Le bizzarre avventure di JoJo: Vento Aureo
Un lavoro con i fiocchi!
Finalmente dopo quattro serie (senza contare "Stardust Crusaders") la David Production è riuscita a trasporre in anime "JoJo: Vento Aureo" per filo e per segno, seppur mantenendo il copia e incolla di ogni singola vignetta del manga come stile. Soprattutto Takahiro Kishida, che ne ha curato il chara, ha fatto un lavoro fenomenale, tra l'altro già lavorò insieme ad Hayama e lo studio A.P.P.P all'OVA di D'Arby del 1994 (e già lì si distingueva e si distingue tuttora come OVA per chara più fedele al manga).
L'anime ha anche aggiunto cose al manga, tipo la scena iniziale dove si vedono gli spacciatori di droga e alcune macchine italiane come la Panda, le vecchie lire che Giorno ruba all'inizio... insomma, senza tanti spoiler direi che lo stile dell'animazione finalmente si adatta al manga in maniera meticolosa, risulta ottima, fluida, e la 3DCGI si fa davvero apprezzare; anche il doppiaggio giapponese è eccellente, per non parlare delle OST fantastiche!
Riassumendo il tutto, questo anime è indirizzato agli accaniti fanatici del manga, e io lo sono, anche se amo più l'animazione "vecchia scuola" anni '80 e '90, e penso che "JoJo" doveva essere animato in quegli anni lì; tuttavia, qui l'animazione della David Production ha davvero alzato l'asticella dell'animazione "new school" in 3DCGI.
L'unica cosa che ancora non mi è piaciuta dell'anime è la scelta dei colori, Giorno con il rosa addosso sembra una Barbie.
Quindi, direi che questa trasposizione è un eccellente 9.
Finalmente dopo quattro serie (senza contare "Stardust Crusaders") la David Production è riuscita a trasporre in anime "JoJo: Vento Aureo" per filo e per segno, seppur mantenendo il copia e incolla di ogni singola vignetta del manga come stile. Soprattutto Takahiro Kishida, che ne ha curato il chara, ha fatto un lavoro fenomenale, tra l'altro già lavorò insieme ad Hayama e lo studio A.P.P.P all'OVA di D'Arby del 1994 (e già lì si distingueva e si distingue tuttora come OVA per chara più fedele al manga).
L'anime ha anche aggiunto cose al manga, tipo la scena iniziale dove si vedono gli spacciatori di droga e alcune macchine italiane come la Panda, le vecchie lire che Giorno ruba all'inizio... insomma, senza tanti spoiler direi che lo stile dell'animazione finalmente si adatta al manga in maniera meticolosa, risulta ottima, fluida, e la 3DCGI si fa davvero apprezzare; anche il doppiaggio giapponese è eccellente, per non parlare delle OST fantastiche!
Riassumendo il tutto, questo anime è indirizzato agli accaniti fanatici del manga, e io lo sono, anche se amo più l'animazione "vecchia scuola" anni '80 e '90, e penso che "JoJo" doveva essere animato in quegli anni lì; tuttavia, qui l'animazione della David Production ha davvero alzato l'asticella dell'animazione "new school" in 3DCGI.
L'unica cosa che ancora non mi è piaciuta dell'anime è la scelta dei colori, Giorno con il rosa addosso sembra una Barbie.
Quindi, direi che questa trasposizione è un eccellente 9.
La mia parte preferita di "JoJo".
Da un punto di vista grafico, è la migliore di tutte le parti: i movimenti sono molto più fluidi e meno rigidi, gli effetti visivi sono splendidi e c'è un livello di dettaglio altissimo. Non che il resto sia indegno, anzi adoro tutte le parti di "JoJo", ci sono troppo affezionato, ma "Vento Aureo" ha secondo me qualcosa in più: personaggi indimenticabili, stand stravaganti e unici, OST fantastiche e cast giapponese stellare. La storia magari è molto semplice, ma riesce comunque a catturare l'attenzione fin da subito.
Da un punto di vista grafico, è la migliore di tutte le parti: i movimenti sono molto più fluidi e meno rigidi, gli effetti visivi sono splendidi e c'è un livello di dettaglio altissimo. Non che il resto sia indegno, anzi adoro tutte le parti di "JoJo", ci sono troppo affezionato, ma "Vento Aureo" ha secondo me qualcosa in più: personaggi indimenticabili, stand stravaganti e unici, OST fantastiche e cast giapponese stellare. La storia magari è molto semplice, ma riesce comunque a catturare l'attenzione fin da subito.
"The wind of change
blows straight into the face of time,
like a stormwind that will ring the
freedom bell"
Scorpions, "Wind of change" (1990)
"Vento Aureo", quinta parte della bizzarra saga creata da Hirohiko Araki, originariamente pubblicata su Shounen Jump della Shueisha tra il 1995 e il 2000, è senza dubbio uno dei suoi elementi più iconici, assurdi, amati e controversi. Anche chi non sa niente di "JoJo" e lo conosce solo di sfuggita tramite i meme che girano in rete, le pubblicità o i riassunti dei volumi sugli albi della Star Comics o i vari videogiochi usciti nel corso degli anni, probabilmente ha notato in qualche modo "Vento Aureo": vuoi per il videogioco dedicato interamente a questa serie, uscito nel 2002 su Playstation 2; vuoi perché il protagonista, Giorno Giovanna, col suo nome ridicolo, i suoi riccioli biondi a forma di cannoli dorati, la giacchetta (rosa) attillata con l'apertura a forma di cuore sul petto, si fa decisamente ricordare; vuoi perché lo stile di disegno con personaggi effeminati che si vestono al buio, accoppiando quanti più colori acidi che fanno a pugni tra loro e accessori più trash possibili, ti resta impresso; vuoi perché "Vento Aureo" è ambientata in Italia, e quindi la tua attenzione viene catalizzata da questi personaggi che si chiamano Prosciutto, Melone, Abbacchio, Illuso e altri termini presi a caso da un dizionario o da un libro di cucina. "Vento Aureo" è sempre stata una delle parti più controverse di "JoJo": i lettori italiani storici, negli anni novanta, spesso non hanno apprezzato il passaggio da uno stile alla "Ken il guerriero" a questi mafiosi secchi, efebici e usciti da una (pessima) rivista di moda, quindi è capitato che abbandonassero qui la lettura del fumetto. Invece in Giappone, dove hanno un'idea dell'Italia tutta loro, ma amano alla follia il nostro Paese, questa parte è amatissima.
