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Tra i cosiddetti reverse-harem che mi è capitato di vedere (non molti in verità, essendo un genere che, per quanto gradevole, non mi affascina), questo è forse uno tra quelli che ho preferito. Senza dubbio uno di quelli che mi ha colpito di più, fatta eccezione per quella meraviglia di "Hakuouki".
Probabilmente è stata la tematica musicale a piacermi, ad appassionarmi fino alla fine; questo è decisamente un omaggio alla musica, quella classica in particolare, e semmai alla nascita un po' fortuita di una passione per essa, da parte della protagonista femminile che riceve in dono da un folletto un violino magico.

La magia è solo quasi un pretesto e non ha un gran peso nel contesto della trama, direi per fortuna; in realtà, serve solo a far nascere nella protagonista certi sentimenti (positivi e negativi) e la consapevolezza di una passione che nasce prima dal cuore, ma che va affinata con devozione e costanza, in mancanza di un vero talento posseduto dagli altri protagonisti maschili, giovani musicisti che studiano da anni e hanno un bagaglio di esperienze in qualche caso molto più pesante.
Questo è secondo me, il messaggio vero di questa serie: dunque, va bene il talento, l'esercizio costante, ma serve il cuore, perché la musica, come tutte le arti del resto, è prima di ogni altra cosa un linguaggio ed espressione dell'anima umana, del nostro Io più profondo.
Sarà una regola del genere che tutti i bellissimi ragazzi si lascino affascinare dal presunto, falso talento della protagonista, anche se almeno un paio di loro forse sono davvero innamorati, ma è un elemento che resta in superficie e non diventa mai la centralità della vicenda. Il fulcro di ogni cosa, di tutte le dinamiche che intercorrono tra i vari protagonisti, resta sempre e solo la musica, la vera protagonista con le sonate al piano di Chopin, l' "Ave Maria" di Schubert, brani di Bach ecc., che più o meno si conoscono, e che qualche volta nella vita a tutti è capitato di ascoltare.

Tutti i personaggi nel complesso sono abbastanza ben delineati, con le loro caratteristiche e peculiarità, qualcuno riserverà anche qualche sorpresa imprevista, e la protagonista femminile è più interessante di tante altre eroine scialbe che si lasciano sedurre al primo approccio - qui si evita il cliché.
Unica cosa che mi fa sempre un po' storcere il naso è il colore dei capelli di taluni ragazzi... perché devono essere verdi, azzurri o viola proprio non lo capisco (per distinguerli?), ma ho visto che è una moda diffusa in tanti anime, comunque è un dettaglio trascurabile nel complesso di una serie capace di coinvolgere, e meno banale di quanto non appaia, se si supera il pregiudizio iniziale che avevo anch'io... ma fin dai primi episodi mi sono lasciata trascinare dalla passione, dalle emozioni, dalle incertezze e dalle paure che vivono i vari protagonisti.

Io mi sento di consigliarlo, mentre è superflua la serie (ma si può chiamare così?) di due episodi che segue.