Heidi
Questo anime è un vero e proprio capolavoro che sorpassa i tempi, tanto che viene replicato ancora adesso in TV. La sua semplicità - che è però frutto di grandissima fatica e talento: per esempio, Heidi è stato il primo anime per la cui realizzazione gli autori sono andati all'estero - è il suo segreto: gli sfondi indimenticabili (alcuni realizzati da Miyazaki), i personaggi dalla psicologia molto ben definita, stupendamente delineati da Yoichi Kotabe, la musica della sigla italiana, il doppiaggio eccezionale (in particolare quello della bravissima Francesca Guadagno, la doppiatrice di Heidi) sono tutti fattori - questi e altri - che hanno reso questo anime un classico intramontabile.
In Heidi tutto è a misura di bambino: la Rottenmeier è imponente, gli animali sono carini, il prato è meraviglioso, gli alberi sussurrano, il nonno è protezione e guida. Anche gli oggetti appaiono grandi e gradevoli: lo sgabello di Heidi per lei è grande e noi lo percepiamo così.
La semplicità di Heidi coinvolge, perchè è quella vera dei bambini. Per esempio, il fatto che il nonno le abbia dato uno sgabello fatto da lui la rende più felice di un ragazzo che ha il suo nuovissimo cellulare ultimo modello accessoriato.
Heidi è il ritorno alle cose semplici e quotidiane: molti episodi sono talmente incentrati sulla quotidianità da farci notare cose su cui di solito non ci si bada, nemmeno nel romanzo originale, come il formaggio da preparare, il letto di paglia da fare, le caprette da mingere, il saper fischiare, l'osservare il cielo distesi sull'erba.
Se Heidi è semplice - ma di una semplicità profonda, mai banale - Peter e soprattutto Clara sono più ombrosi: pur nella loro innata semplicità, sono preda a volte di sentimenti negativi come l'egoismo e l'invidia, che però alla fine riescono sempre a superare. E' curioso che Heidi non mostri nessuno di questi conflitti, mostrando una certa immacolatezza che conquista, perchè lei è come noi vorremmo essere e non siamo. Non si può guardare Heidi senza sentirsi puliti e sereni nell'anima nel seguirla, al contrario di chi segue serie pornografiche o ultraviolente.
Come ho detto, un capolavoro senza tempo.
In Heidi tutto è a misura di bambino: la Rottenmeier è imponente, gli animali sono carini, il prato è meraviglioso, gli alberi sussurrano, il nonno è protezione e guida. Anche gli oggetti appaiono grandi e gradevoli: lo sgabello di Heidi per lei è grande e noi lo percepiamo così.
La semplicità di Heidi coinvolge, perchè è quella vera dei bambini. Per esempio, il fatto che il nonno le abbia dato uno sgabello fatto da lui la rende più felice di un ragazzo che ha il suo nuovissimo cellulare ultimo modello accessoriato.
Heidi è il ritorno alle cose semplici e quotidiane: molti episodi sono talmente incentrati sulla quotidianità da farci notare cose su cui di solito non ci si bada, nemmeno nel romanzo originale, come il formaggio da preparare, il letto di paglia da fare, le caprette da mingere, il saper fischiare, l'osservare il cielo distesi sull'erba.
Se Heidi è semplice - ma di una semplicità profonda, mai banale - Peter e soprattutto Clara sono più ombrosi: pur nella loro innata semplicità, sono preda a volte di sentimenti negativi come l'egoismo e l'invidia, che però alla fine riescono sempre a superare. E' curioso che Heidi non mostri nessuno di questi conflitti, mostrando una certa immacolatezza che conquista, perchè lei è come noi vorremmo essere e non siamo. Non si può guardare Heidi senza sentirsi puliti e sereni nell'anima nel seguirla, al contrario di chi segue serie pornografiche o ultraviolente.
Come ho detto, un capolavoro senza tempo.
Heidi, la ragazza delle Alpi è un'anime prodotto nel 1974, basato sul romanzo dall'autrice svizzera Johanna Spyri nel 1880, una storia emozionante che ha avuto un grande successo soprattutto in Italia, seguito da grandi e piccoli.
La trama si concentra su Heidi, rimasta orfana sin da piccola e cresciuta in seguito da sua zia Dete fino all'età di 5 anni; per questioni di lavoro la zia si trasferisce a Francoforte e quindi si vide costretta ad affidare la bambina all'unico suo parente ancora in vita, il nonno. Uomo diffidente e burbero che vive in una casetta di montagna isolato da tutti, e conosciuto come "il vecchio dell'Alpe". Una volta presa con se Heidi, il vecchio non sa che farsene, visto la malavoglia con cui la accettata, ma il carattere solare e l'innocenza della bambina fanno rinascere nel vecchio la voglia di essere nonno, affezionandosi così alla nipote.
La storia non ha un vero sviluppo all'inizio, puntate tranquille che mostrano la nuova vita della bambina sulla montagna, facendo amicizia con altri personaggi, tra cui Peter; arrivati a metà serie, ecco che la trama incomincia a diventare interessante, con colpi di scena che aumentano a dismisura l'interesse per quest'anime.
ATTENZIONE! SPOILER!
Dopo un po' di tempo la zia di Heidi non si vede contenta della scelta fatta, e ritorna prendere la bambina dandole la possibilità di andare a vivere a Francoforte nella casa dei Seseman; Heidi quindi è costretta ad abbandonare il nonno, gli amici e le Alpi, per andare a vivere in città. Una volta trasferitasi divide la casa con Clara, una ragazza di 12 anni costretta a vivere sulla sedie a rotelle per via di una malattia; l'anime incomincia a svilupparsi sempre di più, fino ad arrivare a livelli assurdi, emotività pazzesca che metterà lo spettatore in una condizione di riflessione. A livello di trama e sviluppo, l'anime ha buona solidità.
FINE SPOILER
I personaggi sono ben costruiti, abbiamo la protagonista che con il suo carattere solare porta felicità ovunque e poi Peter, ragazzo di 12 anni che porta al pascolo le capre e che fa subito amicizia con Heidi. I due passeranno molto tempo insieme e Peter le insegnerà alcuni trucchetti per vivere bene in montagna, condizionando la sua immagine di montanara; il nonno di Heidi invece ritrova la voglia di essere nonno grazie alla bambina, inoltre da delle dritte anche a Peter, e questo è un aspetto dell'anime che sottolinea il rapporto magnifico che c'è tra un nonno e nipoti.
Il comparto tecnico è ben realizzato, soprattutto per quegli anni che una grafica come questa era da alti voti, ad esempio pochi sapranno che Hayao Miyazaki ha partecipato ai disegni, precisamente su scene e il layout; inoltre mi piacciono i paesaggi che in secondo piano offrono sempre una bella vista, grazie anche all'ambientazione scelta. Il comparto sonoro è nella media, la sigla italiana non mi è piaciuta per nulla e il doppiaggio in italiano è nella media.
Concludo con il consigliare quest'anime a chi si sente appartenere a quegli anni e soprattutto ama le storie drammatiche e piene di vitalità come questa.
La trama si concentra su Heidi, rimasta orfana sin da piccola e cresciuta in seguito da sua zia Dete fino all'età di 5 anni; per questioni di lavoro la zia si trasferisce a Francoforte e quindi si vide costretta ad affidare la bambina all'unico suo parente ancora in vita, il nonno. Uomo diffidente e burbero che vive in una casetta di montagna isolato da tutti, e conosciuto come "il vecchio dell'Alpe". Una volta presa con se Heidi, il vecchio non sa che farsene, visto la malavoglia con cui la accettata, ma il carattere solare e l'innocenza della bambina fanno rinascere nel vecchio la voglia di essere nonno, affezionandosi così alla nipote.
La storia non ha un vero sviluppo all'inizio, puntate tranquille che mostrano la nuova vita della bambina sulla montagna, facendo amicizia con altri personaggi, tra cui Peter; arrivati a metà serie, ecco che la trama incomincia a diventare interessante, con colpi di scena che aumentano a dismisura l'interesse per quest'anime.
ATTENZIONE! SPOILER!
Dopo un po' di tempo la zia di Heidi non si vede contenta della scelta fatta, e ritorna prendere la bambina dandole la possibilità di andare a vivere a Francoforte nella casa dei Seseman; Heidi quindi è costretta ad abbandonare il nonno, gli amici e le Alpi, per andare a vivere in città. Una volta trasferitasi divide la casa con Clara, una ragazza di 12 anni costretta a vivere sulla sedie a rotelle per via di una malattia; l'anime incomincia a svilupparsi sempre di più, fino ad arrivare a livelli assurdi, emotività pazzesca che metterà lo spettatore in una condizione di riflessione. A livello di trama e sviluppo, l'anime ha buona solidità.
FINE SPOILER
I personaggi sono ben costruiti, abbiamo la protagonista che con il suo carattere solare porta felicità ovunque e poi Peter, ragazzo di 12 anni che porta al pascolo le capre e che fa subito amicizia con Heidi. I due passeranno molto tempo insieme e Peter le insegnerà alcuni trucchetti per vivere bene in montagna, condizionando la sua immagine di montanara; il nonno di Heidi invece ritrova la voglia di essere nonno grazie alla bambina, inoltre da delle dritte anche a Peter, e questo è un aspetto dell'anime che sottolinea il rapporto magnifico che c'è tra un nonno e nipoti.
Il comparto tecnico è ben realizzato, soprattutto per quegli anni che una grafica come questa era da alti voti, ad esempio pochi sapranno che Hayao Miyazaki ha partecipato ai disegni, precisamente su scene e il layout; inoltre mi piacciono i paesaggi che in secondo piano offrono sempre una bella vista, grazie anche all'ambientazione scelta. Il comparto sonoro è nella media, la sigla italiana non mi è piaciuta per nulla e il doppiaggio in italiano è nella media.
Concludo con il consigliare quest'anime a chi si sente appartenere a quegli anni e soprattutto ama le storie drammatiche e piene di vitalità come questa.
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>
"Heidi": credo che sia nota tutti in Italia la storia di quest'anime, tratta da un romanzo di Johanna Spyri: una bambina svizzera, rimasta orfana dei genitori, all'età di cinque anni viene affidata dalla zia Dete alle cure di suo nonno, il Vecchio dell'Alpe, un uomo burbero e solitario, "incapace di allevare una bambina", secondo le parole dei paesani. Ma Dete non ha scelta: deve lasciare la Svizzera per la città di Francoforte dove ha trovato un lavoro, e Heidi non ha altri parenti, se non il nonno.
Sorprendentemente Heidi trascorre mesi di gioia là in montagna, non solo conoscendo persone con le quali stringe un forte legame affettivo come Peter il pastorello e sua nonna, ma riesce anche a cambiare il carattere del Vecchio che riversa sulla bambina tutta la sua dolcezza e amore. Quasi un racconto utopico può sembrare la prima parte della storia: ma ecco, passati tre anni Dete ritorna dalla grande città. E' venuta a conoscenza della famiglia Sasemann, la famiglia più ricca di Francoforte, che cerca una dama di compagnia per la rampolla Clara. La ragazzina fu colpita alla nascita da poliomelite e quindi costretta sulla sedia a rotelle. Dete ritiene che Heidi sia la persona adatta, nonostante di quattro anni più giovane di Clara e senza istruzione, e quindi con l'inganno la porta con sé in città affidandola alla signora Rottermeier, l'arcigna governante.
Nonostante Heidi in città possa avere ciò che vuole, si ammala ben presto di nostalgia, nonostante la simpatia e la bontà di Clara e i suoi parenti; per questo viene immediatamente rispedita in montagna, perché si riprenda, con la promessa che un giorno Clara venga a farle visita.
E la promessa si tramuta in realtà: non solo Clara raggiunge la sua amica, ma riesce anche a guarire e tornare a camminare.
