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Shirubia

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Shirubia

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9,5
Questa opera può essere benissimo definita un piccolo capolavoro.

La storia narra di due giovani ragazzi che vogliono prendersi la "rivincita" contro un mondo che li ha usati e gettati via. Cavie di un progetto che voleva trasformarli in esseri superiori, menti sapienti, ma che invece ha tolto loro passato, presente e futuro. Bambini fantasma.

Avrei preferito che il passato dei ragazzi fosse stato approfondito di più, così come le intenzioni di Five. Ciò non toglie la bellezza e la profondità dell'opera.
La trama, seppur semplice, sfiora i temi delicati della solitudine, dei soprusi e delle violenze, ma lascia anche spazio a un messaggio di speranza.

"Ricordati che anche noi abbiamo vissuto". L'inno alla vita.


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HakMaxSalv92

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9,5
Non si riescono a trovare le parole per interpretare e/o definire quanto appena visto, sentito, accaduto ed espresso qui. Quindi è necessario seguire un filo logico/cronologico molto sensibile e delicato, perché delicata e sensibile è la trama che ivi si profila. Ogni episodio costituisce un tassello/tessera di questo piccolo ma significativo mosaico di eventi, luoghi, momenti, situazioni, casi, contesti e vicende sia pubbliche che private trascurate per molto tempo e che improvvisamente, quando meno ce lo si aspetta, "riesplodono" in maniera spaventosa, terrificante, generando delle "onde" di diversa intensità crescente, che letteralmente e concretamente, a poco a poco, annientano e distruggono tutto ciò che incontrano, trascinando con sé tutti quelli che ne sono stati appunto protagonisti, testimoni e/o artefici indiretti e/o diretti.

Attenzione: la recensione contiene spoiler

Il tutto comincia con quello che all'apparenza sembra un gioco innocente, ma che in realtà di innocente non ha niente. Due ragazzini, Nine e Twelve, evasi da una struttura, decidono di vendicarsi del sistema che li ha rinchiusi per sottoporli ad esperimenti e trattamenti crudeli e disumani. Quindi decidono di organizzare un attentato, senza però stranamente uccidere nessuno, ma comunque provandoci, perché vogliono che il resto del mondo si accorga di loro, della loro esistenza/presenza, e quindi si accorga degli orrori, dei patimenti, delle sofferenze che sono stati costretti ad accettare, sopportare, tollerare nel nome del cosiddetto "progresso". A tal proposito caricano dei video su YouTube, perché vogliono farsi notare e mettere in evidenza sé stessi e palesare le loro intenzioni, attirando così l'attenzione. Per fare ciò, ricorrono a dei miti della classicità greca, inventando indovinelli sui miti, in particolare su quello di Edipo, e fornendo così indizi alla polizia riguardo alle ubicazioni degli ordigni e quindi degli obiettivi da loro designati per il compimento dei loro attentati. Sembrerebbe quindi che la trama sia già stata delineata, ma così non è: nei primi quattro episodi abbiamo visto l'attività dei due principali protagonisti/antagonisti, ma è dal quinto episodio che la situazione si fa particolarmente tesa, poiché subentra una loro vecchia conoscenza, ovvero Five, la quale dimostra di essere altrettanto pericolosa e spregiudicata, pur di raggiungere il suo scopo di eliminare i due. Quindi il caso assume poi connotati ancora più angoscianti, quando riemergono le vicende di molti personaggi secondari ma anche di quelli primari, i quali sono rimasti profondamente segnati dall'incontro e dal rapporto con questi. In particolare Nine, ma anche Five, hanno dei ricordi e dei sogni ricorrenti molto spiacevoli che riaffiorano molto spesso e li fanno sentire letteralmente e concretamente a terra, ma che li spingono anche a fare quello che fanno per raggiungere il loro scopo comune, ovvero mettere in luce le atrocità del governo giapponese e in particolare di alcuni suoi ex esponenti che si sono distinti per la loro spregiudicatezza nel finanziare un progetto così meschino e subdolo come "Atena" per la selezione di determinati bambini plusdotati o affetti dalla "famosa sindrome dell'idiota sapiente o de l'idiot savant", la quale può essere anche accostata alla Sindrome di Asperger o di Tourette. La polizia giapponese cerca di indagare fino in fondo, in modo particolare Shibazaki è determinato ad andare fino in fondo, anche ad interrogare gli ex esponenti del governo giapponese che avrebbero approvato il progetto Atena, tra cui quello che ha decretato il suo sollevamento dalla sua posizione di investigatore, ovvero Mamiya. Questi gli spiega il perché di tutto questo, affermandogli che, essendo uno dei sopravvissuti della Seconda Guerra Mondiale e delle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki, come i parenti di Shibazaki, non poteva tollerare e/o sopportare l'idea di essere sopravvissuto e che il Giappone fosse stato sconfitto. Pertanto, decise di utilizzare la sua influenza e il suo ruolo nel governo giapponese insieme ad altri esponenti, per fare in modo che il mondo precipitasse nel caos, e quindi approvò il progetto Atena per la creazione di esseri umani dotati di doti e facoltà superiore, per costruire un nuovo Giappone totalmente indipendente dagli Stati Uniti, i quali, a sua detta, come a detta di tanti conservatori e di tanti altri che li detestano, sono i principali responsabili degli attentati terroristici e di guerre nel resto del mondo, e che pertanto meritano di provare lo stesso terrore, la stessa angoscia e la stessa disperazione. Alla fine però i due ragazzi riescono a portare a compimento l'impresa, ma non tanto per dimostrare quello che Mamiya si aspettava che facessero, quanto per il fatto di voler essere notati per essere riconosciuti. Purtroppo muoiono, uno ucciso, l'altro alla fine per un collasso, per il fatto che si è tenuto dentro tutto questo per troppo tempo.

Sono proprio gli enigmi e gli indizi a fare da capisaldi e climax per l'intera vicenda, dal primo fino all'ultimo episodio, e costituiscono gli elementi imprescindibili e irrinunciabili per la comprensione della vicenda stessa. Il primo indizio che viene lasciato dai ragazzi è la parola islandese "von", la quale non va confusa con la preposizione tedesca "di" o" da", che in islandese significa speranza; in questo si intende speranza per sé stessi e per il mondo, affinché questi eventi tragici vengano messi in luce e non capitino mai più. Seguono poi gli enigmi della sfinge relativi alle due versioni del mito di Edipo, le quali sono dei rimandi al fatto che i due ragazzi sono stati abbandonati come tanti altri a sé stessi e sono stati e sono stati maltrattati e torturati, e sono in un certo senso destinati a portare avanti e a compiere il loro destino, ovvero distruggere in un certo senso quella "madrepatria" che li ha rinnegati e condannati a vivere una vita fatta di fughe, attacchi terroristici e altro ancora. Possiamo quindi dire che i messaggi relativi al mito che si collegano alla vicenda sono il nucleo attorno a cui ruota tutta la vicenda, ovvero che i ragazzi lasciati in balia di sé e che, essendo dotati di grandi facoltà, non vengono seguiti, cresciuti ed educati da nessuno, non ricevendo quindi alcuna forma di "amore", diventano potenziali criminali e scatenano quindi i loro impulsi più violenti contro i prossimi, per poter restituire il torto a chi glielo ha fatto.

La grafica è ben curata ed esalta molto la vicenda. Più che altro si può dire che è reale, ed è quindi caratterizzata da disegni realistici, così come realistica è l'applicazione del colore. C'è un particolare in uno degli episodi che Twelve illustra e che caratterizza benissimo la vicenda, ovvero quello di essere sinestetico, ovvero di associare suoni e colori nella sua coscienza dualistica, per mettere in risalto i suoi stati mentali, emotivi, e quindi le sue emozioni e sentimenti, che non fa fatica a dimostrare, a differenza del suo compagno Nine, il quale è invece più freddo e distaccato. Questo determina una prima netta differenziazione. Parlando di Lisa, lei sembra invece quasi patetica, per non dire che lo è, anche perché non svolge alcun ruolo significativo nella vicenda. Invece sono Five, Shibazaki e tutti gli altri personaggi più o meno primari e/o secondari a dare un nuovo impulso alla vicenda e a conferirle lo spessore che si intravede e che pone quindi questo anime di fatto tra i primi della classifica. Five è spietata e calcolatrice, mentre Shibazaki è intuitivo, deduttivo e arriva subito al nocciolo della vicenda.

Infine, la colonna sonora, a partire dalla sigla di apertura, per arrivare fino a quella di chiusura, passando per gli assoli di piano e alle sonorità jazz, è semplicemente unica e ben si accosta alla vicenda ivi rappresentata e illustrata, creando dei veri e propri stati di auto-contemplazione, auto-riflessione e auto-percezione/auto-introspezione indubbiamente spontanei e volontari, che hanno un impatto decisivo, forte e indelebile sui personaggi e sulla vicenda. In particolare, la sigla d'apertura parla dell'estate, la quale viene disprezzata da molti dei personaggi dell'anime, in particolare da Shibazaki, ma anche dagli altri, per il fatto che fa un caldo insopportabile, ma soprattutto dal fatto che il 6 e l'8 agosto 1945 ci sono state le due bombe atomiche che hanno distrutto Hiroshima e Nagasaki, da cui l'odio per l'estate.

Un piccolo capolavoro di animazione ma con un senso di profondità ineludibile e inevitabile, che fa rimanere lo spettatore di stucco e di sasso, obbligandolo a riflettere sulla propria natura e su quella della sua umanità in generale. Voto: 9,5


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mick92

Episodi visti: 11/11 --- Voto 6
Trama: la città di Tokyo è sotto attacco, due ragazzini hanno cominciato a piazzare ordigni esplosivi in giro per la città e sottopongono degli indovinelli via Internet, sfidando la polizia a risolverli, pena l'esplosione di vari ordigni.

“Terror in Resonance” inizia con le migliori premesse: il primo episodio è stupendo e getta le basi per un thriller psicologico che incuriosisce per forza di cose lo spettatore. L’opera è ambientata a Tokyo in quest’epoca, tutto è molto realistico, ma col passare delle puntate tutti i personaggi hanno comportamenti illogici, troppe sono le situazioni discutibili. Comprendo che in ogni opera bisogna per forza di cose scendere a compromessi e inserire forzature, ma qui ce ne sono troppe: falle nella sicurezza abissali e un personaggio in particolare che, oltre ad aggiungere banalità a una storia cominciata benissimo, fa reagire tutti gli altri personaggi in modo illogico e irrazionale.
A parte i primi tre episodi, con il proseguimento dell’opera la serie offre spiegazioni sempre più frettolose e senza senso, buchi di trama e azioni discutibili che ti accompagnano per praticamente tre quarti della serie.
Un vero peccato che la sceneggiatura e il character development siano stati trascurati, in un'opera che ne dovrebbe fare punto cardine; essendoci pochi personaggi principali e comprimari quasi inesistenti, potevano fare sicuramente un lavoro migliore.

Ho visto due volte l’opera, perché credevo fossi stato io a non capire certe dinamiche alla prima visione e essermi perso un capolavoro; come dicevo, i primi episodi erano troppo accattivanti e oggettivamente ben riusciti, non mi spiegavo il perché di quella “caduta di stile”, ma purtroppo la seconda visione ha solo accentuato i difetti.

Le animazioni sono di buon livello e disegni realistici, adatti all'atmosfera realistica dell’anime.
La colonna sonora è fatta molto bene, sia l'opening sia l'ending che le musiche che accompagnano la visione (credo sia proprio per questo motivo che alla fine me lo sono guardato tutto due volte).

Conclusioni: “Terror in Resonance” si potrebbe considerare un'opera incompleta. I protagonisti erano pure accattivanti, ma ci si è persi cercando di realizzare un qualcosa di troppo ambizioso, scadendo nel banale.
Consiglio "Terror in Resonance" a chi ama il crimine con una storia da raccontare; pur non essendo uno dei migliori, l'anime sa alla fine trasmettere un messaggio.

Voto complessivo: 6


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hideyoshisokiyuki

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8,5
Recensione in pillole: opera questa davvero degna di nota, le animazioni ottime e la soundtrack sempre on point accompagnano splendidamente lo svolgersi degli eventi, abbastanza veloce e per questo scorrevole e mai pesante; a rimanermi indigesti solo un paio di personaggi, ovverossia Lisa e Five, che cadono entrambe vittime della classica characterization femminile ai due estremi opposti (l'una remissiva e un poco imbranata, l'altra aggressiva e sagace). Gusto personale, può darsi, tuttavia cliché stucchevoli che mi limitano anche nell'apprezzamento pieno di questi generi di media.


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menelito

Episodi visti: 11/11 --- Voto 6
Attenzione: la recensione contiene spoiler

Tralasciando il suo 'engrish' fenomenale, i comportamenti di numero 5 sono piuttosto incoerenti, prima fa di tutto per farli fuori e poi compie un clamoroso passo indietro... potrebbe essere un comportamento in parte giustificabile con la storia della partita a scacchi e quindi col senso di competizione che si era creato fra i ragazzi, ma è una spiegazione troppo vaga, messa così com'è. Per me bastava ad esempio fare un bel flashback in cui poter vedere nei dettagli la loro vita da piccoli, e che magari implementassero in questo flashback un paio di minuti con una partita a scacchi fra i bambini; avrebbe potuto aiutare a coinvolgere molto di più lo spettatore nei momenti chiave, in cui la questione degli scacchi veniva regolarmente tirata fuori. Visto che è un elemento ricorrente della trama, un breve approfondimento per dargli il giusto peso poteva essere utile.
Inoltre non capisco il motivo dell'ultima bomba, davvero volevano solo creare problemi a tutta la rete elettronica giapponese? O volevano maggior 'risonanza' mediatica per quando tutta la storia degli esperimenti sarebbe venuta fuori? Oppure ancora volevano che nessuno mettesse più le mani su quell'ordigno? O tutte le cose messe insieme? Magari mi sono perso qualcosa, ed è chiaro che gli elementi per spiegare tutte le vicende ci sarebbero pure, ma mi sono sembrati tasselli buttati abbastanza a caso, e la ricostruzione delle motivazioni che spingono i personaggi a fare quello che fanno dev'essere fatta in buona parte dall'osservatore. Volontà di indurre lo spettatore a profonde riflessioni o semplici buchi di trama? Chissà.

Ma, trama a parte, le musiche sono piuttosto belle e l'atmosfera è perfetta per la storia; i disegni quasi impeccabili per le ambientazioni e per le scene d'azione, un po' meno per i volti dei personaggi, che ho trovato abbastanza stereotipati (a parte il detective che mi ricorda vagamente Spike, dopo un brutto periodo e dopo essersi fatto crescere il pizzetto... personaggio gradevole).

In conclusione: si può fare di meglio, ma rimane una visione interessante, se la si prende con la giusta spensieratezza, per quanto possa essere spensierata una storia che tira in ballo - fra le varie cose - genocidi (con un riferimento chiaro alle SS), bombe nucleari e tante altre robe belle...


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scarlet nabi

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8,5
In un liceo di Tokyo arrivano due nuovi studenti che hanno nomi di numeri*. Perché si chiamano semplicemente Nine e Twelve? In realtà i due ragazzi sono scappati da un orfanotrofio governativo in cui si conduceva un esperimento e sono diventati terroristi; in quanto tali, sfidano l’Ispettore Shibazaki della polizia con degli indovinelli collegati al mito di Edipo. E a scuola Twelve conosce Lisa Mishima e se ne innamora, quindi la ragazza diventa complice, iniziando a mettere bombe. Dato che Nine e Twelve hanno rubato una bomba atomica, anche l’Esercito Americano è sulle loro tracce. Insieme ai militari c’è un’altra ragazza sopravvissuta all’orfanotrofio, il suo nome è Five. Io ho amato particolarmente questo personaggio, perché, oltre ad essere molto bella (con gli occhi viola e i capelli bianchi), ha anche un animo molto complesso, essendo passata a lavorare per gli Americani, pur essendo giapponese.

Per capire questo anime, è necessario tener presente due cose: in primo luogo, i Giapponesi hanno paura della bomba atomica; secondariamente, la paura nei confronti dei terroristi è andata aumentando dal 1995, anno degli attentati alla metropolitana con il gas sarin. A questo proposito mi piacerebbe rileggere il bellissimo libro giornalistico "Underground" di Haruki Murakami.

Il regista di "Terror in Resonance" è il bravissimo Shin’ichiro Watanabe, e quindi sia i disegni sia la colonna sonora sono ottimi (spesso - se non sempre - i titoli di ciascun episodio sono titoli di famose canzoni rock).
Tuttavia, essendo pieno di ragionamenti e di parole difficili, non è facile seguire la versione originale sottotitolata.

*N.B. In Giappone gli studenti trasferiti non sono frequenti come gli anime lascerebbero supporre!

Hichiko

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Hichiko

Episodi visti: 11/11 --- Voto 10
Quest'anime mi ha colpito molto, e non comprendo il motivo per cui ha accumulato così tante recensioni negative. L'anime è scorrevole e sviluppa una trama che col passare degli episodi è sempre più emozionante e sensazionale. Personalmente mi piacciono molto gli anime relativamente realistici, e quest'anime è diventato il mio preferito.

Racconta di come due ragazzi privati di ogni minimo diritto umano, come la loro stessa esistenza violata già in giovane età, a distanza di anni vogliono dimostrare la verità che si cela. Per questa ragione rischiano la loro vita, facendosi notare dalla polizia tramite attentati terroristici con l'obbiettivo di trovare una persona che li comprenda e aiuti, poiché questi due ragazzi erano da ogni punto di vista imponenti, addirittura privati di una identità. È veramente una trama sensazionale che fa ragionare molto e non assolutamente banale, ogni azione, ogni fenomeno e ogni soluzione ha un proprio ruolo che porterà alla composizione finale di un puzzle che rivelerà la triste verità che affligge i due ragazzi, che cela un finale drammatico e realistico non da meno rispetto alla storia.

Il comparto tecnico è assolutamente eccelso, spettacolari grafica e animazione. Il comparto sonoro è veramente spettacolare, mozzafiato le OST, davvero una più bella dell'altra, l'opening è meravigliosa, soprattutto il significato che riassume la storia, l'ending molto più triste rispetto all'opening, ma non da meno. Le colorazioni sono azzeccatissime, non troppo scure ma neanche molto accese.

Per concludere, quest'anime è molto caratteristico e profondo, lo consiglio a chi gradisce i gialli o i thriller, ma soprattutto agli amanti del vero drammatico, quel drammatico che lascia senza parole, quel drammatico cruciale e profondo. Un'opera veramente maestosa, un gioiello dello Studio Mappa insieme a "Inuyashiki".


