Food Wars! Shokugeki no Soma
Benvenuti nell'anime in cui con una ciotola di cibo è possibile spogliare letteralmente una persona all'istante! Food porn in tutti i sensi possibili. 'Plot' a palate, ma inserito in maniera intelligente e divertente (opinione personalissima, trovo che l'idea di rendere il fanservice parte attiva delle gag sia molto migliore rispetto a renderlo solo un contorno fine a sé stesso).
Comunque, la qualità delle immagini in generale e della colonna sonora è da otto in pagella. Altro dettaglio di tutto rispetto è il fatto che difficilmente i personaggi secondari vengano dimenticati a lungo, fanno praticamente sempre parte dell' "azione", il che rende tutto forse un pelo più dispersivo e lungo, ma le battaglie dei vari personaggi meno importanti donano un sentore di profondità e realtà alla storia di competizione che viene raccontata.
Comunque, la qualità delle immagini in generale e della colonna sonora è da otto in pagella. Altro dettaglio di tutto rispetto è il fatto che difficilmente i personaggi secondari vengano dimenticati a lungo, fanno praticamente sempre parte dell' "azione", il che rende tutto forse un pelo più dispersivo e lungo, ma le battaglie dei vari personaggi meno importanti donano un sentore di profondità e realtà alla storia di competizione che viene raccontata.
Quest'anime è fantastico! Un protagonista molto carismatico che combatte per il suo futuro con una grinta ineguagliabile e continuamente rinnovata dalle varie sfide che decine di cuochi e aspiranti cuochi gli lanciano per abbatterlo e ostacolarlo.
La trama è interessante e sviluppata molto bene nelle tre stagioni, che sanno tenere alto l'interesse per tutto il tempo, i personaggi sono ben caratterizzati e sono presenti momenti molto divertenti e parti un po' più serie, come quando si spiegano le preparazioni dei piatti descritti - e disegnati in una maniera strabiliante, tanto da evocare in colui che li sta guardando un desiderio di assaggiarli tale da poter addirittura invogliare a cucinare. Potrà sembrarvi strano il fatto che la gente si denuda quando gusta qualcosa di superbo, ma è tutto ben dosato per creare un connubio di armonia tale da rendere quest'anime a mio parere bellissimo.
Mai avrei pensato che un anime di cucina potesse piacermi così tanto!
La trama è interessante e sviluppata molto bene nelle tre stagioni, che sanno tenere alto l'interesse per tutto il tempo, i personaggi sono ben caratterizzati e sono presenti momenti molto divertenti e parti un po' più serie, come quando si spiegano le preparazioni dei piatti descritti - e disegnati in una maniera strabiliante, tanto da evocare in colui che li sta guardando un desiderio di assaggiarli tale da poter addirittura invogliare a cucinare. Potrà sembrarvi strano il fatto che la gente si denuda quando gusta qualcosa di superbo, ma è tutto ben dosato per creare un connubio di armonia tale da rendere quest'anime a mio parere bellissimo.
Mai avrei pensato che un anime di cucina potesse piacermi così tanto!
"Shokugeki no Soma" si presenta come un anime originale, il primo battle shounen scolastico di cucina; purtroppo la cosa non funziona molto bene.
Sicuramente la parte più interessante è proprio quella dedicata alle ricette e alle diverse tipologie di cucina, dalle principali tradizionali europee e asiatiche alle contaminazioni, a quelle più di nicchia come la cucina molecolare. Molto carina la parte dei foodgasm: un'allegoria grafica che tenta di descrivere il sapore dei piatti, descrizione che a parole non sarebbe invece molto coinvolgente. Questa è la vera marcia in più di questo anime: il difetto dei normali show di cucina è che per ovvi motivi non si possono rappresentare gusto, odore e consistenza, qui si ovvia al problema in questo modo creativo e divertente. Purtroppo spesso sono presenti entrambe le descrizioni, per di più in modo prolisso: mettere ad ogni piatto sia lo sketch allegorico che la lunga descrizione è una ridondanza che non serve a molto, toglie invece spazio alla preparazione, che avrei voluto conoscere molto più nel dettaglio e che invece risulta essere la parte descrittiva del piatto meno approfondita.
L'anime è contrassegnato da una quantità spropositata di fanservice sia maschile che femminile, cosa che personalmente non mi dà fastidio, ma nemmeno aggiunge molto all'anime. Graficamente la serie è molto buona, con piatti davvero rappresentati in modo succulento e con un chara design adatto a una commedia, senza risultare però troppo deformed nei frangenti più comici. Menzione speciale ai colori, ai riflessi e alle sfumature, davvero al massimo della qualità.
Se solo gli sceneggiatori avessero profuso un centesimo dell'impegno con cui ha lavorato il comparto grafico, questo sarebbe stato ben altro prodotto. Il fatto che questo sia un battle shounen non esenta l'autrice/gli sceneggiatori dal fare il loro lavoro, visto che anche "Hunter x Hunter", "Kill la Kill" e "Full Metal Alchemist" sono battle shounen, eppure hanno una trama pensata. Molte volte certi passaggi della storia mi hanno ricordato i celebri tre de "Gli occhi del cuore". Incipit, antagonista principale, selezioni, personaggio moe, personaggio bishounen, filler per allentare la tensione e poi torneo finale... Non credo che siano stati più di tre giorni a pensarci sopra. Il tutto buttando via personaggi e relative arti culinarie, che potevano essere molto più buoni, sprecando gag e situazioni, annullando qualunque suspense e in definitiva vanificando il lavoro di tutto il resto dello studio. Davvero un peccato.
Sicuramente la parte più interessante è proprio quella dedicata alle ricette e alle diverse tipologie di cucina, dalle principali tradizionali europee e asiatiche alle contaminazioni, a quelle più di nicchia come la cucina molecolare. Molto carina la parte dei foodgasm: un'allegoria grafica che tenta di descrivere il sapore dei piatti, descrizione che a parole non sarebbe invece molto coinvolgente. Questa è la vera marcia in più di questo anime: il difetto dei normali show di cucina è che per ovvi motivi non si possono rappresentare gusto, odore e consistenza, qui si ovvia al problema in questo modo creativo e divertente. Purtroppo spesso sono presenti entrambe le descrizioni, per di più in modo prolisso: mettere ad ogni piatto sia lo sketch allegorico che la lunga descrizione è una ridondanza che non serve a molto, toglie invece spazio alla preparazione, che avrei voluto conoscere molto più nel dettaglio e che invece risulta essere la parte descrittiva del piatto meno approfondita.
L'anime è contrassegnato da una quantità spropositata di fanservice sia maschile che femminile, cosa che personalmente non mi dà fastidio, ma nemmeno aggiunge molto all'anime. Graficamente la serie è molto buona, con piatti davvero rappresentati in modo succulento e con un chara design adatto a una commedia, senza risultare però troppo deformed nei frangenti più comici. Menzione speciale ai colori, ai riflessi e alle sfumature, davvero al massimo della qualità.
Se solo gli sceneggiatori avessero profuso un centesimo dell'impegno con cui ha lavorato il comparto grafico, questo sarebbe stato ben altro prodotto. Il fatto che questo sia un battle shounen non esenta l'autrice/gli sceneggiatori dal fare il loro lavoro, visto che anche "Hunter x Hunter", "Kill la Kill" e "Full Metal Alchemist" sono battle shounen, eppure hanno una trama pensata. Molte volte certi passaggi della storia mi hanno ricordato i celebri tre de "Gli occhi del cuore". Incipit, antagonista principale, selezioni, personaggio moe, personaggio bishounen, filler per allentare la tensione e poi torneo finale... Non credo che siano stati più di tre giorni a pensarci sopra. Il tutto buttando via personaggi e relative arti culinarie, che potevano essere molto più buoni, sprecando gag e situazioni, annullando qualunque suspense e in definitiva vanificando il lavoro di tutto il resto dello studio. Davvero un peccato.
“Food Wars! Shokugeki no Soma”, anime della stagione primaverile 2015 prodotto dalla J.C. Staff e tratto dall’omonimo manga, è stato senza dubbio un’autentica rivelazione. E’ inutile negare come all’inizio fossi partito prevenuto, pensando di visionare solo un anime trash con giusto una trama di base un po’ originale e con una buona spruzzata di ecchi. Mai invece fui così nel torto: “Food Wars!” non solo si è dimostrato innovativo nel suo genere, ma ha anche avuto il coraggio di sperimentare il genere shonen in un ambito più verosimile quale la cucina.