Ciò che colpisce immediatamente lo spettatore è la straordinaria caratterizzazione e umanità dei personaggi: spicca in primo piano il personaggio della pastorella. Il grande Takhata riesce a creare l'immagine di una bambina a tutti gli effetti: allegra, gioiosa, esuberante come solo i bambini sanno essere. Ciò nonostante anche gli altri personaggi non sono solo "umani" perché dotati di corpo e voce; in loro c'è anche l'anime. Elemento che apprezzo moltissimo è il fatto che non ci sia una linea netta tra buoni e cattivi: ognuno porta con sé pregi e difetti. Certo, un bambino ovviamente intravede solo la parte predominante: Clara è buona, il nonno è buono, Dete e Rottermeier cattivi. Ebbene, personalmente ritengo che in tutti ci siano lati positivi e negativi: il nonno, tanto per citarne uno, è sicuramente un uomo amorevole e dolce nei confronti della tenera nipotina, ma altrettanto commette violenza negandole il diritto all'istruzione. Clara è un'ottima amica ma altrettanto egoista mettendo in primo piano i propri interessi rispetto i sentimenti di Heidi. La signora Rottermeier apparentemente può sembrare la tipica cattiva disneyana, quindi crudele, insensibile, diciamo pure cattiva; cela in realtà grande sentimento di apprensione e di affetto verso Clara, e questo le impedisce di essere condannata immediatamente.
Menzione speciale mi viene da fare nei confronti del personaggio della zia: sono certo che tutti l'abbiamo odiata per quello che ha fatto. Io personalmente ora come ora non riesco più a detestarla. Trovo infatti idoneo assegnarle due importanti giustificazioni: Dete, a differenza nostra, non ha mai appreso come trascorresse la vita Heidi sui monti, ed era rimasta ferma al pregiudizio del paese secondo il quale il Vecchio è un uomo cattivo e burbero. E se Dete avesse immaginato Heidi infelice sulle Alpi? Può anche essere che considerasse la sua azione "salvifica" verso la piccola. E inoltre portando Heidi a Francoforte le dà il diritto all'istruzione. Certo è criticabile il suo atteggiamento brusco, e la mancanza di tatto, il suo fraintendimento dei pianti di Heidi di nostalgia per capricci, ma non per questo pure lei dev'essere così odiata.
Altro importante elemento è il rovesciamento. Nelle fiabe apprendiamo di Cenerentola che, infelice della sua condizione di povertà, si riscatta e ottiene la felicità quando sposa il principe, diventa principessa e inizia una vita nel lusso.
In "Heidi" questo non avviene. La vita sulle Alpi appare dura, faticosa e sfocia spesso in situazioni degradanti (ne è un esempio la situazione di Peter, che non può permettersi roba da mangiare, e vive in una catapecchia traballante). A essa è ovviamente contrapposta la vita di Clara a Francoforte: grandi case, domestici, cibo a volontà, tanti vestiti e giocattoli. Eppure paradossalmente sono Heidi e Peter a essere felici, liberi di correre in grandi spazi aperti, in un luogo fresco, mangiare cibi sani, fare ciò che si vuole . Questa "libertà" è contrapposta alla "prigionia" di città; prigionia intesa non solo in senso fisico, visto che Heidi e Clara non possono mai uscire di casa, ma prigionia nel seguire dovute regole, avere tale atteggiamento.
In conclusione: ritengo "Heidi" un vero e proprio capolavoro d'animazione. 10 per me è perfezione, e "Heidi" purtroppo non è interamente perfetto: le animazioni del grande Miyazaki, seppur ben fatte, risentono dello scorrere del tempo; ma troppo grandi le emozioni che è in grado di procurarmi, talmente grandi da cancellare questo dettaglio. 10.
"Heidi": credo che sia nota tutti in Italia la storia di quest'anime, tratta da un romanzo di Johanna Spyri: una bambina svizzera, rimasta orfana dei genitori, all'età di cinque anni viene affidata dalla zia Dete alle cure di suo nonno, il Vecchio dell'Alpe, un uomo burbero e solitario, "incapace di allevare una bambina", secondo le parole dei paesani. Ma Dete non ha scelta: deve lasciare la Svizzera per la città di Francoforte dove ha trovato un lavoro, e Heidi non ha altri parenti, se non il nonno.
Sorprendentemente Heidi trascorre mesi di gioia là in montagna, non solo conoscendo persone con le quali stringe un forte legame affettivo come Peter il pastorello e sua nonna, ma riesce anche a cambiare il carattere del Vecchio che riversa sulla bambina tutta la sua dolcezza e amore. Quasi un racconto utopico può sembrare la prima parte della storia: ma ecco, passati tre anni Dete ritorna dalla grande città. E' venuta a conoscenza della famiglia Sasemann, la famiglia più ricca di Francoforte, che cerca una dama di compagnia per la rampolla Clara. La ragazzina fu colpita alla nascita da poliomelite e quindi costretta sulla sedia a rotelle. Dete ritiene che Heidi sia la persona adatta, nonostante di quattro anni più giovane di Clara e senza istruzione, e quindi con l'inganno la porta con sé in città affidandola alla signora Rottermeier, l'arcigna governante.
Nonostante Heidi in città possa avere ciò che vuole, si ammala ben presto di nostalgia, nonostante la simpatia e la bontà di Clara e i suoi parenti; per questo viene immediatamente rispedita in montagna, perché si riprenda, con la promessa che un giorno Clara venga a farle visita.
E la promessa si tramuta in realtà: non solo Clara raggiunge la sua amica, ma riesce anche a guarire e tornare a camminare.
Ciò che colpisce immediatamente lo spettatore è la straordinaria caratterizzazione e umanità dei personaggi: spicca in primo piano il personaggio della pastorella. Il grande Takhata riesce a creare l'immagine di una bambina a tutti gli effetti: allegra, gioiosa, esuberante come solo i bambini sanno essere. Ciò nonostante anche gli altri personaggi non sono solo "umani" perché dotati di corpo e voce; in loro c'è anche l'anime. Elemento che apprezzo moltissimo è il fatto che non ci sia una linea netta tra buoni e cattivi: ognuno porta con sé pregi e difetti. Certo, un bambino ovviamente intravede solo la parte predominante: Clara è buona, il nonno è buono, Dete e Rottermeier cattivi. Ebbene, personalmente ritengo che in tutti ci siano lati positivi e negativi: il nonno, tanto per citarne uno, è sicuramente un uomo amorevole e dolce nei confronti della tenera nipotina, ma altrettanto commette violenza negandole il diritto all'istruzione. Clara è un'ottima amica ma altrettanto egoista mettendo in primo piano i propri interessi rispetto i sentimenti di Heidi. La signora Rottermeier apparentemente può sembrare la tipica cattiva disneyana, quindi crudele, insensibile, diciamo pure cattiva; cela in realtà grande sentimento di apprensione e di affetto verso Clara, e questo le impedisce di essere condannata immediatamente.
Menzione speciale mi viene da fare nei confronti del personaggio della zia: sono certo che tutti l'abbiamo odiata per quello che ha fatto. Io personalmente ora come ora non riesco più a detestarla. Trovo infatti idoneo assegnarle due importanti giustificazioni: Dete, a differenza nostra, non ha mai appreso come trascorresse la vita Heidi sui monti, ed era rimasta ferma al pregiudizio del paese secondo il quale il Vecchio è un uomo cattivo e burbero. E se Dete avesse immaginato Heidi infelice sulle Alpi? Può anche essere che considerasse la sua azione "salvifica" verso la piccola. E inoltre portando Heidi a Francoforte le dà il diritto all'istruzione. Certo è criticabile il suo atteggiamento brusco, e la mancanza di tatto, il suo fraintendimento dei pianti di Heidi di nostalgia per capricci, ma non per questo pure lei dev'essere così odiata.
Altro importante elemento è il rovesciamento. Nelle fiabe apprendiamo di Cenerentola che, infelice della sua condizione di povertà, si riscatta e ottiene la felicità quando sposa il principe, diventa principessa e inizia una vita nel lusso.
In "Heidi" questo non avviene. La vita sulle Alpi appare dura, faticosa e sfocia spesso in situazioni degradanti (ne è un esempio la situazione di Peter, che non può permettersi roba da mangiare, e vive in una catapecchia traballante). A essa è ovviamente contrapposta la vita di Clara a Francoforte: grandi case, domestici, cibo a volontà, tanti vestiti e giocattoli. Eppure paradossalmente sono Heidi e Peter a essere felici, liberi di correre in grandi spazi aperti, in un luogo fresco, mangiare cibi sani, fare ciò che si vuole . Questa "libertà" è contrapposta alla "prigionia" di città; prigionia intesa non solo in senso fisico, visto che Heidi e Clara non possono mai uscire di casa, ma prigionia nel seguire dovute regole, avere tale atteggiamento.
In conclusione: ritengo "Heidi" un vero e proprio capolavoro d'animazione. 10 per me è perfezione, e "Heidi" purtroppo non è interamente perfetto: le animazioni del grande Miyazaki, seppur ben fatte, risentono dello scorrere del tempo; ma troppo grandi le emozioni che è in grado di procurarmi, talmente grandi da cancellare questo dettaglio. 10.
La piccola Heidi. Ormai la storia di Heidi è in programmazione da tantissimo tempo, ovvero dall'anno della sua uscita. La sua storia continua a intrattenere stuoli di bambini di generazione in generazione e anche chi ha qualche anno in più, come la sottoscritta, che rivede volentieri le sue avventure, quando capita l'occasione.
Heidi è un personaggio creato e descritto da una scrittrice svizzera, Johanna Spyri, che è vissuta nel '800 e che ha debuttato nel mondo della letteratura per ragazzi relativamente tardi. I due romanzi da cui è tratto l'anime, che ha fatto conoscere in tutto il mondo la storia di Heidi, raccontano di questa bambina allegra e di gran cuore e del suo attaccamento quasi ossessivo alle montagne dove vive con suo nonno. Qui Heidi conosce Peter, un pastorello che l'accompagna nelle sue gite e che in molti casi si dimostrerà essere un vero amico.
La vicenda si svolge tra la Svizzera e la Germania; in quest'ultima città Heidi si trasferisce per un periodo in città presso la sua amica Clara, una ragazzina paraplegica dalla salute molto cagionevole che ospita Heidi per avere un po' di compagnia, poiché vive perlopiù in solitudine in una palazzo lussuoso, nondimeno austero. Ma Heidi sogna le sue montagne, il nonno, Peter e tutto il resto.
L'anime, divenuto ormai un cult, rappresenta una pregevole trasposizione dell'opera della Spyri: riesce a comunicare la semplicità, l'ingenuità, la purezza della protagonista e trattandosi di un'opera destinata ai bambini si concentra sui giochi, sugli scherzi, sulle avventure dei piccoli protagonisti e sui valori che in questa fascia d'età sono davvero importanti, come l'amicizia, l'altruismo, la solidarietà, ecc.
L'anime fa anche un vagheggiamento ideale sulla natura in contrapposizione con la vita in città. Infatti, Heidi in montagna si sente libera, felice e appagata dalla freschezza dell'aria e dalla genuinità dei suoi prodotti; lo stesso non si può dire della sua vita in città, in cui si sente costretta e oppressa dalle regole e dalle imposizioni della società civile, che tendono a danneggiare la bambina e a spegnere l'entusiasmo irriverente e fuori controllo che la contraddistingueva. Inoltre, la montagna nell'anime, non è soltanto ritratta come un posto paradisiaco e immacolato, ma anche come un luogo dalle facoltà quasi curative, non solo per il fisico, come si vedrà per un personaggio in particolare, ma anche per lo spirito come nel caso di Heidi, appunto.
Insomma ribadisco che si tratta di una storia essenziale e semplice così come nella sua trasposizione animata, ma non per questo banale, e pregna di significato che colpisce dritto al cuore.
