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7.5/10
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In definitiva, un buon prodotto, ma non privo di difetti. Sinceramente mi aspettavo un po' di più da questa serie.
Il genere meisaku a me piace tantissimo e, avendo già visto diversi anime trattare di infanzie molto difficili, questo "Lovely Sara" così ben quotato ha in parte un po' deluso qualche aspettativa, che era alta, visti i voti su questo sito.

"Lovely Sara" è uno dei tanti prodotti del World Masterpiece Theater, tratto dal famoso romanzo "La piccola principessa" di Frances Hodgson Burnett, a cui si attiene scrupolosamente: infatti l'adattamento è molto fedele alla controparte cartacea, sono state aggiunte solo pochissime scene brevi e cambiato qualche nome: la bambola Priscilla nel libro è Emily; Margherita e Lalla nel libro sono Ermengarda e Lottie. Il personaggio di Peter, inizialmente cocchiere personale di Sara e poi carissimo amico, non esiste nel romanzo, e io l'ho trovato un'aggiunta azzeccata e piacevole: Peter dona il giusto distacco in un cast quasi interamente al femminile, ed è un personaggio genuino, solare, generoso, una presenza indispensabile e amica della nostra protagonista.
Il paragone con la fiaba di "Cenerentola" è inevitabile, le basi della storia si assomigliano tantissimo, ciò lo può far sembrare un po' banale all'inizio, e la fiaba viene infatti citata nell'anime.

In definitiva, la trama ruota tutta in una unica location, un collegio londinese dove la piccola Sara, figlia ricchissima ma molto umile, viene lasciata a studiare dall'amorevole e facoltoso padre; Sara è l'incarnazione del candore, della beltà e della gentilezza: nonostante all'inizio sia la più ricca dell'istituto, aiuta subito le ragazze più fragili, condivide tutto ciò che ha... finché il padre non muore di febbre tropicale in India, dove aveva investimenti in una miniera di diamanti, e lascia la figlia piena di debiti contratti dagli investimenti infruttuosi; da allora la bimba viene ripudiata dalla direttrice e per pietà lasciata a lavorare come domestica nell'istituto. Più che una domestica bisognerà dire che viene trattata come una schiava! Continuamente sgridata, punita e messa a digiuno dai domestici James e Molly, sempre bruschi e aggressivi.
Solo la domestica coetanea Becky diventerà, oltre che una collega, una grande amica, sempre complice, disposta ad aiutarla e supportarla, figlia di una famiglia talmente povera, da non gradirla a casa, poiché rappresenta solo una bocca in più da sfamare, mostrando la triste realtà del lavoro minorile molto diffuso tra i poveri nell'Ottocento.

I difetti maggiori di questo anime sono la passività e l'estremo buonismo della protagonista Sara. Nonostante venga continuamente umiliata, sgridata, punita, lei cede sempre remissiva, scusandosi, senza mai obbiettare, anche quando le condizioni sono palesemente ingiuste nei suoi confronti: ciò porta lo spettatore a infastidirsi a lungo andare, non è quasi umana questa ragazza che non reagisce mai alle angherie che per un motivo o l'altro la scaraventano con la dignità a pezzi sotto i piedi! È penoso e irritante in questo festival del dolore. Come fa poi a non covare un minimo di rabbia o rancore per nessuno per me è inconcepibile, direi quasi irrealistico.
Inoltre, un altro difetto di questo anime è l'allieva modello dell'istituto, Lavinia: incarnazione dell'invidia e della cattiveria, gelosa inizialmente della sua ricchezza, non avrà alcuna compassione per Sara, una volta diventata estremamente povera e sguattera, e non perderà mai occasione per umiliarla, deriderla, farla punire, farle tutto il male possibile. Mi sembrava incredibile che tanto sadismo non avesse mai fine!
Un personaggio che suscita nello spettatore una irritazione costante, e una gran voglia di darle un bel pugno in faccia, o un'educazione migliore, visto com'è viziata, vittima sicuramente anche del sistema che elogia le classi sociali più alte. Nel libro, va precisato, tutto questo accanimento contro Sara non c'è, i creatori di questo anime hanno esagerato con il personaggio di Lavinia, portando all'estremo tutti i suoi difetti e facendola diventare esasperatamente crudele e spietata. Ecco, qui magari avrei fatto un passo indietro e mi sarei attenuta più al romanzo originale, dove Lavinia è sì invidiosa, cinica, narcisista, ma dosata nel modo giusto.
Questo personaggio ha un finale nell'anime per me irrealistico, ne parlo dopo nel dettaglio nella sezione spoiler per chi ha già visto l'anime.

