Recensione
Heidi
10.0/10
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
"Heidi": credo che sia nota tutti in Italia la storia di quest'anime, tratta da un romanzo di Johanna Spyri: una bambina svizzera, rimasta orfana dei genitori, all'età di cinque anni viene affidata dalla zia Dete alle cure di suo nonno, il Vecchio dell'Alpe, un uomo burbero e solitario, "incapace di allevare una bambina", secondo le parole dei paesani. Ma Dete non ha scelta: deve lasciare la Svizzera per la città di Francoforte dove ha trovato un lavoro, e Heidi non ha altri parenti, se non il nonno.
Sorprendentemente Heidi trascorre mesi di gioia là in montagna, non solo conoscendo persone con le quali stringe un forte legame affettivo come Peter il pastorello e sua nonna, ma riesce anche a cambiare il carattere del Vecchio che riversa sulla bambina tutta la sua dolcezza e amore. Quasi un racconto utopico può sembrare la prima parte della storia: ma ecco, passati tre anni Dete ritorna dalla grande città. E' venuta a conoscenza della famiglia Sasemann, la famiglia più ricca di Francoforte, che cerca una dama di compagnia per la rampolla Clara. La ragazzina fu colpita alla nascita da poliomelite e quindi costretta sulla sedia a rotelle. Dete ritiene che Heidi sia la persona adatta, nonostante di quattro anni più giovane di Clara e senza istruzione, e quindi con l'inganno la porta con sé in città affidandola alla signora Rottermeier, l'arcigna governante.
Nonostante Heidi in città possa avere ciò che vuole, si ammala ben presto di nostalgia, nonostante la simpatia e la bontà di Clara e i suoi parenti; per questo viene immediatamente rispedita in montagna, perché si riprenda, con la promessa che un giorno Clara venga a farle visita.
E la promessa si tramuta in realtà: non solo Clara raggiunge la sua amica, ma riesce anche a guarire e tornare a camminare.
Ciò che colpisce immediatamente lo spettatore è la straordinaria caratterizzazione e umanità dei personaggi: spicca in primo piano il personaggio della pastorella. Il grande Takhata riesce a creare l'immagine di una bambina a tutti gli effetti: allegra, gioiosa, esuberante come solo i bambini sanno essere. Ciò nonostante anche gli altri personaggi non sono solo "umani" perché dotati di corpo e voce; in loro c'è anche l'anime. Elemento che apprezzo moltissimo è il fatto che non ci sia una linea netta tra buoni e cattivi: ognuno porta con sé pregi e difetti. Certo, un bambino ovviamente intravede solo la parte predominante: Clara è buona, il nonno è buono, Dete e Rottermeier cattivi. Ebbene, personalmente ritengo che in tutti ci siano lati positivi e negativi: il nonno, tanto per citarne uno, è sicuramente un uomo amorevole e dolce nei confronti della tenera nipotina, ma altrettanto commette violenza negandole il diritto all'istruzione. Clara è un'ottima amica ma altrettanto egoista mettendo in primo piano i propri interessi rispetto i sentimenti di Heidi. La signora Rottermeier apparentemente può sembrare la tipica cattiva disneyana, quindi crudele, insensibile, diciamo pure cattiva; cela in realtà grande sentimento di apprensione e di affetto verso Clara, e questo le impedisce di essere condannata immediatamente.
Menzione speciale mi viene da fare nei confronti del personaggio della zia: sono certo che tutti l'abbiamo odiata per quello che ha fatto. Io personalmente ora come ora non riesco più a detestarla. Trovo infatti idoneo assegnarle due importanti giustificazioni: Dete, a differenza nostra, non ha mai appreso come trascorresse la vita Heidi sui monti, ed era rimasta ferma al pregiudizio del paese secondo il quale il Vecchio è un uomo cattivo e burbero. E se Dete avesse immaginato Heidi infelice sulle Alpi? Può anche essere che considerasse la sua azione "salvifica" verso la piccola. E inoltre portando Heidi a Francoforte le dà il diritto all'istruzione. Certo è criticabile il suo atteggiamento brusco, e la mancanza di tatto, il suo fraintendimento dei pianti di Heidi di nostalgia per capricci, ma non per questo pure lei dev'essere così odiata.
Altro importante elemento è il rovesciamento. Nelle fiabe apprendiamo di Cenerentola che, infelice della sua condizione di povertà, si riscatta e ottiene la felicità quando sposa il principe, diventa principessa e inizia una vita nel lusso.
In "Heidi" questo non avviene. La vita sulle Alpi appare dura, faticosa e sfocia spesso in situazioni degradanti (ne è un esempio la situazione di Peter, che non può permettersi roba da mangiare, e vive in una catapecchia traballante). A essa è ovviamente contrapposta la vita di Clara a Francoforte: grandi case, domestici, cibo a volontà, tanti vestiti e giocattoli. Eppure paradossalmente sono Heidi e Peter a essere felici, liberi di correre in grandi spazi aperti, in un luogo fresco, mangiare cibi sani, fare ciò che si vuole . Questa "libertà" è contrapposta alla "prigionia" di città; prigionia intesa non solo in senso fisico, visto che Heidi e Clara non possono mai uscire di casa, ma prigionia nel seguire dovute regole, avere tale atteggiamento.
In conclusione: ritengo "Heidi" un vero e proprio capolavoro d'animazione. 10 per me è perfezione, e "Heidi" purtroppo non è interamente perfetto: le animazioni del grande Miyazaki, seppur ben fatte, risentono dello scorrere del tempo; ma troppo grandi le emozioni che è in grado di procurarmi, talmente grandi da cancellare questo dettaglio. 10.