La denominazione di capolavoro, a mio avviso, sta nella sua universalità, che va oltre i limiti di spazio e di tempo: passa il tempo, cambiano le mode e i linguaggi, eppure "Heidi" continua comunque a fare ancora presa sui bambini (e sui più grandi) praticamente ovunque.
Heidi è un personaggio creato e descritto da una scrittrice svizzera, Johanna Spyri, che è vissuta nel '800 e che ha debuttato nel mondo della letteratura per ragazzi relativamente tardi. I due romanzi da cui è tratto l'anime, che ha fatto conoscere in tutto il mondo la storia di Heidi, raccontano di questa bambina allegra e di gran cuore e del suo attaccamento quasi ossessivo alle montagne dove vive con suo nonno. Qui Heidi conosce Peter, un pastorello che l'accompagna nelle sue gite e che in molti casi si dimostrerà essere un vero amico.
La vicenda si svolge tra la Svizzera e la Germania; in quest'ultima città Heidi si trasferisce per un periodo in città presso la sua amica Clara, una ragazzina paraplegica dalla salute molto cagionevole che ospita Heidi per avere un po' di compagnia, poiché vive perlopiù in solitudine in una palazzo lussuoso, nondimeno austero. Ma Heidi sogna le sue montagne, il nonno, Peter e tutto il resto.
L'anime, divenuto ormai un cult, rappresenta una pregevole trasposizione dell'opera della Spyri: riesce a comunicare la semplicità, l'ingenuità, la purezza della protagonista e trattandosi di un'opera destinata ai bambini si concentra sui giochi, sugli scherzi, sulle avventure dei piccoli protagonisti e sui valori che in questa fascia d'età sono davvero importanti, come l'amicizia, l'altruismo, la solidarietà, ecc.
L'anime fa anche un vagheggiamento ideale sulla natura in contrapposizione con la vita in città. Infatti, Heidi in montagna si sente libera, felice e appagata dalla freschezza dell'aria e dalla genuinità dei suoi prodotti; lo stesso non si può dire della sua vita in città, in cui si sente costretta e oppressa dalle regole e dalle imposizioni della società civile, che tendono a danneggiare la bambina e a spegnere l'entusiasmo irriverente e fuori controllo che la contraddistingueva. Inoltre, la montagna nell'anime, non è soltanto ritratta come un posto paradisiaco e immacolato, ma anche come un luogo dalle facoltà quasi curative, non solo per il fisico, come si vedrà per un personaggio in particolare, ma anche per lo spirito come nel caso di Heidi, appunto.
Insomma ribadisco che si tratta di una storia essenziale e semplice così come nella sua trasposizione animata, ma non per questo banale, e pregna di significato che colpisce dritto al cuore.
La denominazione di capolavoro, a mio avviso, sta nella sua universalità, che va oltre i limiti di spazio e di tempo: passa il tempo, cambiano le mode e i linguaggi, eppure "Heidi" continua comunque a fare ancora presa sui bambini (e sui più grandi) praticamente ovunque.
"Heidi" è un anime tratto dall'omonimo romanzo di una scrittrice svizzera, prodotto dallo studio Zuiyo Eizo, nel 1974; è giunto in Italia nel '78 e mandato in onda su diversi canali di diverse reti: Rai1, Rai2, Italia1, DeA Kids, Hiro. E' un anime del genere kodomo davvero unico, che fa riaffiorare moltissimi ricordi della propria infanzia; è conosciuto praticamente da tutti, e famoso ancora oggi. Racconta una storia molto particolare e originale.
Narra della giovane e tenera Heidi, che, dopo avere vissuto anni sotto la cura della zia Deith a Francoforte, è costretta a cambiare città e a vivere diversamente per motivi lavorativi della donna.
Infatti Heidi è costretta ad andare a vivere con l'unico parente che le rimane, ovvero il nonno, conosciuto da tutti per la sua serietà, del quale la giovane bambina non era neanche a conoscenza. Quest'uomo burbero e scortese abita sulle Alpi, isolato, completamente immerso nella natura, tra animali e piante di montagna.
La tenera Heidi, con la sua gioia e il suo entusiasmo riesce a cambiare radicalmente anche il nonno, a farlo "sciogliere" dalla sua rigidità, e a fargli vivere una vita più felice. Heidi con il passare del tempo si abitua alla vita di montagna, e si diverte giocando a piedi nudi nell'erba, forse anche di più di quando conviveva con la zia a Francoforte.
Successivamente conosce Peter, un giovane ragazzo che abita anch'egli sulla cima delle montagne, e che pasce le sue pecore per tutto il giorno. La giovane si lega moltissimo a questo ragazzo, e spende ogni suo momento libero per giocare con lui. Il nonno cambia definitivamente opinione sulla bambina, perché questa lo aiuta nelle faccende di casa, oltre a tenerlo sempre su con il morale e a non lasciarlo solo. Da qui in poi la storia di Heidi si concentrerà sulla vita di montagna, sui suoi giochi in compagnia di Peter e delle sue pecorelle, e successivamente su un tragico ritorno a Francoforte, però con una dolce fine.
Quest'anime credo che sia davvero speciale, perché ho notato che, grazie alla sua età, riesce a "unire" l'animazione di diverse generazioni, e di questo ho avuto io stesso le prove con mie esperienze personali. La storia, nonostante la sua ripetitività, è sempre speciale e in grado di trasmettere allegria grazie alla protagonista, che non si perde mai in lacrime e che riesce sempre a trovare il lato positivo di ogni cosa, per questo io credo che in molte cose sia un "modello" da seguire anche nella realtà.
Passando al lato tecnico, posso dire che, ovviamente, è il punto di debolezza, visto l'anno di produzione. Però solo per quanto riguarda la parte video, perché il doppiaggio italiano è eccellente e indimenticabile, così come la voce di Francesca Guadagno nei panni di Heidi.
Concludo dicendo che "Heidi" è un anime da definire "storico" e adatto a tutti, anche se indirizzato a un pubblico principalmente di bambini.
Narra della giovane e tenera Heidi, che, dopo avere vissuto anni sotto la cura della zia Deith a Francoforte, è costretta a cambiare città e a vivere diversamente per motivi lavorativi della donna.
Infatti Heidi è costretta ad andare a vivere con l'unico parente che le rimane, ovvero il nonno, conosciuto da tutti per la sua serietà, del quale la giovane bambina non era neanche a conoscenza. Quest'uomo burbero e scortese abita sulle Alpi, isolato, completamente immerso nella natura, tra animali e piante di montagna.
La tenera Heidi, con la sua gioia e il suo entusiasmo riesce a cambiare radicalmente anche il nonno, a farlo "sciogliere" dalla sua rigidità, e a fargli vivere una vita più felice. Heidi con il passare del tempo si abitua alla vita di montagna, e si diverte giocando a piedi nudi nell'erba, forse anche di più di quando conviveva con la zia a Francoforte.
Successivamente conosce Peter, un giovane ragazzo che abita anch'egli sulla cima delle montagne, e che pasce le sue pecore per tutto il giorno. La giovane si lega moltissimo a questo ragazzo, e spende ogni suo momento libero per giocare con lui. Il nonno cambia definitivamente opinione sulla bambina, perché questa lo aiuta nelle faccende di casa, oltre a tenerlo sempre su con il morale e a non lasciarlo solo. Da qui in poi la storia di Heidi si concentrerà sulla vita di montagna, sui suoi giochi in compagnia di Peter e delle sue pecorelle, e successivamente su un tragico ritorno a Francoforte, però con una dolce fine.
Quest'anime credo che sia davvero speciale, perché ho notato che, grazie alla sua età, riesce a "unire" l'animazione di diverse generazioni, e di questo ho avuto io stesso le prove con mie esperienze personali. La storia, nonostante la sua ripetitività, è sempre speciale e in grado di trasmettere allegria grazie alla protagonista, che non si perde mai in lacrime e che riesce sempre a trovare il lato positivo di ogni cosa, per questo io credo che in molte cose sia un "modello" da seguire anche nella realtà.
Passando al lato tecnico, posso dire che, ovviamente, è il punto di debolezza, visto l'anno di produzione. Però solo per quanto riguarda la parte video, perché il doppiaggio italiano è eccellente e indimenticabile, così come la voce di Francesca Guadagno nei panni di Heidi.
Concludo dicendo che "Heidi" è un anime da definire "storico" e adatto a tutti, anche se indirizzato a un pubblico principalmente di bambini.
Quanti pomeriggi passati guardando Heidi e le caprette che le fanno "ciao", l'avrò visto almeno quatro volte. E' un anime ormai datato, ha più di 30 anni, ma che sa regalare ancora emozioni.
La piccola Heidi è una bambina dal cuore puro che abita con suo nonno in una baita sulle Alpi. Il paesaggio è fantastico, vallate e montagne sono bellissime anche a decenni di distanza. Il design dei personaggi è sì antiquato, ma è ancora piacevole e, in un anime come questo, non ricerco la perfezione grafica degli ultimi prodotti.
Per quanto riguarda la loro caratterizzazione non c'è che dire, ottimo lavoro, a distanza di anni la signorina Rottenmeier riesce a essere ancora insopportabile tanto che la prenderei volentieri a sberle ogni volta. Il nonno di Heidi invece è una bravissima persona, semplice e sempre disponibile per la sua nipotina, un nonno come tutti lo vorrebbero. Peter, nonostante l'età, è un ragazzino molto maturo, la vita di montagna si può dire che formi il carattere molto meglio che la nostra vita agiata. Nonostante questo è comunque un ragazzino e come tale si comporta, divertendosi con la piccola Heidi. Clara invece è una ragazza molto triste ma, grazie all'enorme energia di Heidi, riuscirà a tornare felice.
La trama è piuttosto semplice ma supportata da ottimi personaggi che vi faranno divertire e rattristire emozionandovi a tal punto che non sentirete lo scorrere delle puntate.
Dal punto di vista sonoro, la sigla cantata da Elisabetta Viviani ha fatto storia, insieme a quella di "Dragon Ball" è una delle poche che io ricordi ancora adesso quasi a memoria.
Il doppiaggio è molto bello, voci azzeccate per quasi tutti i personaggi. Ottime ritengo quelle di Heidi e del nonno.
Concludendo "Heidi" è un piccolo capolavoro, uno di quegli anime a cui non guarderei l'età, è semplicemente bellissimo e lo sarà anche tra 10 e 20 anni. Una storia così ricca di divertimento, tristezza, amicizia non può che entrare nel cuore di tutti gli spettatori.
La piccola Heidi è una bambina dal cuore puro che abita con suo nonno in una baita sulle Alpi. Il paesaggio è fantastico, vallate e montagne sono bellissime anche a decenni di distanza. Il design dei personaggi è sì antiquato, ma è ancora piacevole e, in un anime come questo, non ricerco la perfezione grafica degli ultimi prodotti.
Per quanto riguarda la loro caratterizzazione non c'è che dire, ottimo lavoro, a distanza di anni la signorina Rottenmeier riesce a essere ancora insopportabile tanto che la prenderei volentieri a sberle ogni volta. Il nonno di Heidi invece è una bravissima persona, semplice e sempre disponibile per la sua nipotina, un nonno come tutti lo vorrebbero. Peter, nonostante l'età, è un ragazzino molto maturo, la vita di montagna si può dire che formi il carattere molto meglio che la nostra vita agiata. Nonostante questo è comunque un ragazzino e come tale si comporta, divertendosi con la piccola Heidi. Clara invece è una ragazza molto triste ma, grazie all'enorme energia di Heidi, riuscirà a tornare felice.
La trama è piuttosto semplice ma supportata da ottimi personaggi che vi faranno divertire e rattristire emozionandovi a tal punto che non sentirete lo scorrere delle puntate.
Dal punto di vista sonoro, la sigla cantata da Elisabetta Viviani ha fatto storia, insieme a quella di "Dragon Ball" è una delle poche che io ricordi ancora adesso quasi a memoria.
