Recensione
I colori dell'anima
7.0/10
Uscito dal cinema poche ore fa, giusto il tempo di mettere insieme i pensieri a caldissimo. Sono un grande fan dei lavori di Naoko Yamada, quindi aspettative molto alte.
Non ho letto recensioni, visto trailer, solo spilluzzicato qualcosa sulla trama, sapendo che la musica avrebbe avuto un ruolo centrale.
L'opera è originale, e si sente e si vede. A malincuore aggiungo un "purtroppo", perché la sceneggiatura è poco arricchita, la costruzione dei personaggi è labile. Comparto tecnico di altissima qualità, quello sonoro oltre l'eccellenza, Kensuke Ushio non lo scopriamo oggi, e il suo sodalizio artistico con la Yamada è sempre una benedizione.
Il film è leggero nello spirito e nelle tematiche, il che non è un male a priori. Immagino molti userebbero l'aggettivo "lento" in senso leggermente negativo. Il problema è nella trama, manca quel mordente, una scena chiave, una rottura.
L'impressione è che abbiano immaginato l'opera tutta attorno alle scene musicali (eccellenti), non avendo però cura o ispirazione per riempire il tutto.
Personaggi: Totsuko è la più delineata del cast, un po' monodimensionale, nella sua marcata fanciullezza ricca di ingenuità, ma mi ha ispirato simpatia. Gli altri due più eterei, impalpabili, poco sviluppati. Si sente quella mancanza di drama.
Doppiaggio: sbuffo... Prima di giudicare definitivamente il lavoro (sempre professionale) dei doppiatori, lo riguarderò sottotitolato, altrimenti non c'è reale confronto. Tuttavia l'adattamento mi ha parecchio irritato, con scelte linguistiche, dialoghi affettati, al limite dell'irrealismo, parole che fluivano come se avessero addosso il peso del mondo, quando immagino in originale siano concetti lineari, con vocaboli comuni, seppur intimi ed ispirati. Lui, il ragazzo, più che giovane sensibile come immagino sia nelle intenzioni degli autori, mi pareva bisognoso di un disturbo da diagnosticare...
Concludendo do 7 (meno-meno), positivi la regia (lei è una fuoriclasse), la qualità tecnica, il sonoro, e la colonna sonora originale e non (piazzare una versione di Born Slippy degli Underworld è un colpo basso per un ex teenager degli anni 90, e poi quei richiami sonori agli '80, new wave in testa... tanta roba). Avrebbe potuto essere qualcosa in più. Mi riservo comunque almeno un'altra visione in lingua originale, per ribaltare il risultato come un borghese qualsiasi.
Non ho letto recensioni, visto trailer, solo spilluzzicato qualcosa sulla trama, sapendo che la musica avrebbe avuto un ruolo centrale.
L'opera è originale, e si sente e si vede. A malincuore aggiungo un "purtroppo", perché la sceneggiatura è poco arricchita, la costruzione dei personaggi è labile. Comparto tecnico di altissima qualità, quello sonoro oltre l'eccellenza, Kensuke Ushio non lo scopriamo oggi, e il suo sodalizio artistico con la Yamada è sempre una benedizione.
Il film è leggero nello spirito e nelle tematiche, il che non è un male a priori. Immagino molti userebbero l'aggettivo "lento" in senso leggermente negativo. Il problema è nella trama, manca quel mordente, una scena chiave, una rottura.
L'impressione è che abbiano immaginato l'opera tutta attorno alle scene musicali (eccellenti), non avendo però cura o ispirazione per riempire il tutto.
Personaggi: Totsuko è la più delineata del cast, un po' monodimensionale, nella sua marcata fanciullezza ricca di ingenuità, ma mi ha ispirato simpatia. Gli altri due più eterei, impalpabili, poco sviluppati. Si sente quella mancanza di drama.
Doppiaggio: sbuffo... Prima di giudicare definitivamente il lavoro (sempre professionale) dei doppiatori, lo riguarderò sottotitolato, altrimenti non c'è reale confronto. Tuttavia l'adattamento mi ha parecchio irritato, con scelte linguistiche, dialoghi affettati, al limite dell'irrealismo, parole che fluivano come se avessero addosso il peso del mondo, quando immagino in originale siano concetti lineari, con vocaboli comuni, seppur intimi ed ispirati. Lui, il ragazzo, più che giovane sensibile come immagino sia nelle intenzioni degli autori, mi pareva bisognoso di un disturbo da diagnosticare...
Concludendo do 7 (meno-meno), positivi la regia (lei è una fuoriclasse), la qualità tecnica, il sonoro, e la colonna sonora originale e non (piazzare una versione di Born Slippy degli Underworld è un colpo basso per un ex teenager degli anni 90, e poi quei richiami sonori agli '80, new wave in testa... tanta roba). Avrebbe potuto essere qualcosa in più. Mi riservo comunque almeno un'altra visione in lingua originale, per ribaltare il risultato come un borghese qualsiasi.
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