Recensione
Il mio matrimonio felice
4.0/10
Ho retto la serie fino all'episodio 19, uscito nel giorno di questa recensione. Da questo momento, è ufficiale: non ce la faccio più.
Ho iniziato questa serie perché sono sempre alla ricerca di anime e manga in cui i personaggi non impieghino un'eternità e mezza a dichiarare i propri sentimenti e mettersi insieme (la maledizione degli shojo, come mi piace chiamarla), e questa veniva raccomandata da tanta gente. Ma proprio non fa per me. Ho continuato a darle una possibilità più volte, fino a che semplicemente non mi ha stufato. Più avanti dirò qual è stato il colpo che ha spezzato la proverbiale schiena del cammello.
Intanto, però, devo dire che sono felice di vedere che non sono il solo a criticare questa serie. Ero convinto che tutti la osannassero e adorassero. Meglio così!
Cominciamo con l'elenco di tutto quello che non va nella serie.
Il titolo è "Il mio matrimonio felice", ma verrebbe da denunciarli per pubblicità fraudolenta. A parte che i personaggi non sono sposati (solo promessi, e sicuramente lo rimarranno fino alla fine della serie), ma di felice nella loro vita e nella storia in generale c'è veramente, ma veramente poco. Quasi tutte le puntate sono di una tristezza assurda, incentrate sull'ansia e i patimenti della protagonista, eterna infelice ed eterna emarginata in un mondo di cui non si sente parte e in cui tutti, tranne pochi buoni samaritani, la fanno sentire infelice ed emarginata. Per di più, la serie è per metà una soap opera sentimentale e per metà una serie d'azione soprannaturale con punte horror. Il che mi porta ad altre critiche che però riservo per dopo.
La protagonista è insopportabile. Non sono mai stato un fan delle protagoniste femminili timide e passive negli anime, soprattutto quelli romantici. Quei personaggi femminili privi di qualsiasi personalità che si limitano a farsi trascinare per tutta la serie dall'innamorato di turno, senza prendere mai decisioni che influenzino la storia, al di là del dire: "Voglio stare con lui!". Dopo diciannove episodi, Miyo continua ad essere la solita frignona passiva, silenziosa, priva di interessi e passioni che non siano "voglio essere una moglie di cui lui possa essere all'altezza". Letteralmente, le uniche azioni rilevanti che compie sono cucinare, pulire, e una volta salvare la vita del suo uomo. Gesto eroico quest'ultimo, ma che non serve certo ad affermarla come personaggio. Di fatto, il suo personaggio ruota tutto intorno ad essere una poveretta indifesa che il bell'uomo della situazione deve salvare e coccolare. Roba da film degli anni '50... io non sono un femminista (perlomeno non mi riconosco nella concezione moderna del movimento), ma non sono nemmeno un maschilista, e questa serie è di un maschilismo assurdo (ci tornerò più avanti), nonostante probabilmente sia stata scritta da una donna (che però palesemente punta a renderla appetibile per il pubblico maschile giapponese, che è fermo al Medioevo per quanto riguarda i ruoli di genere). Miyo ha veramente la personalità e lo spessore di un asciugamano, e sono stufo di vederla subire senza reagire. Aveva senso all'inizio della storia, ma dopo un po' diventa 'palloso'. La parte peggiore è stata durante la contesa tra il marito e il cugino, nel quale è rimasta per tutto il tempo in silenzio a lasciare che gli altri si scannassero per decidere il suo destino. In quel momento veniva veramente da prenderla a schiaffi. E pensare che solo qualche episodio prima ha resistito a delle torture indicibili da parte di matrigna e sorella, pur di non essere separata da lui... pure schizofrenica? Ah, e poi la sua voce in originale è terribile... sembra che abbia ingoiato una zanzara.
Come si dice, "Se Atene piange, Sparta non ride", in questo caso, se la protagonista femminile è un pezzo di cartone, il protagonista maschile non se la cava meglio. Non ho mai capito come fanno i personaggi come lui ad avere tanto successo tra il pubblico femminile. Al di là del salvarle la vita, inizialmente non le mostra alcuna gentilezza, se ne sta sempre lì con la solita espressione imbronciata e a malapena le rivolge una parola. L'unica nota positiva è che, effettivamente, con il passare della serie diventa più apertamente gentile e romantico, questo glielo concedo, il che lo pone al di sopra di altri personaggi della stessa categoria tipo Yamada-kun o Sasuke. Ma per il resto è esattamente come loro: il classico bishonen col look da duro che, per qualche motivo mistico, gli basta uno sguardo per ammaliare tutte le fanciulle, nonostante non rivolga loro più attenzioni che a un cane abbandonato per la strada. Oltretutto, come già detto prima, odio la dinamica "personaggio maschile forte - personaggio femminile debole e passivo". A me piacciono le storie d'amore basate su rapporti alla pari dove ci si sostiene a vicenda. Mi piacciono le power couple, non le Cenerentole col principe (azzurro o nero che sia).