Come verrà vista, "Vento Aureo", due decenni più tardi? Ce lo racconta David Production, puntuale nel suo recupero di tutte le serie di "JoJo" attuato sin dal 2012, con la sua versione animata in trentanove episodi, trasmessa tra il 2018 e il 2019 (visibile su Crunchyroll), che pare invece aver dato nuova linfa anche in Italia a una parte della storia che era stata un po' bistrattata, portando vecchi e (soprattutto) nuovi fan a interessarsi ai mafiosi trash di Hirohiko Araki, oggi idoli del pubblico femminile che ne ha apprezzato l'aspetto belloccio e le backstory tormentate, e si è buttato a pesce sulle decine di pupazzetti, figure, accessori a tema usciti negli ultimi anni.
La storia è identica a quella del manga: l'ascesa del giovane gangster in erba Giorno Giovanna e dei suoi compagni, intenzionati a farsi un nome nella malavita, per cambiarne dall'interno le regole e metter così fine a soprusi, ingiustizie e sofferenze della popolazione. Una storia interessante, che li porterà a viaggiare per (quasi, in una storia che parla di mafia l'assenza di una tappa siciliana è imperdonabile) tutto lo Stivale, da Napoli a Venezia, da Roma alla Sardegna, ma che, come nel manga originale, è stata costruita un po' sul momento, cambiando le carte in tavola, eliminando personaggi e storyline come se nulla fosse e aggiungendone altre, legate alla macrostoria dei Joestar, dell'arco e della freccia già visti nelle serie precedenti, con inaspettate e gradite guest star dal passato. È una grande prova d'autore da parte di Araki, che in un mondo anni novanta dove i suoi diretti colleghi sulla rivista sono samurai vagabondi, insegnanti infernali, giovani ninja e piccoli prodi guerrieri, prende e racconta una storia di assurdi mafiosi dal cuore d'oro, ambientata in un'Italia ricostruita sin nei minimi dettagli in paesaggi e architetture, ma dove la gente si veste al buio e si chiama con termini italiani a caso.
Personaggi strambi, ognuno con le sue fisse, i vizi, le caratterizzazioni assurde: abbiamo chi odia il numero 4 (fissa tutta giapponese, poiché porta sfortuna, suonando come "morte"), chi "diventerà il re dei mafiosi", quello che lecca la gente per scoprire se mente o dice la verità, chi è un ragazzetto analfabeta, ignorante e maleducato a cui gli altri devono insegnare a vivere nel modo giusto. Come già visto nelle serie precedenti, il rapporto tra i personaggi passa attraverso gag cafone e "trashissime" che aiutano a renderli un gruppo, una famiglia che tra un durissimo scontro e l'altro si sostiene a vicenda e acquista anche un po' di spessore, complici anche diversi flashback sul loro passato che ci raccontano i loro problemi, i loro sogni, le loro speranze. È un gruppo bizzarro, a cui non è facilissimo affezionarsi, complici anche i poteri veramente strambi che possiedono, ben più complicati e meno scenici di quelli visti in passato (c'è quello che evoca dal nulla cerniere, quello che è un videoregistratore umano, quello che può evocare un virus letale...), e non tutti i personaggi saranno caratterizzati col giusto peso, alcuni risulteranno scialbi, altri usciranno di scena prima che possiamo affezionarci per bene a loro. Resta comunque ben visibile ciò che li accomuna, quel "vento aureo" della giustizia che li porta a ribellarsi a un destino che sembrava per loro già scritto e a lottare per una rivoluzione in cui, guidati dal loro leader spirituale dai riccioli d'oro, credono fermamente.
Un bel messaggio, tra un'assurdità e l'altra, per una serie che comunque risulta appassionante, ricca di belle trovate, combattimenti avvincenti, personaggi iconici per un motivo o per l'altro (il mio cuore sarà sempre per Doppio e i suoi oggetti casuali usati come cornetta del telefono) e scene fantastiche, dove la violenza splatter, il trash e le emozioni si mescolano in maniera unica e indimenticabile.
A livello pratico, "Vento Aureo" non si discosta molto dal modello già settato in "Stardust Crusaders": un viaggio interminabile dove, ad ogni tappa, i nostri dovranno vedersela con agguerriti avversari, fino a raggiungere il boss finale. Gli scontri sono di meno, ma più lunghi, rispetto al passato. La trasposizione animata, fortunatamente, fa chiarezza su molte sequenze che nel manga originale erano confusionarie e difficili da interpretare, e ci offre scontri sempre particolari, ricchi di trovate "trash", di cattivo gusto, ma anche di inventiva e di variabili. L'anime rende giustizia al fumetto: il character design di Takahito Katayama e Takahiro Kishida è fedele a quello di Araki, la regia di Yasuhiro Kimura e Hideya Takahashi è folle e concitata, le animazioni (tra i vari animatori legati alla serie ricordiamo Kohei Ashiya, talmente appassionato da postare di continuo disegni a tema su Twitter) sono di ottimo livello, i doppiatori coinvolti (Kensho Ono, Yuichi Nakamura, Junichi Suwabe, Daiki Yamashita, tra gli altri) sono tutti superstar amatissime dal pubblico e hanno catalizzato parecchio l'attenzione dei fan sulla serie.
