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Un ulteriore passo avanti nella realizzazione di un capolavoro: questo è ciò che, per me, costituisce Battle Tendency, la seconda serie de Le Bizzarre Avventure di Jojo. Il miglioramento rispetto a Phantom Blood è netto ed evidente: Araki non ha più bisogno di utilizzare la telecronaca di Speedwagon per far capire al lettore cosa sta succedendo, ormai questa funzione è svolta dal disegno, visibilmente migliorato; i combattimenti sono più variegati e originali e realizzati con molta più cura; sotto un certo punto di vista, anche i personaggi migliorano, con caratterizzazioni più dettagliate e sfaccettate.

Questa volta, i nemici per il nuovo Jojo, Joseph Joestar, nipote di Jonathan, saranno gli Uomini del Pilastro: esseri potentissimi e antichi, che hanno dormito sulla terra per migliaia di anni, e si sono svegliati in cerca dell'immortalità. Se pensate di avere davanti una copia di Jonathan solo per la somiglianza estetica vi dovrete ricredere: Joseph ha un carattere completamente diverso da quello di suo nonno. E per molti versi, il nuovo Jojo è migliore del vecchio, principalmente perché Araki lo ha reso più realistico, donandogli un carattere che si addice perfettamente a un giovane come lui. Allo stesso modo, potrete adorare Caesar, il nipote italiano di Zeppeli, che sarà per il protagonista una spalla assolutamente perfetta.
Gli unici personaggi che si possono considerare "peggiori" delle loro controparti della prima serie sono gli antagonisti e Lisa Lisa. I primi (eccezione fatta per Whamoo, caratterizzato magistralmente) non sono al livello di Dio Brando; Kars e ACDC non hanno il suo carisma, né quella pura malvagità che distingueva il Vampiro e che lo rendeva così affascinante. E Lisa Lisa, che dovrebbe interpretare la parte del vecchio Zeppeli, appare troppo vuota per i miei gusti. Molte cose su di lei verranno spiegate dopo la sua apparizione, ma non sufficienti a colmare la piattezza che la accompagnerà per quasi tutta la serie.

Passiamo ora ai combattimenti: già da questa serie è evidente il talento dell'autore nell'imbastire scontri estremamente complessi e curati, bravura che si svilupperà e culminerà nelle serie successive. Araki riuscirà a utilizzare appieno (oltre che per l'ultima volta) il potere delle onde concentriche, che nella prima serie era gestito in modo confusionario e poco credibile, variegandolo in moltissimi usi possibili (su tutti, il migliore è sicuramente quello di Caesar) e allestendo combattimenti mozzafiato oltre che, appunto, bizzarri.

Il più grande difetto dell'opera è probabilmente il finale. Troppo forzato, per come la vedo io. Con questo mi riferisco sia al combattimento finale (probabilmente, l'autore aveva creato un antagonista troppo forte e ha dovuto usare dei mezzi esagerati e poco credibili per farlo cadere), sia al colpo di scena sull'identità di una certa persona (se avete già letto questa serie, capirete di cosa sto parlando).
Tuttavia, Araki è stato così bravo a migliorare sé stesso e la propria creazione, donandole personaggi e combattimenti assolutamente fantastici, che, sebbene il finale mi abbia lasciato l'amaro in bocca, a Battle Tendency non posso dare meno di otto. Consigliatissimo.