Le Bizzarre Avventure di JoJo - Prequel
Volevo portare alla luce alcuni degli aspetti di questi OVA, che in parte mi piacciono anche più del manga, soprattutto per l'atmosfera generale, dove la suspense si taglia con il coltello.
Belli i personaggi, fanno scelte molto più intelligenti rispetto al manga, per esempio prendere un aereo della fondazione Speedwagon e non uno di linea, sapendo di essere braccati dai sicari; le rielaborazioni degli Stand sono molto ben riuscite, come nel terzo OVA, "Silver Chariot & Strenght", dove Polnareff uccide Forever per salvare e consolidare l'amicizia con Jotaro & Co. o dove Enya viene presentata come una donna giovane e affascinante, per aumentare la suspense, cosa esclusivamente rivolta agli spettatori dell'OVA e non ai "fanatici del manga" o a chi avesse già letto la controparte cartacea. Direi che come cosa ci sta, perché gli OVA in genere sono il biglietto da visita per un'opera poi più vasta e diramata.
Punti dolenti: da Hayama mi sarei aspettato un character design superiore (anche se a tratti è bellissimo), ma in alcuni frame ha invecchiato troppo i personaggi; secondo me doveva mantenere lo stesso chara degli OVA anni '90. Poi sono gusti personali, ovviamente la serie resta comunque un must, sempre bella da rivedere, e nella sua interezza ha il suo fascino.
Ribadisco l'ottimo doppiaggio Italiano eseguito da veterani come Ivo De Palma, Diego Sabre, Gianluca Iacono.
Belli i personaggi, fanno scelte molto più intelligenti rispetto al manga, per esempio prendere un aereo della fondazione Speedwagon e non uno di linea, sapendo di essere braccati dai sicari; le rielaborazioni degli Stand sono molto ben riuscite, come nel terzo OVA, "Silver Chariot & Strenght", dove Polnareff uccide Forever per salvare e consolidare l'amicizia con Jotaro & Co. o dove Enya viene presentata come una donna giovane e affascinante, per aumentare la suspense, cosa esclusivamente rivolta agli spettatori dell'OVA e non ai "fanatici del manga" o a chi avesse già letto la controparte cartacea. Direi che come cosa ci sta, perché gli OVA in genere sono il biglietto da visita per un'opera poi più vasta e diramata.
Punti dolenti: da Hayama mi sarei aspettato un character design superiore (anche se a tratti è bellissimo), ma in alcuni frame ha invecchiato troppo i personaggi; secondo me doveva mantenere lo stesso chara degli OVA anni '90. Poi sono gusti personali, ovviamente la serie resta comunque un must, sempre bella da rivedere, e nella sua interezza ha il suo fascino.
Ribadisco l'ottimo doppiaggio Italiano eseguito da veterani come Ivo De Palma, Diego Sabre, Gianluca Iacono.
Questo addattamento OAV di "Stardust Crusaders", creato sette anni dopo la prima serie, va posta, appunto come dice il titolo, prima dei sei episodi precedenti, portando la lunghezza della storia ad una totalità di "ben" tredici episodi, e finalmente si introducono in maniera sensata i nostri eroi e il come sono arrivati al punto dell'OAV del 1993.
Con la totalità dei tredici episodi, finalmente si arriva ad apprezzare in maniera maggiore il tutto, ma resta comunque un grosso problema, ovvero i tagli enormi che sono stati fatti. Il manga "Stardust Crusaders" conta (nella nuova ristampa Star Comics) dieci volumi da 300-350 pagine ognuno, quindi non ci vuole molto a capire che tredici episodi sono veramente pochi a livello di trama totale. Nonostante ciò, questi sette episodi, sono totalmente godibili anche se, sotto il mio punto di vista, a un livello inferiore rispetto ai sei del 1993. Con questo adattamento finalmente iniziamo a capire meglio i protagonisti e il motivo per cui si sono uniti nel viaggio verso la sconfitta di Dio Brando. Le musiche e i disegni rimangono ad un livello alto e soprattutto il doppiaggio è probabilmente il migliore che abbia mai sentito, ogni personaggio ha una voce che gli calza a pennello.
In pratica sarebbe un anime perfetto, ma onestamente oltre l'otto non posso dare. L'anime nella sua totalità, contando anche l'altra serie, è veramente godibile ma vedere tutta questa potenzialità sprecarsi in una storia riassunta mi delude molto.
Ora non mi resta che attendere con ansia il nuovo adattamento che uscirà, ben sapendo che il livello di disegno sarà diverso e probabilmente meno adatto alla storia ma con una cura maggiore sul punto di vista della trama. Ciò non toglie che questa serie è da amare anche nei suoi difetti e che ogni volta che la riguarderò i miei occhi brilleranno come fosse la prima volta.
Al contrario di quello che ho fatto nella recensione della serie del 1993, lo consiglio soprattutto a chi non conosce il manga, per entrare nel mondo di uno dei migliori shounen mai fatti. Quindi guardatevi tutta questa serie per poi sapere come finisce con gli altri sei episodi precedentemente fatti, vi assicuro che non è tempo perso.
Con la totalità dei tredici episodi, finalmente si arriva ad apprezzare in maniera maggiore il tutto, ma resta comunque un grosso problema, ovvero i tagli enormi che sono stati fatti. Il manga "Stardust Crusaders" conta (nella nuova ristampa Star Comics) dieci volumi da 300-350 pagine ognuno, quindi non ci vuole molto a capire che tredici episodi sono veramente pochi a livello di trama totale. Nonostante ciò, questi sette episodi, sono totalmente godibili anche se, sotto il mio punto di vista, a un livello inferiore rispetto ai sei del 1993. Con questo adattamento finalmente iniziamo a capire meglio i protagonisti e il motivo per cui si sono uniti nel viaggio verso la sconfitta di Dio Brando. Le musiche e i disegni rimangono ad un livello alto e soprattutto il doppiaggio è probabilmente il migliore che abbia mai sentito, ogni personaggio ha una voce che gli calza a pennello.
In pratica sarebbe un anime perfetto, ma onestamente oltre l'otto non posso dare. L'anime nella sua totalità, contando anche l'altra serie, è veramente godibile ma vedere tutta questa potenzialità sprecarsi in una storia riassunta mi delude molto.
Ora non mi resta che attendere con ansia il nuovo adattamento che uscirà, ben sapendo che il livello di disegno sarà diverso e probabilmente meno adatto alla storia ma con una cura maggiore sul punto di vista della trama. Ciò non toglie che questa serie è da amare anche nei suoi difetti e che ogni volta che la riguarderò i miei occhi brilleranno come fosse la prima volta.
Al contrario di quello che ho fatto nella recensione della serie del 1993, lo consiglio soprattutto a chi non conosce il manga, per entrare nel mondo di uno dei migliori shounen mai fatti. Quindi guardatevi tutta questa serie per poi sapere come finisce con gli altri sei episodi precedentemente fatti, vi assicuro che non è tempo perso.
