Ken il Guerriero - La Leggenda di Toki
Il quarto capitolo della pentalogia di Ken il guerriero - La leggenda (quarto però solo in ordine di produzione, poiché gli eventi narrati si collocano cronologicamente prima de La leggenda di Raoul) è un OAV dedicato a Toki, secondo dei fratelli di Hokuto e sicuramente uno dei personaggi più carismatici e interessanti della saga, a causa anche di una caratterizzazione psicologica che lo fa spiccare in mezzo alla marea di antagonisti e comprimari con cui Kenshiro ha a che fare. Per contenuti e realizzazione tecnica, l'OAV rappresenta anche il punto più alto raggiunto dalla pentalogia.
Il lungometraggio aggiunge ben poco a quanto si sa già sul personaggio di Toki (a parte l'introduzione del personaggio inedito di Sara, una guaritrice che segue Toki e che avrà un ruolo determinante nella sua preparazione per il duello con Raoh) e per esigenze di tempo salta alcuni passaggi fondamentali come la prigionia del secondo fratello di Hokuto a Cassandra, mostrandoci solo l'imprigionamento e la liberazione da parte di Kenshiro, ma si concentra soprattutto sullo scontro fra Toki e Raoh: il celebre duello a cui Kenshiro, Bart e Lynn assistono esterrefatti apre il film, dopodiché vediamo come nasce la rivalità fra i due fratelli, quando Toki decide da bambino di praticare le arti marziali pur consapevole del fatto che, secondo le leggi di Hokuto, ci sarà un solo successore della Divina Scuola e quindi dovrà necessariamente scontrarsi con Raoh, prima o poi. Trovano spazio altri eventi importanti della vita di Toki, come i primi sintomi della malattia che gli impedirà di diventare successore della Scuola di Hokuto, il sacrificio per permettere a Kenshiro e Julia di entrare nel rifugio atomico esponendosi alle radiazioni nucleari, l'inizio del suo viaggio in giro per il mondo post-apocalittico mettendo le proprie conoscenze al servizio dei malati. La figura di Sara serve a rendere Toki più umano, visto che nel manga e nella serie tv il suo personaggio, palesemente ispirato in atteggiamenti, carattere e aspetto fisico a Gesù Cristo, appariva idealizzato, circondato da un'aura quasi divina, sovrumana, mentre tutta la tensione e l'epicità dello scontro finale resta inalterata e ancora una volta ci si ritrova a commuoversi quando anche il Ken-Oh versa le sue ultime lacrime e sferra quel rabbioso pugno contro l'infelice destino del fratello, l'unico che avrebbe potuto superarlo in combattimento.
Il livello tecnico di quest'OAV è ottimo, con scene di combattimento ben animate e un character design gradevole; le musiche, invece, contribuiscono a sottolineare di volta in volta l'epicità o la tenerezza delle scene, come la splendida e toccante Hanamori no Oka. Sicuramente è un prodotto imperdibile per gli appassionati di Ken il guerriero e del personaggio di Toki.
Il lungometraggio aggiunge ben poco a quanto si sa già sul personaggio di Toki (a parte l'introduzione del personaggio inedito di Sara, una guaritrice che segue Toki e che avrà un ruolo determinante nella sua preparazione per il duello con Raoh) e per esigenze di tempo salta alcuni passaggi fondamentali come la prigionia del secondo fratello di Hokuto a Cassandra, mostrandoci solo l'imprigionamento e la liberazione da parte di Kenshiro, ma si concentra soprattutto sullo scontro fra Toki e Raoh: il celebre duello a cui Kenshiro, Bart e Lynn assistono esterrefatti apre il film, dopodiché vediamo come nasce la rivalità fra i due fratelli, quando Toki decide da bambino di praticare le arti marziali pur consapevole del fatto che, secondo le leggi di Hokuto, ci sarà un solo successore della Divina Scuola e quindi dovrà necessariamente scontrarsi con Raoh, prima o poi. Trovano spazio altri eventi importanti della vita di Toki, come i primi sintomi della malattia che gli impedirà di diventare successore della Scuola di Hokuto, il sacrificio per permettere a Kenshiro e Julia di entrare nel rifugio atomico esponendosi alle radiazioni nucleari, l'inizio del suo viaggio in giro per il mondo post-apocalittico mettendo le proprie conoscenze al servizio dei malati. La figura di Sara serve a rendere Toki più umano, visto che nel manga e nella serie tv il suo personaggio, palesemente ispirato in atteggiamenti, carattere e aspetto fisico a Gesù Cristo, appariva idealizzato, circondato da un'aura quasi divina, sovrumana, mentre tutta la tensione e l'epicità dello scontro finale resta inalterata e ancora una volta ci si ritrova a commuoversi quando anche il Ken-Oh versa le sue ultime lacrime e sferra quel rabbioso pugno contro l'infelice destino del fratello, l'unico che avrebbe potuto superarlo in combattimento.