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CherryBomb

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9,5
Ringrazio ancora una volta la maestria di Shinchiro Watanabe, che sforna una storia così breve e intensa, ambientata in una Tokyo moderna, dove il terrorismo è la migliore opzione disponibile per le menti di due adolescenti fuori dal comune. I personaggi sono fuori dall'ordinario, e le loro vite intrecciate dalle mani del caso in obbiettivi pericolosi. Le scelte psicologiche e l'alternanza della suspense vengono giocate con un ottimo equilibrio durante il corso della storia.
La colonna sonora vanta l'eccezionale talento di Yoko Kanno, un nome e una garanzia.
Quest'opera poco pubblicizzata merita molto, forse sono sempre le cose più nascoste a riservare le migliori sorprese. Assolutamente da non perdere, guardatelo!


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Bruno Valluzzi

Episodi visti: 11/11 --- Voto 10
Questa storia ha molto più da raccontare di quanto, di primo acchito, possa trasmettere, e, di conseguenza, anche di quanto la maggior parte della community possa aver compreso (mi baso solamente sulle recensioni, perlopiù negative, che ho letto fino ad ora).
È presente uno studio solido e stratificato delle componenti che hanno permesso a questa serie, di soli undici episodi, di scorrere così fluida. Le colonne sonore sono meravigliose, permettono di comprendere appieno i sentimenti dei ragazzi, soli, senza nessuno che ha mai potuto o ha deciso di amarli. Si trovano a combattere contro tutti e tutto, contro pregiudizi, odio, conclusioni stereotipate e affrettate; e l'unica maniera per perseguire il loro obbiettivo è: inimicarsi il mondo intero. L'unica cosa che cercano è la libertà, ma non solo per loro, per tutti. Non vogliono minimamente che ciò che è accaduto a loro accada a qualcun altro. Non possono permetterlo. Devono far sì che tutto il Giappone, anzi, tutto il mondo si ricordi di loro, per non permettere a nessuno di insabbiare ancora ciò che successe sette anni prima.
Questa storia mi ha davvero colpito, ogni personaggio, anche se inizialmente può sembrare non utile per la trama, è fondamentale. Da vedere almeno due volte per assaporare al meglio i particolari.
Tempo speso bene.


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nenina

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8,5
Sono venuta a conoscenza di quest'anime per puro caso, navigando in Internet alla ricerca di un anime da guardare, in quanto sono una grandissima appassionata e non mi stanco mai di cimentarmi in nuove storie. All'inizio ero un po' intimidita dal numero ridotto di puntate, poiché non gradisco molto gli anime troppo brevi, ma, spinta dalla curiosità dopo aver letto attentamente la trama, mi sono decisa a guardarlo. Devo dire che mi ha davvero stupita.

La storia narra di due ragazzi, Nine e Twelve, amici sin dall'infanzia e con un passato travagliato. Attorno a loro, in una Tokyo futuristica, un giorno scoppia un attentato terroristico, dai caratteri particolari, che attira subito l'attenzione della polizia, specialmente di un investigatore in particolare, Shibazaki, nonché deuteragonista all'interno della vicenda. Ma questo è solo il primo di una serie di eventi dello stesso calibro, che andranno a complicarsi sempre di più, anche perché, cosa del tutto inusuale e non caratteristica di questo tipo di circostanze, gli attentatori, che altri non sono che Nine e Twelve stessi, si capirà essere interessati solamente a creare scompiglio, cercando sempre di non mietere vittime. La comparsa poi di una ragazza, Mishima Lisa, all'interno delle vicende metterà in discussione alcuni aspetti del carattere dei due ragazzi, rendendo la storia molto più articolata.

L'anime è davvero accattivante e tiene incollati allo schermo, poiché non assistiamo solamente alla classica indagine poliziesca in un contesto terroristico, bensì a un riadattamento di questo scenario familiare: l'arricchimento dovuto alla risoluzione di indovinelli mitologici lanciati dai due ragazzi alla polizia, ad esempio, è una chiara dimostrazione di quanto quest'anime sia diverso dagli altri che appartengono al suo stesso rango. Come lo sono anche i flashback incentrati sul passato dei due protagonisti che ricorrono numerosi nella narrazione, strutturati molto bene e che trasmettono quel pizzico di curiosità allo spettatore.
I protagonisti sono molto profondi, in quanto non li vediamo solo sotto forma di terroristi, cosa che li classificherebbe subito come i "cattivi" della situazione, ma come due ragazzi che hanno sofferto tanto e che fanno tutto ciò che fanno, anche se sbagliando ovviamente, per un preciso motivo.
Anche i coprotagonisti non sono i classici personaggi secondari lasciati a morire alla loro prima apparizione, bensì approfonditi e con uno spessore che lascia un segno nella narrazione.

I disegni sono molto particolari e originali, caratterizzati da contorni delicati ma espressivi, che si addicono molto alla natura dei personaggi.
La narrazione scorre fluida senza intoppi fastidiosi ed è leggermente lenta, cosa che non ho trovato assolutamente irritante in questo contesto, poiché questo tipo di anime necessita secondo me di calma per essere capito e apprezzato al meglio. Il finale, del quale non dico nulla per non rischiare di rovinare la storia a nessuno, è davvero commovente e inaspettato, ed è stato capace di strapparmi qualche lacrima, cosa non facile.

Lo consiglio davvero a tutti, perché questo anime è costruito davvero bene, pieno sia d'azione che di sentimenti ed emozioni, moderno, alternativo e al passo coi tempi. Merita davvero di essere visto.


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Nagisa98

Episodi visti: 11/11 --- Voto 6
“Zankyo no Terror”, giunto a noi con il titolo “Terror in Resonance”, è un anime prodotto nel 2014 dallo studio MAPPA. Ideata e diretta da Shinichiro Watanabe, la serie consta di undici episodi.

Dopo aver subito le ennesime angherie da parte delle sue compagne di classe, la studentessa Lisa Mishima fa la conoscenza di Arata Kokonoe e Toji Hisami, due ragazzi appena trasferitisi nella sua scuola. Questi ultimi, in realtà, rispondono ai nomi di Nine e Twelve, e non sono due semplici adolescenti: essi, infatti, sotto le mentite spoglie degli “Sphinx”, cominceranno a pubblicare enigmatici indovinelli su internet e daranno il via a una serie di attentati terroristici nell’area di Tokyo.

Per una mia personale lacuna che intendo al più presto colmare, nella lista degli anime da me visionati non ci sono molte opere che annoverino nel proprio staff nomi di un certo calibro come “Shinichiro Watanabe” e “Yoko Kanno”. La delusione subita dopo aver terminato di guardare “Terror in Resonance”, dunque, risulterà parecchio inferiore rispetto a quella provata da chi si era costruito le più alte aspettative.
A dire la verità, il titolo qui analizzato inizia con le migliori premesse: il primo episodio è coinvolgente al punto giusto, e getta le basi per una serie di misteri che incuriosiscono non poco lo spettatore. Anche le puntate a venire procedono sulla stessa falsariga, ma poco a poco cominciano a mostrare una delle debolezze, forse la più grande, che affligge quest’anime. La sceneggiatura, infatti, presenta non poche negatività: molti sono i comportamenti illogici dei personaggi, tante le situazioni discutibili in cui chi guarda avrebbe un bel po’ di ridire. Tra evidenti falle nella sicurezza, azioni al limite della ragione da parte dell’FBI e qualche controsenso, l’opera inizia a metà del suo corso una graduale discesa verso il baratro, talora accompagnata da un ritmo abbastanza lento nella narrazione. Arrivati al decimo episodio, sembra che niente ormai sia più recuperabile: il finale, grazie a una perfetta sintonia tra regia e musica, riesce invece a toccare le corde dell’animo dello spettatore, come raramente aveva fatto in precedenza. Sopravvivono certe perplessità, ma i temi che l’opera vuole mettere in evidenza riescono finalmente a farsi strada e a raggiungere il pubblico. Un peccato, dunque, che tale aspetto di “Terror in Resonance” non sia sorto con maggiore anticipo.

Non sono molti i personaggi fondamentali che agiscono sul palcoscenico dell’opera. Pochi ma buoni, direte voi. Non esattamente. I due protagonisti, Nine e Twelve, non riescono a svolgere il loro compito alla perfezione. Le ragioni dietro il loro comportamento, come già accennato, vengono rivelate solo nello scombussolante finale, ed è alquanto difficile cercare di empatizzare con loro prima di allora. Se la caratterizzazione dei due giovani terroristi appare altalenante ma non proprio scarna, quella dei comprimari non risulta tanto migliore. La debole e impacciata Lisa, ad esempio, se nei primi episodi aveva un’utilità pari a quella di un soprammobile, negli ultimi non farà che dimostrarsi un enorme peso da sopportare. L’eccentrica Five, dal canto suo, si renderà protagonista di eventi illogici e senza senso; il detective Shibazaki, infine, ricalcherà in tutto e per tutto la classica figura del poliziotto diffusa in questo tipo di opere (per dirne una, è l’unico in grado di risolvere gli enigmi degli “Sphinx”, mentre i suoi colleghi paiono decisamente meno intelligenti).

L’aspetto migliore dell’anime è sicuramente rappresentato dal comparto tecnico. Un character design dai tratti molto gradevoli si accompagnerà ad animazioni di tutto rispetto, mentre a fare da sfondo ci saranno ambientazioni realistiche ed estremamente particolareggiate. Come già detto, non ho ancora avuto il piacere di ascoltare altri lavori della Kanno, quindi fare paragoni risulta praticamente impossibile. Nell’opera qui analizzata, però, non si può negare che le OST svolgano appieno il loro dovere: pur non presentando un gran numero di tracce memorabili, la compositrice si rivela molto versatile ed è in grado di conferire la giusta atmosfera ad ogni situazione. Per quel che riguarda opening ed ending, le sigle “Trigger” e “Dareka Umi wo” sono pezzi alquanto particolari, anche se non nego di aver preferito altre canzoni eseguite dai due interpreti (rispettivamente Yuuki Ozaki dei Galileo Galilei e Aimer).

Per concludere, “Terror in Resonance” è una serie partita con le migliori intenzioni, poi sfumate a causa di innumerevoli buchi di sceneggiatura. Nonostante questi ultimi siano presenti anche nel finale, l’ultimo episodio non è completamente da condannare e presenta alcune tematiche che avrei preferito fossero sviluppate precedentemente. Un anime, comunque, che ha saputo intrattenere per buona parte della sua durata e con un lato tecnico notevole. Voto: 6.


 1
Stop_Pretending

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
Tenere conto dell'emotività del pubblico è difficile, specie se si parla di un anime. Non è stato difficile però per "Terror in Resonance" rendersi attuale e vivo in ogni puntata, regalando qualche lacrima spesso nemmeno soggetta a tristezza.

Questo anime ha una struttura semplicissima, quella di far luce su cosa spinge ad agire due persone che sono state a lungo sofferenti e chiuse in loro stesse.
Senza fare spoiler, ma scrivendo questa recensione solo per invitare a un consiglio (anche soggettivo), posso dire che "Terror in Resonance" scava nella nostra parte debole, nella nostra anima più profonda e nel nostro pensiero di massa, talvolta riconducibile anche a cosa ne possiamo sapere di ciò che c'è nella mente delle persone, basandoci su un semplice sguardo.
Il plot sembra semplice, i personaggi nella loro struttura fisica anche, e invece la ciliegina sta nella sua complessità umana: tante volte questo anime ti spinge sull'orlo di qualche lacrimuccia e tante altre rigurgita con violenza le instabilità dei protagonisti, ciò che vive nella loro mentalità sempre aperta al confronto, anche se a modo loro.

La costruzione di questo anime si pone su una base tanto complessa quanto difficile da realizzare, nonostante un argomento così difficilotto da trattare sul piano umano; la cura nelle ambientazioni è ottima, i personaggi, pur non avendo caratteristiche fisiche al di fuori del normale, riescono a stupire per la loro intelligenza, i colori sono molto accentuati in alcune scene, ma la resa grafica rimane ottimale anche nelle sbavature, proponendo un equilibrio ottimo, e anche in scene dove l'esplosione dei colori è presente c'è sempre un contrasto netto, facendo risultare la scena molto interessante, elegante e ben bilanciata.
L'animazione ha qualche guizzo interessante, anche se in alcuni movimenti ho notato qualche sbavatura, ma del tutto giustificata, data l'intera circostanza sulla quale hanno dovuto lavorare.
I personaggi a livello emotivo regalano delle ottime chicche, specie per quanto riguarda le citazioni; le situazioni di "upside-down", ovvero quelle scene dove sono gli stessi protagonisti a rischiare in base alle proprie emozioni, sono realizzate con intelligenza e con degli spunti davvero ben congegnati.
Ogni tanto, a livello romantico regala qualche perla, il tutto condito da nessun momento morto, anzi, la tensione è sempre palpabile, come se stesse sussurrando alle nostre orecchie in quel momento.
La colonna sonora è molto azzeccata ma leggermente esagerata in alcune scene, la musica in alcuni punti molto ben fatti può regalare un sentimento che va oltre la concezione stessa della scena che si sta guardando.

La struttura di alcuni personaggi è altresì eccellente per le reali intenzioni (specie di alcuni) di essere di semplice acquisizione caratteriale; non sono mai banali nelle loro scelte.
La trama ha una struttura interessante, inizia e finisce senza sminuire personaggi e relativi comportamenti, e senza sottoporli a cambiamenti drastici.
Ottime le scene che consentono allo spettatore di vedere l'anime da due punti di vista differenti: vittime e carnefici si raggiungono e si tendono la mano, in un'opera realizzata davvero, ma davvero bene.


 3
Scarlett7

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9,5
E' una serie molto bella e, lasciatemelo dire, un bel po' incompresa! Non credevo potesse intrigarmi così tanto. Non era il mio genere, ma una volta iniziata, non sono riuscita più a smettere!

Uno dei suoi punti forti sta nell'essere breve, sono soltanto undici episodi che si fanno seguire alla perfezione. E non ritengo fossero necessari ulteriori episodi.
La storia ruota intorno a questi due ragazzi che hanno avuto un passato molto turbolento e ne sono usciti traumatizzati, tanto da comportarsi come terroristi orchestrando degli attacchi. Nel corso degli episodi si scoprono sempre più dettagli sui personaggi, dettagli utili anche per la risoluzione della vicenda. Ho apprezzato anche il personaggio di Lisa, il lato umano di tutta la vicenda. Giustamente, non si è mai trovata in una situazione del genere, come poteva reagire?!
Ma il personaggio che proprio non mi va giù ritengo sia Five. Obiettivamente non muovo critiche alla trama e quindi alla serie in sé, o forse una piccolina sul fatto che siano totalmente fissati con gli scacchi, ma ci posso anche passare sopra. Tuttavia credo che il personaggio di Five non sia stato creato come si deve, c'è stata fatta parecchia confusione, come se avessero in mente qualcosa e poi decidessero all'ultimo momento di optare per altro. Era abbastanza evidente!
Il finale è stato, concedetemelo, sublime, meraviglioso, davvero ben fatto! (e generalmente non trovo quasi mai una serie con un finale soddisfacente)

Quindi, la trama mi è piaciuta tanto, i personaggi sono stati ben caratterizzati, i disegni sono molto belli, il finale è stato il top. Non posso non premiare una serie che, per poco, non raggiunge il massimo!


 2
Mrs.Trancy

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
Attenzione: la recensione contiene spoiler

Ha un finale che lascia allibiti. Spettacolare nella trama e nel significato morale che i due protagonisti conservano durante tutta la serie. Uno dei due tuttavia si lascia sopraffare dalle emozioni, nonostante l'amico lo avesse avvertito. Lisa, la ragazza in questione, colei che finisce accidentalmente ingarbugliata tra gli elaborati piani dei due ragazzi, riesce a far breccia nel cuore di Twelve, portandolo a compiere la scelta cruciale di abbandonare l'amico di una vita insieme alla missione che si erano riproposti di portare a termine, pur di salvare la nuova arrivata.

Mi ha colpito moltissimo l'analisi psicologica compiuta attraverso l'espressione diretta o muta dei pensieri dei personaggi, anche semplicemente usando come tramite le loro azioni. Sono rimasta sconvolta e sbalordita in varie scene, alle prese con svolte che decisamente non mi aspettavo, come l'introduzione di una vecchia conoscenza dei due protagonisti, e il distruttivo colpo di scena che segna l'epilogo della presenza di questo personaggio nella storia. L'introduzione di quest'ultimo, fonte degli incubi che ancora perseguitavano Nine, comporta un cruciale e decisivo ritorno al passato per i due ragazzi, che influisce soprattutto sulle azioni del diretto interessato, essendo Twelve sempre più distratto da Lisa, la quale inconsapevolmente non fa altro che peggiorare la situazione, cacciando svariate volte nei guai i protagonisti.

Commuove il racconto delle vicende infantili dei due, allontanati con la forza dalle loro famiglie, disconosciuti e costretti a vivere il periodo della fanciullezza nel terrore di essere una cavia per i loschi studi scientifici di un progetto denominato "Atena". Anche il semplice fatto che i bambini utilizzati per gli scopi del governo siano contrassegnati da semplici numeri, che si porteranno dietro fino alla fine come se fossero i loro veri nomi, induce a una compassione e crea un forte legame con i personaggi stessi e il loro pensiero. Molte altre cose concorrono a creare questo senso di appartenenza emotiva al mondo contorto delineato attorno ai protagonisti.
L'incomparabile senso di giustizia dei due ragazzi, poi, lascia un motivo in più di riflessione, sottolineato dalla contrapposizione del governo americano ("l'antagonista") che invece adopera ogni subdolo mezzo pur di incastrare i due, senza tener conto di alcun principio morale, né tanto meno del rispetto della vita umana, come invece dimostrano più volte Nine e Twelve.

"Zankyou no Terror", in sintesi, è un anime che prende molto sin dall'inizio, sebbene a mio parere la parte più spettacolare e degna di riconoscenza sia stata il finale, minuti che mi hanno lasciata di stucco con le lacrime agli occhi.
Lo consiglio vivamente a tutti, è un genere molto versatile, non annoia, è stilisticamente ben fatto e gode di una trama da mozzare il fiato.


 1
Refrain

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
È difficile fare una recensione oggettiva di quest'opera, quindi mi limiterò alle mie opinioni personali, cercando di limitare gli spoiler.
La trama e la storia di quest'anime sono piuttosto complesse e non sono d'accordo con molte critiche che gli sono state mosse; i protagonisti sono ex-"cavie", fuggitivi, con la vita ridotta a causa degli esperimenti e costretti a nascondersi da molte organizzazioni e dal governo, perché la loro stessa esistenza, e quindi la possibilità che possano raccontare il loro passato, è un pericolo insostenibile. Ci troviamo a seguire la vicenda di due persone la cui mente e la cui modalità di pensiero sono molto diverse da una persona normale o "sana", e che utilizzano atti terroristici per poter arrivare a "raccontare la loro storia" al mondo.