La storia segue le vicende Soma Yukihira, pimpante quindicenne bello fresco di diploma delle medie e assiduo frequentatore fin dalla tenera età della tavola calda Yukihira, gestita dal padre Joichiro. Il giovane ragazzo, intenzionato a diventare uno chef superiore al padre, viene iscritto all’Accademia Culinaria Totsuki, rinomata in tutto il Giappone per la sua asprezza e severità (con un misero 10% di diplomati tra tutti gli studenti al termine dei tre anni). Qui il giovane aspirante chef troverà pane per i suoi denti, dovrà affrontare prove durissime e l’indifferenza, se non l’odio, di moltissimi studenti, che mal vedranno Yukihira in quanto cuoco proveniente da una semplice tavola calda.
Il più grande punto di forza di questo anime credo sia stato il concetto di “shokugeki”, ossia sfide culinarie dove due cuochi si affrontano a suon di piatti d’alta cucina di fronte a una giuria, e dove il vincitore può vincere una qualsiasi posta in palio. Questo stile del “prendersi a cazzotti cucinando” credo sia il fulcro attraverso il quale ruoti l’intera storia: il protagonista infatti attraverso vittorie, amicizie e fallimenti apprenderà via via tecniche culinarie nuove con le quali spazzare via i propri nemici, in un contesto quale un’accademia di cucina trasformata in un grosso campo di battaglia. Ovviamente, tra una shokugeki e l’altra ci sarà anche tempo per studiare e apprendere, ma sempre con il rischio di poter essere bocciati da un momento all’altro. Tutto ciò ha conferito a “Food Wars!” un estremo dinamismo, con una trama imprevedibile e a tratti davvero calzante.
Altra nota doverosa credo debba essere fatta alla questione fanservice: “Food Wars!” infatti è pieno di scene ecchi, il che per parecchi versi (ma non tutti) è un peccato. Da un lato troviamo infatti i mitici “orgasmi culinari”, unica vera nota positiva e a mio giudizio davvero gradevole sull’aspetto erotico ma anche comico, dall’altro lato ci sono delle scene decisamente evitabili, come dei tentacle rape o degli eccessivi sballonzolamenti di seno (e per chi mi vuole capire...) che rendono un po’ becero un prodotto che invece avrebbe tanto da offrire.
Per quanto riguarda i personaggi, alcuni vantano una buona caratterizzazione, tra i quali spiccano Yukihira Soma, Tadokoro Megumi, Erina Nakiri e lo chef Shinomiya, mentre altri sono più lasciati sullo sfondo, anche se bisogna dire che alla fine molti risultano più che gradevoli in quanto forti carismaticamente e soprattutto ben presentati (con nota di merito per Takumi Aldini, ma non dico altro per lasciare a voi la sorpresa).
Graficamente si può dire che le animazioni siano di buon livello, con picchi di bravura soprattutto durante gli orgasmi culinari. Le opening e le ending sono tutte gradevolissime, ma la più grande nota di merito va data alle OST, dove si spazia da tracce di musica classica a tracce adrenaliniche, per passare infine a commoventi tracce al pianoforte.
Concludendo, penso che “Food Wars!” sia uno degli shonen più interessanti degli ultimi anni, forte di personaggi carismatici e di un’atmosfera “atipica” per il genere, con una trama dinamica impreziosita da OST di livello. Unica pecca è l’eccessivo fanservice, che poteva essere limitato ai soli “orgasmi”; fatto sta che consiglio più che vivamente la visione di questo prodotto.
La storia segue le vicende Soma Yukihira, pimpante quindicenne bello fresco di diploma delle medie e assiduo frequentatore fin dalla tenera età della tavola calda Yukihira, gestita dal padre Joichiro. Il giovane ragazzo, intenzionato a diventare uno chef superiore al padre, viene iscritto all’Accademia Culinaria Totsuki, rinomata in tutto il Giappone per la sua asprezza e severità (con un misero 10% di diplomati tra tutti gli studenti al termine dei tre anni). Qui il giovane aspirante chef troverà pane per i suoi denti, dovrà affrontare prove durissime e l’indifferenza, se non l’odio, di moltissimi studenti, che mal vedranno Yukihira in quanto cuoco proveniente da una semplice tavola calda.
Il più grande punto di forza di questo anime credo sia stato il concetto di “shokugeki”, ossia sfide culinarie dove due cuochi si affrontano a suon di piatti d’alta cucina di fronte a una giuria, e dove il vincitore può vincere una qualsiasi posta in palio. Questo stile del “prendersi a cazzotti cucinando” credo sia il fulcro attraverso il quale ruoti l’intera storia: il protagonista infatti attraverso vittorie, amicizie e fallimenti apprenderà via via tecniche culinarie nuove con le quali spazzare via i propri nemici, in un contesto quale un’accademia di cucina trasformata in un grosso campo di battaglia. Ovviamente, tra una shokugeki e l’altra ci sarà anche tempo per studiare e apprendere, ma sempre con il rischio di poter essere bocciati da un momento all’altro. Tutto ciò ha conferito a “Food Wars!” un estremo dinamismo, con una trama imprevedibile e a tratti davvero calzante.
Altra nota doverosa credo debba essere fatta alla questione fanservice: “Food Wars!” infatti è pieno di scene ecchi, il che per parecchi versi (ma non tutti) è un peccato. Da un lato troviamo infatti i mitici “orgasmi culinari”, unica vera nota positiva e a mio giudizio davvero gradevole sull’aspetto erotico ma anche comico, dall’altro lato ci sono delle scene decisamente evitabili, come dei tentacle rape o degli eccessivi sballonzolamenti di seno (e per chi mi vuole capire...) che rendono un po’ becero un prodotto che invece avrebbe tanto da offrire.
Per quanto riguarda i personaggi, alcuni vantano una buona caratterizzazione, tra i quali spiccano Yukihira Soma, Tadokoro Megumi, Erina Nakiri e lo chef Shinomiya, mentre altri sono più lasciati sullo sfondo, anche se bisogna dire che alla fine molti risultano più che gradevoli in quanto forti carismaticamente e soprattutto ben presentati (con nota di merito per Takumi Aldini, ma non dico altro per lasciare a voi la sorpresa).
Graficamente si può dire che le animazioni siano di buon livello, con picchi di bravura soprattutto durante gli orgasmi culinari. Le opening e le ending sono tutte gradevolissime, ma la più grande nota di merito va data alle OST, dove si spazia da tracce di musica classica a tracce adrenaliniche, per passare infine a commoventi tracce al pianoforte.
Concludendo, penso che “Food Wars!” sia uno degli shonen più interessanti degli ultimi anni, forte di personaggi carismatici e di un’atmosfera “atipica” per il genere, con una trama dinamica impreziosita da OST di livello. Unica pecca è l’eccessivo fanservice, che poteva essere limitato ai soli “orgasmi”; fatto sta che consiglio più che vivamente la visione di questo prodotto.
"Food Wars" ("Shokugeki no Soma") è un anime del 2015 di genere culinario tratto dall'omonimo manga di Yuto Tsukuda, della durata di ventiquattro episodi.
Le ricette per la realizzazione dell'opera sono state fornite dalla chef modella Yuki Morisaki, autrice tra l'altro del primo libro di ricette della serie, inedito in Italia. A parer mio le ricette sono state il punto migliore di ogni episodio, ben studiate e riproducibili, ma che soprattutto puntano a far vedere allo spettatore la cucina sotto molteplici punti di vista attraverso i personaggi. Nikumi Mito per esempio è esperta di carni, mentre Ryouko Sakaki è esperta nella fermentazione, Shun Ibusaki nell'affumicatura dei cibi ecc. e ognuno presenta le proprie ricette con le tecniche che ha affinato negli anni.
Alcuni non hanno apprezzato il fatto che le ricette fossero troppo lunghe e ci si perdeva ogni volta nella spiegazione di un piatto, ma in fondo è un anime di cucina, ed è questo che ci si dovrebbe aspettare; infatti le scene di fanservice eccessivo nei primi episodi, che facevano perdere di vista la cucina, mi hanno fatto storcere il naso, per fortuna dopo qualche episodio assume una piega decisamente migliore.
Agli inizi, infatti, anche l'esito delle battaglie risultava banale e non faceva sperare in nulla di buono, il nostro protagonista era un vincitore seriale, il che non aggiungeva suspense agli episodi; la cosa si protrae per diversi episodi e questa a mio parere è una nota negativa.
Altra nota negativa secondo me è la presenza di troppi personaggi mal gestiti all'inizio e che poi vengono fuori tutto a un tratto alla fine, ma così, tanto per, senza riuscire a combinare nulla di eccezionale e mandando avanti sempre i soliti personaggi prescelti. In più, pochi di loro hanno una storia veramente interessante, spero però di saperne di più nella prossima stagione, che sicuramente darà qualche dettaglio in più.
La trama in generale non è male, e per fortuna manca dei soliti cliché scolastici triti e ritriti, inoltre spezza le lunghe spiegazioni delle ricette con siparietti divertenti.