Il livello tecnico di quest'OAV è ottimo, con scene di combattimento ben animate e un character design gradevole; le musiche, invece, contribuiscono a sottolineare di volta in volta l'epicità o la tenerezza delle scene, come la splendida e toccante Hanamori no Oka. Sicuramente è un prodotto imperdibile per gli appassionati di Ken il guerriero e del personaggio di Toki.
"Ken il guerriero - La leggenda di Toki" è il quarto capitolo dell'opera "Ken il Guerriero - La leggenda" ed il secondo OAV realizzato dopo il film "la Leggenda di Raoul", ma che ripercorre cronologicamente gli eventi avvenuti prima di quest'ultimo, approfondendo la trama generale dell'intera opera.
Con l'OAV de "La leggenda di Julia" e il film "La leggenda di Raoul" avevo avvertito un calo e iniziato a perdere così un po' di fiducia nell'intero progetto di rivisitazione della serie classica ma, dopo la visione di questo nuovo OAV, sono rimasto soddisfatto dal prodotto finale, il quale riesce a rialzare il livello di questa pentalogia dopo due capitoli, per me, non molto brillanti.
La storia ripercorre le vicende legate a Toki, un personaggio molto apprezzato e amato dai fan di questo titolo, e lo fa in maniera molto piacevole e con alcuni momenti emozionanti, mostrandoci un buon combattimento sul finale che, pero', rimane sempre meno entusiasmante rispetto ai combattimenti che mi sono ritrovato a leggere nel manga.
Questo nuovo capitolo, da quanto ho potuto vedere, ha saputo dare un particolare fascino al personaggio di Toki, donandogli praticamente un carisma da vero missionario che, mettendo da parte la sua malattia e utilizzando la sua conoscenza degli Tsubo per fare il bene del prossimo, ha deciso di assistere i malati di questo mondo post-atomico, caduto vittima della follia e della violenza umana. Toki risulta cosi una figura benevola, diversa dalle altre e che strizza l'occhio, almeno per me, alla filosofia cristiana, ma ovviamente è solo un'impressione personalissima.
In pratica, assisteremo ad una storia particolare con dei forti valori di fondo e che non vuole concentrarsi sui combattimenti, ma specialmente e unicamente sulla figura di Toki, donandogli ampio spazio e caratterizzandolo per bene grazie a riusciti flash-back inediti e non.
Devo dire che, a differenza dell'OAV dedicato a Julia, questo vanta un livello tecnico paragonabile a quello visto nei due film precedenti, superandolo. Il chara-design è stato reso molto più vicino al tratto del talentuoso Tetsuo Hara, distaccandosi da quello visto nel resto della pentalogia, ed è privo di cali qualitativi e di dettaglio durante le scene movimentate o nelle inquadrature a campo lungo: un problema ricorrente nei primi tre capitoli. Insomma, un design che mi è molto piaciuto, poiché l'ho trovato molto più vicino all'originale e sopratutto più curato.
Le animazioni si sono dimostrate molto buone e forse anche migliori di quanto ho visto in precedenza.
Le OST continuano ad essere ottime e sempre adatte alla vicenda narrata, rappresentando uno dei punti positivi dell'intera produzione.
In pratica, ci ritroviamo davanti ad un ottimo livello tecnico che, sono certo, non deluderà gli appassionati di Kenshiro.