Personalmente ho trovato la storia molto fluida e interessante, ha alcuni difetti e situazioni abbastanza forzate, ma nel complesso è un opera godibile; il comparto tecnico è ottimo e i personaggi (a mio parere) sono interessanti.


 4
nidice

Episodi visti: 11/11 --- Voto 3
Questa serie mi è stata consigliata da un amico che sostiene sia una delle sue preferite in assoluto.
Io l'ho trovata una valanga di spazzatura. Quello che mi stupisce è che i ragazzi della mia generazione manchino completamente di spirito critico; davvero, come si può anche solo definire questa serie "carina" o addirittura "bella"? Dalle prime due tre puntate può forse sembrare che l'autore avesse un'idea interessante da sviluppare, ma ben presto mi sono reso conto di quanto questo fosse sbagliato.
L'anime, nessuna puntata esclusa, è una serie di eventi senza senso, i personaggi sono caratterizzati malissimo (a parte forse il poliziotto, che peraltro è ormai molto stereotipato in queste serie) e molti di loro risultano completamente inutili.
Il ritmo, che all'inizio è ottimo perché incalzante, rallenta improvvisamente, fino a che nelle ultime tre puntate l'anime diventa un melodramma difficilissimo da digerire.

Attenzione: la seguente parte contiene spoiler

I motivi per cui "Terror in Resonance" fa pena sono:

1) Eventi casuali: il governo e la polizia giapponese rinunciano a qualsiasi pretesa di sovranità, per far condurre le indagini su due terroristi all'FBI, che a sua volta è comandato (non si sa assolutamente per quale motivo) da una ragazzina di diciassette anni coi capelli bianchi che prima vuole recuperare la bomba rubata dai protagonisti (e per farlo è disposta a qualsiasi cosa, persino a fare un attentato nell'aeroporto principale di Tokyo con la collaborazione della polizia) e poi lascia andar via Nine perché pazzamente innamorata di lui. Non ho capito nemmeno per quale motivo gli USA fossero interessati a quella dannata bomba e come facessero a sapere della sua esistenza, ma lasciamo stare.
La scena della partita a scacchi nell'aeroporto è l'apice del trash. I Giapponesi hanno la fissa coi giochi di intelligenza, ma è mai possibile che si debbano infilare partite a scacchi ovunque, anche se sono completamente inutili e non ci azzeccano nulla con la storia principale?
Tutta la storia è motivata tra l'altro dal desiderio dei due protagonisti di far conoscere al mondo il proprio drammatico, nonché scontatissimo, passato. E come decidono di farsi conoscere? Ovviamente facendo esplodere una bomba atomica in cielo senza che nessuno possa morire e così che tutti la possano vedere, perché a quel punto è ovvio che tutti quanti vorranno conoscere la loro storia e li considereranno eroi nazionali, senza minimamente curarsi dei miliardi e miliardi di danni fatti dalla bomba che ha distrutto tutti i dispositivi elettronici del Giappone (come no...).
In sostanza, la trama non è assolutamente credibile e ci sono a mio dire migliaia di piccole incongruenze, di eventi non motivati che mi hanno gettato nello sconforto.

2) Personaggi inutili: tutti si sono chiesti "Ma Lisa a che cavolo serve?" oppure "Ma, quindi, tutto 'sto casino fatto da Five è stato inutile?", non mentite. Personalmente sono personaggi che ho odiato e non si capisce come Twelve si sia potuto innamorare di Lisa dopo averla vista mezza volta, considerando che ha la stessa personalità del mio termosifone.

3) Il finale: volevo spaccare il computer. Qualcuno mi spieghi le azioni del governo americano, è completamente assurdo quello che succede, si tratta di cose che nella realtà non accadrebbero mai. Sottolineo come decine di persone sappiano quello che è successo all'aeroporto o sull'autostrada, traete voi le conclusioni.

Positivo il comparto tecnico, una animazione perfetta e delle musiche molto belle, ma, se non hanno una storia da supportare, io della "tecnica" me ne frego.

Chiudo con delle considerazioni personalissime. E' mai possibile che in tutti gli anime moderni il protagonista debba essere orfano? Allo stesso modo il principale antagonista è sempre un poliziotto sopra le righe ma estremamente intelligente, che si è separato dalla moglie perché pensa solo al lavoro, che non esegue mai gli ordini e che nonostante tutto ha sempre ragione e non commette mai nulla di "eticamente" sbagliato? Perché tutti gli anime così ricordano sempre maledettamente "Death Note", dall'inizio alla fine? Non si riesce a fare nulla di nuovo, di diverso?
Ai posteri l'ardua sentenza.


 1
Sguaida

Episodi visti: 11/11 --- Voto 6,5
"Terror in Resonance" è una promessa non mantenuta. Per essere corretti, anzi, potremmo dire che è una serie di promesse di cui solamente alcune effettivamente onorate e adempiute.

Sicuramente non sono rimasto deluso dal comparto grafico e da quello sonoro, due elementi su cui la produzione contava molto e che in effetti si sono rivelati realmente validi e degni di nota. Il primo in particolare mi ha colpito per la sua accuratezza, soprattutto per quanto riguarda i fondali e gli scenari, ricchi di particolari e dettagliati in ogni situazione e per tutta la durata della serie (elemento non così comune, al giorno d'oggi).
Anche l'ossatura di base, la trama su cui si poggia la narrazione, non è certo da scartare. Un tema di grande attualità come quello del terrorismo permette una maggiore immedesimazione nei personaggi, e il sentore di mistero costituito dal passato dei due protagonisti costituisce un buon filo conduttore che ha il pregio di stuzzicare lo spettatore e di invogliarlo a continuare la visione della serie.

Sono però ben magre consolazioni, queste, forse gli unici elementi che realmente mantengono le aspettative.
Il grande tasto dolente, a mio parere, è costituito dai personaggi e nella loro caratterizzazione. Tolti i tre personaggi principali, i due membri degli Sphinx e il detective Shibazaki, tutti e tre ben delineati nei loro comportamenti e nei loro pensieri, il resto è spettatore non pagante, dal contributo quasi nullo, tanto che ci si domanda se fosse effettivamente necessaria la loro presenza all'interno delle vicende. Due su tutti, Lisa e Five: la prima, una forma di vita al limite dell'ameboide, senza spina dorsale, conscia della propria debolezza emotiva e della propria inutilità, eppure incapace di agire di conseguenza; la seconda, un personaggio controverso il cui comportamento e il contributo all'intero anime sono decisamente incerti e al limite dell'illogico (vedasi la sua reunion con Nine).

Morale della favola: sicuramente l'anime è vedibile, ha dalla sua l'originalità del progetto e la sua realizzazione, ma è tutt'altro che materiale per cui fare i salti di gioia dalla felicità. Coinvolge, interessa, intriga, seppur senza essere qualcosa di memorabile e degno di nota, ma ha mancanze enormi che impediscono di considerarlo un "must", un qualcosa di imperdibile.


 5
Elena Bracchi

Episodi visti: 11/11 --- Voto 5
"Zankyou no Terror" aveva catturato il mio interesse sin dal titolo e, da una rapida lettura della trama, mi aspettavo un anime coinvolgente e con personaggi di spicco. La trama appare sin da subito lineare, una serie di attentati terroristici e i bombaroli che sfidano apertamente la polizia, seppur sia subito chiaro fin dall'inizio che questi hanno uno scopo ben preciso. Purtroppo, da qui in poi l'anime non prende una piega più interessante, non sviluppa il potenziale che la storia di Nine e Twelve ha, e persino i loro scontri a indovinelli con il detective Shibazaki muoiono nell'arco di pochi secondi, senza permettere a chi guarda di lasciarsi emozionare dalla sfida in corso. A tal proposito aggiungo una piccola nota personale: per quanto sia brillante la scelta degli enigmi, questo piccolo scontro ha ricalcato fin troppo quello iniziale tra L e Light di "Death Note", con la pecca di non essere riusciti a dare rilievo all'unico aspetto parzialmente accattivante delle prime puntate.

Quasi tutti i personaggi si mantengono su una linea monotona, manca un poco di introspezione psicologica che avrebbe perlomeno giovato all'aspetto più emotivo dell'anime, che totalmente manca. Diversi personaggi sono tra l'altro deludenti e, tralasciando Lisa, spesso trovata dai più irritante, il personaggio che più mi ha deluso è quello di Five. E' il classico personaggio inserito per allungare l'anime di qualche puntata, ma di fatto le sue azioni incoerenti, così come dimostra la sua fine, non hanno fatto altro che diminuire l'interesse verso la trama principale. Se sfruttato in altro modo, il personaggio di Five avrebbe avuto un senso... purtroppo non l'ha.

"Zankyo no Terror" finisce all'undicesimo episodio nel modo che si attende sin dall'inizio, considerazione che si consolida proseguendo la visione. Dal lato emotivo non traspare nulla, si avverte solo l'amarezza di una trama dal buon potenziale ma mal sfruttata, così come i suoi stessi personaggi.
Uniche note di rilievo sono la colonna sonora, veramente bella a mio dire, e il personaggio di Shibazaki, l'unico ad essere meglio analizzato rispetto agli altri personaggi.


 1
Annihilate

Episodi visti: 11/11 --- Voto 10
Questo anime forse è stato troppo sottovalutato.
Diciamo che ha un buon comparto tecnico, ma il forte di questo anime è appunto la trama. All'inizio non colpisce, ma man mano che si va avanti si ha sempre più il desiderio di scoprire il perché di tutto, e alla fine questo viene esaudito con un finale molto esaustivo, sorprendente e anche un po' triste.
Ci si innamora subito dei protagonisti, i quali hanno molte affinità tra loro. I loro misteri, come già detto, vengono svelati alla fine, lasciandoci per tutta la durata dell'anime disorientati.
Quindi non posso che dargli un 10, è tra i migliori anime che io abbia mai visto. Vedere per credere!

Nyx

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
"Zankyou no Terror" è un anime incentrato su un duello tra due giovani terroristi, la polizia e un gruppo di forze speciali statunitensi guidato da una ragazza in qualche modo correlata ai due terroristi sopracitati. Le atmosfere possono ricordare vagamente quelle di "Death Note", seppur la sostanza sia completamente diversa. I ritmi narrativi spaziano da fasi blande e riflessive, come si addice a un poliziesco psicologico, ad altre ovviamente cariche d'azione. E' un mix ben riuscito seppur non privo di difetti e passaggi poco "credibili", se non ridicoli (vedasi lo scontro a scacchi in aeroporto) e le scene automobilistiche con dinamiche "così così".

I personaggi sono ben congegnati e con una buona caratterizzazione, le stranezze di alcuni di loro verranno spiegate meglio nelle fasi conclusive dell'opera, quando un po' tutto comincerà a farsi più chiaro; per altri si può unicamente tentare di entrare in sintonia con una psiche in qualche modo deviata da traumi pregressi, per la quale la caratterizzazione risulta decisamente appropriata in tutta la sua "imprevedibilità".

"Zankyou no Terror" ha spaccato in due la critica, tra gente che l'ha adorato (forse mitizzandolo un po' troppo) e chi l'ha giudicato in modo infimo (forse non riuscendo affatto a comprenderlo); nel mio caso l'ago della bilancia pende verso coloro che l'hanno trovata una serie bella e interessante, capace di passaggi profondi e riflessivi (specie nel finale), senza tuttavia rendere eccessivamente pesanti e tediose le fasi più lente, e senza ingarbugliare troppo la trama portante, pur tuttavia non articolandola molto e lasciando un retrogusto di già visto qua e là...
Il finale è più che soddisfacente per chi (come me) non è in cerca di un happy ending a tutti i costi; si sarebbe potuto osare anche qualcosina di più, ma si tratta di un finale abbastanza triste e riflessivo, valorizzato da una melodia azzeccatissima per traghettare determinate emozioni.

Sotto il profilo tecnico siamo decisamente su alti livelli per quanto concerne grafica, luci e animazioni, e una menzione d'onore andrebbe fatta senza dubbio alla soundtrack nel suo insieme, di livello decisamente superiore alla media.

La mia valutazione perfetta sarebbe un 8 e mezzo, ma mio malgrado non me la sento di arrotondarla per eccesso, cosa che avrei potuto fare tranquillamente se solo fossi stato maggiormente soddisfatto dagli sviluppi e sottosviluppi della trama e delle vite dei vari personaggi; serviva un altro tipo di approfondimento che purtroppo non c'è stato, ma va già bene così, non posso certo lamentarmi di quel che ho visto: una serie che aveva eccellenti potenzialità e che è riuscita a sfruttarle bene solo in parte, rendendo comunque il tutto ugualmente di un certo livello e lasciandomi qualcosa dentro.


 1
EliaThaProphet

Episodi visti: 11/11 --- Voto 6
Bisogna ammettere che non è affatto facile giudicare oggettivamente un'opera come "Zankyou no Terror", così eterogenea per qualità sia nelle sue diverse caratteristiche sia nei singoli episodi; pertanto, è naturale che l'impressione generale sulla serie appaia divisa, risultando positiva nei casi in cui l'anime soddisfi i requisiti qualitativi di chi la guarda e negativa altrimenti.

Tuttavia, su una cosa si può essere certi: era lecito aspettarsi di più. Anche a chi non ha mai sentito in vita sua il nome "Watanabe", infatti, basterà guardare il primo episodio per restare affascinato dalle impeccabili scelte registiche; scelte che, unite ai disegni e alle musiche dall'atmosfera cupa e intrigante, non possono non rapire lo spettatore, tempestandolo di domande su quel misterioso mondo in cui è stato appena catapultato.
Una missione nella neve, una ragazza fragile, due personaggi criptici e, infine, il crollo di un edificio: sono queste le premesse di "Zankyou no Terror", che sembra già costruire le fondamenta per una storia mozzafiato. L'inizio è dunque promettente e ci dà l'impressione di avere davanti un capolavoro dell'animazione giapponese: purtroppo, però, la delusione è dietro l'angolo.

Con il proseguimento della visione, certi particolari non convincono e un'atmosfera di poca chiarezza comincia a calare su alcuni elementi della trama: la risoluzione inverosimile di un determinato enigma, un susseguirsi di azioni forzato, il ruolo fin troppo ambiguo di un dato personaggio (sì, mi riferisco ovviamente a Five). Mentre chi guarda rimane interdetto da queste incertezze, la serie non fa altro che peggiorare la situazione, offrendo spiegazioni sempre più frettolose e meno credibili e sfociando presto in un nonsense generale. Onestamente, scene come quella della partita a scacchi in aeroporto si sarebbero potute tranquillamente evitare; l'anime ne avrebbe soltanto giovato.

Buchi di trama e azioni inspiegabili da parte dei personaggi accompagnano la maggior parte degli episodi, intervallati da puntate che vorrebbero essere più esplicative, ma che risultano in fin dei conti inutili, in quanto tentano di rafforzare una storia veramente troppo debole e inverosimile.
In particolare, ritengo insensato il ruolo di Five, le sue azioni e le sue motivazioni; stesso discorso per l'FBI e il governo giapponese, che sembrano essere comandati da dei bambini.

Il susseguirsi di assurdità arriva infine a un undicesimo episodio che cerca di rispondere alla domanda iniziale che tutti ci siamo posti fin dal primo episodio e che ci ha fatto struggere per capire la motivazione dietro ogni singola azione dei protagonisti: "Perché? Perché questi attentati maldestri, da parte di piccoli geni talmente intelligenti da spingersi a disinnescare un proprio ordigno perché 'speravano che la polizia lo trovasse'?". La risposta, ovviamente, è insensata come ci si aspetterebbe, ma tutto sommato l'episodio finale è meno terribile dei precedenti e in qualche modo contribuisce a salvare la serie. Più o meno.

Un vero peccato che la trama e il character development (inesistente per Lisa, patetico per tutti gli altri) siano stati così trascurati, in un'opera che ne dovrebbe fare il proprio punto di forza; e pensare che, invece, è il lato tecnico a risollevare l'intero anime, con animazioni impeccabili e disegni realistici, veramente adatti all'atmosfera generale. Anche le ambientazioni e le musiche sono da brivido, con una delle OST più belle dell'anno; "Zankyou no Terror" è un vero piacere per le orecchie e per gli occhi, su questo non c'è dubbio.

In fin dei conti, nonostante la grande delusione e pur non riuscendo a creare una storia credibile, non si può dire che quest'anime sia totalmente da buttare, in quanto di lati positivi ce ne sono e non mi sembra onesto trascurarli.
Consiglio la visione? Sì, ma solo a chi è in grado di godersi la bellezza artistica di un'opera senza preoccuparsi di capirne il significato. Sempre che ne abbia.


 2
Hatake Rufy

Episodi visti: 11/11 --- Voto 6
"Zankyou no Terror" ha lasciato una buona impressione e forse un messaggio importante da trasmettere a tutto il mondo. "Pull the trigger on this world" suona come una protesta, una ribellione scaturita da coloro che sono vittime di questo ingiusto mondo che non sempre appare per quello che è.
La trama parla di due ragazzi che mettono in atto una serie di attacchi terroristici usando bombe e facendo tremare la popolazione giapponese. I due giovani terroristi si faranno chiamare Sphinx, svegliando una nazione che è ormai abituata alla tranquillità, mentre una giovane ragazza si unisce alla loro causa aiutandoli in ciò che più è capace. Dietro questi attentati si nasconde una ragione inaspettata che lascerà perplessi.
Quest'anime era molto atteso e, come sempre, non tutti apprezzano un'opera sufficiente ma non scarsa, anche se la continuità in questo caso non è da premiare. L'anime mostra subito un inizio incoraggiante, e così via fino a metà serie, quando avviene un calo improvviso quasi da annoiare lo spettatore per via di parole e parole, ma per fortuna avviene un colpo di scena che rimette la storia sul giusto percorso, arrivando poi a un finale bellissimo e coerente - soddisfacente è la parola appropriata.
Il comparto tecnico è molto bello, grazie a disegni adatti al genere del crimine, così come il comparto sonoro fa al caso della storia, malinconico ma non troppo, e soprattutto le OST sono molto azzeccate alle situazioni.
Consiglio "Zankyou no Terror" a chi ama il crimine con un'agghiacciante storia da raccontare; non rimarrete delusi, perché, pur non essendo uno dei migliori, l'anime sa trasmettere un forte messaggio.


 2
Hach.man

Episodi visti: 11/11 --- Voto 9
"Zankyou no Terror" è un anime del 2014 composto da undici episodi e prodotto dallo studio MAPPA. La serie è diretta da Shinichiro Watanabe ("Cowboy Bebop", "Samurai Champloo") e le musiche sono affidate a Yoko Kanno ("Cowboy Bebop", "Sakamichi no Apollon").

