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Potrei ammettere senza imbarazzo di aver adorato la serie di "Tokyo Mew Mew" in passato, ma dopo aver letto questo seguito penso che una cosa come questa sia impossibile. Si tratta del solito caso, come hanno già puntualizzato in molti, in cui il seguito di una serie ne segna irreparabilmente il declino. Molti autori tentano spesso la fortuna in questo modo, ben consci delle conseguenze e del fatto che con un colpo di mano come questo si potrebbe far rivivere una serie addirittura migliorandola. Da notare però che nell'intestazione compare solo il nome della Ikumi sia per i disegni che per la storia.

Trama e personaggi: La protagonista è Berii Shirayuki, simile per molti versi alla vecchia Ichigo Momomiya (che nel manga era chiamata Berry il diminutivo di Strawberry), ma molto più antipatica; non so se il risultato della caratterizzazione del personaggio sia voluta o meno, ma la ragazza non presenta altro che atteggiamenti infantili e un pessimo gusto nel vestire. Ma parliamo degli altri personaggi: Tasuku e…basta. Questi è innamorato di Berii fin dall'infanzia, concludendo solamente di essere trattato come un servetto da quest'ultima. Come nuovi soggetti la Ikumi ci presenta solo una tristissima protagonista e un ragazzino sottomesso, davvero terribile. Cosa dire invece dei perfidi nemici? Sono ancora peggio, se nella prima serie erano spinti da motivazioni nobili o comunque da uno scopo, qui invece abbiamo solo un ammasso di attacchi inconcludenti atti a non si sa bene quale fine nascosto. Simpatizzare per l'una o per l'altra fazione è difficile, non abbiamo gli elementi per dire se un personaggio ci piace o meno, perché non esiste qualcosa del genere. Le stesse vecchie eroine, con cui la mangaka poteva vivere di rendita, partecipano in modo fiacco e saltuario agli avvenimenti. La trama alla base è di difficile comprensione, il lettore arriva a capire gli avvenimenti solo fino al momento in cui la protagonista ottiene i suoi prodigiosi poteri, da li in poi c'è il buio più totale.

Stile grafico: il disegno, che già non era granché all'inizio, con la sua mancanza di proporzioni e il suo tratto maldestro e approssimativo nella resa dei particolari, ci fa proprio odiare questa miniserie di due volumi; un occhio attento noterà infatti le mancanze della Ikumi e la sua esagerazione nei costumi e nelle vignette che appaiono di difficile comprensione e lettura.

Cosa apprezzare quindi del manga? La trama? (che non esiste) L'incipit? (qualcuno riuscirebbe a spiegarmi qual è?) I disegni? (poveri e pacchiani) Gli sfondi? (che non ci sono). Insomma, concludo con grande rammarico che in "Mew Mew a la Mode" non c'è proprio nulla di salvabile.