Fatal Fury - The Motion Picture
E arriviamo infine al terzo e ultimo anime realizzato per la Fuji Tv e portato qui in Italia dalla Yamato, reperibile su youtube come gli altri.
Premetto che più che ai precedenti special di Fatal Fury questo film (è stato portato nei cinema giapponesi) assomiglia alla prima parte di Saint Seiya: la bella principessa da difendere (Soulia) al posto di Lady Saori e i pezzi di un’armatura da recuperare…
Mentre il primo episodio era composto da combattimenti credibili, questo "Fatal Fury - The motion picture" ha preso dal secondo e lo ha portato agli estremi: colpi dalla potenza incredibile caratterizzati dalla luminoscenza, soprannaturale a piene mani, di fatto sembra proprio Saint Seya.
I protagonisti restano sempre più i ragazzi del trio Joe Higashi, Terry e Andy Bogart con l’aggiunta di Mai Shiranui che con degli effetti speciali si trasforma, nel senso che li spoglia degli abiti normali per indossare quelli da combattimento, c’è persino un cameo di Geese Howard, che appare, ma non combina niente.
Il film pur non essendo niente di speciale si fa apprezzare perché nonostante tutti i suoi limiti, ti tiene compagnia per oltre un’ora e mezza.
La grafica è simile a quella dei due special, quindi direi “agée” ma non brutta… certo per l’aspetto fisico i nostri eroi difficilmente vincerebbero il premio husbando. Il carattere dei personaggi è appena abbozzato, quel tanto che basta per capire per cosa combattono, con il malvagio che vuole conquistare il mondo e i suoi scagnozzi con poteri particolari che inizialmente mettono a dura prova i protagonisti per poi essere vinti facilmente sul finale: ingenuità che ritroviamo in molti prodotti anche di oggi.
Il mio voto è un bel sette.
Premetto che più che ai precedenti special di Fatal Fury questo film (è stato portato nei cinema giapponesi) assomiglia alla prima parte di Saint Seiya: la bella principessa da difendere (Soulia) al posto di Lady Saori e i pezzi di un’armatura da recuperare…
Mentre il primo episodio era composto da combattimenti credibili, questo "Fatal Fury - The motion picture" ha preso dal secondo e lo ha portato agli estremi: colpi dalla potenza incredibile caratterizzati dalla luminoscenza, soprannaturale a piene mani, di fatto sembra proprio Saint Seya.
I protagonisti restano sempre più i ragazzi del trio Joe Higashi, Terry e Andy Bogart con l’aggiunta di Mai Shiranui che con degli effetti speciali si trasforma, nel senso che li spoglia degli abiti normali per indossare quelli da combattimento, c’è persino un cameo di Geese Howard, che appare, ma non combina niente.
Il film pur non essendo niente di speciale si fa apprezzare perché nonostante tutti i suoi limiti, ti tiene compagnia per oltre un’ora e mezza.
La grafica è simile a quella dei due special, quindi direi “agée” ma non brutta… certo per l’aspetto fisico i nostri eroi difficilmente vincerebbero il premio husbando. Il carattere dei personaggi è appena abbozzato, quel tanto che basta per capire per cosa combattono, con il malvagio che vuole conquistare il mondo e i suoi scagnozzi con poteri particolari che inizialmente mettono a dura prova i protagonisti per poi essere vinti facilmente sul finale: ingenuità che ritroviamo in molti prodotti anche di oggi.
Il mio voto è un bel sette.
La terza avventura animata dei fratelli Bogard si distingue dalle precedenti per diverse cose.
In primis perché è un film per il cinema, a differenza dei precedenti special. In secundis, perché presenta una storia del tutto nuova, che non si rifà a nessuna delle trame dei videogiochi.
"Fatal Fury: The motion picture" contrappone Terry a Laocoon Godamas, un magnate greco che brama di impossessarsi di una sacra armatura la quale gli donerebbe illimitati poteri con cui dominare il pianeta. A Terry e ai consueti compagni d’avventura Andy, Joe e Mai il compito di fermare lui e i suoi scagnozzi, con l’aiuto di Sulia, l’affascinante sorella gemella del loro nuovo nemico, che a Terry si legherà sentimentalmente.
L’idea di creare una trama originale in cui muovere i personaggi del secondo episodio (quello più di successo a livello di trasposizioni animate e cartacee), anziché adattare in animazione il terzo, si rivela a mio avviso molto buona. Del resto, il cast di Fatal Fury 2 era variegato e interessante e ben si presta a un’ulteriore avventura slegata dalla continuity dei videogames.
La saga di Fatal Fury, poi, ha sempre giocato con l’archeologia, le leggende, gli artefatti o le pergamene dotati di mistici poteri, e la storia dell’armatura sacra, nonostante paghi un pesante pegno a Saint Seiya, è davvero molto affascinante. Vedere i personaggi spostarsi da un capo all’altro del mondo per recuperarne i pezzi permette agli spettatori di visitare diverse location di grande appeal e splendidamente ritratte, spesso e volentieri anche dotate di un fascino esotico che ben si confà all’avventura archeologica alla Indiana Jones.