La grafica non mi è dispiaciuta affatto: colori vivaci e personaggi disegnati bene, e in più piatti che fanno venire l'acquolina in bocca.
Nessuna delle musiche mi ha colpito in particolare, anche se le ho considerate adatte alla freschezza dell'anime; si poteva fare sicuramente di meglio, ma ci sono sigle e OST peggiori di queste.
In generale il mio giudizio è positivo, ma non si innalza ad anime del secolo; se dovessi consigliarlo a qualcuno, sarebbe sicuramente agli appassionati di cucina. Spero si riprenda bene nella seconda serie, perché delle potenzialità ci sono. Per ora questa prima serie è stata per di più un passatempo senza pretese.
Le ricette per la realizzazione dell'opera sono state fornite dalla chef modella Yuki Morisaki, autrice tra l'altro del primo libro di ricette della serie, inedito in Italia. A parer mio le ricette sono state il punto migliore di ogni episodio, ben studiate e riproducibili, ma che soprattutto puntano a far vedere allo spettatore la cucina sotto molteplici punti di vista attraverso i personaggi. Nikumi Mito per esempio è esperta di carni, mentre Ryouko Sakaki è esperta nella fermentazione, Shun Ibusaki nell'affumicatura dei cibi ecc. e ognuno presenta le proprie ricette con le tecniche che ha affinato negli anni.
Alcuni non hanno apprezzato il fatto che le ricette fossero troppo lunghe e ci si perdeva ogni volta nella spiegazione di un piatto, ma in fondo è un anime di cucina, ed è questo che ci si dovrebbe aspettare; infatti le scene di fanservice eccessivo nei primi episodi, che facevano perdere di vista la cucina, mi hanno fatto storcere il naso, per fortuna dopo qualche episodio assume una piega decisamente migliore.
Agli inizi, infatti, anche l'esito delle battaglie risultava banale e non faceva sperare in nulla di buono, il nostro protagonista era un vincitore seriale, il che non aggiungeva suspense agli episodi; la cosa si protrae per diversi episodi e questa a mio parere è una nota negativa.
Altra nota negativa secondo me è la presenza di troppi personaggi mal gestiti all'inizio e che poi vengono fuori tutto a un tratto alla fine, ma così, tanto per, senza riuscire a combinare nulla di eccezionale e mandando avanti sempre i soliti personaggi prescelti. In più, pochi di loro hanno una storia veramente interessante, spero però di saperne di più nella prossima stagione, che sicuramente darà qualche dettaglio in più.
La trama in generale non è male, e per fortuna manca dei soliti cliché scolastici triti e ritriti, inoltre spezza le lunghe spiegazioni delle ricette con siparietti divertenti.
La grafica non mi è dispiaciuta affatto: colori vivaci e personaggi disegnati bene, e in più piatti che fanno venire l'acquolina in bocca.
Nessuna delle musiche mi ha colpito in particolare, anche se le ho considerate adatte alla freschezza dell'anime; si poteva fare sicuramente di meglio, ma ci sono sigle e OST peggiori di queste.
In generale il mio giudizio è positivo, ma non si innalza ad anime del secolo; se dovessi consigliarlo a qualcuno, sarebbe sicuramente agli appassionati di cucina. Spero si riprenda bene nella seconda serie, perché delle potenzialità ci sono. Per ora questa prima serie è stata per di più un passatempo senza pretese.
Le sfide culinarie sono di moda, ci sono una quantità di format televisivi impressionanti sull’argomento: perché non crearne uno che le trasla in ambito anime e manga, e proporle come fumetto e poi serie TV? Il ragionamento fila e trovo sia ricco di potenzialità, ma riesce “Food Wars” a sfruttarle? Per quel che mi riguarda la risposta è no, vediamo insieme il motivo.
L’anime è tratto da un manga disegnato da Shun Saeki, con il supporto per la storia di Yuuto Tsukuda. Non conosco l’opera originale, magari il manga risulta molto più sobrio e pacato, tuttavia la serie TV sembra puntare in modo eccessivo su fanservice ed ecchi, elementi che non sono legati solo ai personaggi femminili: si tratta di un fanservice trasversale, come vedremo. Per rendere l’idea, dopo ogni assaggio ci sono due possibili reazioni: un orgasmo, che avrà una rappresentazione grafica adeguata, oppure un tentacle rape, se il cibo fa schifo. L’impatto iniziale con la serie è piuttosto duro: il primo episodio è forse il peggiore come ecchi e fanservice, per cui, se non vi darà fastidio, per voi la serie sarà in discesa e probabilmente vi piacerà. Urletti di orgasmo dopo ogni assaggio a parte, che fortunatamente vanno scemando e ci si abitua un po’, anche nella scelta dei personaggi si preferisce una caratterizzazione fisica e stereotipata, piuttosto di fare un lavoro di caratterizzazione psicologica di qualche tipo. A partire dal protagonista, un po’ tutti i personaggi sono attaccati a uno stereotipo e poco si scostano da esso. Sicuramente si vuole dare un tocco ironico alle situazioni, ma fatico ad apprezzare i soliti cliché, di cui ho fatto indigestione in sin troppe serie recenti, e quindi fatico a digerire certe forzature, come le ragazze con l’ampio davanzale sempre messo davanti alla telecamera, il ragazzo che gira sempre nudo o la classica ragazza timida, adorabile e amata da tutti. Stesso discorso vale per la tsundere, il ragazzo gracilino e studioso, i teppisti buoni e così via.
Per quanto riguarda la trama, non va dimenticato che “Food Wars” è uno shonen e, sebbene il ring sia in questo caso una cucina, gli scontri hanno un ruolo chiave nelle vicende narrate. Se fossero resi bene, se fossero emozionanti, imprevedibili e appassionanti, gli perdonerei ogni difetto, il problema è che anche loro mi lasciano un po’ perplesso. Per esempio, non sono mai arrivato a chiedermi se Soma avrebbe vinto un duello, piuttosto le mie curiosità vertevano sul come questo sarebbe accaduto. Sempre, dall’inizio alla fine, il protagonista è il vincitore - se non effettivo perlomeno morale - di ogni scontro, senza eccezioni. Non ha una vera crescita: è ‘super figo’ all’inizio, continua ad esserlo. I personaggi intorno a lui, per quanto in gamba, si dimostrano relativamente in grado di metterlo in difficoltà. Il fatto che trovo paradossale è che viene dedicato molto spazio ad alcuni di loro per renderli interessanti e ricchi di potenziale. Quando li vedo trasformati in semplici macchiette comiche come i fratelli Aldini, mi cascano le braccia. Se il “se” lo trovo quindi assente, sfortunatamente anche il “come” l’ho trovato macchiato da una ripetitività dei duelli abbastanza fastidiosa e che può essere così esemplificata: rapida preparazione, assaggio con orgasmo, lodi, spiegazione ed esito. Di queste l’unica parte davvero interessante è la spiegazione, il resto presenta ben poche sorprese e variazioni, mentre il climax si raggiunge ovviamente nell’esito, che mai è riuscito davvero a sorprendermi.
Per ultima c’è l’esagerazione e la netta divisione tra studenti inutili, ovvero tutti i secondari, e il gruppetto di protagonisti e comprimari, gli unici in grado di cucinare: in una scala da 1 a 100, i protagonisti sono dall’80 in su, tutto il resto viaggia tra lo zero e i 30.
Ci sono fortunatamente elementi che gli permettono di stare quasi a galla, in primis vi è una bella panoramica sulla cucina giapponese e su alcuni suoi piatti, ovviamente presentati in versione rivista. Le spiegazioni, le varianti e le nozioni alimentari riescono ad essere interessanti: probabilmente vedendolo imparerete qualcosa sulla cucina. Inoltre, se è vero che i personaggi sono fortemente stereotipati, sanno anche essere alcune volte divertenti, proprio per l’eccesso di alcuni loro comportamenti. La voglia di vedere Soma scalare la vetta della scuola è inoltre una prospettiva allettante, sufficiente a farvi proseguire con una certa curiosità.
Nel complesso “Food Wars” ha potenzialità e presenta un soggetto interessante, ha il difetto di seguire troppo spesso la strada facile, perdersi nei dettagli inutili e nel fanservice, essere poco concreto e risultare ripetitivo e scontato.
Non mi sento di promuovere questa prima stagione, forse il bello deve ancora arrivare? Sinceramente non so se avrò la volontà di scoprirlo...