Ritornando sul doppiaggio italiano, questo è rimasto invariato anzi, potremmo gustarci maggiormente le notevoli doti del bravissimo Ivo De Palma che saprà ben caratterizzare il personaggio di Toki. Lorenzo Scattorin, come richiesto dal copione, si sentirà meno del solito riconfermandosi comunque come un ottimo Kenshiro; mentre Dario Oppido continuerà a donare una forte impronta sul personaggio di Raoul.
Quindi ci si ritrova di fronte a un OAV molto piacevole che sa essere emozionante e che, a differenza dei due ultimi capitoli, non annoia apparendo più riuscito e fluido nella narrazione e nell'ambientazione, la quale non sembra essere lo sfondo di un mondo medioevale, rischiando di andare in contrasto con quanto visto nel manga, bensì rappresenta un mondo che è stato sconvolto da una terribile guerra nucleare rimanendo, in tal modo, più fedele alla contro-parte cartacea.
Insomma, un buon prodotto che consiglio.
Con l'OAV de "La leggenda di Julia" e il film "La leggenda di Raoul" avevo avvertito un calo e iniziato a perdere così un po' di fiducia nell'intero progetto di rivisitazione della serie classica ma, dopo la visione di questo nuovo OAV, sono rimasto soddisfatto dal prodotto finale, il quale riesce a rialzare il livello di questa pentalogia dopo due capitoli, per me, non molto brillanti.
La storia ripercorre le vicende legate a Toki, un personaggio molto apprezzato e amato dai fan di questo titolo, e lo fa in maniera molto piacevole e con alcuni momenti emozionanti, mostrandoci un buon combattimento sul finale che, pero', rimane sempre meno entusiasmante rispetto ai combattimenti che mi sono ritrovato a leggere nel manga.
Questo nuovo capitolo, da quanto ho potuto vedere, ha saputo dare un particolare fascino al personaggio di Toki, donandogli praticamente un carisma da vero missionario che, mettendo da parte la sua malattia e utilizzando la sua conoscenza degli Tsubo per fare il bene del prossimo, ha deciso di assistere i malati di questo mondo post-atomico, caduto vittima della follia e della violenza umana. Toki risulta cosi una figura benevola, diversa dalle altre e che strizza l'occhio, almeno per me, alla filosofia cristiana, ma ovviamente è solo un'impressione personalissima.
In pratica, assisteremo ad una storia particolare con dei forti valori di fondo e che non vuole concentrarsi sui combattimenti, ma specialmente e unicamente sulla figura di Toki, donandogli ampio spazio e caratterizzandolo per bene grazie a riusciti flash-back inediti e non.
Devo dire che, a differenza dell'OAV dedicato a Julia, questo vanta un livello tecnico paragonabile a quello visto nei due film precedenti, superandolo. Il chara-design è stato reso molto più vicino al tratto del talentuoso Tetsuo Hara, distaccandosi da quello visto nel resto della pentalogia, ed è privo di cali qualitativi e di dettaglio durante le scene movimentate o nelle inquadrature a campo lungo: un problema ricorrente nei primi tre capitoli. Insomma, un design che mi è molto piaciuto, poiché l'ho trovato molto più vicino all'originale e sopratutto più curato.
Le animazioni si sono dimostrate molto buone e forse anche migliori di quanto ho visto in precedenza.
Le OST continuano ad essere ottime e sempre adatte alla vicenda narrata, rappresentando uno dei punti positivi dell'intera produzione.
In pratica, ci ritroviamo davanti ad un ottimo livello tecnico che, sono certo, non deluderà gli appassionati di Kenshiro.
Ritornando sul doppiaggio italiano, questo è rimasto invariato anzi, potremmo gustarci maggiormente le notevoli doti del bravissimo Ivo De Palma che saprà ben caratterizzare il personaggio di Toki. Lorenzo Scattorin, come richiesto dal copione, si sentirà meno del solito riconfermandosi comunque come un ottimo Kenshiro; mentre Dario Oppido continuerà a donare una forte impronta sul personaggio di Raoul.
Quindi ci si ritrova di fronte a un OAV molto piacevole che sa essere emozionante e che, a differenza dei due ultimi capitoli, non annoia apparendo più riuscito e fluido nella narrazione e nell'ambientazione, la quale non sembra essere lo sfondo di un mondo medioevale, rischiando di andare in contrasto con quanto visto nel manga, bensì rappresenta un mondo che è stato sconvolto da una terribile guerra nucleare rimanendo, in tal modo, più fedele alla contro-parte cartacea.