Il film procede liscio come l’olio presentando diversi temi al suo interno: c’è l’avventura, c’è il mistero, c’è l’umorismo, ci sono i combattimenti a base di arti marziali e c’è il sentimento, che non manca mai nelle produzioni dedicate a Fatal Fury e qui viene ben esemplificato dalle love stories tra Andy e Mai tra Terry e Sulia (con il ricordo della bella Lily del primo film che è sempre presente).
Il problema di "Fatal Fury: The motion picture" qual è, allora? Sempre il solito, ossia che, cercando d'inserirsi nella continuity dei videogiochi, offre dei cammei a tutti i personaggi che ne facevano parte, da Big Bear a Geese Howard, da Lawrence Blood a Duck King, da Jubei Yamada a Cheng Shinzhan, da Richard Mayer a Billy Kane, passando per Kim Kaphwan e famiglia. Alcuni di questi si erano solo malamente intravisti nei film precedenti, alcuni non erano mai neppure apparsi, e si continua a farli apparire soltanto per una manciata di secondi senza spiegarne le motivazioni o le storie personali, di cui vengono dati solo sparuti accenni che risultano incomprensibili per uno spettatore che non ha mai messo mano a un episodio della serie di videogiochi. Si tratta di comparsate atte a contestualizzare la vicenda e che fanno sorridere i fans dei giochi, ma che onestamente lasciano il tempo che trovano.
Rimane molto buona la caratterizzazione del quartetto protagonista e di Sulia, mentre invece gli stessi cattivi, Laocoon compreso, non hanno una psicologia ma sono dei personaggi unicamente “stilosi” a livello estetico.
Fra i pregi del film, oltre alla storia incalzante e ben narrata, sono da annoverare anche gli splendidi disegni, animazioni e colori, più soffusi e poetici rispetto alle incarnazioni precedenti. Ottimo come sempre anche il doppiaggio dell’edizione italiana, che recupera tutto il cast di personaggi dei film precedenti (compreso il doppio ruolo di Giovanni Battezzato per Big Bear e Lawrence Blood) e ci offre, fra i nuovi, una splendida Alessandra Karpoff, che riesce a caratterizzare perfettamente una Sulia sbarazzina o drammatica, a seconda dell’occasione, e un superbo, femmineo e sottilmente malvagio Luigi Rosa nel ruolo di Laocoon.
Tirando le somme, questo "Fatal Fury: The motion picture" è un film molto piacevole e appassionante che, anche se non privo di difetti, chiude degnamente la trilogia e rimane una visione abbastanza gradevole per gli appassionati di questo tipo di storie.
In primis perché è un film per il cinema, a differenza dei precedenti special. In secundis, perché presenta una storia del tutto nuova, che non si rifà a nessuna delle trame dei videogiochi.
"Fatal Fury: The motion picture" contrappone Terry a Laocoon Godamas, un magnate greco che brama di impossessarsi di una sacra armatura la quale gli donerebbe illimitati poteri con cui dominare il pianeta. A Terry e ai consueti compagni d’avventura Andy, Joe e Mai il compito di fermare lui e i suoi scagnozzi, con l’aiuto di Sulia, l’affascinante sorella gemella del loro nuovo nemico, che a Terry si legherà sentimentalmente.
L’idea di creare una trama originale in cui muovere i personaggi del secondo episodio (quello più di successo a livello di trasposizioni animate e cartacee), anziché adattare in animazione il terzo, si rivela a mio avviso molto buona. Del resto, il cast di Fatal Fury 2 era variegato e interessante e ben si presta a un’ulteriore avventura slegata dalla continuity dei videogames.
La saga di Fatal Fury, poi, ha sempre giocato con l’archeologia, le leggende, gli artefatti o le pergamene dotati di mistici poteri, e la storia dell’armatura sacra, nonostante paghi un pesante pegno a Saint Seiya, è davvero molto affascinante. Vedere i personaggi spostarsi da un capo all’altro del mondo per recuperarne i pezzi permette agli spettatori di visitare diverse location di grande appeal e splendidamente ritratte, spesso e volentieri anche dotate di un fascino esotico che ben si confà all’avventura archeologica alla Indiana Jones.
Il film procede liscio come l’olio presentando diversi temi al suo interno: c’è l’avventura, c’è il mistero, c’è l’umorismo, ci sono i combattimenti a base di arti marziali e c’è il sentimento, che non manca mai nelle produzioni dedicate a Fatal Fury e qui viene ben esemplificato dalle love stories tra Andy e Mai tra Terry e Sulia (con il ricordo della bella Lily del primo film che è sempre presente).