L’anime è tratto da un manga disegnato da Shun Saeki, con il supporto per la storia di Yuuto Tsukuda. Non conosco l’opera originale, magari il manga risulta molto più sobrio e pacato, tuttavia la serie TV sembra puntare in modo eccessivo su fanservice ed ecchi, elementi che non sono legati solo ai personaggi femminili: si tratta di un fanservice trasversale, come vedremo. Per rendere l’idea, dopo ogni assaggio ci sono due possibili reazioni: un orgasmo, che avrà una rappresentazione grafica adeguata, oppure un tentacle rape, se il cibo fa schifo. L’impatto iniziale con la serie è piuttosto duro: il primo episodio è forse il peggiore come ecchi e fanservice, per cui, se non vi darà fastidio, per voi la serie sarà in discesa e probabilmente vi piacerà. Urletti di orgasmo dopo ogni assaggio a parte, che fortunatamente vanno scemando e ci si abitua un po’, anche nella scelta dei personaggi si preferisce una caratterizzazione fisica e stereotipata, piuttosto di fare un lavoro di caratterizzazione psicologica di qualche tipo. A partire dal protagonista, un po’ tutti i personaggi sono attaccati a uno stereotipo e poco si scostano da esso. Sicuramente si vuole dare un tocco ironico alle situazioni, ma fatico ad apprezzare i soliti cliché, di cui ho fatto indigestione in sin troppe serie recenti, e quindi fatico a digerire certe forzature, come le ragazze con l’ampio davanzale sempre messo davanti alla telecamera, il ragazzo che gira sempre nudo o la classica ragazza timida, adorabile e amata da tutti. Stesso discorso vale per la tsundere, il ragazzo gracilino e studioso, i teppisti buoni e così via.
Per quanto riguarda la trama, non va dimenticato che “Food Wars” è uno shonen e, sebbene il ring sia in questo caso una cucina, gli scontri hanno un ruolo chiave nelle vicende narrate. Se fossero resi bene, se fossero emozionanti, imprevedibili e appassionanti, gli perdonerei ogni difetto, il problema è che anche loro mi lasciano un po’ perplesso. Per esempio, non sono mai arrivato a chiedermi se Soma avrebbe vinto un duello, piuttosto le mie curiosità vertevano sul come questo sarebbe accaduto. Sempre, dall’inizio alla fine, il protagonista è il vincitore - se non effettivo perlomeno morale - di ogni scontro, senza eccezioni. Non ha una vera crescita: è ‘super figo’ all’inizio, continua ad esserlo. I personaggi intorno a lui, per quanto in gamba, si dimostrano relativamente in grado di metterlo in difficoltà. Il fatto che trovo paradossale è che viene dedicato molto spazio ad alcuni di loro per renderli interessanti e ricchi di potenziale. Quando li vedo trasformati in semplici macchiette comiche come i fratelli Aldini, mi cascano le braccia. Se il “se” lo trovo quindi assente, sfortunatamente anche il “come” l’ho trovato macchiato da una ripetitività dei duelli abbastanza fastidiosa e che può essere così esemplificata: rapida preparazione, assaggio con orgasmo, lodi, spiegazione ed esito. Di queste l’unica parte davvero interessante è la spiegazione, il resto presenta ben poche sorprese e variazioni, mentre il climax si raggiunge ovviamente nell’esito, che mai è riuscito davvero a sorprendermi.
Per ultima c’è l’esagerazione e la netta divisione tra studenti inutili, ovvero tutti i secondari, e il gruppetto di protagonisti e comprimari, gli unici in grado di cucinare: in una scala da 1 a 100, i protagonisti sono dall’80 in su, tutto il resto viaggia tra lo zero e i 30.
Ci sono fortunatamente elementi che gli permettono di stare quasi a galla, in primis vi è una bella panoramica sulla cucina giapponese e su alcuni suoi piatti, ovviamente presentati in versione rivista. Le spiegazioni, le varianti e le nozioni alimentari riescono ad essere interessanti: probabilmente vedendolo imparerete qualcosa sulla cucina. Inoltre, se è vero che i personaggi sono fortemente stereotipati, sanno anche essere alcune volte divertenti, proprio per l’eccesso di alcuni loro comportamenti. La voglia di vedere Soma scalare la vetta della scuola è inoltre una prospettiva allettante, sufficiente a farvi proseguire con una certa curiosità.
Nel complesso “Food Wars” ha potenzialità e presenta un soggetto interessante, ha il difetto di seguire troppo spesso la strada facile, perdersi nei dettagli inutili e nel fanservice, essere poco concreto e risultare ripetitivo e scontato.
Non mi sento di promuovere questa prima stagione, forse il bello deve ancora arrivare? Sinceramente non so se avrò la volontà di scoprirlo...
"Ad essere sincero, non volevo iscrivermi in questa scuola, ma non ho intenzione di perdere contro della gente che non ha mai servito dei veri clienti. Praticamente, quello che sto cercando di dire è che, visto che sono qui, diventerò il numero uno. "
Così si presenta Soma Yukihira durante la cerimonia di inizio corsi dell'Accademia Tōtsuki, una super esclusiva scuola per chef. Yukihira ha lavorato nella tavola calda di famiglia per tutta la sua vita e il suo sogno è quello di ereditarne la gestione superando il padre, chef incredibilmente talentuoso. Inizialmente, guarda dall'alto in basso gli altri studenti, ritenendo che si limitino a studiare come cucinare mentre lui si è dato da fare in una vera cucina servendo veri clienti. Scoprirà presto che le cose non sono facili come sembrano e che alcuni degli studenti possono essere dei veri ossi duri.
Questo anime di ventiquattro episodi è stato sicuramente uno dei miei preferiti del 2015.
Ambientato nell'esclusiva scuola, dove vige un sistema di valutazione rigidissimo, che consente solo al 10% degli studenti di diplomarsi, la narrazione è scandita da un susseguirsi di sfide culinarie che somigliano a delle vere e proprie battaglie senza quartiere, in quanto gli studenti sanno che un solo errore potrebbe causare l'espulsione. Il solito Consiglio studentesco, inoltre, viene sostituito dagli Elite 10, ossia i migliori dieci studenti della scuola, la cui autorità è assoluta e incontrastabile, e di cui Soma aspira a prendere il posto di numero 1.
Il protagonista mi è stato simpatico fin dal primo momento. Soma è competitivo, molto sicuro di se stesso e, diciamocelo, un po' sbruffoncello, ma ha un grande talento: sa ammettere i propri errori e soprattutto non si arrende mai. Il suo amore per la cucina, il desiderio di raggiungere la vetta e la lealtà verso gli amici ne fanno un personaggio praticamente impossibile da odiare.
Anche gli altri personaggi principali sono tratteggiati molto bene. Partendo da Megumi Tadokoro, così dolce e così comica nella sua insicurezza, ma instancabile nel suo impegno a migliorarsi per non deludere nessuno, passando per Erina "Palato Divino" Nakiri, la principale rivale di Soma, dotata di una sicurezza in se stessa invidiabile, che dà del vero filo da torcere a Soma fin dal primo momento, o i fratelli Aldini, in particolare Takumi, con tanto di cappello al doppiatore che riesce a pronunciare quasi tutte le parole italiane in modo corretto (solo per questo vale la pena dare un'occhiata all'anime). Ma ce ne sono molti altri, ognuno con la sua specialità, ognuno determinato a diventare il migliore.
Per quanto riguarda il lato tecnico, la grafica è ben particolareggiata, soprattutto per quanto riguarda il cibo, che fa letteralmente venire l'acquolina in bocca. L'animazione è fluida e coinvolgente e lo spettatore viene risucchiato nelle appassionanti competizioni culinarie, soprattutto grazie alle musiche dal ritmo serrato.
Riassumendolo in una frase o meno: "Shokugeki = sfide culinarie all'ultimo sangue."
Così si presenta Soma Yukihira durante la cerimonia di inizio corsi dell'Accademia Tōtsuki, una super esclusiva scuola per chef. Yukihira ha lavorato nella tavola calda di famiglia per tutta la sua vita e il suo sogno è quello di ereditarne la gestione superando il padre, chef incredibilmente talentuoso. Inizialmente, guarda dall'alto in basso gli altri studenti, ritenendo che si limitino a studiare come cucinare mentre lui si è dato da fare in una vera cucina servendo veri clienti. Scoprirà presto che le cose non sono facili come sembrano e che alcuni degli studenti possono essere dei veri ossi duri.
Questo anime di ventiquattro episodi è stato sicuramente uno dei miei preferiti del 2015.
Ambientato nell'esclusiva scuola, dove vige un sistema di valutazione rigidissimo, che consente solo al 10% degli studenti di diplomarsi, la narrazione è scandita da un susseguirsi di sfide culinarie che somigliano a delle vere e proprie battaglie senza quartiere, in quanto gli studenti sanno che un solo errore potrebbe causare l'espulsione. Il solito Consiglio studentesco, inoltre, viene sostituito dagli Elite 10, ossia i migliori dieci studenti della scuola, la cui autorità è assoluta e incontrastabile, e di cui Soma aspira a prendere il posto di numero 1.
