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"Paranoia Agent" è un'opera complessa, onirica e profonda, che fondamentalmente può essere riassunta in una parola: difficile.
Questo prodotto è difficile da guardare e ancor di più da capire, ma ciò non va imputato a una regia mediocre o ad una sceneggiatura di scarsa qualità, poiché da questo punto di vista si presenta come un ottimo pezzo d'animazione. I difetti che lo caratterizzano perdono la loro accezione negativa quando lo si inquadra nella giusta ottica, realizzando che l'inconcludenza e la lentezza che permeano l'opera sono una scelta stilistica azzeccata e del tutto volontaria. Sono proprio queste particolarità che rendono "Paranoia Agent" degno di essere considerato da alcuni un capolavoro, forte della sua unicità scaturita da una narrazione e da una trama atipiche che si fondono perfettamente.

Tuttavia, pur riconoscendone il valore oggettivo, non sono riuscita a farmi convincere del tutto da come è stata sviluppata un'idea promettente, che è partita con i piedi per terra, delineandosi con la chiarezza necessaria a renderla intrigante ma non prevedibile, per poi raggiungere astrattismi esagerati, in linea col confusionario crescendo psicologico ma non con i miei gusti.
Come sopra accennato, "Paranoia Agent" si impronta sull'indagine della psiche umana, e lo fa con un realismo spietato che cozza con degli scenari di inquietante fantasia, al punto da portare lo spettatore a chiedersi dove inizi quest'ultima e cosa invece è frutto della mente dei personaggi. Personaggi che costituiscono un cast variegato, eppure, come le vittime di "Shonen Bat", accomunati dalle loro debolezze, i loro traumi, le loro paranoie. Si forma così un ritratto dettagliato della società giapponese, ben lontana dalle morbide promesse delle ragazzine moe e delle tenere mascotte incarnate da Maromi.
Questo insieme di premesse dà vita al punto centrale dell'anime, ovvero una critica sociale che sembra ricalcare le orme di Hideaki Anno nel suo mostrarci il lato oscuro della cultura del carino tipicamente otaku, ma più in generale della fuga dalla realtà con qualsiasi mezzo di temporanea ma dannosa alienazione. Un’osservazione che, pur riguardando il Giappone, non esula il mondo occidentale, in quanto ci pone davanti a problematiche mature, moderne e universali.

Nel complesso, “Paranoia Agent” è godibile a livello di intrattenimento, ma sconsiglio la visione a chi si aspetta azione e mistero, in quanto questi aspetti, pur componendone in apparenza una gran parte, sono affrontati in realtà in maniera stagnante e insoddisfacente, complici le bizzarrie sperimentali di molte scene e un ritmo lento che talvolta scade nel noioso, senza però invogliare a porre fine alla visione. Va invece visto se si è in cerca di un prodotto impegnativo, capace di offrire un viaggio avvincente carico di simbolismi e riflessioni.