Trama
La vita monotona della Tokyo moderna viene turbata da un attentato terroristico. Gli artefici sono gli Sphinx, due adolescenti, Nine e Twelve, con la passione per le bombe, che vogliono "premere il grilletto su questo mondo". I due cominciano a mettere a ferro e fuoco Tokyo, sfidando la polizia con indovinelli e bombe. Il detective Shibazaki cerca di fermarli e capirne le motivazioni che li spingono a terrorizzare la città. La risposta si trova nel cosiddetto "Progetto Athena", un programma di sviluppo dei giovani orfani più intelligenti condotto anni prima dall'Associazione Pace Levante. Riuscirà il detective a fermare gli Sphinx? Riusciranno i ragazzi a raggiungere il loro intento? A voi il piacere di scoprirlo.

Punti di forza
- Il concept: l'idea di fondo è veramente originale e di grande potenziale espressivo. Due ragazzi terroristi con una motivazione valida, due orfani che vogliono essere ricordati e non dimenticati, due persone dal passato doloroso che vogliono portare a galla la realtà dei fatti. Non è il terrorismo del XXI secolo, fatto di morti e di sangue. Gli Sphinx non mietono vittime, ma agiscono in modo preciso e hanno un obiettivo: vendicarsi di chi ne rovinò la gioventù usando l'arma più potente. La verità.
- Gli Sphinx: il duo Nine-Twelve è il vero fulcro dell'opera e funziona come un orologio svizzero. Nine è il capo, l'uomo di ghiaccio, apatico ma non del tutto, mentre Twelve è impulsivo, di buon cuore, sempre col sorriso stampato in faccia, a volte sincero e a volte triste e falso. I due sono cresciuti insieme, sono sempre stati uno l'appoggio dell'altro, inseparabili fino alla fine. Un binomio che conduce le danze in maniera ottimale, grazie a una caratterizzazione dettagliata ed efficace.
- Una ragazza e un detective: vi sono altri due personaggi interessanti e fondamentali che compaiono nell'opera: Lisa e il detective Shibazaki. La prima è una ragazza con una vita d'inferno: ha problemi col cibo, è oggetto di bullismo e delle angherie della madre, che ha il timore di perderla. Si ritrova invischiata con gli Sphinx per caso e trova in essi una famiglia. Rappresenta la componente umana del gruppo: goffa, impaurita e alla ricerca di qualcuno che le voglia veramente bene. Il secondo è il detective Shibazaki, ovvero un detective Conan dei giorni nostri. Intelligente, capisce il modo di pensare degli Sphinx e ne risolve gli indovinelli. Finirà coll'essere di vitale importanza al termine della vicenda, e dimostrerà di essere ben più di un burattino della polizia. Un uomo ribelle al potere che lotta per la verità e per la giustizia.
- L'apparato tecnico: lo studio MAPPA offre un ottimo prodotto. Ambientazioni efficaci, chara realistico, OST di grande impatto (Yoko Kanno non si smentisce...). Inoltre, nell'opera sono presenti un paio di chicche, come la "musica da una terra gelida" che ascolta Nine, e la parola VON, uno dei cavalli di battaglia degli Sphinx. Due collegamenti inaspettati che rendono ancor più originale la serie.

Punti di debolezza
- Five: una delle pecche che impedisce a "Zankyou no Terror" di essere un capolavoro è il personaggio di Five, una vecchia conoscenza degli Sphinx. La ragazza, che lavora per il governo americano, agisce in maniera caotica, e le sue azioni sono di difficile comprensione. L'arcano viene poi svelato dalla ragazza stessa, ma resta comunque un difetto che impedisce all'opera di essere una vera e propria perla.
- La lunghezza: undici episodi sono un po' pochi e a volte gli avvenimenti vengono velocizzati in maniera eccessiva. Con un maggior numero di puntate la serie sarebbe potuta essere ancor più efficace e avrebbe potuto esprimere in modo più chiaro il proprio messaggio.

Voto 8+1/10
Il voto dell'opera al decimo episodio sarebbe un meritato otto. Ma ecco il grande pregio di "Zankyou no Terror": un finale vero e proprio, dolente, tragico, ricco di emozioni. L'ultimo episodio chiude il cerchio in maniera egregia, risponde ai quesiti dapprima proposti, coinvolge lo spettatore sino all'ultimo, e abbassa il sipario con grande drammaticità ma con un messaggio positivo: speranza.
Per questo "Zankyou no Terror" merita il nove. Una serie fra le più discusse del 2014, che rientra nella categoria "odio o amore". Personalmente ho amato questa serie per l'originalità, le tematiche proposte, la critica alla società e alle istituzioni, la caratura dei personaggi e l'apparato tecnico.
Una sorpresa, un anime che fa della psicologia il suo credo, un opera di grande impatto emotivo e ricca di lirismo, nelle azioni dei personaggi, nelle loro reazioni, con un finale emozionale che conclude la vicenda, cosa rara negli anime di recente...
Consigliatissimo. Undici episodi che valgono davvero il tempo che durano.
Perché non si muore quando il cuore smette di battere, ma quando si viene dimenticati.


 4
npepataecozz

Episodi visti: 11/11 --- Voto 4
"Zankyou no Terror" era un titolo che mi intrigava molto: ho trovato l'idea di base della storia molto accattivante e ciò ha fatto nascere in me grandi aspettative. Queste aspettative, però, erano destinate ad andare deluse piuttosto in fretta, in quanto da un lato questo anime si è rivelato qualcosa di molto diverso rispetto a ciò che speravo e dall'altro la storia di questi bombaroli dall'animo nobile fa acqua da tutte le parti.

Ma andiamo con ordine e cominciamo con qualche breve cenno sulla trama. La città di Tokyo, come direbbero gli Americani, è sotto attacco: un gruppo che si fa chiamare "Sphinx" ha cominciato a piazzare ordigni esplosivi in giro per la città e a porre degli indovinelli via internet sfidando la polizia a risolverli, pena l'esplosione della bomba. Gli Sphinx, in realtà, sono due ragazzi i cui nomi sono costituiti da numeri (Nine e Twelve) e sembrano far questo per raggiungere un obiettivo ben preciso. L'anime segue proprio le vicende di questi due ragazzi dal passato tormentato.
Quando seguo un anime, al termine dei vari episodi mi piace leggere i commenti lasciati dall'utenza per capire se certe opinioni sono solo mie (o di una minoranza) o se sono condivise dai più. In questo caso mi sembra che le mie sensazioni siano piuttosto comuni a una buona parte delle persone che hanno commentato: anime con una logica piuttosto puerile, incoerente, spesso incomprensibile e con personaggi illogici e spesso irritanti.
In effetti la sceneggiatura è piena di pecche, il novanta percento di quanto mostrato segue una logica piuttosto controversa e che alla lunga appare decisamente inutile: l'architettura costruita dagli Sphinx per il loro piano è tanto complessa quanto sostituibile con soluzioni alternative molto più semplici e sicure. A ciò vanno aggiunti i numerosi "vuoti", ossia situazioni che o non sono state spiegate o sono state spiegate malissimo.

I personaggi, poi, sono stati un po' tutti criticati. L'attenzione maggiore è stata rivolta a Lisa, la ragazza che nei primi episodi si aggrega ai due bombaroli: dai più viene definita inutile e irritante, ma, a mio avviso, pur non essendo di certo un personaggio memorabile, fa proprio un tipo di profilo che ci può anche stare in un anime come questo. Chi, invece, non può essere salvata è Five, un personaggio davvero senza senso sia per le iniziative che prende e, soprattutto, per la fine che fa. Non riesco a trovare un solo motivo che giustifichi il suo comportamento e, di conseguenza, la sua stessa esistenza.

Unico elemento di lode è la colonna sonora che ho trovato davvero molto bella, forse sprecata per un anime come questo.
In definitiva non posso che confermare un giudizio fortemente negativo per questo anime: è davvero brutto senza se e senza ma.


 1
Oasis

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
"Zankyou no Terror" è, a mio parere, un ottimo titolo, uno dei migliori se non il migliore dell'intera stagione 2014, almeno tra quelli da me visionati. Nonostante alcune cadute di stile nello svolgimento della trama (mi riferisco in particolare agli episodi finali, tranne l'ultimo), riesce a mantenere un tono accattivante confermando quella sensazione di non delusione che ti rapisce fin dalle prime battute. Oddio, non mancano i difetti in una storia che, sull'altare della durata minima, sacrifica alcuni risvolti che sarebbero stati meritevoli, a mio giudizio, di essere approfonditi. Five, la co-protagonista che innesca la macrosequenza ultima della storia, non ha ricevuto la profondità necessaria all'evoluzione del suo personaggio. Lisa è un'eroina mediocre, il cui processo di crescita è sovente rallentato: una dissonanza evidente in un contesto dove tutto accade in un vortice di eventi reso necessario dal numero esiguo di episodi. Questi gli unici difetti sostanziali in un prodotto pesato e tarato su misura per gli amanti dei thriller psicologici dalle atmosfere vagamente rimembranti i rompicapi di "Death Note". Un appunto però: non è "Death Note", non ha quella evidente traccia nichilista che accomuna i personaggi della celebre saga di Oba&Obata. La trama di "Zankyou no Terror" è significativa di un obiettivo diverso: illustrare con prepotenza un'idea di contrasto generazionale in un Giappone stritolato tra la voglia di rivalsa storica, soprattutto dei più adulti/anziani, e la tensione latente in una nuova generazione in cerca di idoli (emblematicamente rinvenuti in cattivi maestri come gli Sphynx). "Zankyou no Terror" illustra dunque la reazione giovanile al disagio/sfruttamento culturale che nell'anime è colorato di fantasy ed è incorniciato nello splendido ultimo episodio. Lì infatti emerge con prepotenza il messaggio 'politico' nascosto nell'intera vicenda.

Consigliatissimo a chi ama la politica negli anime, miscelata in una storia dal sapore tipicamente nipponico.


 2
giacgiac

Episodi visti: 11/11 --- Voto 6
Aspettative: la parola d'ordine per ricevere, nella quasi totalità dei casi, brutte sorprese. Ma si può forse biasimare chi, alla sola vista dell'accoppiata Shinichiro Watanabe - alla regia - e Yoko Kanno - alle musiche -, si sia eccitato come una ragazzina in piena crisi ormonale alla vista di Justin Bieber? Io credo di no, e lo credo in parte per giustificare il brutto vizio che ho preso di associare automaticamente a un nome importante la fama che questo si è fatto nel tempo. E d'altra parte, il signore e la signora sopra citati si possono probabilmente ritenere esenti da parte delle critiche che inevitabilmente devono essere rivolte a "Zankyou no Terror", o "Terror in Resonance".

Il primo episodio della serie, c'è da dirlo, è uno dei migliori primi episodi che abbia mai visto: animazioni incredibilmente precise, dalla fisiognomica facciale nei primi piani ai movimenti delle persone sugli sfondi; il realismo raggiunge davvero livelli altissimi, sia per la fluidità e la disinvoltura di ogni movimento sullo schermo, sia per la ricchezza di dettagli che vengono forniti. Ma spicca ancor di più il lavoro di Yoko Kanno: OST ora dolci e rilassanti, ora incalzanti, che come sempre riescono a raggiungere l'anima di chi ascolta; le sigle di apertura e chiusura non sono da meno, risultando sicuramente tra le migliori della stagione. In più, la storia che viene presentata sembra intrigante e ben congegnata, nel narrare le vicende riguardanti una serie di attacchi terroristici che un gruppo di bombaroli, gli Sphinx numero uno e numero due, mette in atto nella città di Tokyo. Il punto che rende intrigante la serie è che i protagonisti non sono - o meglio, non soltanto - gli agenti della polizia e l'acuto detective Shibazaki, ma gli attentatori stessi, due ragazzi nel pieno dell'adolescenza che vogliono far arrivare al mondo intero il proprio messaggio tramite una serie di indovinelli apparentemente non correlati direttamente gli uni con gli altri, ma che nascondono un significato di fondo.

Cos'è andato storto quindi in "Zankyou no Terror"? Partendo con ordine, la ripetitività della prima metà della serie. Watanabe ha abituato i propri fan a intere serie di episodi più o meno autoconclusivi, con particolare riferimento a "Cowboy Bebop" e "Samurai Champloo", ma qui si sfocia purtroppo nella banalità e nella prevedibilità. Le puntate trascorrono tutte nello stesso modo: Sphinx annuncia un attentato tramite un indovinello, Shibazaki si mette a investigare, trova la soluzione e sventa l'attentato. Qui lo spettatore medio ha iniziato a storcere il naso. L'apice del disappunto e della delusione viene però raggiunto con l'introduzione del personaggio di Five, agente in gonnella della CIA totalmente privo di una logica coerente, caratterizzato da un modo di agire quanto meno insensato e soprattutto, nonostante gli innumerevoli anni che la ragazza ha trascorso negli Stati Uniti d'America, una pronuncia inglese davvero da mani nei capelli; pessimo lavoro del doppiaggio quindi. Infine, come ciliegina sulla torta, una serie di scene al limite del surreale, come Five che inizia una partita a scacchi - sì, una partita a scacchi - con pedine umane in un aeroporto contro i due Sphinx per divertirsi un po', invece di sparare loro a vista, ma soprattutto Nine che scappa in moto per le vie di Tokyo con una carica nucleare nello zaino. Il risultato? Uno sviluppo mediocre, per usare un eufemismo.

Mi è davvero difficile esprimere un giudizio numerico, tanto è il contrasto di giudizi che ho espresso all'interno della recensione; un comparto tecnico eccellente e un intreccio davvero scarso. Non mi aspettavo certo un nuovo "Bebop", ma un candidato a miglior anime della stagione estiva, se non dell'intero anno 2014, quello sì; invece "Zankyou no Terror" si riduce a un sei e mezzo. Tante aspettative andate in fumo, tanto budget sprecato. Peccato.


 2
cosiamfree

Episodi visti: 11/11 --- Voto 10
Inizio questa recensione con la premessa che il trio Shinchiro Watanabe, Kazuto Nakazawa e Yoko Kanno non delude mai le aspettative di nessuno: aiutati da un buon budget economico, il quale ha reso possibile un'animazione scorrevole e molto dettagliata, e concentrando tutta la serie in undici episodi, senza episodi filler, collaborano nel presentare un prodotto finale al dir poco eccellente.

In breve la trama: in questo anime seguiremo le vicende di due ragazzi orfani dalle superiori i quali, in tenera età, furono prelevati dal Governo Giapponese, scaraventati in un istituto segreto e sottoposti a studi scientifici poiché dotati di un intelletto finissimo. Nine e Twelve, questi sono i nomi dei due ragazzi, dopo aver sottratto del plutonio, iniziano a terrorizzare Tokyo e la popolazione tramite messaggi video enigmatici relativi ad alcuni ordigni esplosivi sparsi per la città. In tutto ciò non mancano i poliziotti inseguitori: un detective fuoriclasse che avrà il compito di capire la motivazione di tali atti criminali, una ragazza di buon cuore e pasticciona la quale per necessità personale o per ammirazione si unisce ai due ragazzi, ed infine non poteva mancare una nemica, ex-bambina cavia dello stesso istituto di Nine e Twelve, la quale userà tutti i modi più illeciti per catturare i due.

I soggetti di Watanabe sono più che realistici, umani, pedine di una trama coinvolgente al limite del verismo, per non parlare di una scenografia diretta egregiamente come ci ha sempre abituati dai tempi di "Cowboy Bebop".

Il Chara di Nakazawa è sempre una garanzia, ha colto qual era la tematica del prodotto animato e ha disegnato dei personaggi dai quali subito vieni attratto affettivamente.
Infine, il tutto viene incorniciato da musiche 'jazz e chill-out' eseguite dalla bravissima Kanno, che si collocano alla perfezione nella fluidità animata.

Comunque, alcune pecche le troviamo: un po' di CG qui e lì (non sono un'amante della CG) e forse un paio di episodi in più, per riempire alcune lacune della storia, ci stavano, ma forse è stata proprio una scelta di Watanabe.
Il mio è un parere positivo di 'Zankyou no Terror' e concludo col consiglio di vederlo; poi, giudicate voi!


 1
Eversor

Episodi visti: 11/11 --- Voto 6
"Zankyou no Terror" era una di quelle opere su cui puntavo veramente tanto, sperando, purtroppo, in qualcosa che non si è realizzato. Non che sia brutto, anzi, l'ho trovato nel complesso piacevole, ma, tenendo conto delle alte aspettative, non posso che rattristarmi.
E' un anime uscito nella stagione estiva 2014, composto da undici episodi e classificabile come opera thriller, psicologica e d'azione. Ora, thriller lo è di sicuro, ma avrei dei forti dubbi sul fattore "psicologico" che, a mio avviso, non è riuscito a colpire in maniera adeguata. Tuttavia di questo ne parleremo in seguito.

Concentriamoci ora sulla trama che, nonostante tutto, è abbastanza interessante e organizzata in modo tale da renderla accattivante e, soprattutto, intrigante. I protagonisti principali sono due ragazzi delle superiori, ma, a differenza dei classici hobby giovanili, questi si dedicano al terrorismo e alla fabbricazione di bombe. La loro attività sembra incominciare in una base nucleare giapponese, dove ruberanno un prezioso ordigno che le forze nipponiche stavano progettando in segreto. Superano la sorveglianza senza problemi e, come fantasmi, si dilegueranno nel freddo paesaggio innevato. I mesi passano e Nine e Twelve (i nomi in codice dei due ragazzi) tornano a farsi vivi, prima a scuola, dove incontreranno Lisa Mishima, una loro coetanea costantemente oppressa dal bullismo femminile, poi in pieno centro di Tokyo, facendo saltare in aria un grattacielo. Per loro sembra tutto facile, ma questa volta qualcosa va storto: Lisa si trovava sul luogo dell'attentato e, poco prima dell'esplosione, incontrerà il simpatico e solare Twelve. Cosa faranno i due attentatori? La lasceranno saltare in aria oppure l'avviseranno del pericolo, rendendola così partecipe del loro futuro crimine? Su insistenza di Twelve, Nine accetta di salvare la ragazza che, di fatto, diventerà una loro complice. Al di là dei vari attentati, è interessante sottolineare come Twelve e Nine non uccideranno mai nessuno, facendo in modo che le varie esplosioni non rechino danni vitali alle persone nelle vicinanze. Inoltre sembrano avere un piano ben preciso che attirerà inevitabilmente l'attenzione della polizia e, in particolare, quella di Kenjirō Shibazaki, un agente del Dipartimento di Polizia Metropolitana di Tokyo.
La situazione si fa sempre più interessante, poiché i due ragazzi sembrano nascondere un passato alquanto doloroso e le loro azioni sembrano quasi dettate dal desiderio di vendetta e dalla brama di mostrare al mondo qualcosa... ma cosa?

