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Attenzione: la recensione contiene spoiler

Il terzo lungometraggio basato sulla serie di Lamù. Questo è un lungometraggio più scioccante a mio avviso: il tema degli ostacoli del cuore e dell'amore e della separazione.

L'introduzione è già essa stessa un presagio veramente oscuro, terribile, terrificante e inquietante. La strega che crea una sfera con una maledizione contro Lamù al momento della sua nascita per un disguido, cioè quello di non essere stata (apparentemente) invitata alle celebrazioni della nascita della piccola, ricorda Malefica de "La bella addormentata", rivelando quindi il leitmotiv dell'infelicità e dell'insuccesso di Lamù in amore, e ci porta quindi a fare un approfondimento molto serio da portare avanti. Vi è poi un salto nel futuro e un primo piano su un ragazzo misterioso che ci fa capire cosa probabilmente accadrà. Poi si ritorna nel presente, e vi è il dialogo/monologo di Shinobu su una leggenda cinese in base a cui due persone destinate a stare insieme per l'eternità non potranno mai essere separate, perché ad unirle c'è un filo rosso, meglio noto come il filo rosso del destino, che poi si rivela essere parte integrante e finale della vicenda.
Nell'anime si era già intravisto il tema della perdita della persona amata in alcuni episodi, e questo ci aveva già dato dei presentimenti, dei presagi. Qui tali presagi si concretizzano in maniera abbastanza invisibile ma inesorabile; Lamù viene rapita in circostanze misteriose e sconosciute, e questo getta tutti nel panico, nella disperazione, nel dolore, nello sconforto e nella rassegnazione, e nonostante la ricerca non si riesce a trovare. Senza più Lamù la vita per i protagonisti diventa noiosa, piatta, e tutti tornano a condurre le loro vite tristi e monotone; Ataru all'apparenza sembra non soffrirne, ma in realtà si rivela essere quello che più ne risente, poiché lui è collegato a Lamù, ma, non essendo mai stato disposto ad ammetterlo, fa finta di niente; tuttavia si accorge anche qui che il suo desiderio di avere una moltitudine di appuntamenti, incontri e di concubine non potrà mai colmare il vuoto lasciato dalla scomparsa di Lamù. È solo allora che rinuncia definitivamente al suo desiderio e si fa aiutare da una ragazza del futuro per farsi portare in questo e recuperare Lamù da un misterioso ragazzo di nome Lou, il quale, soggiogato dal potere della sfera e della maledizione, ha contribuito ad alimentarla, perché questa aveva visto il suo desiderio di avere una figura materna accanto e l'ha stregato dandogli dei poteri per viaggiare nel tempo. Infine, il ragazzo scopre essere un discendente di Lamù, e la sua tutrice gli spiega che infrangere il corso del tempo per soddisfare il suo desiderio è sbagliato e che ci sarebbero conseguenze molto pericolose. Detto ciò, il ragazzo si libera della sfera, la quale però è ormai diventata autosufficiente e cerca di ostacolare nuovamente Lamù e Ataru; messi alle strette, i due utilizzano l'unica arma che può veramente sconfiggere la sfera e la maledizione, cioè il loro "amore" e il relativo "filo del destino". Si ritrovano e riescono a distruggere la sfera e la maledizione. Alla fine riutilizzano il passaggio dal parco giochi per tornare alla loro epoca, e qui tutti festeggiano il ritorno di Lamù con i consueti baccanali.

Questo film, come il secondo, presenta diverse chiavi di lettura e altrettante morali. Presenta una certa affinità con il primo film delle "Winx": pur essendo venuto prima di questo, mi viene in mente il discorso sull'amore fatto da Daphne a Bloom in sogno. "L'amore non conosce distanze, supera i limiti e i confini più estremi." Mi viene in mente anche il tema dell'illusione della separazione. "Siamo tutti collegati e uniti."

La grafica è ben curata, più attenta ai dettagli come nei primi due film. La musica è malinconica e triste, e l'atmosfera più cupa, come nel secondo film. Un salto di qualità non indifferente e di una potenza notevole. I personaggi sono molto più distaccati e un po' più consapevoli di quanto sta accadendo. Un altro grande capolavoro basato sul capolavoro della Maestra Takahashi.