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7.0/10
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Leggendo tutte le varie recensioni che precedono questa mia devo dire che ricorre pressoché regolarmente l'annotazione della non del tutto soddisfacente trasposizione del manga nell'anime, e questo devo dire, ricalca ciò che generalmente avviene quando, dopo aver letto e apprezzato un libro, se ne vede la sua versione cinematografica, rimanendone straniati e più o meno delusi nella quasi totalità dei casi. Ora, io non ho affatto letto il manga ed ho moltissimo apprezzato (pare che la cosa possa dunque essere conseguenziale) l'anime ma... c'è un grosso ma, che risale alla fase finale della trama (nell'anime) e che forse si lega fortemente al modo estetico in cui è resa (ma anche ad un senso di micidiale forzatura narrativa) e che racchiude il non-epilogo dell'anime, il tutto tralasciando le congruenze o meno col manga che qui non interessano. Si tratta della straziante, inesorabile e spiazzante cesura nella narrazione che si consuma negli ultimi due episodi e che ha l'effetto di separarli drasticamente dal resto delle puntate. In tutto il corso della storia si assiste ad una coinvolgente, ben strutturata e solida evoluzione della vicenda dove l'escalation emotiva, l'esuberanza soggiogante e incantatoria dei singoli caratteri dei personaggi, tutti epicamente interrelati e solidi, "fantasticamente" umani, volge a tratteggiare una tenzone e una tensione medioeval-fantasy prodiga di entusiasmi crescenti e di suggestioni psicologiche che inducono a sentimenti partecipativi verso i personaggi-chiave e la storia che li investe; e poi? Improvvisamente la magica ed ipnotizzante linearità della trama si infrange clamorosamente sul duro ed improvviso (sin troppo!) monolite indigesto dell'horror onirico e grottesco, in una deriva surreale che non è più il fantasy genuino e denso sin lì goduto, ma una macabra e deprimente distorsione spazio-temporale della vicenda che lascia un senso di scioccante tradimento e di sconcertante confusione che per nulla riesce ad imparentarsi col quel segno narrativo che ci aveva condotti per mano per tutto l'anime. Si viene tradotti, con soverchi strattoni e senza complimenti, dal versante psicologico-eroico a quello para-psichiatrico snervante e agghiacciante, senza un'ombra alcuna di plausibilità, come se si subisse inopinatamente un meccanico e sventato disorientamento senza motivo, come se dovesse spuntare da qualche parte qualcuno che sta per dirti che sei stato su una gradevole candid camera e fin lì ti è andata bene, ma ora sono cavoli tuoi.
A questo punto anche la violenza ed il gore che pure contraddistinguono tutto il lavoro, divengono stranamente gratuite, forzate, slegate dalla normalità della battaglia fatta di armi bianche che amputano e squartano e ricondotte a cause che non si capiscono più e che non si riesce proprio a confidenzializzare con le sensazioni totalmente diverse che la storia aveva prima alimentato con efficacia e compiutezza. E' come se, di punto in bianco, si venisse catapultati in una versione accentuatamente ossessiva ed angosciosa di quell'incubo, già di suo claustrofobico e circolare, incarnato dal film "The Wall" dei Pink Floyd, il tutto però provenendo, o sentendo di provenire, dalla visione, tutt'al più, di un' accezione "metallara" e meno rassicurante, che ne so, del "Signore degli anelli" o simili, ed è evidente che così non può esservi omogeneità di impressioni, di emozioni e ci si sente, lo ripeto, molto traditi, sgradevolmente e brutalmente spiazzati, molto ma molto di più che non dal semplice fatto - certo non marginale - che non vi è un finale. Era meglio che, sospeso per sospeso, tutto si interrompesse due episodi prima. Sarebbe rimasta intatta l'immaginificità epica del plot così sapientemente costruita e resa per tutto l'arco dell'anime ed un bel 9 lo avrei dato senza esitazioni. Rimane invece una voglia indispettita di dissentire e, soprattutto, l'urgenza di riprendersi da un incubo infernale e sconnesso che sembra una sberla ricevuta senza un perché, dopo tante premesse ben altrimenti ammalianti ma, soprattutto,di ben altra ispirazione e appartenenza stilistica.
A volte, con la fissa di dover stupire con gli effetti ultra-speciali, si sbraca. Anche a costo di allontanarsi del tutto e definitivamente dal manga, si poteva dare un altro esito, e perciò anche una coesione, come dire, di nuovo conio all'anime, magari concependo così un vero finale e dichiarando ufficialmente l'opera solo ispirata al fumetto, ma essenzialmente vivente di vita propria. Sarebbe stato meglio così e, soprattutto, meglio... di così!