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Manga di enorme successo che ebbi modo di leggere per intero nella prima versione italiana edita da Granata Press a partire dal 91/92 sulla rivista Zero, di cui dovrei possedere ancora il numero 1, e poi in volumetti tascabili. All'epoca sembrava che solo grazie a questo titolo (ed in parte al manga di Saint Seiya) la casa editrice riuscisse ad arrivare a fine mese.
Il manga fu ideato da Tetsuo Hara che fu in seguito affiancato da "Bronson" per la sceneggiatura. Tutti quelli della mia generazione conoscono le vicende del maestro della scuola di arti marziali in grado di far esplodere il corpo umano colpendo gli tsubo.
L'opera si segnala per il tratto ultra dettagliato con cui l'autore disegna i personaggi della storia, che assomigliano a possenti wrestler che combattono sul ring. Purtroppo il dettaglio e la cura con cui vengono disegnati i personaggi, spesso ritratti in pose plastiche che ricordano i body builders, e' inversamente proporzionale al livello di profondita psicologica degli stessi, che rasenta in pratica lo zero. La distinzione tra il bene e il male e' alquanto netta, e spesso gli antagonisti principali subiranno una redenzione quasi manzoniana in punto di morte. Il protagonista Ken, che in tutta la serie di volumetti sorride forse solo in un paio di vignette, e' mosso inizialmente da un sentimento di vendetta nei confronti del vecchio amico che gli ha fregato la ragazza e lo ha sfregiato sul petto deridendo l'arte che egli difende. In seguito Ken si battera' per mantenere la leadership della scuola di cui e' stato eletto unico successore. Tuttavia la sua psicologia viene caratterizzata come uno scaldabagno, i suoi pensieri emozioni passioni e ossessioni sono praticamente assenti ed agisce costantemente come un robot. Troppo poco, e a causa di una trama allungata all'inverosimile il fumetto diviene via via ripetitivo a partire dalla morte di Toki, con il riproporsi ciclico della stessa trama sotto nuove forme e con personaggi clone, piu' volte. In sintesi si puo dire che la storia e' avvincente nella prima parte, fino alla morte di Toki, accettabile fino alla morte di raul, e insulsa in seguito. Dopo la morte del Re di Hokuto il manga si trascina stancamente ma Ken, pur se piu' avanti con l'eta, non cambiera mai di una virgola fino ad arrivare ad un finale che vale zero in confronto alla lunghezza totale della pubblicazione. La sceneggiatura e' semplice ma efficace soprattutto nel dare dinamicita' ai combattimenti che sono spesso inframezzati di pose plastiche e spiegoni. I dialoghi sono insulsi e praticamente inutili, perche' come gia detto i personaggi mancano di personalita ben distinte. Inoltre man mano che la storia va avanti la continuity va completamente a farsi benedire in piu' occasioni.
Il tratto di Hara invece diventa sempre piu dettagliato, anche se cosi' si appesantisce un pochino.
Ken il guerriero ha un po' segnato la mia adolescenza, ed e' a maschi adolescenti che si rivolge. E' in grado di trasmettere, sebbene in maniera vaga, l importanza dell'etica e della coerenza morale alla base delle arti marziali. Non e' assolutamente esente da pecche, anzi ne ha tante, ma si puo' far apprezzare dal suo target almeno nella prima parte.