Se c'è un trope narrativo che odio è quella dell'amico/a d'infanzia destinato a perdere, per far sembrare migliore l'interesse amoroso della storia. Koji è un gran bravo ragazzo, sicuramente più dolce, simpatico e piacevole come fidanzato, ma inevitabilmente rilegato a fare la figura del debole e patetico perdente, così che Kudo possa uscirne come il più 'figo dei fighi'. Un destino pietoso, mi irrita sempre quando ricorrono a questi espedienti narrativi.
Gli altri personaggi della storia non brillano di certo. A cominciare dagli antagonisti, che si dividono tra i famigliari che non approvano il matrimonio e gente che vuole rapire Miyo, perché si scopre che ha un super-potere rivoluzionario nascosto. La famiglia di lei, in particolare la sorellastra, è comicamente malvagia. Non riesco a prenderla sul serio, una roba tipo "Rimani sotto le scale, Harry Potter!". La madre di lui invece è da prendere a schiaffi, tra l'altro non si capisce come ha fatto un marito così dolce, gentile e perfetto in maniera stereotipata a sposare una così... altrettanto irritante è il cugino, che magicamente passa dall'essere una pallottola nelle chiappe all'essere un amico e alleato, e lo spettatore dovrebbe mandarlo giù tranquillamente... ma gli altri personaggi femminili della storia meritano una menzione a parte.
Come ho detto, questa serie è di un maschilismo tremendo (e lo dico io, che non sono manco un femminista), e lo evidenzia il fatto che l'unico personaggio femminile della serie veramente indipendente, positivo e autorealizzatosi, l'esempio di una donna libera e felice, è divorziata e sicuramente condannata a morire sola. Tra l'altro, ho appreso che nei romanzi la cosa è trattata anche peggio, perché viene evidenziato che lei non voleva divorziare, è stato suo marito a deciderlo per conto proprio, e viene sottolineato come la prende Miyo, ovvero che i sentimenti di una donna (compresi i suoi) non contano, se l'uomo la trova un fastidio, è finita. Come dire, il messaggio dell'autrice è che l'unico modo per avere un "matrimonio felice" è obbedire agli stereotipi tradizionali ed essere una mogliettina obbediente e passiva tutta cucina e pulizie. Anche perché l'unico altro personaggio femminile della serie forte e indipendente rimedia a sua volta una brutta fine. Proprio quest'ultima decisione mi ha portato ad abbandonare la serie, perché Jinnouchi fa il paio con Koji come personaggio che meritava di essere trattato molto meglio, invece di essere sacrificata alla necessità narrativa di far brillare i protagonisti.
Com'è che tutti si sono messi a dare la caccia a Miyo per il suo potere solo dopo che è andata a vivere con Kudo? Cosa avevano da fare durante tutti quegli anni in cui era sola e senza nessuno a difenderla? Cliché narrativo già visto (e che sicuramente si rivedrà), ma questo non lo rende meno forzato. Come il fatto che l'imperatore metta su uno schema assurdo per far fallire economicamente la famiglia Usuba solo perché temeva il potere di Miyo, se si fosse sposata con un membro del suo clan... ma dico, non era più semplice e sbrigativo ingaggiare un assassino a sopprimere la bimba? O fare come Danzo con il clan Uchiha in "Naruto"? No, eh?
Per una serie che si chiama "Il mio matrimonio felice" (al di là del fatto che, come già detto, di felice c'è ben poco, e di matrimonio nemmeno) passa un po' troppo tempo a correre dietro a scene d'azione da shonen/seinen, intrighi politici e casini soprannaturali. Non mi piacciono i mix di genere. Se è una storia d'amore, che sia una storia d'amore, se è una serie d'azione, che sia una storia d'azione.
