buona calamita per il cinema non è certo una novità, ma nei manga? "Il cane che guarda le stelle" è scritto e disegnato da Takashi Murakami - autore che non conoscevo e che pertanto affronto per la prima volta - e guarda caso è stato trasposto, in patria, in un film.

La trama parte dal ritrovamento di un'auto con al suo interno un cadavere, anzi, ve ne sono due, perché c'è anche un cane, morto solo da qualche mese. Che sia rimasto vicino per quasi un anno al proprio padrone anche dopo la sua morte?

Lo scopriremo vivendolo proprio dagli occhi del cane, ripercorrendo la strada che lui e il suo padrone hanno affrontato per giungere a quel triste epilogo. Se le premesse vi faranno sospettare che difficilmente vi farà divertire, non ho proprio alcun dubbio che strapperà qualche lacrima ai più sensibili. Il crescendo di precarietà e disagio che viene raccontato ha un esito già conosciuto dall'inizio, tuttavia l'innocenza con cui è visto dal cane lo rende toccante ed emozionante. Per questo motivo la seconda parte, perché di due storie è composto il volumetto, risulta decisamente meno significante e d'impatto, mancando l'artificio narrativo di cui sopra.

Il disegno è onesto, con alcune tavole ben realizzate, ma complessivamente si dimostra solo funzionale allo scopo che l'autore si prefigge, riuscendo ad essere nel complesso gradevole visivamente. Se tra i pregi vi è una grande espressività del protagonista canino e dei fondali mai spogli, tra i difetti vi è una fisicità non sempre resa in modo ottimo, sia per qualche riguarda gli umani, che il cane.

Una lettura che non passerà alla storia, ma che saprà emozionarvi e assolutamente da non perdere se amate gli animali, i cani in particolare.