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Rorroroy

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Rorroroy

Episodi visti: 109/109 --- Voto 8,5
Si tratta di un anime alquanto sorprendente, nella sua complessità.
Siamo alla fine del XX secolo, e in una landa desolata emerge un personaggio, ancora fiducioso nella possibilità di ritrovare la pace. Infatti, seppur Kenshiro combatta, inizialmente, per la sua sola amata, usufruirà delle proprie tecniche al fine di eliminare i soprusi che caratterizzano il territorio in cui vive. La sua figura ricorda notevolmente con la leggenda delle arti marziali Bruce Lee: quelle figure dal carattere duro ma dall'animo compassionevole e misericordioso.
Per quanto riguarda la trama, essa si rivela più che avvincente e ricca di colpi di scena,sempre accompagnati dall'elemento drammatico. Esso, se da un lato attrae e commuove maggiormente il pubblico, dall'altro è rappresentativo dello spietato contesto in cui la serie è ambientata. Tuttavia, questa particolarità si rivela ancor più evidente grazie ai numerosi personaggi che affiancano il salvatore, ognuno con dei propri sentimenti, valori e una spiccata personalità, con cui è facile empatizzare.

Il tutto è accompagnato da una colonna sonora molto efficace, nonostante la semplicità.

Infine, i disegni dei personaggi si attengono molto al manga originale, tanto quanto la storia, sebbene quest'ultima sia talvolta soggetta ad alcune variazioni.


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Hanniballekter

Episodi visti: 109/109 --- Voto 8,5
"Ken il Guerriero", come aggiungere qualcosa alle altre recensioni? Impossibile. Mi limiterò ad esporre le mie opinioni.

Indubbiamente una grande serie animata. L'aspetto migliore di questa serie, per i miei gusti, sono i dialoghi ed i flashback, ancora più dei combattimenti. I dialoghi sono secondo me la parte fondamentale dell'opera, mentre i combattimenti sono il tramite su cui poggiare i dialoghi ( in questo aspetto, più di tutti, si superano Shu e Rei, i personaggi che per me sono i migliori della serie). Ed in effetti per me il più grande "guasto" dell'opera è la piccola carenza di personalità del protagonista.
La sigla doppiata in italiano ormai è probabilmente leggenda nel nostro paese ed anche le musiche di sottofondo.


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Caneparo

Episodi visti: 109/109 --- Voto 6
Difficilissimo per me dare un giudizio con gli occhi di oggi all'anime di "Hokuto no Ken".
Quando arrivò in Italia (credo a fine anni '80), veniva mandato in programmazione insieme ad altri prodotti di una decina di anni prima: passare da Fantaman a Ken era un bel salto, dal punto di vista grafico, narrativo e di impatto. Il paragone tra Ken e i prodotti mandati in onda in concorrenza era davvero impietoso. Ken aveva delle immagini di una violenza inaudita, e tutto quello splatter, insieme alla filosofia di base delle arti marziali, dava un gran fascino al cartone. Comprai anche tutte le uscite della Granata Press del manga; ai tempi facevo le medie, quindi sarà tra il '91 e il '94.
Tuttavia, provando a dare un giudizio al netto della nostalgia di quegli anni devo dire che HnK è un anime che è invecchiato malissimo: ad una prima parte, in cui l'unico motivo di interesse sono i colpi segreti e le catchphrase di Ken, segue quella più interessante. Peccato che dopo lo scontro tra Toki e Raul, la continuity vada a farsi benedire e l'anime soffra del riciclo di personaggi e situazioni, con colpi di scena senza senso. E' forse anche l'ecatombe che caratterizza i comprimari a rendere la seconda parte della serie un po' noiosa anche agli gli occhi di un ragazzino.

La caratterizzazione dei personaggi è approssimativa: Ken ha la stessa espressività di uno scaldabagno e con il passare del tempo anche le motivazioni che muovono le sue azioni perdono senso; il rifiuto del suo ruolo di salvatore è spesso richiamato, ma l'autore si tiene bene alla larga dall'approfondirne il motivo, preferendo battere i territori sicuri dell'azione e delle mazzate a tutto spiano; una scelta narrativa ben chiara che, dopo l'iniziale orgia di violenza con conseguente adrenalina, tende a stancare e rende l'opera prolissa, pesante come se si dovesse digerire un mattone. Forse i personaggi meglio delineati sono quelli emotivamente più fragili, e rimane impressa la storia di Rei e Juda, entrambi caratterizzati da un amore incompiuto a causa del destino, con la sorprendente dichiarazione di amore omosessuale in punto di morte da parte del secondo nei confronti del primo. L'espediente della redenzione in punto di morte, che quasi mi fa venire in mente il Manzoni, è usato in maniera reiterata per tutti i cattivi principali e in tutta franchezza è forse uno degli aspetti più irritanti della serie.

I disegni ricalcano grosso modo quelli del manga, ma, per motivi di produzione, sono scevri dei tanti dettagli che caratterizzano le tavole del manga di Testuo Hara. Miglioreranno col prosieguo della serie, di pari passo con il miglioramento riscontrabile nel manga. Le animazioni sono realizzate un po' al risparmio e non sono proprio curatissime. La colonna sonora è più che buona, anche se tre-quattro temi portanti sono ben pochi per una serie così lunga.
In sostanza, ciò che rimane di questo anime, a trent'anni della sua realizzazione, sono le immagini delle sonore mazzate che si scambiano i personaggi. La spettacolarità dei combattimenti purtroppo non riesce a coprire i difetti della narrazione, per una storia che, vista la lunghezza della trama e la scarsa caratterizzazione dei personaggi, risulta alla lunga noiosa e ripetitiva.


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Ioria di Leo

Episodi visti: 109/109 --- Voto 10
Premetto che non mi dilungherò troppo sulla storia poichè in rete se ne trovano a bizzeffe di trame e riassunti anche scritti in modo molto dettagliato... In poche parole la serie ci catapulta verso la fine del XX secoli quando il mondo è ormai in rovina a causa delle innumerevoli guerre nucleari. Il paesaggio ci si presenta ormai deserto e i sopravvissuti non fanno altro che combattere per un po' d'acqua e cibo. Il mondo è in balia della violenza ed è dominato dalla legge del più forte. Tuttavia, un giovane di nome Kenshiro, legittimo successore della divina scuola di Hokuto, arte marziale per eccellenza, combatterà valorosamente numerosi duelli e supererà altrettanti tragici eventi che gli capiteranno nel corso del suo viaggio per diventare il salvatore di quell'epoca e per riportare finalmente la pace.
Detto questo.. bhè.. che altro dire? Secondo me è uno dei migliori anime che sono mai stati realizzati sia per i valori che insegna sia per la trama articolata e nostalgica. Kenshiro è un personaggio che a prima vista può apparire freddo e che si comporta come un gradasso ma ben presto ci si rende conto che è un uomo con un carattere a dir poco definito: combatte per liberare chi è sottomesso dagli oppressori lottando con onore fino allo strenuo delle sue forze, combatte per riaffermare i valori di un tempo, combatte soprattutto però per amore di Julia (sua amata) e per il forte legame che ha verso i suoi amici, molti dei quali per lui e per la salvezza del mondo offriranno la propria vita. E' proprio questo loro senso di devozione, determinazione e costanza che porteranno Ken a vincere contro i suoi nemici più crudeli.
Anime veramente mitico e leggendario! Consigliatissimo!


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LOCKE92

Episodi visti: 109/109 --- Voto 9
Farò una recensione legata quasi esclusivamente alle conclusioni, dato che nelle recensioni prima della mia è già stato praticamente detto tutto.

"Ken il Guerriero" è un anime fantastico, il più forte e profondo che abbia mai visto. Da ragazzini è quasi impossibile non innamorarsi di "Dragon Ball Z", tutti sogniamo di volare o di distruggere mezza Terra con un colpo, ma in contemporanea siamo cresciuti anche con Ken, e, se da una parte "Dragon Ball" era la parte di puro intrattenimento, "Ken il Guerriero" era invece la controparte che più ha scavato nel profondo all'epoca.

I difetti peggiori di questo anime sono la ripetitività delle scene filler, il riciclaggio di scene già usate e i continui errori grafici, soprattutto nella realizzazione di personaggi "imponenti" (primo fra tutti Fudo, che a volte sembra alto dieci metri e altre solo una volta e mezza Ken). Per la versione italiana un difetto è anche il doppiaggio: se da un lato infatti le voci sono ottime e congiunte ad alcune parti lasciate in giapponese (come i versi d'attacco), dall'altro lo studio di doppiatori deve essere stato davvero piccolo, perché capitava spesso di sentire gli stessi doppiatori anche per quattro/cinque personaggi diversi. Nell'ultima parte addirittura i personaggi non principali (ma importanti come Juuza) cambiano voce addirittura in due episodi attaccati.

Il punto più forte sono sicuramente la drammaticità (che colpisce realmente al cuore) e la massima vena epica di alcune scene. Gli scontri in sé non sono capolavori (non c'è l'intensità di "Dragon Ball" ad esempio), ma sono resi tali soprattutto dalle musiche e dalla drammaticità.
Le musiche sono eccezionali, si passa da musiche epiche (quando parte la musica nella scena in cui Raul si ribella al tentativo di Juuza di rompergli il braccio è l'apoteosi) a musiche veramente struggenti.

Darei 10 a questo anime, ma errori grafici a parte ha un difetto. La drammaticità estrema che è il suo punto di forza è un'arma a doppio taglio. Se da un lato ti entra profondamente nel cuore, dall'altro non c'è mai un momento in cui te lo rasserena. Non c'è praticamente mai una scena di sollievo o momenti di allegria in grado di risollevare l'umore. E' tutta una tirata di momenti che, seppure straordinari, ti segnano.

<b>Attenzione la seguente parte contiene spoiler</b>

Muoiono tutti, anche nella seconda serie. Lasciando praticamente il povero Ken da solo sulla Terra. Il finale di Kaioh nella seconda serie è struggente. Inoltre la decisione di rendere "umani" anche personaggi come Sauzer contribuisce a "piangere" anche i personaggi più spietati.

Per questo non riesco a dargli 10, ma resta un capolavoro assoluto.

GB1971

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GB1971

Episodi visti: 0/109 --- Voto 10
La saga di Kenshiro é stata vista da tantissimi ragazzi tra gli anni '80 e gli anni '90. La storia è conosciuta, e non starò a ripetere quanto già scritto in altre recensioni.
Che dire allora di questo anime? A mio giudizio è uno dei più coinvolgenti di sempre: l'ambientazione, il carattere del protagonista che si evolve durante la serie, i disegni stessi ne fanno un capolavoro. I personaggi secondari sono tutti unici, con il proprio carattere e le proprie peculiarità. La storia stessa ti prende particolarmente, e non si può fare a meno di immedesimarsi nei vari personaggi. È vero, in alcune occasioni la storia presenta delle incongruenze, come sottolineato da molti recensori, tuttavia il mio giudizio si basa sul coinvolgimento, sul carattere e sul destino dei personaggi e sulle epiche battaglie che Ken deve affrontare e, in base a questi parametri, la saga di Hokuto è un capolavoro.


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Nyx

Episodi visti: 109/109 --- Voto 10
"Hokuto no Ken", alias "Ken il Guerriero", rappresenta per il sottoscritto (così come per moltissimi altri appassionati) un vero e proprio pilastro dell'animazione giapponese, quello che, nel suo genere, potrebbe senza ombra di dubbio esser definito un capolavoro con la C maiuscola.
E' triste pensare che le generazioni attuali potrebbero lasciarsi disincentivare da una grafica ovviamente datata (ma ottima per quei tempi), ma questo è un rischio insito in ogni opera del passato. Non bisogna per forza essere dei nostalgici per rendersi conto di quanto più facile fosse trovare tra le opere del passato qualcosa degno di essere definito "capolavoro", serve unicamente una certa cultura di base nel campo dell'animazione (che non può quindi limitarsi alle opere più recenti) e serve munirsi di un po' di obiettività lasciando da parte pregiudizi e incomprensioni di partenza.

Fatta questa doverosa premessa, cos'ha di tanto speciale questa indimenticabile serie? La risposta è: tutto! Tutto ciò che è essenziale per creare qualcosa di indimenticabile in Kenshiro è presente! E' l'opera che non ti aspetti! Chi si accinge a guardare quest'anime superficialmente potrebbe facilmente etichettarlo come una semplice opera di combattimento tutta azione e violenza... e sarebbe un errore madornale! In "Hokuto no Ken" nulla viene lasciato al caso, si tratta di 109 episodi per la prima serie alla quale si vanno ad aggiungere altri 43 episodi nella seconda.
In "Hokuto no Ken" prendono consistenza emozioni fortissime grazie a uno sviluppo della trama a dir poco avvincente, capace di farci capire il vero spirito dell'amicizia, dell'amore e della fedeltà messe a contrasto con la violenza, la follia e la malvagità dell'uomo. Innumerevoli sono le fasi che ci porteranno a commuoverci come non abbiamo mai fatto prima; le storie, non solo del protagonista ma anche di moltissimi comprimari, sono curatissime e di una profondità unica.

Quando qualcuno ci pone la fatidica domanda: "Qual è il tuo anime preferito?", solitamente è difficile dare una risposta certa, ma, nel mio caso, la risposta sarebbe senz'altro "Ken il Guerriero"! Le due saghe di "Ken il Guerriero" sono qualcosa di assolutamente imperdibile narrativamente parlando. Detto questo consiglierei l'opera praticamente a chiunque, poiché, torno a ripetere, dietro a una facciata superficiale che potrebbe portarci a pensare di aver di fronte qualcosa fondato unicamente sulla violenza, verremmo invece letteralmente spiazzati da una trama non solo avvincente, ma basata su principi quali l'orgoglio, l'amicizia, l'amore, l'importanza della vita e i sacrifici spesso necessari per affrontarla. Ovviamente, in questo caso non stiamo parlando di situazioni di vita quotidiana. "Hokuto no Ken" nasce con l'intento di rappresentare un mondo allo sbando, devastato dalle guerre nucleari, dove i mari e gli oceani sono quasi completamente scomparsi, dove vige la legge del più forte e dove la gente comune viene spesso presa di mira dalle angherie dei cosiddetti "cattivi". Ma non è neanche tanto giusto generalizzare in questo modo, dato che qualcuno di essi sembrerà essere un semplice criminale spinto da una "sana" dose di follia, mentre molti altri vengono identificati quali veri e propri conquistatori alla strenua ricerca della fondazione del proprio impero... spietati quanto basta, ma con uno scopo ben preciso che non si limita alla distruzione di tutto e tutti.

Dopo moltissimi anni di esperienza e dopo aver visto innumerevoli serie, questa conserverà per sempre un posto speciale nel mio cuore, se non altro perché fu la prima opera a riuscire a farmi commuovere tanto da piangere. A tutt'ora solo un altro titolo è riuscito a fare altrettanto. E' evidente che io non sia di lacrima facile, ma, di fronte a tanto sentimentalismo, anche il cuore più duro comincerebbe a sciogliersi e, seppur potrebbe sembrare impossibile, chi ha avuto il piacere di seguire "Ken il Guerriero" dall'inizio sino alla fine non potrà fare altro che concordare su quanto appena scritto: di scene toccanti ve ne sono veramente tantissime.


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kaio1982

Episodi visti: 109/109 --- Voto 10
Secondo me, semplicemente il miglior anime di sempre e qui ne descrivo tutte le caratteristiche che lo rendono tale.
La storia: alla fine del XX secolo una guerra nucleare azzera completamente la civiltà ed i sopravvissuti si dividono in poveri ed onesti contadini, rinchiusi in villaggi post atomici e assassini di ogni tipo, l'anarchia regna sovrana e vige la legge del più forte. L'anime inizia nel deserto con Ken, successore della sacra scuola di Hokuto, esausto, che vuole vendicarsi di Shin, (Uno dei sei sacri allievi di Nanto) che gli ha Portato via Jiulia, la sua ragazza, lasciandolo morente nel deserto. Da lì inizia una lotta contro i suoi scagnozzi che solo dopo numerose battaglie lo porterà davanti a Shin. Dopo l'incontro con Shin, Ken perde Julia nuovamente, e capisce chiaramente che quello è solo l'inizio, una parte infinitesimale del destino che attenderà il successore della sacra scuola di Hokuto. Risulta davvero superficiale ridurre tutto alla trama nuda e cruda, perché qua la narrazione va ben oltre. Il difetto che più ho letto su quest'anime riguarda gli episodi filler, che invece mai come qui risultano indispensabili. Ogni episodio infatti altro non è che la trama stessa! Nel senso in cui Ken, nel suo girovagare assieme a Bart e Lynn (due ragazzini che si affezioneranno fin da subito a Ken), affronta semplici teppisti ed assassini che lui puntualmente massacra con la sua tecnica, ma è proprio questo il suo vero destino! Difendere con la forza le persone oneste, che altrimenti sarebbero uccise senza pietà; diventando sempre di più il salvatore del mondo. Quindi ogni singolo episodio rappresenta lo svolgimento della trama stessa che procede con l'incontro di numerosi amici (Rei, Mamia, Shu, Fudo e soprattutto suo "fratello" Toki), ma anche di temibili e durissimi avversari (il diabolico Souther, ma soprattutto l'invincibile Raoul, autoproclamatosi "Re di Hokuto") e narra le gesta di Kenshiro, il salvatore del mondo.
La grafica: anche qui in molti hanno criticato i disegni e le animazioni ma invece, come mostrano chiaramente le immagini di questa scheda, il character design, i colori e la profondità di visi, corpi e riflessi, dicono che questo è un anime molto dettagliato, altro che... Tuttavia è doveroso precisare che la serie è stata in costante elaborazione grafica per tutti i 109 episodi. Questo significa che col procedere della serie si passa gradualmente attraverso vari chara design e periodici, ma netti, aumenti della qualità. Se infatti i primi 22 episodi mostrano visi, animazioni e dettagli piuttosto grezzi, dal episodio 23 si nota un primo cambio di chara con netto aumento di riflessi e colori e un leggero miglioramento delle animazioni. Dall'episodio 30 al 43 vi è un nuovo aggiornamento di profondità nelle luci, nei colori e nelle animazioni. Dal 44 al 56 altro aggiornamento grafico. Dall'episodio 58 c'è invece un nuovo chara, con animazioni finalmente migliorate e un progressivo aumento di dettaglio, ma è dall'episodio 83 che finalmente si assiste ad un restyling totale, con qualunque dettaglio nettamente aumentato, basta confrontare il viso di Raoul alla prima apparizione con quello molto più definito di quest'ultima parte, per notarlo.
Musiche: fenomenali, indimenticabili, perfette e di livello tecnico elevatissimo, con canzoni splendide e un uso del midi praticamente maniacale, che rendono le varie situazioni con un enfasi enorme. Anche il sonoro è particolare, magari un po' finto ed esagerato, ma davvero riuscitissimo e, al contrario di quanto pensano in molti, il doppiaggio era superlativo e divertentissimo, anche se avrebbe avuto bisogno di molti più doppiatori ovviamente.
Tecniche e combattimento: Hokuto, Nanto e tante altre scuole di combattimento rendono quest'opera davvero irraggiungibile per il suo genere, grazie ad un'infinità di tecniche di lotta sanguinarie, si assiste ad una violenza mai raggiunta e superata in quest'anime, decisamente non adatto a chi si scuote facilmente per la freddezza con cui viene manifestata.
Ho visto (e continuo a rivedere) quest'anime circa 40 volte per intero fin da piccolo, senza riuscire mai a separarmene o a stufarmi.
Capolavoro eterno!


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Davi 90

Episodi visti: 20/109 --- Voto 3
"Ken il Guerriero" è un titolo leggendario, famosissimo e molto amato in Italia e io, tengo a precisarlo, non voglio assolutamente togliergli alcun merito né mancargli di rispetto, poiché volenti o nolenti ha segnato la storia dell'animazione, ma tra il riconoscere i meriti e il dire che questa serie sia un capolavoro c'è una bella differenza, secondo me almeno.
Chiusa questa breve, ma sentita (e dovuta) premessa, dico subito che questa prima serie anime non mi ha per nulla colpito, anzi sono rimasto di stucco a pensare che venga così tanto elogiata quando, alla fin fine, non mi ha mostrato nulla di eccezionale - almeno fino al punto in cui l'ho seguita. Purtroppo questa serie non mi ha dato nulla a tal punto che ho deciso di stroncarla, cosa per nulla positiva, anzi.