Ancora una volta, David Production si diverte un mondo a giocare con "JoJo", coi suoi colori acidi, con le palette swap, con le sue scene folli che vengono impreziosite da urla, animazioni al fulmicotone, onomatopee svolazzanti su schermo. L'iconica scena della "Passione Dance", per dirne una, nel manga originale sono solo poche vignette, e neanche ci si fa caso, qui, invece, è diventata qualcosa di drogatissimo, assurdo e stupendo allo stesso tempo, giustamente diventato virale su Internet in poco tempo.
La serie ci ha messo del suo nell'impreziosire e arricchire il manga, con diverse scene aggiuntive che hanno dato spessore ai personaggi (in particolar modo ai cattivi, inspiegabilmente amatissimi dal pubblico giapponese), ma David Production si è presa il suo tempo per realizzare con cura l'adattamento, prendendosi pause e inserendo episodi riassuntivi qua e là, mentre tirava il fiato. Non mancano le chicche, soprattutto per quanto riguarda noi Italiani: vari paesaggi come la stazione di Napoli, il Colosseo, Castel Sant'Angelo, il Vomero, Piazza San Marco sono stati riprodotti con dovizia di particolari, anche se sono stati asserviti alla storia e serve un po' di sospensione dell'incredulità nell'accettare che ci si possa menare a sangue davanti al Colosseo senza che ci sia nemmeno un'auto o un turista per strada, e che, girando l'angolo, si arrivi dritti dritti a Castel Sant'Angelo (nella realtà distano parecchio). Del resto, noi ben sappiamo che in Italia non ci vestiamo così male, non ci chiamiamo Narancia e Risotto, ma, una volta entrati nel gioco di quest'Italia più assurda che mai, sarà impossibile non divertirsi e non ridere, soprattutto vedendo che, almeno quello, le varie scritte in italiano che compaiono a schermo qua e là sono state controllate da madrelingua e non ci sono troppi errori di ortografia o grammatica, come invece spesso accade.
Come da tradizione, anche stavolta "JoJo" gioca tantissimo anche con il cinema e la musica, regalandoci ovvie citazioni a "Il padrino", ma anche personaggi che si chiamano Clash, Metallica, Spice Girl, Black Sabbath, Aerosmith, Coco Jumbo, Sex Pistols e via dicendo. Ovviamente, la colonna sonora è curatissima, i nuovi brani orchestrati sono d'effetto, alcuni riprendono in una chiave del tutto nuova temi iconici delle serie passate, altri osano di più e inseriscono anche dei testi.
Ben due le sigle d'apertura, per le quali hanno richiamato alcuni degli artisti più amati delle serie precedenti, così come due sono anche le sigle di chiusura, anche stavolta brani di artisti occidentali famosi: "Freek 'n You", brano r'n'b del 1995 dei Jodeci (gruppo di cui uno dei membri si chiama... Jojo!), e l'austera "Modern Crusaders" degli Enigma, che fa da ponte tra la terza e la quinta serie, ricordandoci come Giorno e compagni siano qualcosa di diverso, seppur simile, rispetto al gruppo di Jotaro.
Ci aspettavamo una canzone in italiano e siamo rimasti delusi? Niente paura, come da tradizione della serie, anche "Vento Aureo" ci offre una sorpresa in questo senso, con la consueta versione speciale della opening dedicata al cattivo che fa la sua comparsa verso la fine...
"Vento Aureo" forse non sarà la miglior serie di "JoJo". È strana, è particolare, i personaggi sono talmente bizzarri che possono non piacere, la storia è un po' pasticciata, ma c'è tanto cuore dentro: sia da parte dell'autore originale, che vi ha riversato dentro tutte le sue passioni, il suo strano ma indubbio amore per l'Italia, e ha creato una storia che comunque lascia qualcosa dentro, veicolando bei messaggi; sia da parte della casa d'animazione, che ha svolto un ottimo lavoro dal punto di vista tecnico, per valorizzare l'opera originale, visibilmente divertendosi un mondo. Di certo non lascia indifferenti, e questo è un buon risultato. Magari non ci resterà nel cuore a vita, perché preferiamo Jotaro o Joseph a Giorno; magari invece sì, e ci avrà aiutato a entrare nell'assurdo ma emozionante universo di "JoJo". Chissà. Quel che certo è che gli siamo grati di averci regalato questa bella versione animata della quinta serie, e siamo ancora più grati del fatto che a breve avremo, su Netflix, la sesta.
blows straight into the face of time,
like a stormwind that will ring the
freedom bell"
Scorpions, "Wind of change" (1990)
"Vento Aureo", quinta parte della bizzarra saga creata da Hirohiko Araki, originariamente pubblicata su Shounen Jump della Shueisha tra il 1995 e il 2000, è senza dubbio uno dei suoi elementi più iconici, assurdi, amati e controversi. Anche chi non sa niente di "JoJo" e lo conosce solo di sfuggita tramite i meme che girano in rete, le pubblicità o i riassunti dei volumi sugli albi della Star Comics o i vari videogiochi usciti nel corso degli anni, probabilmente ha notato in qualche modo "Vento Aureo": vuoi per il videogioco dedicato interamente a questa serie, uscito nel 2002 su Playstation 2; vuoi perché il protagonista, Giorno Giovanna, col suo nome ridicolo, i suoi riccioli biondi a forma di cannoli dorati, la giacchetta (rosa) attillata con l'apertura a forma di cuore sul petto, si fa decisamente ricordare; vuoi perché lo stile di disegno con personaggi effeminati che si vestono al buio, accoppiando quanti più colori acidi che fanno a pugni tra loro e accessori più trash possibili, ti resta impresso; vuoi perché "Vento Aureo" è ambientata in Italia, e quindi la tua attenzione viene catalizzata da questi personaggi che si chiamano Prosciutto, Melone, Abbacchio, Illuso e altri termini presi a caso da un dizionario o da un libro di cucina. "Vento Aureo" è sempre stata una delle parti più controverse di "JoJo": i lettori italiani storici, negli anni novanta, spesso non hanno apprezzato il passaggio da uno stile alla "Ken il guerriero" a questi mafiosi secchi, efebici e usciti da una (pessima) rivista di moda, quindi è capitato che abbandonassero qui la lettura del fumetto. Invece in Giappone, dove hanno un'idea dell'Italia tutta loro, ma amano alla follia il nostro Paese, questa parte è amatissima.
