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"Sono un uccello migratore.
Su una reggetta,
in un sol grido la mia ombra vola.
Oggi puoi trovarmi qui,
domani altrove.
Così è la mia vita infame,
scritta di getto.
La sacrifico per ogni tavola
su cui lavorerò.
Proprio come Okikusama,
morta per niente."

Queste sono le prime parole di "Elegia in rosso" di Seiichi Hayashi pubblicato tra il 1970 e il 1971 sulle pagine di “Garo”.

Queste prime frasi hanno una duplice funzione: sono un messaggio diretto che l’autore fa al lettore esternando il proprio umore e l’impegno messo nel suo lavoro, contemporaneamente però delineano la psicologia del protagonista maschile, Ichiro Nishimoto, introdotto nella pagina seguente.
Il modo in cui viene introdotto è alquanto particolare, lo troviamo discutere su uno sfondo completamento bianco con un cartoon dalle fattezze metà umane e metà calamaio; ovviamente la scena che stiamo guardando non rappresenta la realtà ma l’inconscio di Ichiro, stressato a causa del lavoro. Il bianco di sfondo rappresenta la bolla dei suoi pensieri e il cartoon è un’estensione del suo io.
È evidente che "Elegia in rosso" sia un'opera estremamente stratificata sia per cosa vuole raccontare, sia per come lo vuole fare.

Hayashi ci racconta frammenti della vita di Ichiro e Sachiko, la giovane coppia protagonista, ed in particolare i problemi lavorativi, sociali, familiari e relazionali che devono affrontare. Lui è un animatore part-time sottopagato, lei si sente schiacciata da una società che la vuole relegata a una vita familiare. Il loro rapporto è caratterizzato da alti e bassi, piccoli momenti di complicità e altri di incomprensione e incomunicabilità che si andranno a fare sempre più presenti con il progredire della storia.

Se con le tematiche affrontate il fumetto fotografa abbastanza bene la società del Giappone a cavallo tra gli anni sessanta e settanta è pero con il disegno che l’opera fa un ulteriore passo di qualità. Dal punto di vista grafico "Elegia in rosso" è un gekiga eclettico dove vari stili si mescolano insieme in base a cosa vuole comunicare l’autore.

Per quanto riguardo lo sfondo due sono le principali soluzione adottate. Uno sfondo completamente bianco, spesso per gli interni dell’appartamento di Ichiro e Sachiko, che può avere varie interpretazioni. Può avere la stessa funzione della tavola descritta precedentemente dove i personaggi si isolano nei loro tormenti escludendo tutto il resto, oppure può sottolineare la distanza che c’è nella coppia, la solitudine e l’insoddisfazione del loro rapporto.
Per gli esterni invece le cose cambiano, sono ricchi di particolari, retini, tratteggi; il nero si fa molto presente; i contrasti tra zone illuminate e in ombra sono particolarmente incisivi e danno una sensazione di forte realismo alle scene.
Non mancano poi i riferimenti agli ukiyo-e: ciliegi in fiore, fulmini, pioggia che bene sottolineano l’umore dei protagonisti. Oltre ai riferimenti alle stampe artistiche giapponesi l’autore fa utilizzo anche di notan partendo da fotografie reali e sintetizzandole in una bicromia di luce ed ombra; esempio di questo si può trovare nei TV frame nelle prime pagine.

Particolare attenzione è rivolta al character design. Le figure maschili mature, come il padre di Sachiko o un uomo sullo sfondo, vengono raffigurati con tratti particolarmente realistici, forse ad indicare i segni delle difficoltà che hanno superato nel corso della vita. Al contrario i protagonisti e i propri coetanei, che da poco sono venuti a contatto con le difficoltà della vita quotidiana, vengono rappresentati con una linea semplice, molto spesso di profilo o di tre quarti e quasi totalmente privi di ombreggiature se non per qualche piega sui vestiti.
È interessante notare però come nei momenti di particolare tragicità il tratto di questi personaggi muta, il volto viene quasi o completamente nascosto e ci si concentra su un taglio d’occhi, una mano estremamente realistica.
Tra le varie tavole interessati due risultano a mio avviso particolarmente incisive.

L’estasi del rapporto sessuale tra Ichiro e Sachiko è disegnato con un tratto particolarmente spesso e le due figure, irriconoscibili l’una dall’altra, sono caratterizzate esclusivamente dal volto e da una mano perfettamente speculari mentre i loro corpi sono fusi insieme. Alle loro spalle invece brilla una stella, elemento ricorrente nell’opera.
Altra tavola d’impatto è quella in cui Ichiro porta il proprio fumetto ad un editor. Abbiamo una prospettiva centrale particolarmente accentuata; al centro della stanza si staglia un uomo senza volto con i piedi e le mani appena abbozzate e il vestito e i capelli realistici. Alle sue spalle due bambini giocano a palla ed in lontananza un aereo sembra precipitare.
Con questa immagine surreale l’autore sembra volerci suggerire l’ansia del ragazzo distorcendo la stanza con la prospettiva e la riverenza che prova nei confronti dell’uomo senza volto, mentre le due scene sullo sfondo potrebbero indicare l’infrangersi dei sogni infantili.

"Elegia in rosso" è un’opera che stupisce molte volte nella sua lettura, se si riesce a darle l'opportunità.