Insomma, un buon prodotto che consiglio.
Questo è il quarto film della pentalogia dedicata alla celeberrima saga di "Ken il Guerriero", ed è il film che mi ha colpito di più rispetto ai restanti quattro.
Il film ripercorre a grandi linee la vita di Toki: la sua infanzia, i suoi rapporti con i suoi due amati fratelli, la sua malattia, il suo amore celato per Julia, il suo viaggio con Sara, la sua esperienza nella prigione di Cassandra, e infine l'epico scontro con Raoul. Ma in realtà il film è riuscito a mettere in risalto le qualità che hanno reso Toki una vera e propria indiscussa leggenda sia come uomo sia come combattente della scuola di Hokuto: la sua gentilezza, la sua calma, la sua bontà d'animo e il titanismo nel percorrere di sua iniziativa una via senza rimpianti, che va al di sopra delle sue possibilità.
Il film si basa moltissimo su ellissi, flashback che sanno creare la giusta suspense, e che sanno provocare nello spettatore una gradevole curiosità, senza turbarlo. I disegni li ho trovati soddisfacenti, mentre un altro discorso lo si deve fare per le musiche, che ho trovato assolutamente adatte per un film che si basa su un personaggio come Toki.
" La Leggenda di Toki" è un film che mi ha fatto apprezzare totalmente questo leggendario personaggio, molto più dello stesso Kenshiro.
Considerato all'inizio come il degno successore della scuola divina di Hokuto per le sue caratteristiche combattive, il padre Ryuken e lo stesso Toki, dovettero ricredersi e trovare un degno sostituto. "Fratello cosa fai?" "Lascio tutto nelle tue mani".
"Se vuoi piangere fa pure, non ti rimprovero più".
Il film ripercorre a grandi linee la vita di Toki: la sua infanzia, i suoi rapporti con i suoi due amati fratelli, la sua malattia, il suo amore celato per Julia, il suo viaggio con Sara, la sua esperienza nella prigione di Cassandra, e infine l'epico scontro con Raoul. Ma in realtà il film è riuscito a mettere in risalto le qualità che hanno reso Toki una vera e propria indiscussa leggenda sia come uomo sia come combattente della scuola di Hokuto: la sua gentilezza, la sua calma, la sua bontà d'animo e il titanismo nel percorrere di sua iniziativa una via senza rimpianti, che va al di sopra delle sue possibilità.
Il film si basa moltissimo su ellissi, flashback che sanno creare la giusta suspense, e che sanno provocare nello spettatore una gradevole curiosità, senza turbarlo. I disegni li ho trovati soddisfacenti, mentre un altro discorso lo si deve fare per le musiche, che ho trovato assolutamente adatte per un film che si basa su un personaggio come Toki.
" La Leggenda di Toki" è un film che mi ha fatto apprezzare totalmente questo leggendario personaggio, molto più dello stesso Kenshiro.
Considerato all'inizio come il degno successore della scuola divina di Hokuto per le sue caratteristiche combattive, il padre Ryuken e lo stesso Toki, dovettero ricredersi e trovare un degno sostituto. "Fratello cosa fai?" "Lascio tutto nelle tue mani".
"Se vuoi piangere fa pure, non ti rimprovero più".
Toki è sicuramente tra i personaggi più amati della serie, escludendo ovviamente Ken, e quindi parlo dei vari Shoo, Rei, Fudo della montagna e Julia.
Toki è sempre stato uno di quei personaggi che, pur parecchio "assenti" nelle scene cardine della serie, sono sempre determinanti per la stessa. Diciamo che, per dirla alla americana, in un'ipotetica notte degli Oscar gli andrebbe conferita immediatamente la statuetta del miglior attore non protagonista. Un premio, che a mio modo di vedere, è da condividere con Shoo e Rei.
Inutile dire che a livello di doppiaggio italiano c'è una differenza pazzesca tra il trio dell'anime classico Grana-Mete-Cattaneo con il grande Ivo De Palma, ma emerge un tale professionismo e un calarsi sul personaggio di quelli che alla fine danno quel gusto in più a questo film, che davvero merita di essere visto, proprio in virtù di come è stato gestito nell'edizione italiana questo lavoro.
