Recensione
Elfen Lied
8.0/10
Questo anime si presenta come paradossale, da un lato è un capolavoro, ma dall'altro è un'animazione con tanti difetti.
Lo si potrebbe considerare un capolavoro per quanto riguarda il lato emotivo, psicologico, filosofico. L'anime infatti è una cruda rappresentazione del dolore in sé, e soprattutto mostra come il male non sia banalmente derivante da una cattiveria naturale, umana e data dalla nascita, ma come si sviluppi nel tempo, dalle esperienze vissute, dalla tragicità della vita cui si deve far fronte. Da tale tema si comprende come veramente anche il male compiuto non possa essere effettivamente giudicato, perché radicato dal dolore profondo vissuto. Perciò l'anime esalta come il confine stesso tra bene e male lentamente si sgretoli, con personaggi crudeli che diventano agli occhi dello spettatore quelli più fragili, che sotto all'odio verso un trattamento completamente ingiusto escluso dal libero arbitrio, nascondono una grande sensibilità a tratti palpitante. Tutto ciò si nota nella forte protagonista femminile, che presenta una doppia personalità, una veramente apprezzabile proprio per riuscire a mostrare i temi appena citati.
Difetti: uno dei più grandi difetti riguarda proprio la protagonista; se da un lato troviamo un personaggio estremamente forte, intelligente, crudo, dall'altro si incorre nel tipico stereotipo giapponese di una rappresentazione femminile completamente misera; misera perché il personaggio diventa completamente ingenuo, incapace di ragionare, risulta perciò una estremizzazione (perché rappresentare la solita ragazzina stupida, che non riesce ad avere nelle sue azioni un briciolo di ragione?).
Altro difetto è l'animazione, non che sia l'aspetto principale di un anime però risulta in questo caso veramente scarsa. L'ultimo difetto potrebbe bensì essere un finale non propriamente adeguato all'atmosfera tragica e di suspense creatasi precedentemente.
Lo si potrebbe considerare un capolavoro per quanto riguarda il lato emotivo, psicologico, filosofico. L'anime infatti è una cruda rappresentazione del dolore in sé, e soprattutto mostra come il male non sia banalmente derivante da una cattiveria naturale, umana e data dalla nascita, ma come si sviluppi nel tempo, dalle esperienze vissute, dalla tragicità della vita cui si deve far fronte. Da tale tema si comprende come veramente anche il male compiuto non possa essere effettivamente giudicato, perché radicato dal dolore profondo vissuto. Perciò l'anime esalta come il confine stesso tra bene e male lentamente si sgretoli, con personaggi crudeli che diventano agli occhi dello spettatore quelli più fragili, che sotto all'odio verso un trattamento completamente ingiusto escluso dal libero arbitrio, nascondono una grande sensibilità a tratti palpitante. Tutto ciò si nota nella forte protagonista femminile, che presenta una doppia personalità, una veramente apprezzabile proprio per riuscire a mostrare i temi appena citati.
Difetti: uno dei più grandi difetti riguarda proprio la protagonista; se da un lato troviamo un personaggio estremamente forte, intelligente, crudo, dall'altro si incorre nel tipico stereotipo giapponese di una rappresentazione femminile completamente misera; misera perché il personaggio diventa completamente ingenuo, incapace di ragionare, risulta perciò una estremizzazione (perché rappresentare la solita ragazzina stupida, che non riesce ad avere nelle sue azioni un briciolo di ragione?).
Altro difetto è l'animazione, non che sia l'aspetto principale di un anime però risulta in questo caso veramente scarsa. L'ultimo difetto potrebbe bensì essere un finale non propriamente adeguato all'atmosfera tragica e di suspense creatasi precedentemente.