Il protagonista mi è stato simpatico fin dal primo momento. Soma è competitivo, molto sicuro di se stesso e, diciamocelo, un po' sbruffoncello, ma ha un grande talento: sa ammettere i propri errori e soprattutto non si arrende mai. Il suo amore per la cucina, il desiderio di raggiungere la vetta e la lealtà verso gli amici ne fanno un personaggio praticamente impossibile da odiare.
Anche gli altri personaggi principali sono tratteggiati molto bene. Partendo da Megumi Tadokoro, così dolce e così comica nella sua insicurezza, ma instancabile nel suo impegno a migliorarsi per non deludere nessuno, passando per Erina "Palato Divino" Nakiri, la principale rivale di Soma, dotata di una sicurezza in se stessa invidiabile, che dà del vero filo da torcere a Soma fin dal primo momento, o i fratelli Aldini, in particolare Takumi, con tanto di cappello al doppiatore che riesce a pronunciare quasi tutte le parole italiane in modo corretto (solo per questo vale la pena dare un'occhiata all'anime). Ma ce ne sono molti altri, ognuno con la sua specialità, ognuno determinato a diventare il migliore.
Per quanto riguarda il lato tecnico, la grafica è ben particolareggiata, soprattutto per quanto riguarda il cibo, che fa letteralmente venire l'acquolina in bocca. L'animazione è fluida e coinvolgente e lo spettatore viene risucchiato nelle appassionanti competizioni culinarie, soprattutto grazie alle musiche dal ritmo serrato.
Riassumendolo in una frase o meno: "Shokugeki = sfide culinarie all'ultimo sangue."
Credo che "Food Wars!" ,ovvero "Shokugeki no Soma" sia una novità interessante nel panorama degli anime e dei manga. Un ecchi molto atipico perchè in realtà le scene ecchi sono tutte o quasi immaginate e conseguenza dell'estasi provata all'assaggio di ogni piatto squisito offerto dai contendenti alle battaglie culinarie. Trovo il protagonista maschile molto piu' audace e determinato ripsetto ai soliti protagonisti impacciati presenti negli anime ecchi che siamo abituati a vedere. Food wars è un concentrato di adrenalina, dolcezza,follia, sensualità, freschezza e soprattutto, fa venire l'acquolina in bocca! piatti resi perfettamente, si nota che siano stati studiati con l'aiuto di esperti. Gag azzecatissime ne rendono la visione mai noiosa e sempre piacevole. E' uno shonen che invece di presentare i soliti power up e battaglie fisiche dai protagonisti ci presenta delle vere e proprie sfide in cucine. Ogni personaggio ha una sua tecnica, un pasto che sa cucinare meglio o una peculiarità di base. Ovviamente ci sono i soliti personaggi stereotipati,ma resi al meglio possibile (vedi la timida megumi tadokoro, splendida e deliziosa!). Insomma consiglio assolutamente la visione di questo fantastico e riuscito prodotto
"Food Wars! Shokugeki no Soma" è uno degli anime più interessanti del 2015, anzi, oserei dire uno dei migliori dell'anno. E il 9 che ho voluto dargli ne è una chiara dimostrazione.
Protagonista di questa storia è Soma Yukihira, un ragazzo che lavora in una tavola calda assieme a suo padre, col quale si cimenta spesso in gare di cucina da cui Soma esce sempre sconfitto. Questa situazione di equilibrio si rompe quando "Yukihira senior" deve partire per lavoro, chiudendo il locale, e Soma è costretto a frequentare contro la sua volontà una delle più rinomate scuole di cucina del mondo: la Tootsuki. Nell'accademia Soma incontrerà molti amici, ma anche molti rivali.
Si parta dal presupposto che io non avevo la benché minima idea di cosa sarei andata a guardare con "Food Wars". Quindi vedo le prime scene: gara di cucina, una ragazza assaggia la pietanza preparata e… Si eccita! Un ecchi?! Ma non un ecchi volgare, anzi. Il voler introdurre l'elemento ecchi con l'assaggio di cibi deliziosi, ma anche disgustosi, rende "Food Wars" geniale.
Altro punto forte di "Shokugeki no Soma" è proprio il contesto in cui la vicenda è ambientata: la cucina. Probabilmente, io sono di parte, dal momento che adoro cucinare (e ancor più mangiare), ma il modo in cui viene presentato l'ambiente culinario è straordinario. Il mondo della cucina, insomma, non viene visto come un luogo pacifico, ma è una continua sfida, con se stessi e con gli altri. E' stato geniale (quest'aggettivo lo sto usando troppo spesso, ma concedetemelo) voler mettere in mostra la grande competizione tra cuochi che è presente nel settore. La tensione, il puntare alla massima precisione nel preparare un piatto, lo scorrere del tempo, la paura di non potercela fare sono solo alcune delle emozioni che si percepiscono.
A questo punto è bene parlare dei personaggi, ottimi rappresentanti di tutte queste emozioni. Tutti quanti, con le loro particolarità e con i loro modi di cucinare, diventano subito riconoscibili e indimenticabili. Citerò solo i miei preferiti.
Erina Nakiri è straordinaria: un personaggio femminile così carismatico non si trova molto spesso in uno shonen, ma lei, assieme alle sue strampalate similitudini che usa per definire i piatti che assaggia, ti conquista dal primo frame.
Megumi Tadokoro, invece, parte come personaggio secondario dalla caratterizzazione piuttosto debole: timida, gentile e con bassa autostima. Ma nel corso degli episodi riesce a riscattarsi, riuscendo a diventare un personaggio degno di essere protagonista. Megumi è quel personaggio che nessuno di noi vorrebbe essere, perché tutti noi siamo come lei: le sue insicurezze, le sue paure e il fatto che non sia una cuoca straordinaria come Soma o Erina la rendono umana. Per questo motivo, Megumi secondo me è il personaggio con una scrittura più "moderna" rispetto a tutti gli altri.
Infine, arriviamo al protagonista, Soma, che riesce ad essere subito accattivante. Probabilmente, all'inizio non si hanno tante aspettative per questo personaggio: Soma si presenta come un classico protagonista degli shonen, fortissimo sin dall'inizio, che eccelle su tutti per le sue abilità, ottimista e con un forte senso dell'amicizia. Eppure, Soma ha degli ostacoli da superare: il primo tra i tanti è suo padre, che gli ricorda che si può sempre migliorare, anche se si è già bravi. Padre e figlio apprezzano la loro cucina non perché sia perfetta, ma perché è una cucina in cui si sperimenta ogni giorno, e se ci sono dei fallimenti e si cade, ci si rialza e si fanno altri tentativi. E questa è una lezione che non va applicata solo in cucina, ma anche nella vita di tutti i giorni. Sembra una banalità, ma è proprio per questo che Soma, assieme a suo padre, è da ammirare.
Inoltre, vedendo che si trattava di un ecchi e che il protagonista iniziava a farsi circondare da belle ragazze è scattata in me la sirena che segnala quello che io chiamo "Allarme Harem". Per fortuna, questa mia ipotesi è stata subito smentita: sì, è vero che ci sono alcune ragazze che vanno dietro a Soma, ma per fortuna questo elemento sentimentale non è così presente ed è ben dosato.
Infine, il comparto tecnico, alias "L'Eccellenza": J.C. Staff offre come sempre delle bellissime animazioni, disegni straordinari e colori sgargianti. I piatti preparati dai nostri cuochi sono disegnati talmente bene da far venire l'acquolina in bocca (infatti, consiglio la visione quando si è a stomaco pieno). Ottimo lavoro registico, soprattutto nelle scene delle battaglie culinarie e delle degustazioni. Buone OST e sigle di apertura e di chiusura piuttosto carine, su tutte direi la seconda opening, la quale sembra sia musicalmente sia visivamente l'opening di un battle shonen.
Per concludere, "Food Wars! Shokugeki no Soma" è una ricetta in cui gli ingredienti principali sono le emozioni, il divertimento e l'adrenalina. Non ho voluto dare il massimo dei voti perché la serie è priva di un finale, dal momento che la sua controparte cartacea è ancora in corso, e anche perché a lungo andare le sfide culinarie diventano troppo monotone, soprattutto quando si spendono episodi interi per descrivere tutte le procedure eseguite per preparare una pietanza (se mi devo vedere come si prepara un piatto mi guardo "La prova del cuoco", non un anime). Ma, nonostante questo, chiedo a gran voce una seconda stagione, consigliando a tutti di guardarlo.