Le Bizzarre Avventure di JoJo è un anime difficile da valutare. Perché? Dopo avere letto il manga ho notato non solo una grande differenza con lo stile di disegno, ma anche un enorme taglio di materiale rispetto al manga. Un manga con un grandissimo potenziale e grandissima quantità di roba ridotto ad una serie di soli 7 episodi complessivi. Troppo poco.
Quindi questa serie raggiunge i livelli del manga? Non proprio. Sì, si sono tenuti gli avversari più carismatici (non proprio tutti) e le storie più interessanti del manga, ma si sono tolte tante altre "cose" buone. In pratica si vede giusto il 20% di ciò che succede nel manga, forse anche meno. Non dico che questo non abbia avuto i suoi frutti però si è, secondo me, esagerato un po' troppo.
Detto questo, posso dire che la qualità tecnica non è male, anche se non eccelsa. Gli scontri sono realizzati benino, anche se rispetto al manga li ho trovati meno avvincenti. L'unico scontro che si salva è la battaglia finale contro Dio Brando. Anzi, questo scontro mi è piaciuto più in quest'anime che nel manga, e non so il perché.
Una nota di merito va anche al nostro fantastico doppiaggio, bello e preciso, con un Ivo De Palma perfetto nel ruolo di Jotaro.
Insomma, quest'anime mi era piaciuto, ma dopo la lettura del manga mi è calato un po'. Sicuramente è da vedere, specialmente se non si è letto il manga. Almeno ci si può fare un'idea su questo titolo, prima di acquistarne la versione cartacea. In poche parole io lo vedo come un riassunto del manga.
Il voto che do a questo titolo è 7. Nel bene o nel male è pur sempre un anime de "Le Bizzarre Avventure di Jojo", ed essendo l'unico della sua "specie" merita un po' di gratitudine. Anche se ci sono dei "però".
Quindi questa serie raggiunge i livelli del manga? Non proprio. Sì, si sono tenuti gli avversari più carismatici (non proprio tutti) e le storie più interessanti del manga, ma si sono tolte tante altre "cose" buone. In pratica si vede giusto il 20% di ciò che succede nel manga, forse anche meno. Non dico che questo non abbia avuto i suoi frutti però si è, secondo me, esagerato un po' troppo.
Detto questo, posso dire che la qualità tecnica non è male, anche se non eccelsa. Gli scontri sono realizzati benino, anche se rispetto al manga li ho trovati meno avvincenti. L'unico scontro che si salva è la battaglia finale contro Dio Brando. Anzi, questo scontro mi è piaciuto più in quest'anime che nel manga, e non so il perché.
Una nota di merito va anche al nostro fantastico doppiaggio, bello e preciso, con un Ivo De Palma perfetto nel ruolo di Jotaro.
Insomma, quest'anime mi era piaciuto, ma dopo la lettura del manga mi è calato un po'. Sicuramente è da vedere, specialmente se non si è letto il manga. Almeno ci si può fare un'idea su questo titolo, prima di acquistarne la versione cartacea. In poche parole io lo vedo come un riassunto del manga.
Il voto che do a questo titolo è 7. Nel bene o nel male è pur sempre un anime de "Le Bizzarre Avventure di Jojo", ed essendo l'unico della sua "specie" merita un po' di gratitudine. Anche se ci sono dei "però".
Com’è ben noto, questa serie di sette OAV de “Le Bizzarre Avventure di Jojo”, pur essendo successiva alla precedente del 1993, composta da sei OAV, che animano la parte finale del manga, ne costituisce di fatto il prequel.
L’anime è la trasposizione della terza parte della saga dei Joestar, quella denominata Stardust Crusaders. Vista la natura di saghe ben separate e distinte del manga, questa serie è perfettamente comprensibile anche se presa da sola, senza conoscere gli eventi avvenuti nelle due serie precedenti.
Comunque, gli episodi si aprono con un’introduzione che mostra lo scontro finale, sul vascello in alto mare, tra la testa di Dio Brando e Jonathan Joestar con cui si chiudeva la prima serie.
La storia raccontata nell’anime è quella del viaggio di Jotaro, suo nonno Joseph e altri compagni, alla volta de Il Cairo in Egitto, per sconfiggere il malvagio Dio Brando che è tornato in vita dalle profondità oceaniche appropriandosi del corpo di Jonathan.
Il manga è a mio parere geniale, e dunque con ottime premesse, speravo in un ottimo anime.
Invece è solo un “buon” anime. Non regge assolutamente il confronto con l’opera cartacea.
Innanzitutto è lento, e in sette episodi non ingrana. Molte cose del manga sono state per forza di cose lasciate fuori, moltissimi Stand nemici e combattimenti più divertenti e memorabili di quelli proposti in quest’anime, ad esempio Joseph e Abdul magnetizzati, cosa divertentissima. Solo le parti più importanti, come i primi incontri tra i personaggi del gruppo, sono state animate, e anche con alcune modifiche, ad esempio nel caso di Polnareff.
I disegni poi non mi sono piaciuti molto, non sono brutti, ma sono molto diversi da quelli del manga, e soprattutto non riescono a rendere l’azione e il dinamismo che scaturiva a ogni vignetta del manga. Le scene dei combattimenti tra Stand le ho trovate appena sufficienti. Anche queste non rendono assolutamente nulla rispetto agli originali cartacei, e non vengono per nulla spiegati i vari punti di forza e debolezze degli Stand, caratteristica su cui Araki impostava interamente gli scontri.
I personaggi però sono ben resi, e mantengono bene le loro caratteristiche principali. Trovo Jotaro, Joseph, Polnareff straordinari, e da soli reggono la storia, visto che i nemici che sono stati inseriti non sono degli di nota.
Ultima nota sul doppiaggio italiano: molto buono, quasi perfetto. L’unico che non mi convince è il doppiatore di Polnareff, che è comunque bravissimo, ma la sua voce su quel personaggio non la trovo per nulla azzeccata. Sono straordinari invece a mio avviso Ivo de Palma su Jotaro e il doppiatore di Joseph, che ha esattamente la voce che immaginavo per quel personaggio.
Non ho ancora visto gli episodi successivi, quelli di produzione più vecchia, dunque non so se le cose miglioreranno. Questa serie di OAV secondo me è riuscita a metà. E’ chiaro che è stata creata con l’intento di collegare gli eventi a quelli visti nei vecchi OAV, ma magari con più episodi a disposizione si sarebbe potuto fare meglio.
Magari valutando interamente il progetto, il giudizio sarebbe diverso, ma visto solo questo “prequel”, non mi ha convinto molto.
Lo consiglio a chi ha letto già il manga e vuole vedere i personaggi muoversi, anche se è perfettamente usufruibile da solo, c’è il rischio di non apprezzarlo. Invece con la lettura del manga alle spalle, si può valutare il prequel diversamente. Nel mio caso, il giudizio è appena sufficiente. Ma ripeto, non perché l’anime sia brutto, semmai sono fresco di lettura del suddetto manga, e gli straordinari eco di genialità sono ancora nella mia testa, solo per questo non posso dargli di più.
