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Per il suo eccentrico investigatore, A. Conan Doyle prese spunto dall'aspetto e dalle abitudini di un suo vecchio maestro di scuola. Bisognava che all'eroe si affiancasse un amico e una voce narrante, John Watson, al quale Holmes spiega le proprie teorie investigative e, quando la storia lo richiede, a cui racconta le proprie passate esperienze.
Watson non è altri che l'autore. Questa è una facile deduzione, anche perché Watson e Conan Doyle svolgono entrambi la professione medica.

Le storie poliziesche si svolgono in epoca vittoriana e molti degli indizi rilevati nelle indagini sono legati alle norme sociali del tempo. È una storia profondamente legata agli anni in cui fu scritta.

I racconti scelti per la realizzazione del manga sono:
I Sei Napoleoni-
in cui i due personaggi si incontrano per la prima volta, racconto incluso nell'antologia "Il ritorno di Sherlock Holmes" che è il secondo libro.

La Lega dei Capelli Rossi/La Banda Maculata-
contenuti nel primo libro "Le avventure di Sherlock Holmes".

L'Ultima Avventura/La Casa Vuota-
sono inclusi nell'ultimo libro "I Misteri di Sherlock Holmes".

Se i libri rispettano l'ordine in cui i racconti sono stati pubblicati, il manga recupera una cronologia interna alla storia.
Il motivo del pessimo voto non è questo, ma va addebitato al disegno. Si è voluto scegliere il registro comico/grottesco, con profili che non si possono fissare (pagina 16 e 41) volti-maschera (pagina 36) e un pesante ringiovanimento di Holmes e Watson che non rendono credibili le esperienze accumulate da ciascuno.
Il fumetto giapponese ha avuto una genesi diversa e trova le sue radici nel teatro drammatico Kabuki e negli intermezzi comici del Kyogen, ma non c'era alcun bisogno di farlo trasparire in modo così plateale.
Era necessario capire che non è il pubblico a creare il target, è l'opera che decide il pubblico.
Sherlock Holmes mantiene un registro drammatico/realistico. Se, per adattarlo ai giovanissimi lo si trasforma in commedia non si rende un servizio ai lettori: si produce una storia diversa.

Qualche perplessità anche su un congiuntivo del lettering (pagina 153) e su un "di" nella frase bensì di questo pacchetto (pagina 165)... Seguendo il dialogo precedente si sarebbe dovuto cancellare "di".