Il doppiaggio è molto bello, voci azzeccate per quasi tutti i personaggi. Ottime ritengo quelle di Heidi e del nonno.
Concludendo "Heidi" è un piccolo capolavoro, uno di quegli anime a cui non guarderei l'età, è semplicemente bellissimo e lo sarà anche tra 10 e 20 anni. Una storia così ricca di divertimento, tristezza, amicizia non può che entrare nel cuore di tutti gli spettatori.
E' un gran classico, con una storia realistica, candida e dalle tonalità sia tristi sia vivaci: "Heidi" è per tutti, è apprezzabile da un vasto pubblico senza eccezioni. Narra le vicende di una bambina che scopre la vita di montagna andando ad abitare dal nonno. A contatto con la natura, assapora tutto ciò che la vita può darle, in maniera semplice e genuina. Ma anche questa spensierata protagonista dovrà affrontare realtà più dure.
<b></b>
Con Heidi, e come Heidi, ci affacciamo a realtà differenti, commuovendoci della sua dolcezza e premura. Heidi rappresenta tutta la spensierata fanciullezza, i buoni propositi e la tenacia.
I disegni sono molto semplici ma comunque adorabili e familiari.
Per tutta la serie l'orecchio si abituerà ai sottofondi musicali della natura, il cinguettio degli uccelli, le campanelle delle mucche, il belare delle capre, lo sciabordio dell'acqua. E' proprio come trovarsi lì in alto, ad respirare l'aria pura di montagna!
"Heidi" è un'anime che non si può assolutamente perdere.
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Attenzione :: Spoiler! (clicca per visualizzarlo)
</b> Il ritorno in città le diviene claustrofobico e attraverso i suoi occhi lo spettatore comprende le bellezze di una vita molto più spontanea, in armonia con la natura, gli animali, le piante, con le vedute dalla vetta di una montagna, tutte cose che Heide ci ha insegnato ad apprezzare, e delle quali, come lei, proviamo nostalgia al suo ritorno in città. Ma la ragazzina non si perde d'animo! <b>Con Heidi, e come Heidi, ci affacciamo a realtà differenti, commuovendoci della sua dolcezza e premura. Heidi rappresenta tutta la spensierata fanciullezza, i buoni propositi e la tenacia.
I disegni sono molto semplici ma comunque adorabili e familiari.
Per tutta la serie l'orecchio si abituerà ai sottofondi musicali della natura, il cinguettio degli uccelli, le campanelle delle mucche, il belare delle capre, lo sciabordio dell'acqua. E' proprio come trovarsi lì in alto, ad respirare l'aria pura di montagna!
"Heidi" è un'anime che non si può assolutamente perdere.
Heidi è uno dei primissimi anime che ricordo di avere visto quando ero piccola e da allora non so più dire quante volte l'ho rivisto. Purtroppo il fatto che sia ultradatato si riflette su alcune imperfezioni tecniche: l'animazione in certe scene va a scatti e a volte ho riscontrato anche una non perfetta sincronia fra immagini e doppiaggio; ciò però non vuol dire che i doppiatori non siano bravi e adattissimi ai personaggi che interpretano. Ma sono dettagli, questi pochi lati negativi per me sono perfettamente compensati e ampiamente superati dai tantissimi lati positivi di quest'anime, in cui si nota immediatamente la presenza del grande Takahata. Ritengo che la serie sia la migliore versione televisiva di Heidi (fra films, sceneggiati, telefilms e cartoni animati) mai realizzata.
La storia, ispirata al celeberrimo romanzo della Spyri pubblicato nel 1880, è molto gradevole, anche se devo dire che sono un tantino refrattaria a rivedere la parte ambientata in città, perché sento anch'io ogni volta la stessa tremenda oppressione della protagonista. Mentre invece nelle puntate ambientate sui monti pare anche a me di respirare meglio, e quelle immense distese di verde mi rilassano molto.
La caratterizzazione dei personaggi è ottima, in particolare mi ha colpita molto la signorina Rottermeier, che non è affatto considerata semplicisticamente un'arcigna istitutrice dura e senza cuore - l'esempio peggiore è invece la Rottermeier di Zoccoletti olandesi, il film con Shirley Temple, che voleva addirittura vendere Heidi agli zingari! -, ma che al contrario, sotto sotto, dimostra una grande umanità. L'unica che rimane irrimediabilmente insopportabile è Dete.
Forse sarà superfluo soffermarmi su quanto apprezzi i valori positivi trasmessi, dato che questi sono un aspetto comune a tutti gli anime della World Masterpiece Theater, ma non posso farci nulla, non riuscirò mai a capire come certe serie di oggi, che trovo insulse, si possano paragonare alle storie di allora, che pur senza colpi segreti, poteri magici, morti e resurrezioni sapevano ugualmente e forse anche maggiormente coinvolgere il pubblico.
La colonna sonora è gradevole ma non è nulla di eccezionale, ma la sigla della Viviani è splendida, e c'è da notare una cosa incredibile che la riguarda: è sopravvissuta persino al passaggio su Mediaset, restando l'unica sigla italiana di Heidi, almeno che io sappia non esiste una versione cantata dalla D'Avena.
Spero prima o poi di potere leggere il romanzo della Spyri, che, ho sentito dire, ha qualche piccolissima differenza rispetto all'anime; mi terrò invece a debita distanza dai fantomatici sequel della storia ("Heidi cresce" e "I bambini di Heidi"), opera dell'ex-traduttore del vero romanzo, dei quali ho conosciuto il contenuto appena ieri e che mi hanno profondamente e negativamente scioccata.
Ovviamente il mio voto per l'anime è 10.
La storia, ispirata al celeberrimo romanzo della Spyri pubblicato nel 1880, è molto gradevole, anche se devo dire che sono un tantino refrattaria a rivedere la parte ambientata in città, perché sento anch'io ogni volta la stessa tremenda oppressione della protagonista. Mentre invece nelle puntate ambientate sui monti pare anche a me di respirare meglio, e quelle immense distese di verde mi rilassano molto.
La caratterizzazione dei personaggi è ottima, in particolare mi ha colpita molto la signorina Rottermeier, che non è affatto considerata semplicisticamente un'arcigna istitutrice dura e senza cuore - l'esempio peggiore è invece la Rottermeier di Zoccoletti olandesi, il film con Shirley Temple, che voleva addirittura vendere Heidi agli zingari! -, ma che al contrario, sotto sotto, dimostra una grande umanità. L'unica che rimane irrimediabilmente insopportabile è Dete.
Forse sarà superfluo soffermarmi su quanto apprezzi i valori positivi trasmessi, dato che questi sono un aspetto comune a tutti gli anime della World Masterpiece Theater, ma non posso farci nulla, non riuscirò mai a capire come certe serie di oggi, che trovo insulse, si possano paragonare alle storie di allora, che pur senza colpi segreti, poteri magici, morti e resurrezioni sapevano ugualmente e forse anche maggiormente coinvolgere il pubblico.
La colonna sonora è gradevole ma non è nulla di eccezionale, ma la sigla della Viviani è splendida, e c'è da notare una cosa incredibile che la riguarda: è sopravvissuta persino al passaggio su Mediaset, restando l'unica sigla italiana di Heidi, almeno che io sappia non esiste una versione cantata dalla D'Avena.
Spero prima o poi di potere leggere il romanzo della Spyri, che, ho sentito dire, ha qualche piccolissima differenza rispetto all'anime; mi terrò invece a debita distanza dai fantomatici sequel della storia ("Heidi cresce" e "I bambini di Heidi"), opera dell'ex-traduttore del vero romanzo, dei quali ho conosciuto il contenuto appena ieri e che mi hanno profondamente e negativamente scioccata.
Ovviamente il mio voto per l'anime è 10.
Heidi per me è un anime carino, diciamo che forse è l'anime più conosciuto di tutti. Questo genere di animazione non è il mio preferito, però l'ho guardato proprio perché è molto allegro e la protagonista a mio parere non potrebbe essere più simpatica.
Devo dire che i disegni sono un po' sgradevoli da guardare, ma negli anime così non sempre conta il modo in cui sono disegnati i personaggi, perché a volte questi tipi di anime possono insegnare molte cose. Heidi è un personaggio da cui bisognerebbe imparare molte cose, soprattutto il suo immenso amore per la natura che ci circonda, e ci insegna anche il valore dell'amicizia, proprio come l'amicizia che lei ha con la sua amica Clara.
Heidi per me è un anime molto carino ed è molto difficile trovare qualcuno che non lo conosca, comunque lo consiglio a tutti coloro che non lo hanno mai visto. Davvero complimenti all'autore e buona visione.
Devo dire che i disegni sono un po' sgradevoli da guardare, ma negli anime così non sempre conta il modo in cui sono disegnati i personaggi, perché a volte questi tipi di anime possono insegnare molte cose. Heidi è un personaggio da cui bisognerebbe imparare molte cose, soprattutto il suo immenso amore per la natura che ci circonda, e ci insegna anche il valore dell'amicizia, proprio come l'amicizia che lei ha con la sua amica Clara.
Heidi per me è un anime molto carino ed è molto difficile trovare qualcuno che non lo conosca, comunque lo consiglio a tutti coloro che non lo hanno mai visto. Davvero complimenti all'autore e buona visione.
Perché metto 10 a quest'anime? Perché è il mio preferito? No, certo, mi piace molto, ma sicuramente preferisco Lupin, Death Note e altri. Eppure con loro mi sono fermato a dare 8.
In verità a Heidi darei anche solo 7, se non fosse per la sua importanza storica. Non che io abbia visto l'anime nella sua prima visone TV in Italia, tutt'altro, sono nato nell'88, ma sono anche uno che si interessa a queste cose e, quindi, posso perlomeno immaginarla l'importanza che ha avuto.
Heidi, non è proprio il primo anime a essere trasmesso in Italia, prima arrivarono i Barbapapà e Vikie il vichingo.
Ma in fondo i primi due anime non erano niente di così diverso, erano storie pensate per tutti, come i cartoni Disney, anzi, per me i Barbapapà sono ancora più infantili della Disney, avevano storie autoconclusive.
In questo, Heidi è unico. E' il primo anime - seguito in pochissimi mesi però da Goldrake, Heidi arrivò a Febbraio 1978 e Goldrake nell'Aprile dello stesso anno - a puntate che ti obbliga a vederlo dall'inizio alla fine, quasi come un teleromanzo.
Per l'importanza storica darei già 8.
Poi, ragazzi, l'animazione di quest'anime è qualcosa di eccezionale, per il suo tempo: gli scenari per me sono unici, bellissime sono le rappresentazioni delle Aalpi, e il character design è sicuramente antiquato, ma piacevole.
Con il disegno aggiungo un altro punto e si arriva a 9.
Inoltre secondo me l'adattamento Italiano è decisamente ottimo confrontato a quello di moltissimi altri anime. Non dico che Heidi non abbia avuto la sua bella razione di censure - del tutto ingiustificate -, un giorno mi piacerebbe vedere l'anime in originale con i sottotitoli. Però, dai, se paragonato a come rovinano Sailor Moon, Lupin e non so quanti altri anime, almeno qui c'è un ottimo doppiaggio. La voce narrante certo è inutile!, ma c'è di peggio, ma veramente di peggio.
E' vero che gli adattatori hanno cambiato il sonoro e le musiche all'interno degli episodi, ma io le BGM della versione italiana le trovo ottime.
Insomma non posso proprio lamentarmi dell'adattamento italiano, quindi per me arriva a 10. Sia chiaro che la trama merita un 7 e niente di più, è una storia carina, anche commovente, ma sicuramente niente di speciale.
Voglio in ogni caso farne una piccola analisi perchè, pur non essendo nulla di speciale, merita sicuramente un'analisi dettagliata e approfondita. Intanto l'anime si può dividere in quattro parti.