Gli episodi che ho seguito si presentano monotoni e con uno schema praticamente identico, con Ken che deve sempre fare il padre eterno decidendo il destino di ogni malvivente, senza dargli seconde possibilità. Nessun episodio, tra quelli che ho visionato, mi ha davvero colpito o coinvolto all'interno della vicenda appassionandomi. Al contrario (più di una volta) ho provato noia e nervoso, specialmente quando Lynn gridava (sempre!) acutamente il nome di Ken.
La trama in sé invece non posso valutarla con così poco materiale visionato, e non sarebbe neanche giusto e onesto da parte mia, però devo dire che la prima saga di quest'anime è stata davvero resa male, specialmente se si conta che nel manga ci è voluto solo un volume per far confrontare Ken e Shin, mentre qui ci son voluti oltre 22 episodi... Beh, si commenta da sé.

Il livello tecnico è quello che è: immagini riciclate, animazioni povere ed effetti poco utilizzati, ma si parla di un titolo del 1984, una data che alcuni sembrano dimenticare pretendendo grafica e animazioni di nuova generazione, ma è anche vero che l'occhio vuole la sua parte, come si suol dire, e quindi un lato tecnico reso vittima dal tempo (ma comunque non al top neanche per quegli anni) contribuisce sicuramente ad annoiare lo spettatore che ben poco vede di incredibile nei contenuti degli episodi.
Il doppiaggio italiano, infine, è osceno, davvero penoso sotto ogni punto di vista e la cosa che più ti sorprende è la mancanza di interpretazione dei vari doppiatori. In pratica è il peggior doppiaggio che io abbia mai udito in un anime, non esagero.

In conclusione, "Ken il Guerriero" è sicuramente un manga di ben più alto spessore (almeno lo spero!), ma questa (prima) serie animata è banale e per nulla interessante, almeno fino al punto che io ho visionato. Inizio a temere che molte delle belle parole lette e sentite in giro siano date più dalla personale nostalgia (o dai pochi ricordi che si hanno su di essa) che dall'effettiva qualità dell'anime.
Bocciato e stroncato senza riserve, poiché non ce la faccio più a seguirlo e ho già resistito troppo, onestamente.
Molto meglio leggersi il manga.
Voto 3: sarebbe 2, ma riconoscendogli il successo avuto alzo il voto finale di un punto.

Kotaro

Episodi visti: 109/109 --- Voto 9
Premessa: la recensione si riferisce alla versione giapponese della serie, quindi non farò menzione degli adattamenti e del doppiaggio di quella italiana.

199X: una cifra misteriosa, un fantomatico universo futuristico degli anni '90 che incarna allo stesso tempo il passato, il presente e il futuro degli spettatori che, negli ormai tristemente lontani anni '80, si appassionarono alla visione di Hokuto no Ken, mastodontica serie animata tratta dalla prima parte dell'omonimo manga di Buronson e Tetsuo Hara.
199X: questa sigla è la metafora di un viaggio in un mondo in cui, no, probabilmente nessuno di noi vorrebbe vivere, ma che al contempo è stato capace di accendere le fantasie e i sogni di intere generazioni. Essa evoca un universo che tanto significò per i Giapponesi dell'epoca e che ancora oggi tanto può dare a chi, come me, si è avvicinato a questa saga soltanto di recente.
L'ipotetico mondo futuro di "Hokuto no Ken", se visto oggi, appare senza ombra di dubbio come un universo che raccoglie in sé stereotipi ed elementi di ormai circa trent'anni fa.
Guardare "Hokuto no Ken" oggi, dunque, significa per forza di cose prepararsi a fare un bellissimo viaggio indietro nel tempo, a quegli splendidi anni '80 in cui la serie vide la luce.
E' così per chi all'epoca non c'era, che dovrà mettersi nell'ordine di idee che per i 109 episodi che si appresta a vedere dovrà calarsi in un tempo che non è il suo, con tutti i vantaggi e i limiti del caso. Ed è così per chi, come me, a quei tempi era bambino ma c'era, che con "Hokuto no Ken" si troverà perfettamente a suo agio, ritrovando un'estetica, dei volti, degli elementi a lui perfettamente familiari.

Il nostro viaggio è il viaggio di Kenshiro, unico (in teoria) successore della scuola di arti marziali di Hokuto, che si incammina in un universo post apocalittico, decadente, dove vige la legge del più forte, le risorse sono poche e gli esseri umani sono continuamente in lotta per prevalere l'uno sull'altro con estrema violenza, alla ricerca di un ordine, di qualcuno che possa dominare questo mondo in disfacimento o anche solo di un po' di felicità.
In questo mondo terribile, dove tutti sono poverissimi, dove si vaga fra deserti e città diroccate alla ricerca della poca acqua e del poco cibo rimasti, dove chi è buono e onesto viene continuamente vessato dalle innumerevoli bande di giganteschi teppisti vestiti da punk che seminano soprusi, morte e distruzione ovunque vadano o dai loro capi dalle assurde fobie e manie, si muove il nostro eroe, che raddrizza torti a suon di violentissimi colpi di arti marziali e vaga alla ricerca di un amore perduto e di una felicità che sembra essergli preclusa da un infausto destino.

Partito per salvare Julia, la bellissima fidanzata sottrattagli dall'amico Shin, appartenente alla rivale scuola di arti marziali di Nanto, Kenshiro non riuscirà mai a porre fine al suo viaggio. La costellazione dell'Orsa Maggiore che lo guida lo rende predestinato a una vita di sofferenze, battaglie, di civili da salvare, di cattivoni da far esplodere, di peregrinazioni, incontri e addii.
Man mano che la serie avanza, la vicenda del nostro eroe errante si farà sempre più complessa, articolata e avvincente. Se in un primo momento la trama è piuttosto labile e incentrata unicamente sulla lotta fra Kenshiro e l'esercito di Shin, verrà poi approfondita giungendo alla creazione di una trama di fondo affascinante e degna, che ci parlerà di lotte cruente ed estreme, ma anche d'amore, di destino, di legami familiari, di tristezza, d'amicizia, di sacrificio, di grandezza.
Non ci vuole molto, perché "Hokuto no Ken" esploda, e non è difficile capire il perché in patria riscosse un successo talmente grande da venir ricordato e celebrato ancora oggi con nuove produzioni dedicate. E' una storia che si presta a numerose chiavi di lettura e che nasconde molto, dietro la sua estetica da picchiaduro a scorrimento ante litteram, dove il protagonista deve combattere perennemente e superare i vari quadri/saghe sconfiggendo un potente boss finale, dopo aver fatto fuori diversi gregari di minor forza e importanza. Quest'elemento è presente, è quello che maggiormente spicca a un livello superficiale ed è un elemento che certamente è stato apprezzato e ha confluito proprio nella futura industria dei succitati picchiaduro a scorrimento, che di lì a poco sarebbero nati e avrebbero avuto molte caratteristiche, grafiche e strutturali, in comune con "Hokuto no Ken"; ma c'è dell'altro.

Il fantomatico futuro dell'anno 199X è un universo che non poteva che nascere nel Giappone degli anni '80, di cui è una chiara riproposizione, per quanto estremizzata ai massimi livelli. Chi c'era negli anni '80 non potrà non riconoscervi immediatamente volti di personaggi famosi del cinema, dello sport e della cultura popolare occidentale (americana soprattutto) dell'epoca, dall'estetica fracassona dei film d'azione allo stravagante abbigliamento dei wrestlers o dei cantanti del periodo, fino ai fisici scolpiti di questi eroi, buoni o cattivi che siano, che tanto ricordano i pupazzi, i giocattoli e i personaggi delle serie animate occidentali di quel periodo. Un universo che, in un particolare gioco di ispirazioni e rimandi, ispiratosi alla pop culture occidentale, tanto successo otterrà in Giappone al punto da ispirare a sua volta tante altre produzioni a fumetti, animate o digitali di storica importanza.

E' impossibile non sentirsi a casa con "Hokuto no Ken", per chi ha vissuto i suoi anni; tanti sono i rimandi, gli elementi familiari. L'anime è la miglior rappresentazione di un mondo che ha sempre fatto parte di noi, anche se magari lo avevamo dimenticato. Ci sentiamo a casa noi, e si saranno sentiti a casa i Giapponesi. L' "occidentaleggiante" universo di fantasia di "Hokuto no Ken" metteva, infatti, in scena tutte le pulsioni giovanilistiche dei ragazzi dell'epoca, desiderosi di avvicinarsi al nuovo, all'Occidente, a discapito dei tradizionalisti adulti di un'altra generazione. Tuttavia, il mondo dell'anno 199X non è poi così tanto di fantasia, e fra mille elementi e rimandi occidentali c'è anche molto del Giappone degli anni '80, a cominciare dalla paura e l'inquietudine del dopo-bomba, ancora rimasto impresso vivamente nelle memorie del popolo giapponese e riflesso in questa serie di cui è uno degli elementi portanti.
Come il Giappone degli anni '80, anche il mondo in cui si muove Kenshiro è diviso fra Oriente e Occidente. Ci sono i numerosi teppisti che, in un mondo privo di istituzioni, vagano vestiti da punk in motocicletta, compiendo razzie in maniera molto libertina, e ci sono i maestri di arti marziali, depositari di antiche tecniche e di profonde filosofie tutte orientali.

La geniale intuizione degli autori sta nell'aver creato un mondo che affascinasse i giovani con un'estetica "occidentaleggiante" come le produzioni cinematografiche e popolari di grido del periodo, ma che al contempo ricordasse loro il loro essere giapponesi, le loro secolari tradizioni, il rispetto per la famiglia, lo spirito di sacrificio, le arti marziali, le filosofie orientali.
Kenshiro è dunque un eroe moderno, che, simbolo del Giappone dei suoi tempi e della sua particolare spaccatura culturale, veste con un giaccone di pelle all'ultima moda ma conosce alla perfezione punti di pressione e tecniche di arti marziali che ha studiato con sacrificio nel più classico e orientale dei doujo e con il più inflessibile e saggio dei vecchi maestri/padri adottivi.
Questo è "Hokuto no Ken", una serie che, riflettendo il Giappone dei suoi tempi, mette in scena combattimenti fra personaggi massicci con le creste, con il facepaint, con le borchie, colorati, pacchiani, che sembrano usciti da un ring della World Wrestling Federation, ma che riesce a coniugare tutto questo con una filosofia tipicamente orientale, che affiora maggiormente man mano che la serie va avanti e risalta sempre più, contribuendo a rendere "Hokuto no Ken" la grande serie che è, diversa da tutte le altre e decisamente più profonda del semplice picchiaduro a scorrimento che è in apparenza.

Kenshiro è un eroe ombroso, tormentato, che nasconde dietro ai suoi occhi una malcelata tristezza ma che al contempo non si arrende mai. Ama, soffre, è costretto dal destino a vedere morire molti suoi amici e parenti, a combattere contro persone che ama come fratelli, a vedere e sopportare le più terribili atrocità, ma mai perde la fiducia nei suoi princìpi, in quella giustizia e in quell'amore che continua ad apprendere tramite le sofferenze e che si batte per portare nel mondo. Kenshiro è un eroe incrollabile, con la tempra tipica dei personaggi giapponesi degli anni '80, che mai si arrendono e sono sempre, perennemente, portatori di buoni valori e vincenti, poiché credono in essi. Non è un eroe integerrimo e sempre buono, poiché fa saltare teste di continuo invece di donare una seconda possibilità ai nemici, come invece faranno tanti personaggi futuri dal carattere più mite, ma è uno di quegli eroi che riescono a stimolare la fantasia e i sogni di chi a loro si affida. Sarà impossibile non esaltarsi di fronte ai suoi combattimenti, che guarderemo con gli stessi occhi brillanti di quando, da bambini, si guardavano in tv gli incontri di wrestling e si faceva il tifo per questo o quell'eroe del ring.

Va detto che, contrariamente a quanto generalmente si pensa nel nostro paese, non è la violenza il cardine di "Hokuto no Ken". E' vero, è innegabile che sia una serie molto violenta, piena di scene forti e di personaggi malvagi, ma non v'è mai un'esaltazione in positivo della violenza, che anzi funge soltanto da mezzo per esprimere i veri messaggi della serie.
I molti personaggi che costellano la serie sono tutti perfettamente riconoscibili, spesso talmente iconici da ispirarne di successivi o comunque da essere provvisti da elementi che li rendano ricordabili nel tempo. Non solo il protagonista Kenshiro, sono moltissimi gli eroi che affollano questa storia, eroi sempre disposti al sacrificio in nome di un triste destino già segnato dalle stelle, eroi che lottano a rischio della vita, che cercano invano un po' d'amore e di felicità in un mondo caotico, scegliendo vie a volte giuste e a volte sbagliate per ottenerli. Eroi ammantati da tanta malinconia, che spesso crescono, imparando dalle sofferenze altrui e diventando persone migliori, che fanno delle scelte drammatiche sacrificandosi per un bene più grande, che non si fermano davanti a nulla, nemmeno se sono le persone che amano o la loro stessa famiglia a chiederglielo, che provano sentimenti profondissimi e non ne sono a conoscenza, finendo così per mascherarli sotto un velo di apparente malvagità. Quelli di "Hokuto no Ken" sono eroi grandi, grandissimi, dal corpo possente e dal cuore sensibile, che lottano, soffrono,vivono e muoiono cercando di capire quale sia il destino tracciato per loro dalle stelle.

Non solo Kenshiro, di personaggi grandissimi e ammirevoli ce ne sono molti, in "Hokuto no Ken".
Impossibile dimenticare il grandissimo Rei, guerriero votato alla giustizia che combatte a costo della vita per difendere un amore in cui troppo tardi ha cominciato a credere. O lo straordinario Fudo, omone sanguinario e gigantesco come una montagna, che impara a credere nella vita piuttosto che nella morte, impegnandosi a combattere con un cuore buono per le generazioni future che verranno. O ancora la bellissima Julia, donna di incomparabili fascino e gentilezza, contesa da molti ma costretta al sacrificio in nome di un destino più grande di lei. Lo sfortunato Toki, che sceglie la via dell'amore piuttosto che quella della lotta, a costo di indicibili sacrifici. La dolcissima Lynn, luce di speranza fragile all'apparenza ma dotata di grande determinazione che, lei sola, crede in un amore incondizionato in un mondo di omaccioni buzzurri e violenti. Shu, uomo di incredibile gentilezza, sempre votato al sacrificio, anche estremo, per il bene degli altri.
Su tutti, però, a troneggiare è Raoh, personaggio introdotto in sordina dopo una trentina di episodi, ma che assume via via sempre maggiore importanza, fino a ergersi come avversario ultimo dell'eroe. Egli è un personaggio dalla gigantesca levatura morale, che si presenta come uno dei migliori cattivi mai visti in una serie animata giapponese: imponente, invincibile, ricco d'ambizione e d'onore, alla ricerca dell'estrema forza e di una felicità che nemmeno a lui è concessa. Raoh trascende la definizione di semplice cattivo, dato il suo profondo legame con l'eroe e l'estremo onore con cui affronta la vita e gli scontri con i suoi avversari. Rimane affascinante fino alla fine e la sua grande caratura lascia un segno indelebile negli altri personaggi della vicenda e persino negli spettatori - si ricordi che il pubblico giapponese realizzò un vero e proprio funerale per il personaggio e che ancora oggi molte delle nuove produzioni legate a "Hokuto no Ken" lo vedono come protagonista.

Sono personaggi drammatici, profondi, eroi d'altri tempi che oggi non sarebbe mai possibile concepire e che magari oggi risultano esagerati, fuori dal tempo, incomprensibili. Tuttavia, gli eroi buoni e cattivi di "Hokuto no Ken" sono impregnati fino al midollo di una filosofia orientale fatta di rivali da rispettare, di combattimenti da svolgere con onore, di amicizie sofferte, di volontà incrollabile, di spirito di sacrificio, che magari può sembrare strana per noi Occidentali, ma è il riflesso dei valori tradizionali di una società che all'epoca andava cambiando, e quale miglior modo se non un anime dall'estetica "occidentaleggiante", per ricordare alle nuove generazioni i valori fondanti del vero uomo giapponese?

In versione animata, "Hokuto no Ken" presenta svariate differenze rispetto al manga. Diversi eventi, sia nel corso degli episodi stessi sia a livello di avversari affrontati, vengono ogni tanto spostati, anticipati o posticipati. Emblematico è il caso di Shin, primo avversario affrontato da Kenshiro nel corso dello stesso primo volume. Nella versione animata il loro scontro avviene dopo più di venti episodi, donando maggior spessore al biondo rivale di quanto non ne avesse su carta.
Moltissimi sono gli episodi riempitivi, soprattutto all'inizio. Non c'è episodio dove Kenshiro non combatta contro uno o più teppisti minori facendo sfoggio delle sue tecniche. Se la storia non prevede questo, perché in quel momento la narrazione si concentra su altri personaggi, l'anime trova sempre il modo di spostare il focus su Kenshiro e dargli degli avversari, spesso e volentieri inventati o approfonditi da apparizioni di poche vignette del manga, da affrontare. Questi numerosi riempitivi, sebbene in determinati punti della storia siano superflui, contribuiscono a rendere grande la mitologia del nostro anno 199X, del nostro incubo post nucleare in salsa anni '80, che trabocca di teppisti tanto pacchiani e cattivi quanto facili all'esplosione.

Altre volte si approfondiscono personaggi che nel manga di riferimento erano più sfuggenti o, purtroppo, si modificano alcuni di loro facendogli perdere qualcosina a livello di caratterizzazione.
Molti sono i siparietti riempitivi atti a stemperare la violenza e la pesantezza di molti episodi. Generalmente, il compito è affidato ai piccoli Bart e Lynn, i compagni di viaggio di Kenshiro, qui presenti in quasi ogni episodio e comprensivi di un tenero cagnolino assente nel fumetto. Ma all'occorrenza altri personaggi, come Fudo o gli stessi cattivi, si rendono protagonisti di siparietti un po' più allegri rispetto alla tristezza imperante della serie. Da segnalare anche un ammorbidimento degli eventi rispetto al manga in qualche scena, dato che su carta si è più liberi di mostrare certe cose piuttosto che in tv, ma la crudezza del mondo dell' "Hokuto no Ken" cartaceo è stata restituita anche in questa versione un pochino più morbida.

La serie animata, che copre soltanto circa quindici sui ventisette volumi che compongono il manga (gran parte di quelli successivi sarà animata nel seguente "Hokuto no Ken 2"), è divisa in quattro parti di una ventina circa di episodi ciascuna: "Il capitolo di Southern Cross", "Il capitolo dei grandi rivali del vento e delle nuvole", "Il capitolo dell'egemonia dei tempi turbolenti" e "L'ultimo capitolo". La suddivisione in capitoli, con tanto di epica voce narrante che ne annuncia l'inizio e la fine, il cambio delle sigle o delle introduzioni che le accompagnano, dona maggiore epicità a una vicenda che già di suo ha il sapore della grande epopea immortale.
A rendere ancora più maestosa l'epopea di Kenshiro è anche il meccanismo dell'episodio riassuntivo, pesantemente presente soprattutto in concomitanza con la fine delle varie saghe o con la dipartita di personaggi particolarmente importanti, cui vengono dedicati episodi riassuntivi che narrano le loro vite e morti con grande pathos. Va detto che non sempre questo meccanismo funziona e che in un paio di casi questi riassunti risultano superflui (è il caso dello stesso ultimo episodio), ma per la maggior parte riescono nel loro intento di creare epicità e colpiscono lo spettatore anche se visti distrattamente.