Protagonista di questa storia è Soma Yukihira, un ragazzo che lavora in una tavola calda assieme a suo padre, col quale si cimenta spesso in gare di cucina da cui Soma esce sempre sconfitto. Questa situazione di equilibrio si rompe quando "Yukihira senior" deve partire per lavoro, chiudendo il locale, e Soma è costretto a frequentare contro la sua volontà una delle più rinomate scuole di cucina del mondo: la Tootsuki. Nell'accademia Soma incontrerà molti amici, ma anche molti rivali.
Si parta dal presupposto che io non avevo la benché minima idea di cosa sarei andata a guardare con "Food Wars". Quindi vedo le prime scene: gara di cucina, una ragazza assaggia la pietanza preparata e… Si eccita! Un ecchi?! Ma non un ecchi volgare, anzi. Il voler introdurre l'elemento ecchi con l'assaggio di cibi deliziosi, ma anche disgustosi, rende "Food Wars" geniale.
Altro punto forte di "Shokugeki no Soma" è proprio il contesto in cui la vicenda è ambientata: la cucina. Probabilmente, io sono di parte, dal momento che adoro cucinare (e ancor più mangiare), ma il modo in cui viene presentato l'ambiente culinario è straordinario. Il mondo della cucina, insomma, non viene visto come un luogo pacifico, ma è una continua sfida, con se stessi e con gli altri. E' stato geniale (quest'aggettivo lo sto usando troppo spesso, ma concedetemelo) voler mettere in mostra la grande competizione tra cuochi che è presente nel settore. La tensione, il puntare alla massima precisione nel preparare un piatto, lo scorrere del tempo, la paura di non potercela fare sono solo alcune delle emozioni che si percepiscono.
A questo punto è bene parlare dei personaggi, ottimi rappresentanti di tutte queste emozioni. Tutti quanti, con le loro particolarità e con i loro modi di cucinare, diventano subito riconoscibili e indimenticabili. Citerò solo i miei preferiti.
Erina Nakiri è straordinaria: un personaggio femminile così carismatico non si trova molto spesso in uno shonen, ma lei, assieme alle sue strampalate similitudini che usa per definire i piatti che assaggia, ti conquista dal primo frame.
Megumi Tadokoro, invece, parte come personaggio secondario dalla caratterizzazione piuttosto debole: timida, gentile e con bassa autostima. Ma nel corso degli episodi riesce a riscattarsi, riuscendo a diventare un personaggio degno di essere protagonista. Megumi è quel personaggio che nessuno di noi vorrebbe essere, perché tutti noi siamo come lei: le sue insicurezze, le sue paure e il fatto che non sia una cuoca straordinaria come Soma o Erina la rendono umana. Per questo motivo, Megumi secondo me è il personaggio con una scrittura più "moderna" rispetto a tutti gli altri.
Infine, arriviamo al protagonista, Soma, che riesce ad essere subito accattivante. Probabilmente, all'inizio non si hanno tante aspettative per questo personaggio: Soma si presenta come un classico protagonista degli shonen, fortissimo sin dall'inizio, che eccelle su tutti per le sue abilità, ottimista e con un forte senso dell'amicizia. Eppure, Soma ha degli ostacoli da superare: il primo tra i tanti è suo padre, che gli ricorda che si può sempre migliorare, anche se si è già bravi. Padre e figlio apprezzano la loro cucina non perché sia perfetta, ma perché è una cucina in cui si sperimenta ogni giorno, e se ci sono dei fallimenti e si cade, ci si rialza e si fanno altri tentativi. E questa è una lezione che non va applicata solo in cucina, ma anche nella vita di tutti i giorni. Sembra una banalità, ma è proprio per questo che Soma, assieme a suo padre, è da ammirare.
Inoltre, vedendo che si trattava di un ecchi e che il protagonista iniziava a farsi circondare da belle ragazze è scattata in me la sirena che segnala quello che io chiamo "Allarme Harem". Per fortuna, questa mia ipotesi è stata subito smentita: sì, è vero che ci sono alcune ragazze che vanno dietro a Soma, ma per fortuna questo elemento sentimentale non è così presente ed è ben dosato.
Infine, il comparto tecnico, alias "L'Eccellenza": J.C. Staff offre come sempre delle bellissime animazioni, disegni straordinari e colori sgargianti. I piatti preparati dai nostri cuochi sono disegnati talmente bene da far venire l'acquolina in bocca (infatti, consiglio la visione quando si è a stomaco pieno). Ottimo lavoro registico, soprattutto nelle scene delle battaglie culinarie e delle degustazioni. Buone OST e sigle di apertura e di chiusura piuttosto carine, su tutte direi la seconda opening, la quale sembra sia musicalmente sia visivamente l'opening di un battle shonen.
Per concludere, "Food Wars! Shokugeki no Soma" è una ricetta in cui gli ingredienti principali sono le emozioni, il divertimento e l'adrenalina. Non ho voluto dare il massimo dei voti perché la serie è priva di un finale, dal momento che la sua controparte cartacea è ancora in corso, e anche perché a lungo andare le sfide culinarie diventano troppo monotone, soprattutto quando si spendono episodi interi per descrivere tutte le procedure eseguite per preparare una pietanza (se mi devo vedere come si prepara un piatto mi guardo "La prova del cuoco", non un anime). Ma, nonostante questo, chiedo a gran voce una seconda stagione, consigliando a tutti di guardarlo.
"Shokugeki no Souma" è un anime per tutti. Lo dico perché chiunque lo potrebbe trovare divertente e guardabile. Ha quella giusta quantità di comicità, epicità ed "ecchi". Beh, insomma, a chi non piace vedere delle belle ragazze provare un certo tipo di sensazioni mangiando dei succulenti piatti preparati da studenti che ambiscono al titolo di "Numero uno"?
Iniziamo parlando della trama che non è chissà cosa di originale, è la classica storiella di un ragazzo che va in una prestigiosa scuola e vuole mettersi alla prova per dimostrare di essere il migliore. Souma Yukihira è una ragazzo che vive con il padre e insieme a lui gestisce un piccolo ristorante di famiglia. Il suo sogno è quello di prendere le redini del ristorante una volta cresciuto, ma per sua sfortuna o fortuna suo padre ha dei piani diversi per lui. E, difatti, lo iscrive in segreto nella più prestigiosa scuola di cucina del Giappone, dove solo il 10% degli studenti riesce a diplomarsi. All'inizio è contrario all'idea di vivere lontano da casa per studiare cucina con dei "bambocci" che non hanno mai lavorato in vita loro, poi, però, col tempo, conosce molte persone di questa scuola e inizia a divertirsi insieme a loro, tra rivali e professori terribili.
Il backround tecnico dell'anime è ottimo, sia come comparto visivo che come comparto audio. Le animazioni della J.C Staff sono come sempre ottime e il lato audio è molto bello sia per le opening e ending che come OST.
La serie ha una moltitudine di personaggi: molti di loro sono ricorrenti e altri passano in secondo piano. La parte bella è che tutti loro si inglobano perfettamente nell'ambientazione che, per quanto banale e rivista, lascia comunque una piacevole sensazione dietro.
Le mie conclusioni sull'opera sono molto positive, ho apprezzato molto la serie e quindi posso consigliarla a tutti quelli che vogliono una serie divertente e piacevole da vedere.
Iniziamo parlando della trama che non è chissà cosa di originale, è la classica storiella di un ragazzo che va in una prestigiosa scuola e vuole mettersi alla prova per dimostrare di essere il migliore. Souma Yukihira è una ragazzo che vive con il padre e insieme a lui gestisce un piccolo ristorante di famiglia. Il suo sogno è quello di prendere le redini del ristorante una volta cresciuto, ma per sua sfortuna o fortuna suo padre ha dei piani diversi per lui. E, difatti, lo iscrive in segreto nella più prestigiosa scuola di cucina del Giappone, dove solo il 10% degli studenti riesce a diplomarsi. All'inizio è contrario all'idea di vivere lontano da casa per studiare cucina con dei "bambocci" che non hanno mai lavorato in vita loro, poi, però, col tempo, conosce molte persone di questa scuola e inizia a divertirsi insieme a loro, tra rivali e professori terribili.
Il backround tecnico dell'anime è ottimo, sia come comparto visivo che come comparto audio. Le animazioni della J.C Staff sono come sempre ottime e il lato audio è molto bello sia per le opening e ending che come OST.
La serie ha una moltitudine di personaggi: molti di loro sono ricorrenti e altri passano in secondo piano. La parte bella è che tutti loro si inglobano perfettamente nell'ambientazione che, per quanto banale e rivista, lascia comunque una piacevole sensazione dietro.
Le mie conclusioni sull'opera sono molto positive, ho apprezzato molto la serie e quindi posso consigliarla a tutti quelli che vogliono una serie divertente e piacevole da vedere.
