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6.5/10
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Negli ultimi mesi sulle pagine di AnimeClick è stato fonte di molta attenzione l’anime di Arte, quasi come se fosse una novità, nonostante il manga (di gran lunga migliore dell’anime, ma di questo ne parlerò nel corso della recensione) sia disponibile in Italia da un paio di anni. Prima di addentrarmi nella recensione dell’anime di Arte, voglio chiarire alcuni concetti e miti sbagliati letti fin troppo spesso all’interno di vari post e notizie nel sito.

"Arte", non è una serie storica, non racconta di un personaggio realmente esisto né ispirato ad alcuna figura storica. È “semplicemente” la storia di una ragazza, ambientata nel XVI secolo durante il rinascimento Italiano, scritta da una mangaka giapponese per il pubblico giapponese con relative influenze culturali (inchini e quant’altro). Che la mangaka si sia informata sul periodo storico è appurato, lei stessa lo sottolinea più volte nelle note del manga, ma senza che si sia ispirata a qualche personaggio in particolare. Smettiamola di fare illazioni sbagliate, promuovendo le false convinzioni dettate da similitudini. Per fare un esempio, se decido di creare una storia originale ambientata a cavallo delle due guerre mondiali, e il mio protagonista è un tedesco studioso di fisica, non significa che voglio fare la biografia di Albert Einstein. Semplicemente ci sono delle similitudini ma sono due storie completamente diverse.

Dopo queste dovute e importanti osservazioni, è il momento d'iniziare la recensione.

Siamo in Italia, precisamente a Firenze nel XVI secolo, culla del rinascimento. La nostra protagonista di nome Arte (sì, il nome della serie e della protagonista sono gli stessi), è una ragazza solare, forte e piena di vita, con un sogno, diventare pittrice. A contrapporsi tra lei e il suo sogno c’è la società in cui vive, una società con delle convinzioni sociali molto radicate e difficili da cambiare, in cui l’uomo può fare carriera e la donna è relegata in casa a fare la massaia. Nel corso degli episodi, Arte, andrà contro i costumi della società, metterà in gioco tutta se stessa pur di riuscire a realizzare il suo sogno.

L’ambientazione già da sola potrebbe reggere l’intera baracca, ma se a questo aggiungiamo una storia di rivalsa e maturazione con protagonista una donna forte in una società maschilista, supportata inoltre dalla disciplina dell’Arte durante il Rinascimento, ci troviamo davanti una serie che potrebbe regalare tante soddisfazioni e momenti unici. Eppure nonostante tutte queste qualità, i dettagli e la buona gestione del manga, l’anime fallisce, restituendo un’impronta abbastanza sbiadita e superficiale della storia.

Riprendendo il concetto scritto nelle osservazioni, Arte non vuole essere una serie storica o drammatica, ma è una storia di maturazione e riscatto in una società ostile, e punta principalmente a far empatizzare il lettore alle vicende, ai personaggi...non a farlo sorridere per le loro azioni. Un equilibrio che nel manga è ben gestito e che riesce ad appassionare e intrigare, ma che invece l’anime non riesce, se non in alcuni momenti, a emulare.
La formazione di Arte e le sue capacità passano quasi in secondo piano nella storia e già questo stride parecchio con le premesse dalla serie. Se non per i primi episodi, gli sviluppi procedono spediti, fin troppo spediti, la produzione risolve i dubbi, le paure e le sfide di Arte in pochissimi minuti, rendendo il tutto molto artificioso.
La situazione della donna nella società è solo accennata, tutto viene ricondotto a un’unica scena in cui Veronica mostra ad Arte come una donna può finire dalle stelle alle stalle, per il resto non ne sappiamo più niente. Viene saltato completamente il background di Dacia, buco incredibile dato che è un personaggio molto vicino alla protagonista, oltre a lei anche le vicende che riguardano Caterina, la madre e lo zio Yuri sono vittime dei tagli, nonostante quest’ultime avrebbero regalato diverse note interessanti durante l’esperienza Veneziana.
La scelta di tagliare tutti i dettagli e le situazioni intriganti ha certamente privato lo spettatore delle particolarità della serie, offrendogli quindi un prodotto privo di personalità. Gli sceneggiatori per ottenere 12 episodi da 25 minuti hanno corso e non si sono resi conto di aver perso per strada tutta la sostanza e qualità della trama.

La produzione è avara anche sul lato tecnico. Sceglie una palette cromatica calda e satura per mascherare le mancanze dei disegni, qualche scorcio interessante c’è, ma nel complesso visto che i soggetti rappresentati si prestavano più che bene, essendo due delle mete più apprezzate dai turisti di tutto il mondo, parliamo naturalmente di Firenze e Venezia, mi aspettavo qualcosina di più.
Animazioni basilari ed espressività dei personaggi legnosi ci accompagnano per quasi tutto il tempo, ma incredibilmente sono accentuate quando non sarebbe servito, cioè nelle parti comiche.
È nel sonoro che la serie regala qualche soddisfazione, l’opening (“Clover” - Maaya Sakamoto) è molto musicale e orecchiabile, ma forse fin troppo pop e moderna, la ending (“Hare Moyou” - Kiyono Yasuno) invece già ricalca un po’ di più l’ambientazione, grazie soprattutto ai bellissimi acuti di Kiyono Yasuno. Complessivamente mi sono piaciute come sigle, inoltre sono apprezzabili anche dal punto di vista visivo, la ending soprattutto da una visione molto “calzante” della scalata, o meglio, scalinata che la nostra protagonista, Arte, deve salire per raggiungere il suo sogno. L’OST per il resto accompagna bene le immagini sullo schermo ma non brilla più di tanto. Bene invece i doppiaggi, gli accostamenti con i personaggi mi sono piaciuti, ho apprezzato molto Mikako Komatsu su Arte, così come M.A.O su Caterina.

Sono del parere che i problemi dell’anime siano riconducibili principalmente alle scelte opportunistiche della produzione. Hanno riadattato in modo approssimativo una serie appassionante, forse con il solo intento di occupare uno slot televisivo, non preoccupandosi più di tanto del risultato finale.
Difatti man mano che gli episodi avanzavano, ho purtroppo riscontrato una rappresentazione pigra, apatica, ma soprattutto distante da quelle che erano le qualità e volontà del prodotto originale.

Tirando le somme, Arte per me non va oltre la sufficienza. Nonostante una sceneggiatura svogliata, che si concentra sulla comicità più che sull’empatia e un comparto tecnico discreto, nel complesso l’anime risulta comunque piacevole durante la visione.
Lo consiglierei ? Se siete lettori vi direi di evitare l’anime perché non rappresenta bene le vicende raccontate nel manga, quindi vi consiglierei di recuperare l’opera originale edita da noi dalla Planet Manga.
Nel caso non foste lettori ma solo spettatori, potreste darle un’occasione, ma purtroppo vi perderete molte delle potenzialità offerte dalla serie. L’unica nota positiva, se cosi vogliam dire, è che l’anime ha una sua conclusione, nonostante l’opera originale, il manga, sia ancora in corso e molto più avanti nelle vicende.