Detto questo, ciò è forse il più grande merito che si può attribuire a questo film; esso non raggiunge a mio avviso il voto di eccellenza proprio perché la trama aggiunge poco a quanto già apprezzato sul personaggio guaritore durante la serie classica. Diciamo che il film si sofferma sì sui punti ancora oscuri, ma non così tanto da approfondirli come invece è avvenuto per i precedenti episodi di questa nuova pentalogia che ripercorre le gesta di grandi personaggi presenti nelle avventure dell'uomo delle 7 stelle.
Una trama tutto sommato scarna, specie per chi conosce bene la serie; lo vedo di più come un primo approccio per chi conosce meno il personaggio, per dare un'idea maggiore di chi egli sia, e di come sia determinante nelle sue azioni nel corso della saga. Però il fascino di questo personaggio è innegabile, non si può fare a meno di amarlo anche un po', il suo tratto è così evidente che emerge immediatamente rispetto agli altri personaggi; egli costruisce le sue azioni importanti contemporaneamente con pensieri e azioni, e qui sta l'analisi più diretta per lo spettatore in questo episodio della pentalogia. Ovvero che Toki è sempre un punto di riferimento in tutta la saga, il simbolo dell'invito a non fermarsi mai. Nonostante la sua vita sia stata un continuo generare di privazioni personali, lui le ha accettate come se fossero una specie di grazia divina, senza mai dare un grande peso; egli è la testimonianza che la vita, anche se riserva un destino infame e beffardo, non va mai sprecata, se c'è del bene, non puoi fare a meno di donarti, nonostante sia tu il primo ad aver bisogno di tali azioni per sopravvivere.
A volte nella vita ci troviamo davanti a gente che ci dà una mano, e sono invece proprio quelle persone ad averne più bisogno di noi. Io credo che anche in questo film emerga ancora una volta questa grande testimonianza che questo personaggio, ad ogni sua apparizione nella trama di "Ken il guerriero", ci lascia.
Toki è sempre stato uno di quei personaggi che, pur parecchio "assenti" nelle scene cardine della serie, sono sempre determinanti per la stessa. Diciamo che, per dirla alla americana, in un'ipotetica notte degli Oscar gli andrebbe conferita immediatamente la statuetta del miglior attore non protagonista. Un premio, che a mio modo di vedere, è da condividere con Shoo e Rei.
Inutile dire che a livello di doppiaggio italiano c'è una differenza pazzesca tra il trio dell'anime classico Grana-Mete-Cattaneo con il grande Ivo De Palma, ma emerge un tale professionismo e un calarsi sul personaggio di quelli che alla fine danno quel gusto in più a questo film, che davvero merita di essere visto, proprio in virtù di come è stato gestito nell'edizione italiana questo lavoro.
Detto questo, ciò è forse il più grande merito che si può attribuire a questo film; esso non raggiunge a mio avviso il voto di eccellenza proprio perché la trama aggiunge poco a quanto già apprezzato sul personaggio guaritore durante la serie classica. Diciamo che il film si sofferma sì sui punti ancora oscuri, ma non così tanto da approfondirli come invece è avvenuto per i precedenti episodi di questa nuova pentalogia che ripercorre le gesta di grandi personaggi presenti nelle avventure dell'uomo delle 7 stelle.
Una trama tutto sommato scarna, specie per chi conosce bene la serie; lo vedo di più come un primo approccio per chi conosce meno il personaggio, per dare un'idea maggiore di chi egli sia, e di come sia determinante nelle sue azioni nel corso della saga. Però il fascino di questo personaggio è innegabile, non si può fare a meno di amarlo anche un po', il suo tratto è così evidente che emerge immediatamente rispetto agli altri personaggi; egli costruisce le sue azioni importanti contemporaneamente con pensieri e azioni, e qui sta l'analisi più diretta per lo spettatore in questo episodio della pentalogia. Ovvero che Toki è sempre un punto di riferimento in tutta la saga, il simbolo dell'invito a non fermarsi mai. Nonostante la sua vita sia stata un continuo generare di privazioni personali, lui le ha accettate come se fossero una specie di grazia divina, senza mai dare un grande peso; egli è la testimonianza che la vita, anche se riserva un destino infame e beffardo, non va mai sprecata, se c'è del bene, non puoi fare a meno di donarti, nonostante sia tu il primo ad aver bisogno di tali azioni per sopravvivere.