Il livello tecnico dell'anime, all'inizio, è medio-basso, con disegni piuttosto scarsi e molte animazioni riciclate. Tuttavia, man mano che aumenta l'epicità delle vicende e si entra nel vivo della storia, anche la grafica migliora esponenzialmente.
L'anime non raggiunge gli eccelsi livelli del manga, sarebbe impossibile riprodurre perfettamente il livello di dettaglio dei disegni di Tetsuo Hara in una serie animata, dato che si tratta di due medium diversi, ma offre soluzioni grafiche e registiche molto particolari di buon livello, migliorando anche lo stile dei disegni, che seguono l'evoluzione stilistica del manga riuscendo a darne una buona resa animata, grazie all'energico character design di Masami Suda e ai virtuosismi registici del compianto Toyoo Ashida. Diversi escamotage utilizzati per coprire le scene più violente hanno un loro stile e fascino particolare, come le esplosioni dei cattivi quasi mai mostrate per davvero, ma realizzate con ombre su sfondo rosso, o il sangue spesso mostrato sotto forma di liquido biancastro.
Determinati episodi chiave riescono a essere disegnati e animati in maniera eccelsa e a dimostrarsi dei veri e propri gioiellini da vedere.

La colonna sonora, invece, è eccelsa sin da subito. I brani orchestrati realizzati da Nozomi Aoki sono energici, coinvolgenti, spaventosi, tristi, commoventi, delicati, inquietanti, con influenze dai film western a seconda dei casi, e accompagnano perfettamente le scene della serie. Epocali, invece, le sigle. La prima opening "Ai wo torimodose" ("Riavrò l'amore") dei Crystal King è un brano entrato nella memoria collettiva di intere generazioni, che con la sua storia di un vagabondo che viaggia per proteggere l'amore rappresenta alla perfezione l'avventura del nostro errabondo guerriero che viaggia in terre devastate alla ricerca della felicità e della giustizia. Il solco che lascerà nell'immaginario collettivo sarà talmente profondo che i remix, le cover, le rielaborazioni, i camei futuri non si conteranno.
La prima ending "Yuria, eien ni..." ("Julia, per l'eternità...") dello stesso gruppo è, se possibile, canzone ancora più cardine, poiché espressamente dedicata a Julia, il personaggio femminile che è il motore di gran parte degli eventi. E' una grandissima dichiarazione d'amore che viene spesso utilizzata in sottofondo a molte scene clou della trama, dal momento che sono in molti i personaggi che a Julia sono legati e le hanno professato amore, in un modo o nell'altro.
"Silent Survivor" e "Dry your tears" dei Kodomo Band, le sigle relative all'ultima parte dell'anime, invece sono rispettivamente un energico brano in puro stile anni '80 e una ballata lenta e romantica, che fanno la loro figura più in versione strumentale che cantata.
Di tanto in tanto faranno capolino anche dei delicati brani cantati in sottofondo ai combattimenti clou degli episodi.
Impossibile poi, parlando del sonoro di "Hokuto no Ken", non citare i particolarissimi effetti sonori, soprattutto quelli legati ai colpi di Hokuto e Nanto, tanto sgraziati quanto geniali e riconoscibilissimi fra mille.

Il doppiaggio originale è fra gli elementi più iconici e meglio realizzati della serie.
Tantissimi sono i nomi famosi coinvolti nella serie. Praticamente ogni personaggio importante della storia ha la voce di un pezzo da novanta del doppiaggio nipponico, da Kaneto Shiozawa a Hideyuki Hori, da Kenji Utsumi a Daisuke Gouri, da Toshiko Fujita a Banjou Ginga, da Takeshi Aono a Bin Shimada. Alcuni di questi addirittura prestano la loro voce a personaggi minori o comparse, quando non lasciano il testimone a doppiatori magari meno celebri ma dalle voci non meno caratteristiche, come Eiji Kanie, Masayuki Katou, Takeshi Watabe, Shozo Iizuka, Saburo Kamei e molti altri.
Moltissimi sono i personaggi di "Hokuto no Ken" che sono rimasti impressi nell'immaginario collettivo, e questo è anche dovuto alle loro voci, ai particolari "versi" fatti durante i combattimenti. Indimenticabile il Rei del maestro Shiozawa, che tritura i suoi avversari volteggiando con agili balzelli e dandosi al contempo a isterici e iconici urletti; indimenticabile è il possente Uighur del maestro Gouri, un gigante di cinquecento chili di muscoli con una risata inconfondibile, malvagia, irritante e divertente al tempo stesso.

Due, tuttavia, sono i nomi che più di tutti meritano una menzione. Il primo è, inevitabilmente, quello del doppiatore di Kenshiro, Akira Kamiya, nome di spicco nel mondo del doppiaggio giapponese, conosciuto per aver dato la voce ad alcuni fra i più popolari eroi dell'animazione made in Japan. Chi lo conosce, sa che Kamiya è un istrione, magistrale nel doppiare personaggi comici e nel passare da un tono di voce divertente e demenziale a uno più serio - nello stesso periodo di "Hokuto no Ken", donava la voce a Kinnikuman, personaggio iconico quanto il guerriero dell'Orsa Maggiore, ma molto più istrionico nei suoi comportamenti. Fa dunque uno stranissimo effetto sentirlo parlare con il tono calmo, ombroso, più raramente rabbioso del prode Kenshiro, eppure funziona perfettamente e sì, una volta che Kenshiro comincia a combattere, ecco che si riconosce l'Akira Kamiya di sempre. Quegli urletti isterici, quei famosi "Atatatata!" alla Bruce Lee che tanto hanno reso il personaggio popolare nel mondo e nel corso degli anni, sono magistralmente interpretati da un Kamiya finalmente qui a suo completo agio. Sembra quasi di vederlo, lì in sala di doppiaggio, quel gioviale ometto con gli occhiali, che si diverte come un matto a passare da un tono di voce serioso a dei deliranti e parodici urletti da lottatore di arti marziali. E tanto si deve essere divertito a doppiare Kenshiro, il buon Kamiya, che a un certo punto si è anche lanciato in una spassosa reinterpretazione "in salsa Kinnikuman" della drammatica "Ai wo torimodose", tanto divertente da risultare esaltante quanto la versione originale.
Non contento di ciò, il doppiatore spesso e volentieri si dedicherà a cantare insert song che accompagneranno certe scene clou del cartone animato.

Il secondo nome è quello del mitico Shigeru Chiba, qui impiegato in mille e più ruoli secondari e da comparsa, ma soprattutto in qualità di voce narrante. Chiba, una delle storiche colonne del doppiaggio nipponico fortunatamente ancora in attività al giorno d'oggi, offre a "Hokuto no Ken" la sua voce più divertente, quella di un narratore esaltato e spassosissimo, che con grandissima energia rammenta agli spettatori i fatti degli episodi precedenti, li coinvolge nelle anticipazioni di quelli che seguiranno o li introduce e ricorda i grandi personaggi della storia.
Particolarmente iconiche, poi, sono le sue spiegazioni delle varie tecniche di combattimento,
seriose e al contempo sempre ricche di pathos, che faranno scuola. Chiba sarà infatti riutilizzato in un ruolo molto simile a questo anche nei futuri "Virtua Fighter" e "Sakigake! Otoko Juku" (sia in versione animata sia nel film live action), oltre che in spot televisivi e nei futuri progetti legati all'opera di Tetsuo Hara e Buronson.

"Hokuto no Ken" è dunque una di quelle icone d'altri tempi di cui nel corso degli anni si è parlato in mille modi. Da parte mia, non ho potuto fare a meno di ritrovare in questa serie gran parte di ciò che amavo nelle mie giornate di bambino cresciuto a pane, film e cartoni animati americani degli anni '80, wrestling, pupazzetti di eroi muscolosi e picchiaduro da sala giochi. Ora che sono cresciuto, che ho avviato degli studi di orientalistica e che ho letto molti suoi colleghi a fumetti dello stesso periodo e genere, tuttavia, ho potuto comprendere anche il senso più orientale di "Hokuto no Ken", il suo voler mettere in scena il disagio e le contraddizioni di una generazione che guardava all'Occidente e alla modernità senza mai dover dimenticare le tradizioni, i valori e la storia dell'Oriente di cui faceva parte.

Qualche difetto, a onor del vero, ce l'ha anche "Hokuto no Ken", come il suo essere una trasposizione del manga originale non sempre perfetta e a volte un po' lenta e divagante, con una grafica ogni tanto altalenante che abbonda con i ricicli di animazione e con i colori dei capelli di Julia che cambiano ogni volta che appare, con qualche riassunto e riempitivo di troppo e qualche ingenuità di fondo; ma i difetti sono ben poca cosa di fronte a una storia talmente mastodontica e iconica, che racchiude al suo interno valori immensi, passaggi capaci di suscitare intense emozioni nello spettatore e personaggi grandissimi, che è stata capace di raccontare gli anni '80 (pardon, il 199X) in maniera unica e di lasciare un segno indelebile nel fumetto, nell'animazione e nei videogiochi a essa successivi.

"Hokuto no Ken" è un indiscusso pezzo di storia dell'animazione giapponese, che tutti, prima o poi, dovrebbero vedere. Un'opera che sì, forse, vista con gli occhi di uno spettatore abituato all'animazione di oggi, sembrerà inutilmente violenta, forzata, poco interessante, sconclusionata, incomprensibile, troppo giapponese e chissà quant'altro. Ma "Hokuto no Ken" non può prescindere dai suoi anni '80, la cui estetica ci viene ricordata ad ogni capo d'abbigliamento dei personaggi, ad ogni nota della colonna sonora. Sono gli anni '80: pacchiani, esagerati, fracassoni, possenti, eppure sinceri, esaltanti, passionali. Prendere o lasciare, consci però che abbandonare il viaggio nel terribile anno 199X potrebbe essere uno dei peggiori sbagli mai commessi, mentre continuarlo significherà con tutta probabilità portarselo nel cuore per sempre. Eien ni...

The Narutimate Hero

Episodi visti: 109/109 --- Voto 9
"Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il primo cielo e la prima terra erano passati, e il mare non c'era più".
Apocalisse di Giovanni (21:1)

La follia umana portò il pianeta sul baratro e lo trascinò di sotto; le armi nucleari, l'avidità e corruzione condannarono i deboli e gli innocenti a un inferno di sabbia, di siccità e di sofferenze, e in questo mondo di stenti i prepotenti e gli approfittatori trovarono dinanzi a loro un esercito di agnelli pronti per il macello, la Terra; l'anno 199X finì per ritornare alla primordiale legge del più forte, ove solo la superiorità fisica concede la sopravvivenza, e i deboli e i malati sono solo le prossime vittime di una sarabanda di violenze e soprusi.
In un mondo così ridotto, cosa può portare speranza, cosa può riportare la serenità sul volto dei giusti? Un salvatore, solo quello potrebbe riuscire nel miracolo di salvezza, se ci fosse. E c'è. E ogni qualvolta un villaggio di brav'uomini sarà vittima di questi manigoldi presto o tardi lui verrà, e per i deboli verrà la luce e per i malvagi il buio eterno.

"Ma per i codardi, gli increduli, gli immondi, gli omicidi, i fornicatori, i maghi, gli idolatri e tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno che arde con fuoco e zolfo, che è la morte seconda".
Apocalisse di Giovanni (21:8)

Il nome di questo salvatore è Kenshiro. Di lui si dice che possa uccidere con un tocco, che possa guarire le persone, che punisca violentemente i colpevoli e protegga gli innocenti, di lui si dice che nei suoi lineamenti alberga la tristezza e che questa lo renda forte.
"Hokuto no Ken" (Ken il Guerriero) è un anime degli anni '80. A poco serve precisare l'anno, perché nella sua essenza c'è tutto lo spirito del decennio intero, una serie così non sarebbe potuta nascere in nessun'altra era. E in quanto perfetta rappresentante del decennio da cui nasce, senza conoscere a fondo lo spirito di quel periodo non la si può comprendere, non può essere vista con gli occhi d'oggi, anche considerato il profondissimo cambiamento che è avvenuto nelle serie anime negli ultimi anni in quanto a stili di narrazione e caratterizzazione - e tematiche affrontate.
I personaggi che si succedono sulla scena in questo teatro di drammatica epicità sono dotati di spiriti fortissimi e profondi, fortificati dalle vite difficili che affrontano e dalle tragedie che inevitabilmente li toccano e li segnano nell'anima. Ci sono eroi (e anche qualche cattivo) che sarebbero tranquillamente potuti essere a loro volta protagonisti di una storia a sé stante, che a sua volta sarebbe stata, molto probabilmente, degna delle più grandi lodi, e non è un caso che la serie anime sia divisa in più "parti", che vanno a concludersi con l'uscita in scena (per un motivo o per l'altro) di uno o più di essi.
Basti pensare a Fudo, a Rei o a Toki, per esempio, ognuno di loro sarebbe eroe di per sé, e tutti insieme sono colonne portanti di qualcosa di più grande (non è un caso che siano nati degli spin-off in formato di manga, in tempi recenti, dedicati ad alcuni di questi personaggi, e ad altri).

Ma qual è la chiave di lettura di questa serie? "Hokuto non Ken" è uno shounen d'azione, il protagonista fa arti marziali: quindi botte, botte e botte? Le botte ci sono, sempre, e sono estremamente violente: l'Hokuto Shinken, l'arte marziale praticata da Kenshiro, infatti, vede l'autodistruzione del corpo dell'avversario dall'interno, tramite la pressione di alcuni punti specifici del sistema circolatorio che causano l'esplosione degli organi, o numerosi altri effetti, alcuni anche curativi e miracolosi, altri spaventosamente mortali.
Quindi tutta questa manfrina per "legne" ignoranti? No! Perché la serie sotto uno strato superiore di citazionismo occidentale anni '80 ha come scopo, quantomeno secondo la mia analisi, l'esplorazione dei sentimenti umani.

Ma andiamo con ordine, prima di mangiare un mandarino lo si sbuccia, e quindi partiamo dal sopracitato strato superficiale.
L'epico Tetsuo Hara ha avuto modo, nel manga originale, di creare per questa serie una sarabanda di stilemi puramente anni '80: i cattivi "minori" sono un esercito di punk in motocicletta, tutti creste colorate, face painting e linguacce. I personaggi maschili sono tutti nerboruti (d'altronde sono combattenti, è giusto così) e dotati di espressioni accigliate da film americano d'azione di quel periodo: Kenshiro in primis è graficamente ispirato all'inizio da Bruce Lee (da cui gli urletti celeberrimi che fa durante le battaglie) per poi virare verso Sylvester Stallone, con un aumento dell'espressione corrucciata del viso. Non è un caso dunque se la sua nemesi sarà un rip off di Arnold Schwarzenegger.
In tutta questa mandria di maschile gonfiore muscolare, i personaggi femminili saranno pochi, ma meravigliosi: esclusa la piccola Lynn per ovvie ragioni d'età, lo stile di disegno delle signorine presenti sarà tendente al divino, con la donna amata dal nostro eroe, Julia, in primis. Certo, se in quest'anime avesse avuto meno tendenza a cambiare colore dei capelli sarebbe stato meglio, ma non stiamo a guardare, giustappunto, il capello.

Tecnicamente l'anime subisce un'impennata con il passare delle puntate: le prime sono decisamente poverelle, animazioni riciclate (e tante, con autentiche scene "tormentone" di cui non ci si libererà tanto facilmente) e immagini statiche, ma con il passare del tempo il livello dei disegni e del numero di fotogrammi aumenterà esponenzialmente, portando all'ottenimento di puntate graficamente spettacolari ed esaltanti, specialmente quelle fondamentali per la trama, insomma, all'inizio si zoppica, ma poi l'anime si fa perdonare.

Musicalmente parlando non si può non cominciare citando "Ai wo Torimodose", l'opening famosissima che fa da vero e proprio portabandiera per la serie. Pezzo rock sentito e sofferto, così com'è d'altronde l'anime stesso, parla d'amore, amore perduto e che vuol essere ritrovato, e allo stesso modo fa anche l'ending, "Yuria... Eien Ni", dolce e sofferta ballata accompagnata da splendidi archi che ben ricordano la grazia del personaggio, Julia (o Yuria appunto) cui fa riferimento il pezzo, sin nel titolo.
Entrambi i brani sono eseguiti dalla band pop-rock Crystal King, mentre a occuparsi della seconda coppia di sigle è Kodomo Band.
"Silent Survivor", la nuova opening, discostata dai temi romantici della prima e più orientata verso l'incitamento alla vittoria in battaglia e alla resistenza alle avversità, è ancora più incisiva per quel che riguarda la parte strumentale, e leggermente più lenta e pesante nel ritmo, rispetto al brano che la precedeva in quello stesso ruolo, e lo stesso sentimento d'altronde accompagna anche Kenshiro in quella parte della serie, dopo le numerose vicende avvenute fino a quel punto e che lo vedono puntare verso lo scontro finale.
"Dry Your Tears", la nuova ending, invece, è una dolcissima ninna nanna rock, che al contrario della sigla di testa a lei parallela continua a parlare d'amore e di lacrime, com'è intuibile, da asciugare.
Per quel che riguarda le musiche di sottofondo invece, spesso e volentieri sono formate da potenti percussioni e archi misti a strumenti a fiato che ricordano molto le atmosfere western, e d'altro canto come potrebbe essere altrimenti, in un mondo che è un enorme deserto con villaggetti qui e là ove vige la legge del più forte?

Per quel che invece concerne il doppiaggio, quello giapponese è un grande show di voci note, a cominciare da un duo d'eccezione: Kenshiro è un serioso, profondo e urlante Akira Kamiya, qui completamente diverso dalla gran parte dei suoi ruoli di personaggio buono ma un po' idiota (vedi Suguru Kinniku di "Kinnikuman"), mentre a narrare le vicende (quasi) dall'inizio alla fine c'è un epico, esaltato e gasato (anche più degli spettatori stessi, talvolta) Shigeru Chiba, davvero fuori controllo in alcune preview dell'episodio successivo e nelle introduzioni all'episodio.
A essi si alternano nei vari "protagonisti in seconda" molti dei più grandi nomi del panorama nipponico dell'epoca, come il tonante Banjou Ginga, già Riki in "Ginga Nagareboshi Gin", Kaneto Shiozawa, già Mu dell'Ariete in "Saint Seiya", e Daisuke Gouri, doppiatore del rimbombante Heihachi Edajima in quell' "Otoko Juku" che tanto deve a Ken.
Per quel che riguarda invece il doppiaggio italiano, ho avuto modo di ascoltare solo alcuni spezzoni particolarmente importanti e il risultato non è, ahimè, dei migliori: io, premetto, amo molto il doppiaggio italiano di certe serie, ma qui purtroppo ciò che manca è la recitazione stessa, con frasi che dovrebbero sembrare leggendarie e risultano invece spente e chiaramente "lette".
Plauso però per il mantenimento di tutti i nomi originali o quasi (ma comunque sempre di traduzioni abbastanza fedeli si tratta), disequilibrati però da alcuni clamorosi scivoloni di traduzione spiccia (si veda il gigantesco Uighur che nella versione nostrana, oltre a perdere Daisuke Gouri al vocione, si vanta dei suoi, beh, 50 chili).

E ora è il momento di affrontare le tematiche più interne dell'anime: "Hokuto no Ken" è, essenzialmente, un grande valzer di sentimenti fortissimi, messi in scena all'interno di grandi personaggi: l'amore, la tristezza, l'ambizione, l'ingordigia, il senso di giustizia, lo spirito di sacrificio per il bene delle nuove generazioni, l'amicizia.
Con la drammaticità dei suoi eventi, perché le morti saranno numerosissime e frequenti, Ken il Guerriero risulta essere un'epopea delle sensazioni umane, della determinazione, della fermezza. Ogni personaggio va incontro al suo destino a testa alta, senza rimorsi, temprato da quel mondo ostile e consapevole del fatto che le sue azioni saranno necessarie per il bene delle generazioni future. Basti pensare all'amore di Rei per la sorella, che lo porterà ad affrontare il mondo intero pur di riaverla indietro, senza paure, senza rimorsi, sanguigno e sprezzante come pochi altri personaggi dell'animazione nipponica, eppure così affettuoso nei confronti della dolce Airi, e successivamente, così perdutamente innamorato di una donna incontrata sul suo cammino. Rei è il fratello maggiore e il fidanzato perfetto, grande cavaliere dei sobborghi pronto a tutto per il bene di coloro che contano su di lui, e allo stesso modo, Fudo, gigante dalla forza sovrumana, è il perfetto papà per i bimbi abbandonati del suo villaggio, mettendo sempre loro davanti ad ogni cosa, compresa la sua vita.

