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    L'ultima fatica di Asano sembra sia passata quasi inosservata. A quasi un anno dall'arrivo dell'ultimo volume (siamo nell'estate del 2023) non si trovano recensioni, non si trovano pareri né tra gli italiani, ma neanche tra gli anglofoni. Solo Reddit pare leggermente attivo sull'argomento. Eppure "Dead Dead Demon's Dededededestruction" (DDDD) è una delle sue più belle opere. Il problema di Asano si chiama "Oyasumi, Punpun", il suo opus magnum ch1 [ continua a leggere]

    8.0/10
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    Un'opera nata ben venti anni fa e sopravvissuta alle intemperie editoriali di un mondo, quello nipponico, in forte modificazione a livello di gusti ed andamenti artistici (aver cambiato tre riviste nel corso della propria vita ed esser rimasti ancora sulla cresta dell'onda è, comunque, notevole), "Dorohedoro" spicca non solo per la caparbietà nel sopravvivere, ma anche per la peculiarità.
    Seinen di rara fattura, "Dorohedoro" non è altro che la t1 [ continua a leggere]

    7.5/10
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    Happiness è il Garden di un Furuya oramai affermatosi. Di nuovo storie brevi, per la seconda volta, ma con la percezione che qualcosa si è perso per strada. Il precedente Litchi Hikari Club presentava un tema crudo e violento, ma con una sperimentazione minore e un impatto minore rispetto al Furuya di dieci anni prima. In modo simile, i 9 slice-of-life di Happiness scivolan via in modo molto tranquillo. Troppo tranquillo, parlando di Furuya. Le1 [ continua a leggere]
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    "Litchi hikari club" è la stella del mattino di Furuya così come l'Hikari club è la stella del mattino di Keikou.
    Dopo alcune opere dalla dubbia valenza, quali "Pi" e "51 modi per salvarla", Furuya nel 2006 (e successivamente nel prologo del 2011) torna, difatti, a scrivere qualcosa di prepotentemente incisivo. Nello stesso incisivo modo questo circolo privato si scaglia nei tenebrosi ed atri cieli di Keikou, la città fuliginosa e industriale c1 [ continua a leggere]

    5.0/10
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    Opera di scarso-medio rilievo di Furuya, che incredibilmente cala di livello dopo i suoi immensi capolavori precedenti.
    Pur essendo ispirato al coevo film "Jisatsu Circle" del famoso Shion Sono, della profondità di questultimo non mantiene quasi alcunché. Il film di Sono ha inciso le menti di coloro che l'han guardato per il suo parossismo nella critica alla società dei consumi che porta al distaccamento da sé. Più peculiare che oscuro, più sper1 [ continua a leggere]
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    La capacità espressiva di Furuya, in un qualche modo ingabbiata dalle storie brevi e dagli yonkoma a cui si è sempre dedicato prima del 2000-01 - ma tanto sovrabbondante da trapelare con sfarzo -, viene per la prima volta scatenata nelle ~500 pagine di Marie, una delle sue opere più belle.
    Marie ha tutto ciò che si può desiderare: un tratto delicato e orientale nelle fattezze, ma pulito e molto dettagliato con una profonda introspezione antropol1 [ continua a leggere]

    9.0/10
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    Pubblicato nel 2000, Plastic Girl fa parte dei primi lavori di Furuya e, sebbene sia sorprendentemente breve (meno di 50 pagg.), è di grande interesse e profondità.
    "Plastic Girl" è, sostanzialmente, l'amara descrizione della pubertà. Impostato come biografia di una giovane ragazza, risulta innovativo in particolare per il modo in cui le pagine sono impostate. Le pagine, con cornici sempre variabili, paiono estratti del diario personale della g1 [ continua a leggere]

    8.5/10
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    "Garden" (aprile 2000) è la prima vera raccolta di storie fumettistiche di Furuya, che prima di questo momento aveva pubblicato in volume solamente sketch ironici e sperimentali a quattro o a nove cornici. Le storie qui presentate sono state proposte al pubblico in un periodo che va dal dicembre 1996 al gennaio 2000 tramite riviste underground giapponesi quali Comic Cue, Manga Erotics e Garo.
    Per quanto il titolo tragga origine dalla prima nove1 [ continua a leggere]

    8.5/10
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    I due volumi di "Short cuts" (1998) sono la traslazione della tecnica e della sagacia di "Palepoli" (1996) in un ambito meno di nicchia, più per la massa - ma ci sarebbe da ridire al riguardo. "Short cuts", infatti, presenta anch'esso scenette (all'incirca 200), ma questa volta non a 4, ma a 9 cornici. Dopo un'adolescenza passata a studiare arte, dopo un intermezzo di butou, dopo un po' di anni passati nell'underground giapponese di Garo, Furuya1 [ continua a leggere]

    7.5/10
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    Una delle prime opere pubblicate da Furuya, Palepoli (il cui nome potrebbe essere ispirato dall'omonimo e famoso disco di rock progressivo?) rappresenta il massimo della sperimentazione. Furuya si diletta a giocare con le trame, facendo ritornare personaggi e filoni e variegando il suo prodotto in modo notevole; gioca con le tecniche di disegno, con la prospettiva, con il lettore stesso, rompendo la quarta parete spesso e volentieri. Spesso non-1 [ continua a leggere]
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    Opera di medio calibro di Hiroaki Samura, che decide di ritornare - dopo L'Immortale e La carrozza di Bloodharley - su un tema in cui l'ambientazione storica ha la meglio. Un fumetto non sperimentale, la cui trama indugia su un evento di cui si è parlato molto e si è detto di tutto e di più. La Rivoluzione russa del '17, le stragi conseguenti, l'instaurazione della dittatura dei soviet e successivamente staliniana si sentono, comunque sia, mera1 [ continua a leggere]

    8.5/10
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    Chi ha letto "Aku no hana" (2009-14) non potrà non apprezzare questa nuova opera di Oshimi (2012-16), sia per il tratto, oramai maturo e delicato, non eccessivamente dettagliato, ma molto lavorato (l'uso dei retini è quasi nullo), sia per la storia. Che siano dei topoi a cui l'autore tiene abbastanza o che sia stato ispirato ed influenzato dalla sua stessa creatura ("Aku no hana", così di successo e così prepotentemente entrata nell'interesse co1 [ continua a leggere]