<b>ATTENZIONE! SPOILER!</b>
Prima parte: Heidi è una bambina di 5 anni che vive con la zia Dethe, ma lei ha ricevuto un offerta di lavoro a Francoforte e decide di affidare la bambina al nonno, un vecchio eremita che da anni vive isolato dal mondo sulle Alpi svizzere. Nel romanzo originale di Spyri, viene detto che il vecchio si era rifugiato fra le montagne per vari problemi con la legge.
Ora, come spiegare il comportamento della Zia? A sentirla sembra si voglia sbarazzare della bambina, insomma, tutti, lei compresa, diffidano da questa persona solitaria, lo considerano un poco di buono, eppure vuole lasciare la bimba a questo tipo. Ok, in passato, esistevano questi casi in cui i bambini venivano abbandonati a causa della troppa povertà, quindi per i tempi che erano si può anche comprendere.
Ma andiamo avanti, per fortuna questo vecchio orso si rivelerà essere in realtà un nonno buono, saggio e affettuoso, con lui e il pastorello Peter, Heidi vive tre anni felici fra le montagne, dove è la bambina più felice del mondo.
A questo proposito, nel romanzo originale tutto ciò che accade durante i primi anni alle Alpi, è riassunto in solo tre capitoli, mentre nell’anime occupa tutti i primi 15 episodi. Ma non si tratta di episodi inutili, si tratta, anzi, di storie che possono benissimo starci anche nel romanzo, perché non aggiungono nulla, approfondiscono solamente la vita della piccola Svizzera in montagna.
La seconda parte, vede il momento per Heidi di andare a scuola, ma il nonno è contrario, non vuole che la sua amata nipotina venga istruita dalla scuola dei compaesani verso cui prova un profondo rancore. Qui si vede come, alla fine, il vecchio dell’alpe, pur restando una persona buona, sia fin troppo ostinato a pensarla a modo suo per fare un piccolo passo avanti e cercare il dialogo con la gente del paese.
Intanto torna la zia Deith da Francoforte, che vuole portare in città con sé la bambina, perché faccia da damigella all’invalida Clara, figlia del Signor Seseman, l’uomo più ricco della città. Poiché la bambina preferirebbe restare con il nonno, la zia la porta via con l’inganno; purtroppo il nonno è impotente, il villaggio è tutto schierato contro di lui.
La piccola protagonista è cosi costretta a vivere in una delle più grandi e ricche case di Francoforte. La piccola Clara, di 4 anni più grande di lei, si rivelerà una buona amica, anche se si nota un certo egoismo da parte sua, perché Heidi soffre la nostalgia delle montagne. Ma Clara, che non può mai uscire di casa a causa della sedia a rotelle, è così felice di avere un’amica che fa di tutto per impedirle di tornare a casa, anche se comunque con le buone, dimostrandosi un’ottima amica.
Il problema peggiore è rappresentato dalla governante, la signorina Rottenmeier, acida, intransigente, insensibile e addirittura cinica, che proprio non riesce a capire quanto, per una bambina abituata alle montagne e alla libertà come Heidi, possa essere difficile abituarsi alla vita di città e la rimproverà in continuazione per i suoi comportamenti inadeguati alla vita di Francoforte.
Sebbene Clara, suo padre e sua nonna facciano di tutto per far sentire Heidi a suo agio, la piccola si ammala di nostalgia, inizia a smettere di mangiare e ciò la porta al sonnambulismo. Ecco che interviene il dottore che ordina al signor Seseman di riportarla in montagna
La parte che comprende la vita di Heidi a Francoforte, dall’episodio 20 fino al 34, è la ragione per cui molti accusano Heidi di essere una serie esageratamente sentimentale e sdolcinata.
La terza parte, invece, è la mia preferita: Heidi finalmente torna felice dal suo amato nonno e dal suo migliore amico Peter.
Passano dei mesi e la piccola riceve una bellissima notizia, Clara verrà a fare loro una visita in montagna. Andando in montagna Clara, grazie all’aiuto di Heidi, del nonno e di Peter, riuscirà a camminare, infatti la sua invalidità si rivela essere un semplice bisogno di esercizio fisico che per anni le era stato evitato, perché abituata a sentirsi dire che non poteva camminare.
<b>FINE SPOILER</b>
Insomma, per me Heidi è un capolavoro senza tempo che ha appassionato generazioni di spettatori dal quel lontano 1978 e che continua, ancora oggi, a essere trasmesso.
Può essere sdolcinato, mieloso, eccessivamente sentimentale e per questo può non piacere, ma secondo me è impossibile non considerarlo un ottimo prodotto, se si considera che a crearlo sono stati due maestri dell’animazione giapponese del calibro di Miyazaki e Isao Takahata.
E’ meraviglioso, quindi, nel lato artistico, il classico anime per chi ama i sentimenti e la montagna.
In verità a Heidi darei anche solo 7, se non fosse per la sua importanza storica. Non che io abbia visto l'anime nella sua prima visone TV in Italia, tutt'altro, sono nato nell'88, ma sono anche uno che si interessa a queste cose e, quindi, posso perlomeno immaginarla l'importanza che ha avuto.
Heidi, non è proprio il primo anime a essere trasmesso in Italia, prima arrivarono i Barbapapà e Vikie il vichingo.
Ma in fondo i primi due anime non erano niente di così diverso, erano storie pensate per tutti, come i cartoni Disney, anzi, per me i Barbapapà sono ancora più infantili della Disney, avevano storie autoconclusive.
In questo, Heidi è unico. E' il primo anime - seguito in pochissimi mesi però da Goldrake, Heidi arrivò a Febbraio 1978 e Goldrake nell'Aprile dello stesso anno - a puntate che ti obbliga a vederlo dall'inizio alla fine, quasi come un teleromanzo.
Per l'importanza storica darei già 8.
Poi, ragazzi, l'animazione di quest'anime è qualcosa di eccezionale, per il suo tempo: gli scenari per me sono unici, bellissime sono le rappresentazioni delle Aalpi, e il character design è sicuramente antiquato, ma piacevole.
Con il disegno aggiungo un altro punto e si arriva a 9.
Inoltre secondo me l'adattamento Italiano è decisamente ottimo confrontato a quello di moltissimi altri anime. Non dico che Heidi non abbia avuto la sua bella razione di censure - del tutto ingiustificate -, un giorno mi piacerebbe vedere l'anime in originale con i sottotitoli. Però, dai, se paragonato a come rovinano Sailor Moon, Lupin e non so quanti altri anime, almeno qui c'è un ottimo doppiaggio. La voce narrante certo è inutile!, ma c'è di peggio, ma veramente di peggio.
E' vero che gli adattatori hanno cambiato il sonoro e le musiche all'interno degli episodi, ma io le BGM della versione italiana le trovo ottime.
Insomma non posso proprio lamentarmi dell'adattamento italiano, quindi per me arriva a 10. Sia chiaro che la trama merita un 7 e niente di più, è una storia carina, anche commovente, ma sicuramente niente di speciale.
Voglio in ogni caso farne una piccola analisi perchè, pur non essendo nulla di speciale, merita sicuramente un'analisi dettagliata e approfondita. Intanto l'anime si può dividere in quattro parti.
<b>ATTENZIONE! SPOILER!</b>
Prima parte: Heidi è una bambina di 5 anni che vive con la zia Dethe, ma lei ha ricevuto un offerta di lavoro a Francoforte e decide di affidare la bambina al nonno, un vecchio eremita che da anni vive isolato dal mondo sulle Alpi svizzere. Nel romanzo originale di Spyri, viene detto che il vecchio si era rifugiato fra le montagne per vari problemi con la legge.
Ora, come spiegare il comportamento della Zia? A sentirla sembra si voglia sbarazzare della bambina, insomma, tutti, lei compresa, diffidano da questa persona solitaria, lo considerano un poco di buono, eppure vuole lasciare la bimba a questo tipo. Ok, in passato, esistevano questi casi in cui i bambini venivano abbandonati a causa della troppa povertà, quindi per i tempi che erano si può anche comprendere.
Ma andiamo avanti, per fortuna questo vecchio orso si rivelerà essere in realtà un nonno buono, saggio e affettuoso, con lui e il pastorello Peter, Heidi vive tre anni felici fra le montagne, dove è la bambina più felice del mondo.
A questo proposito, nel romanzo originale tutto ciò che accade durante i primi anni alle Alpi, è riassunto in solo tre capitoli, mentre nell’anime occupa tutti i primi 15 episodi. Ma non si tratta di episodi inutili, si tratta, anzi, di storie che possono benissimo starci anche nel romanzo, perché non aggiungono nulla, approfondiscono solamente la vita della piccola Svizzera in montagna.
La seconda parte, vede il momento per Heidi di andare a scuola, ma il nonno è contrario, non vuole che la sua amata nipotina venga istruita dalla scuola dei compaesani verso cui prova un profondo rancore. Qui si vede come, alla fine, il vecchio dell’alpe, pur restando una persona buona, sia fin troppo ostinato a pensarla a modo suo per fare un piccolo passo avanti e cercare il dialogo con la gente del paese.
Intanto torna la zia Deith da Francoforte, che vuole portare in città con sé la bambina, perché faccia da damigella all’invalida Clara, figlia del Signor Seseman, l’uomo più ricco della città. Poiché la bambina preferirebbe restare con il nonno, la zia la porta via con l’inganno; purtroppo il nonno è impotente, il villaggio è tutto schierato contro di lui.
La piccola protagonista è cosi costretta a vivere in una delle più grandi e ricche case di Francoforte. La piccola Clara, di 4 anni più grande di lei, si rivelerà una buona amica, anche se si nota un certo egoismo da parte sua, perché Heidi soffre la nostalgia delle montagne. Ma Clara, che non può mai uscire di casa a causa della sedia a rotelle, è così felice di avere un’amica che fa di tutto per impedirle di tornare a casa, anche se comunque con le buone, dimostrandosi un’ottima amica.
Il problema peggiore è rappresentato dalla governante, la signorina Rottenmeier, acida, intransigente, insensibile e addirittura cinica, che proprio non riesce a capire quanto, per una bambina abituata alle montagne e alla libertà come Heidi, possa essere difficile abituarsi alla vita di città e la rimproverà in continuazione per i suoi comportamenti inadeguati alla vita di Francoforte.
Sebbene Clara, suo padre e sua nonna facciano di tutto per far sentire Heidi a suo agio, la piccola si ammala di nostalgia, inizia a smettere di mangiare e ciò la porta al sonnambulismo. Ecco che interviene il dottore che ordina al signor Seseman di riportarla in montagna
La parte che comprende la vita di Heidi a Francoforte, dall’episodio 20 fino al 34, è la ragione per cui molti accusano Heidi di essere una serie esageratamente sentimentale e sdolcinata.
La terza parte, invece, è la mia preferita: Heidi finalmente torna felice dal suo amato nonno e dal suo migliore amico Peter.
Passano dei mesi e la piccola riceve una bellissima notizia, Clara verrà a fare loro una visita in montagna. Andando in montagna Clara, grazie all’aiuto di Heidi, del nonno e di Peter, riuscirà a camminare, infatti la sua invalidità si rivela essere un semplice bisogno di esercizio fisico che per anni le era stato evitato, perché abituata a sentirsi dire che non poteva camminare.
<b>FINE SPOILER</b>
Insomma, per me Heidi è un capolavoro senza tempo che ha appassionato generazioni di spettatori dal quel lontano 1978 e che continua, ancora oggi, a essere trasmesso.
Può essere sdolcinato, mieloso, eccessivamente sentimentale e per questo può non piacere, ma secondo me è impossibile non considerarlo un ottimo prodotto, se si considera che a crearlo sono stati due maestri dell’animazione giapponese del calibro di Miyazaki e Isao Takahata.
E’ meraviglioso, quindi, nel lato artistico, il classico anime per chi ama i sentimenti e la montagna.