L'unica cosa bella della serie sono i disegni. Le animazioni sono un po' povere, specie quelle delle scene d'azione, il che rende quest'ultime ancora più inutili e irritanti.
Ho iniziato questa serie perché sono sempre alla ricerca di anime e manga in cui i personaggi non impieghino un'eternità e mezza a dichiarare i propri sentimenti e mettersi insieme (la maledizione degli shojo, come mi piace chiamarla), e questa veniva raccomandata da tanta gente. Ma proprio non fa per me. Ho continuato a darle una possibilità più volte, fino a che semplicemente non mi ha stufato. Più avanti dirò qual è stato il colpo che ha spezzato la proverbiale schiena del cammello.
Intanto, però, devo dire che sono felice di vedere che non sono il solo a criticare questa serie. Ero convinto che tutti la osannassero e adorassero. Meglio così!
Cominciamo con l'elenco di tutto quello che non va nella serie.
Il titolo è "Il mio matrimonio felice", ma verrebbe da denunciarli per pubblicità fraudolenta. A parte che i personaggi non sono sposati (solo promessi, e sicuramente lo rimarranno fino alla fine della serie), ma di felice nella loro vita e nella storia in generale c'è veramente, ma veramente poco. Quasi tutte le puntate sono di una tristezza assurda, incentrate sull'ansia e i patimenti della protagonista, eterna infelice ed eterna emarginata in un mondo di cui non si sente parte e in cui tutti, tranne pochi buoni samaritani, la fanno sentire infelice ed emarginata. Per di più, la serie è per metà una soap opera sentimentale e per metà una serie d'azione soprannaturale con punte horror. Il che mi porta ad altre critiche che però riservo per dopo.
La protagonista è insopportabile. Non sono mai stato un fan delle protagoniste femminili timide e passive negli anime, soprattutto quelli romantici. Quei personaggi femminili privi di qualsiasi personalità che si limitano a farsi trascinare per tutta la serie dall'innamorato di turno, senza prendere mai decisioni che influenzino la storia, al di là del dire: "Voglio stare con lui!". Dopo diciannove episodi, Miyo continua ad essere la solita frignona passiva, silenziosa, priva di interessi e passioni che non siano "voglio essere una moglie di cui lui possa essere all'altezza". Letteralmente, le uniche azioni rilevanti che compie sono cucinare, pulire, e una volta salvare la vita del suo uomo. Gesto eroico quest'ultimo, ma che non serve certo ad affermarla come personaggio. Di fatto, il suo personaggio ruota tutto intorno ad essere una poveretta indifesa che il bell'uomo della situazione deve salvare e coccolare. Roba da film degli anni '50... io non sono un femminista (perlomeno non mi riconosco nella concezione moderna del movimento), ma non sono nemmeno un maschilista, e questa serie è di un maschilismo assurdo (ci tornerò più avanti), nonostante probabilmente sia stata scritta da una donna (che però palesemente punta a renderla appetibile per il pubblico maschile giapponese, che è fermo al Medioevo per quanto riguarda i ruoli di genere). Miyo ha veramente la personalità e lo spessore di un asciugamano, e sono stufo di vederla subire senza reagire. Aveva senso all'inizio della storia, ma dopo un po' diventa 'palloso'. La parte peggiore è stata durante la contesa tra il marito e il cugino, nel quale è rimasta per tutto il tempo in silenzio a lasciare che gli altri si scannassero per decidere il suo destino. In quel momento veniva veramente da prenderla a schiaffi. E pensare che solo qualche episodio prima ha resistito a delle torture indicibili da parte di matrigna e sorella, pur di non essere separata da lui... pure schizofrenica? Ah, e poi la sua voce in originale è terribile... sembra che abbia ingoiato una zanzara.
Come si dice, "Se Atene piange, Sparta non ride", in questo caso, se la protagonista femminile è un pezzo di cartone, il protagonista maschile non se la cava meglio. Non ho mai capito come fanno i personaggi come lui ad avere tanto successo tra il pubblico femminile. Al di là del salvarle la vita, inizialmente non le mostra alcuna gentilezza, se ne sta sempre lì con la solita espressione imbronciata e a malapena le rivolge una parola. L'unica nota positiva è che, effettivamente, con il passare della serie diventa più apertamente gentile e romantico, questo glielo concedo, il che lo pone al di sopra di altri personaggi della stessa categoria tipo Yamada-kun o Sasuke. Ma per il resto è esattamente come loro: il classico bishonen col look da duro che, per qualche motivo mistico, gli basta uno sguardo per ammaliare tutte le fanciulle, nonostante non rivolga loro più attenzioni che a un cane abbandonato per la strada. Oltretutto, come già detto prima, odio la dinamica "personaggio maschile forte - personaggio femminile debole e passivo". A me piacciono le storie d'amore basate su rapporti alla pari dove ci si sostiene a vicenda. Mi piacciono le power couple, non le Cenerentole col principe (azzurro o nero che sia).