Il problema di "Fatal Fury: The motion picture" qual è, allora? Sempre il solito, ossia che, cercando d'inserirsi nella continuity dei videogiochi, offre dei cammei a tutti i personaggi che ne facevano parte, da Big Bear a Geese Howard, da Lawrence Blood a Duck King, da Jubei Yamada a Cheng Shinzhan, da Richard Mayer a Billy Kane, passando per Kim Kaphwan e famiglia. Alcuni di questi si erano solo malamente intravisti nei film precedenti, alcuni non erano mai neppure apparsi, e si continua a farli apparire soltanto per una manciata di secondi senza spiegarne le motivazioni o le storie personali, di cui vengono dati solo sparuti accenni che risultano incomprensibili per uno spettatore che non ha mai messo mano a un episodio della serie di videogiochi. Si tratta di comparsate atte a contestualizzare la vicenda e che fanno sorridere i fans dei giochi, ma che onestamente lasciano il tempo che trovano.
Rimane molto buona la caratterizzazione del quartetto protagonista e di Sulia, mentre invece gli stessi cattivi, Laocoon compreso, non hanno una psicologia ma sono dei personaggi unicamente “stilosi” a livello estetico.
Fra i pregi del film, oltre alla storia incalzante e ben narrata, sono da annoverare anche gli splendidi disegni, animazioni e colori, più soffusi e poetici rispetto alle incarnazioni precedenti. Ottimo come sempre anche il doppiaggio dell’edizione italiana, che recupera tutto il cast di personaggi dei film precedenti (compreso il doppio ruolo di Giovanni Battezzato per Big Bear e Lawrence Blood) e ci offre, fra i nuovi, una splendida Alessandra Karpoff, che riesce a caratterizzare perfettamente una Sulia sbarazzina o drammatica, a seconda dell’occasione, e un superbo, femmineo e sottilmente malvagio Luigi Rosa nel ruolo di Laocoon.
Tirando le somme, questo "Fatal Fury: The motion picture" è un film molto piacevole e appassionante che, anche se non privo di difetti, chiude degnamente la trilogia e rimane una visione abbastanza gradevole per gli appassionati di questo tipo di storie.
Torna il trio formato da Terry Bogard, Andy Bogard e Joe Higashi, i quali stavolta saranno accompagnati dalla prorompente Mai Shiranui. Questo film uscì nelle sale cinematografiche giapponesi nel 1994 e si distingue per l'ottima cura riservata ai colori, alle animazioni e alle buone musiche di background (molto bella la sigla finale "Oh Angel", trovabile in due versioni distinte: giapponese e inglese).
Ma parliamo della trama: l'ambizioso Lacoon Godamas, insieme a sui tre aiutanti, mira a ricomporre l'armatura di Marte, artefatto che dona poteri enormi al suo proprietario per ogni pezzo indossato. La sorella di Godamas, Sulia, per fermare le mire del fratello va alla ricerca di Terry Bogard, colui che sconfisse Geese Howard e Wolfagang Krauser. Inutile dire che il nostro eroe, accompagnato dal fratello Andy e dagli amici Joe e Mai, si schiererà dalla parte della ragazza per l'ennesima battaglia tra bene e male.
Inutile pure dire che se vi piacciono gli anime ricchi di combattimento e amate i personaggi di Fatal Fury <i>dovete</i> assolutamente vedere questo film - oltre ai due special tv precedenti, sopratutto il secondo, che aiuta a capire alcuni passaggi della trama in questo terzo episodio. Come ho detto il film è molto curato in ogni aspetto, non sarà un capolavoro ma per me ha più spessore di un film dei Cavalieri dello Zodiaco. Decisamente consigliata la visione, anche se sarà ardua recuperare la VHS originale, ché purtroppo Yamato Video non ha pubblicato la serie in DVD. Magari in futuro, chissà. Buona visione!
Ma parliamo della trama: l'ambizioso Lacoon Godamas, insieme a sui tre aiutanti, mira a ricomporre l'armatura di Marte, artefatto che dona poteri enormi al suo proprietario per ogni pezzo indossato. La sorella di Godamas, Sulia, per fermare le mire del fratello va alla ricerca di Terry Bogard, colui che sconfisse Geese Howard e Wolfagang Krauser. Inutile dire che il nostro eroe, accompagnato dal fratello Andy e dagli amici Joe e Mai, si schiererà dalla parte della ragazza per l'ennesima battaglia tra bene e male.
Inutile pure dire che se vi piacciono gli anime ricchi di combattimento e amate i personaggi di Fatal Fury <i>dovete</i> assolutamente vedere questo film - oltre ai due special tv precedenti, sopratutto il secondo, che aiuta a capire alcuni passaggi della trama in questo terzo episodio. Come ho detto il film è molto curato in ogni aspetto, non sarà un capolavoro ma per me ha più spessore di un film dei Cavalieri dello Zodiaco. Decisamente consigliata la visione, anche se sarà ardua recuperare la VHS originale, ché purtroppo Yamato Video non ha pubblicato la serie in DVD. Magari in futuro, chissà. Buona visione!