Come verrà vista, "Vento Aureo", due decenni più tardi? Ce lo racconta David Production, puntuale nel suo recupero di tutte le serie di "JoJo" attuato sin dal 2012, con la sua versione animata in trentanove episodi, trasmessa tra il 2018 e il 2019 (visibile su Crunchyroll), che pare invece aver dato nuova linfa anche in Italia a una parte della storia che era stata un po' bistrattata, portando vecchi e (soprattutto) nuovi fan a interessarsi ai mafiosi trash di Hirohiko Araki, oggi idoli del pubblico femminile che ne ha apprezzato l'aspetto belloccio e le backstory tormentate, e si è buttato a pesce sulle decine di pupazzetti, figure, accessori a tema usciti negli ultimi anni.
La storia è identica a quella del manga: l'ascesa del giovane gangster in erba Giorno Giovanna e dei suoi compagni, intenzionati a farsi un nome nella malavita, per cambiarne dall'interno le regole e metter così fine a soprusi, ingiustizie e sofferenze della popolazione. Una storia interessante, che li porterà a viaggiare per (quasi, in una storia che parla di mafia l'assenza di una tappa siciliana è imperdonabile) tutto lo Stivale, da Napoli a Venezia, da Roma alla Sardegna, ma che, come nel manga originale, è stata costruita un po' sul momento, cambiando le carte in tavola, eliminando personaggi e storyline come se nulla fosse e aggiungendone altre, legate alla macrostoria dei Joestar, dell'arco e della freccia già visti nelle serie precedenti, con inaspettate e gradite guest star dal passato. È una grande prova d'autore da parte di Araki, che in un mondo anni novanta dove i suoi diretti colleghi sulla rivista sono samurai vagabondi, insegnanti infernali, giovani ninja e piccoli prodi guerrieri, prende e racconta una storia di assurdi mafiosi dal cuore d'oro, ambientata in un'Italia ricostruita sin nei minimi dettagli in paesaggi e architetture, ma dove la gente si veste al buio e si chiama con termini italiani a caso.
Personaggi strambi, ognuno con le sue fisse, i vizi, le caratterizzazioni assurde: abbiamo chi odia il numero 4 (fissa tutta giapponese, poiché porta sfortuna, suonando come "morte"), chi "diventerà il re dei mafiosi", quello che lecca la gente per scoprire se mente o dice la verità, chi è un ragazzetto analfabeta, ignorante e maleducato a cui gli altri devono insegnare a vivere nel modo giusto. Come già visto nelle serie precedenti, il rapporto tra i personaggi passa attraverso gag cafone e "trashissime" che aiutano a renderli un gruppo, una famiglia che tra un durissimo scontro e l'altro si sostiene a vicenda e acquista anche un po' di spessore, complici anche diversi flashback sul loro passato che ci raccontano i loro problemi, i loro sogni, le loro speranze. È un gruppo bizzarro, a cui non è facilissimo affezionarsi, complici anche i poteri veramente strambi che possiedono, ben più complicati e meno scenici di quelli visti in passato (c'è quello che evoca dal nulla cerniere, quello che è un videoregistratore umano, quello che può evocare un virus letale...), e non tutti i personaggi saranno caratterizzati col giusto peso, alcuni risulteranno scialbi, altri usciranno di scena prima che possiamo affezionarci per bene a loro. Resta comunque ben visibile ciò che li accomuna, quel "vento aureo" della giustizia che li porta a ribellarsi a un destino che sembrava per loro già scritto e a lottare per una rivoluzione in cui, guidati dal loro leader spirituale dai riccioli d'oro, credono fermamente.
Un bel messaggio, tra un'assurdità e l'altra, per una serie che comunque risulta appassionante, ricca di belle trovate, combattimenti avvincenti, personaggi iconici per un motivo o per l'altro (il mio cuore sarà sempre per Doppio e i suoi oggetti casuali usati come cornetta del telefono) e scene fantastiche, dove la violenza splatter, il trash e le emozioni si mescolano in maniera unica e indimenticabile.
A livello pratico, "Vento Aureo" non si discosta molto dal modello già settato in "Stardust Crusaders": un viaggio interminabile dove, ad ogni tappa, i nostri dovranno vedersela con agguerriti avversari, fino a raggiungere il boss finale. Gli scontri sono di meno, ma più lunghi, rispetto al passato. La trasposizione animata, fortunatamente, fa chiarezza su molte sequenze che nel manga originale erano confusionarie e difficili da interpretare, e ci offre scontri sempre particolari, ricchi di trovate "trash", di cattivo gusto, ma anche di inventiva e di variabili. L'anime rende giustizia al fumetto: il character design di Takahito Katayama e Takahiro Kishida è fedele a quello di Araki, la regia di Yasuhiro Kimura e Hideya Takahashi è folle e concitata, le animazioni (tra i vari animatori legati alla serie ricordiamo Kohei Ashiya, talmente appassionato da postare di continuo disegni a tema su Twitter) sono di ottimo livello, i doppiatori coinvolti (Kensho Ono, Yuichi Nakamura, Junichi Suwabe, Daiki Yamashita, tra gli altri) sono tutti superstar amatissime dal pubblico e hanno catalizzato parecchio l'attenzione dei fan sulla serie.
Ancora una volta, David Production si diverte un mondo a giocare con "JoJo", coi suoi colori acidi, con le palette swap, con le sue scene folli che vengono impreziosite da urla, animazioni al fulmicotone, onomatopee svolazzanti su schermo. L'iconica scena della "Passione Dance", per dirne una, nel manga originale sono solo poche vignette, e neanche ci si fa caso, qui, invece, è diventata qualcosa di drogatissimo, assurdo e stupendo allo stesso tempo, giustamente diventato virale su Internet in poco tempo.