<b>ATTENZIONE! CONTIENE SPOILER!</b>
Toccante, educativo, veramente un vero anime.
Stile inconfondibile che lo riassocia inequivocabilmente ai meisaku, l'anime è tratto dal romanzo della scrittrice svizzera Johanna Spyri. Narra le vicende riguardanti una bimba orfana di sei anni di nome Heidi che fino ad allora era vissuta con sua zia Deith, ma che ormai non può più prendersi cura della bambina, dopo aver trovato lavoro a Francoforte. Deith la porta da suo nonno, di cui Heidi non era neanche a conoscenza. Il vecchio dell'Alpe, questo il soprannome del nonno di Heidi, è tutto fuorché il nonno dolce e affettuoso dell'immaginario infantile. Burbero, sgarbato, è guardato con diffidenza dagli abitanti dal paesello vicino ed è ormai da anni recluso nella baita che si affaccia su un paesaggio idilliaco: montagne mozzafiato ricoperte di neve, prati fioriti, stambecchi che saltano tra le rocce, marmotte che si nascondono tra le cavità rocciose pronte a evitare gli attacchi di aquile in picchiate. A fargli compagnia diverse pecorelle e il personaggio, a mio modo di vedere più buffo della serie, ovvero il cane dormiglione Nebbia.
Heidi invece sembra tutt'altro che una piccola bambina di sei anni. Un po' ingenua e paurosa, ha in sé quell'innocenza infantile e quell'amore talmente insito nel suo DNA che addolciscono il cuore del "vecchio orso". Troverà anche un amico, il pastorello Peter, con il quale condivide l'amore per il bellissimo paradiso incantato posto dinanzi ai loro occhi e con cui condividerà le interminabili scampagnate in cima ai monti. La piccola stringerà un legame molto stretto anche con la nonna del giovane pastore, afflitta da cecità, che le darà importanti insegnamenti di vita.
Heidi è estasiata dal mondo nuovo che ha scoperto ed è convinta che niente e nessuno potrà mai svegliarla da questo splendido sogno. Purtroppo però, di ritorno da Francoforte, la zia Deith sbriciola il castello di sabbia che ormai Heidi aveva fatto, costringendola ad andare con lei nella città tedesca e lasciando nello sconforto il nonno, Peter e tutto l'incantevole paesaggio alpino. Heidi viene affidata alla signora Rottermaier, donna severissima e maniaca del garbo e della cortesia, che ha il compito di educare la giovane Clara, bambina di dieci anni, costretta a causa di una malattia a stare su una sedia a rotelle. Le bambine stringeranno un'amicizia molto forte, anche se ciò non servirà a far placare i pensieri Heidi, nostalgica di tutto ciò che aveva lasciato nelle Alpi.
Grazie all'aiuto della nonna di Clara, donna dal cuore d'oro, Heidi riuscirà a tornare casa riuscendo a portare con sé per una vacanza estiva anche la piccola Clara e riuscendo, grazie all'atmosfera stupenda del posto, a compiere il miracolo di farla camminare.
Davvero un classico dell'animazione. STUPENDO!
Toccante, educativo, veramente un vero anime.
Stile inconfondibile che lo riassocia inequivocabilmente ai meisaku, l'anime è tratto dal romanzo della scrittrice svizzera Johanna Spyri. Narra le vicende riguardanti una bimba orfana di sei anni di nome Heidi che fino ad allora era vissuta con sua zia Deith, ma che ormai non può più prendersi cura della bambina, dopo aver trovato lavoro a Francoforte. Deith la porta da suo nonno, di cui Heidi non era neanche a conoscenza. Il vecchio dell'Alpe, questo il soprannome del nonno di Heidi, è tutto fuorché il nonno dolce e affettuoso dell'immaginario infantile. Burbero, sgarbato, è guardato con diffidenza dagli abitanti dal paesello vicino ed è ormai da anni recluso nella baita che si affaccia su un paesaggio idilliaco: montagne mozzafiato ricoperte di neve, prati fioriti, stambecchi che saltano tra le rocce, marmotte che si nascondono tra le cavità rocciose pronte a evitare gli attacchi di aquile in picchiate. A fargli compagnia diverse pecorelle e il personaggio, a mio modo di vedere più buffo della serie, ovvero il cane dormiglione Nebbia.
Heidi invece sembra tutt'altro che una piccola bambina di sei anni. Un po' ingenua e paurosa, ha in sé quell'innocenza infantile e quell'amore talmente insito nel suo DNA che addolciscono il cuore del "vecchio orso". Troverà anche un amico, il pastorello Peter, con il quale condivide l'amore per il bellissimo paradiso incantato posto dinanzi ai loro occhi e con cui condividerà le interminabili scampagnate in cima ai monti. La piccola stringerà un legame molto stretto anche con la nonna del giovane pastore, afflitta da cecità, che le darà importanti insegnamenti di vita.
Heidi è estasiata dal mondo nuovo che ha scoperto ed è convinta che niente e nessuno potrà mai svegliarla da questo splendido sogno. Purtroppo però, di ritorno da Francoforte, la zia Deith sbriciola il castello di sabbia che ormai Heidi aveva fatto, costringendola ad andare con lei nella città tedesca e lasciando nello sconforto il nonno, Peter e tutto l'incantevole paesaggio alpino. Heidi viene affidata alla signora Rottermaier, donna severissima e maniaca del garbo e della cortesia, che ha il compito di educare la giovane Clara, bambina di dieci anni, costretta a causa di una malattia a stare su una sedia a rotelle. Le bambine stringeranno un'amicizia molto forte, anche se ciò non servirà a far placare i pensieri Heidi, nostalgica di tutto ciò che aveva lasciato nelle Alpi.
Grazie all'aiuto della nonna di Clara, donna dal cuore d'oro, Heidi riuscirà a tornare casa riuscendo a portare con sé per una vacanza estiva anche la piccola Clara e riuscendo, grazie all'atmosfera stupenda del posto, a compiere il miracolo di farla camminare.
Davvero un classico dell'animazione. STUPENDO!
Oh, Heidi!
Penso che questo anime sia rimasto di certo nel cuore di tutti!
Le vicende della tenera bambina di appena otto anni, vivace, coraggiosa e ottimista mi sono rimaste impresse. Le puntate in cui la dolce bambina portava a pascolare le pecore, mungeva le mucche e andava a giocare con Peter sui monti della Svizzera, mi sono rimaste impresse.
La trama parla quindi semplicemente delle vicende quotidiane di una bambina che vive in montagna con suo nonno, non c’è azione, non ci sono sparatorie ma, la storia è molto avvincente e interessante.
L’aspetto tecnico e grafico è indubbiamente molto curato per la sua età, basti vedere le animazioni e i disegni per vedere che lo sforzo c’è stato. I colori sono molto brillanti e accesi e i fondali molto ben fatti. Il doppiaggio italiano è ottimo.
Peccato però che l’adattamento italiano sia stato letteralmente rovinato dalle censure, sia video che audio.
La gonna di Heidi è stata allungata perché nella versione giapponese si intravedavena le mutandine e moltissimi dialoghi sono stati tagliati o modificati per renderli più “soft”.
Una piccola perla che vale la pena riscoprire e riguardare.
Penso che questo anime sia rimasto di certo nel cuore di tutti!
Le vicende della tenera bambina di appena otto anni, vivace, coraggiosa e ottimista mi sono rimaste impresse. Le puntate in cui la dolce bambina portava a pascolare le pecore, mungeva le mucche e andava a giocare con Peter sui monti della Svizzera, mi sono rimaste impresse.
La trama parla quindi semplicemente delle vicende quotidiane di una bambina che vive in montagna con suo nonno, non c’è azione, non ci sono sparatorie ma, la storia è molto avvincente e interessante.
L’aspetto tecnico e grafico è indubbiamente molto curato per la sua età, basti vedere le animazioni e i disegni per vedere che lo sforzo c’è stato. I colori sono molto brillanti e accesi e i fondali molto ben fatti. Il doppiaggio italiano è ottimo.
Peccato però che l’adattamento italiano sia stato letteralmente rovinato dalle censure, sia video che audio.
La gonna di Heidi è stata allungata perché nella versione giapponese si intravedavena le mutandine e moltissimi dialoghi sono stati tagliati o modificati per renderli più “soft”.
Una piccola perla che vale la pena riscoprire e riguardare.
Vabbè, un cultissimo che ormai da oltre 30 anni spopola in TV! Eh, già! L' ho rivisto poco tempo fa su Deakids e mi ha di nuovo preso. Un' opera molto coinvolgente e toccante che alterna a dei momenti ironici, altri più malinconici ed intimisti. I personaggi poi sono ben trattegiati. Non mancano poi spunti molto interessanti come il confronto tra montagna e città.
Una serie che ha fatto storia e, come altre del periodo, è stata ed è in grado di farsi amare sia dai più grandi che dai più piccoili.
Quando i racconti di vita riuscivano a coinvolgere diverse generazioni.
Una serie che ha fatto storia e, come altre del periodo, è stata ed è in grado di farsi amare sia dai più grandi che dai più piccoili.
Quando i racconti di vita riuscivano a coinvolgere diverse generazioni.
Non sono sicuro di averli visti proprio tutti, però so di avere tipo venti e qualcosa videocassette contenenti ognuna 2 episodi di questo anime.
Adesso proprio Heidi non mi rimetterei mai a guardarlo, però quando ero piccolo ricordo che non vedevo l'ora di andare a casa di mia nonna, dove tenevo le videocassette, e guardarmi l'anime in santa pace.
Ricordo abbastanza bene il primo episodio dove si vede la zia di Heidi che accompagna la bambina dal nonno. Questo le dice di andarsene ma, sempre la zia dice che lui, Il vecchio delle Alpi, è un egoista. Detto questo lei viene mandata via e Heidi rimane con il nonno e il cane.
Comunque il mio personaggio preferito è Peter. Io lo adoravo e avrei sempre desiderato di possedere un cappello simile al suo.
Mi ha sempre però dato senso di timore la vecchia nonna di Peter: quell'anziana mi faceva paura.
Comunque i disegni a me sembrano fantastici. Certamente adesso è improponibile mettere in circolazione un anime con disegni del genere, però per l'epoca in cui è stato disegnato è più che buona la grafica. Ricorda un po' lo stile di Lupin III.
Che dire poi, è adatto a tutte le età. Non mi stupirei se tra qualche anno tornassi a guardarmi tutta la serie, perchè in fondo non è un cartone infantile: insomma viene fatta ben trasparire la tematica dell'amicizia e della bontà d'animo, soprattutto quando Heidi va a Francoforte dalla Rottermaier e compra dei panini per la nonna di Peter.
Anche la musica non è malvagia, anche se tanti prendono in giro la sigla iniziale.
Adesso mi sta scivolando una lacrima ricordando quei bei momenti felici che passavo guardando il cartone.
Quindi bello, non banale e ben disegnato.
Spero che ci sia ancora gente che lo guardi.
Adesso proprio Heidi non mi rimetterei mai a guardarlo, però quando ero piccolo ricordo che non vedevo l'ora di andare a casa di mia nonna, dove tenevo le videocassette, e guardarmi l'anime in santa pace.
Ricordo abbastanza bene il primo episodio dove si vede la zia di Heidi che accompagna la bambina dal nonno. Questo le dice di andarsene ma, sempre la zia dice che lui, Il vecchio delle Alpi, è un egoista. Detto questo lei viene mandata via e Heidi rimane con il nonno e il cane.
Comunque il mio personaggio preferito è Peter. Io lo adoravo e avrei sempre desiderato di possedere un cappello simile al suo.
Mi ha sempre però dato senso di timore la vecchia nonna di Peter: quell'anziana mi faceva paura.
Comunque i disegni a me sembrano fantastici. Certamente adesso è improponibile mettere in circolazione un anime con disegni del genere, però per l'epoca in cui è stato disegnato è più che buona la grafica. Ricorda un po' lo stile di Lupin III.