E' un vero peccato, spero davvero in una serie fatta bene che animi tutto il manga.
L’anime è la trasposizione della terza parte della saga dei Joestar, quella denominata Stardust Crusaders. Vista la natura di saghe ben separate e distinte del manga, questa serie è perfettamente comprensibile anche se presa da sola, senza conoscere gli eventi avvenuti nelle due serie precedenti.
Comunque, gli episodi si aprono con un’introduzione che mostra lo scontro finale, sul vascello in alto mare, tra la testa di Dio Brando e Jonathan Joestar con cui si chiudeva la prima serie.
La storia raccontata nell’anime è quella del viaggio di Jotaro, suo nonno Joseph e altri compagni, alla volta de Il Cairo in Egitto, per sconfiggere il malvagio Dio Brando che è tornato in vita dalle profondità oceaniche appropriandosi del corpo di Jonathan.
Il manga è a mio parere geniale, e dunque con ottime premesse, speravo in un ottimo anime.
Invece è solo un “buon” anime. Non regge assolutamente il confronto con l’opera cartacea.
Innanzitutto è lento, e in sette episodi non ingrana. Molte cose del manga sono state per forza di cose lasciate fuori, moltissimi Stand nemici e combattimenti più divertenti e memorabili di quelli proposti in quest’anime, ad esempio Joseph e Abdul magnetizzati, cosa divertentissima. Solo le parti più importanti, come i primi incontri tra i personaggi del gruppo, sono state animate, e anche con alcune modifiche, ad esempio nel caso di Polnareff.
I disegni poi non mi sono piaciuti molto, non sono brutti, ma sono molto diversi da quelli del manga, e soprattutto non riescono a rendere l’azione e il dinamismo che scaturiva a ogni vignetta del manga. Le scene dei combattimenti tra Stand le ho trovate appena sufficienti. Anche queste non rendono assolutamente nulla rispetto agli originali cartacei, e non vengono per nulla spiegati i vari punti di forza e debolezze degli Stand, caratteristica su cui Araki impostava interamente gli scontri.
I personaggi però sono ben resi, e mantengono bene le loro caratteristiche principali. Trovo Jotaro, Joseph, Polnareff straordinari, e da soli reggono la storia, visto che i nemici che sono stati inseriti non sono degli di nota.
Ultima nota sul doppiaggio italiano: molto buono, quasi perfetto. L’unico che non mi convince è il doppiatore di Polnareff, che è comunque bravissimo, ma la sua voce su quel personaggio non la trovo per nulla azzeccata. Sono straordinari invece a mio avviso Ivo de Palma su Jotaro e il doppiatore di Joseph, che ha esattamente la voce che immaginavo per quel personaggio.
Non ho ancora visto gli episodi successivi, quelli di produzione più vecchia, dunque non so se le cose miglioreranno. Questa serie di OAV secondo me è riuscita a metà. E’ chiaro che è stata creata con l’intento di collegare gli eventi a quelli visti nei vecchi OAV, ma magari con più episodi a disposizione si sarebbe potuto fare meglio.
Magari valutando interamente il progetto, il giudizio sarebbe diverso, ma visto solo questo “prequel”, non mi ha convinto molto.
Lo consiglio a chi ha letto già il manga e vuole vedere i personaggi muoversi, anche se è perfettamente usufruibile da solo, c’è il rischio di non apprezzarlo. Invece con la lettura del manga alle spalle, si può valutare il prequel diversamente. Nel mio caso, il giudizio è appena sufficiente. Ma ripeto, non perché l’anime sia brutto, semmai sono fresco di lettura del suddetto manga, e gli straordinari eco di genialità sono ancora nella mia testa, solo per questo non posso dargli di più.
E' un vero peccato, spero davvero in una serie fatta bene che animi tutto il manga.
Adattamento animato di Stardust Crusaders, terza parte della monumentale saga della famiglia Joestar, questa breve serie OAV vede il protagonista Jotaro Kujo, suo nonno Joseph Joestar e i compagni Mohammad Abdul, Noriaki Kakyoin e Jean Pierre Polnareff partire alla volta dell'Egitto per debellare la minaccia del rinato Dio Brando, ancestrale nemico della famiglia Joestar da generazioni, e dei molti guerrieri al suo servizio.
C'è una particolarità: questi OAV fanno da prequel, come suggerisce il titolo, ad altri sei episodi, immessi sul mercato diversi anni prima, portando così il numero totale di episodi della versione animata di Stardust Crusaders a un più canonico 13.
Come mai si sia optato per un adattamento così particolare e un po' confusionario non è dato saperlo, ma per il momento limitiamoci a giudicare i sette episodi che compongono il "Prequel".
Vien da sé che, dal momento che la saga si compone di 10 volumi complessivi (secondo la numerazione dell'ultima ristampa giapponese attualmente in corso di pubblicazione in Italia, ma essendo volumoni di più di 300 pagine potrete notare che la storia di Stardust Crusaders è tutt'altro che breve) e gli episodi sono solo 7, l'adattamento non rispecchierà perfettamente il cartaceo. Infatti precisiamo sin da subito che la storia si ferma a parte del quarto dei dieci volumi summenzionati, e che buona parte delle vicende contenute nei volumi presi in esame non è stata trasposta in animazione.
Questo "Prequel", dunque, innanzitutto non copre tutta la storia, che "continua" negli episodi degli anni '90, ma anche la parte di storia esaminata da questi OAV è soltanto un "best of" degli episodi del manga. Cosa fortunatamente permessa dalla natura autonconclusiva di questa serie, che propone una trama molto lineare che funge da pretesto per una lunga serie di combattimenti, i quali sono stati dunque scartati o selezionati a discrezione degli adattatori.
Chi conosce il manga originale rimarrà dunque un po' deluso dall'esclusione di diversi combattimenti ivi presenti e dei cambiamenti effettuati ad alcune vicende per legare la trama agli episodi degli anni '90.
Chi invece si approccia a Jojo per la prima volta con questi OAV non si accorgerà dei tagli apportati alla vicenda originale e a mio avviso riuscirà ugualmente ad appassionarsi a una vicenda che anche così risulta estremamente coinvolgente.
La storia imbastita dal maestro Araki, anche in questa selezione degli episodi migliori, è avvincente, ricca d'azione, di belle trovate e di personaggi carismatici. I quali, purtroppo, per via dei tagli effettuati alla storia originale, risulteranno a volte un po' piatti e non avranno occasione di mostrare il loro lato migliore allo spettatore, magari perché vengono esclusi dalla versione animata scontri che li vedevano protagonisti. Non si tratta comunque di un difetto troppo grave, sicuramente non fa storcere il naso più di tanto. Va detto anche che, essendo l'adattamento dei primi episodi del manga, ossia quelli che fungevano da presentazione per i personaggi e per i loro poteri, e dove l'autore stesso non aveva ancora sviluppato nel miglior modo tutta la genialità dei poteri posseduti dai personaggi, i primi scontri saranno meno intensi e particolari rispetto a quelli successivi e/o futuri e, dato lo scarso numero di puntate, forse sembreranno un po' pochi.