La serie ci ha messo del suo nell'impreziosire e arricchire il manga, con diverse scene aggiuntive che hanno dato spessore ai personaggi (in particolar modo ai cattivi, inspiegabilmente amatissimi dal pubblico giapponese), ma David Production si è presa il suo tempo per realizzare con cura l'adattamento, prendendosi pause e inserendo episodi riassuntivi qua e là, mentre tirava il fiato. Non mancano le chicche, soprattutto per quanto riguarda noi Italiani: vari paesaggi come la stazione di Napoli, il Colosseo, Castel Sant'Angelo, il Vomero, Piazza San Marco sono stati riprodotti con dovizia di particolari, anche se sono stati asserviti alla storia e serve un po' di sospensione dell'incredulità nell'accettare che ci si possa menare a sangue davanti al Colosseo senza che ci sia nemmeno un'auto o un turista per strada, e che, girando l'angolo, si arrivi dritti dritti a Castel Sant'Angelo (nella realtà distano parecchio). Del resto, noi ben sappiamo che in Italia non ci vestiamo così male, non ci chiamiamo Narancia e Risotto, ma, una volta entrati nel gioco di quest'Italia più assurda che mai, sarà impossibile non divertirsi e non ridere, soprattutto vedendo che, almeno quello, le varie scritte in italiano che compaiono a schermo qua e là sono state controllate da madrelingua e non ci sono troppi errori di ortografia o grammatica, come invece spesso accade.
Come da tradizione, anche stavolta "JoJo" gioca tantissimo anche con il cinema e la musica, regalandoci ovvie citazioni a "Il padrino", ma anche personaggi che si chiamano Clash, Metallica, Spice Girl, Black Sabbath, Aerosmith, Coco Jumbo, Sex Pistols e via dicendo. Ovviamente, la colonna sonora è curatissima, i nuovi brani orchestrati sono d'effetto, alcuni riprendono in una chiave del tutto nuova temi iconici delle serie passate, altri osano di più e inseriscono anche dei testi.
Ben due le sigle d'apertura, per le quali hanno richiamato alcuni degli artisti più amati delle serie precedenti, così come due sono anche le sigle di chiusura, anche stavolta brani di artisti occidentali famosi: "Freek 'n You", brano r'n'b del 1995 dei Jodeci (gruppo di cui uno dei membri si chiama... Jojo!), e l'austera "Modern Crusaders" degli Enigma, che fa da ponte tra la terza e la quinta serie, ricordandoci come Giorno e compagni siano qualcosa di diverso, seppur simile, rispetto al gruppo di Jotaro.
Ci aspettavamo una canzone in italiano e siamo rimasti delusi? Niente paura, come da tradizione della serie, anche "Vento Aureo" ci offre una sorpresa in questo senso, con la consueta versione speciale della opening dedicata al cattivo che fa la sua comparsa verso la fine...
"Vento Aureo" forse non sarà la miglior serie di "JoJo". È strana, è particolare, i personaggi sono talmente bizzarri che possono non piacere, la storia è un po' pasticciata, ma c'è tanto cuore dentro: sia da parte dell'autore originale, che vi ha riversato dentro tutte le sue passioni, il suo strano ma indubbio amore per l'Italia, e ha creato una storia che comunque lascia qualcosa dentro, veicolando bei messaggi; sia da parte della casa d'animazione, che ha svolto un ottimo lavoro dal punto di vista tecnico, per valorizzare l'opera originale, visibilmente divertendosi un mondo. Di certo non lascia indifferenti, e questo è un buon risultato. Magari non ci resterà nel cuore a vita, perché preferiamo Jotaro o Joseph a Giorno; magari invece sì, e ci avrà aiutato a entrare nell'assurdo ma emozionante universo di "JoJo". Chissà. Quel che certo è che gli siamo grati di averci regalato questa bella versione animata della quinta serie, e siamo ancora più grati del fatto che a breve avremo, su Netflix, la sesta.
Devo dire che questa serie di “JoJo” (la quinta) mi ha soddisfatto parecchio e che non farò come in una precedente recensione (il manga “Sanctuary” di Ikegami) in cui ho abbassato il voto perché dava un’immagine positiva della yakuza... qui si parla di mafia (d’altronde è ambientato in Italia...) e il protagonista (Giovanna Giorno) è un quindicenne che ha deciso di diventare una gang star (un mafioso) ma a fin di bene: vuole bloccare il traffico della droga e, per farlo, deve diventare il capo dell’organizzazione. Fortunatamente per noi e grazie al genio di Araki non lo vedremo fare l’ordinaria carriera del gangster... estorsioni, prostituzione, gioco d’azzardo, attività che non sembrano disturbare il nostro GioGio impegnato nella lotta alla droga e alla scalata fino i vertici. Magari lo avrebbero disturbato, ma Araki passa oltre e si butta in quello che sa far meglio: i combattimenti! Personaggi assurdi con Stand (poteri) assurdi lotteranno fra di loro senza esclusione di colpi a sorpresa, e non solo i cattivi avranno perdite... cosa che non sempre è ovvia nei manga per ragazzi.
L’anime è fatto veramente bene e le uniche critiche sono quelle al manga: ve li immaginate mafiosi, assassini che vogliono passare inosservati con quei tipi di look? Oppure Bucciarati che va alla ricerca dei suoi compagni e, visto che è un personaggio positivo, tutti immancabilmente diventano portatori di Stand? Oppure quanti ne fa fuori il suo capo Polpo?
E ancora, i nomi dove li ha presi Araki: Giovanna Giorno che è in realtà un maschio non è il peggiore, cosa ne pensate di Solido Naso o ancora Risotto Nero? Andrea, Luca, Michele non andavano bene?
Ma, se volete dei bei combattimenti (come me), perdonerete tutto questo; ottime le animazioni, buone le musiche (soprattutto nella prima parte).