Se c'è un trope narrativo che odio è quella dell'amico/a d'infanzia destinato a perdere, per far sembrare migliore l'interesse amoroso della storia. Koji è un gran bravo ragazzo, sicuramente più dolce, simpatico e piacevole come fidanzato, ma inevitabilmente rilegato a fare la figura del debole e patetico perdente, così che Kudo possa uscirne come il più 'figo dei fighi'. Un destino pietoso, mi irrita sempre quando ricorrono a questi espedienti narrativi.
Gli altri personaggi della storia non brillano di certo. A cominciare dagli antagonisti, che si dividono tra i famigliari che non approvano il matrimonio e gente che vuole rapire Miyo, perché si scopre che ha un super-potere rivoluzionario nascosto. La famiglia di lei, in particolare la sorellastra, è comicamente malvagia. Non riesco a prenderla sul serio, una roba tipo "Rimani sotto le scale, Harry Potter!". La madre di lui invece è da prendere a schiaffi, tra l'altro non si capisce come ha fatto un marito così dolce, gentile e perfetto in maniera stereotipata a sposare una così... altrettanto irritante è il cugino, che magicamente passa dall'essere una pallottola nelle chiappe all'essere un amico e alleato, e lo spettatore dovrebbe mandarlo giù tranquillamente... ma gli altri personaggi femminili della storia meritano una menzione a parte.
Come ho detto, questa serie è di un maschilismo tremendo (e lo dico io, che non sono manco un femminista), e lo evidenzia il fatto che l'unico personaggio femminile della serie veramente indipendente, positivo e autorealizzatosi, l'esempio di una donna libera e felice, è divorziata e sicuramente condannata a morire sola. Tra l'altro, ho appreso che nei romanzi la cosa è trattata anche peggio, perché viene evidenziato che lei non voleva divorziare, è stato suo marito a deciderlo per conto proprio, e viene sottolineato come la prende Miyo, ovvero che i sentimenti di una donna (compresi i suoi) non contano, se l'uomo la trova un fastidio, è finita. Come dire, il messaggio dell'autrice è che l'unico modo per avere un "matrimonio felice" è obbedire agli stereotipi tradizionali ed essere una mogliettina obbediente e passiva tutta cucina e pulizie. Anche perché l'unico altro personaggio femminile della serie forte e indipendente rimedia a sua volta una brutta fine. Proprio quest'ultima decisione mi ha portato ad abbandonare la serie, perché Jinnouchi fa il paio con Koji come personaggio che meritava di essere trattato molto meglio, invece di essere sacrificata alla necessità narrativa di far brillare i protagonisti.
Com'è che tutti si sono messi a dare la caccia a Miyo per il suo potere solo dopo che è andata a vivere con Kudo? Cosa avevano da fare durante tutti quegli anni in cui era sola e senza nessuno a difenderla? Cliché narrativo già visto (e che sicuramente si rivedrà), ma questo non lo rende meno forzato. Come il fatto che l'imperatore metta su uno schema assurdo per far fallire economicamente la famiglia Usuba solo perché temeva il potere di Miyo, se si fosse sposata con un membro del suo clan... ma dico, non era più semplice e sbrigativo ingaggiare un assassino a sopprimere la bimba? O fare come Danzo con il clan Uchiha in "Naruto"? No, eh?
Per una serie che si chiama "Il mio matrimonio felice" (al di là del fatto che, come già detto, di felice c'è ben poco, e di matrimonio nemmeno) passa un po' troppo tempo a correre dietro a scene d'azione da shonen/seinen, intrighi politici e casini soprannaturali. Non mi piacciono i mix di genere. Se è una storia d'amore, che sia una storia d'amore, se è una serie d'azione, che sia una storia d'azione.
L'unica cosa bella della serie sono i disegni. Le animazioni sono un po' povere, specie quelle delle scene d'azione, il che rende quest'ultime ancora più inutili e irritanti.
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