A volte nella vita ci troviamo davanti a gente che ci dà una mano, e sono invece proprio quelle persone ad averne più bisogno di noi. Io credo che anche in questo film emerga ancora una volta questa grande testimonianza che questo personaggio, ad ogni sua apparizione nella trama di "Ken il guerriero", ci lascia.
La celebrazione per il <i>restyling</i> di Ken il Guerriero continua con questo film, quarto di cinque lungometraggi che compongono il progetto completo, ma edito, così come era stato già fatto per “La leggenda di Julia” (il secondo movie), soltanto per home video.
“La leggenda di Toki” non è altro che un titolo di contorno per i prodotti che hanno avuto la fortuna di comparire sul grande schermo cinematografico (inaspettatamente anche in Italia), una storia senza troppe pretese che cerca di imporre a se stessa di raccontare la storia del fratello di Hokuto più sfortunato.
Partendo dalla trama, possiamo dire che un acquirente che si trovasse quest’opera in mano si aspetterebbe, una volta giunto a visionarla, almeno di scoprire risvolti inaspettati sulla vita di Toki, un personaggio cardine nella storia di “Hokuto no Ken” ma di cui non possiamo dire di avere conoscenze, così come per altri personaggi.
Con “La leggenda di Julia” questo sistema di “analisi dei retroscena” aveva funzionato in maniera discreta, qui al contrario il succitato sistema pecca abbastanza di superficialità, anzi, sembra addirittura fare un passo indietro al confronto con il manga e con l’anime classico.
A sostegno di questa tesi, basta considerare che la vita di Toki viene riassunta in meno di mezz’ora nonostante ci sia tantissimo da raccontare, infatti l’imbroglio del “falso Toki” non viene nemmeno citato, e le vicende inerenti la prigione di Cassandra, che ho sempre considerato importanti e piene di pathos, vengono solamente sfiorate.
Per l’altra metà, invece, viene illustrato il combattimento ultimo tra Toki e Raoul.
Tuttavia, si gioca molto sulla sfida dei due fratelli, costretti ad affrontarsi per adempiere al destino della loro scuola di arti marziali e per rispettare le reciproche promesse di sangue, si calca sul dilemma della successione a maestro di Hokuto e su quanto sia dura essere obbligati a dare ascolto alle dure leggi della lotta piuttosto che a quelle del cuore.
Molto significativi, durante lo scontro, sono i flashback sull’infanzia dei due fratelli, che illustrano il loro inizio, il loro processo di crescita, di apprendimento, di fortificazione del corpo e della mente, ma soprattutto del loro legame fraterno, tanto da risultare a volte anche commoventi.
Viene anche presentato, per l’occasione, un personaggio filler, una tale Sarah, mai apparsa in nessuna altra opera dedicata ai maestri dell’Orsa Maggiore, la quale segue Toki nel suo girovagare per il mondo e che ha il solo scopo di impersonare un punto di riferimento per il solitario protagonista, il quale non ha mai avuto un reale legame con un qualche personaggio preciso della vecchia serie, ma si è solo adoperato per essi fino alla morte.
In sostanza, ritengo che meno di un’ora sia un tempo relativamente breve per delucidare tutto il possibile su questo personaggio, che poco si è visto comparire ma sul quale ci sono state proiettate una dose massiccia di informazioni, alcune più accurate, altre forse solo accennate, facendogli acquisire un’importanza a dir poco fondamentale.
Il disegno non è di certo quello a cui siamo abituati di solito, anzi, in questo film più che in quelli precedenti i personaggi vengono di molto rielaborati, ma ciò non toglie che, nonostante le visibili imperfezioni, resti comunque gradevole raggiungendo la sufficienza.
Lo stesso vale per le animazioni: nonostante l’aiuto della computer grafica, ormai presenza costante nelle produzioni nipponiche, non sempre raggiunge lo scopo desiderato risultando a volte strana nel contesto della scena.