La David Prodution è stata all’altezza del precedente “Le bizzarre avventure di JoJo: Diamond is Unbreakable” e il voto finale è 9 ½. Ho tolto mezzo voto perché in una serie di quarantadue episodi tre episodi di riepilogo sono un po’ troppi; capisco che in Giappone vedevano un episodio a settimana, mentre io l’ho visto tutto in pochi giorni, ma gli episodi di riepilogo li giustifico solo per serie TV di centinaia di episodi, qui mi è sembrata una scelta per risparmiare due yen.
L’anime è fatto veramente bene e le uniche critiche sono quelle al manga: ve li immaginate mafiosi, assassini che vogliono passare inosservati con quei tipi di look? Oppure Bucciarati che va alla ricerca dei suoi compagni e, visto che è un personaggio positivo, tutti immancabilmente diventano portatori di Stand? Oppure quanti ne fa fuori il suo capo Polpo?
E ancora, i nomi dove li ha presi Araki: Giovanna Giorno che è in realtà un maschio non è il peggiore, cosa ne pensate di Solido Naso o ancora Risotto Nero? Andrea, Luca, Michele non andavano bene?
Ma, se volete dei bei combattimenti (come me), perdonerete tutto questo; ottime le animazioni, buone le musiche (soprattutto nella prima parte).
La David Prodution è stata all’altezza del precedente “Le bizzarre avventure di JoJo: Diamond is Unbreakable” e il voto finale è 9 ½. Ho tolto mezzo voto perché in una serie di quarantadue episodi tre episodi di riepilogo sono un po’ troppi; capisco che in Giappone vedevano un episodio a settimana, mentre io l’ho visto tutto in pochi giorni, ma gli episodi di riepilogo li giustifico solo per serie TV di centinaia di episodi, qui mi è sembrata una scelta per risparmiare due yen.
Comincio con il dire che, prima di iniziare la visione, avevo già letto tutto il manga, quindi ero già a conoscenza del finale e dei vari colpi di scena che sarebbero accaduti. Inoltre, non avevo delle aspettative molto alte, dal momento che consideravo la quinta parte quella meno interessante fra tutte.
Ma più andavo avanti con gli episodi e più mi convincevo di quanto avessi sottovalutato questa parte.
Per quanto riguarda la colonna sonora, sia le sigle che le theme song dei vari personaggi sono eccezionali; la OST di Giorno è realizzata talmente bene, che la si potrebbe applicare a qualsiasi personaggio.
Essendo questa la quinta parte, è possibile vedere molte citazioni alle serie precedenti (in particolare alla terza), motivo per cui consiglio di guardare questa serie solo dopo aver visto le precedenti quattro.
I personaggi principali sono tutti interessanti, e va sottolineato il fatto che la loro caratterizzazione non si ferma solo ai flashback nei primi episodi, in cui viene raccontato il loro passato e il perché hanno deciso di scegliere quello stile di vita, ma essa continui per tutta la serie, permettendo loro di “evolvere” caratterialmente. La causa di questa evoluzione è dovuta principalmente al protagonista Giorno Giovanna, che, riuscendo a guadagnarsi pian piano la fiducia degli altri personaggi, diventa il personaggio più di spicco all’interno del gruppo dei protagonisti, al quale tutti finiscono per ruotare attorno.
In conclusione, consiglio fortemente questa serie, dal momento che riesce nell’obbiettivo di intrattenere lo spettatore tramite un’ottima storia e dei personaggi indimenticabili.
Ma più andavo avanti con gli episodi e più mi convincevo di quanto avessi sottovalutato questa parte.
Per quanto riguarda la colonna sonora, sia le sigle che le theme song dei vari personaggi sono eccezionali; la OST di Giorno è realizzata talmente bene, che la si potrebbe applicare a qualsiasi personaggio.
Essendo questa la quinta parte, è possibile vedere molte citazioni alle serie precedenti (in particolare alla terza), motivo per cui consiglio di guardare questa serie solo dopo aver visto le precedenti quattro.
I personaggi principali sono tutti interessanti, e va sottolineato il fatto che la loro caratterizzazione non si ferma solo ai flashback nei primi episodi, in cui viene raccontato il loro passato e il perché hanno deciso di scegliere quello stile di vita, ma essa continui per tutta la serie, permettendo loro di “evolvere” caratterialmente. La causa di questa evoluzione è dovuta principalmente al protagonista Giorno Giovanna, che, riuscendo a guadagnarsi pian piano la fiducia degli altri personaggi, diventa il personaggio più di spicco all’interno del gruppo dei protagonisti, al quale tutti finiscono per ruotare attorno.
In conclusione, consiglio fortemente questa serie, dal momento che riesce nell’obbiettivo di intrattenere lo spettatore tramite un’ottima storia e dei personaggi indimenticabili.
Premessa: conto che tutti quelli che leggeranno questo post abbiano un'infarinatura di cosa sia "Jojo", tanto meglio se non hanno saltato la visione delle serie precedenti, da "Phantom Blood" a "Diamond is Unbrekable".
Immaginate di essere un impiegato - ok, un camorrista, ma nell'economia della serie conta poco - che è riuscito ad ottenere un lavoro stabile, degli amici e una vita tranquilla, se non onesta. State lentamente facendo carriera e, ammettiamolo, ve lo siete pure meritato. Per come siete nati e cresciuti, nella sfiga più nera, dovreste essere felici. Eppure, in cuor vostro, non esiste altro che frustrazione e impotenza. Siete costretti a vedere il lato peggiore delle persone, a commettere atti illeciti per conto del vostro capo, a violare quotidianamente il vostro senso di giustizia. Continuate a ripetervi che lo fanno tutti, che in questo mondo corrotto non potreste fare la differenza. Ma quel sentimento permane.