Da lodare, invece, è il comparto tecnico, che presenta delle animazioni molto fluide, dei colori molto vivaci, bei disegni molto fedeli allo stile dell'autore originale ma rielaborati in chiave moderna, e una bella colonna sonora molto d'atmosfera, che spesso ci offre anche degli ottimi motivetti tradizionali indiani o del medio-oriente, ma che, purtroppo, manca totalmente di sigle d'apertura o chiusura che possano scolpirsi nella testa dello spettatore e donargli un preciso ricordo musicale della serie.
Se c'è un elemento su cui si possono spendere soltanto innumerevoli parole d'elogio, inoltre, è il doppiaggio italiano a opera di Yamato Video che, fortunatamente, ha editato in DVD le due serie OAV ponendole secondo l'ordine cronologico della storia e non della realizzazione.
Le bizzarre avventure di Jojo è la manna dal cielo per gli appassionati della scuola di doppiaggio milanese. Ci sono davvero i maggiori "big" del settore: Jotaro è un flemmatico Ivo De Palma, Joseph un austero Enrico Bertorelli, Abdul un saggio Marco Balbi, Kakyoin un ardito Diego Sabre, Polnareff uno scanzonato Riccardo Lombardo, Dio un carismatico Marco Balzarotti. E ancora abbiamo Tony Fuochi, Giovanni Battezzato, Claudio Moneta, Donatella Fanfani, davvero straordinari in ogni interpretazione.
Più di una volta mi sono trovato con gli occhi che mi brillavano nel sentire questi personaggi - e queste voci a me tanto care - dialogare fra loro.
Lo trovo uno dei migliori doppiaggi mai sentiti per una serie animata, il quale senza dubbio dona lustro a un'opera purtroppo scombinata e "monca" all'origine e vale l'intera visione.
Il prequel di Jojo, dunque, è un'opera che purtroppo si porta dietro diversi difetti, che si sarebbero potuti evitare se a monte si fosse deciso per un adattamento del manga sin dalla sua prima saga e poi a seguire. Tuttavia, la buona realizzazione tecnica, la storia avvincente e ricca d'azione e, soprattutto, il meraviglioso doppiaggio italiano fanno sì che i suoi punti risalgano. La visione è dunque consigliata un po' a tutti, sia ai lettori del manga, che storceranno sì il naso per l'esclusione di diverse vicende ma potranno trovare in questi OAV un ottimo divertissement splendidamente doppiato, sia ai "profani" di Jojo, che troveranno ad attenderli una storia veramente adrenalinica e ben fatta e a mio parere non potranno fare a meno di buttarsi sul manga da cui è tratta, scoprendo uno dei migliori shounen manga di combattimenti sulla piazza.
C'è una particolarità: questi OAV fanno da prequel, come suggerisce il titolo, ad altri sei episodi, immessi sul mercato diversi anni prima, portando così il numero totale di episodi della versione animata di Stardust Crusaders a un più canonico 13.
Come mai si sia optato per un adattamento così particolare e un po' confusionario non è dato saperlo, ma per il momento limitiamoci a giudicare i sette episodi che compongono il "Prequel".
Vien da sé che, dal momento che la saga si compone di 10 volumi complessivi (secondo la numerazione dell'ultima ristampa giapponese attualmente in corso di pubblicazione in Italia, ma essendo volumoni di più di 300 pagine potrete notare che la storia di Stardust Crusaders è tutt'altro che breve) e gli episodi sono solo 7, l'adattamento non rispecchierà perfettamente il cartaceo. Infatti precisiamo sin da subito che la storia si ferma a parte del quarto dei dieci volumi summenzionati, e che buona parte delle vicende contenute nei volumi presi in esame non è stata trasposta in animazione.
Questo "Prequel", dunque, innanzitutto non copre tutta la storia, che "continua" negli episodi degli anni '90, ma anche la parte di storia esaminata da questi OAV è soltanto un "best of" degli episodi del manga. Cosa fortunatamente permessa dalla natura autonconclusiva di questa serie, che propone una trama molto lineare che funge da pretesto per una lunga serie di combattimenti, i quali sono stati dunque scartati o selezionati a discrezione degli adattatori.
Chi conosce il manga originale rimarrà dunque un po' deluso dall'esclusione di diversi combattimenti ivi presenti e dei cambiamenti effettuati ad alcune vicende per legare la trama agli episodi degli anni '90.
Chi invece si approccia a Jojo per la prima volta con questi OAV non si accorgerà dei tagli apportati alla vicenda originale e a mio avviso riuscirà ugualmente ad appassionarsi a una vicenda che anche così risulta estremamente coinvolgente.
La storia imbastita dal maestro Araki, anche in questa selezione degli episodi migliori, è avvincente, ricca d'azione, di belle trovate e di personaggi carismatici. I quali, purtroppo, per via dei tagli effettuati alla storia originale, risulteranno a volte un po' piatti e non avranno occasione di mostrare il loro lato migliore allo spettatore, magari perché vengono esclusi dalla versione animata scontri che li vedevano protagonisti. Non si tratta comunque di un difetto troppo grave, sicuramente non fa storcere il naso più di tanto. Va detto anche che, essendo l'adattamento dei primi episodi del manga, ossia quelli che fungevano da presentazione per i personaggi e per i loro poteri, e dove l'autore stesso non aveva ancora sviluppato nel miglior modo tutta la genialità dei poteri posseduti dai personaggi, i primi scontri saranno meno intensi e particolari rispetto a quelli successivi e/o futuri e, dato lo scarso numero di puntate, forse sembreranno un po' pochi.
Da lodare, invece, è il comparto tecnico, che presenta delle animazioni molto fluide, dei colori molto vivaci, bei disegni molto fedeli allo stile dell'autore originale ma rielaborati in chiave moderna, e una bella colonna sonora molto d'atmosfera, che spesso ci offre anche degli ottimi motivetti tradizionali indiani o del medio-oriente, ma che, purtroppo, manca totalmente di sigle d'apertura o chiusura che possano scolpirsi nella testa dello spettatore e donargli un preciso ricordo musicale della serie.
Se c'è un elemento su cui si possono spendere soltanto innumerevoli parole d'elogio, inoltre, è il doppiaggio italiano a opera di Yamato Video che, fortunatamente, ha editato in DVD le due serie OAV ponendole secondo l'ordine cronologico della storia e non della realizzazione.