Sarebbero davvero decine i personaggi di cui si potrebbe parlare, da Shin e dal suo destino di innamorato a senso unico, devoto fino alla fine alla persona che ama, a Souther, uomo che rinnega l'amore ma che riserverà un'enorme sorpresa in proposito, da Toki e la sua benevolenza assoluta alla forza di Mamiya, che ha abbandonato il suo essere donna per combattere e difendere il suo villaggio, e che vedrà l'uomo che l'ama combattere fino alla fine per ridarle la sua essenza femminile.
Impossibile poi non citare lo stesso Kenshiro: uomo nato sotto la protezione dell'orsa maggiore, ha nel suo destino essere l'unico discendente della Sacra Scuola di Hokuto, e questo lo porterà a farsi carico delle sorti del mondo intero, ma il peso di tutto questo, il forte peso d'essere l'uomo che fa la differenza, avrà delle conseguenze terribili e Ken non potrà che affrontare ogni difficoltà armato solo della forza d'animo donatagli da chi non c'è più, facendo della tristezza non un freno ma una grande, dolorosa fonte d'energia.
Ken è un eroe tragico e tormentato, non vivrà mai una vita di pace, questo lo si intuisce benissimo - "Mai, mai, tu vivrai, giorni felici", dice giustamente l'ottima sigla italiana di Spectra - e si finisce per essere inevitabilmente coinvolti in maniera emotiva da questa figura che vaga per il mondo alla ricerca di qualunque tipo di torto ci possa essere, per riportare la giustizia in un mondo dalla concezione ormai preistorica.
Persino i cattivi sono guidati dai loro sentimenti (forse non tutti, ma molti dei principali), dall'amore, dall'affetto per qualcuno che magari non hanno più; sono proprio questi sentimenti che fanno da colonna portante e spina dorsale all'opera.

"Ken il Guerriero" è, dunque, una splendida epopea di passione e spirito, così forte e sentito da far scoppiare il cuore nel petto; dai suoi personaggi c'è molto da prendere come spunto per migliorare il nostro mondo, ma è anche, per chi non avesse voglia di discorsi filosofici, un eccezionale anime d'azione anni '80, che però, per ognuna di queste chiavi di lettura, dev'essere capito, per quanto, con due facce così diverse, sia difficile il contrario.
Promosso in pieno, "Ken il Guerriero" è una di quelle serie da tramandare ai posteri, che così sapranno che un tempo c'erano jeans strettissimi, giubbotti di pelle e forza d'animo in grado di riempire i mari, quella stessa forza d'animo di cui, oggi e per sempre, ci sarà bisogno nei cuori della gente.

Franzelion

Episodi visti: 109/109 --- Voto 4
Attenzione SPOILER! Ma tranquilli, non vi perdete niente

Premessa: non ho pregiudizi né verso gli shounen né verso anime d'annata.
Pensate a un anime con una cura maniacale dei dettagli, realistico e coerente in ogni suo aspetto, tecnicamente sublime e dove nessun episodio è lasciato al caso.
Fatto? Bene, ora pensate al contrario: ecco a voi Hokuto no Ken.
Questa è la storia di un uomo predestinato dell'Orsa Maggiore, e il "destino" racconta che colui che porta questo segno sul petto sarà il salvatore del mondo. Ecco la prima falla, già nell'incipit della trama: non è un pochino assurdo che il segno dell'Orsa Maggiore sul corpo dovrebbe essere qualcosa di divino o innato, invece è semplicemente dovuto a una serie di colpi ricevuti in un duello da Shin, tra l'altro ben pensati e non mossi casualmente? Se già l'inizio della storia è ridicolo, beh, aspettate di sentire il resto.
Prima, non a caso, ho messo tra virgolette la parola "destino". Perché le decisioni che prendono i personaggi, la piega che prende l'anime, tutto è dovuto solo e unicamente al destino. Quale motivazione viene data alle decisioni più assurde prese dai personaggi? "Perché è così che dice il destino, così che indicano le stelle". Ora, caro Buronson, non ti pare che sia un po' troppo comodo ricacciare personaggi, situazioni, e decisioni dal nulla motivandoli con il semplice "perché è il destino"? Non è che magari sarebbe stato lecito fare intravedere allo spettatore/lettore un minimo di questo piano divino? Eh no, altrimenti poi la sceneggiatura, già tenuta in piedi da un capello, imploderebbe nel giro di qualche secondo.

Ad esempio, vogliamo parlare della colossale scemenza proferita da Toki, secondo cui Ken avrebbe dovuto cercare e sconfiggere tutti i guerrieri di Nanto? Ma per quale assurdo motivo? Se poi alcuni di loro - diciamo "solo" una metà - erano addirittura buoni! Anche in quel caso quindi avrebbe dovuto farli fuori? Vabbè, gaffe di questo tipo, in "Ken il guerriero", non si contano nemmeno sulle dita dei piedi e delle mani messe insieme. Per questo il personaggio migliore secondo me è Yuza delle Nuvole, finalmente il primo con la testa sulle spalle, che decide di fare di testa sua e di infischiarsene del destino.
Ma andiamo con ordine, raccontando gli eventi volta per volta.

Abbiamo prima di tutto la saga di Shin, composta da una ventina di episodi abbondanti. Ebbene, non mi capacito di come sia riuscito a reggere per tutti questi episodi, così come non capisco cosa ci si dovrebbe trovare di interessante, in episodi del genere, da spingere alla prosecuzione della visione dei restanti episodi. Questa saga è composta da puntate tutte identiche, che replicano all'infinito il medesimo schema narrativo, che verrà ripreso più e più volte anche dopo questa saga - non temete: ci sono i seguaci di Shin che depredano un villaggio, c'è il vecchietto coraggioso di turno che chiede l'acqua che viene prontamente allontanato a calci, arriva un seguace di Shin che vuole svergognare anche Ken (uomo misterioso sotto il cappuccio), e a quel punto "ata-ta-ta-ta-ta-ta!", e in un attimo si ritrovano tutti esplosi; poi arriva il truzzone capobanda di turno a dire "cos'è questo casino, fatemi passare"; "Ma chi può essere stato ad aver ridotto così i miei uomini?"; "Adesso ti sistemo io!".
E questo per la bellezza di venti episodi circa.
Davvero, non so come ho fatto a resistere. Se l'anime si fosse concluso con questa saga il mio giudizio sarebbe stato 2.

Dopo questa saga vediamo entrare in gioco Mamiya, un personaggio femminile completamente inutile e che dopo questa saga non si farà più vedere. Bene, questa assomiglia a Julia e prontamente s'innamora di Ken... Almeno fin quando Rei non si ritrova con tre giorni di vita rimanenti! Ed ecco che Mamiya magicamente s'innamora di Rei (capito l'ipocrita?), che le aveva già confessato di amarla.
E qui il nostro Buronson vuole spacciare il rapporto tra Rei e Mamiya per drammatico e commovente, quando in realtà è infarcito di stereotipi e di cose viste e riviste.
Poi l' "apice" - e che apice, lo valuterei con un 7,5 - della storia viene toccato secondo me nello scontro, con tanto di flashback, tra Toki e Raul e nel loro rapporto, insomma.
Bene, dopo tanti episodi messi lì più per allungare il brodo che altro, si arriva agli episodi conclusivi e si scopre che l'ultimo guerriero di Nanto è in realtà... Julia! Ebbene sì, è ancora viva! Ma andiamo a vedere come.

Il sottoscritto immaginava qualche colpo di scena davvero di gran classe, come il fatto che il suicidio di Julia fosse tutta una messa in scena ideata da lei per far proseguire Ken sulla sua strada e/o per liberarsi della prigionia di Shin, o cose del genere insomma. E invece quale assurda spiegazione viene data? Che le forze delle stelle di Nanto si trovavano casualmente sotto la torre e sono riusciti magicamente a prenderla al volo - già immagino la scena: "Ci sono! Ci sono! Eccola! Ma purtroppo non avevo ancora preso consapevolezza (che è arrivata qui) del fatto che Buronson avesse palesemente inventato la trama volta per volta, episodio per episodio, senza neppure cercare di mascherarlo in qualche modo, come è buon costume fare. E se mi dite che invece, magari, in un'intervista quest'autore ha detto di avere tutto in mente sin dall'inizio, allora la cosa è molto più grave.
Poi si arriva al fatidico scontro Raul - finalmente! Quanto ho aspettato questo momento. Mica per lo scontro in sé, eh, ma unicamente per la fine della prima serie. Ecco, e qui, citando un utente "animeclickiano", Ken mostra di essere un'altra serie del "vorrei ma non posso". Ecco arrivare in extremis un cambiamento di personalità di Raul, seguito da ideali e morali (di Raul) di dubbia intelligenza, e lo stesso vale per Julia: "Uccidimi pure, mi sacrifico per far sì che tu e Ken combattiate". Ma che cavolo significa?! Ken e Raul non avrebbero forse combattuto comunque, a prescindere dalla morte di Julia? Anzi in questo caso sembra che Julia voglia avvantaggiare Raul, togliendo a Ken un motivo in più per cui combattere.
Oppure è da sottolineare la parte in cui Raul se ne esce con una delle sue - "sue" non di Raul, ma dell'opera -, dicendo che aveva dato la sua anima per la malattia di Julia inventata così su due piedi, senza svelare il minimo retroscena o la minima spiegazione del come abbia fatto uno come Raul a dare la sua anima per guarire Julia dalla malattia - la guaritrice non sarebbe lei?

Insomma, vi sono atteggiamenti assurdi di qua e di là, si vede che Buronson nel finale cerca di dare una morale al tutto, e l'idea in sé sarebbe anche ottima, se non fosse che fa acqua da tutte le parti.
Ah, già, mi ero dimenticato (come l'autore del resto) che Ken nel combattimento finale dovrebbe essere cieco, invece lo vediamo di punto in bianco ridisegnato con gli occhi aperti, e non solo, si muovono anche le pupille. Ciliegina sulla torta, Raul gli dice: "Guarda Ken! Questa è Julia, è morta"; Ken si gira in quella direzione e commenta tristemente la situazione. L'autore si era dimenticato che Ken fosse cieco, e fino alla fine, perché poi non ha più richiuso gli occhi.
Vabbè, capirete anche voi che non ha senso commentare oltre.
Prima di proseguire con l'opera di demolizione, vorrei utilizzare un piccolo spazio di questa recensione per parlare anche dei pregi: colonna sonora orecchiabile, combattimenti (solo quelli importanti però) tutto sommato abbastanza imprevedibili, qualche innovazione apportata al genere, qualche buona idea - ma sviluppata malissimo, quindi non è un pregio. Fine.

Ora entriamo nei dettagli "tecnici", nei vari dettagli che lasciano intravedere una sceneggiatura creata con i piedi da bambini ritardati.
- Ambientazione: questa è molto variegata, ci sono lande desolate, lande desertiche, città in rovina, lande desertiche, città in rovina, lande desolate, lande desertiche... Eh sì, in tutto l'anime non vedremo l'ombra di un albero o di un po' di vegetazione. Ma se la guerra nucleare ha arrecato danni così colossali all'ambiente, come fanno gli uomini, esseri tanto deboli se confrontati a Madre Natura, a essere ancora vivi?

- Lynn e Bart: totalmente inutili dall'inizio alla fine, non si capisce il senso della loro introduzione, soprattutto la prima per 109 episodi non fa altro che ripetere "Keeen!", anche alla domanda "Che ore sono?", senza neppure cambiare intonazione. Ah, ecco, quasi dimenticavo: certamente il doppiaggio non italiano non ha aiutato alla fruibilità del titolo. E' il peggiore che abbia mai ascoltato; sembra quasi di intravedere i doppiatori che leggono il copione o ripetono le parole suggerite dal direttore.

- Ken si strappa la maglietta in quasi ogni combattimento, ma puntualmente la volta successiva sarà rivestito di tutto punto. Dove ricomprerà i suoi vestiti?
Ken ha sempre la medesima espressione in tutto l'anime. O meglio, ci sono tre versioni: il sorriso, fatto forse tre volte di numero in tutta la serie; l'impassibilità, 95% dei casi; la rabbia (5%).

- Tutte le bande dei cattivi sono piene di punkettoni dalla cresta colorata, comandati dal solito truzzone di turno, grande quattro volte una persona normale. Non ci sono eccezioni.
- Una bomba a mano lanciata sapientemente addosso a un punkettone con l'intento di uccidere solo lui (e ovviamente così è stato), quando a un metro e mezzo da lui c'era Lynn, completamente incolume.
- Sauzer che prende come schiavi solo i bambini da un villaggio. Ma perché, lavorano per caso meglio o devono essere violentati da maniaci? No, solo perché così è più crudele, senza senso.
- Il ragazzino, se ricordo bene figlio di Shu, che, accerchiato dai soliti punkettoni, accende una dinamite per farli fuori, ma sia lui sia i punkettoni rimangono immobili fin dall'accensione della miccia fino all'esplosione. Si vede che avevano proprio voglia di lasciare questo mondo.
- Episodio riassuntivo ogni 9 episodi circa; a un certo punto i produttori hanno avuto addirittura il coraggio di piazzarne 5 consecutivi.

- Ken che ogni volta guarda impassibile il vecchio o qualcun altro che vengono maltrattati, e agisce (arrabbiandosi per di più) solo quando questo viene ucciso. Oppure vale lo stesso quando le guardie cercano di tirare su Fudo dalle sabbie mobili con una corda, e Ken invece di andare ad aiutarle - preciso che non stava facendo nulla di nulla in quel momento - aspetta che caschino a terra sfinite per andare lui stesso, da solo, a tirare su Fudo. Perché ovviamente così fa il figurone.
- Ken che corre per andare a salvare Julia, incontra un brutto, lo elimina, e riprende l'andatura camminando - perché così fa più figo, ovvio.

Ora, la critica che mi si potrebbe muovere è che non si può pensare a Ken dando peso a questi dettagli e ai vari filler, ma bisogna pensare alla storia vera e propria. Sbagliato. Perché in Ken i filler, le incoerenze e le stupidaggini occupano il 90% del tempo, tanto che viene da pensare che i filler siano in realtà le scene serie dei rapporti tra i personaggi personali.
Quando penso a Ken non penso al dramma di Ken, di Raul, o alla sofferenza di Julia, ma la prima cosa che mi viene in mente è la fiera di punkettoni sulle moto che depreda ogni villaggio che incontra e Ken che fa il culo a tutti.

Ora passiamo alla parte "tecnica" nel senso più stretto del termine: disegni e animazioni.
Per quanto riguarda i disegni, non si contano le proporzioni sballate, praticamente in due scene su tre.
A questo aggiungiamoci che anche i colori cambiano a loro piacimento - ho perso il conto di tutte le sfumature che possono avere i capelli di Julia: se li tingerà? - e la frittata è fatta.
E se parliamo della animazioni, la situazione non migliora di certo. I produttori sono stati davvero abili a usare le più variegate tecniche e inquadrature per far notare meno tali mancanze, a volte davvero con dei colpi di genio, come inquadrare nel contempo i piedi di Ken che scendono le scale e il suo corpo immobile sotto forma di scene "sovrapposte".
Insomma, anche per quanto riguarda le animazioni non ho mai visto un anime messo peggio di Ken. Ho visto anime usciti decine di anni prima e anche nello stesso periodo che erano animati molto meglio. Le uniche cose animate bene sono le teste e i corpi che esplodono: ma ditemi voi, beh, forse questo rispecchia il reale valore di Ken.
E non raccontatemi la solita scusa del basso budget, perché se il budget era tanto basso si poteva fare benissimo a meno di una quarantina di episodi e migliorare la qualità dei restanti. Mi dite che il manga era ancora in prosecuzione e senza filler non si riusciva a tenere il tempo del manga? Beh, questo è sempre e comunque un problema della casa di produzione: basta aspettare 1-2 anni in questi casi.

Hokuto no Ken avrebbe un senso, troverebbe la sua ragion d'essere, come picchiaduro a scorrimento laterale. Tutto torna in effetti, se ci pensate: guidi un personaggio, vai avanti uccidendo nemici sempre uguali, e ogni tanto c'è un boss da battere. Sarebbe perfetto! Sembra anzi che sia davvero tratto da un picchiaduro del genere per Super Nintendo. Oppure si può sempre vederlo come una serie parodia di se stessa o del suo genere, anche perché sono più le parti che fanno ridere di quelle che fanno piangere (?).
Sì, vi consiglio di guardarlo sotto questo punto di vista, così che possa acquistare un qualche valore, ma se lo vedere come un'opera seria e drammatica riderete lo stesso, ma per altri motivi.
Diciamo le cose come stanno: se non fosse per le innovazioni apportate al genere - non molte comunque, "Dragon Ball" ne ha apportate molte di più - e per il successo storico, o per il dolce ricordo infantile che molti ne hanno, "Ken il guerriero" a mio avviso è spazzatura a tutti gli effetti.
E che non mi si venga a dire che Ken è uno dei pilastri dell'animazione giapponese. No, l'animazione giapponese non si deve affatto identificare in roba del genere, altrimenti poi ci credo che nascono i pregiudizi; probabilmente è colpa di questi anime "storici" come Ken. L'animazione giapponese è ben altra, e questa secondo me non è degna di essere chiamata animazione giapponese; getterebbe solo del fango sulla sua immagine.
Da dimenticare.


 2
Zenzero

Episodi visti: 109/109 --- Voto 9
"Ken il Guerriero" è un anime della mia infanzia che ho avuto il piacere di rivedere per intero da poco, sempre nella versione italiana. Visto nella sua interezza, la prima e la seconda serie, reputo la prima decisamente superiore.
Ottimo è il lavoro di doppiaggio, per fortuna non è presente censura, né nei dialoghi né per quanto riguarda i combattimenti e, aggiungerei, anche una piccola scena di nudo. Disegni e musiche sono ottimi; trovo le musiche giapponesi stupende: famosissima "Tough boy", così come l'opening italiana.
La trama è piuttosto originale, con un mondo devastato da una guerra nucleare, dove la fanno da padroni le bande di teppisti. Purtroppo trovo abbastanza stonato che super cattivi, come per esempio Shin, trovino sempre e per forza la redenzione, questa cosa proprio non mi è scesa. Trovo bellissimi tutti i protagonisti principali, da Ken a Rei, da Bart a Lynn, passando per Julia, Raoul, Toki e Mamiya.
Il finale poi è bellissimo, conclusivo direi, nonostante si sia deciso poi di fare un'altra serie.
"Ken il Guerriero" è un anime consigliato a tutti quelli che amano l'azione e i combattimenti, e che ovviamente non si scandalizzano alla vista di teste che scoppiano.


 6
TWINKLE

Episodi visti: 109/109 --- Voto 9
<i>Siamo alla fine del ventesimo secolo, il mondo intero è sconvolto dalle esplosioni atomiche.</i>

Ci sono anime che non hanno bisogno di presentazioni, basta una frase, una citazione, per riconoscerli al volo. E sono pochissime le serie che vantano, a quasi 30 anni dalla creazione, un numero così alto di appassionati come "Hokuto no Ken".
Ken il Guerriero è ancora oggi ciò che deve essere, un simbolo, un icona. Simbolo del manga d'azione, del combattimento uno contro uno e uno contro tutti, simbolo dello shounen manga anni '80 con le sue esagerazioni, i suoi personaggi indimenticabili, il suo essere crudo e duro come il marmo.

Nel mondo esistono due letali scuole di arti marziali, tramandate da migliaia di anni: quella di Hokuto e quella di Nanto. Quest'ultima può vantare attualmente sei grandi maestri, ognuno legato a una stella della costellazione della croce del sud, mentre la scuola di Hokuto, da sempre, sceglie un unico successore.
Dopo 10 anni di duri allenamenti, il maestro Ryuken sceglie il giovane Kenshiro, dopo avere scartato Toki perché colpito da radiazioni e cagionevole di salute, attirando su di sé le ire di Jagger e Raoul (Raoh in originale). Il primo sfida Ken, ma viene facilmente sconfitto e sfigurato, mentre il secondo uccide il maestro, lascia la scuola e fonderà in seguito un esercito.
Il primo scontro tra Hokuto e Nanto è però imminente, e la causa si chiama Julia. Il guerriero di Nanto Shin, geloso della relazione tra Kenshiro e Julia, sfida Ken e per poco non lo uccide, procurandogli il simbolo dell'orsa maggiore sul petto. Julia accetta quindi di andare a vivere con Shin a patto che quest'ultimo risparmi la vita a Ken.