"Sono tempi duri per la ribellione" ma questo ha validità piuttosto generale, invariante rispetto al luogo, al tempo e alla dimensione.
Sono comunque tempi singolari quelli attuali, in cui arriva sugli schermi l'adattamento animato del manga Shokugeki no Souma (con Food Wars aggiunto nel mercato occidentale), realizzato da Yuuto Tsukuda e Shun Saeki e ospitato nientemeno che sulle pagine della rivista regina Shonen Jump.
Sono tempi in cui assistiamo a un revival, o piuttosto a un'emersione, della cucina di un certo livello. Assistiamo a un pullulare di trasmissioni a tema tra un Masterchef, Cucine da incubo, Bake off di ogni dove, Boss delle torte, delle cerimonie, della mafia e della cuccagna. Tempi di corsi di cucina da frequentare, salvo poi mai applicare "il sapere che si è imparato" a casa (dove mai si cucinerà) per ingozzarsi invece di schifezze sia nel focolare domestico che fuori, laddove son in più spacciate per bontà d'alta gamma.
La coincidenza temporale è magari casuale ma comunque curiosa e anche funzionale ad inquadrare meglio Shokugeki no Souma.
Il tema della cucina infatti non è certo nuovo nella letteratura manga (o nella filmografia anime). Sostanzialmente però le storie che la coinvolgono le possiamo dividere in due principali categorie: quelle in cui il cucinare fa solo da sfondo a una storia di primo piano, sovente una commedia romantica o uno slice of life, e vengono in mente opere come Nobunaga no Chef e Ristorante Paradiso; oppure siamo in una storia che racconta la cucina in sé descrivendo, esplorando e ricercando sapori e prelibatezze varie, tipologia di cui un Gourmet di Taniguchi può essere sicuramente un emblema.
In Shokugeki no Souma invece, che difatti prosegue sulle pagine di Shonen Jump, rivista di manga da battaglia per antonomasia, la cucina diviene un mezzo. Ma non un mezzo narrativo, un mezzo bellico che domina nello scenario delle accanite "battaglie culinarie", cioè le "Food Wars" del titolo, che fanno da perno a tutta la storia.
Storia che ha il suo protagonista in Souma Yukihira, baldo giovane cresciuto praticamente dentro la cucina della tavola calda del padre Jouichiro a cui Souma faceva un po' da assistente e un po' da rivale con innumerevoli (in realtà sono 489) sfide culinarie in cui veniva regolarmente battuto. Un giorno il padre di Souma deve improvvisamente partire e quindi indirizza il ragazzo verso la scuola superiore Tootsuki, ferocissima quanto rinomata accademia di cucina, nota per il bassissimo rateo di studenti diplomati che, proprio per esser sopravvissuti al tremendo ciclo scolastico, risulteranno dei cuochi di altissimo livello.
Vediamo quindi che anche l'ambientazione della vicenda è molto più vicina a un battle shonen che ad altro. La Tootsuki più che una scuola alberghiera, ricorda come durezza formativa un campo di sopravvivenza estrema alla Otoko Juku, come esagerazione d'insieme l'istituto Hakoniwa di Medaka Box e come spirito agonistico un liceo tosto come può essere il Todo di Inferno e Paradiso.
Al tempo stesso però essa incarna la manifestazione dell'oligarchia dominante e del suo potere precostituito, che d'un tratto si appresta ad essere rivoluzionato dall'arrivo di un elemento esterno e dunque anarchico come Souma. Anche questo uno stilema tipico di manga e anime come intrinseca ribellione alla formale e ingessata società nipponica.
Il giovane Souma parte così nel suo cammino alla conquista della vetta dell'accademia con uno spirito un po' smargiasso e strafottente tanto per restare nella parte dell'anarchico ribelle, che però tiene solo nell'ambito del culinario mentre nel quotidiano si rivela allegro, generoso e fondamentalmente di buon cuore.
Un cammino lungo il quale un diverso metodo di cottura, un ingrediente molto raro, un mix di spezie possono diventare delle tecniche speciali con cui conquistare il palato dei giudici e annientare l'avversario, oppure dove una mezzaluna può rappresentare un'arma esotica e micidiale.
E sia di rivali che di compagni (camerati, ma del dormitorio) Souma ne troverà di parecchi lungo la strada. Proprio allo stesso modo in cui in una storia di battaglie arrivano a turno gli esperti di questa o quella tecnica di lotta, ecco che vedremo aggirarsi per il campus, solo per citarne alcuna, gente quale: un'aggressiva e sensuale esperta di carni come Nikumi; due fratelli italo nipponici, Takumi e Isami Aldini, tipi un po' sopra le righe ma, latori del gustoso sapere del bel paese; il bel tenebroso guru del curry Hayama; oppure la pungente maga della cucina molecolare Alice. Ma non mancheranno per Souma degli alleati riuniti della fazione del dormitorio della "Stella Polare", e neppure dei muri quasi insormontabili, primo il padre sia mentore che "montagna troppo alta da scalare" ma soprattutto (lasciando da parte altri non ancora comparsi nell'anime), quella che pare essere la vera rivale di Souma: sua schizzinosa altezza Erina "Palato divino" Nakiri.
È un po' raro che in questa storie sia una donna l'avversario principale del protagonista, ma nel contesto di Shokugeki no Souma ciò non pare casuale. Scordiamoci perciò i nerboruti e gonfi gourmet cacciatori di Toriko (e anche il famigerato Komatsu) poiché, in vino veritas, Shokugeki no Souma ha fatto suo anche un certo quantitativo di elemento ecchi, non solo riempiendo il cast di diverse belle figliuole, ma aggiungendovi anche un tocco di sensualità manifesta. Su assaggiatori, degustatori e giudici di gara culinaria di turno, l'effetto delle pietanze preparate dai contendenti sarà quello di una sorta di estasi mistica che nel caso delle gentil signore (ma anche non solo) sarà un qualcosa al limite dell'orgasmico. Una caratteristica ecchi ma al contempo volutamente esagerata e portatrice di una dose di autoironia della serie.
Davvero un buon lavoro, quello svolto da parte degli addetti della J.C. Staff nel realizzare questo Food Wars - Shokugeki no Souma. Bei disegni, animazioni soddisfacenti ma soprattutto cura nei dettagli con pietanze disegnate degne di comparire su qualche rivista di cucina, ma soprattutto colori accesi e molto vividi che esaltano e rendono quasi vivi i piatti ma rendono bene anche su personaggi e ambienti.
La serie si giova anche di molti bravi doppiatori che offrono qui un'ottima prova nel dar vita ai personaggi del folto cast. Un elenco completo sarebbe lungo e un po' tedioso ma sicuramente meritano una citazione uno Yoshitsugu Matsuoka in formissima anche nei panni del protagonista, Risa Taneda, non più una sorpresa, all'altezza su un "altezzoso" personaggio come Erina e Minami Takahashi a regalarci una dolcissima Megumi. Impreziosiscono il cast alcuni veterani che fanno ben notare la loro presenza anche solo con personaggi importanti ma non di primo piano: Rikiya Koyama per il padre di Souma e Yuuichi Nakamura per la star della cucina francese, "l'etoile" Kojiro Shinomiya.
L'anime è valente anche come narrativa con una buona distribuzione dei tempi e dello spazio riservato per i singoli personaggi. Certamente, venendo da una serie in corso, ha un finale aperto (ne faranno una seconda stagione?) e le famose gare culinarie, quando si concentrano in massa, come verso la fine, possono dare un filo di monotonia e di tedio.
Rivisitazione in chiave gastronomica del Battle Shonen di Jump, Food Wars - Shokugeki no Souma, si rivela con questa incarnazione anime uno speziato e saporito mix di divertente commedia e appassionanti sfide con contorno di un piccantino ecchi che riesce efficacemente a intrattenere lo spettatore
Opera gustosa che potrà soddisfare molti palati. Per cui... "Buon appetito!".
Sono comunque tempi singolari quelli attuali, in cui arriva sugli schermi l'adattamento animato del manga Shokugeki no Souma (con Food Wars aggiunto nel mercato occidentale), realizzato da Yuuto Tsukuda e Shun Saeki e ospitato nientemeno che sulle pagine della rivista regina Shonen Jump.
Sono tempi in cui assistiamo a un revival, o piuttosto a un'emersione, della cucina di un certo livello. Assistiamo a un pullulare di trasmissioni a tema tra un Masterchef, Cucine da incubo, Bake off di ogni dove, Boss delle torte, delle cerimonie, della mafia e della cuccagna. Tempi di corsi di cucina da frequentare, salvo poi mai applicare "il sapere che si è imparato" a casa (dove mai si cucinerà) per ingozzarsi invece di schifezze sia nel focolare domestico che fuori, laddove son in più spacciate per bontà d'alta gamma.