Per quanto riguarda l'analisi dell'opera in questione, devo ammettere di essere alquanto diviso su alcune valutazioni, in quanto "Zankyou no Terror" riesce a esprimere qualità eccelse in determinate sezioni e cadere altrettanto in basso in altre. La storia è carina e, come già detto, abbastanza intrigante da invogliare lo spettatore a continuare la visione. Tuttavia non si può dire lo stesso dei personaggi: Nine e Twelve sono forse gli unici due che mostrano una certa personalità e analisi introspettiva. Gli altri, a mio avviso, vengono studiati nel dettaglio, ma finiscono con il cadere nella banalità o nel "già visto".
Lisa, per esempio, non incide per niente e manifesta caratteristiche piuttosto scontate. Lo stesso vale per il fantomatico detective Kenjiro, che può essere trovato in un'altra miriade di anime polizieschi... insomma, è la classica figura del poliziotto onesto, che opera per il bene dei cittadini fino a sacrificare sé stesso. Scontato!
Le relazioni tra i vari personaggi possono, forse, apparire alquanto forzate, eccezion fatta per l'amicizia tra i due giovani terroristi, l'unico sentimento che mi ha veramente colpito, soprattutto in seguito a determinati sviluppi che non sto qui a spifferarvi.
Il nemico, o almeno è così che sembra, è un'altra ragazza coinvolta nel triste passato di Nine e Twelve: Five. Tuttavia sembra più che altro una psicopatica, che agisce in maniera alquanto folle, tenendo conto delle motivazioni alquanto banali. Continuare la partita del passato? Gelosia/amore verso Nine, che non è riuscita mai a battere? Sì, insomma, carini, ma piuttosto stupidi come motivi per ucciderli entrambi.

Continuando il discorso con la parte tecnica dell'anime, devo ammettere di averla trovata piuttosto scadente. I personaggi sono realizzati con cura, ma i vari disegni non sono stati proprio di mio gradimento. Un'opinione puramente personale, ma, di fatto, è questo quello che conta nella valutazione, no? I toni sono piuttosto smorti, con colori tenui e pallidi che non riescono a coinvolgere più di tanto.
Per non parlare delle musiche: opening veramente orribile e OST da paura (in senso negativo). In certe occasioni, dove sarebbe stato molto meglio un'atmosfera dinamica e attiva, si è scelto come sottofondo delle musichette carine e simpatiche, ma totalmente in disarmonia con il contesto generale. Bene il doppiaggio e, soprattutto, la regia, capace nel complesso di creare una storia autoconclusiva in soli undici episodi.

Dunque "Zankyou no Terror" si potrebbe considerare un'opera incompleta, che avrebbe certamente reso di più se realizzata in maniera diversa. I protagonisti erano pure accattivanti, quasi "anti-eroi", ma ci si è persi in un bicchiere d'acqua, cercando di realizzare un qualcosa che, forse, era troppo grande.
Il finale è bello, ad impatto. Rimane impresso nella mente e riesce almeno a concludere dignitosamente questi undici episodi che hanno mostrato luci e ombre; forse più le seconde che le prime.

Voto finale: 6


 1
_Protector_

Episodi visti: 11/11 --- Voto 6
"Zankyou no Terror" racconta le vicende di due ragazzi (Sphinx) che, mossi dalla necessità di far venire a galla alcune verità nascoste, cercano di attirare l'attenzione su di loro attraverso delle sfide indirizzate alla polizia giapponese, il cui compito sarà quello di trovare le bombe piazzate dagli Sphinx grazie a degli indizi che i due lasciano in dei video caricati in rete.
Finalmente, dopo tanto, una trama nuova. Fin dalle prime battute veniamo catapultati in un anime investigativo con delle ottime premesse che richiamava alla memoria "Death Note", dato che anche qui lo spettatore viene quasi portato a tifare per i cattivi (ovvero gli Sphinx). La visione di questo anime mostra, oltre agli attacchi terroristici veri e propri, anche scene di attacchi psicologici diretti alla polizia (come il fatto di mostrare la loro superiorità informatica). E così doveva rimanere: una lotta tra due fazioni. Con l'arrivo dell'FBI, o meglio di Five, ha inizio un lento declino. L'intromissione di questo personaggio è superflua, fuori luogo e fa perdere all'anime di realismo: quale governo permetterebbe a un agente segreto di un altro Stato di piazzare bombe a destra e a manca nel proprio territorio rischiando di uccidere i propri cittadini? E la stessa FBI lascia troppe libertà a quella squilibrata mentale, rischiando di perdere indizi importanti per il recupero di un ordigno nucleare. In un solo caso specifico lamento inoltre il fatto che per una decina di minuti non sia successo assolutamente nulla di rilevante, minuti di animazione buttati... Ma è solo un caso sporadico che fa annoiare in solo quell'episodio.
L'introduzione dell'FBI non ha fatto solo perdere punti, ci sono anche state scene apprezzabili: mi riferisco in particolare a quelle ambientate sulla ruota panoramica, ma poteva benissimo essere una mossa fatta dalle forze di polizia giapponesi senza dover inserire ad ogni costo un terzo polo.
Verso la conclusione dell'anime assistiamo alle indagini della polizia sui casi che gli Sphinx tentavano di portare a galla: da questo momento l'anime riprende lentamente quota per poi concludersi con un finale bello e ad effetto, ma questo non basterà a risollevare l'anime dal baratro in cui Five lo ha gettato.
Dal punto di vista tecnico ho apprezzato moltissimo le musiche eccelse, sempre azzeccatissime con la situazione. Il comparto grafico invece è senza infamia e senza lodi, fa il suo.


 1
Izaya_Orihara

Episodi visti: 11/11 --- Voto 7
Zankyou no Terror è senza dubbio la serie più discussa della stagione estiva del 2014, anzi, per i fan di Watanabe, la grande delusione della stagione. Col primo episodio (forse il migliore della stagione) crea aspettative molto alte nello spettatore, che evidentemente non è riuscita a mantenere nel corso della storia.

Dividiamo la serie così:
- inizio fantastico (episodi 1-2): crea nello spettatore delle aspettative enormi e rende la serie promettente e interessante; si vede che il lavoro sia stato assegnato a un grande regista come Watanabe (per citare le sue serie più famose nominerò Cowboy Bebop e Samurai Champloo e recentemente anche Sakamichi no Apollon e Space Dandy), che dà anche delle certezze sul proseguimento del lavoro;
- parte centrale deludente (episodi 3-10): Watanabe, cosa stai combinando?;
- finale (undicesimo episodio) che ricollega tutto: tutto sommato una bella serie.

Ora credo sia inutile parlare di nuovo dell'inizio, che comprende giusto i primi due episodi, in quanto già mi son espresso in merito. Vorrei focalizzarmi più sulla parte centrale, a mio parere la parte deludente dell'opera. Premetto che nonostante ritenessi questa deludente e non esaustiva, trovavo ogni episodio molto intrattenente, che incollava allo schermo lo spettatore (anche per i difetti proposti), quindi episodio per episodio mi dibattevo a dare una valutazione. Questa parte centrale ricalca i difetti dell'opera e non dava le giuste spiegazioni, sembrava più un miscuglio di obbrobri, dal mettere a rischio vite umane al giocare come ragazzini pazzerelli con delle bombe, finanche venir presentate caratterizzazioni stereotipate e assurde - e non parlo dei due Sphinx, in quanto questa serie non vuole assolutamente essere realistica, ma mi riferisco in maggior modo a Shibazaki, l'agente, che inizialmente stupisce gli spettatori per i suoi ragionamenti sugli indovinelli, ma man mano diventa sempre più assurdo e perde il suo carisma. Altra caratterizzazione parecchio assurda è quella di Five... un ufficiale dell'FBI che mette a rischio vite umane per fare una partita col suo ex compagno di "laboratorio"? In questa serie considero come miglior personaggio proprio Lisa, criticata fino alla noia dal pubblico medio; ritengo che sia quasi l'unico personaggio valido della serie: se inizialmente può sembrare solo una lagnosa che scoccia lo spettatore, questa si scopre essere l'unico personaggio umano; per le situazioni in cui si è trovata lei, è normale non essere forti e perdere il controllo, semmai anche sbagliando.
Quindi, in generale, questa parte centrale crea grossi dubbi allo spettatore, che seriamente crede di star vedendo una serie quasi trash, che si presenta come una serie molto promettente, ma che non dà le giuste risposte a colui che ha riposto molte aspettative su di essa.

Ed è qui che entra in scena il finale: "Ah, che bel finale", penso. Tutti i dubbi e tutte le incertezze vengono chiarite e la morale della serie, come l'obiettivo di questi due ragazzi, e più in generale il fine della serie, vengono svelati. Devo considerarlo un finale non banale, sinceramente non me l'aspettavo. Tutto viene riallacciato e quindi tutte le opinioni verso la parte centrale vengono contraddette: non si sono messe a rischio vite umane, non si è giocato come ragazzini pazzerelli etc. Quasi tutte, perché alcuni personaggi rimangono assurdi. Ottimo finale, senza dubbio, finale che risolleva una serie che era caduta nel baratro. Ma ciò non basta, perché comunque lo spettatore in quella parte centrale è rimasto anche minimamente deluso, per come ci viene presentata soprattutto.

Per quanto riguarda gli altri fattori il tutto è gestito ottimamente: l'animazione è molto buona e il comparto sonoro è ottimo, coinvolgenti le OST e orecchiabili opening ed ending. Il character design è molto carino, ma soprattutto originale.
In conclusione, Zankyou no Terror è davvero una buona serie: Watanabe sforna anche qui un ottimo prodotto, anche se non ai livelli dei precedenti, ma si poteva fare di meglio.


 9
irishman

Episodi visti: 11/11 --- Voto 4
Siamo di fronte all'anime più deludente della stagione estiva 2014, almeno tra quelli che ho inserito nella mia wish-list. C'è stato "Glasslip", cui ho assegnato lo stesso voto, ma, pur ritenendolo ancora peggiore di "Zankyou no Terror", mi ha deluso molto meno, poiché su quest'ultimo riponevo moltissime aspettative, sia prima dell'esordio che subito dopo i primi tre, quattro episodi.
I motivi che generavano moltissimo "hype" erano la trama, con i protagonisti dediti ad atti di terrorismo, quindi qualcosa di decisamente realistico, crudo e attuale, e il comparto grafico, che, e sicuramente da questo punto di vista le aspettative sono state ben ripagate, brilla per il suo dettaglio e fotorealismo davvero belli da vedere, e azzeccati per un anime dal background così cupamente urbano come "Zankyou no Terror".

Il chara design è in linea con questa idea di realismo, visto che i protagonisti sono quanto di più lontano dallo stereotipo anime cui siamo abituati, con occhi e lineamenti molto vicini alla realtà; o almeno fino alla comparsa di Five, momento nel quale tutto quello che di buono aveva espresso la serie è venuto a mancare.
L'accenno a questo personaggio, dal design piuttosto eccentrico, quindi ben diverso da quello dei personaggi visti fino a quel momento, non è casuale, perché la sua entrata in scena coincide con una serie di colpi di teatro così mal gestiti (l'episodio dell'aeroporto è il trionfo del nonsense) da provocare nello spettatore incredulità, frustrazione e, infine, perfino senso di ridicolo. Perché le mosse fatte compiere dagli autori all'antagonista dei nostri eroi, la suddetta Five, appunto, sono qualcosa di totalmente assurdo, inaccettabile, illogico e irrazionale, e tutto ciò finisce per far crollare tutto l'impianto che fino a quel momento aveva retto, e far segnare l'inesorabile declino della serie fino al desolante e, permettetemelo, stupidissimo finale, che veramente andrebbe annoverato nel manuale dei "Cento errori da evitare nella realizzazione di un buon anime".
Se il canovaccio, quindi, si regge sulle proprie gambe solo fino a un certo punto, anche la caratterizzazione psicologica dei protagonisti appare piuttosto zoppicante. Mentre i due ragazzi inizialmente sembrano avere le loro ragioni per innescare l'escalation di terrore cui assisteremo, via via che la trama si sviluppa e approfondiremo meglio il loro passato e inizieremo a inquadrare il loro obiettivo finale, la sensazione di poco credibile comincia nuovamente ad affiorare. Senza voler fare eccessivi spoiler, i nostri antieroi finiscono per non essere né carne né pesce, visto che non perseguiranno né obiettivi di ricchezza né la vendetta verso i diretti responsabili delle loro sevizie né verso la società tutta, strada più semplice e che di norma viene intrapresa da personalità con gravi traumi ed esperienze sulle spalle come Nine e Twelve. Immagino che questa scelta sia stata necessaria per non varcare la soglia del buonismo, o del politically correct, se volete, ma ha finito per inficiare decisamente la buona riuscita dei due protagonisti e della serie.

In conclusione, siamo di fronte per l'ennesima volta ad un prodotto che si presenta al pubblico con credenziali di un certo tipo (drammaticità, adrenalina a mille, introspezione psicologica profonda) e che viceversa viene condannato proprio dalle pompose pretese che avanza e che finisce per deludere, visto che alla fine dell'undicesimo episodio la sensazione di assurdo e ridicolo sono quelle che maggiormente serpeggiano nella mente di chi ha assistito a questa produzione.
E, come ho già detto, non c'è peggior cosa di un prodotto di entertainment che si prende decisamente sul serio, e finisce per non azzeccarne una (o quasi) come questo "Zankyou no Terror".


 4
KazKon

Episodi visti: 11/11 --- Voto 6
Attenzione: la recensione contiene spoiler

Non avevo intenzione di recensire questa serie, ma dopo aver visto quanto la critica del pubblico si fosse spezzata, ho deciso di dare anche il mio parere in merito. Non citerò trama, non parlerò di chi l'ha prodotta e scritta (fra Animeclick.it e Wikipedia avete già tutto ciò che vi serve), quindi mi soffermerò solo e soltanto sulla serie.
A parer mio "Zankyou no Terror" è una di quelle opere che fa capire dopo pochi episodi quanto dividerà il pubblico, e adesso so il perché. Aggiungo anche un'altra cosa, ovvero che è un titolo dall'effetto più o meno efficace in base alla vostra conoscenza degli anime. Per spiegarmi, chi si è avvicinato da poco all'animazione giapponese, o chi è abituato a vedere anime più leggeri (non ho detto brutti, non prendetela sul personale), rimarrà sicuramente più stupito da questo titolo rispetto a una persona che visiona anime ormai da anni, o che è semplicemente abituato a serie di un certo spessore. Ho deciso quindi di valutarlo con questa premessa, cercando di essere il più oggettivo possibile. Definirei "Zankyou no Terror" come un anime carico di difetti e di cadute di stile, ma che funziona e offre un intrattenimento un po' più intelligente della media recente. Insomma, non è certo un parere negativo il mio, ma grande è il rammarico per una storia che poteva davvero innalzarsi e spiccare il volo, mentre invece rimane soltanto un buon titolo. Diciamolo, l'inizio (il primo episodio in particolare), ha messo d'accordo quasi tutti, ma col proseguire della vicenda i limiti saltano fuori, e se alcuni sono discutibili altri sono evidentissimi.

Una delle prime cose che mi hanno lasciato perplesso è questa faccenda del "realismo" su cui molti si sono soffermati. Penso che quando una serie riesce nel suo intento, di fronte a situazioni poco reali si possa anche passare sopra; ciò però dipende molto dal contesto. E dunque, in "Zankyou no Terror", il mezzo, l'arma dei nostri 9 e 12 è appunto l'attentato terroristico, argomento di sicuro impatto, ed è inutile che spieghi il perché. Un tema quindi su cui non si scherza, che va trattato con delicatezza e che di conseguenza richiede una certa credibilità nelle situazioni proposte. Nel caso specifico di questo anime, trovo alcune situazioni (durante le sequenze degli attentati) molto riuscite per quanto riguarda l'impatto visivo ed emotivo, e per questo le ritengo scene in cui si può sorvolare sulle imperfezioni, siano queste di varia natura (puramente tecnica, di sceneggiatura ecc.). Ma come alcune sequenze funzionano, altre falliscono miseramente (ad esempio la parte nell'aeroporto), ed è in tali momenti che le forzature e gli errori che cozzano contro la credibilità delle azioni dei personaggi si fanno sentire sul serio. Da questo punto di vista, "Zankyou no Terror" è in sostanza una serie riuscita per metà.
Parliamo anche dell'evoluzione degli attentati e dell'idea di "atto terroristico" lungo la storia; l'idea di partenza è molto valida. Non si vedono spesso due attentatori che hanno a cuore la vita delle persone, perché è un controsenso, ma un controsenso che funziona visto il loro reale obiettivo. Purtroppo, dato anche il buon finale, questa situazione avrebbe meritato maggior maturità, maggior "freddezza" nello sviluppo: non puoi essere attentatore e salvatore allo stesso tempo, perché prima o poi la vittima ci scappa. Questa premessa avrebbe portato numerosi turbamenti nelle menti dei protagonisti, la cui scelta sarebbe ricaduta fra "fermiamoci" oppure "proseguiamo col piano", accettando quindi il rischio di poter diventare degli assassini e portando il titolo a un livello di psicologia più alto, che sicuramente avrebbe giovato e dato maggior potenza al finale, di cui parlerò.

Zoppicanti anche le fasi di indagine, che alternano momenti interessanti e con spunti intelligenti a fasi in cui ci si chiede: "Ma quelli sono davvero poliziotti?" In questi casi ciò che dicevo sulla credibilità purtroppo si fa nuovamente sentire. Per fare degli esempi, è molto interessante l'elemento internet, soprattutto all'inizio, sempre al centro di ogni indagine/azione, in cui viene ben contrapposta l'utilità di questo mezzo alla sua pericolosità: alla polizia rende molto più semplici le indagini, ma allo stesso tempo crea numerose scappatoie per i nostri scaltri protagonisti. Mi riferisco ad esempio all'utilizzo di siti illegali, in cui si acquista oggettistica non propriamente "regolare" con soldi virtuali non rintracciabili, cosa molto astuta da inserire in una storia come questa. Si passa però ad altre scene, come quelle dove 9 e 12 postano i filmati dove pongono i loro indovinelli: nei video non cambiano la loro voce (ci sono i programmi apposta, direi che loro sono in grado di farlo... che dite?), tengono i loro abiti regolari, e mostrano l'interno della loro casa/base. Ora... io non sono un poliziotto, ma da quello che so un filmato del genere è carico di indizi da permettere a dei professionisti di restringere il campo di ricerca.

