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Uscito tre anni dopo "Biancaneve e i sette nani", "Pinocchio" è il secondo classico Disney. Il film è tratto dal romanzo omonimo di Collodi, con non poche modifiche che possono legittimamente far storcere il naso se si è dei puristi incalliti, eppure credo che questa sia la prova di come non sempre è necessario essere fedeli all'originale. Il problema è che si trattava di una storia fortemente toscana, scritta pure in dialetto, e quando una storia è così fortemente legata alla propria terra, non è facile riadattarla senza lasciare un po’ delusi.

Ma, anche se il film è controverso o discutibile, non è neanche giusto per quello bocciarlo. Io vedrei invece di analizzarlo come storia a sé: già solo dal punto di vista tecnico è quasi perfetto, una colonna sonora da sogno, romantica come non le fanno più, la canzone "Una stella cade" è veramente dolce e romantica, tanto da essere ormai diventata un po’ un simbolo di casa Disney. L'animazione è perfetta. Ma poi, pensate che questo film è uscito dopo "Biancaneve e i sette nani", che alla fine era una storia abbastanza semplice da raccontare: gli unici personaggi "complessi" erano i nani e, in parte, la regina (sarà un po' così anche negli altri classici dell'epoca, "Bambi" e "Dumbo"). "Pinocchio" ha un cast molto più varieggiato, addirittura vi è più di un villain, anche l'ambientazione è estremamente varia (dalla casa di Geppetto, al villaggio, al teatro dei burattini, fino al mare). Per l'epoca era un film immenso!

Il Pinocchio di questo film più che bugiardo e disubbidiente, come nell'originale, risulta essere impacciato e ingenuo, è un bambino che deve comunque imparare a stare al mondo, per essere "vero", imparare a non credere a chi gli dà scorciatoie per il successo (andare a teatro e diventare attore, invece che studiare), non cedere alle tentazioni (andare al Paese dei balocchi), rispettare le promesse ecc. La sua disubbidienza porterà nei guai lui e suo padre, e per questo dovrà rimediare.

Poi, per essere la versione "edulcorata" della fiaba, aveva toni molto forti e grotteschi: terrificante la scena del bambino diventato ciuchino che supplica Postiglione di riportarlo a casa da sua madre, inquietanti gli uomini vestiti di nero e la trasformazione di Lucignolo. Per molti, lo stesso Postiglione era bello inquietante, a me non ha mai fatto paura, ma sono gusti, gli riconosco comunque di essere la rappresentazione dell'uomo adulto apparentemente buono come il pane che ti offre le caramelle, per poi rivelarsi l'orco malvagio delle fiabe, quando si dice "non accettare caramelle dagli sconosciuti".

I villain di questo film hanno una peculiarità, rispetto a quelli degli altri film Disney, non vengono mai puniti o sconfitti, rappresentano i vari mali del mondo. Quindi sul gatto e la volpe si potrebbe dire che sono dei normali furfanti, come ce ne sono a migliaia, idem Mangiafuoco, ma su Postiglione forse si può discutere se rappresenti veramente il male. Egli ha un qualcosa di effettivamente maligno che non si può giustificare con il semplice "ma tutti quelli che fanno quel mestiere fanno cosi", come nel caso di un proprietario di circhi (come in "Dumbo") o di un cacciatore o anche di due vagabondi come il gatto e la volpe. Interessante l'interpretazione della Wiki inglese: se è vero che punisce i bambini cattivi, che, diciamocela tutta, se la sono un po’ andata a cercare, lo vedi chiaramente come Postiglione sia sadico e non abbia pietà per chi è stato un po’ disubbidiente. Questo rende a tutti gli effetti "Pinocchio" il classico più geniale della sua epoca, insieme a "Fantasia"!

Un grandissimo capolavoro che ha tutto quello che un tempo era la magia disneyana.