“La leggenda di Toki” resta sempre e comunque un’opera creata appositamente per gli appassionati di “Ken il Guerriero”, mi sento di sconsigliarla a chi non ha mai “masticato” l’opera primaria di Buronson e Hara, dato che sarebbe impossibile cogliere tutti i riferimenti e seguire per bene la storia.
“La leggenda di Toki” non è altro che un titolo di contorno per i prodotti che hanno avuto la fortuna di comparire sul grande schermo cinematografico (inaspettatamente anche in Italia), una storia senza troppe pretese che cerca di imporre a se stessa di raccontare la storia del fratello di Hokuto più sfortunato.
Partendo dalla trama, possiamo dire che un acquirente che si trovasse quest’opera in mano si aspetterebbe, una volta giunto a visionarla, almeno di scoprire risvolti inaspettati sulla vita di Toki, un personaggio cardine nella storia di “Hokuto no Ken” ma di cui non possiamo dire di avere conoscenze, così come per altri personaggi.
Con “La leggenda di Julia” questo sistema di “analisi dei retroscena” aveva funzionato in maniera discreta, qui al contrario il succitato sistema pecca abbastanza di superficialità, anzi, sembra addirittura fare un passo indietro al confronto con il manga e con l’anime classico.
A sostegno di questa tesi, basta considerare che la vita di Toki viene riassunta in meno di mezz’ora nonostante ci sia tantissimo da raccontare, infatti l’imbroglio del “falso Toki” non viene nemmeno citato, e le vicende inerenti la prigione di Cassandra, che ho sempre considerato importanti e piene di pathos, vengono solamente sfiorate.
Per l’altra metà, invece, viene illustrato il combattimento ultimo tra Toki e Raoul.
Tuttavia, si gioca molto sulla sfida dei due fratelli, costretti ad affrontarsi per adempiere al destino della loro scuola di arti marziali e per rispettare le reciproche promesse di sangue, si calca sul dilemma della successione a maestro di Hokuto e su quanto sia dura essere obbligati a dare ascolto alle dure leggi della lotta piuttosto che a quelle del cuore.
Molto significativi, durante lo scontro, sono i flashback sull’infanzia dei due fratelli, che illustrano il loro inizio, il loro processo di crescita, di apprendimento, di fortificazione del corpo e della mente, ma soprattutto del loro legame fraterno, tanto da risultare a volte anche commoventi.
Viene anche presentato, per l’occasione, un personaggio filler, una tale Sarah, mai apparsa in nessuna altra opera dedicata ai maestri dell’Orsa Maggiore, la quale segue Toki nel suo girovagare per il mondo e che ha il solo scopo di impersonare un punto di riferimento per il solitario protagonista, il quale non ha mai avuto un reale legame con un qualche personaggio preciso della vecchia serie, ma si è solo adoperato per essi fino alla morte.
In sostanza, ritengo che meno di un’ora sia un tempo relativamente breve per delucidare tutto il possibile su questo personaggio, che poco si è visto comparire ma sul quale ci sono state proiettate una dose massiccia di informazioni, alcune più accurate, altre forse solo accennate, facendogli acquisire un’importanza a dir poco fondamentale.
Il disegno non è di certo quello a cui siamo abituati di solito, anzi, in questo film più che in quelli precedenti i personaggi vengono di molto rielaborati, ma ciò non toglie che, nonostante le visibili imperfezioni, resti comunque gradevole raggiungendo la sufficienza.
Lo stesso vale per le animazioni: nonostante l’aiuto della computer grafica, ormai presenza costante nelle produzioni nipponiche, non sempre raggiunge lo scopo desiderato risultando a volte strana nel contesto della scena.
“La leggenda di Toki” resta sempre e comunque un’opera creata appositamente per gli appassionati di “Ken il Guerriero”, mi sento di sconsigliarla a chi non ha mai “masticato” l’opera primaria di Buronson e Hara, dato che sarebbe impossibile cogliere tutti i riferimenti e seguire per bene la storia.
Questo oav si colloca cronologicamente tra il primo ed il secondo film, girando principalmente intorno all'ultimo combattimento tra Toki e Raul, e raccontandoci alcuni eventi del passato dei protagonisti che hanno portato allo scontro narrato.