Una volta ripreso, Ken parte all'inseguimento. Durante il tragitto farà la conoscenza di due bambini, Bart e Lynn, che lo seguiranno nel suo viaggio.
Questo in sintesi è l'inizio di tutta la storia. La prima serie dell'anime è composta da 109 episodi, non tutti memorabili, ma costellati di momenti epici, come il capitolo di Sauzer (Souther), scelto per il primo dei 5 nuovi film, le vicende di Rei e Mamiya, lo scontro finale con Raoul.

"Ken il guerriero" ha dalla sua diversi punti di forza. L'ambientazione è sicuramente uno di questi, caratteristica e subito riconoscibile anche da chi non ha mai seguito la serie con il suo deserto infinito e sconfinato, con le città semi-abbandonate che spuntano dal nulla, formate da palazzi distrutti e pendenti che tagliano l'orizzonte.
Ma nonostante questa desolazione la speranza non muore e ha un nome: Lynn, che spesso e volentieri vediamo con in mano dei semi, un fiore o una pianta, simboli di vita e rinascita.

Il protagonista, altro punto di forza, invincibile e riservato, con le sue due espressioni (impassibile e incazzato), appare inizialmente freddo per poi dimostrare grande attaccamento verso i suoi compagni. Ispirato nelle movenze a Bruce Lee, esteticamente è uno dei personaggi più caratteristici - e forse per questo poco imitato - e riusciti dell'animazione Giapponese, che ancora oggi attrae milioni di fan nelle sue vecchie e nuove avventure, non tutte eccezionali, in realtà, ma sicuramente sempre piene di fascino grazie anche a questo personaggio senza tempo.

Trasmesso sempre su tv locali, con l'eccezione di una piccola parentesi su LA7, l'anime non vanta certo il tratto sofisticato del manga a opera di Tetsuo Hara. Ovviamente data la mole di episodi unita alle limitate risorse, il character design dovette subire un processo di semplificazione e le animazioni facciali sono giusto l'essenziale; nonostante ciò, la serie è comunque godibile. La storia segue abbastanza fedelmente quella del manga fino allo scontro con Raoh, con l'eccezione dei soliti filler Toei, ma abbastanza sopportabili. Di difficile sopportazione invece è il doppiaggio italiano, che oggi potrebbe risultare ridicolo per coloro che non lo seguirono all'epoca. Le voci fisse in tutto sono meno di 10 e il labiale a volte neanche coincide, ma nonostante questo non me la sentirei proprio di bocciarlo, essendo l'adattamento abbastanza fedele rispetto agli standard del periodo. Comunque Yamato Video ha pubblicato tutti i DVD con tanto di extra e doppiaggio originale, a voi la scelta.
Esplosiva è la colonna sonora e assolutamente fantastica è l'opening hard rock, ma anche la sigla italiana cantata da Claudio Maioli non è da meno, nonostante abbia una tonalità totalmente differente.
"Ken il Guerriero" è una serie da vedere, senza ma e senza però, da gustare con calma, senza fretta.

E' impossibile resistere alla tentazione di vedere esplodere qualcuno, più e più volte, con le urla e i gemiti dei nemici, tutti bruttissimi e piacevoli da uccidere.
E' impossibile non amare un personaggio come Ken, che illude il malcapitato facendolo esplodere solo dopo qualche secondo, oppure lo costringe a vita attaccato da un bastone o ancora lo fa infilzare da un suo stesso compagno.
E' impossibile oggi emulare Ken il guerriero, raggiungerlo sul suo stesso campo.
Unico, e per questo epico.

vimalakirti

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vimalakirti

Episodi visti: 109/109 --- Voto 10
Chi, avendo visto anche solo qualche puntata di 'Ken il guerriero', non ne è rimasto impressionato? Elencare gli elementi portanti di quest'opera è arduo, non si saprebbe quale escludere: la violenza, la guerra, il male, il bene, l'amicizia, l'amore, il terrore, la pietà, la cattiveria, ecc. ecc. Stupisce la superficialità con cui oggi si giudica quest'anime, sembra si faccia a gara per tenersene alla larga. Probabilmente la critica moralistica condotta in Italia nei sui confronti ha lasciato un segno profondo nei giudizi di molti appassionati. La violenza è eccessiva? Direi piuttosto che non si vuole vedere altro, che ci si impegni un bel po' per riuscirci perché i valori etici che ci trasmette l'anime sono elevati.

Ken, Toki, Rei, Shu, ma anche Manila e altri sono esemplari della migliore umanità possibile. Sono ideali ai quali guardare e mirare, ci colpiscono proprio perché ci dicono come vorremmo essere. Temo che i più accaniti denigratori non abbiano visto nulla se non qualche spezzone di combattimenti. Ma i combattimenti sono inseriti in una cornice che, come si suol dire, vale più del quadro. La lotta ha sempre uno scopo, a volte malvagio e a volte buono ed è appunto quest'ultimo che si fa valere con tutta la forza nell'anime e che infine giustifica il ricorso alla violenza: la 'forza' del male si può contrastare e sconfiggere solo con la 'forza' del bene, si combatte per sconfiggere i malvagi. Si può ovviamente discutere su questo punto. Una guerra nucleare ha prodotto il mondo di violenza in cui si muove 'Hokuto no ken', non si direbbe che ulteriore violenza possa effettivamente migliorare le cose.

Tutto sta, credo, nelle intenzioni reali che muovono la violenza degli eroi prima nominati. Su queste, per lo meno, non ci possono essere dubbi, la pace e la difesa dei deboli dai soprusi è il vero motore dell'anime e l'unico interesse degli autori. Interessante a proposito sarebbe un confronto con quanto accade invece in 'Death note'. Punti deboli se ne possono trovare ma visti i punti di forza si dileguano rapidamente. Rimando alle altre recensioni per maggiori informazioni sulla trama e sui personaggi, che sono davvero molti e di grande rilievo, veri e propri protagonisti alla pari con il successore della scuola di Hokuto.

Turboo Stefo

Episodi visti: 109/109 --- Voto 10
E’ il 1984 l’anno in cui la Toei Animation decide di dare vita al progetto di trasposizione del manga Hokuto no Ken, l’opera che ha consacrato Tetsuo Hara e Buronson all’Olimpo dei mangaka. Il risultato è una serie che vanta un numero incredibile di repliche televisive e un successo che non sembra diminuire negli anni, divenendo così un prodotto che ha segnato numerose generazioni, e ovviamente in senso positivo grazie ai suoi sentimenti, al suo dolore e alla sua passione.

La Terra è stata stravolta da una devastante guerra nucleare, che ha trasformato il globo in un deserto infinito dove il bene più prezioso è l’acqua. La popolazione, decimata e soggiogata dalle organizzazioni criminali, sembra avere perso la speranza di una vita prosperosa e felice, fino a quando non compare una figura all’orizzonte che salva una dolce bambina da morte certa. L’imponente profilo è quello del muscoloso Kenshiro, un combattente della scuola di Hokuto, che vaga alla ricerca di Shin, il rapitore della sua amata.
La storia mette subito in chiaro la funzione del protagonista, ovvero un guerriero errante portatore di speranza, che si batte in nome dell’onore e dell’amore, ma ben presto la carta più forte dell’intera serie si farà valere. Dopo i primi episodi, che poco o nulla aggiungono alla storia, arriva prima del previsto la resa dei conti tra Ken e Shin con un risultato incredibile che approfondirà la caratterizzazione dell’eroe e soprattutto del suo antagonista. Dopo la conclusione si scoprirà una nuova particolarità della scuola di Hokuto, che darà vita a nuovi duri scontri per il protagonista e, quando anche questa giungerà a termine, l’universo di Ken verrà ancora ampliato. Nel complesso la serie è costruita interamente in questo modo, alla fine di ogni saga vengono aggiunti “pezzi” che in precedenza non erano minimamente accennati, diventando così inserimenti quasi forzati solo per allungare la trama. Proseguendo nelle stesse storie si nota però come Buronson sia riuscito a legarle per creare un grande e intricato affresco nei passati dei personaggi.

Le saghe, a parte quella delle cinque forze di Nanto - la più debole, soprattutto nelle prime battute - si alternano e risultano sempre più accattivanti e riuscite grazie sopratutto alla caratterizzazione dei personaggi. Ognuno di essi gode della propria personalità ben delineata e di un passato carico di dolore e di speranze. Sarà difficile provare un qualsiasi sentimento cattivo verso gli antagonisti (ovviamente si intendono quelli principali), perché sapranno mostrare il loro cuore, e mostreranno che, per quanto sbagliata, ognuno sceglie la propria via per raggiungere la felicità. Una particolarità che rimarrà viva fino al drammatico e commovente finale, dove riuscirà a fare affezionare lo spettatore anche al nemico principale, mettendo in dubbio tutto quello che egli aveva pensato in precedenza.
Una piccola nota: nonostante la serie conti 109 episodi, nel complesso se ne guarderanno poco meno di 100, difatti ogni volta che un personaggio passa a miglior vita viene fatto un episodio riassuntivo che ripercorre la vita del suddetto. Anche l’ultimissimo episodio ripercorre grosso modo l’intera saga con un riassunto stringatissimo.

I disegni sono perennemente esaltati da gravi errori, risultato di una cura minima, e soprattutto si macchiano di proporzioni spesso e volentieri incredibilmente sbagliate. Non solo cambiano le differenze di grandezza tra i personaggi, ma ci sono anche particolarità, quali braccia abnormi o gambe corte: in poche parole, bisogna essere psicologicamente preparati per passare sopra al fattore estetico e concentrarsi sulla la storia. Fortunatamente proseguendo la situazione diventa più stabile, regalando volti sempre più espressivi e curati. La stessa cosa vale per le animazioni, inizialmente povere e ricche di effetti tipici degli anime dell’epoca, ovvero sfondi fatti di pennellate a scorrimento infinito con volti quasi immobili, senza dimenticare gli statici combattimenti. Proseguendo esse diventeranno più fluide e curate.

I combattimenti non saranno particolarmente avvincenti e al di fuori degli scontri importanti non possono quasi definirsi tali. Essi sono permeati da ripetitività soprattutto quando riguardano Kenshiro, perché grosso modo seguono sempre lo stesso schema. A portare maggior freschezza ci pensano gli altri guerrieri delle sacre scuole, ognuno con il proprio particolare stile di combattimento.
Il character design potrebbe non essere gradito a tutti, le persone normali saranno tutte vestite con stracci e più sono vecchi più lunga sarà la loro barba, mentre i nemici sono pettinati in stile Punk anni '80 e avranno come “corazze” delle protezioni rivestite di spuntoni. Questo grosso modo è lo stile generale in tutta la serie, eccezion fatta per i personaggi principali, che vanteranno una discreta cura e una buona varietà. L’unica nota stonata potrebbero essere i vari giganti e i vari esseri dalle dimensioni sovrumane (ad esempio Re Nero di Raul), di cui non viene spiegata la nascita e per questo sembrano stonare, ma possono essere scusati dal fatto che c’è stato un bombardamento nucleare, in tal caso risultano compatibili con la storia.

La censura appesantisce il tutto, sia quella originale sia quella italiana. Il risultato dei mortali colpi di Kenshiro sono corpi che esplodono, ma spesso vengono usati giochi di luce per coprire le scene, mostrandone solo i profili, oppure il sangue diventa nero o di un bianco abbagliante, mentre in altre occasioni per coprire scene cruente vengono fatte delle zoomate sui volti o su dei fermo immagine precedenti al momento.
Sotto il profilo sonoro c’è poco o nulla da segnalare, la colonna sonora è zittita dall’età, ovvero tracce su monocanale silenziose e piatte. Degne di nota sono invece le sigle di apertura e di chiusura, che per una lunga serie di episodi accompagnano lo spettatore e ne diventeranno il simbolo, tanto da sentire subito quando verranno adattate e leggermente modificate all’interno degli episodi. E' inspiegabile il fatto che esse siano state cambiate vicino alla conclusione con due canzoni decisamente meno orecchiabili e di minore impatto.
Gli effetti sonori sono gradevoli, dai rombi delle moto agli zampilli di sangue.

Il doppiaggio italiano non è particolarmente riuscito, anche se alcuni capi di doppiatore passati quasi in sordina sono risultati efficaci e nel finale si può dire che molte voci risultano fuori ruolo, ma il peggio è l’adattamento. Molti termini sono stati cambiati per rendere maggiormente comprensibile la storia. Pensando all’epoca è un fatto comprensibile, ma sono gli errori che sono veramente assurdi, anche se pochi: castronerie, come un uomo alto più di due metri che dichiara di pesare 50 kg.
Ken il Guerriero è una serie che risente molto dell’età sotto ogni aspetto tranne dove conta di più, ovvero nella storia. Dopo anni Ken riesce ancora ad appassionare e a emozionare, grazie ai suoi carismatici personaggi e agli antagonisti dall’animo profondo, inondando lo spettatore con il suo messaggio di pace che inneggia all’amore e a tutto ciò che di buono si può trovare in ogni cuore, insegnando che la speranza non muore mai, soprattutto se c’è chi si batte a difesa dei deboli.


 5
jennymaycry

Episodi visti: 109/109 --- Voto 10
"Ken il Guerriero" è il mio anime d'infanzia preferito. Sono una ragazza di 19 anni e quando Ken veniva trasmesso per le prime volte in TV ero piccolissima, ma è sempre stato il mio preferito, tanto che ho comprato anche tutti i DVD.
Dopo tutte le guerre nucleari il mondo è ormai distrutto e le poche persone rimaste cercano di sopravvivere come possono.
Ken Shiro cerca di riportare la pace sulla Terra grazie ai suoi colpi della divina scuola di Hokuto. Durante il suo viaggio conoscerà diversi compagni come i due ragazzini Burt e Lynn e l'amico della sacra scuola di Nanto Rei.
Non serve dire altro, ormai tutti avranno visto l'anime e sapranno perfettamente la storia. Gli "uatttaatatatatatatata" di Ken sono stupendi, le tecniche poi, non ne parliamo. "Ken il Guerriero" è un anime assolutamente violento ma anche ricco di sentimenti, peccato che tante persone non se ne rendano conto.


 5
Kaioh86

Episodi visti: 109/109 --- Voto 10
Questo anime è ricco di significati e ha fatto sognare le generazioni degli anni '80 e dei primi anni '90, mi dispiace che ancora oggi questa serie venga da molti etichettata come violenta e non degna di essere trasmessa in TV. Penso invece che proprio nella sua violenza Ken ci abbia insegnato valori importanti e quanto sia importante tenere duro fino alla fine.
Ognuno tra i personaggi principali è stato caratterizzato al massimo, anche i più spietati (tranne Jagger) alla fine dimostrano di avere dei sentimenti e il loro carattere è stato segnato dalle precedenti esperienze da ragazzini. Questi personaggi restano nell'animo e nel cuore di Ken fino all'ultima battaglia contro Raul.
Le ambientazioni e le musiche poi a mio parere sono uniche, i discorsi e le frasi dei personaggi ancora oggi mi fanno venire i brividi. Che dire di Ken? Per me, insuperabile.


 4
npepataecozz

Episodi visti: 109/109 --- Voto 8
Mi sento sempre in grande difficoltà quando si tratta di recensire anime che hanno fatto la storia dell'animazione. Se si tentasse una valutazione con i criteri attuali il risultato sarebbe senz'altro fuorviante, in quanto i criteri e le preferenze nel tempo cambiano così come cambiano i livelli grafici, la complessità delle trame, la lunghezza delle stesse ecc. ecc. Tuttavia ogni tanto mi piace confrontarmi con i mostri sacri del passato, un po' per non dimenticare il grande interesse con il quale li ho seguiti, un po' per sottolineare che se oggi vengono prodotti certi anime considerate eccezionali è anche perché hanno subito l'influenza dei prodotti del passato.

Credo che in pochi saprebbero rispondere se chiedessimo cosa ne pensano di Fist of the North Star: se invece lo chiamiamo "Ken il guerriero" ancora meno risponderebbero di non averlo mai visto. E dire che il nome scelto per l'edizione italiana fa davvero pena... A ogni modo penso che la risposta sarebbe: "Era il tipo che faceva saltare in aria gli avversari con le arti marziali". Questo perché, a suo tempo, le avventure del guerriero dalle sette stelle furono giudicate eccessivamente violento e splatter. Con i canoni di oggi probabilmente ciò non accadrebbe: ormai si è capito che anche l'animazione ha le sue fasce di età di riferimento, così come film e telefilm, e questo è uno dei meriti di questa serie. A dire il vero la prima volta che l'ho visto ero comunque un bambino e ciò non ha avuto conseguenze sulla mia psiche, ma il dire che molti anime non sono un prodotto per bambini mi trova d'accordo.

Quanto alla storia, nonostante la sua lunghezza rimane sempre viva e interessante: ogni personaggio ha una sua storia e un suo stile di combattimento facilmente riconoscibile. Non ci sono solo combattimenti, anzi nella serie è dominante il lato umano dei personaggi, con la loro forza ma anche con la loro debolezza.
Le critiche sono poche: la principale è che alla fine tutti gli avversari sconfitti da Ken vengono poi ricordati come impareggiabili amici - ma allora perché li ha uccisi? -; in secondo luogo la storia e il personaggio di Julia a me sono sembrati un po' deboli.
In definitiva ne consiglio la visione a tutti, specie a chi si affaccia solo adesso nel mondo dell'animazione made in Japan. Un classico di queste dimensioni è imperdibile.


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Silence147

Episodi visti: 109/109 --- Voto 9
Un uomo incappucciato si aggira da solo per una landa arida e desolata portando con sé rabbia, tristezza e un forte desiderio di vendetta: questo è l'inizio di Ken il Guerriero. Il nome di quest'uomo è Kenshiro Kasumi; egli è alla ricerca della sua amata, rapita da un suo "caro amico". Da qui inizierà un cammino pieno di ostacoli, azione, paure e tanti tanti spettacolari combattimenti.
Il nostro "Stallone" nipponico è un "divino" guerriero con una forza sovrumana (tant'è vero che è un discendente di una sacra scuola di arti marziali) che si farà in quattro per aiutare i più deboli nel tentativo di risollevare le sorti di un pianeta poco ospitale.

Il mondo di Ken il Guerriero non è altro che la conseguenza di una catastrofe, un conflitto mondiale che ha portato morte e distruzione in ogni angolo del pianeta; l'ambiente circostante è quasi tutto distrutto, un ambiente post-apocalittico dove ormai la civiltà sembra non esistere più, non ci sono regole, non c'è più il "controllo" della situazione. Di fronte a questo "olocausto" la gente che è sopravvissuta cerca di vivere come può; ovviamente c'è chi cerca di risollevare le sorti del pianeta sperando di coltivare un qualcosa, per ridare un po' di verde alla Terra, e c'è chi invece ruba e uccide senza pietà uomini, donne e bambini per sopravvivere.

Questa prima serie composta da 109 episodi è veramente eccellente, con un'ottima animazione (considerando l'epoca), e anche se i disegni originali del manga di Tetsuo Hara risultano essere nettamente superiori, questi dell'anime sanno tuttavia come farsi "rispettare"; per quanto riguarda il comparto audio, questa serie vanta di una spettacolare colonna sonora, ottime musiche di sottofondo azzeccate sempre al momento giusto e delle sigle molto belle che invogliano sin da subito. Per gli scenari, paesaggi e sfondi possiamo dire esattamente la stessa cosa delle musiche, anche qui vedremo l'ottimo lavoro svolto, con dei paesaggi che possono essere inquietanti, post-apocalittici, ma anche dei fantastici sfondi calmi e "sereni".
Infine posso dire che si tratta senza dubbio di un eccellente anime consigliato a tutti, non molto indicato per i deboli di stomaco, ma rispetto al manga la violenza è molto più contenuta.

simona

 3
simona

Episodi visti: 40/109 --- Voto 7
Sarà che sono una ragazza, ma sinceramente non ho mai amato particolarmente quest'opera, che se pur innovativa, non mi ha affascinata. La storia è intrisa di sentimenti quali l'odio, la rabbia, la gioia, la tristezza, l'egoismo e la rivalità, tutti uniti al contesto dell'olocausto nucleare. L'ambientazione è post-apocalittica, e ha ridotto il mondo in mano ai tiranni, che pretendono di governare e sfruttare i bambini. La trama crescendo, arriva davvero a sfiorare momenti di estrema crudeltà. L'unica cosa positiva, per me, di questo anime è la caratterizzazione dei personaggi.