Un personaggio interessante per i suoi contrasti e il suo spessore è sicuramente Miss Minchi, direttrice dell'istituto, donna fredda, avida e calcolatrice, legata solo al denaro e alla reputazione del suo istituto, abile nel cambiare atteggiamento in un attimo in base alle condizioni economiche delle sue allieve, glaciale e punitiva con Sara, trattandola peggio di una serva e privandola di molte cose; va precisato che tante volte fa capire il suo punto di vista e, tirando le somme, nonostante sia molto severa, a volte non è così ingiusta nel prendere alcune decisioni legate all'istituto. A livelli di cattiveria e crudeltà per me Lavinia non si batte.

Il libro, così come l'anime, punta i riflettori su tante tematiche, una su tutte però: la gentilezza e tutti i suoi aspetti e benefici. Come scrive l'autrice a inizio libro (quando Sara era ancora una bimba ricca): "Becky provava sempre una grande gioia quando vedeva Sara la sera in camera sua, con o senza il dono di cose buone da mangiare. Se c'era tempo solo per poche parole, erano sempre cordiali e affettuose. Se poteva fermarsi a lungo, Sara le raccontava un pezzo di favola a cui ripensare quando era sdraiata a letto in soffitta. Sara, in realtà, faceva semplicemente ciò che le piaceva di più: era buona e generosa per natura. Se la Natura crea un benefattore, questi nasce con le mani e il cuore sempre aperti e disponibili. E anche se talvolta le mani sono vuote, il cuore è sempre pieno di doni da offrire: calore, gentilezza e dolcezza che portano sempre aiuto, conforto e allegria. E una bella risata, qualche volta, è il migliore degli aiuti. Becky, in tutta la sua breve, faticosa e povera vita, aveva avuto poche occasioni per ridere, e ora Sara la faceva ridere e nessuna delle due si rendeva conto che una risata in comune era "nutriente" quanto e più di un pasticcio di carne."

Attenzione: la parte seguente contiene spoiler

Il finale su Lavinia non mi è piaciuto per niente, perché irrealistico: per tutta la serie si diverte sadicamente senza sosta a tormentare, umiliare e insultare la protagonista, e nell'ultimo episodio accetta di convivere pacificamente con lei in collegio, abbandonando il passato, così all'improvviso? Un cambiamento troppo forzato e immediato. Sarebbe stato più realistico creare le condizioni perché Lavinia maturasse e lentamente cambiasse idea su Sara, diventandole spontaneamente amica.

Il finale dell'anime vede Sara, di nuovo ricca, ritornare ad essere allieva dell'istituto; nel romanzo, invece, Sara, nonostante l'invito a tornare di Miss Minchi (fatto più per avidità di denaro e per salvare la reputazione del collegio), decide di non tornare a scuola con e da lei, ripensando a come è stata trattata soprattutto da quella avida e gelida direttrice, nelle notti passate al freddo in soffitta con abiti logori, a volte bagnati e gelidi d'inverno, punita a digiuno, senza cibo per giorni... e io l'ho trovata una scelta giustissima. La volontà dei Giapponesi di far reinserire Sara in istituto, perdonando tutti i suoi carnefici, per me è stata una scelta un po' forzata.

Una nota la devo spendere per il personaggio di Peter, un ragazzino umile e davvero tanto generoso, che aiuterà sempre Sara; si capisce anche che ha un debole per lei, peccato che la cosa non venga mai approfondita. Alla fine della serie Sara promuove Becky come dama di compagnia e la porta con sé in India, togliendola da una condizione di miseria, ma io avrei portato anche Peter in viaggio a questo punto, perché a livelli di generosità, amicizia e solidarietà lui non è da meno di Becky. Un vero peccato non vedere la loro amicizia evolversi in qualcos'altro. E davvero un peccato che questo personaggio non sia mai esistito nel romanzo originale.

Fine parte contenente spoiler
L'animazione è buona, se si pensa a un prodotto del 1985; io ho visto l'edizione rimasterizzata, ma c'è il difetto dei colori troppo accesi, creando un effetto un po' artificioso. Ottimo il doppiaggio.

Insomma, è un anime molto buono, ma che poteva arrivare all'eccellenza con un miglioramento narrativo sui punti che citavo.
Consigliato a chi ama il genere meisaku, ma anche a chi vuol vedere una bella storia che parla di ingiustizie, differenze sociali ed economiche, infanzie sofferte e molto dolorose, ma con tanta sana amicizia e solidarietà.