Le bizzarre avventure di Jojo è la manna dal cielo per gli appassionati della scuola di doppiaggio milanese. Ci sono davvero i maggiori "big" del settore: Jotaro è un flemmatico Ivo De Palma, Joseph un austero Enrico Bertorelli, Abdul un saggio Marco Balbi, Kakyoin un ardito Diego Sabre, Polnareff uno scanzonato Riccardo Lombardo, Dio un carismatico Marco Balzarotti. E ancora abbiamo Tony Fuochi, Giovanni Battezzato, Claudio Moneta, Donatella Fanfani, davvero straordinari in ogni interpretazione.
Più di una volta mi sono trovato con gli occhi che mi brillavano nel sentire questi personaggi - e queste voci a me tanto care - dialogare fra loro.
Lo trovo uno dei migliori doppiaggi mai sentiti per una serie animata, il quale senza dubbio dona lustro a un'opera purtroppo scombinata e "monca" all'origine e vale l'intera visione.
Il prequel di Jojo, dunque, è un'opera che purtroppo si porta dietro diversi difetti, che si sarebbero potuti evitare se a monte si fosse deciso per un adattamento del manga sin dalla sua prima saga e poi a seguire. Tuttavia, la buona realizzazione tecnica, la storia avvincente e ricca d'azione e, soprattutto, il meraviglioso doppiaggio italiano fanno sì che i suoi punti risalgano. La visione è dunque consigliata un po' a tutti, sia ai lettori del manga, che storceranno sì il naso per l'esclusione di diverse vicende ma potranno trovare in questi OAV un ottimo divertissement splendidamente doppiato, sia ai "profani" di Jojo, che troveranno ad attenderli una storia veramente adrenalinica e ben fatta e a mio parere non potranno fare a meno di buttarsi sul manga da cui è tratta, scoprendo uno dei migliori shounen manga di combattimenti sulla piazza.
Nati come trasposizione animata della terza serie del manga “Le bizzarre avventure di JoJo” dell'autore Hirohiko Araki, questi 7 OAV, realizzati nel 2001 dallo Studio APPP, sono a tutti gli effetti un prequel di 6 episodi già prodotti nel 1993 sempre dal medesimo studio di produzione.
I diritti italiani sono detenuti dalla Yamato Video che li ha distribuiti sul mercato nell'ordine cronologico corretto per un totale di 13 OAV complessivi.
Ci sono voluti dunque otto anni per dare un “senso logico” a questa serie raccontando e spiegando gli avvenimenti antecedenti che portarono allo scontro finale dei nostri protagonisti contro il perfido Dio Brando.
La trama infatti ci racconta di come è nato il gruppo che si è recato in Egitto per dare la caccia a Dio Brando, essere malvagio risvegliatosi dagli abissi nel quale era confinato (rinchiuso all'interno di una bara) dopo un sonno durato quasi un secolo. Egli prima di subire questa sorte si era impossessato del corpo di Jonathan Joestar provocandone la morte.
Proprio quest'ultimo fattore è l'anello che smuove la vicenda, infatti il corpo di Jonathan - che esige vendetta - avverte del pericolo imminente tutti i membri della famiglia Joestar provocando in loro lo sviluppo di un potere stand, ovvero spiriti guida, nati dall'energia psicofisica del portatore, votati al combattimento. Se però con Jotaro Kujo, protagonista della storia, e Joseph Joestar le cose sono andate bene, altrettanto non si può dire di Holly Joestar, madre di Jotaro e figlia di Joseph, che non possedendo un'energia mentale sufficiente da potere controllare lo sviluppo di un simile potere ne rimane vittima, ammalandosi gravemente e riducendosi in fin di vita.
L'obiettivo è dunque sconfiggere Dio Brando per fare in modo che lo stand creatosi nel corpo della donna scompaia così da salvarla.
Oltre a Jotaro e a Joseph, nella missione troveranno posto, chi per un motivo chi per un altro, diversi validi elementi portatori di stand quali Mohammed Abdul, Noriaky Kakyoin e Jean Pierre Polnareff, tutti con lo stesso obiettivo comune: eliminare Dio Brando!
Gli eventi si susseguono in modo lineare e la storia si lascia seguire tranquillamente senza nessun tipo di forzatura.
Ogni personaggio nel quale ci imbattiamo, a parte le comparse di circostanza, risulta magnificamente caratterizzato e così risulta facile per lo spettatore inquadrarli alla perfezione rispecchiandosi magari in qualcuno di loro, caratterialmente parlando naturalmente.
Spesso ci s'imbatte in scene abbastanza forti soprattutto nei combattimenti, ragion per cui la visione è consigliata a un pubblico maturo e non facilmente impressionabile.
Trovo i disegni praticamente perfetti così come le ambientazioni e le animazioni ed è uno spettacolo poterli ammirare. Non male neppure le musiche che ci accompagnano nella visione di questi OAV, realizzate e curate tra l'altro da un italiano, Marco D'ambrosio.
Cosa dire del doppiaggio italiano, semplicemente magnifico: il cast selezionato è di primissimo ordine, in pratica un all star dei doppiatori più famosi e apprezzati in questo settore. Si va da Ivo De Palma a Enrico Bertorelli passando per Marco Balzarotti (grandioso su Dio), Diego Sabre, Riccardo Lombardo e Marco Balbi, che costituiscono le voci dei personaggi principali della narrazione, ma i vari personaggi secondari e le comparse non sono certamente da meno, anzi, e possiamo citare tra gli altri Tony Fuochi, Claudio Moneta, Gianluca Iacono, Giovanni Battezzato, Lorenzo Scattorin, Oliviero Corbetta e Andrea De Nisco.
Come si dice però, i nomi contano fino a un certo punto, alla fine bisogna sempre tastare sul campo le prestazioni conseguite e solo dopo a giochi ultimati esprimersi con i giudizi. Per usare un gergo calcistico allora, 3 a 0 e tutti a casa, interpretazioni inappuntabili.
In sostanza quindi abbiamo: una trama coinvolgente e appassionante, svariati personaggi caratterizzati come meglio non si potrebbe, un comparto tecnico eccelso e per finire, ma non certo meno importante, un doppiaggio sublime. Cosa volere di più? Guardare subito gli altri 6 OAV, no?
I diritti italiani sono detenuti dalla Yamato Video che li ha distribuiti sul mercato nell'ordine cronologico corretto per un totale di 13 OAV complessivi.
Ci sono voluti dunque otto anni per dare un “senso logico” a questa serie raccontando e spiegando gli avvenimenti antecedenti che portarono allo scontro finale dei nostri protagonisti contro il perfido Dio Brando.
La trama infatti ci racconta di come è nato il gruppo che si è recato in Egitto per dare la caccia a Dio Brando, essere malvagio risvegliatosi dagli abissi nel quale era confinato (rinchiuso all'interno di una bara) dopo un sonno durato quasi un secolo. Egli prima di subire questa sorte si era impossessato del corpo di Jonathan Joestar provocandone la morte.