E poi incontrate un biondino dai capelli buffi che, con l'arroganza tipica di un quindicenne, vi dice che ha un sogno e farà di tutto per realizzarlo. Rovescerà il sistema, diventerà il nuovo capo, ma ha bisogno del vostro aiuto. Vi tende la mano. E voi gliela date, quella mano. La sua è un'impresa impossibile, avrete tutta l'Italia contro e probabilmente ci lascerete la pelle prima ancora di realizzarlo, questo sogno. Ma nel corso di questa folle avventura avrete pure l'opportunità di cambiare le cose. Fare "la cosa giusta", che sia salvare i propri affetti, punire i malvagi o garantire un futuro a una ragazza innocente, vi fa sentire bene. Vi fa sentire vivi, per la prima volta dopo tanto tempo. E quindi ne vale la pena. Nonostante i sacrifici, gli ostacoli, la sofferenza, il vento aureo continuerà a soffiare.
"Vento Aureo" è la quinta serie de "Le bizzarre avventure di Jojo", la terza con gli stand. È in assoluto la parte preferita dai Giapponesi, ed è facile elencarne i motivi: l'ambientazione italiana, il ritorno del tema del viaggio come in "Stardust Crusaders", una formula di combattimenti ormai giunta a maturazione e un cast di protagonisti e avversari particolarmente azzeccato anche nell'estetica (vengono introdotti nella saga i "bishonen", per seguire le tendenze dell'epoca e del crescente pubblico femminile). Venti anni dopo la pubblicazione il manga è ancora amatissimo in patria. Ciò non vuol dire che "Vento Aureo" sia oggettivamente la parte migliore delle otto finora esistenti, ma che lo studio di animazione David Production avesse tra le mani una gallina d'oro sì.
Ed è innegabile l'impegno dello staff per farla fruttare. Il character design è il più simile al tratto di Araki, le animazioni sono quasi sempre di ottimo livello, la regia fa il possibile per chiarire quelle battaglie che su carta risultavano confuse (e quegli stand "che funzionano"), il cast di doppiatori è di primissimo livello: Junichi Suwabe, Yuuichi Nakamura, Kensho "Kuroko" Ono, Daiki "Deku" Yamashita, Kousuke Toriumi, Junya Enoki solo per citare i protagonisti. La colonna sonora, ad opera di un Yuugo Kanno particolarmente ispirato, contribuisce a restituire la solennità di alcune scene e la comicità di altre. Per la prima opening "Fighting Gold" sono persino tornati a collaborare dopo anni i due compositori della sigla di "Neon Genesis Evangelion", Neiko Oikawa e Toshiyuki Omori.
Fosse "solo" questo, si potrebbe pensare che David Production si sia limitata a fare il compitino con un maggiore budget a disposizione; la devozione nei confronti del materiale originale si esprime nelle molte scene aggiunte e riscritture che espandono il ruolo e il destino di alcuni personaggi, soprattutto i membri de La Squadra Esecuzione (uno dei più amati gruppi di cattivi nella storia degli shonen, oserei dire anche uno dei più riuscititi) che il mangaka "inventava" di settimana in settimana. Queste sequenze, da sole, rendono "Vento Aureo" il miglior adattamento finora e una visione da preferire alla lettura stessa del manga. Se si può muovere una critica al regista Tsuda è la mancanza di coraggio nel correggere alcuni acclamati difetti del fumetto di Araki: quell'individuo sparisce ancora a metà serie, i poteri di Giorno Giovanna restano fluttuanti, il finale è anticlimatico, ecc. Faccio i miei complimenti per aver migliorato tutto il resto, nella speranza che questo felice connubio tra David Production e "Jojo" non finisca mai.
Immaginate di essere un impiegato - ok, un camorrista, ma nell'economia della serie conta poco - che è riuscito ad ottenere un lavoro stabile, degli amici e una vita tranquilla, se non onesta. State lentamente facendo carriera e, ammettiamolo, ve lo siete pure meritato. Per come siete nati e cresciuti, nella sfiga più nera, dovreste essere felici. Eppure, in cuor vostro, non esiste altro che frustrazione e impotenza. Siete costretti a vedere il lato peggiore delle persone, a commettere atti illeciti per conto del vostro capo, a violare quotidianamente il vostro senso di giustizia. Continuate a ripetervi che lo fanno tutti, che in questo mondo corrotto non potreste fare la differenza. Ma quel sentimento permane.
E poi incontrate un biondino dai capelli buffi che, con l'arroganza tipica di un quindicenne, vi dice che ha un sogno e farà di tutto per realizzarlo. Rovescerà il sistema, diventerà il nuovo capo, ma ha bisogno del vostro aiuto. Vi tende la mano. E voi gliela date, quella mano. La sua è un'impresa impossibile, avrete tutta l'Italia contro e probabilmente ci lascerete la pelle prima ancora di realizzarlo, questo sogno. Ma nel corso di questa folle avventura avrete pure l'opportunità di cambiare le cose. Fare "la cosa giusta", che sia salvare i propri affetti, punire i malvagi o garantire un futuro a una ragazza innocente, vi fa sentire bene. Vi fa sentire vivi, per la prima volta dopo tanto tempo. E quindi ne vale la pena. Nonostante i sacrifici, gli ostacoli, la sofferenza, il vento aureo continuerà a soffiare.
"Vento Aureo" è la quinta serie de "Le bizzarre avventure di Jojo", la terza con gli stand. È in assoluto la parte preferita dai Giapponesi, ed è facile elencarne i motivi: l'ambientazione italiana, il ritorno del tema del viaggio come in "Stardust Crusaders", una formula di combattimenti ormai giunta a maturazione e un cast di protagonisti e avversari particolarmente azzeccato anche nell'estetica (vengono introdotti nella saga i "bishonen", per seguire le tendenze dell'epoca e del crescente pubblico femminile). Venti anni dopo la pubblicazione il manga è ancora amatissimo in patria. Ciò non vuol dire che "Vento Aureo" sia oggettivamente la parte migliore delle otto finora esistenti, ma che lo studio di animazione David Production avesse tra le mani una gallina d'oro sì.