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Sabbe

Episodi visti: 109/109 --- Voto 10
Un Anime che ha fatto scuola, uno di quei titoli che rimangono nell'olimpo di sempre. Ci troviamo di fronte ad un opera che non brilla solo per le scene di lotta (arti marziali che rasentano lo splatter),ma anche per il crudele destino che lega i protagonisti:Ken ma anche Raul, Toki e Giulia, tutti legati al tragico destino della scuola di Hokuto.
La cosa che più balza agli occhi è la caratterizzazione dei personaggi (Ken, Bart e Lin su tutti). Durante la serie i personaggi si arricchiscono di particolari, si evolvono di fronte alle sfide, fino ad acquisire toni drammatici. E tutto questo vieni immerso in un mondo post-apocalittico dove solo la violenza e la legge del più forte la fanno da padrone.
Voto 10 per questo anime che nonostante gli anni, rimane e rimarrà un limpido esempio di animazione intensa e coinvolgente!


 3
ALUCARD80

Episodi visti: 109/109 --- Voto 7
Quando si va a pescare nel panorama universale degli shonen per spiegare l’evoluzione che questo genere ha subito, passando sovente dal piccolo schermo di tutti gli italiani, solitamente ci si rifà a titoli ben noti, che hanno mosso i loro primi passi circa vent’anni fa, ma che tutt’oggi sono considerati capisaldi, colonne portanti di tale movimento.
Sebbene non mi sia mai particolarmente piaciuto, Ken il Guerriero è da molti definito lo shonen di combattimento assoluto. I contenuti sono apparentemente molto semplici, mantengono la classica icona dell’eroe puro ma vendicativo, buono, generoso e allo stesso tempo combattuto da dilemmi interiori. La morale immediata di quel periodo implica la subitanea punizione del malvagio per mano dell’eroe-protagonista, che in un mondo ormai devastato completamente da guerre apocalittiche, può essere identificato quasi come una sorta di baluardo, faro, luce di speranza in mezzo alle tenebre di crudeli “branchi” (è proprio il caso di dirlo) di persone che d’umano ormai hanno ben poco.

La cosa che colpisce subito di Ken il Guerriero è l’atmosfera cupa e cruenta che pervade ogni episodio, tanto che raramente i protagonisti riescono a trovare pace o rifugio da essa.
Il copione tratta la storia di Ken, un uomo dal passato misterioso in viaggio per riuscire a recuperare la sua amata, Giulia, rapita dal malvagio Shin. In realtà questo è solo un breve spaccato nella lunga epopea che porterà Ken a confrontarsi con nemici ben più spaventosi e temibili, intrecciando intense storie d’amicizia, d’odio e d’amore fraterno, di tradimenti e riscatti. Probabilmente, con il facile senno di poi si ha l’impressione di come queste intenzioni siano state rese non “al massimo”, ma non per uno spietato quanto facile paragone fra gli strumenti di oggi e i mezzi dell’epoca, bensì per alcune lacune nella trama: potremmo dire che l’idea di base sia stata senza alcun dubbio ottima, ma la realizzazione nei particolari non del tutto esente da pecche. Alcune situazioni emotive risultano abbastanza rozze e mal sviluppate, ma la visione a cui fu possibile assistere più di vent’anni fa fu per l’epoca di grande spessore. E, a riprova di questo, ancora oggi riesce a suscitare forti emozioni e grande interesse.

L’aspetto tecnico è piuttosto singolare quanto originale: i corpi muscolosi oltre ogni concezione, le proporzioni volutamente errate e le ombreggiature sapientemente elaborate contribuiscono a rendere alcuni personaggi davvero spaventosi e altri possenti e accattivanti. Non si può negare che, per l’epoca, Ken il Guerriero sia stato uno fra gli anime migliori dal punto di vista sia dell’animazione che del dettaglio grafico in generale. La versione importata in Italia però ha dovuto subire, com’era plausibile, discrete censure e qualche taglio bello grosso, vista l’immane dose di violenza di cui l’anime è intriso.
Sicuramente non si tratta di uno dei titoli da me preferiti, anzi probabilmente è uno dei plot da me meno amati in tutta la mia vita, ma va dato atto agli autori di aver creato un universo leggendario, vivo, palpitante, crudo e terribilmente avvincente, popolato da personaggi indimenticabili.


 0
mbilly89

Episodi visti: 43/109 --- Voto 8
Voto 8! Un anime sempre molto bello! Nonostante abbia i suoi anni (lo vedevo da bambino) e' comunque sempre di attualità, basti pensare a quanti Oav anno fatto in questi anni. La storia e' molto originale e parla di sopravvissuti ad una guerra atomica, che provano a vivere in un mondo ormai caduto nel caos e nella tirannia di uomini che vogliono il potere. In questo mondo pero' vi sono anche persone che vogliono portare la pace me che per farlo devo combattere e sopportare dolori immaginabili. La spiegazione della varie scuole di combattimento e' originale e molto bella anche da vedere nei suoi vari stili. Inoltre i collegamenti alle costellazioni appassionano molto.


 8
demone dell'oscurità

Episodi visti: 109/109 --- Voto 10
Questo cartone rientra di diritto nell'olimpo dei migliori anime di tutti i tempi amati in Italia, la storia che ne viene descritta è una storia molto triste, la storia di un uomo che ama perdutamente la sua donna e che non può far altro che cedere alla violenza per poterla almeno un'altra volta averla tra le sua braccia, quelle braccia e quelle mani che il protagonista, Ken, non potrà più utilizzare per dare amore, ma solo per far ricordare a tutti l'amore che aveva per quella donna all'odio, manifestato in tutti i suoi avversari, di chi gliel'aveva strappata senza troppi complimenti.

Il protagonista ha dalla sua il fatto di essere il discendente prediletto della Sacra Scuola di Hokuto, antichissimo feudo orientale dove viene insegnata la più sottile e raffinata delle arti di offesa e difesa, destrezza che al protagonista servirà per superare i mille e più difficili ostacoli che si porranno dinanzi al suo cammino.

Un cammino fatto di strade aride, desertiche e senza più spazio per amore e amicizia, annientata dalle esplosioni atomiche del secolo che fu.

Nella nuova era che si apre dinanzi al protagonista c'è solo la speranza di non dover utilizzare più le armi della scuola di Hokuto e di vivere solo col suo amore per sempre, ma sarà una gioia che conseguirà per breve durata.

Avrà modo di conoscere amici e avversari guerrieri più temibili di lui, ma avrà la forza di sopportare le prove a cui andrà incontro, però vivrà nel rimpianto più totale per ciò che gli è stato tolto.

E purtroppo, come tutti i prescelti per un fine più grande di un essere terreno, il suo destino sarà sempre in preda a continue sofferenze, ma porteranno a delle importanti vittorie dove il mondo finalmente sarà purgato dalla tirannia spietata e senza legge dei signorotti dell'era post atomica, vedranno in Kenshiro un eroe insperato, le genti che sopravviveranno in questi scontri, ma vedranno anche il cuore triste di un uomo in cui l'odio ha portato via le uniche cose in cui credeva, odio che troverà attraverso i suoi più stretti legami di sangue, perchè è così che ha stabilito il destino per un uomo nato per togliere la vita a coloro che di quest'ultime parole da me dette ne hanno fatto un credo, però in questo modo, grazie a Kenshiro in molti vivranno, nella pace e in ciò che è giusto, un uomo si priva del suo amore per regalare amore ad altri, potrebbe così leggersi anche la trama di questo meraviglioso cartone tratto dalla magiche mani di buronson e hara.

Sicuramente troppo violento e sanguinolento, ma i significati profondi che porta dentro di sé la trama fanno di questo cartone una vera leggenda che lo rende ancor oggi uno dei migliori nel suo genere, per chi non lo avesse ancora fatto, se ne ha la possibilità, raccomando a tutti la visione, se siete un po' piccoli di età, un adulto vicino per scene un po' violente non guasterebbe, ma solo in alcune scene, per il resto, è solo da vedere più volte!


 0
Laurelin

Episodi visti: 109/109 --- Voto 8
Ottimo titolo, storico nel suo genere! Il grande Ken Shiro non tramonterà mai, è un personaggio forte e debole allo stesso tempo, il che ce lo rende più umano. Oltre che essere un maestro nelle arti marziali è un uomo giusto, che non sopporta l'oppressione e lotta sempre per la libertà.
Al di là dei contenuti espliciti di violenza una storia toccante e piena di sentimenti positivi, con una grande morale. La grafica è ben strutturata, una colonna sonora a dir poco fantastica.


 8
Aduskiev

Episodi visti: 109/109 --- Voto 10
Bisogna stare attenti a recensire Ken il Guerriero, la mole di informazioni che si possono scrivere è così ampia che si rischia davvero di scivolare nel proselitismo dimenticandosi del tema centrale. Cercherò di essere il più succinto possibile anche se ovviamente non è semplice.
Ken (l’anime, s’intende) nasce nel 1984, come conseguenza animata del manga “Hokuto no Ken, Fist of the north star”, shonen del 1983 creato dal genio e dalla penna di Tetsuo Hara e Bronson (o Buron Son). Giunge nel bel paese nell’87, trasmesso su reti locali e privo di ogni censura. Per i temi trattati e l’estrema violenza, spesso ai limiti dello splatter, le trasmissioni subiranno svariati fermi e riprese su tutte le emittenti dal quale viene inizialmente trasmesso e sarà una specie di calamita per accuse più o meno sensate da parte di sociologi, psicologi e pure un magistrato! Ma escludendo questo piccolo gruppo di persone che prostituiscono la loro laurea per creare allarmismi su giornali populisti, Hokuto no ken (come ai fan piace chiamarlo) è indubbiamente uno dei migliori titoli nel suo genere. Sia ben chiaro che è proprio il suo “genere” a renderlo un prodotto destinato a un pubblico maturo (come ha affermato anche lo stesso Hara). Maturo non implica maggiorenne, l’anime è tranquillamente fruibile a un pubblico adolescenziale in quanto , sia fatta eccezione della violenza, i temi trattati sono semplici e richiamano valori importanti come la lealtà, il coraggio, l’amicizia e il sacrificio.
La trama (in breve): Kenshiro è il minore di tre fratelli, eredi di una scuola d’arte marziale nota come “Scuola di Hokuto” ossia dell’orsa maggiore e ne è il legittimo successore. Ambientato in un’era post-apocalittica in cui vige la legge del più forte, Ken è il giustiziere che pone un freno alle bande di gradassi e bulli che si approfittano spudoratamente della gente comune. In questo ambito si snoda una trama complessa, spesso discordante dal manga, che alterna sanguinosi combattimenti a introspezioni profonde, degne dei migliori prodotti d’animazione. Raoul, il maggiore dei fratelli, infuriato per non essere stato nominato discendente della scuola, decide di conquistare il potere con l’uso della forza, avvalendosi di un esercito personale di gentaglia male assortita. Parallelamente l’altra grande scuola di arti marziali, quella di Nanto, è determinata a sterminare i successori di Hokuto, per affermarsi come unica scuola sopravvissuta al disastro nucleare. Le tecniche sviluppate nei rispettivi dojo, il controllo degli “tsubo” (punti vitali) e la perfezione nell’ambito marziale, rendono lo stile di combattimento di queste due scuole spettacolare e letale. Kenshiro si trova quindi ad avere un nutrito gruppo di nemici. Da una parte suo fratello, deciso a riprendersi il titolo di successore della scuola e autoproclamatosi “Re di Hokuto”, dall’altra la scuola di Nanto, decisa a sterminare tutti i successori del maestro Ryuken di Hokuto. Inaspettatamente però alcuni dei guerrieri di Nanto (6 in tutto) aiuteranno Kenshiro, dopo aver visto in lui tutti i pregi del buon guerriero. Compassione, onore, lealtà, insomma, un vero e proprio Bushi.
Il bene e il male in Hokuto no Ken sono netti e distinti. Ci sono i buoni, ci sono i cattivi e non esiste niente che possa ricordare una “ragionevole via di mezzo”. L’ambientazione, è del resto un’enorme arena sanguinosa in cui tutti cercano di avere la meglio su tutti, mettendo quei pochi altruisti in una posizione eroica. Il character design è curatissimo. Ogni personaggio ha un suo carattere ben definito, anche i malvagi (cosa rara) hanno le loro motivazioni per portare avanti i loro gesti e si prodigheranno nello spiegarle in modo dettagliato. Il concetto di “male” è tuttavia estremizzato. I cattivi sono spesso troppo cattivi. Mi spiego : le crudeltà perpetrate da alcuni personaggi sono così estreme da far quasi scadere nel ridicolo l’intero concetto di “male”. Alcuni personaggi rivelano una perversione e un sadismo che ricorda molto da vicino alcuni criminali nazisti ( a dimostrazione che la malvagità, anche se disegnata, può riferirsi a fatti reali e questo va ricordato). Molti malvagi hanno infatti ossessioni materiali che vengono assecondate da una popolazione sottomessa, si pensi all’episodio in cui la gente muore di sete perché il capoccia locale deve vivere costantemente in una grande vasca da bagno o l’enorme dinamo a trazione “umana” volta a illuminare costantemente un altro cattivone che non sopporta le tenebre. Insomma un escalation di terrore e violenza fine a se stessa a cui Kenshiro dovrà di volta in volta porre un freno a schiaffoni.
Il disegno è praticamente perfetto (1984). L’ambientazione cupa e tragica viene ripresa dai colori (nero e rosso) immergendo il mondo in un quasi costante tramonto (momento malinconico per eccellenza nel sol levante). I personaggi sono disegnati con finezza e abbondano i particolari. Due note curiose sul disegno : l’assenza di tratti tondi e occhi Kawaii volti a sottolineare l’estrema disperazione che deve trasparire dalla visione dell’anime, renderanno squadrati e spigolosi anche i tratti femminili più dolci come quelli di Julia e Lin. Altro particolare degno di nota è che le scene in cui la violenza è oscurata da flash (esplosioni di corpi in bianco su sfondo nero) non sono censure made in Italy bensì autocensure che si sono posti gli stessi autori per cercare di arginare leggermente quello che sarebbe se no stato un bagno di sangue eccessivo.
Altra nota curiosa sta nell’importazione delle opening e delle ending. Nella prima serie open ed ending sono cantate in italiano (L.Macchiarella C.Maioli) sulle immagini dell’originale giapponese. Le altre sono quelle originali della serie. Particolare inconsueto questo, dovuto probabilmente più alla carenza di budget che all’intenzione degli importatori di mantenere intatta l’opera in se. Singolare anche la scelta dei creatori nipponici di sottotitolare i kanji del karaoke (particolare importante in ogni sigla giapponese) in hiragana.
Concludendo, Hokuto no Ken è di sicuro uno dei migliori prodotti nel suo genere. Laddove la violenza non è mai troppa, dove serve un eroe che raddrizzi a schiaffi le menti deviate di malvagi grassatori, dove il caos sembra avere la meglio sull’ordine, ecco che Kenshiro è l’uomo che fa per noi. Un piccolo capolavoro degli anni 80, apprezzatissimo in Italia come nel resto del mondo che merita senza ombra di dubbio un 10.


 3
KiraSensei

Episodi visti: 109/109 --- Voto 9
<b>Contiene spoiler.</b>

Ken il Guerriero viene scritto con la G maiuscola per indicare che è lui il guerriero..!! ;-) Questo anime è una pietra miliare della mia giovinezza, si può dire che con Dragon Ball e i Cavalieri dello Zodiaco abbia partecipato alla mia formazione culturale preadolescenziale.
Un Anime diverso innovativo, anche se l'edizione italiana si discosta un po' da quella originale. La storia narra le vicende di Ken Shiro, l'uomo delle sette stelle di Hokuto. La trama di fondo è molto semplice e lineare, gli argomenti che risaltano sono l'amore e l'odio tra fratelli (Raul, Toky e Ken i discendenti della scuola di Hokuto), l'amore di più persone per la stessa ragazza ovvero Giulia (Raul, Ken e Shin), il desiderio di predominio dei più forti sui deboli, la volontà di dominare il mondo di Raul, il desiderio di rivedere l'amata Giulia da Ken...
Materiale per sviluppare una anime molto bello c'è ne tanto tanto, però il tutto è stato un po' semplificato anche perchè all'epoca della realizzazione non c'erano gli strumenti e le tecniche di oggi.
Il disegno è spigoloso, per dare ancora più durezza ai caratteri delle persone che abitano il mondo dopo un disastro apocalittico come la catastrofe atomica dell'aime; quasi immobili le espressioni facciali ed è proprio questo che lo fa ricordare a tutti noi come un anime particolare.
La trama fondamentalmente segue questa linea:
- Ken affronta le stelle di Nanto, prima Shin poi Rei e Juda ed infine Shu e Sauzer. A parte Shin gli altri si incontrano a coppie, ed ognuno intreccia in modo particolare la sua vita con quella di Ken.
- Ken trova il fratello Tokie e combatte contro Raul, anch'egli suo fratello
- Ken combatte affianco ai guerrieri posti a difesa della sesta stella di Nanto (Giulia)
- Ken sconfigge Raul e va a vivere con Giulia, anche se tecnicamente è Raul che di sua volontà si sacrifica per Giulia.
Nel complesso un anime da vedere, leggendarie le urla di combattimento di Ken, non è realizzato in maniera perfetta però ha un grande valore affettivo.. Voto 9..!


 2
Shinmen

Episodi visti: 155/109 --- Voto 8
In piena adolescenza, quando il testosterone guida ogni nostra azione, i sogni son certezza e la forza credo universale , è difficile non subire il fascino di cotanta opera. Violenza, sangue, muscoli, arti marziali sono solo alcuni degli ingredienti che hanno reso celebre questa mitica saga. Partiamo dal protagonista: a metà strada tra Bruce Lee (di cui scimmiotta versetti e postura) e Sylvester Stallone (fisico ipertrofico e in alcune inquadrature persino labbro appeso). Già le sue fonti d'ispirazione basterebbero a renderlo affascinante a qualsiasi teenager assetato di fighting, ma giusto per rincarare la dose l'autore vi aggiunge una ambientazione post bellica alla Mad Max, orde di pazzi vestiti da punk in cerca di vittime (anche se alla fine la carne da macello la diverranno loro quasi sempre), esperti di arti marziali pronti a darsele, belle donne (anche se a dire il vero sono pochine..). L'anime è indubbiamente un buon prodotto. Il disegno indubbiamente di alto livello non riesce a ricreare però il dettaglio del manga (davvero elevato) e specialmente nella seconda serie diviene decisamente sproporzionato. Le musiche sono senza infamia ne lode. Indubbiamente più riuscita la song italiana, ormai entrata di diritto tra le sigle più amate. Le musiche di accompagnamento riuscite solo a tratti. Il doppiaggio più che buono. In sostanza un anime culto che appassionerà in particolare gli amanti delle arti marziali e gli adolescenti in generale. Difficilmente digeribile da un pubblico più adulto ed esigente,o da chi poco sopporta la violenza gratuita.