Ora voglio parlare un po' a ruota libera dei personaggi principali.
9 e 12 sono tanto diversi quanto simili, poiché il legame dello stesso passato e dello stesso obiettivo avvicina appunto anche la luna e il sole. E proprio così potrebbero essere definiti questi due ragazzi, l'uno l'opposto dell'altro. Dotati di un'intelligenza sopraffina (pure troppo a volte, anche se giustificata dal loro passato), e caratterizzati entrambi dalla totale assenza di affetti (visibile in ogni sguardo freddo di 9 e in ogni sorriso malinconico di 12), questi personaggi, seppur criticati da una parte di pubblico, sono riusciti a suscitare le emozioni giuste. Interessante come lo spettatore (nonostante all'inizio non conosca il loro reale intento) avverte subito un legame con questi ragazzi, perché sente che il loro obiettivo è probabilmente più alto di ciò che appare, ma allo stesso tempo prova tristezza, poiché 9 e 12 hanno dovuto/voluto scegliere un metodo così drastico e pericoloso. Il loro rapporto di rispetto e amicizia è potente, non hanno bisogno di molte parole per capirsi, e anche nei momenti di distacco si avverte che fra loro è quasi impossibile una rottura. Molto ben delineato (seppur forzate le situazioni che lo hanno creato) è il loro sviluppo nella fase finale, 9 più inamovibile e motivato, 12 dall'anima ormai scaldata da Lisa (sì, sì, arrivo anche a lei) e mosso più dal voler aiutare 9 che dall'attentato in sé.

Mi spiace molto invece dover definire gli unici due personaggi femminili della serie, Lisa e 5, come due "tumori" di "Zankyou no Terror", andando un po' controtendenza, visto che spesso i personaggi più interessanti sono proprio femminili. In questo caso mi viene da fare un ragionamento, basandomi sulla quantità di episodi, ovvero undici, che non sono molti, e mi domando: "Per utilizzare in questo modo Lisa e 5, non era più intelligente non inserirle proprio e utilizzare tutti gli undici episodi in favore dei due protagonisti e Shibazaki?" Quest'ultimo, a mio parere, ben più interessante delle due ragazze. Prendiamo Lisa, il tipico personaggio oggetto. La mia critica non è rivolta al suo carattere, che andando contro il parere di molti era giusto che fosse così insicuro, fragile e dolce data la sua situazione, ma piuttosto critico l'utilizzo di questo personaggio e la sua, se così la possiamo chiamare, evoluzione. L'ho chiamata personaggio oggetto perché non è amalgamata alla storia, è come se fosse uno strumento esterno, chiamato in causa quando serve creare una certa situazione. Un personaggio abbandonato, non approfondito, utilizzato per creare scompiglio nella vita di 9 e 12, per essere rapita, e poi per creare un'evoluzione psicologica in 12, ma lei presa singolarmente suscita ben poche emozioni allo spettatore.
5 è stata inserita per avere un cattivo di turno, e per turbare la mente di 9, ma se ne poteva fare tranquillamente a meno. Forzato l'ingresso, forzato quel suo stato di "dominatrice" degli agenti americani (intelligente quanto volete, ma non ci credo nemmeno se lo vedo che dei professionisti si facciano trattare così da una ragazzina; Near di "Death Note" almeno aveva rispetto per le persone con cui lavorava). Il suo scopo dovrebbe essere quello di... boh, battere 9? Almeno credo, anche se sono assurde e inutili le situazioni che andrà a creare; ogni volta che appariva avevo la sensazione che la narrazione si spezzasse. Una cosa è certa, 5 non ha molto in simpatia le persone di colore a quanto pare; non so se avete presente la scena a cui mi riferisco...

Detto questo, capirete perché Shibazaki è un personaggio ben più degno di interesse e non completamente sfruttato. Egli è il classico detective molto in gamba, che dedica tutto al suo lavoro e che è stato messo da parte (agli archivi) proprio perché in passato cercò di compiere fino in fondo il suo dovere, ficcando il naso in una faccenda scomoda. Il suo superiore lo rimette in gioco per indagare sugli attentati, anche se, come ci si può immaginare, la sua perseveranza sarà di peso un'altra volta a chi sta dietro le quinte. Shibazaki è un personaggio che pare stanco, forse perché ha visto troppo, forse perché stufo del sistema, e vedremo soltanto accennare al suo passato, cosa che invece avrebbe meritato molto più spazio. Perché dico questo? Shibazaki doveva essere approfondito di più proprio perché è l'unico personaggio sulla stessa linea d'onda di 9 e 12; non a caso viene effettivamente scelto dai due ragazzi come vero e proprio "giocatore" e poi portavoce. Il detective, quasi da subito, non vuole catturare 9 e 12 perché da lui ritenuti il male, o perché attentatori (visto che capiremo che li ritiene quasi il contrario); li vuole catturare solo perché
quello è il suo compito e perché logicamente possono essere coinvolte vite innocenti. Non li giudicherà mai per quello che fanno, perché intuisce che le loro azioni sono date probabilmente da qualcosa di sporco e hanno un obiettivo ben preciso. Ovviamente anche Shibazaki è vittima di qualche forzatura e di scene poco riuscite, ma nel complesso è un gran personaggio e aggiungo che sarebbe stato anche meglio se solo i suoi colleghi di lavoro avessero avuto un minimo di credibilità: gente che mangia dolci tutto il giorno, a malapena in grado di mettere insieme frasi di senso compiuto e incapaci vari che non sono in grado di cogliere il minimo indizio. Insomma, il buon detective a quanto pare è l'unico poliziotto in grado di combinare qualcosa, un errore che si ritrova facilmente anche in alcuni film di genere.

Fra i personaggi di contorno, tutti gli americani paiono una parodia (nella forma, non negli intenti), mentre invece è degno di nota Kurahashi, il capo della polizia. Costui è un individuo per il quale inizialmente è difficile farsi una vera e propria idea, e in alcuni casi non suscita una grande simpatia (questo non è un difetto). Si capirà che è semplicemente una persona dalla posizione difficile, combattuto fra il fare la cosa giusta e il mantenere il suo lavoro. Mostra il suo lato più forte in una scena abbastanza intensa, in cui passa un biglietto a Shibazaki (con cui è stato spesso in contrasto) per aiutarlo a raggiungere 9, cosa che in realtà non avrebbe dovuto fare.

In tutto questo ho citato numerosi difetti, eppure questa serie riesce in qualche modo a funzionare: uno dei motivi è il finale. Una chiusura potente, coraggiosa e fredda, che se soltanto alle spalle avesse avuto una struttura narrativa più solida, e delle situazioni più coinvolgenti a livello emotivo, avrebbe potuto davvero portare "Zankyou no Terror" su un gradino superiore. Nel caso del finale, vista comunque la buona riuscita, si può passare sopra a determinati difetti, quindi metto da parte questioni legate alla bomba atomica, le forzature nella sceneggiatura ecc. Ciò che "Zankyou no Terror" voleva dare, anche se in modo maldestro, esce fuori. 9 e 12 vanno in contro al loro destino; il piccolo e fugace momento di felicità prima dell'arrivo di Shibazaki e degli elicotteri non permette allo spettatore di rilassarsi, perché qualcosa si avverte nell'aria e il cerchio si chiude: i protagonisti sono stati cresciuti in quell'istituto per via di interessi personali di qualcuno, e muoiono, anche questa volta, per via di interessi personali di qualcun altro, in questo caso degli americani. I due giovani non sono mai veramente scappati dall'istituto, soli erano e soli sono rimasti nel mondo esterno; vittime di un passato che non potevano dimenticare e di una società troppo complessa anche per le loro brillanti menti. La loro scelta di vita è stata semplicemente quella di portare l'attenzione su di sé, un'attenzione che non hanno mai avuto e che non avrebbero potuto ottenere con mezzi convenzionali, perché gli occhi delle persone possono essere aperti soltanto da eventi di grossa portata (di solito drammatici), complice anche un sistema che impedisce loro di vedere. Probabilmente ecco perché proprio la scelta della bomba atomica. Il loro scopo comunque non era soltanto quello di mostrare la verità su ciò che hanno passato all'interno di quell'istituto, e di quello che vi girava intorno. L'obiettivo dei due era anche quello di mandare un messaggio rivolto a tutti: non bisogna mai tralasciare il fatto che nel mondo, molto spesso, i mali peggiori sono quelli di cui ignoriamo l'esistenza, e chi ha la possibilità di denunciare e di far venire a galla la spazzatura lo deve fare, anche a costo di rimetterci qualcosa. Quasi nessuno esce pulito da questa storia, è colpevolizzato il Giappone, come sono colpevolizzati gli Stati Uniti; gli stessi 9 e 12 non sono due eroi, sono due attentatori che hanno portato alla luce qualcosa e inviato un messaggio potente, e così verranno ricordati dai più. Solo Lisa e Shibazaki sapranno realmente chi fossero quei ragazzi.

Qualche parola anche per il comparto tecnico, che presenta una buonissima qualità di media per quanto riguarda i disegni e le animazioni, ma con qualche imperfezione in alcuni frangenti (talvolta parecchio evidenti, ma non sono questi i difetti). Dal punto di vista estetico è quindi assolutamente godibile, e ottima la direzione. Grosso pregio è sicuramente la colonna sonora, con canzoni e musiche stupende, ben inserite nella narrazione, e che, anzi, spesso si trovano a doversi caricare sul groppone alcune sequenze, rendendole pure meglio di quanto siano effettivamente (ed ecco perché la colonna sonora è essenziale in qualsiasi opera).

"Zankyou no Terror" è un titolo che si porta a casa la sua onesta sufficienza, ma con grosso rammarico. I difetti sono tanti, anche se in realtà bastava davvero poco per renderlo qualcosa di più: una sceneggiatura più precisa (e due personaggi in meno?) e il tema del terrorismo affrontato meno superficialmente già bastavano per rendere l'anime più profondo, assolutamente senza trasformarlo in una visione adatta a pochi. Un anime che nonostante tutto mi ha intrattenuto, e che riesce a lasciare qualcosa allo spettatore una volta terminata la visione, ma questo soltanto se si è disposti a mettere da parte alcuni dei suoi limiti. Consiglio comunque di dare un'occhiata a "Zankyou no Terror", che se non altro ha fatto il tentativo di portare sullo schermo qualcosa di differente in questo 2014; e il consiglio vale sia per i veterani che per i meno esperti: guardatela nel modo giusto e scoprirete una serie carica di difetti ma che possiede una propria poetica e un proprio spirito.


 5
Pan Daemonium

Episodi visti: 11/11 --- Voto 4
Attenzione: la recensione contiene spoiler

Come avrà fatto Watanabe a dedicarsi contemporaneamente a "Space Dandy" e a "Zankyou no Terror"? Probabilmente tutte le energie sono confluite attorno a Dandy, lasciando Sphinx nel deserto dei Tartari.

Quest'anime ha un'evoluzione rappresentata da due curve gaussiane che meramente si incrociano al proprio morire: la partenza è roboante, pregna di aspettative, dalla psicologica convoluta e ricca, piena di tensione tipica di un thriller. Chi sono costoro e cosa vogliono? Lo spettatore assume gli occhi di Lisa, che pare fungere da mente indagatrice, che cerca di addentrarsi nelle sfaccettature del piano dei due ragazzi. Alla fin fine l'unica cosa che mi aveva lasciato perplesso era la musica. Seriamente qui ci ha lavorato Yoko Kanno? Opening ed ending in particolare: non fanno schifo, ma sono assolutamente mediocri, tipiche, applicabili in qualsiasi opera, dimenticabili.
La discesa, comunque, incomincia presto. La prima azione terroristica, i primi enigmi, il gioco di ruolo fra polizia e terrorismo; tutto molto interessante, ma poi si ripete una seconda volta, poi una terza, sempre in modo uguale. Nessuna vittima - e va bene, è una tattica dei due ragazzi -, ma possibile che di sole undici puntate cinque o sei siano sostanzialmente una ripetizione di sé stesse? La stessa Lisa, che fungeva da occhio esterno, da occhio dello spettatore, si addormenta, diventa assolutamente inane e inutile alla serie, un po' come lo spettatore. La cosa peggiora ulteriormente quando entra in scena una vecchia conoscenza dei due, una certa "Five", una Near femminile, una pedina nelle mani dei produttori per allungare il brodo, poiché non ha alcuna funzione: qual è lo scopo di un personaggio che arriva dall'oltreoceano unicamente per mettere i bastoni fra le ruote dei protagonisti, per poi scomparire indegnamente in una scena di redenzione finale pregna di santità? A questo punto ci sono due pensieri: probabilmente i pochi episodi hanno creato il problema di dover far avvenire velocemente certe cose, come la fine impropria di Five, ma contemporaneamente gli undici episodi sono decisamente troppi per le poche cose che succedono. Il dubbio mi attanaglia: ci sono pochi episodi o troppi?

Qualunque sia la risposta, non è solo Five a fare una brutta fine, ma la serie stessa. Certo, ho parlato di due curve gaussiane, cioè per me il finale, ma parlo proprio degli ultimi minuti dell'ultimo episodio, non è da buttare. Ci vuole una certa dose di eroismo per far fare quella fine ai protagonisti; ultimamente, d'altronde, torcere un capello al protagonista di un anime pare sempre più un tabù, quindi va riconosciuta un'intrepidezza notevole ai produttori. Però, comunque sia, tutto appare addormentato anche nel finale: a cosa è servito tutto ciò? Il fugace sentore di giustizia che traspare dalle immagini finali dovrebbe rappresentare l'intero arco di avvenimenti? Probabilmente sì, visto che si tratta di un arco piuttosto piccolo e basso.

Sarchiapon

 5
Sarchiapon

Episodi visti: 11/11 --- Voto 5
La parte più bella di quest'anime, e quella di cui più mi ricorderò ora che è finito, è senz'altro il primo episodio. Non ci sono molte parole per descrivere il senso di realismo e di angoscia che esprime. Decisamente, attraverso il primo episodio, "Zankyou no Terror" parte davvero in quarta: due protagonisti stupendamente disturbati e opposti nei loro stereotipi (ma la cosa non guasta affatto), un furto in una centrale nucleare, un attentato dinamitardo in programma e una ragazza che vi rimane coinvolta, rischiando fin da subito la vita. Sia sulle prime, che sul finale della prima puntata, si hanno davvero pochi dubbi. Quest'anime è roba seria.

Sfortunatamente, finisce lì.
Già dal secondo episodio spuntano una serie di cose che peggiorano sensibilmente il tutto. Personaggi che definire "spalle" è essere generosi, altri relegati all'unico scopo di raccontarci a intervalli tutti i retroscena (si prova quasi pena per loro considerando che in un certo senso sarebbero gli antagonisti...), trama che ha pretese di coinvolgere questioni internazionali e storiche, ma che si riduce al tanto nipponicamente amato "scontro tra due cervelli", in barba al fatto che sullo sfondo ci dovrebbero essere la polizia e gli eserciti di uno se non più Paesi... e, naturalmente, l'immancabile precisazione, presente in ogni episodio e quasi religiosamente rispettata, del fatto che tutto quel che sta succedendo è quanto mai scevro dallo spargimento di qualsiasi sangue.

Ora, non sono sicuro che qualcuno abbia detto a Watanabe o a chi per lui che questa serie non sarebbe mai uscita se non priva di qualsivoglia possibile rischio di emulazione o morbosità nel trattare il tema del terrorismo (nondimeno, è impossibile non ipotizzarlo...). Può benissimo darsi che chiunque abbia scritto la sceneggiatura l'abbia sinceramente concepita in questo modo... ma rimane il fatto che, all'ennesimo attentato incredibilmente privo di vittime, si comincia a percepire un crescente senso di ridicolo, e ci si chiede se fosse davvero necessario scomodare una tematica ingombrante come il terrorismo a contorno di una storia che a conti fatti ne potrebbe fare tranquillamente a meno.

"Zankyou no Terror", infatti, non è "V for Vendetta" (attenzione: il fumetto, non il film). Non c'è alcun regime autoritario da combattere, nessuna visione apocalittica, nessun riferimento all'imbarbarimento della società e alla sua prostrazione nei confronti delle forme di tirannia. In "Zankyou no Terror" ci viene raccontato di un esperimento assurdamente crudele (e tra l'altro quanto mai improbabile, in un Paese che è già di per se fortemente selettivo fin nella vita di tutti i giorni, e senza la necessità di schiavizzare nessuno o di chiamarlo per numero anziché per nome...), e ci viene detto in modo vago che tutto quel che succede ruota intorno ad esso. Cosa c'entri la società e quale sia di preciso il messaggio finale non sono riuscito a capirlo, ma mi sto ancora chiedendo il senso di quel "Pull the trigger on this world".

In definitiva, una delusione. Peccato, perché le premesse erano ottime.

Akiko80

Episodi visti: 11/11 --- Voto 10
Se cercate una storia breve che vi tenga incollati alla sedia, ma che sia capace di coinvolgervi fino alle lacrime, allora "Zankyou no Terror" fa al caso vostro. Undici episodi: pensavo fossero pochi per raccontare doverosamente qualsiasi storia, ma mi sono voluta fidare della notorietà della regia e posso assicurarvi che gli autori hanno saputo insegnare a chi si dilunga in tante serie ed episodi, sovente raccontando il nulla, che spesso conta la sostanza.

Trama: due ragazzi di diciassette anni, che si fanno chiamare Sphinx, pare si dilettino a piazzare bombe, disinnescabili solo qualora la polizia risolva i loro spinosi indovinelli, lanciati in rete, attraverso video caricati on-line. Solo follia? A quanto pare no. Ogni attentato è studiato affinché non ci siano vittime civili e gli indovinelli mirano alla ricerca di colui che possa fare da portavoce della loro sventura: il loro Edipo. Ostinati fino a rischiare la loro stessa vita, pur di portare a termine il loro obiettivo, è chiaro sin da subito che i due ragazzi, Nine e Twelve, hanno ben poco da perdere. Desiderano a qualunque costo non solo che il mondo li ascolti, che sappia la loro storia, ma anche che non la legga di sfuggita sui giornali e poi volti pagina. Vogliono che la loro storia tocchi i cuori e la vita di tutti, lasciando un segno, perché tutti coloro che hanno sofferto non vengano dimenticati, tra una pagina e l'altra di un giornale che domani servirà a tappezzare il fondo di un cassonetto.

I personaggi principali.
Nine: dallo sguardo di ghiaccio, è il freddo calcolatore e pianificatore, nei minimi dettagli, di ogni attentato. Estremamente ostinato, non si lascia piegare dagli eventi, né coinvolgere da alcun sentimento, se non quello che lo lega al suo unico compagno di tutta una vita.
Twelve: dal caloroso sorriso, dal facile entusiasmo e dalla formidabile memoria, è più incline, rispetto a Nine, a lasciarsi trascinare dai sentimenti e da una normalità che tempo addietro gli è stata negata.
Lisa: bistrattata dalla madre alcolizzata e vittima di bullismo, sarà presa sotto l'ala protettiva di Twelve, portando un po' di squilibrio e debolezza nel duo Sphinx, ma anche un assaggio di vita normale e di affetto che tanto mancano ai due protagonisti.