Ed è innegabile l'impegno dello staff per farla fruttare. Il character design è il più simile al tratto di Araki, le animazioni sono quasi sempre di ottimo livello, la regia fa il possibile per chiarire quelle battaglie che su carta risultavano confuse (e quegli stand "che funzionano"), il cast di doppiatori è di primissimo livello: Junichi Suwabe, Yuuichi Nakamura, Kensho "Kuroko" Ono, Daiki "Deku" Yamashita, Kousuke Toriumi, Junya Enoki solo per citare i protagonisti. La colonna sonora, ad opera di un Yuugo Kanno particolarmente ispirato, contribuisce a restituire la solennità di alcune scene e la comicità di altre. Per la prima opening "Fighting Gold" sono persino tornati a collaborare dopo anni i due compositori della sigla di "Neon Genesis Evangelion", Neiko Oikawa e Toshiyuki Omori.
Fosse "solo" questo, si potrebbe pensare che David Production si sia limitata a fare il compitino con un maggiore budget a disposizione; la devozione nei confronti del materiale originale si esprime nelle molte scene aggiunte e riscritture che espandono il ruolo e il destino di alcuni personaggi, soprattutto i membri de La Squadra Esecuzione (uno dei più amati gruppi di cattivi nella storia degli shonen, oserei dire anche uno dei più riuscititi) che il mangaka "inventava" di settimana in settimana. Queste sequenze, da sole, rendono "Vento Aureo" il miglior adattamento finora e una visione da preferire alla lettura stessa del manga. Se si può muovere una critica al regista Tsuda è la mancanza di coraggio nel correggere alcuni acclamati difetti del fumetto di Araki: quell'individuo sparisce ancora a metà serie, i poteri di Giorno Giovanna restano fluttuanti, il finale è anticlimatico, ecc. Faccio i miei complimenti per aver migliorato tutto il resto, nella speranza che questo felice connubio tra David Production e "Jojo" non finisca mai.
Questa parte di "Jojo" è considerata la più "debole" di tutte e sei... ma a me è piaciuta. Io il manga non l'ho letto, e non penso che ci sia bisogno di leggerlo. Tutti e trentanove gli episodi mi hanno soddisfatto, in particolare gli ultimi due. Molti hanno salutato questa quinta parte con i canali lacrimali straripati, molti invece come me con un sorriso di soddisfazione e un applauso, altri invece con un sorriso critico.
Parlando dell'anime, le cose che mi hanno soddisfatto molto sono state le animazioni, in particolare quelle a metà serie. I personaggi, dei quali scopriremo anche il passato andando avanti con gli episodi, sono tutti ben caratterizzati.
Parlando della trama, in questa parte scopriremo le origini delle "Frecce" e la loro capacità di far evolvere gli stand in un "requiem".
La colonna sonora l'ho apprezzata molto (il theme di Giorno sta bene su tutto), poi le due sigle sono semplicemente sublimi. Consiglio: non saltate le sigle agli episodi 34 e 38.
Io quindi do un 10/10 a questa quinta parte, penso che questo sia stato uno degli anime migliori della stagione 2018-2019.
Parlando dell'anime, le cose che mi hanno soddisfatto molto sono state le animazioni, in particolare quelle a metà serie. I personaggi, dei quali scopriremo anche il passato andando avanti con gli episodi, sono tutti ben caratterizzati.
Parlando della trama, in questa parte scopriremo le origini delle "Frecce" e la loro capacità di far evolvere gli stand in un "requiem".
La colonna sonora l'ho apprezzata molto (il theme di Giorno sta bene su tutto), poi le due sigle sono semplicemente sublimi. Consiglio: non saltate le sigle agli episodi 34 e 38.
Io quindi do un 10/10 a questa quinta parte, penso che questo sia stato uno degli anime migliori della stagione 2018-2019.
Araki, con questa avventura italiana del suo oramai pluriennale manga, da cui è tratta questa trasposizione animata, non delude chi ama gli anime d'azione. Ma, nonostante cerchi di non scadere negli stereotipi da shounen, commette degli errori che a me fanno inorridire.
Il character design dei personaggi è quanto meno ridicolo, sia nelle acconciature dei capelli che nei vestiti; considerato che poi in tutti gli episodi devono passare inosservati, come si fa a mimetizzarsi, se vai in giro vestito come uno dei Village People? Poi, se i personaggi principali stanno sempre sul chi vive per cercare un portatore di stand rivale, basterebbe soltanto puntare il primo personaggio vestito e pettinato da deficiente, che si azzecca al 100%.
Per quanto riguarda la scelta dei nomi, Araki conferma il proprio cattivo gusto, quasi offensivo nei confronti del Bel Paese; la serie è ambientata a Napoli, chiamare un personaggio Ciro Esposito pareva brutto? Abbiamo nomi come Giorno Giovanna, il protagonista, ma, tranquilli, Araki fa di peggio: abbiamo Leone Abbacchio, Risotto Nero, Solido Naso, e pure dei poveretti chiamati Pannacotta Fugo e Narancia Ghirga.
Se si riesce a ignorare tutto questo, l'anime risulta comunque godibile.
Il character design dei personaggi è quanto meno ridicolo, sia nelle acconciature dei capelli che nei vestiti; considerato che poi in tutti gli episodi devono passare inosservati, come si fa a mimetizzarsi, se vai in giro vestito come uno dei Village People? Poi, se i personaggi principali stanno sempre sul chi vive per cercare un portatore di stand rivale, basterebbe soltanto puntare il primo personaggio vestito e pettinato da deficiente, che si azzecca al 100%.
Per quanto riguarda la scelta dei nomi, Araki conferma il proprio cattivo gusto, quasi offensivo nei confronti del Bel Paese; la serie è ambientata a Napoli, chiamare un personaggio Ciro Esposito pareva brutto? Abbiamo nomi come Giorno Giovanna, il protagonista, ma, tranquilli, Araki fa di peggio: abbiamo Leone Abbacchio, Risotto Nero, Solido Naso, e pure dei poveretti chiamati Pannacotta Fugo e Narancia Ghirga.
Se si riesce a ignorare tutto questo, l'anime risulta comunque godibile.