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    operazione che mi lascia perplesso, al limite del mediocre. Sarà anche un prodotto breve e di nessuna pretesa aulica, tuttavia mi domando la genesi di abbinamenti, che presi nel loro singolo elemento appaiono francamente inconsistenti.
    Il sottofondo musicale è, parer mio, al limite della sopportabilità. La scelta della voce e il modo in cui è stata trattata sono in antitesi rispetto alla potenziale solennità e malinconia della canzone, toni lagn1 [ continua a leggere]
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    Pregevolissima poesia, un delicato brindisi alla memoria come alcova della vita. Un anziano uomo che serenamente fa un bilancio dei suoi ricordi, inesorabilmente passati come inondati da una marea ruminante, ma che stenta a sprofondare. Seppur non si vede, mattone su mattone edifichiamo un inno all'esistenza, che nell'innalzarsi rimane costruita sulle fondamenta dell'esperienza.
    E' questa la stupenda metafora visiva e sonora che ci viene propost1 [ continua a leggere]

    8.0/10
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    Amante delle sperimentazioni, non posso sottrarmi da recensire un'amalgama cosi' particolareggiata, un'efficace miscela dove ogni singolo elemento mantiene inalterata la sua identità.
    Si presenta con una "finta" opening, ironicamente trash e in totale controtendenza rispetto all'eticità, visiva e sonora, solitamente associata al culto dei samurai. Colori un po' troppo scuri, e chiari che non riescono a risaltare, mentre l'audio e' perfetto nel s1 [ continua a leggere]

    6.0/10
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    OAV anomalo, forse evitabile. Una possibile sperimentazione finita male e gestita con eccessiva languidezza, un OAV che non cerca lode.
    I presupposti ci sono, un mondo tra alchimia e futuro dove Agarta, Divoratrice di Draghi, combatte nella ricerca della sua memoria contro creature epiche, spinta da un irrefrenabile senso di predestinazione.
    Impressionante l'impatto iniziale, originalissima scelta grafica che ben presto urta con incoerenza; asse1 [ continua a leggere]

    8.0/10
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    Monumentale mausoleo artistico, impossibile da interpretare in maniera univoca, ma che per la sua breve durata va assolutamente visto.
    Nei corti a carattere sperimentale solitamente bisogna scindere, senza slacciare in maniera netta, la resa tecnica dalla funzione narrativa, chiaramente surreale e suggestiva. Un'efebea figura immersa in uno spettrale grigiore, un cono di luce cosciente lacera (ma timidamente) il polveroso buio di un archivio. Bi1 [ continua a leggere]
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    Merce d'intrattenimento non in senso lato, dove l'impalcatura narrativa sembra una pura scusa per propinare, o concedere con delizia a seconda dei gusti, litri di sangue e massacri. Hellsing non disturba per una serie di motivi: in primo luogo la qualità tecnica non e' insufficiente alla tipologia, in secondo luogo e' coerente con cio' che si propone. Un OAV di azione non avaro di azione, e non e' poco oggigiorno. Tuttavia presupposti di eccelle1 [ continua a leggere]
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    Un Bildungroman animato, una delicata metafora del cambiamento interiore e della crescita affrontato con la piu' sublime poesia dell'animazione.
    Tempo or sono, fui particolarmente colpito dalla delicatezza visiva che Miyazaki offre allo spettatore, sia per l'attenzione al dettaglio, sia per la scelta dei colori (anche fondali scuri si vivacizzano con le esplosioni piu' inattese), nonche' per la maestose qualità del disegno, in antitesi rispett1 [ continua a leggere]
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    Un caleidoscopio, bello a vedersi ma con ben poca sostanza. Quando ci si occupa di riproporre un cult si devono curare due aspetti, quello tecnico e quello narrativo; quello tecnico e' stato sicuramente gestito in maniera ottimale, sia per i disegni/animazioni/fondali/colori etc, sia per il doppiaggio italiano. Tuttavia e' riduttivo destinare l'opera ai fan accaniti, trascurando la caratterizzazione e scadendo in stereotipi beceri; visione manic1 [ continua a leggere]
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    Anime complesso, andrebbe contestualizzato.
    Il problema di questo prodotto e' la sua genesi, cioè un idea organica con un impianto narrativo dalle ottime potenzialità, gestito in maniera esemplare in senso negativo.
    Sarà forse di parte, ma come la prima serie (per la quale il mio parere e' identico) sono rimasto affascinato dalla mole di elementi proposti e dalla capacità d'interpretarli. Purtroppo, a mio avviso, rimarrà negli annali delle opere1 [ continua a leggere]