Che dire poi, è adatto a tutte le età. Non mi stupirei se tra qualche anno tornassi a guardarmi tutta la serie, perchè in fondo non è un cartone infantile: insomma viene fatta ben trasparire la tematica dell'amicizia e della bontà d'animo, soprattutto quando Heidi va a Francoforte dalla Rottermaier e compra dei panini per la nonna di Peter.
Anche la musica non è malvagia, anche se tanti prendono in giro la sigla iniziale.
Adesso mi sta scivolando una lacrima ricordando quei bei momenti felici che passavo guardando il cartone.
Quindi bello, non banale e ben disegnato.
Spero che ci sia ancora gente che lo guardi.
Non sono mai riuscita a farmi piacere la storia. Troppo stucchevole, troppi problemi, troppo buonismo che talvolta diventa insopportabile. L'unica cosa che devo dire mi è rimasta in mente dopo tutti questi anni è la sigla. Quella penso la conoscano tutti.
Eppure, io che sono una persona che è capace di vedersi e rivedersi gli anime vecchi anche oggi, questo non mi invita neanche a rivedersi una puntata, cosa che invece mi succede per tantissimi altri cartoni animati. Sullo stesso filone altri come Dolce Kati o Pollianna sono molto più interessanti.
Eppure, io che sono una persona che è capace di vedersi e rivedersi gli anime vecchi anche oggi, questo non mi invita neanche a rivedersi una puntata, cosa che invece mi succede per tantissimi altri cartoni animati. Sullo stesso filone altri come Dolce Kati o Pollianna sono molto più interessanti.
Meravigliosa Heidi! Chi non la ricorda! Io la ricordo con tantissima nostalgia questa serie che mi ha davvero insegnato tanto. Potrebbe sembrare una serie solo adatta ai più piccini, ma non è così. Heidi è per tutti. Mi emozionava tanto la sua voglia di vivere e il suo amore per la natura, il suo giore quando giocava nei prati e correva sui monti. Una serie che ti insegna anche il valore dell'amicizia, quello che la piccola e dolce protagonista aveva con Clara! Una serie veramente unica!
Heidi!! Questo prodotto è una di quelle serie intramontabili che hanno cresciuto generazioni e continueranno a farlo per l'eternità. Una serie del 1974 che è entrata nella storia per molti meriti, non è dato dal caso il suo successo ma dalla sua superba realizzazione. Iniziamo dicendo che non vi è nulla di complicato nella trama semplice ma ricca di significato e ricca di effetto, per questo motivo l'anime risulta piacevole fin dalle prime battute e per tutta la sua durata. Parlando appunto della trama, dal quale secondo me si decide il valore del prodotto, in questo capolavoro (devo chiamarlo per forza così) non vi sono mai minime sbavature, mai ripensamenti, mai alcuna cosa dettata dal caso, ma sempre tutto in un ordine speciale che ci da modo di vedere e rivedere la serie senza mai annoiarci, ma non dobbiamo sorprenderci poiché nella realizzazione di questo prodotto ci sono le mani del genio Myazaki. I personaggi sono storici dal primo all'ultimo, nessuno di loro risulta pesante, sono tutti molto caratterizzati e ci danno sempre la voglia di vedere gli episodi che scorrono uno ad uno, anche le ambientazioni sono belle e particolari e ci fanno riscoprire ogni volta il valore della natura che purtroppo perdiamo sempre di vista. Tutto ciò è accompagnato da un'ottima realizzazione tecnica che fa del prodotto un cibo succulento per i nostri occhi, i personaggi, le ambientazioni sono tutti disegnati magnificamente e con colori vivi e ottimi per il gusto dei nostri occhi, l'animazione è come in tutte le opere dove ha messo piede, anzi mano, il genio Myazaki, superba ed eccelsa dovendo anche pensare all'anno di produzione. Dobbiamo dare credito anche alla bella colonna sonora che ci accompagna in tutti i momenti e ci fa riscoprire la bellezza di temi e melodie semplici. Insomma è uno di quei capolavori senza tempo che bisogna vedere e rivedere, consigliato a tutti, grandi e piccini, e lo consiglio personalmente anche a coloro che cercano e ricercano temi difficili e storie intricate, che in un capolavoro come questo potranno trovare tanta semplicità che si è persa di vista nelle opere di oggi.
Questo non è un anime, è un film.
Pur essendo diviso in episodi, è a mio avviso un unico film.
L'opera svolta dal grande miyazaki, il doppiaggio italiano e le musiche hanno fatto di questo cartone di un'atmosfera quasi fosse, appunto, quella di un film.
Il passaggio dai monti alla città per poi ritornare nuovamente all'ombra di quelle cime, e difatti è un saliscendi di emozioni continuo, dove l'opera originale da cui prende spunto subisce diversi stravolgimenti, ma ben inseriti, visto che sono stati fatti per approfondire alcuni personaggi.
E' un cartone conosciutissimo in tutto il mondo, in italia è quello che gode fin dalla sua prima apparizione di una infinità di passaggi che neanche tutti gli episodi dei puffi insieme sono riusciti mai a superare, per non parlare del tanto decantato dragon ball o i simpson.
Da questo cartone inoltre nel suo immediato futuro si sono susseguiti diversi film TV con attori in carne ed ossa, laddove la trama dei medesimi prende parecchio spunto dal cartone, nonché dal libro originale, ma, torno a ripetere, l'anime è unico per il modo in cui è stato realizzato.
I valori dell'amicizia sincera che non conoscono handicap di nessun genere, la voglia di libertà tramandata da nonno a nipote, l'essere felici e portare felicità grazie ad una semplicità unita da una grande voglia di vita, lontana dai pesanti e rigidi schemi della vita cittadina, che non conosce vicinanza con la natura.
E quindi, non conoscendo tale vicinanza e semplicità, questo genera parecchi contrasti, ma lo spirito di adattamento della protagonista e la sua voglia di regalare felicità ai suoi cari, amici o parenti che siano, porterà venti di novità anche a chi è abituato a vedere le cose senza ottimismo.
Heidi è il simbolo dell'ottimismo, non quel vecchietto che fa il saputello coi versetti romagnoli in un noto spot per una catena di elettrodomestici, il vero ottimismo di chi vede sempre in alto il modo di affrontare la vita, senza mai buttarsi giù, uno spirito alto che la guida, come alte sono le montagne in cui lei è sempre vissuta da piccina e che alla fine ci ritornerà.
Al prossimo passaggio in tv, andate subito a vederlo e buttate il telecomando, consigliatissimo ai piccini, i più grandicelli possono trarre un bel po' di conclusioni su come la vita di ogni giorno dovrebbe essere affrontata.
Pur essendo diviso in episodi, è a mio avviso un unico film.
L'opera svolta dal grande miyazaki, il doppiaggio italiano e le musiche hanno fatto di questo cartone di un'atmosfera quasi fosse, appunto, quella di un film.
Il passaggio dai monti alla città per poi ritornare nuovamente all'ombra di quelle cime, e difatti è un saliscendi di emozioni continuo, dove l'opera originale da cui prende spunto subisce diversi stravolgimenti, ma ben inseriti, visto che sono stati fatti per approfondire alcuni personaggi.
E' un cartone conosciutissimo in tutto il mondo, in italia è quello che gode fin dalla sua prima apparizione di una infinità di passaggi che neanche tutti gli episodi dei puffi insieme sono riusciti mai a superare, per non parlare del tanto decantato dragon ball o i simpson.
Da questo cartone inoltre nel suo immediato futuro si sono susseguiti diversi film TV con attori in carne ed ossa, laddove la trama dei medesimi prende parecchio spunto dal cartone, nonché dal libro originale, ma, torno a ripetere, l'anime è unico per il modo in cui è stato realizzato.
I valori dell'amicizia sincera che non conoscono handicap di nessun genere, la voglia di libertà tramandata da nonno a nipote, l'essere felici e portare felicità grazie ad una semplicità unita da una grande voglia di vita, lontana dai pesanti e rigidi schemi della vita cittadina, che non conosce vicinanza con la natura.
E quindi, non conoscendo tale vicinanza e semplicità, questo genera parecchi contrasti, ma lo spirito di adattamento della protagonista e la sua voglia di regalare felicità ai suoi cari, amici o parenti che siano, porterà venti di novità anche a chi è abituato a vedere le cose senza ottimismo.
Heidi è il simbolo dell'ottimismo, non quel vecchietto che fa il saputello coi versetti romagnoli in un noto spot per una catena di elettrodomestici, il vero ottimismo di chi vede sempre in alto il modo di affrontare la vita, senza mai buttarsi giù, uno spirito alto che la guida, come alte sono le montagne in cui lei è sempre vissuta da piccina e che alla fine ci ritornerà.
Al prossimo passaggio in tv, andate subito a vederlo e buttate il telecomando, consigliatissimo ai piccini, i più grandicelli possono trarre un bel po' di conclusioni su come la vita di ogni giorno dovrebbe essere affrontata.
Heidi è poesia, romanticismo, malinconia ma, soprattutto, una favola che non smette mai di affascinare. Scritta sul finire del XIX° secolo dall’autrice svizzera Johanna Spyri, e illustrata dal disegnatore Rudolf Münger, è stata fonte d’ispirazione per numerosi film, telefilm e anche appunto, questo anime.
Correva l’anno 1974 e lo studio Zuiyo Eizo ( ora Nippon Animation) prese contatti con la Taurus Film (tedesca) per la produzione di questa serie. La regia venne affidata a Isao Takahata (Nausicaa nella valle del vento, Una tomba per le lucciole), cofondatore del celebre studio Ghibli con Miyazaki.
Ne scaturisce una delle più famose opere nipponiche di tutti i tempi. Tradotto in decine di lingue e distribuito praticamente in tutto il mondo, Heidi è uno dei primi grandi successi internazionali dell’animazione Giapponese.
La storia parla appunto di Heidi, una bambina svizzera che, rimasta orfana, viene affidata alle cure del burbero nonno, un montanaro solitario, che troverà nella bambina la forza e la voglia di tornare a vivere. Le vicende si alternano a ritmo incalzante, e Heidi, prima restia ad andare sui monti, se ne innamora perdutamente, portandoli sempre nel cuore anche quando, recuperata dalla zia, viene forzata ad allontanarsi dai monti.
Il personaggio è così ben realizzato da far trasparire una tenerezza e una dolcezza incredibili. Heidi è infatti una bambina tutti gli effetti, capricciosa, ingenua, infantile ma (citando la sigla italiana) “Con un cuore grande così”. I giapponesi dimenticheranno spesso che i bambini sono solo bambini e li disegneranno come piccoli adulti, responsabili e maturi, facendo perdere parecchio tono a molte serie. Non è il caso di Takahata, che ci presenta un’Heidi bambina in tutto e per tutto, creando quindi nello spettatore adulto, un istinto di protezione e tenerezza, mentre nel bambino, una forte simpatia e immedesimazione.
Man mano che le vicende della serie si alternano, infatti, la piccola Heidi matura, si responsabilizza, attraverso un certo percorso di conoscenze ed esperienze che la spingono a riflettere su gesti, azioni e sentimenti, accompagnando quindi lo spettatore sulla stessa via. Va precisato che il testo da cui è tratto questo anime è un testo pedagogico (come l’epoca richiedeva fossero i testi per bambini) incentrato su temi cari all’Europa protestante di fine 800. Parte di questi temi si perdono nell’anime, come le ore di preghiera e il concetto di fede in Dio. Rendendolo quindi più fruibile al pubblico moderno, discostato dal bigottismo ottocentesco. Anche molte tragedie vengono depennate, morti e incidenti gravi si attenuano o spariscono, forse per creare un Kodomo degno di tale nome, forse per concentrare un romanzo corposo in sole 52 puntate, detraendo quindi personaggi destinati a passare a miglior vita.