Le ambientazioni sono molto curate. La colonna sonora, come altri dettagli dell'anime, richiama una terra gelida, lontana: l'Islanda. Le ragioni di tale scelta, sebbene non immediatamente comprensibili, ma sicuramente apprezzabili, vi condurranno a dovervi mettere in gioco in prima persona, con l'ennesimo quiz, per scoprirne le ragioni.

Il messaggio finale della storia, nonché il motto del duo, è la speranza: speranza che certi agghiaccianti verità non vengano mai più taciute, speranza che la gente smetta di girare la testa dall'altro lato piuttosto che desiderare di sapere, speranza che cose orribili non possano mai più accadere e che nessuno debba più essere vittima di un'esistenza i cui fili siano stati mossi da altri, dal'inizio alla fine; speranza di non essere dimenticati; speranza che si possa finalmente alzare la testa e pretendere giustizia.

Un prodotto ottimo, una storia in grado di toccare indelebilmente l'animo dei più sensibili.
Lo consiglio sicuramente.


 6
Rygar

Episodi visti: 11/11 --- Voto 1
I fantastici anni '80 hanno dato molto in termini di musica, animazione, progresso scientifico, innovazioni tecnologiche e percezione del futuro. E se c'è un lascito importante che hanno regalato, è stata una leggendaria rap band americana chiamata "Public Enemy". Tale band affascinò molti spettatori con le loro canzoni che incitavano ad aprire gli occhi e a guardare il mondo con occhi disincantati. Nel 1988 uscì una canzone particolarmente lungimirante il cui titolo era "Don't believe the hype", ossia: "Non credete alle montature".
Il titolo di questa canzone riassume alla perfezione l'essenza di "Zankyō no Terror", conosciuto anche come "Terror in Tokyo" o "Terror in Resonance", poiché l'opera stessa è una colossale montatura nonostante le enormi aspettative su questo titolo. Non importa se dietro quest'opera ci sono nomi altisonanti come Shin'ichirō Watanabe o Yoko Kanno, poiché non bastano a garantire la qualità di un prodotto, così come non basta un'idea di base potenzialmente valida.
"Zankyō no Terror" è una serie della stagione estiva 2014 composta da undici episodi di durata canonica. L'opera nasce come prodotto d'animazione.

Trama: in una realtà alternativa, due ragazzi "superdotati" sono artefici di esplosioni di matrice terroristica nel quartiere di Shinjuku a Tokyo. Gli attentati sono orchestrati con precisione tale da radere al suolo interi palazzi. Questi ragazzi, di nome Nine e Twelve sono anche responsabili del furto di un ordigno atomico. Il loro scopo è "dimostrare al mondo che esistono dando al mondo stesso una svegliata". Dal momento che vogliono rendersi "famosi", pubblicano dei video su Youtube rivendicando gli attentati e giocando con le forze dell'ordine, lanciano degl'indovinelli la cui risoluzione potrebbe sventare i loro stessi attentati.

Grafica: nonostante qualche opinione favorevole, il comparto grafico risulta povero e non all'altezza dei tempi. Le ambientazioni sono realizzate male, con scarsa cura per i dettagli. Tutto risulta approssimativo e "pennellato". Le animazioni sono scadenti, non solo per dei giochi di luce realizzati malissimo (intere stanze risultano esageratamente cupe senza un minimo di attenzione sulla giusta quantità d'illuminazione da adottare), alcune esplosioni sono realizzate pessimamente. Il character design ha un sentore di realismo, ma è realizzato in maniera pressappochista.

Sonoro: Yoko Kanno, dove sei? L'opening è orribile, l'ending rasenta il ridicolo. OST piatte e anonime. Effetti sonori non pervenuti. Doppiaggio squallido, soprattutto quando parlano in inglese.

Personaggi: nulla di positivo da segnalare. La caratterizzazione dei personaggi risulta banale, stereotipata (come il poliziotto corpulento che "potrebbe non essere goloso di zuccheri"), talvolta stucchevole, talvolta davvero stupida, e ci si domanda come sia stato possibile realizzare dei personaggi tanto pessimi. Le reazioni umane spesso sono illogiche e incoerenti. Il fattore involutivo è ben presente, mentre il fattore psicologico è deteriorato. L'interazione tra personaggi è pessima.

Sceneggiatura: non bisogna scherzare col fenomeno del terrorismo e non bisogna edulcorarlo con del buonismo da ultima ora. Men che meno bisogna ingannare lo spettatore con false promesse e con una realizzazione tanto approssimativa. La gestione temporale risulta sostanzialmente semplice, anche se spesso è frammentata da diversi flashback. Il ritmo s'attesta su livelli medi. Sono presenti diverse scene d'azione, ma in alcuni casi l'idiozia raggiunge livelli preoccupanti (come si può sparare a uno zaino contenente una bomba atomica?). Non esiste fanservice. I dialoghi rasentano il ridicolo.

Finale: le peggiori previsioni che si potevano concepire a inizio episodio si sono avverate. Sono state fornite delle spiegazioni davvero squallide sulle motivazioni che spingevano i due ragazzi a fare ciò che hanno fatto. Da segnalare il fatto che un'esplosione atomica in cielo non rilascia alcuna radiazione e tutti possono "godersi lo spettacolo", a patto che sopportino un impulso EMP. Memorabili i caccia statunitensi che si fanno infinocchiare da un palloncino.

In sintesi: "Zankyō no Terror" è la dimostrazione che non bisogna fidarsi a prescindere di "nomi famosi" e non bisogna farsi infinocchiare da trailer fuorvianti che danno l'impressione di ritrovarsi presunti kolossal d'animazione. L'opera è un disastro, un fallimento totale, uno spreco enorme di talenti e di potenziale mandato alle ortiche. Si percepisce chiaramente che tutto è campato per aria e che non ci sia stata un'accurata pianificazione di fondo. Lo stucchevole buonismo che ammorba la serie e la totale inconsistenza della trama (ricca tra l'altro di assurdità e forzature) e dei personaggi lo hanno relegato all'insuccesso delle vendite, e non poteva che essere così. L'opera è sconsigliata a chiunque cerchi della sostanza, al di là del fatto che "è stato realizzato da Watanabe".

Loki_2012

Episodi visti: 11/11 --- Voto 10
"Zankyou no Terror" è stato un viaggio emozionale. Ho iniziato a seguirlo con titubanza, perché non appartenente ai generi di anime che prediligo, ma, incuriosita dall'entusiasmo generale, mi sono lasciata trasportare da questa storia bella e drammatica e ne sono stata rapita.

Apparentemente la trama sembra incentrarsi su uno dei tanti "mali" che affliggono la nostra epoca: il terrorismo. Ma, come spesso accade, non sempre le cose sono quello che sembrano.
La trama non tratta di atti terroristici fini a sé stessi, messi in atto da ragazzetti dotati di un'intelligenza superiore alla media, che per attirare l'attenzione del mondo su di sé, per fame di notorietà, giocano all' "allegro bombarolo". Ci sono delle ragioni precise dietro ognuna delle singole azioni del duo denominato Sphinx. Tutto ciò che mettono in atto vi condurrà attraverso la scoperta delle motivazioni più profonde del loro animo afflitto dal dolore di un indicibile passato. La storia diventerà, poco a poco, un viaggio attraverso le loro ragioni, non per giustificarli, ma per far vivere allo spettatore, in prima persona, la sofferenza e la rabbia che li hanno spinti a commettere atti folli, l'ingiustizia patita che non può essere semplicemente ingoiata e dimenticata, il desiderio di far sapere al mondo una verità che non può essere taciuta oltre, solo perché si possa avere giustizia e perché non si venga dimenticati. La costruzione della trama è esemplare: mai noiosa, spinge ad essere sempre sul filo del rasoio, a contare i secondi che restano, a farsi coinvolgere dall'ennesimo indovinello, e ad emozionare per la scoperta di un altro tassello del passato.

I personaggi principali, Nine e Twelve, hanno un legame quasi simbiotico. Cresciuti insieme, nella solitudine e nella tristezza della loro condizione, dipendono l'uno dall'altro e, sebbene arrivino anche a ferirsi, hanno il bisogno innato di ritrovarsi, perché non riescono a sentirsi completi in assenza dell'altro. Non sono uno la mente e l'altro il braccio, ma due menti eccelse, capaci di mettere in ginocchio una città intera, se non una nazione. Accumunati da un medesimo passato e da un destino scritto, agiscono per far sentire la loro voce, e perché questa voce possa arrivare al di là delle barriere dell'indifferenza.
Ben costruiti anche i personaggi secondari: Lisa, che porterà un pizzico di normalità, quotidianità, affetto, nelle vite dei due protagonisti; Shibazaki, l'ispettore di polizia in grado di venire a capo agli spinosi quiz e che assumerà un ruolo fondamentale nella realizzazione del fine ultimo del duo; Five, agente dei servizi segreti americani, misteriosamente legata agli Sphinx. Apparentemente comparsa nel bel mezzo della storia per mettere i bastoni tra le ruote ai giovani terroristi, si scoprirà essere anche lei emotivamente coinvolta nella storia di Nine e Twelve, più di quanto si possa inizialmente pensare.

Gli scenari, realizzati ad arte, sono spesso riproduzioni fedeli di ambienti reali.
La colonna sonora, davvero sublime, accompagna emozionando ogni singola fase della storia, arricchendola.

"Zankyo no Terror" è stato una piacevole sorpresa. E' un anime coinvolgente ed emozionante, che vi sorprenderà, vi terrà incollati allo schermo e vi farà emozionare fino alla lacrime.

Consiglio vivamente di vederlo, con la doverosa premessa che è una storia bellissima, ma struggente. Riuscirà a devastare la vostra anima, ma anche a lasciarvi un segno indelebile.
L'autore ha dato voce a tutti i fantasmi delle ingiustizie del mondo, agli invisibili, ai dimenticati dietro i muri della nostra indifferenza e di cui ci si accorge solo quando si viene toccati in prima persona.
Un anime indimenticabile.

violet girl

Episodi visti: 11/11 --- Voto 10
"Pull the trigger on this world".

"Zankyou no Terror" è un anime di questa stagione estiva che ha ricevuto notevoli consensi da parte del suo pubblico, ma che da alcuni ha ricevuto delle critiche che, personalmente, non condivido affatto.
Partiamo da un presupposto: "Zankyou no Terror" parla di due "terroristi", ma se state cercando un anime in cui i personaggi principali agiscono sulla spinta di meri istinti brutali, due personaggi che dovrebbero essere la raffigurazione degli aspetti negativi dell'animo umano, personaggi alla Light Yagami per intenderci, allora avete sbagliato anime.

"Zankyou no Terror" parla di due ragazzi di soli diciassette anni, Nine e Twelve, che organizzano attacchi terroristici molto particolari, in quanto questi sono esclusivamente degli atti dimostrativi, atti che hanno lo scopo di voler comunicare qualcosa, voler far sentire la propria voce, e non quello di mietere vittime innocenti. Infatti i due, che nei panni di terroristi si fanno chiamare "Sphinx", lanciano degli indovinelli alla polizia, dando loro modo di disinnescare di volta in volta le bombe piazzate. Questi indovinelli, che vengono recapitati alla polizia attraverso dei video caricati online, nascondono un indovinello ancora più grande, ovvero il motivo e le intenzioni che si celano dietro tali attacchi. Gli Sphinx non colpiscono la popolazione, ma colpiscono le istituzioni, il governo, e parte integrante del piano è che vi sia qualcuno pronto a risolvere tale enigma, in modo da portare alla luce del sole un grande complotto organizzato dalle istituzioni giapponesi ai danni di ventisei bambini provenienti da diversi orfanotrofi del Giappone, tra cui vi sono anche Nine e Twelve. Colui che riuscirà a risolvere l'indovinello e indagherà sul passato dei due ragazzi è il detective Shibazaki.

"Zankyou no Terror"contiene innumerevoli spunti di riflessione, presentandosi come una denuncia nei confronti delle istituzioni che esercitano il loro potere andando a colpire le popolazioni più deboli. In questo caso specifico sono gli orfani, bambini soli al mondo, ad essere utilizzati e considerati come dei semplici oggetti da coloro che si trovano a capo del cosiddetto piano "Athena", piano che vede coinvolti i maggiori esponenti delle istituzioni giapponesi. Quando è la tua stessa nazione a farti del male, quando è la tua stessa nazione a non riconoscere il valore della tua esistenza, allora per rivendicare i propri diritti, per richiedere che venga fatta giustizia, molte volte non rimane atro che "premere il grilletto", utilizzare mezzi estremi per attirare l'attenzione della popolazione e pretendere di essere ascoltati, rivendicati, perché, se lo si facesse per vie legali, probabilmente il tutto verrebbe insabbiato.

Shinichiro Watanabe, il regista di tale anime, ha cercato secondo me di dare voce agli invisibili della società, ai deboli, le cui vite vengono spesso spezzate e portate via proprio da chi invece avrebbe il compito di proteggere il suo popolo. Watanabe ci invita a non dimenticare, a ricordare, poiché è solo ricordando le atrocità compiute dal genere umano che si può evitare che tali orrori si ripresentino in futuro.

Parlando più in dettaglio dei vari personaggi, Nine è il personaggio razionale, quello che progetta gli attacchi e quello più determinato tra i due a portare avanti la loro missione. Twelve invece è un ragazzo impulsivo, un ragazzo che a differenza di Nine è molto attratto dalla "normalità" che non può vivere. Se Nine è la testa, Twelve è invece il cuore.
Passiamo ora ai due personaggi più contestati, e secondo me meno compresi, di questa storia. Sto parlando di Five e Lisa.
Five è una ragazza il cui passato è collegato a quello di Nine e Twelve e che guida le indagini dell'FBI, intervenuta per risolvere il caso Sphinx. Inizialmente il ruolo di Five appare poco comprensibile, non si capisce bene a quale gioco stia giocando, ma a mano a mano apparirà sempre più chiaro che quella che sembrava essere una "villain" in realtà non lo è. Five è solamente una vittima proprio come Nine e Twelve, che ha cercato di trovare una ragione di vita (che qui non posso spoilerare) per poter sopravvivere. Il suo ingresso nella storia è tutt'altro che inutile visto che i suoi continui interventi portano la storia a cambiare direzione, fino ad arrivare a svolte imprevedibili.
Lisa Mashima è se vogliamo il personaggio più umano della serie. Lisa è una ragazza vittima di bullismo e con una madre psicopatica, costretta a scappare di casa, ritrovandosi così senza un posto dove andare. Il suo incontro con gli Sphinx avverrà in una situazione particolare, e a poco a poco si avvicinerà sempre di più ai due venendo coinvolta nel loro piano. Il suo personaggio è stato criticato per essersi dimostrato poco "utile", quando invece ha una funzione ben precisa. Lisa non è l'eroina della serie, non compirà alcun gesto eroico, ma farà un qualcosa che per Nine e Twelve non è affatto scontato: li farà sentire utili, amati. Lisa è la "normalità" che manca nella vita dei due giovani.

La narrazione ha un andamento sostenuto, tale da riuscire a tenere incollato allo schermo e col fiato sospeso lo spettatore. I soli undici episodi di cui l'anime è composto possono per certi versi rappresentare un limite, perché ci sono alcuni aspetti che, volendo, si sarebbero potuti approfondire. Garantisco però che la qualità generale dell'anime non ne risente, poiché Watanabe è riuscito comunque a dire e a trasmettere tutto quello che era necessario.

Il finale, dopo un penultimo episodio che lascia sgomenti, chiude con assoluta coerenza l'intera serie, riportando così ogni tassello al suo posto. Ogni azione dei due protagonisti assumerà un preciso significato, e il tutto si chiuderà con l'unico finale a parer mio possibile. Un finale intenso, altamente drammatico, ma tutt'altro che buonista, poiché alla fine della fiera ognuno sconterà le proprie colpe.

Un applauso vero e proprio meritano le OST, alcune delle quali hanno accompagnato delle scene rendendole sublimi, e che secondo me rimarranno nella storia degli anime. Mi riferisco in particolar modo ad "is", "Von", e "Birden".

Concludo consigliando caldamente la visione di questo anime che secondo me presenta un fortissimo impatto emotivo. È difficile rimanere impassibili, indifferenti, ed è molto difficile non essere travolti dalle emozioni. Watanabe a parer mio ha creato un piccolo gioiellino, non perfetto ad ogni costo, ma che comunque è in grado di commuovere e smuovere le coscienze.

Nine e Twelve chiedono di non essere dimenticati, ed io non li dimenticherò mai.


 8
MattyPiranha

Episodi visti: 11/11 --- Voto 10
Voglio iniziare questa recensione con una piccola premessa. Quando ho finito di vedere l'ultimo episodio di questa serie che io reputo quasi perfetta sotto tutti i punti ero felice, perché il finale (come dirò anche dopo) aveva incoronato una serie come questa nel migliore dei modi. Ecco, questa felicità era comunque destinata a durare poco, perché appena entrato su internet e su vari siti, ho letto le critiche più assurde e insensate contro questa serie, e lì mi sono un po' arrabbiato e mi è sembrato il caso di dare una piccola lucidata a tutti coloro che hanno scritto delle vere e proprie scemenze contro questa serie. Dunque avviso già che questa recensione sarà un po' più viva delle altre che ho fatto e voglio analizzare tutto nei minimi particolari per far capire che questa serie merita davvero tanto.

Partiamo come sempre con la trama. Nel Giappone dei nostri giorni incombe una minaccia di natura terroristica che rischia di far saltare l'equilibro urbano presente nella capitale. Questa minaccia è data dagli Sphinx, una squadra composta da due ragazzi che saranno anche i protagonisti dell'opera, e questi sono Nine e Twelve, due ragazzi neanche maggiorenni che costruiscono bombe ed escogitano piani per farle esplodere in luoghi abbastanza significativi della città. Tuttavia la particolarità di questi piani sta nel fatto che tutto è escogitato in modo tale che non ci siano vittime, e tutto ciò attirerà l'attenzione delle forze dell'ordine, che riceveranno dei video da parte degli Sphinx dove verranno dati degli indizi per trovare queste bombe e disinnescarle in tempo, indizi che il detective Shibazaki utilizzerà per venire a capo di quello che sembra un complotto non da poco. In tutta questa vicenda verrà coinvolta anche una ragazza, Lisa, che sarà costretta a seguire i due ragazzi e creerà a loro non pochi problemi per via della sua goffaggine. La storia dunque si concentrerà sullo scoprire il perché questi due ragazzi stanno organizzando tutto questo caos e sarà curioso e intrigante vedere come si evolverà la storia, perché arriveranno anche i "nemici dei nemici", che non saranno altro che l'FBI e un membro in particolare che sembrerà legato direttamente ai due giovani terroristi.