Proprio quest'ultimo fattore è l'anello che smuove la vicenda, infatti il corpo di Jonathan - che esige vendetta - avverte del pericolo imminente tutti i membri della famiglia Joestar provocando in loro lo sviluppo di un potere stand, ovvero spiriti guida, nati dall'energia psicofisica del portatore, votati al combattimento. Se però con Jotaro Kujo, protagonista della storia, e Joseph Joestar le cose sono andate bene, altrettanto non si può dire di Holly Joestar, madre di Jotaro e figlia di Joseph, che non possedendo un'energia mentale sufficiente da potere controllare lo sviluppo di un simile potere ne rimane vittima, ammalandosi gravemente e riducendosi in fin di vita.
L'obiettivo è dunque sconfiggere Dio Brando per fare in modo che lo stand creatosi nel corpo della donna scompaia così da salvarla.
Oltre a Jotaro e a Joseph, nella missione troveranno posto, chi per un motivo chi per un altro, diversi validi elementi portatori di stand quali Mohammed Abdul, Noriaky Kakyoin e Jean Pierre Polnareff, tutti con lo stesso obiettivo comune: eliminare Dio Brando!
Gli eventi si susseguono in modo lineare e la storia si lascia seguire tranquillamente senza nessun tipo di forzatura.
Ogni personaggio nel quale ci imbattiamo, a parte le comparse di circostanza, risulta magnificamente caratterizzato e così risulta facile per lo spettatore inquadrarli alla perfezione rispecchiandosi magari in qualcuno di loro, caratterialmente parlando naturalmente.
Spesso ci s'imbatte in scene abbastanza forti soprattutto nei combattimenti, ragion per cui la visione è consigliata a un pubblico maturo e non facilmente impressionabile.
Trovo i disegni praticamente perfetti così come le ambientazioni e le animazioni ed è uno spettacolo poterli ammirare. Non male neppure le musiche che ci accompagnano nella visione di questi OAV, realizzate e curate tra l'altro da un italiano, Marco D'ambrosio.
Cosa dire del doppiaggio italiano, semplicemente magnifico: il cast selezionato è di primissimo ordine, in pratica un all star dei doppiatori più famosi e apprezzati in questo settore. Si va da Ivo De Palma a Enrico Bertorelli passando per Marco Balzarotti (grandioso su Dio), Diego Sabre, Riccardo Lombardo e Marco Balbi, che costituiscono le voci dei personaggi principali della narrazione, ma i vari personaggi secondari e le comparse non sono certamente da meno, anzi, e possiamo citare tra gli altri Tony Fuochi, Claudio Moneta, Gianluca Iacono, Giovanni Battezzato, Lorenzo Scattorin, Oliviero Corbetta e Andrea De Nisco.
Come si dice però, i nomi contano fino a un certo punto, alla fine bisogna sempre tastare sul campo le prestazioni conseguite e solo dopo a giochi ultimati esprimersi con i giudizi. Per usare un gergo calcistico allora, 3 a 0 e tutti a casa, interpretazioni inappuntabili.
In sostanza quindi abbiamo: una trama coinvolgente e appassionante, svariati personaggi caratterizzati come meglio non si potrebbe, un comparto tecnico eccelso e per finire, ma non certo meno importante, un doppiaggio sublime. Cosa volere di più? Guardare subito gli altri 6 OAV, no?
Nel 2001 lo Studio APPP completa (in parte) l'opera, iniziata nel 1993, di adattamento animato di uno dei più celebri manga di combattimenti mai creati. Stiamo parlando de "Le Bizzarre Avventure di JoJo", di Hirohiko Araki.
Per l'occasione, diversi autori si prendono il compito di curare l'anime tratto dal manga che ha reso celebre il creatore del già illustre Baoh, e tra questi spuntano alcuni nomi familiari, come quelli di Satoshi Kon e di un nostro connazionale, Marco D'Ambrosio, il quale è il compositore della colonna sonora. Il risultato è più che buono, anche se superficiale.
Dal punto di vista narrativo, questo titolo è riconoscibile come prequel dei primi sei OAV realizzati, cioè quelli tratti dalla terza serie del manga. Seppur realizzati molto tempo dopo, questi sette OAV seguono quindi un arco temporale che va dalla scoperta della scampata morte di Dio Brando alla formazione di un nuovo gruppo di protagonisti, decisi a scovarlo, non senza iniziali intoppi. Il protagonista di questa storia, infatti, è principalmente Jotaro Kujo, il nuovo JoJo portatore di Stand, al quale si uniranno, a formare una squadra potentissima, nel corso delle "bizzarre avventure", Mohammed Abdul, Noriaki Kakyoin e Jean-Pierre Polnareff. Le vicende si concludono, in un certo senso, con un nulla di fatto, considerato che verranno poi portate avanti negli episodi del '93, ma tutto sommato non si resta con l'amaro in bocca a visione completa.
Lo svolgimento della trama, che è tuttavia molto semplice, si lascia apprezzare, forse grazie alle figure predominanti dei personaggi, ben caratterizzati sia nello splendido design (ritoccato da Junichi Hayama) sia nel carisma emanato. A prima vista, comunque, questi omaccioni muscolosi dalla grande forza bruta potrebbero causare un certo senso di deja vu, come di rinuncia alla prospettiva di una definizione psicologica all'altezza, ma bisogna infine ammettere che non sono male, nel complesso. Molto buone sono anche le scene di combattimento, sulle quali si impernia gran parte della sceneggiatura: ben ideate, mai troppo banali, abbastanza coreografiche, ornate da dialoghi invoglianti, riescono a intrattenere anche il pubblico più maturo, complice pure una mole di particolari piuttosto cruenti, che le separano da un contesto adatto esclusivamente ai ragazzi.
Magagne vere e proprie non ve ne sono, se non sotto forma di animazioni spesso deludenti, di situazioni replicate, o di tratti della trama piuttosto approssimativi: si tratta di quei "tradizionali" colpi di scena ormai ben risaputi, come la classica apparizione nel posto giusto al momento giusto e così via.
Ottima l'edizione italiana, che raccoglie nel giusto ordine entrambe le versioni animate disponibili; il doppiaggio inoltre è brillante.
Per l'occasione, diversi autori si prendono il compito di curare l'anime tratto dal manga che ha reso celebre il creatore del già illustre Baoh, e tra questi spuntano alcuni nomi familiari, come quelli di Satoshi Kon e di un nostro connazionale, Marco D'Ambrosio, il quale è il compositore della colonna sonora. Il risultato è più che buono, anche se superficiale.
