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Dieci. Assolutamente il massimo per la 3a serie della saga generazionale per eccellenza.
Cominciai a leggere Jojo dal numero 1, in vacanza in Romagna da ragazzino con i miei genitori e come al solito in astinenza da fumetti e musica... un disastro! In un'edicola c'era questo fumetto in coppia ad un altro (Berserk numero 1), offertona dell'edicolante - che probabilmente voleva sbarazzarsene - così li acquistai e mai scelta fu più azzeccata, per entrambi i manga, ma specialmente per Jojo! Al mio ritorno dalle vacanze recuperai immediatamente tutti i successivi numeri della prima e seconda serie per essere poi successivamente catapultato a scadenza mensile nella lettura della terza ed indimenticabile serie di Jojo. In questa serie Araki migliora il suo tratto in maniera allucinante, le citazioni musicali si sprecano ed ogni personaggio, oltre ad avere un profilo psicologico ben definito, è anche pieno di segreti legati al passato (Abdul, Polnareff, Kakyoin...). L'idea poi della "resurrezione" di Dio Brando è stata una genialata, un modo unico di legare prima e terza serie non solo attraverso parentele, ma tutto ho un filo logico. Per la prima volta si parla apertamente di "Stand", la storia è bellissima e piena di enigmi, ambientata in un Egitto caldo com'è in realtà. Qui ci troviamo di fronte ad un vero capolavoro, adatto ad ogni età. Non può non piacere. Probabilmente il più bel manga di sempre.