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8.0/10
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Un cartone animato molto particolare e decisamente unico nel suo genere, soprattutto data la natura dell'argomento trattato.

Una pellicola, che a mio avviso, tutti dovrebbero guardare più volte nella vita per meglio comprendere qualcosa che si tende a dare per scontato, ma che se trascurato può giocarci brutti scherzi e farci pensare, dire e fare cose che normalmente non penseremmo, non diremmo e non faremmo: le nostre emozioni e i nostri sentimenti. La cosa bella di questo film è che entra nella mente della protagonista, dove risiedono le personificazioni/incarnazioni delle nostre emozioni e sentimenti basilari e li rielabora facendoli diventare più o meno stati emotivi e mentali molto più complessi e profondi, i quali devono essere appunto approfonditi, analizzati, sintetizzati, riconcettualizzati, rielaborati.

Quindi questo film è una sorta di invito ad entrare, contemplare e meditare sulla e nella nostra dimensione interiore più intima e privata per meglio capire chi siamo e cosa desideriamo; quindi si dimostra come una sorta di trattato psicologico e psichiatrico pratico in stile cartone animato, il quale permette anche ad un pubblico ancora "non pienamente consapevole" di se stesso di prendere e sviluppare coscienza/autocoscienza e/o consapevolezza/autoconsapevolezza di se stesso. Tuttavia anche il pubblico all'apparenza più esperto può provare a mettersi a confronto con questa pellicola e riscoprire quella dimensione di sé che molto spesso si tende a dimenticare nel passaggio dall'età infantile all'età adolescenziale e da questa verso l'età adulta-

E' che non basterebbe vederlo una sola volta perché non darebbe/fornirebbe la piena essenza di ciò che è la nostra mente e bisognerebbe a mio avviso metterlo a confronto con grandi pensatori come Freud, Adler, Jung, Reich ed altri famosi psicanalisti, pensatori, filosofi. Questo film tuttavia mira a fare da riassunto di quel "mare magnum" che è la nostra "psiche", sulla quale tanto è stato detto e scritto, ma che ancora oggi serba parecchi misteri e segreti e lo mostra dal punto di vista di una bambina, quindi rivolgendosi ad un pubblico ancora in sviluppo. Possiamo dunque affermare è comunque pioneristico come film, perché prova ad entrare nella mente di una bambina e cerca di far capire soprattutto ad una fascia di pubblico più adulta che i bambini sono in grado di pensare ed invita quindi il pubblico adulto a soffermarsi sul ragionamento in età puerile/adolescenziale.

La grafica è bellissima e divertente con tutti i colori brillanti e sgargianti che caratterizzano da sempre i film della Disney Pixar, soprattutto per quello che concerne i giochi di luce che forniscono degli effetti meravigliosi. I personaggi, personificazioni delle emozioni e dei sentimenti sono bellissimi e grandiosi e proprio risentendo dei colori ne (ri-)assumono la simbologia convenzionale con la quale le emozioni e i sentimenti che essi rappresentano, vengono rappresentati nella vita reale. La musica è equilibrata, priva di eccessi e molto proporzionata e strutturata sulla base delle emozioni e sentimenti che caratterizzano ogni scena. Un film decisamente audace perché in un certo "rompe il ghiaccio" e rappresenta "la punta dell'iceberg" di un argomento che ancora oggi molti rifuggono e/o tendono a distorcere, dissimulare perché ritenuto sconveniente, inappropriato o che se manifestato può indicare una scarsa maturità sociale, collettiva, quando paradossalmente il non parlarne è la causa di scarsa o assente maturità individuale e quindi collettiva, o peggio ancora, fingere i propri sentimenti ed emozioni è indice di scarsa empatia e di amore verso se stessi e il prossimo.

Voglio sperare che ci sarà un sequel o più sequel.