Dal punto di vista narrativo, questo titolo è riconoscibile come prequel dei primi sei OAV realizzati, cioè quelli tratti dalla terza serie del manga. Seppur realizzati molto tempo dopo, questi sette OAV seguono quindi un arco temporale che va dalla scoperta della scampata morte di Dio Brando alla formazione di un nuovo gruppo di protagonisti, decisi a scovarlo, non senza iniziali intoppi. Il protagonista di questa storia, infatti, è principalmente Jotaro Kujo, il nuovo JoJo portatore di Stand, al quale si uniranno, a formare una squadra potentissima, nel corso delle "bizzarre avventure", Mohammed Abdul, Noriaki Kakyoin e Jean-Pierre Polnareff. Le vicende si concludono, in un certo senso, con un nulla di fatto, considerato che verranno poi portate avanti negli episodi del '93, ma tutto sommato non si resta con l'amaro in bocca a visione completa.
Lo svolgimento della trama, che è tuttavia molto semplice, si lascia apprezzare, forse grazie alle figure predominanti dei personaggi, ben caratterizzati sia nello splendido design (ritoccato da Junichi Hayama) sia nel carisma emanato. A prima vista, comunque, questi omaccioni muscolosi dalla grande forza bruta potrebbero causare un certo senso di deja vu, come di rinuncia alla prospettiva di una definizione psicologica all'altezza, ma bisogna infine ammettere che non sono male, nel complesso. Molto buone sono anche le scene di combattimento, sulle quali si impernia gran parte della sceneggiatura: ben ideate, mai troppo banali, abbastanza coreografiche, ornate da dialoghi invoglianti, riescono a intrattenere anche il pubblico più maturo, complice pure una mole di particolari piuttosto cruenti, che le separano da un contesto adatto esclusivamente ai ragazzi.
Magagne vere e proprie non ve ne sono, se non sotto forma di animazioni spesso deludenti, di situazioni replicate, o di tratti della trama piuttosto approssimativi: si tratta di quei "tradizionali" colpi di scena ormai ben risaputi, come la classica apparizione nel posto giusto al momento giusto e così via.
Ottima l'edizione italiana, che raccoglie nel giusto ordine entrambe le versioni animate disponibili; il doppiaggio inoltre è brillante.
Questa serie di OAV è basata sulla terza parte di Jojo's Bizarre Adventure, manga di Hirohiko Araki pubblicato originariamente sul noto Weekly Shonen Jump.
Gli OAV in questione narrano solo la prima parte della storia, visto che la seconda aveva già goduto di una serie di OAV anni prima, quindi la prima parte risulta tecnicamente più avanzata di quello che è effettivamente il suo seguito.
La vicenda narra di un gruppo di avventurieri riunitosi per combattere il malefico Dio Brando, creatura semi-immortale tornata a infestare il mondo di recente e causa della comparsa di misteriosi guerrieri stand, ovvero persone (e non solo) dotate di "spiriti custodi" che li aiutano a combattere, con utilizzi quasi sempre prettamente strategici.
La trama si dipanerà nel corso di questi OAV e della serie precedente (anagraficamente precedente, ma cronologicamente successiva) in un turbinio di scontri e suspense, con atmosfere horror e parecchia violenza: insomma sconsigliato agli stomaci deboli.
E' proprio la sopracitata strategia a risultare una carta vincente, perché gli stand hanno i poteri più variegati e starà a chi li controlla saper sfruttare al massimo le loro potenzialità.
Tecnicamente parlando siamo a livelli più che eccelsi: i disegni e le animazioni sono pressoché perfetti, e il chara design è quanto di più "fine anni '80/inizio anni '90" possa esistere, con una strizzatina d'occhio a Buronson e Hara con il loro Hokuto no Ken.
La colonna sonora ricopre perfettamente l'atmosfera di costante pericolo della serie, mentre il doppiaggio italiano è semplicemente stratosferico: trattasi di una carrellata delle migliori voci milanesi in circolazione: Ivo De Palma, Enrico Bertorelli, Marco Balbi, Diego Sabre, Riccardo Lombardo e Marco Balzarotti fanno tutti parte del cast principale e regalano un'interpretazione eccelsa.
Insomma, si tratta di pochi episodi di azione pura, perfetta in tutti i frangenti, da vedere, ovviamente insieme ai sei successivi OAV che chiudono la trama, e che, nonostante l'anzianità tecnica rispetto a questi, regalano la stessa magnifica emozione.
Gli OAV in questione narrano solo la prima parte della storia, visto che la seconda aveva già goduto di una serie di OAV anni prima, quindi la prima parte risulta tecnicamente più avanzata di quello che è effettivamente il suo seguito.
La vicenda narra di un gruppo di avventurieri riunitosi per combattere il malefico Dio Brando, creatura semi-immortale tornata a infestare il mondo di recente e causa della comparsa di misteriosi guerrieri stand, ovvero persone (e non solo) dotate di "spiriti custodi" che li aiutano a combattere, con utilizzi quasi sempre prettamente strategici.
La trama si dipanerà nel corso di questi OAV e della serie precedente (anagraficamente precedente, ma cronologicamente successiva) in un turbinio di scontri e suspense, con atmosfere horror e parecchia violenza: insomma sconsigliato agli stomaci deboli.
E' proprio la sopracitata strategia a risultare una carta vincente, perché gli stand hanno i poteri più variegati e starà a chi li controlla saper sfruttare al massimo le loro potenzialità.
Tecnicamente parlando siamo a livelli più che eccelsi: i disegni e le animazioni sono pressoché perfetti, e il chara design è quanto di più "fine anni '80/inizio anni '90" possa esistere, con una strizzatina d'occhio a Buronson e Hara con il loro Hokuto no Ken.
La colonna sonora ricopre perfettamente l'atmosfera di costante pericolo della serie, mentre il doppiaggio italiano è semplicemente stratosferico: trattasi di una carrellata delle migliori voci milanesi in circolazione: Ivo De Palma, Enrico Bertorelli, Marco Balbi, Diego Sabre, Riccardo Lombardo e Marco Balzarotti fanno tutti parte del cast principale e regalano un'interpretazione eccelsa.
Insomma, si tratta di pochi episodi di azione pura, perfetta in tutti i frangenti, da vedere, ovviamente insieme ai sei successivi OAV che chiudono la trama, e che, nonostante l'anzianità tecnica rispetto a questi, regalano la stessa magnifica emozione.
Ammetto di aver guardato Jojo per sentito dire, tutti ne facevano un gran parlare e mi sono convinto a vederlo. Non ne sono rimasto affatto deluso, anzi, confesso che si è rivelata una delle migliori serie di oav che abbia mai visto. Anche se realizzati un bel po' di anni dopo, questi 7 oav sono precedenti appunto alla serie regolare di 6 episodi, e insieme vanno a formare la trasposizione animata della terza serie delle avventure dei Joestar (nel manga in tutto sono sei).
I disegni e l'animazione di questi episodi sono a dir poco eccelsi; realizzati con la massima cura addirittura con l'intervento dagli Stati Uniti, non presentano quasi la minima pecca, e, nonostante raffigurino lo stereotipo delle serie degli anni 80/90, si lasciano guardare benissimo anche a distanza di tanti anni, lasciando lo spettatore affascinato e sicuramente col desiderio irrefrenabile di guardare l'episodio seguente.