Il disegno è tipico della semplicità e del minimal anni ’70. Un minimalismo diffuso ad oriente quanto ad occidente, da Disney (Robin Hood, per esempio) fino alle produzioni nipponiche di quegli anni, cariche di colori pastello, smorzati, lisci, delicati.
Un anime di sicuro pregio, degno, dopo 35 anni, di essere ancora visto ed amato da una vasta porzione di pubblico. Nove.
Correva l’anno 1974 e lo studio Zuiyo Eizo ( ora Nippon Animation) prese contatti con la Taurus Film (tedesca) per la produzione di questa serie. La regia venne affidata a Isao Takahata (Nausicaa nella valle del vento, Una tomba per le lucciole), cofondatore del celebre studio Ghibli con Miyazaki.
Ne scaturisce una delle più famose opere nipponiche di tutti i tempi. Tradotto in decine di lingue e distribuito praticamente in tutto il mondo, Heidi è uno dei primi grandi successi internazionali dell’animazione Giapponese.
La storia parla appunto di Heidi, una bambina svizzera che, rimasta orfana, viene affidata alle cure del burbero nonno, un montanaro solitario, che troverà nella bambina la forza e la voglia di tornare a vivere. Le vicende si alternano a ritmo incalzante, e Heidi, prima restia ad andare sui monti, se ne innamora perdutamente, portandoli sempre nel cuore anche quando, recuperata dalla zia, viene forzata ad allontanarsi dai monti.
Il personaggio è così ben realizzato da far trasparire una tenerezza e una dolcezza incredibili. Heidi è infatti una bambina tutti gli effetti, capricciosa, ingenua, infantile ma (citando la sigla italiana) “Con un cuore grande così”. I giapponesi dimenticheranno spesso che i bambini sono solo bambini e li disegneranno come piccoli adulti, responsabili e maturi, facendo perdere parecchio tono a molte serie. Non è il caso di Takahata, che ci presenta un’Heidi bambina in tutto e per tutto, creando quindi nello spettatore adulto, un istinto di protezione e tenerezza, mentre nel bambino, una forte simpatia e immedesimazione.
Man mano che le vicende della serie si alternano, infatti, la piccola Heidi matura, si responsabilizza, attraverso un certo percorso di conoscenze ed esperienze che la spingono a riflettere su gesti, azioni e sentimenti, accompagnando quindi lo spettatore sulla stessa via. Va precisato che il testo da cui è tratto questo anime è un testo pedagogico (come l’epoca richiedeva fossero i testi per bambini) incentrato su temi cari all’Europa protestante di fine 800. Parte di questi temi si perdono nell’anime, come le ore di preghiera e il concetto di fede in Dio. Rendendolo quindi più fruibile al pubblico moderno, discostato dal bigottismo ottocentesco. Anche molte tragedie vengono depennate, morti e incidenti gravi si attenuano o spariscono, forse per creare un Kodomo degno di tale nome, forse per concentrare un romanzo corposo in sole 52 puntate, detraendo quindi personaggi destinati a passare a miglior vita.
Il disegno è tipico della semplicità e del minimal anni ’70. Un minimalismo diffuso ad oriente quanto ad occidente, da Disney (Robin Hood, per esempio) fino alle produzioni nipponiche di quegli anni, cariche di colori pastello, smorzati, lisci, delicati.
Un anime di sicuro pregio, degno, dopo 35 anni, di essere ancora visto ed amato da una vasta porzione di pubblico. Nove.
Storie strappalacrime? Perché no, quando nel mezzo ci sono nomi del calibro di Takahata o Miyazaki?
Basta citare il suo creatore, per capire perché l'infanzia di molti di noi sia rimasta così affascinata dalla piccola Heidi e dalla sua storia. E' vero, la trama è tratta da un racconto europeo, ma la cura dei nipponici in questi tipi di adattamento è sempre stata maniacale, durante gli splendidi anni '70/'80, ed ha segnato una vera e propria invasione, soprattutto qui in Italia.
Heidi è di sicuro uno dei migliori titoli di quel periodo, ed uno dei maggiori esponenti dell'"invasione" degli anime in Italia: diciamolo, tutti conoscono Heidi, i nostri genitori in primis avranno seguito di sicuro almeno qualche episodio, perché è impossibile cambiare canale di fronte a una sceneggiatura così bella, dei personaggi così umani, una storia così coinvolgente e appassionante, adatta a tutta la famiglia, appunto.
Tutto gira intorno a questa bambina a dir poco capricciosa, testarda, a volte proprio insopportabile, ma soprattutto tenera, simpatica e giocherellona, dolce, dal cuore d'oro...insomma, Takahata ha saputo creare una bimba "vera" , in ogni suo modo di fare, nel suo punto di vista sul mondo, nei suoi sentimenti di gioia, serenità, ma anche di nostalgia, malinconia...sentimenti tipici dei bambini, che l'autore fa ricadere con maestria sull'animo dello spettatore, che si identifica con la piccola eroina e non può fare a meno di amarla (come sarà in grado di fare anche con la piccola Setsuko ne "Una Tomba Per Le Lucciole").
La storia la conoscete, ed è inutile dire che è davvero stupenda, ed appassiona ogni volta che la si rivive.
Inoltre è da segnalare il forte intento educativo ed ecologico, che nasce dal rapporto dei personaggi con la natura e il rispetto di essa in ogni sua forma, dagli alberi che "parlano" al soffio del vento, alla moltitudine di animali con cui la ragazzina farà amicizia, a partire, ovviamente, dalle famose caprette...
Il cast di personaggi è tutto da elogiare: Heidi, il "vecchio dell'Alpe", Peter, sua nonna, Clara, e tutti i suoi parenti, ormai fanno parte di un unica grande famiglia che è impossibile dimenticare...
C'è da dare un elogio anche all'animazione in sè per sè: visivamente, Heidi non dà l'impressione di essere una produzione del '74, perché anche se compaiono le limitazioni tipiche nell'animazione di quel periodo (tipo il labiale non sempre "centrato" con le immagini), i disegni e la colorazione, pur essendo semplici, sono d'impatto, e donano quel qualcosa in più che solo i grandi capolavori posseggono, e in questo frangente, spunta il nome di Miyazaki, che disegnò le scene e i layout...
Quest'atmosfera è alimentata ovviamente dalla bellissima colonna sonora sempre a tema con l'ambientazione, che sia montana o cittadina, o con lo stato emotivo del momento.
Insomma, se dovessi consigliare uno tra i numerosissimi anime del filone degli "orfanelli", opterei senza dubbio per questo.
La premiata ditta Takahata-Miyazaki dà lezioni a tutti.
Basta citare il suo creatore, per capire perché l'infanzia di molti di noi sia rimasta così affascinata dalla piccola Heidi e dalla sua storia. E' vero, la trama è tratta da un racconto europeo, ma la cura dei nipponici in questi tipi di adattamento è sempre stata maniacale, durante gli splendidi anni '70/'80, ed ha segnato una vera e propria invasione, soprattutto qui in Italia.
Heidi è di sicuro uno dei migliori titoli di quel periodo, ed uno dei maggiori esponenti dell'"invasione" degli anime in Italia: diciamolo, tutti conoscono Heidi, i nostri genitori in primis avranno seguito di sicuro almeno qualche episodio, perché è impossibile cambiare canale di fronte a una sceneggiatura così bella, dei personaggi così umani, una storia così coinvolgente e appassionante, adatta a tutta la famiglia, appunto.
Tutto gira intorno a questa bambina a dir poco capricciosa, testarda, a volte proprio insopportabile, ma soprattutto tenera, simpatica e giocherellona, dolce, dal cuore d'oro...insomma, Takahata ha saputo creare una bimba "vera" , in ogni suo modo di fare, nel suo punto di vista sul mondo, nei suoi sentimenti di gioia, serenità, ma anche di nostalgia, malinconia...sentimenti tipici dei bambini, che l'autore fa ricadere con maestria sull'animo dello spettatore, che si identifica con la piccola eroina e non può fare a meno di amarla (come sarà in grado di fare anche con la piccola Setsuko ne "Una Tomba Per Le Lucciole").
La storia la conoscete, ed è inutile dire che è davvero stupenda, ed appassiona ogni volta che la si rivive.
Inoltre è da segnalare il forte intento educativo ed ecologico, che nasce dal rapporto dei personaggi con la natura e il rispetto di essa in ogni sua forma, dagli alberi che "parlano" al soffio del vento, alla moltitudine di animali con cui la ragazzina farà amicizia, a partire, ovviamente, dalle famose caprette...
Il cast di personaggi è tutto da elogiare: Heidi, il "vecchio dell'Alpe", Peter, sua nonna, Clara, e tutti i suoi parenti, ormai fanno parte di un unica grande famiglia che è impossibile dimenticare...
C'è da dare un elogio anche all'animazione in sè per sè: visivamente, Heidi non dà l'impressione di essere una produzione del '74, perché anche se compaiono le limitazioni tipiche nell'animazione di quel periodo (tipo il labiale non sempre "centrato" con le immagini), i disegni e la colorazione, pur essendo semplici, sono d'impatto, e donano quel qualcosa in più che solo i grandi capolavori posseggono, e in questo frangente, spunta il nome di Miyazaki, che disegnò le scene e i layout...
Quest'atmosfera è alimentata ovviamente dalla bellissima colonna sonora sempre a tema con l'ambientazione, che sia montana o cittadina, o con lo stato emotivo del momento.
Insomma, se dovessi consigliare uno tra i numerosissimi anime del filone degli "orfanelli", opterei senza dubbio per questo.
La premiata ditta Takahata-Miyazaki dà lezioni a tutti.
Ok, lo sapete... odio il buonismo ed i personaggi smaccatamente positivi che ti viene subito voglia di prenderli a schiaffi... vero, vero... tuttavia devo ammettere una cosa: Heidi è Heidi. I veri capolavori non si fanno classificare, trascendono le categorie astratte e si fanno apprezzare universalmente. Potreste, come il sottoscritto, non esserne mai un fan o non avere mai l'idea di comprarne il cofanetto, ma la qualità stratosferica di quest'opera non la si può contestare. Uno dei più grandi anime della Storia (si, quella con la esse maiuscola). Miyazaki-sensei sale in cattedra ancora una volta.
Ambientazione da sogno, protagonista che ispira gran tenerezza, trama semplice ma con temi profondi che tratta di un argomento poco usuale nei cartoni: la nostalgia. Una delle cose più coinvolgenti emotivamente è senz’altro l’amore e il rispetto della bambina per gli animali e per la natura e per loro, quando occorre, si batte con grande spirito di sacrificio. Anime che ispira profondi sentimenti e grande senso umano: lo consiglio a chiunque cerchi qualcosa di diverso rispetto alla solita violenza e spettacolarità che si vede nella maggior parte dei cartoni animati.
Benchè lo abbia visto tante di quelle volte, tanto da farmi venire la nausea, Heidi rimane 1 dei migliori anime di tutti i tempi. Può sembrare sdolcinato, mieloso, insopportabile e quant'altro, ma la realtà è questa! E' uno dei pochi anime che anche i nostri genitori conoscono e a loro modo hanno apprezzato e anche io, benché non sia un amante di questo genere di anime, l'ho apprezzato! Dunque sono fiero di dargli uno strameritato 9.
Anche Heidi fu uno dei primissimi anime a fare la sua comparsa sugli schermi televisivi RAI verso la fine degli anni '70. Prodotto sicuramente pregevole nella sua realizzazione (vedeva tra l'altro il maestro Miyazaki all'interno dello staff). La trama del racconto da cui è tratto è ottimamente trasposta in animazione. Non c'è un unico episodio "inutile" e tutto è funzionale alla spiegazione dello svolgimento della storia. Merita un'occhiata anche solo per vedere come si deve realizzare un anime "di buona fattura".