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Sono cresciuta con "City Hunter" e il tratto di Tsukasa Hojo per me è ineguagliabile e nostalgico.
"City Hunter" ha segnato la mia adolescenza, "Cat's Eye" invece l'ho letto in età adulta, senza sapere quasi nulla della trama e devo dire che non mi ha particolarmente colpito.
Pubblicato nel 1981, questo manga è una pietra miliare giapponese.

Per chi ancora non conoscesse questa opera che ha fatto storia, le protagoniste sono tre ladre sorelle dal nome Cat's Eye, nella vita gestiscono un bar, di notte rubano prevalentemente quadri d'arte, poi si scoprirà appartenenti al pittore scomparso Michael Heintz, padre delle ragazze. Lo scopo dei furti è di trovare, attraverso gli indizi di alcuni quadri, il loro genitore mentre Toshio, fidanzato di una di loro e poliziotto, si intestardisce a volerle catturare a tutti i costi, ma la sua imbranataggine non farà che creare varie situazioni comiche; tuttavia Toshio è un uomo tutto d'un pezzo, coraggioso, timido, leale, molto tenero sentimentalmente, dolce e altruista: non si può non volergli bene.

La struttura narrativa si snoda in brevi episodi autoconclusivi per la maggior parte dell'opera e questo schema, specialmente quando a ogni furto delle "gatte" il poliziotto Toshio rimane a bocca asciutta, diventa a lungo andare un pò sfiancante e soprattutto prevedibile; Hojo ce la mette tutta per diversificare le tematiche e aggiungere momenti di amicizia tra il poliziotto e la sua brigata di colleghi e amici Hirano,Takeuchi e Asatani, creando spesso siparietti comici bilanciati con momenti di tenerezza tra lui e la sua fidanzata Hitomi, una delle tre ladre.

Una trama leggera dunque, creata per lo più per far sorridere, il difetto è che spesso si dimostra carente e poco credibile sulle tecniche di furto e fuga, spesso fantasiose al limite della realtà, per non parlare del fidanzamento tra Toshio e Hitomi: entrambi hanno 25 anni e scopriamo che i due non hanno mai fatto l'amore, e neanche si sono mai dati un bacio, nonostante stiano insieme da anni! Ma in che mondo vivono? Che sia stata una cosa normalissima in Giappone negli anni 80? Mah...

Tirando le somme la definirei, in generale, una trama un po' mediocre, anche se non mancano momenti dolci con una vena lieve poetica. A proposito di anni 80, per chi è nostalgico, qui viene mostrato un mondo che ormai non esiste più ma che è bellissimo e pieno di ricordi: i telefoni pubblici, le musicassette registrate, i vinili, il televisore a tubo catodico, il telefono a disco!

I disegni per me sono bellissimi, nonostante sia la prima opera pubblicata da Tsukasa Hojo, il suo tratto è preciso, dettagliato, abbastanza realistico e curato, non nego di aver provato tanta dolcezza e nostalgia che mi ha riportato alla memoria i tempi adolescenziali con "City Hunter", altro suo best seller uscito successivamente.
Tsukasa Hojo ha anche inserito deliziosi omaggi ai colleghi Akira Toriyama e Osamu Tezuka (Black Jack, nel volume 7), inoltre per chi conosce "City Hunter" ritroverà un personaggio chiave di quell'opera: Shin Kaibara, patrigno di Ryo Saeba, qui uno dei nemici delle "gatte", anche se solo per un capitolo. Non nego che leggendo questo manga spesso canticchiavo la canzone "Occhi di Gatto" della D'Avena diventato famoso negli anni '80 con l'anime storico.

La Planet Manga ne fece una Complete Edition di 15 volumi totali: la ritengo bellissima! Formato grande che permette di ammirare meglio i numerosi dettagli delle tavole, ottima qualità, tutte le pagine originariamente a colori sono state deliziosamente riproposte.

In definitiva un buon manga, ma non esente da difetti, se volete farvi un tuffo nei ricordi degli anni 80 con un'opera sicuramente iconica, una lettura leggera e spesso divertente, acquistatelo.