"Heidi": credo che sia nota tutti in Italia la storia di quest'anime, tratta da un romanzo di Johanna Spyri: una bambina svizzera, rimasta orfana dei genitori, all'età di cinque anni viene affidata dalla zia Dete alle cure di suo nonno, il Vecchio dell'Alpe, un uomo burbero e solitario, "incapace di allevare una bambina", secondo le parole dei paesani. Ma Dete non ha scelta: deve lasciare la Svizzera per la città di Francoforte dove ha trovato un lavoro, e Heidi non ha altri parenti, se non il nonno.
Sorprendentemente Heidi trascorre mesi di gioia là in montagna, non solo conoscendo persone con le quali stringe un forte legame affettivo come Peter il pastorello e sua nonna, ma riesce anche a cambiare il carattere del Vecchio che riversa sulla bambina tutta la sua dolcezza e amore. Quasi un racconto utopico può sembrare la prima parte della storia: ma ecco, passati tre anni Dete ritorna dalla grande città. E' venuta a conoscenza della famiglia Sasemann, la famiglia più ricca di Francoforte, che cerca una dama di compagnia per la rampolla Clara. La ragazzina fu colpita alla nascita da poliomelite e quindi costretta sulla sedia a rotelle. Dete ritiene che Heidi sia la persona adatta, nonostante di quattro anni più giovane di Clara e senza istruzione, e quindi con l'inganno la porta con sé in città affidandola alla signora Rottermeier, l'arcigna governante.
Nonostante Heidi in città possa avere ciò che vuole, si ammala ben presto di nostalgia, nonostante la simpatia e la bontà di Clara e i suoi parenti; per questo viene immediatamente rispedita in montagna, perché si riprenda, con la promessa che un giorno Clara venga a farle visita.
E la promessa si tramuta in realtà: non solo Clara raggiunge la sua amica, ma riesce anche a guarire e tornare a camminare.
Ciò che colpisce immediatamente lo spettatore è la straordinaria caratterizzazione e umanità dei personaggi: spicca in primo piano il personaggio della pastorella. Il grande Takhata riesce a creare l'immagine di una bambina a tutti gli effetti: allegra, gioiosa, esuberante come solo i bambini sanno essere. Ciò nonostante anche gli altri personaggi non sono solo "umani" perché dotati di corpo e voce; in loro c'è anche l'anime. Elemento che apprezzo moltissimo è il fatto che non ci sia una linea netta tra buoni e cattivi: ognuno porta con sé pregi e difetti. Certo, un bambino ovviamente intravede solo la parte predominante: Clara è buona, il nonno è buono, Dete e Rottermeier cattivi. Ebbene, personalmente ritengo che in tutti ci siano lati positivi e negativi: il nonno, tanto per citarne uno, è sicuramente un uomo amorevole e dolce nei confronti della tenera nipotina, ma altrettanto commette violenza negandole il diritto all'istruzione. Clara è un'ottima amica ma altrettanto egoista mettendo in primo piano i propri interessi rispetto i sentimenti di Heidi. La signora Rottermeier apparentemente può sembrare la tipica cattiva disneyana, quindi crudele, insensibile, diciamo pure cattiva; cela in realtà grande sentimento di apprensione e di affetto verso Clara, e questo le impedisce di essere condannata immediatamente.
Menzione speciale mi viene da fare nei confronti del personaggio della zia: sono certo che tutti l'abbiamo odiata per quello che ha fatto. Io personalmente ora come ora non riesco più a detestarla. Trovo infatti idoneo assegnarle due importanti giustificazioni: Dete, a differenza nostra, non ha mai appreso come trascorresse la vita Heidi sui monti, ed era rimasta ferma al pregiudizio del paese secondo il quale il Vecchio è un uomo cattivo e burbero. E se Dete avesse immaginato Heidi infelice sulle Alpi? Può anche essere che considerasse la sua azione "salvifica" verso la piccola. E inoltre portando Heidi a Francoforte le dà il diritto all'istruzione. Certo è criticabile il suo atteggiamento brusco, e la mancanza di tatto, il suo fraintendimento dei pianti di Heidi di nostalgia per capricci, ma non per questo pure lei dev'essere così odiata.
Altro importante elemento è il rovesciamento. Nelle fiabe apprendiamo di Cenerentola che, infelice della sua condizione di povertà, si riscatta e ottiene la felicità quando sposa il principe, diventa principessa e inizia una vita nel lusso.
In "Heidi" questo non avviene. La vita sulle Alpi appare dura, faticosa e sfocia spesso in situazioni degradanti (ne è un esempio la situazione di Peter, che non può permettersi roba da mangiare, e vive in una catapecchia traballante). A essa è ovviamente contrapposta la vita di Clara a Francoforte: grandi case, domestici, cibo a volontà, tanti vestiti e giocattoli. Eppure paradossalmente sono Heidi e Peter a essere felici, liberi di correre in grandi spazi aperti, in un luogo fresco, mangiare cibi sani, fare ciò che si vuole . Questa "libertà" è contrapposta alla "prigionia" di città; prigionia intesa non solo in senso fisico, visto che Heidi e Clara non possono mai uscire di casa, ma prigionia nel seguire dovute regole, avere tale atteggiamento.
In conclusione: ritengo "Heidi" un vero e proprio capolavoro d'animazione. 10 per me è perfezione, e "Heidi" purtroppo non è interamente perfetto: le animazioni del grande Miyazaki, seppur ben fatte, risentono dello scorrere del tempo; ma troppo grandi le emozioni che è in grado di procurarmi, talmente grandi da cancellare questo dettaglio. 10.