La storia è fedele all'originale (il che è sempre un bene), con l'aggiunta di un personaggio femminile che assiste Toki nel suo pellegrinare, nel complesso una figura di contorno abbastanza inutile ed ininfluente agli eventi narrati.
Complessivamente questo oav è un buon prodotto: ottimi sia i disegni che le animazioni, abbastanza evocativa la storia e fedele all'originale.
Come per l'oav su Giulia, ci troviamo di fronte ad un prodotto di contorno, ma a differenza di questo si concentra su di un punto specifico della storia, raggiungendo risultati migliori.
La storia è fedele all'originale (il che è sempre un bene), con l'aggiunta di un personaggio femminile che assiste Toki nel suo pellegrinare, nel complesso una figura di contorno abbastanza inutile ed ininfluente agli eventi narrati.
Complessivamente questo oav è un buon prodotto: ottimi sia i disegni che le animazioni, abbastanza evocativa la storia e fedele all'originale.
Come per l'oav su Giulia, ci troviamo di fronte ad un prodotto di contorno, ma a differenza di questo si concentra su di un punto specifico della storia, raggiungendo risultati migliori.
E' un'opera che mira commercialmente a sfondare lo schermo e questo trend purtroppo è molto pesante sull'opera. tuttavia mira ad un pubblico adulto e non solo adolescenziale perché i tre fratelli personaggi principali, sono molto ben delineati in tutta la pellicola, ognuno di loro è vivo e porta con sé un vissuto che giustifica il loro essere: Ken giustiziere, Toki compassionevole e Raul Dominatore. Spesso il tratto umano di un personaggio vero è mostrato proprio nei dialoghi intimi e squisiti con altri personaggi sia principali che secondari. Il montaggio accosta questa intimità del "Io sono in quanto amo i miei fratelli/famiglia e mi / ti perdono per questo sentimento di amore", con scene mozzafiato di pura azione adrenalinica tanto conosciute nel cinema americano del digitale con stile sobrio, intenso e diretto. Storia narrata nel cammino di uomini capaci d'essere determinati quanto compassionevoli. Insomma da vedere.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Mi sa che toccherà a me inaugurare la recensione e mi toccherà pure dare un voto negativo. Altro che leggenda di Toki, direi che hanno ridicolizzato il personaggio. Purtroppo gli OAV non sono minimamente paragonabili alla serie originale, che dava maggiore spazio a Toki. Qui, persino lo scontro con Raul (che dovrebbe essere celebrato e arricchito) è invece fiacco e privo di sentimenti. I personaggi sembrano mancare di quello spessore psicologico che aveva caratterizzato l'opera originale. Poi, se si doveva mettere in mostra la vita di Toki, come ricorda il titolo, bisognava concludere l'OAV con la sua morte (cosa che avviene invece negli episodi seriali per mano di Ryuga). L'unica nota positiva è l'ottimo lavoro compiuto dallo studio d'animazione in questo come negli altri OAV. Hanno fatto un bel lifting a Toki e soci ma questo non basta a meritarsi la sufficienza. Per chi è fan di Ken, sconsiglio di vederlo.
Mi sa che toccherà a me inaugurare la recensione e mi toccherà pure dare un voto negativo. Altro che leggenda di Toki, direi che hanno ridicolizzato il personaggio. Purtroppo gli OAV non sono minimamente paragonabili alla serie originale, che dava maggiore spazio a Toki. Qui, persino lo scontro con Raul (che dovrebbe essere celebrato e arricchito) è invece fiacco e privo di sentimenti. I personaggi sembrano mancare di quello spessore psicologico che aveva caratterizzato l'opera originale. Poi, se si doveva mettere in mostra la vita di Toki, come ricorda il titolo, bisognava concludere l'OAV con la sua morte (cosa che avviene invece negli episodi seriali per mano di Ryuga). L'unica nota positiva è l'ottimo lavoro compiuto dallo studio d'animazione in questo come negli altri OAV. Hanno fatto un bel lifting a Toki e soci ma questo non basta a meritarsi la sufficienza. Per chi è fan di Ken, sconsiglio di vederlo.