 6
travellerkino

Episodi visti: 109/109 --- Voto 10
Nel 1983 Tetsuo Hara e lo sceneggiatore Yoshiyuki Okamura, conosciuto con l'eloquente pseudonimo di Bronson, diedero vita grazie ad un insolito miscuglio di arti marziali e cyberpunk ad una delle serie più rappresentative degli anni '80. Qualche anno più tardi dal manga di Hara e Bronson venne tratta una mastodontica serie tv che nonostante qualche rimaneggiamento della trama originale ed una realizzazione tecnica piuttosto approssimativa seppe mantenere l'atmosfera del fumetto ed ebbe se non altro il merito di far conoscere le eroiche gesta dei maestri di Hokuto in tutto il mondo. Sebbene fosse stata relegata al solo circuito delle emittenti locali, la trasmissione di Ken il guerriero ebbe un effetto dirompente anche in Italia, riuscendo a riscuotere un enorme consenso di pubblico non solo tra i giovanissimi. Infatti non era poi così insolito vedere qualche adulto dare una sbirciata ogni tanto, anzi ricordo che mio padre, vedendo di sfuggita una puntata si lanciò addirittura in un dotto confronto con i logorroici Cavalieri dello Zodiaco dicendo: "Ahh questo sì che mi piace, mica come quegli altri che parlano sempre, questo spacca tutto e basta". In effetti il personaggio di Ken, fatto di sani ed incrollabili principi ma dall'animo sensibile e a volte crepuscolare, nel corso della serie splattera una foltissima schiera di punk e balordi di ogni tipo, scava falde acquifere a mani nude, abbatte carri armati a pugni e frantuma con disinvoltura tutto ciò che gli si para davanti, dimostrando di avere una forza davvero spropositata. Comunque, sarà per questa smisurata forza del protagonista, sarà per la massiccia presenza di frasi come: "Energia mentale uguale forza!" o "Morirà soffocato dal suo stesso sangue che sprizzerà fuori da tutto il suo corpo in tre lunghi giorni di lenta agonia, tre giorni per conoscere la leggenda della paura del grande re di Hokuto", sarà per le bizzarre citazioni di personaggi come Mr.T, Hulk Hogan o Schwarzenegger, ma Ken il guerriero riesce ad avere un notevole impatto sociale e ad entrare nell'immaginario collettivo come un'icona degli anni '80. Non a caso la frase: "Oh!Ma chi ti credi di essere? Bruce Lee?" dopo Ken venne sostituita con: "Oh!Ma chi ti credi di essere? Ken il guerriero?". Lo stesso T.Hara ha confessato più volte di aver puntato molto sul coinvolgimento emotivo, creando un personaggio come Ken sempre pronto a pareggiare i conti quasi seguendo una specie di legge del contrappasso, proprio per dare uno sfogo catartico al lettore.
Del resto anche nella serie TV quello che colpisce maggiormente è proprio il carisma dei personaggi, grandi guerrieri che non rinunciano mai a lottare anche quando il nemico è un destino crudele e spietato. Purtroppo le animazioni sono rigide e pasticciate, una vera e propria apoteosi del grezzume, anche il character non rende affatto giustizia al tratto preciso e particolareggiato di Hara, addirittura i lineamenti di uno stesso personaggio spesso cambiano radicalmente nel giro di poche scene, per non parlare del surreale concetto di proporzione ostentato dai key animators, basti pensare ai personaggi grandi come un palazzo di quattro piani che in pochi secondi diventano poco più alti di un uomo di media statura (nel manga poteva avere un senso ma nella serie è un espediente usato in maniera abbastanza gratuita).
La colonna sonora fatta di struggenti melodie hard rock e brani che sembrano usciti da un western di Sergio Leone invece è molto coinvolgente, tra l'altro anche qualche scelta registica rimanda leggermente ai western all'italiana, con quei ripetuti primi piani sugli sguardi infuocati dei personaggi.
Tuttavia a dispetto della carenza grafica, anche Hokuto no Ken si può tranquillamente annoverare tra i titoli che hanno fatto la storia degli anime, l'ultimo dei moicani che ha chiuso un'epoca in cui le serie non erano film in tredici episodi e a far vibrare gli animi erano soprattutto i sentimenti e non l'effetto surround dell'home theatre.


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daniel

Episodi visti: 109/109 --- Voto 8
Senza ombra di dubbio, la ( prima ) serie di Ken il guerriero la si può definire come una di quelle serie che ha lasciato un marchio indelebile negli anni ottanta, nonché ai giorni nostri. Al suo interno vi è un mix di azione alla Mad Max con le arti marziali, splatter e colpi di scena tipici di una telenovella sudamericana, il tutto saggiamente presentato. Il colpo da maestro comunque lo si ha con l'avvento dei vari maestri appartenenti alla scuola di Nanto ( in modo particolare con Rei e Shu ), oltre agli elementi appartenenti alla scuola di Hokuto ( Raul, Toki oltre al protagonista, Ken). Difatti, ho trovato molto ben caratterizzati praticamente tutti i personaggi che ruotano intorno al personaggio di Ken, in modo particolare i cattivi, che verranno ciclicamente ammazzati dal nostro protagonista, oltre che dagli amici ( vedi Rei & co). Le pecche sono più che altro dovute in alcuni momenti alla sceneggiatura, nonché la trama, ma state tranquilli, visto che Buron Son e Tetsuo Hara si rifaranno grazie alla marea di scene d'azione inserite al suo interno. Che dire, sicuramente molti di noi l'avranno vista e rivista come minimo due volte.E probabilmente anche le nuove generazioni la vedranno più che volentieri.

Consigliato agli amanti del film Mad Max, oltre a coloro che adorano le arti marziali.

Uacchiaaa!!!!

Voto: 7.8


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Pain

Episodi visti: 109/109 --- Voto 10
Chi non conosce la leggenda del mitico Hokuto no Ken? L'uomo dalla sette stelle ha appassionato migliaia di spettatori tenendoli incollati allo schermo. La serie è veramente ben curata. Dopo i primi episodi un po' fiacchi, la vicenda si accende quando il nostro eroe ha la sua vendetta incontrando Shin, suo acerrimo rivale che gli ha sottratto con la forza la bella Julia. Ken, durante il suo viaggio alla ricerca dell'amata, fa sfoggio delle diverse tecniche della divina scuola d'Hokuto, basata su colpi che determinano l'esplosione del corpo semplicemente toccando dei punti di pressione. Ken eccelle in questo, anche perché ne è l'erede. Nel panorama delle tecniche devastanti, vi è anche la scuola di Nanto, opposta a quella di Hokuto. Ken farà la conoscenza di due di questi maestri, con i quali stringerà una forte amicizia, in particolar modo con Rei. Ogni personaggio è ben curato, psicologicamente parlando, e si contraddistingue dall'altro non solo per le tecniche ma soprattutto per i valori che incarna. La storia di Ken è caratterizzata in particolar modo dagli scontri ma non mancano momenti di tristezza in cui la scomparsa di alcuni personaggi desteranno anche la commozione in alcuni di voi. Eh già, perché non sempre i cattivoni rimangono tali e soprattutto alla fine, quando stanno per spirare, si accorgono di avere sbagliato, attraversando quindi un processo di redenzione. La struttura è quindi ben curata e la trama lineare, salvo qualche colpo di scena che non fa mai male e rende ancora più appassionante la vicenda. Chi ancora non l'ha vista sono sicuro che l'apprezzerà, chi invece l'ha gustata, lo invito fermamente a rigustarsela.

yota82

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yota82

Episodi visti: 152/109 --- Voto 10
Metto il massimo dei voti, sia perché è stato il primo anime che vidi, sia per il carisma e l'unicità di ogni personaggio sia per le musiche che rendono stupendo ogni momento.
Non fa rimpiangere il manga anzi, in certi momenti rende meglio alcuni passaggi, soprattutto i più drammatici.

Ai ragazzi che vanno avanti a pokemon e yugi-oh, o come si scrive, tornate indietro e raccogliete queste vecchie glorie.

andrea

Ryosaeba

 7
Ryosaeba

Episodi visti: 109/109 --- Voto 10
Il classico dei classici. Assolutamente al di fuori di tutte le critiche. Lo so, la trama perde colpi più di una volta, ma forse anche per colpa di una traduzione italiana un po' sballata. Ma le mitiche frasi di Ken degne di un classico western? Quel senso di giustizia, quell'anacronistico rispetto cavalleresco, quel voler sottolineare che alle volte anche nel più bieco infame c'è un buon sentimento. E' tutto paradossale quanto affascinante. Nulla da eccepire, mito! Finito di leggere questa recensione vi resteranno solo tre secondi di vita... 3... 2... 1... :-)

maxino

 5
maxino

Episodi visti: 109/109 --- Voto 10
Anime stupendo! Naturalmente non è il migliore di tutti i tempi (quello rimane Naruto), però me la sento di dargli un 10 pieno. Non fatevi ingannare perché è un cartone animato anzi, chiamarlo così è un offesa su tutti i fronti: la violenza è parecchia (non è roba per bambini) e se ti perdi solo un attimo qualcosa non capisci più niente! Ancora oggi queste puntate me le vedo sui DVD assieme a mio padre che se l'è visto prima di me o sui canali regionali oscurati. Vedetelo è fichissimo anche se, come detto prima, non è il miglior anime che il Giappone ci ha mostrato!

Star Silver

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Star Silver

Episodi visti: 152/109 --- Voto 10
Concordo pienamente con Max: la serie di Ken Shiro, per quanto indubbiamente violenta, è tutt'altro che diseducativa; infatti le carneficine di Ken coinvolgono sempre e solo individui brutali e prepotenti, punendoli per i loro misfatti. In pratica, passa il messaggio che essere arroganti con i "più deboli" alla lunga non paga.

Inoltre, se è vero che Ken è spietato con i nemici più insulsi, è anche innegabile che sa mostrare una umanità e una generosità d'animo ineguagliabili tanto verso gli amici (inclusi Bart e Lin, che potremmo considerare a tutti gli effetti come suoi figli adottivi) quanto verso gli avversari più valorosi (vedi il duello con Falco, per esempio). Dunque non è affatto quella fredda e brutale macchina assassina che qualcuno crede.

Quanto alla qualità della serie in sè, è semplicemente superba: personaggi "secondari" numerosi e quasi tutti importanti, alcuni dei quali approfonditi psicologicamente al punto da poter essere definiti a tutti gli effetti co-protagonisti (ad esempio, Raul e Toki nella I serie e Hyou e Kaioh nella II); scene di alta drammaticità accompagnate da musiche meravigliose e struggenti; duelli indimenticabili per intensità e caratterizzati da animazioni mai viste prima di allora!

Ultimo grande pregio di questo assoluto Capolavoro è l'umanizzazione di alcuni dei "malvagi", come Iuda e Kaioh, che dopo aver assaggiato sul proprio corpo la forza della Giustizia e dell'Amore, per mano rispettivamente di Rei e Ken, riescono a riacquisire la perduta umanità e mostrano di essere pentiti dei propri errori.

Forse l'unico grande dispiacere che ho avuto da questa serie è che a parte Ken nessuno dei valorosi Guerrieri di Nanto, Hokuto; Gento e Hokuto Gemmi sopravvive...ed è un vero peccato, perchè io avrei "salvato" almeno Rei o Shu (I Serie) e Falco (II serie): gli amici più sinceri e generosi che Ken incontra.

Yugi

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Yugi

Episodi visti: 152/109 --- Voto 10
Ken, il successore della Divina Scuola di Hokuto è il protagonista di questa straordinaria serie che ormai tutti conoscono. A differenza di molti anime che appartengono al suo stesso genere ha una trama, degna di definirsi tale. La longevità di questo anime è straordinaria, lo si può vedere anche 10 volte che verrà prima o poi sempre la voglia di vederlo per l'undicesima, e poi la dodicesima volta e così via. La storia è avvincente, i temi sono quelli dell'amore, del sacrificio, della redenzione in punto di morte, della lealtà. E' uno degli anime che meglio riesce a far provare le sensazioni di rabbia, compassione, ammirazione per i vari personaggi che sono tutti meravigliosi e che molto spesso riescono a creare delle situazioni di alta suspance seguite da scene di commozione pura e molto altro. A mio avviso, questo è L'ANIME, sfiora la perfezione, non gli manca proprio niente.

Sandro lo shinigami

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Sandro lo shinigami

Episodi visti: 999/109 --- Voto 10
Allora si puo'dire tutto su la qualità del disegno, mosse esagerate e quant'altro ma resta probabilmente il piu' grande colossal della storia animata! In meno di 200 episodi vengono rappresentati valori di amicizia-amore-giustizia in un mondo ormai in decadenza il successore della sacra scuola di Hokuto tenta di salvare tutti da vero eroe, secondo me oltre uno dei cartoni piu' belli della storia e' uno dei cartoni piu' tristi in assoluto! Vi giuro ho visto la fine della 2°s erie 100 volte, ma mi viene sempre da piangere... voto 10 solo perche' 1000 non si puo'... anche i vari movie e oav degli ultimi 3 anni molto belli... KenShiro la leggenda animata!

Fra X

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Fra X

Episodi visti: 156/109 --- Voto 9
Una serie mitica ed indimenticabile intrisa di azione, avventura, amore, dolore, tristezza e sacrificio in un mondo post atomico (e quì scatta la ripresa al secondo film di Mad Max uscito un pò prima della realizzazione del fumetto se non erro). Lo schema, almeno quello iniziale, riprende un pò quello della fiaba, almeno di certe: l' eroe deve affrontare diversi pericoli per ricongiugersi alla sua amata. Riguardo il fatto che dopo un cattivo viene un altro, beh, questo è un pò tipico di certi shonen combattenti, chiamiamoli così, come DB e ICDZ usciti poco dopo e ancora di certi attuali, che porta il protagonista a migliorarsi. Da notare invece la caratterizazione dei personaggi, ognuno con una storia ben precisa, con i sui pregi, i suoi difetti e le sue insicurezze. La serie in diversi casi si porta su un velo di tristezza ed i momenti divertenti sono proprio pochetti se non quasi inesistenti. Comunque è proprio coinvolgente.
Parlo di serie genericamente quando in effetti dovrei dire le serie, visto che c' è una prima quella più lunga, e una seconda più corta. Quest' ultima è anch' essa godibile, ma gli autori hanno voluto estendere il circolo di Hokuto mettendo anche qualche incongruenza. Mah!

Francesco

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Francesco

Episodi visti: 159/109 --- Voto 10
Al di là della violenza presente questo cartone ha livelli di pathos e analisi psicologica dei personaggi che è rimarchevole. I cattivi hanno una vicenda personale complessa e tutta la storia sembra più di una volta ricordare lo stile della tragedia greca. Affascinante il riferimento alle antiche tecniche di lotta giapponesi. Raul faceva davvero paura sul suo enorme destriero nero! Non mancano glie elementi toccanti e commoventi quando il nemico di turno viene sconfitto. Si tratta certamente di un cartone ricco con una trama avvincente.

DarkPunk

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DarkPunk

Episodi visti: 157/109 --- Voto 9
Ken il guerriero, ossia: come creare l'anime più violento della storia ed ottenere un successo mondiale, di pubblico e critica.
Un mondo apocalittico alla Mad Max, dove si aggirano bande di motociclisti punk allo sbando. Un'umanità randagia e senza regole vaga senza meta in su una terra in cui l unica legge è quella del più forte.
Arriva lui. Ken di hokuto, il mito, l'eroe che salverà questo mondo ormai agonizzante...

Aaaaa... AAATATATATATAAA UATTAAA!
Ho colpito i tuoi punti segreti di pressione, morirai tra tre secondi esatti. SPLAAAAAAATO!!!

Un mito dell animazione giapponese. Il cartone animato che negli anni 80 ha avvicinato milioni di nuovi fan al meraviglioso universo degli anime.
Bellissima storia, incentrata su valori come lealtà, rispetto e amicizia. Personaggi come Shin, Rey, Raoul sono ormai entrati nella leggenda.
Infine la sigla di apertura italiana: stupenda canzone elettropop anni 80 :)

Max

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Max

Episodi visti: 152/109 --- Voto 10
Non ci sono parole per definire Ken il guerriero , il cartone più bello della storia ! Definirlo cartone mi sembra già un'insulto, il carisma dei personaggi, le motivazioni delle lotte, l'orgoglio, la difesa dei più deboli ... Ken non è un cartone o un'anime qual dir si coglia, è semplicemente uno stile di vita che tutti noi dovremmo seguire un pò di più. Io ho imparato tanto dalla sua visione e spero che altre persone possano provare quello che ho provato io.

4_1_night

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4_1_night

Episodi visti: 109/109 --- Voto 9
Per chi negli anni 80 aveva meno di 11 anni (come me) questo cartone è e resterà un mito! Avrà un mare di difetti dalla traduzione dei dialoghi davvero deludente, a personaggi che graficamente si somigliano, al buonismo e lacrime che a volte sono in quantità industriale, ma Ken è Ken e il suo verso (identico a quello di Bruce Lee) quando faceva i "cento colpi di hokuto" rimarrà nella storia dell'anime per sempre. L'unica nota negativa e per cui non gli do 10 è la spudorata rimescolazione della storia nella seconda serie. Come si fa a fare credere che prima c'erano 4 fratelli (c'è anche Jagger, ricordate?) e poi dire che tre erano di una famiglia (Raul, Caio e Toki) e due di un'altra (Ken e Iu o Io). A parte che il povero Jagger mi rimane orfano dopo aver preso una marea di legnate da uno che alla fine non era nemmeno suo fratello, ma nella prima serie si intuiva che Ken non fosse proprio il fratello di Raul e Toki visto che nei loro flashback lui non appariva mai, mentre nella seconda serie loro partono con il piccolo Ken infagottato. Dove l'hanno tenuto poi? Da una balia? Poi va bè nella seconda serie ci si avvicina a db nel senso che si combatte a colpi di energia e il contatto fisico si riduce notevolmente. Dove sono le care vecchie dita nelle tempie?Infine l'ultima minchiata: se la scuola di Hokuto era nata sull'isola a palazzo non mi ricordo cosa, perché il maestro di raul Toki e Ken stava di là dal mare? Chi ci stava a difendere quella stele? Comunque a parte tutto, questo è una delle colonne portanti del mondo dei cartoni specialmente la prima serie e come tale. UATATATATATATATA!!

Lynn

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Lynn

Episodi visti: 109/109 --- Voto 10
Anche volendo non posso non dare 10 alla serie di Ken il Guerriero. Ammetto anch'io che non è priva di difetti e che anzi è in alcuni punti piuttosto carente. Però dire che i personaggi non sono caratterizzati o che la trama non è ben specificata è, a mio avviso, totalmente inesatto. Questo anime, come molti altri del resto, è tratto dal manga omonimo che è semplicemente splendido. Mi sono commossa leggendolo cosa invece che non mi è capitata vedendo il rispettivo cartone. Penalizzare Hokuto no Ken per le mancanze sovracitate significa non aver letto il manga e non conoscere quindi il vero valore della storia che racconta. Molti anime, direi quasi tutti del resto, salvo pochissime eccezzioni, sono molto, ma molto più scadenti del fumetto da cui prendono spunto. Quelli anni 80 (la buana parte almeno) davano poi più spazio a botte e robottoni piuttosto che ai personaggi e al loro background. Ovviamente anche adesso vengono prodotti cartoni scadenti, ma ce ne sono talmente tanti rispetto ad anni fa che i difetti, nella massa, si notano meno. Un tempo invece questa cosa saltava molto più all'occhio dato che la produzione non era elevata come adesso e poichè io stessa seguivo tutto ciò che era animazione (da capita Harlock a Candy Candy, dai Cyborg 009 a Ransie la Strega, dall'Uomo Tigre a Spank...) mi sento di affermare che oltre a Ken il Guerriero, moltissimi altri cartoni avevano trame scialbe e scontate, motivazioni di base dei protagonisti insignificanti, carattere e storia dei personaggi appena accennate e ambientazioni assurde quanto il sudetto. Inoltre, per quel che riguarda le espressioni del viso... ricordiamoci che TUTTI i cartoni dell'opoca erano piuttosto simili da questo punto di vista, non mi pare infatti che, in quel periodo, ci fossero anime che brillavano per l'impareggiabile animazione facciale. Inoltre per quel che riguarda lo stile grafico, non è del tutto vero che i personaggi erano tutti uguali... i cattivi ad esempio venivano smepre disegnati più grossi, per marcare di più la distinzione tra bene e male. E comunque sia, diciamoci la verità, qualsiasi cartone degli anni 80 vantava una certa somiglianza tra i personaggi che presentava. A mio parere quelli di Myazaki sono fatti tuti con lo stampino ancora oggi, nello stesso Saint Seya se non era per il colore dei capelli e le armature i personaggi non si sarebbero distinti granchè, idem per quelli di Go Nagai, che sembra aver un debole per i capelli scuri e le sopracciaglia folte, tranne per i personaggi femminili, non mi pare ci sia un protagonista maschile che non abbia le caratteristiche di cui sopra. Quindi, tutto questo panegirico è per dire che generalizzare dicendo che lo stile di Hara è standard è ingiusto in quanto autori di altrettanto calibro peccano della medesima mancanza. Infine, è vero che Ken appare imperturbabile e che questo sembra piuttosto innaturale ma è falso asserire che il suo personaggio non abbia, nel corso del suo cammino, subito un cambiamento interiore. Sull'anime questo non viene ben delineato (anzi non viene quasi per nulla accennato) mentre sul manga si nota eccome. Viene anche spiegato come mai Jiulia è contesa da tutti gli uomini e come mai il protagonista è destinato a non essere felice. Infine, concludo dicendo, che prima di dare un giudizio complessivo su qualcosa è preferibile, oltre ad aver effettivamente visionato l'anime, anche leggersi (se esiste, questo è ovvio) il rispettivo manga. A quel punto, credo, sia più facile poter dare giudizi, sia negativi sia positivi circa la qualità complessiva dell'opera in questione.

