Recensione
Le Bizzarre Avventure di Jojo è sicuramente uno dei manga che più hanno influito sull'evoluzione moderna dei manga, e può essere considerato, insieme a Dragon Ball e Saint Seiya, uno dei tre capostipiti dello shonen. Forse la serie di Jojo più difficile da giudicare è proprio questa, la prima, denominata Phantom Blood.
Ambientata nella reale Europa ottocentesca, Phantom Blood si fa subito notare per i toni cupi e gotici, quasi tendenti all'horror. I protagonisti della storia saranno Jonathan Joestar e Dio Brando: la rivalità che nascerà fra i due si protrarrà anche nelle successive generazioni della famiglia Joestar, in una lunghissima e appassionante epopea.
Quest'opera risale agli anni '80, e onestamente si nota parecchio il fatto che Hirohiko Araki non avesse, all'epoca, molti modelli a cui ispirarsi. Soprattutto il segno dell'"età" si fa vedere nello stile narrativo: sicuramente pesante, datato, poco scorrevole e poco gradevole. E a volte diventa davvero fastidioso, in particolare con le telecronache di Speedwagon, inutili e mal fatte. Per fare un esempio che sarà familiare a tutti, Phantom Blood soffre dello stesso problema dei Promessi Sposi: per quanto la storia sia ben strutturata, lo stile narrativo vecchio e pesante rende la lettura per molti poco godibile.
Il disegno è molto particolare, soprattutto per quanto riguarda il fisico dei personaggi maschili. Pensate che i personaggi di Dragon Ball siano troppo "pompati"? Non avete mai letto Jojo. Qualche difetto a livello di anatomia e di prospettiva, ma per il resto il tratto di Araki non è niente male, soprattutto per il periodo a cui risale: buona definizione dei volti, particolari ben curati, prospettiva discreta.
Ho trovato il primo potere che compare in quest'opera, quello delle Onde Concentriche, piuttosto confusionario, gestito discretamente e spiegato non troppo bene (anche se dettagliatamente), oltre che poco credibile, in quanto Araki ha tentato di dare a questo fenomeno una spiegazione fisica verosimile, con scarso successo. Sicuramente niente a che vedere con i geniali stand che compariranno più avanti e che consacreranno Jojo come vero padre degli shonen moderni e capolavoro assoluto.
Oltre a questo, non ho gradito per niente i poteri di origine ignota posseduti da alcuni dei rivali che appariranno più avanti. Quando un manga è ambientato in un mondo pseudo-realistico, sarebbe sempre bene dare una spiegazione sul perché ci siano persone in grado di muovere i propri capelli a piacimento.
Insomma, questa prima serie si può definire un diamante allo stato grezzo. Il vero talento e la genialità di Araki sbocceranno più avanti, nel corso della seconda serie, per perfezionarsi nella terza e arrivare alla completezza nelle successive. Per questo il mio voto non andrà oltre il sette: Phantom Blood è solo il primo passo che porterà alla nascita di quel capolavoro assoluto che è l'intera saga de Le Bizzarre Avventure di Jojo.
Ambientata nella reale Europa ottocentesca, Phantom Blood si fa subito notare per i toni cupi e gotici, quasi tendenti all'horror. I protagonisti della storia saranno Jonathan Joestar e Dio Brando: la rivalità che nascerà fra i due si protrarrà anche nelle successive generazioni della famiglia Joestar, in una lunghissima e appassionante epopea.
Quest'opera risale agli anni '80, e onestamente si nota parecchio il fatto che Hirohiko Araki non avesse, all'epoca, molti modelli a cui ispirarsi. Soprattutto il segno dell'"età" si fa vedere nello stile narrativo: sicuramente pesante, datato, poco scorrevole e poco gradevole. E a volte diventa davvero fastidioso, in particolare con le telecronache di Speedwagon, inutili e mal fatte. Per fare un esempio che sarà familiare a tutti, Phantom Blood soffre dello stesso problema dei Promessi Sposi: per quanto la storia sia ben strutturata, lo stile narrativo vecchio e pesante rende la lettura per molti poco godibile.
Il disegno è molto particolare, soprattutto per quanto riguarda il fisico dei personaggi maschili. Pensate che i personaggi di Dragon Ball siano troppo "pompati"? Non avete mai letto Jojo. Qualche difetto a livello di anatomia e di prospettiva, ma per il resto il tratto di Araki non è niente male, soprattutto per il periodo a cui risale: buona definizione dei volti, particolari ben curati, prospettiva discreta.
Ho trovato il primo potere che compare in quest'opera, quello delle Onde Concentriche, piuttosto confusionario, gestito discretamente e spiegato non troppo bene (anche se dettagliatamente), oltre che poco credibile, in quanto Araki ha tentato di dare a questo fenomeno una spiegazione fisica verosimile, con scarso successo. Sicuramente niente a che vedere con i geniali stand che compariranno più avanti e che consacreranno Jojo come vero padre degli shonen moderni e capolavoro assoluto.
Oltre a questo, non ho gradito per niente i poteri di origine ignota posseduti da alcuni dei rivali che appariranno più avanti. Quando un manga è ambientato in un mondo pseudo-realistico, sarebbe sempre bene dare una spiegazione sul perché ci siano persone in grado di muovere i propri capelli a piacimento.
Insomma, questa prima serie si può definire un diamante allo stato grezzo. Il vero talento e la genialità di Araki sbocceranno più avanti, nel corso della seconda serie, per perfezionarsi nella terza e arrivare alla completezza nelle successive. Per questo il mio voto non andrà oltre il sette: Phantom Blood è solo il primo passo che porterà alla nascita di quel capolavoro assoluto che è l'intera saga de Le Bizzarre Avventure di Jojo.