Le musiche molto azzeccate aiutano a dare quel senso di misticità all'opera, e l'idea degli stand, che combattono tra loro al posto dei guerrieri, rende Jojo unico nel suo genere.
Menzione speciale va al cast italiano che dà le voci ai personaggi, finalmente De Palma si distacca dal personaggio di Pegasus in Saint Seiya donando al protagonista Jotaro una personalità misteriosa e intrigante.
Inutile dire che anche la restante serie è da vedere, quantomeno per comprendere come va a finire.
I disegni e l'animazione di questi episodi sono a dir poco eccelsi; realizzati con la massima cura addirittura con l'intervento dagli Stati Uniti, non presentano quasi la minima pecca, e, nonostante raffigurino lo stereotipo delle serie degli anni 80/90, si lasciano guardare benissimo anche a distanza di tanti anni, lasciando lo spettatore affascinato e sicuramente col desiderio irrefrenabile di guardare l'episodio seguente.
Le musiche molto azzeccate aiutano a dare quel senso di misticità all'opera, e l'idea degli stand, che combattono tra loro al posto dei guerrieri, rende Jojo unico nel suo genere.
Menzione speciale va al cast italiano che dà le voci ai personaggi, finalmente De Palma si distacca dal personaggio di Pegasus in Saint Seiya donando al protagonista Jotaro una personalità misteriosa e intrigante.
Inutile dire che anche la restante serie è da vedere, quantomeno per comprendere come va a finire.
Le Bizzarre Avventure di JoJo, un anime molto ben riuscito, sia per il tipo di trama (avvincente e d'azione con un pizzico anche di ironia) ma anche nella struttura narrativa che rende l'assorbimento degli episodi ancora più intensi, molto interessante (nella trama) che i personaggi che possono usare a proprio piacimento i propri esseri chiamati Stand, molto belli gli scontri e i disegni molto ben realizzati, non tanto buone le musiche e la sigla. Bello bello!!
Jojo... Avevo sentito parlare molto bene della serie manga, che prima o poi dovrò recuperare, ma al momento ho visto solamente gli oav. La trama è abbastanza scontata, con il tema del viaggio per scovare il cattivone di turno che si circonda di tirapiedi per ostacolare il protagonista, con combattimenti, colpi di scena e sangue a go go. La novità non è certamente quella degli stands anche perché era già stata presentata una cosa analoga anche in shaman king (chi dei due abbia rubato l'idea all'altro, opterei per il secondo). Per quanto concerne i personaggi, devo dire che sono ben fatti, merito anche di un ottimo chara e di animazioni fluide. Per chi come me ha seguito Hokuto no Ken, noterà certamente la somiglianza tra Ken e Jotaro: somiglianza non solo fisica ma anche caratteriale. Le puntate disponibili non sono tante, tuttavia il risultato finale è più che soddisfacente. Consigliata la visione
Ottimo lavoro della fotografia, in ogni episodio lo stile pittoresco , duro con linee marcate, vuole marcare di ogni personaggio il suo lato umano sposato a quello spirituale dell'emanazione. Alcune scene prediligono proprio l'azione magia-lotta e qui reggono bene nel costruire l'identità dei personaggi. L'antieroe manca di essere definito meglio poiché è una soluzione brillante, mentre il montaggio e le inquadrature fanno miracoli per dare linfa all'opera. Ben riuscita ma è necessario costruire di più i personaggi nel loro animo e psicologia perché nelle scene d'azione i nipponici sono molto bravi.
... la prima cosa che mi viene in mente da dire è che dopo i primi 7-8 episodi la grafica dei personaggi cade in modo vertiginoso fino alla fine della serie facendo credere lo spettatore di guardare un anime di inizio anni '90! Al contrario nei premi episodi la stessa è molto curata anzi curatissima! Nell'anime si vede anche la famosa maschera senza però venire mai trattata come invece nel manga! Anche se questa è tutt'altra storia mi piace di più l'idea delle onde concentriche. Il tratto è simile a quello di Ken il Guerriero e senza lo sviluppo degli stand sicuramente avremmo gridato al plagio! Anche se il finale, ovviamente, è scontato il prodotto è sufficiente. Se avesse poi mantenuto un alta qualità grafica (come nelle prime puntate) avrebbe meritato un po' di più perché di più si poteva e doveva fare! Grande pecca della serie è il combattimento dell'ultima puntata... un po' più di fantasia non avrebbe guastato di certo! Ottima la scelta dei doppiatori: De Palma - Moneta - Sabre.
Avendolo visto tutto (prequel e serie) posso dire che l'anime non è male. ottima realizzazione tecnica, originale il fattore stand, cioè un qualcosa che è dentro di noi ma esce soltanto nel momento del bisogno. Anche la traduzione non mi sembra male. In sostanza un buon prodotto che si può vedere.
Allo stesso tempo però non mi ha fatto impazzire, nonostante mi sia piaciuto. Per quanto riguarda le uscite in dvd credo che si stiano allargando, 2 episodi a dvd mi sembrano pochini. Una serie di 13 pisodi totali costa come una da 26, mi sembra un pò assurdo. Cmq l'anime merita di essere visto
già nè
Allo stesso tempo però non mi ha fatto impazzire, nonostante mi sia piaciuto. Per quanto riguarda le uscite in dvd credo che si stiano allargando, 2 episodi a dvd mi sembrano pochini. Una serie di 13 pisodi totali costa come una da 26, mi sembra un pò assurdo. Cmq l'anime merita di essere visto
già nè
JOJO: cosa dire riguardo ad un manga ke ha fatto della sua diversità un marchio d fabbrica scopiazzato da molti manga? Cosa dire riguardo ai suoi 121 (ora 122 con STEEL BALL RUN) numeri su cui nessuno buttava neanche un occhio e che ora sono tra i più amati anche in patria?? Nulla... e su questa trasposizione in anime? Beh qualche pecca ce l'ha... storia modificata forse eccessivamente... ma riprende fedelmente l'atmosfera del fumetto e gli scontri sono esaltanti quanto sfogliandoli nel manga... ottimo... a quando una serie intera così? Ma non ridotta a 7 episodi...
Questa serie di OAV che precedono la vecchia serie del 1993 sono imperdibili per chi ama l'Araki 's World ma anche per gli altri appassionati di anime. La trama e' lineare e semplice ma le trovate per vincere il nemico di turno sono eccezionali. I disegni sono il meglio che ci possa essere oggi sulla piazza e ricordano un po' quelli di Hokuto no Ken, ma c'e' un motivo per questo. Il doppiaggio Yamato e' perfetto. Rispetto alla precedente serie che narra gli eventi successivi a questi 7 OAV le storie sono un po' piu' "brutte" ma questo dipende dalla parte di storia raccontata. In generale e' un ottimo lavoro con qualche schizzo di sangue in troppo.