Mister.Ryo

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Mister.Ryo

Episodi visti: 109/109 --- Voto 9
Do 9 a questa serie perchè davvero ha fatto la storia del suo genere. Icona per eccellenza degli anni 80 ha fatto sognare me e tante altre persone che con lui sono cresciute. Analizzandola bene potremmo trovare parecchi difetti, una storia veramente approssimativa e una caratterizzazione dei personaggi minima, ma il mito di questa serie comunque rimane intatto, forte della trama, una storia straziante di un uomo, che porta la croce della discendenza dell'arte marziale di Hokuto, che dovrà combattere con i suoi fratelli, che un tempo amava, per amore di una donna e per amore del prossimo. Io do un 9 e penso se lo sia meritato.

satori

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satori

Episodi visti: 0/109 --- Voto 10
Adoro questa saga.. infinita... piena, nonostante i difetti segnalati, senz'altro veri, di ottimi elementi. Gli intrecci, i personaggi caratterizzati da personali particolari fisici, spirituali e tecnici. L'affetto che si riesce ad avere per i personaggi, sia buoni che cattivi, la morale che l'amore vince su tutto, che insistere di fronte alle difficoltà porta alla vittoria, l'importanza dell'amicizia....
Poi, dopo così tante puntate, come si fa a non diventare parti integranti della seria (ce l'ho dutta registrata in VHS!)
P.S. la teoria degli tzubo e dell'energia, non è piramente inventata, ma un cardine della medicina e arte marziale orientale...

ddldat

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ddldat

Episodi visti: 159/109 --- Voto 9
Allora, la storia è bella in generale. Ci sono episodi che potrebbero essere evitati. Io considero di aver visto 159 episodi perchè includo anche la seconda serie. E' il primo anime che abbia mai visto e non posso non tenerne conto nel giudizio finale. Ovviamente il suo punto di forza sono i personaggi ed i combattimenti. Per il resto può risultare un pò monotono, e forse il finale della prima serie poteva essere migliore. Comunque resta uno degli anime a cui mi sono affezionato di più.

Bachman

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Bachman

Episodi visti: 0/109 --- Voto 4
Per quanto rappresenti un mito della gioventù di molti, me compreso, bisogna avere il coraggio di dire le cose come stanno: Ken il Guerriero è un anime con ben pochi pregi. I personaggi sono a stento distinguibili l'uno dall'altro (se non fosse per i vestiti, visto che nemmeno muovono i lineamenti del viso...), agiscono in base a una motivazione (una di numero!) che deve fare tutto: caratterizzarli, raccontare il loro passato e dirci perchè sono in azione. Gli episodi sono tutti uguali, non c'è nessuna idea originale (anche la fantastica premessa dell'ambientazione postapocalittica si ritrova in Miyazaki, Nagai e su fino al Tezuka degli anni '50) e, nonostante ne succedano di tutti i colori, il granitico Ken non cambia di una virgola nè dentro nè fuori durante il suo percorso. Alla fine questo anime pare quasi una scusa per mostrare una sequela di efferatezze inutili. Se è vero che Buronson in tutta la sua carriera ha sceneggiato ben poco di decente, questa sua pochezza emerge appieno guardando Ken il Guerriero.

Fabrizio

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Fabrizio

Episodi visti: 152/109 --- Voto 9
Una premessa: a episodi visti ho scritto 152 perchè ho incluso la seconda serie. Detto ciò considero Ken il guerriero (Hokuto no ken) insieme a Dragon ball e a I cavalieri dello zodiaco parte di una triade di anime leggendari degli anni "80 che hanno segnato un' epoca e che hanno fatto scuola. Ken è una belissima serie con carateristiche che la rendono unica, il disegno per esempio vicino allo stile americano o l'assenza dell' umorismo ed anche del buonismo tipico di altri anime. La storia è avvincente, emozionante e ricca di colpi di scena; qualche elemento di incoerenza è presente nella seconda serie. Le animazioni sicuramente non sono eccezionali anche se migliorano nella seconda serie, ma sono comunque ad un livello più che sufficiente. Il magggior difetto sono i dialoghi e il doppiaggio della versione italiana veramente indegni (a mio parere questa serie andrebbe assolutamente restaurata e ridoppiata). Comunque a questa serie do' un 8 e 1/2 (a voto ho messo nove perchè non si possono dare i mezzi voti e per me è sicuramente più 9 che 8).

zizzithefox

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zizzithefox

Episodi visti: 100/109 --- Voto 6
Quando lo vedevo da adolescente mi piaceva. Mi emozionava. Ho provato a rivederlo oggi, diverse puntate una di seguito all'altra e mi sono accorto di una cosa: è quasi inguardabile.
Dal punto di vista narrativo fa veramente vomitare.
Avete un'idea straordinaria per il personaggio di un manga o di un anime? Volete sapere come raccontare una splendida storia nel peggior modo possibile? Guardatevi una ventina di episodi di Ken Shiro uno dietro all'altro e saprete come fare.
Quando si dice il crollo di un mito... E la seconda serie è persino peggio della prima.
Gli do 6 perché, come ha detto qualcuno, è un anime che ha segnato una generazione. Ma la domanda che mi faccio è: si può definire classico un'opera che è stata così palesemente e massicciamente superata da opere venute prima, dopo e perfino durante? Dico queste cose con profonda tristezza, ma mi sento davvero di dirle.

Yaz

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Yaz

Episodi visti: 999/109 --- Voto 8
Premessa: ho visto tutte le serie ... dalla ricerca di shin e giulia allle 5 stelle di nanto, dalla sfida con raul ai generali di cento fino ad arrivare all'isola dei demoni e al fratello scomparso Kaio!!
Il voto e' fortemente viziato dal fatto che con juniorTv (canale 66) ci sono cresciuto, quindi risulta difficile dare un voto basso ad un anime che mi ricorda la giovinezza..

Detto questo:
La storia della giovinezza dei nostri beniamini e' decisamente contraddittoria, cambiando addirittura ad ogni cambio di serie fino all'apoteosi finale in cui scopriamo attoniti che altri tre fratelli erano scappati da piccoli nell'isola dei demoni. (tralsciamo a questo proposito gli altri aggiustamenti , davvero troppi per un piccolo spazio come questo :D )
Lascia alquanto sconcertati il cambio repentino di personalita dei cosidetti cattivi, che dopo spargimenti di sangue che farebbero impallidire il piu cruento tarantino, si rivelano di punto in bianco dei fratelloni buontemponi vittime della mancanza d'amore e di un destino crudele... Il sacrifizio non manca mai (Toky, Yu che muore sotto la piramide di Nanto) e ci rallegra il fatto che sia sempre condito con una buone dose di sangue e cinismo.
Le tecniche Hokuto piacciono sempre e credo che abbiano fatto storia (vedasi le tecniche di Happosai in Ranma 1/2 :-) , e i versi di Ken sono ormai nell'immaginario comune di una intera generazione.
L'intreccio amoroso rimane sempre vivo fino alla ultima serie dove, alla luce della nuova caratterizzazione della orami non piu piccola Linn, ci chiediamo se il tutto debba essere riletto sotto una luce piu ammiccante alla pedofilia :).
Ma sono piccole inezie, per una saga che ha segnato una generazione di animofili

Una sola domanda mi attanaglia da piu di 10 anni??
quante magliettine rosse e giacchette blu possiede Ken, contnato che ne strappa una a puntata????

susycix

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susycix

Episodi visti: 100/109 --- Voto 10
Il cartone animato che da quando ero piccolissima mi ha appassionato! E anche oggi che sono cresciuta fa sempre piacere rivedere qualche episodio, dove il mitico successore della divina scuola di hokuto sconfigge i nemici per la giustizia, colpendo gli tsubo (punti di pressione) e facendo esplodere la testa dei nemici!FANTASTICO! Guardate anche la trilogia è davvero bella ed appassionante!

Sigfried the Dark Knight

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Sigfried the Dark Knight

Episodi visti: 109/109 --- Voto 10
Kenshiro è in assoluto il cartone più bello che io abbia mai visto: le scene di combattimento sono le più avvincenti di sempre anche se talvolta, con gli scarsoni, eccede nello splatter ma a me ciò non disgusta affatto. La cosa che di più mi è piaciuta è sicuramente la sfida contro Sauzern mentre la seconda serie mi ha un po' delusa come avversari e trama: un po' pallosa! Molto bella è anche l'eterna sfida col fratello Raul che alla fine si suicida nel disperato tentativo di sconfiggere il giovane fratello! IO è gay e Caio se la tira tanto ma alla fine fa na figura i 'mme... in una puntata!!!

kappei78

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kappei78

Episodi visti: 109/109 --- Voto 8
Ok, questo anime è pieno zeppo di difetti, a partire dall'infarcitura di retorica e buonismo mescolati ad una trama sicuramente scontata (dopo ogni cattivo ne arriva un altro più forte e così via..) e a disegni che non reggono il confronto delle produzioni odierne (ma questo non è necessariamente un male), però questo è Kenshiro, e per chi come me è cresciuto a pane e Ken, rimane assolutamente un Must.
Probabilmente oggi non riuscirei a seguirne tutti gli episodi, (cosa che ho fatto almeno tre volte), però se mi capita di rivederne un passaggio sul circuito locale, qualche minuto è obbligatorio.
Per chi non lo ha mai visto (??esiste qualcuno??), allora la visione è super consigliata!!

Testu

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Testu

Episodi visti: 109/109 --- Voto 7
Un buon anime dell'infanzia. Il protagonista va a raminkio per i deserti ad ammazzare a destra e a manca, in uno scenario post atomico in cui inspiegabilmente non sono ancora tutti morti come sorci per le radiazioni restanti, ma hanno solo problema di acqua e cibo. Tecniche mortali, esplosive e di taglio, uomini alti come montagne (e non per mutazioni), predoni sotto ogni sasso pronti a ridere in falsetto come imbecilli, a slinguazzare un coltello e a fare una brutta fine... Insomma detta così fa ridere e nella sua figaggine in fondo non se lo negava in effetti. Tutto questo casino poi per salvare Julia, che come una moderna Elena sarà contesa sempre da uomini potenti, senza farsi quasi mai vedere, avendo una poco convincente appartenenza ad una delle scuole e un aspetto piacente ma in linea con le altre donzelle.

Passi tutto ciò, ma la seconda serie è quanto di più irritante esista, praticamente tutto il cimitero passato e le puntate viste saranno state inutili, Ken non è destinato alla felicità, ancora meno incline al perdono e come al solito dovrà dispensare punti di pressione uattattà a non finire.

Tra le tante ingenuità volute in questo prodotto scatenato, una che non si è mai spiegata e dove trovasse il ricambio sempre uguale dato che lacerava spesso la sua giacchetta impolverata. Altra cosa bizzarra era che dovevano crepare sempre tutti quelli forti, buoni o cattivi che fossero e se non era Ken ad ammazzarli, o si sacrificavano per gli altri facendosi schiacciare da rocce o consumandosi lentamente contro battaglioni infiniti, oppure finivano infilzati a tradimento da freccie o era un'altro più forte a sfidarli e ucciderli, più per machistico diletto (povero Fudo della montagna) che per un vero bisogno. La graduale, inesorabile estinzione di tutte le scuole millenarie di lotta, escluso forse (a parte Hokuto) quella del maestro con la protesi alla gamba, che svantaggiato fisicamente e debilitato da Ken, doveva ovviamente avere la sfiga assurda di scontrarsi con l'unico lottatore minore decente sull'isola dei demonietti. Lui quantomeno aveva appena avuto un figlio (chi lo avrebbe addestrato per tramandare lo stile di lotta rimane però un mistero). Ken invece a parte un coma con Kaio, pareva ingiustamente non risentire mai, nemmeno temporaneamente delle ferite post boss, cosa che a all'amico Rei e al fratello biologico Hyo avrebbe fatto certamente comodo.

Alla potenza di un sol uomo che con tre dita ti ferma un treno, con un tocco ti paralizza e ti fa implodere e magari ti sconfigge da solo pure un esercito ti abitui, la violenza aveva un suo "fascino", ma diventava già nella prima serie troppo gratuita e saziante. La prima stagione rimane comunque la migliore a parere mio, nella seconda vediamo l'inutile Lyn che sostituisce prevedibilmente l'inutile Julia, ma non è ricambiata e guardacaso tra gli altri uomini più forti del mondo c'è un fratello di Ken ma soprattutto un gemello di Raul che ti fa gridare "viva l'originalità".

In realtà l'unica cosa geniale di questo riciclo devastante è come alla fine grazie a Kaio e Ken il povero Bart se la sia presa in quel posto due volte, per il resto si può simpaticamente definirlo una serie carina, anche per nostalgia, ma assai coatta e allungata.

Paky

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Paky

Episodi visti: 155/109 --- Voto 10
Hokuto no ken!!! A parer mio il migliore anime in assoluto, ricco di colpi di scena, azioni violente e sangiunose, una storia cruenta ambientata in uno scenario post-apocalittico!!! I personaggi dell'anime sono rudi e crudeli, personaggi che si distinguono dai minori per aspetto e stazza cosa che fa dell'anime il fulcro fondamentale!!! E che dire del personaggio principale Ken Shiro, l'ultimo baluardo per la salvezza di quest'epoca di violenza e crudeltà!!! Consiglio a tutti di vedere questo anime, soprattutto la seconda serie che contiene disegni eccezionali; ne rimarrete soddisfatti!!!

Musashi Miyamoto

 5
Musashi Miyamoto

Episodi visti: 109/109 --- Voto 10
Che dire su questo anime apparte il fatto che è perfetto. Storia avvincente, personaggi ben strutturati sia fisicamente che psicologicamente, combattimenti divini, la grafica (considerando gli anni di produzione) è buona e infine la colonna sonora assolutamente perfetta, chi di noi da piccolo non cantava la mitica sigla ("Ken sei tu, fantastico guerriero..."). Ken il guerriero (o Hokuto no Ken) ha fatto la storia degli anime non invecchiando mai e rimanendo sempre recente perciò si merita a pieno il voto massimo.

capitano tylor

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capitano tylor

Episodi visti: 157/109 --- Voto 10
Precisazione: non ricordo il numero esatto di episodi!!
Comunque altro anime storico degli anni '80 che in Italia ha fatto il macello, sia nel bene che nel male, ma che in noi ragazzi ha lasciato il segno in eterno. Il protagonista qui infatti esce dai canoni di eroe puro che redime il cattivo, per diventare piu' vendicativo e cattivello nei confronti dei nemici, dando una sorta di senso di appagamento allo spettatore che si rodeva il fegato con le terribili angherie che i deboli subivano di continuo ogni puntata. Ken è comunque anche celebrazione dei guerrieri e delle loro virtu', simboli di precise idee di cui diventano splendidi esempi - vi dice nulla la stella del sacrificio? Poco importa se tutto questo è preso da molti action movies del periodo e se i concetti si ritrovano anche in altre opere - Saint Seiya ad esempio -cio' che rappresenta Ken è il figone che da la giusta lezione a chi se la merita.
Un cartone che impressiono' noi bambini di allora e che continuera'. In eterno.

Rafghost2

 2
Rafghost2

Episodi visti: 109/109 --- Voto 9
Qui ci troviamo di fronte ad uno dei capisaldi piu belli dell'animazione nipponica, lavoro di gente che ci sa veramente fare con gli anime.
La trama c'è anche se è sommersa dai cadaveri di tutte le persone uccise dal mitico KEN, inutile dire che rientra fra i più violenti anime mai sfornati se non addirittura in vetta alla classifica. Il disegno è incisivo anche se un po rude. I combattimenti spettacolari lasciano la scia del 9 che si merita pienamente il più grande picchiaduru mai andato in onda!!!!!

Nemodark

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Nemodark

Episodi visti: 109/109 --- Voto 10
Questo anime ha cambiato il mondo dell' animazione, portando intere generazioni dalle serie dei vari Robot, verso una nuovo mondo dell'animazione... L'anime parte benissimo, la sigla inziale e' spettacolare, la trama molto articolata, introduce nuove idee, ad esempio il concetto del superuomo che grazie all'allenamento costante porta al superamento dei propi limiti fisici con effetti spettacolari. I combattimenti, la lotta per la sopravivenza, l'amicizia, l'amore sono i vari ingredienti di questo prodotto veramenete completo. Io lo reputo come tanti altri uno dei pochi capolavori dell' animazione Giapponese. Se siete tra i pochi che ancora non l'hanno visto vi consiglio vivamente di guardarlo un vero Cult Anime.....

Zelgadis

 5
Zelgadis

Episodi visti: 109/109 --- Voto 4
Hokuto no Ken, il cartone più truzzo della storia. Storia con tantissime contraddizioni, animazioni scadentissime anche per l'epoca, eppure ha esercitato un fascino incredibile su un'intera generazione.
Le tecniche esagerate, ma spettacolari e i personaggi super fighi sono forse il segreto del successo del cartone.

Vorrei dargli un 7 considerati i difetti, ma c'è una cosa che proprio non sopportavo: i nemici che alla fine si pentivano. Vedere Caio alla fine che piangeva (dopo essere arrivato ad uccidere la sorella per trarne un vantaggio) mi ha fatto proprio cadere le braccia (senza questo buonismo assurdo e immotivato il 7 ci stava tutto).

Ferro

 4
Ferro

Episodi visti: 0/109 --- Voto 10
omaewa mo shindeiru!!(tu sei già morto!!)...che cosa dire dell'anime con cui sono cresciuto fin dalla più tenera età?...chi non ha mai provato a far esplodere qualcuno con i punti segreti di pressione?chi in italia non conosce kenshiro? basta dire uatàààààààà!!! che tutti sanno di che cosa t stia parlando...
UNA LEGGENDA...
la lotta per la giustizia e le tragiche vicende del mitico successore della sacra scuola di hokuto regneranno per empre splendenti nel regno degli anime di tutti i tempi!!!
ps secondo me la sigla italiana di kenshiro è una delle migliori sigle italiane che ci siano mai state x un anime...altro che cristina d'avena!:)
Ferro

Gianfranco

 4
Gianfranco

Episodi visti: 0/109 --- Voto 10
Questo anime è sempre stato usato come termine di paragone per le nuove generazioni. Ken il guerriero è azione, è violenza (censurata nella edizione italiana) ma è anche tanta profondità. Partendo dai personaggi, tutti ben caratterizzati, con personalità forte e propri ideali. La storia è lunga, articolata, ed ha come filo conduttore il senso di lotta per la giustizia. Il protagonista cambierà con il tempo sia fisionomia, tono di voce che maturità personale rendendo palpabile il suo progresso come uomo alla fine della storia.
L'introduzione degli "Tsubo" nelle tecniche di lotta è stata una trovata davvero geniale, rendendo l'anime si spettacolare, ma con un certo semi-realismo da rendere più che accettabile le "esagerazioni" presenti.
Dopo averlo visto e rivisto non mi sono mai annoiato, forse perchè sono sempre alla ricerca di scorgere qualche particolare che prima mi era sfuggito.
Peccato che non esista una serie in DVD, e che tutto ciò sia uscito intorno a questa serie sia soltanto speculazione commerciale.

Zooropa

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Zooropa

Episodi visti: 109/109 --- Voto 8
Uno degli anime più popolari in assoluto nel nostro paese. E'talmente famoso che non spenderò troppe parole sulla trama che in effetti è abbastanza semplice nella sua clamorosa lunghezza. Il legittimo successore della scuola di Okuto si fa strada in un mondo post bellico affrontando nemici sempre più potenti a colpi di antiche e potentissime tecniche di arti marziali. Violenza gratuita, gore che a volte diventa splatter sono il condimento di questa serie che è stata consegnata ai classici di sempre.