Analizziamo i due protagonisti: Nine è quello che sembra essere il capo tra i due, perché è quello più saggio e quello che giustamente vuole che tutto fili nel modo giusto, tanto che in un primo momento non accetterà la presenza di Lisa nella squadra. Poi abbiamo Twelve, che è il ragazzo più avventato che molte volte agisce senza pensarci troppo e molte volte finisce nei casini. Poi arriva lei, Lisa; questo personaggio è stato criticato da tantissima gente poiché nella storia non fa altro che combinare casini e in tutta la serie non conclude quasi nulla, mentre invece secondo me questo personaggio serve a dare un senso di completezza a tutta l'opera, perché i soli due protagonisti avrebbero rischiato di rendere monotona la serie, cosa che con la comparsa di Lisa non è successa. Combinerà casini? Si fa sempre prendere dall'ansia? Incasina i piani dei suoi "rapitori"? Ma allora ben venga! Così la seria acquista maggior intrattenimento e non c'è che da esserne felici. Inoltre c'è il personaggio del detective Shibazaki, che incarna lo stereotipo dell'ispettore modello tuttologo che piano piano riuscirà a scoprire dettagli interessanti sia per lui ma anche noi, per farci capire di più cosa spinge i due ragazzi e organizzare le esplosioni e anche quale sia la loro storia, che vi assicuro è parecchio particolare e rimanda a fatti molto simili realmente accaduti, anche se qui sono stati un po' modificati per rendere il tutto più originale.

Se dovessi analizzare in dettaglio tutte le caratteristiche che hanno reso quest'opera perfetta farei una recensione che nessuno leggerebbe per via della lunghezza, allora mi limito ad analizzare quelle che sono le cose che reputo basilari. Molti hanno detto che quest'opera è troppo buonista, probabilmente riferendosi al fatto che nonostante le esplosioni e gli attentati non muoia nessuno, ma queste persone non hanno capito che lo scopo dei due ragazzi non era quello di uccidere gente, ma è quello di compiere dei gesti simbolici contro una società che gli ha rovinato la vita attraverso il "piano Atena" nel quale sono stati coinvolti quando erano piccoli, ma di cui non vi spiego altro per farvi godere la serie che spero voi vediate. Altra cosa fondamentale da tenere presente è che in questo anime si fa riferimento alla bomba atomica, che sarà anche la protagonista dell'episodio finale, e questa è una cosa che pochi anime hanno fatto, se non quelli storici risalenti al periodo post Guerra Mondiale, e questo vuol dire che i produttori che hanno realizzato questa serie in fondo puntavano a tanto e hanno realizzato quello che è un capolavoro sotto tutti gli aspetti. Inoltre, se ci aggiungiamo la presenza delle forze americane, beh, abbiamo proprio fatto il boom in tutti i sensi. Insomma, se volete un anime in cui della gente uccide dei cittadini così perché non ha nulla da fare, andate a cercare un altro anime che possa soddisfare i vostri gusti, perché qui si sta parlando di qualcosa di molto più profondo e studiato.

Per quel che riguarda il reparto grafico anche qui i livelli sono davvero alti, con character design perfetto e con delle ambientazioni e delle animazioni rese divinamente, e anche le innumerevoli esplosioni qua presenti sono state rese in modo realistico. L'opening e l'ending sono belle e in particolare l'ending dà una bella sensazione acustica, o almeno questo è ciò che ho provato io sentendola dopo una puntata abbastanza accesa, come possono essere quelle di quest'opera.

Fidati di me, questa serie merita tantissimo e la consiglio vivamente a tutti, perché se presa nel modo giusto può diventare davvero un piccolo gioiellino dell'animazione giapponese, e se volete guardare recensioni che criticano l'opera siete liberi di farlo, ma comunque guardate la serie e guardatela dal vostro punto di vista, sperando che alla fine sappiate coglierne il vero senso.


 4
Nae

Episodi visti: 11/11 --- Voto 7
"Zankyou no Terror" è una serie ambigua, incensatissima o bistrattatissima a seconda del punto di vista; di fatto è una buona mini serie, sia per trama, sviluppo e comparto tecnico.

La storia che è senza dubbio la colonna portante ruota attorno due giovanissimi geni/terroristi, 12 e 9 (i nomi sono alla base del loro casino), che si fanno chiamare Sfingi, usando un bizzarro metodo di interazione con gli enti pubblici coinvolti nella tutela dei cittadini e nelle manovre di antiterrorismo, obbligando l'attenzione pubblica a seguire le loro minacce, giochi/enigmi senza i veti della riservatezza. Nota importante, le Sfingi creano eventi a impatto minimo sulle vite umane, l'impatto di danno è alle strutture e poggia tutta la faccenda sul fatto che i famosi enti devono intervenire sulla minaccia, non ad evento avvenuto. Aggiungo che è fattibile quello che fanno solo perché stanno in Giappone, dove si possono avere su carta statistiche su tempi di evacuazione ed essere certi che la gente segua le procedure alla lettera.

Il punto dei terroristi è venir ascoltati, perché, nei loro enigmi in cui barattano la sicurezza dei cittadini con l'ascolto degli enti preposti alla tutela, c'è un punto a cui vogliono far arrivare la popolazione, a quanto pare un gigantesco insabbiamento che per vie legali non verrebbe mai a galla. Pregevole sicuramente l'evoluzione narrativa dove il mostro creato dal sistema dimostra di essere l'essere umano e i rispettabili esseri umani sono di fatto i mostri da temere; per far arrivare la massa a questa verità urge un interprete, ed ecco il ruolo dell'acuto detective Shibazaki, un uomo congedato con semidisonore al reparto archivi per aver osato scavare nel marcio della società.
Tutto fila: personalizzazione, imprevisti, i colpi di scena non così inattesi ma coerenti con la trama, l'analisi psicologica, il dramma di questi ragazzi, l'umanità ancora viva nelle persone singole, non tanto nella massa, e via dicendo. Purtroppo però c'è tanto in pentola, e lo spettatore si attacca ai due protagonisti a caccia di dettagli, che di fatto non vengo dati: non viene spiegato tutto come si vorrebbe, il loro messaggio e il loro perché ha dei momenti di smarrimento nel filone narrativo, cosa che lede un po'.

Il personaggio di Lisa, ragazzina profondamente umana, combattuta e timorata, nonché imprevisto numero uno del fantomatico duo è a mio avviso una figura maltrattata che meritava molta più attenzione. Lei è accantonata o risfoderata un po' troppo a comodo, senza davvero lasciarle spazio nella storia, è trascinata negli eventi, ha un ruolone nell'influenzare 12, ma non le si dà davvero spazio e lo sfoderare 5, compagna di sofferenza delle due Sfingi, invece di dare una spinta agli eventi, costringe la narrazione a bizzarre involuzioni per arrivare poi al rush finale.
Saltando questo va però detto che l'attenzione che si muove dal duetto a 9 e la sua missione ripaga in parte di queste mancanze, perché come è giusto che sia le personalità non sono tutte uguali e lo stress viene gestito in modo diverso anche da due geni simili. Entro l'undicesimo episodio si recupera parecchio della magia delle prime puntate, si sente proprio la determinazione di 9, e gli si scusano le gaffe/farse tecniche scientifiche. Aggiungo che siamo in un anime, non al circolo Fisici, e non ha senso fare i bacchettoni su come funziona davvero la fisica nucleare in ambito di bombe.
Infine, nota secondo me molto positiva: non c'è il buonismo gratuito per ottenere un qualche finale improbabile. Fare il terrorista per dare un messaggio al mondo ha un prezzo e lo si paga, punto e basta: nessun happy ending Disney, la comprensione dei molti con una terapia d'urto di questi pochi ha delle conseguenze e la società moderna non smette di agire come fa solo perché erano vittime anche loro.

Il comparto tecnico è assolutamente di livello: animazioni fluide, tratti piacevoli dei personaggi, non c'è l'effetto stampino nei soggetti, sono personalizzati, e le musiche sono incredibili, la perfetta nota di fondo per ambienti e situazioni in atto. Una serie che consiglio.

skull945

Episodi visti: 11/11 --- Voto 4
"Zankyou no Terror" è stata senza dubbio una delle serie più attese di questo ultimo periodo: alzi la mano chiunque non sia stato almeno incuriosito da questo titolo, leggendo gli articoli su Animeclick.it o navigando su internet. Tutto faceva davvero presagire il meglio, in primis la presenza di Watanabe, che ricordiamo per titoli come "Samurai Champloo" e "Cowboy Bebop", e, in secundis, una trama sulla carta avvincente. Come è ben risaputo, non sempre le aspettative vengono mantenute e, in tal caso, la delusione e la rabbia dello spettatore sono dietro l'angolo.
"Zankyou no Terror" sarà uno dei suddetti casi? Beh, osservando il voto attribuitogli, è abbastanza intuibile che la mia risposta sia sì, ma andiamo con ordine.

La serie è ambientata nella moderna Tokyo e segue in prima persona gli attacchi terroristici annunciati e messi in atto da due studenti, Nine e Twelve, popolari sotto il nome di Sphinx. Essi sono soliti lasciare intenzionalmente degli enigmi alla polizia, cosicché, in caso di risoluzione, sia possibile prevenire un eventuale disastro.
Trattandosi di un modus operandi atipico per dei malintenzionati, appare evidente che vi sia un messaggio che dovrà essere recepito sia dai personaggi dell'anime sia da noi, che aspetteremo undici episodi prima di conoscerlo definitivamente, prima di rimanere probabilmente insoddisfatti e delusi dal limitatissimo spessore tematico. Personalmente, avrei preferito che l'irragionevolezza di simili gesti potesse prendere il sopravvento su qualsivoglia significato di fondo, al fine di enfatizzare, su scala più larga, alcuni aspetti negativi dell'essere umano.

Questo è comunque uno dei tasti meno dolenti di "Zankyou no Terror". Ben peggiori sono i personaggi. In quanto definirli inutili potrebbe essere quasi un complimento, il termine "pessimi" è indubbiamente il migliore per radunarli quasi tutti sotto un'unica categoria.
Nine è il solito ragazzo serio, freddo e determinato a raggiungere lo scopo finale (?). Twelve, all'opposto, è più spensierato e giocoso. I due sono legati da un "traumatico" passato, del quale si verrà a conoscenza in modo piuttosto frammentario. Questa scelta narrativa influisce negativamente sull'interesse nutrito nei confronti dei protagonisti e sul loro sviluppo psicologico: è impossibile intuire quanto la loro storia condizioni il loro attuale ego o come siano sopravvissuti di lì ad oggi, né tantomeno la logica delle loro azioni. Per dieci episodi sembrerà di assistere alla sagra del nonsense, in pieno stile Maccio Capatonda.
Shibazaki è il detective Conan di turno. Il suo compito è ovviamente quello di smascherare i teppistelli e risolvere gli intricatissimi enigmi da loro posti. Inizialmente in completa balia degli eventi, egli prenderà progressivamente coscienza dei propri mezzi, subendo cambiamenti e rivelandosi, pertanto, un buon personaggio, l'unico decente in mezzo al nulla.
Five potrebbe essere identificata come la villain della serie, sebbene in realtà il suo ruolo non sia del tutto comprensibile. Dovrebbe inoltre rappresentare una sorta di turbamento psicologico per il duo Sphinx e la causa principale del lancio del vostro monitor fuori dalla finestra durante il decimo episodio, ammesso che il vostro cervello non si sia abituato a tutto il nonsense precedente. Il problema è che si stratta di un personaggio talmente mal riuscito che è impossibile capirne l'utilità all'interno della serie, e io sono costretto a ricorrere al condizionale.
Dulcis in fundo, Lisa! "Ho il cervello grande come un pianeta e mi fanno unicamente raccogliere un pezzo di carta." Appuntate su un pezzo di carta questa frase del depresso androide Marvin e incollatela sulla fronte di Lisa, considerando però che il suo cervello è grande circa quanto una particella subatomica. Odiata dalla madre, e anche da me, tale marionetta di nome Lisa è completamente soggiogata da chiunque, ma è misteriosamente benvoluta da Twelve. Sarà protagonista di spassosissime gag alle prese coi fornelli, con le pulizie e con un pallone da calcio. Non contenta del suo ruolo (e non ha tutti i torti) proverà a scrollarsi di dosso la nomea di inutilità che la precede, ma non ne sarà mai in grado. Ciò che è rammaricante di questo personaggio è il potenziale sviluppo non concretizzatosi. I protagonisti avrebbero potuto giocare psicologicamente con la sua posizione scomoda, ma questo aspetto viene affrontato soltanto cinque minuti durante il primo episodio. Perciò, oggettivamente parlando, Lisa è introdotta soltanto per creare situazioni favorevoli allo sviluppo della trama, altresì conosciute con il nome di espedienti narrativi, che costituiscono un altro grosso difetto della serie insieme al nonsense della successione degli eventi.

I sopracitati espedienti narrativi sono comunissimi nel cinema così come nei romanzi, ma il vero problema in "Zankyou no Terror" è la loro durata. Nascono e muoiono letteralmente nel giro di un battito di ciglia. A fini di più precisa argomentazione farò due esempi estrapolati da un contesto un po' più corposo:
1) l'unica ed esclusiva volta in cui Twelve e Nine sono ripresi dietro i banchi di scuola incontrano Lisa. Da lì in poi nessuno di loro vi farà più ritorno;
2) ancora, Shibazaki necessita di più informazioni riguardo ordigni, bombe ed esplosioni ed ecco apparire per due volte, non una di più, la figlia esperta in questo campo! Coincidenza? Io non credo.

Il comparto tecnico è l'unica nota lieta dell'anime. A livello artistico le animazioni e i disegni, se ottimi nelle prime dieci puntate, si superano nell'ultima, divenendo quasi eccellenti. Il sonoro, poi, non subisce mai un calo, rimane sempre a livelli altissimi e fa perfettamente da cornice agli avvenimenti che passano sullo schermo. A riguardo, è impossibile non citare il nono episodio.

Purtroppo, come visto, non si può dire altrettanto degli altri elementi analizzati e criticati. Ciò non implica che "Zankyou no Terror" sia un prodotto da buttare via totalmente. Infatti, chiudendo più di un occhio sulle evidenti sviste, risulterà comunque essere un buon passatempo. Ricordate però: proiettili di pistola contro bombe atomiche e aerei di linea che si muovono sotto il comando di un pilota automatico vi attendono.
Voto: 4. Con rammarico.


 2
Vagabond90

Episodi visti: 11/11 --- Voto 7
"Zankyou no Terror" poteva essere la serie per eccellenza della stagione estiva 2014, ma purtroppo invece sarà solo ricordata come una delle tante serie di pregevole fattura ma niente più. Preamboli ottimi e rulli di tamburi che si vanno a perdere poi in un nulla di fatto. Nonostante l'opera infatti sia permeata da un lirismo di fondo, grazie a un ottimo e coordinato funzionamento di tutti i comparti, spesso ci sono state delle lacune troppo evidenti e il messaggio finale se voleva essere profondo non è passato nel modo migliore.

Con Watanabe alla regia che ritorna a un anime spiccatamente d'azione dopo diverso tempo, Yoko Kanno alle musiche e Kazuto Nakazawa al chara design, si va a formare una squadra di un certo spessore che lascia ben sperare. La produzione allo studio Mappa.
Il soggetto di base è ottimo e all'inizio pensavo prendesse una direzione affine a quella presa, con presupposti simili, da Satoshi Kon (vedi "Paranoia Agent"), ma poi si è rivelato essere tutt'altra cosa.

Nine e Twelve, un duo insospettabile di giovani liceali che si fa enigmaticamente chiamare Sphinx, desta terrore e preoccupazione nell'intera città di Tokyo tramite una serie di eventi sovversivi a sfondo apparentemente terroristico e di crescente gravità, che le forze dell'ordine non riescono ad arginare. Le loro richieste alle autorità sono ancora ignote, ma sembra che vogliano portare qualcosa all'attenzione dell'opinione pubblica. Dall'altro lato vi è Shibazaki, brillante detective della polizia, relegato al lavoro d'archivio per aver indagato troppo a fondo su un caso scomodo, riabilitato per le sue intuizioni proprio nel caso degli Sphinx.

I protagonisti sono due diciassettenni asettici e apatici, segnati da un passato drammatico e isolato dalla società comune, che li spinge a compiere le loro rimostranze. Sembrano mossi da intenti nichilisti e autodistruttivi. I loro piani sono alterati dall'incontro fortuito con una coetanea, che ne spezza gli equilibri, e pur nella sua inutilità e semplicità fa porre delle domande profonde ai due giovani terroristi.
Sphinx, il nome scelto dai due ragazzi, non è casuale: di volta in volta sfidano in maniera dissacrante le forze dell'ordine con degli indovinelli di carattere classicista, con rimandi a Sofocle e alla vicenda di Edipo. Personalmente ho trovato interessante questo tipo di riferimenti, sicuramente poco noti in un mondo come quello giapponese, permeato da tutt'altro tipo di cultura. Ma una volta gettati lì non hanno avuto ripercussione a livello di trama.

Purtroppo non è stato definito con precisione chi fosse l'antagonista o se effettivamente ce ne fosse uno, motivo per cui poi certi svolgimenti nel corso dell'opera perdono un po' di significato; forse le alte sfere politiche che bramavano al potere, e per raggiungerlo erano disposte a tutto? Dei vecchi signori influenti nel passato politico del Giappone e ora ridotti a delle amebe nel loro ricovero senile? O chi altro? Sicuramente anche questo mancato approfondimento ha contribuito a spezzare il climax - nelle intenzioni degli autori - ascendente.
Nella narrazione e nella sensatezza degli eventi che si susseguono poi ci sono delle evidenti forzature e sproporzioni, che si potrebbero pure ammettere se finalizzate a comunicare un messaggio profondo, ma purtroppo questo, sebbene atteso fino alla fine, non ha avuto l'incisività sperata.
Un eventuale messaggio di "speranza" si perde in quanto il sacrificio di pochi non ha avuto la giusta sacralità che si meritava. Il dramma della catarsi che mi aspettavo non è arrivato nel modo dovuto e di questo mi rammarico. La sensazione finale è di una malinconia non giustamente celebrata, perciò spezzata.

Per quanto riguarda comparto grafico e audio invece nulla da obiettare, sempre ai massimi livelli, con animazioni fluide e character design molto realistico. Inquadrature super incisive e primi piani che catturano le espressioni drammatiche dei protagonisti, insomma tutto ottimo dal punto artistico-visivo. Yoko Kanno poi in forma strepitosa ci regala delle perle, tra carillon, intimistici intermezzi rumoristici e drammatiche sonate al piano.

Ciò che mi aspettavo però da Watanabe & company era la profondità di un messaggio di fondo che non è stato sufficientemente approfondito, forse per l'eccessiva frettolosità o per la ristrettezza della serie, che in undici episodi non ha potuto rendere al meglio.