La coincidenza temporale è magari casuale ma comunque curiosa e anche funzionale ad inquadrare meglio Shokugeki no Souma.
Il tema della cucina infatti non è certo nuovo nella letteratura manga (o nella filmografia anime). Sostanzialmente però le storie che la coinvolgono le possiamo dividere in due principali categorie: quelle in cui il cucinare fa solo da sfondo a una storia di primo piano, sovente una commedia romantica o uno slice of life, e vengono in mente opere come Nobunaga no Chef e Ristorante Paradiso; oppure siamo in una storia che racconta la cucina in sé descrivendo, esplorando e ricercando sapori e prelibatezze varie, tipologia di cui un Gourmet di Taniguchi può essere sicuramente un emblema.
In Shokugeki no Souma invece, che difatti prosegue sulle pagine di Shonen Jump, rivista di manga da battaglia per antonomasia, la cucina diviene un mezzo. Ma non un mezzo narrativo, un mezzo bellico che domina nello scenario delle accanite "battaglie culinarie", cioè le "Food Wars" del titolo, che fanno da perno a tutta la storia.
Storia che ha il suo protagonista in Souma Yukihira, baldo giovane cresciuto praticamente dentro la cucina della tavola calda del padre Jouichiro a cui Souma faceva un po' da assistente e un po' da rivale con innumerevoli (in realtà sono 489) sfide culinarie in cui veniva regolarmente battuto. Un giorno il padre di Souma deve improvvisamente partire e quindi indirizza il ragazzo verso la scuola superiore Tootsuki, ferocissima quanto rinomata accademia di cucina, nota per il bassissimo rateo di studenti diplomati che, proprio per esser sopravvissuti al tremendo ciclo scolastico, risulteranno dei cuochi di altissimo livello.
Vediamo quindi che anche l'ambientazione della vicenda è molto più vicina a un battle shonen che ad altro. La Tootsuki più che una scuola alberghiera, ricorda come durezza formativa un campo di sopravvivenza estrema alla Otoko Juku, come esagerazione d'insieme l'istituto Hakoniwa di Medaka Box e come spirito agonistico un liceo tosto come può essere il Todo di Inferno e Paradiso.
Al tempo stesso però essa incarna la manifestazione dell'oligarchia dominante e del suo potere precostituito, che d'un tratto si appresta ad essere rivoluzionato dall'arrivo di un elemento esterno e dunque anarchico come Souma. Anche questo uno stilema tipico di manga e anime come intrinseca ribellione alla formale e ingessata società nipponica.
Il giovane Souma parte così nel suo cammino alla conquista della vetta dell'accademia con uno spirito un po' smargiasso e strafottente tanto per restare nella parte dell'anarchico ribelle, che però tiene solo nell'ambito del culinario mentre nel quotidiano si rivela allegro, generoso e fondamentalmente di buon cuore.
Un cammino lungo il quale un diverso metodo di cottura, un ingrediente molto raro, un mix di spezie possono diventare delle tecniche speciali con cui conquistare il palato dei giudici e annientare l'avversario, oppure dove una mezzaluna può rappresentare un'arma esotica e micidiale.
E sia di rivali che di compagni (camerati, ma del dormitorio) Souma ne troverà di parecchi lungo la strada. Proprio allo stesso modo in cui in una storia di battaglie arrivano a turno gli esperti di questa o quella tecnica di lotta, ecco che vedremo aggirarsi per il campus, solo per citarne alcuna, gente quale: un'aggressiva e sensuale esperta di carni come Nikumi; due fratelli italo nipponici, Takumi e Isami Aldini, tipi un po' sopra le righe ma, latori del gustoso sapere del bel paese; il bel tenebroso guru del curry Hayama; oppure la pungente maga della cucina molecolare Alice. Ma non mancheranno per Souma degli alleati riuniti della fazione del dormitorio della "Stella Polare", e neppure dei muri quasi insormontabili, primo il padre sia mentore che "montagna troppo alta da scalare" ma soprattutto (lasciando da parte altri non ancora comparsi nell'anime), quella che pare essere la vera rivale di Souma: sua schizzinosa altezza Erina "Palato divino" Nakiri.
È un po' raro che in questa storie sia una donna l'avversario principale del protagonista, ma nel contesto di Shokugeki no Souma ciò non pare casuale. Scordiamoci perciò i nerboruti e gonfi gourmet cacciatori di Toriko (e anche il famigerato Komatsu) poiché, in vino veritas, Shokugeki no Souma ha fatto suo anche un certo quantitativo di elemento ecchi, non solo riempiendo il cast di diverse belle figliuole, ma aggiungendovi anche un tocco di sensualità manifesta. Su assaggiatori, degustatori e giudici di gara culinaria di turno, l'effetto delle pietanze preparate dai contendenti sarà quello di una sorta di estasi mistica che nel caso delle gentil signore (ma anche non solo) sarà un qualcosa al limite dell'orgasmico. Una caratteristica ecchi ma al contempo volutamente esagerata e portatrice di una dose di autoironia della serie.
Davvero un buon lavoro, quello svolto da parte degli addetti della J.C. Staff nel realizzare questo Food Wars - Shokugeki no Souma. Bei disegni, animazioni soddisfacenti ma soprattutto cura nei dettagli con pietanze disegnate degne di comparire su qualche rivista di cucina, ma soprattutto colori accesi e molto vividi che esaltano e rendono quasi vivi i piatti ma rendono bene anche su personaggi e ambienti.
La serie si giova anche di molti bravi doppiatori che offrono qui un'ottima prova nel dar vita ai personaggi del folto cast. Un elenco completo sarebbe lungo e un po' tedioso ma sicuramente meritano una citazione uno Yoshitsugu Matsuoka in formissima anche nei panni del protagonista, Risa Taneda, non più una sorpresa, all'altezza su un "altezzoso" personaggio come Erina e Minami Takahashi a regalarci una dolcissima Megumi. Impreziosiscono il cast alcuni veterani che fanno ben notare la loro presenza anche solo con personaggi importanti ma non di primo piano: Rikiya Koyama per il padre di Souma e Yuuichi Nakamura per la star della cucina francese, "l'etoile" Kojiro Shinomiya.
L'anime è valente anche come narrativa con una buona distribuzione dei tempi e dello spazio riservato per i singoli personaggi. Certamente, venendo da una serie in corso, ha un finale aperto (ne faranno una seconda stagione?) e le famose gare culinarie, quando si concentrano in massa, come verso la fine, possono dare un filo di monotonia e di tedio.
Rivisitazione in chiave gastronomica del Battle Shonen di Jump, Food Wars - Shokugeki no Souma, si rivela con questa incarnazione anime uno speziato e saporito mix di divertente commedia e appassionanti sfide con contorno di un piccantino ecchi che riesce efficacemente a intrattenere lo spettatore
Opera gustosa che potrà soddisfare molti palati. Per cui... "Buon appetito!".
Ve lo ricordate "Tutti in campo con Lotti"? Fu un anime che riuscì ad avvicinare al golf tante persone che, almeno in partenza, consideravano questo sport come un qualcosa di scialbo e noioso. Allo stesso modo, ancor prima dell'uscita di questo anime, "Sampei" era riuscito nella stessa impresa, proponendo, come tema principale, quello della pesca. Possiamo quindi affermare che, da sempre, manga ed anime sono riusciti a rendere attraenti argomenti che all'apparenza sembravano non aver alcun motivo d'interesse; e questo "miracolo" è riuscito per l'ennesima volta anche con questo "Shokugeki no Soma", anime basato sulla cultura della cucina.
La trama: Souma Yukihira e suo padre sono i gestori di una tavola calda di grande richiamo. Entrambi sono dei cuochi di grandissimo talento: il sogno di Souma, in particolare, è quello di battere il padre in una gara culinaria, cosa che non gli è mai riuscita nonostante innumerevoli tentativi. Terminata la scuola media, però, suo padre decide di iscriverlo in un celebre istituto di cucina, noto per la sua estrema severità; il ragazzo pensa di essere in grado di superare facilmente la prova ma, nonostante un talento ai fornelli che non passerà inosservato, saranno in molti a cercare di mettergli il bastone fra le ruote.
Devo ammettere che, se non fossi avessi letto i commenti entusiastici di alcuni utenti, non avrei mai dato una chance a questo titolo: personalmente, non so cuocere nemmeno un uovo sodo e un anime in cui la descrizione di ricette ha un ruolo così preponderante ovviamente non poteva attirarmi. Questa sensazione, per la verità, non è cambiata nemmeno dopo: ho trovato di una noia mortale le parti in cui il giudice di turno comincia con la lunghissima descrizione degli ingredienti e dei modi di cottura del piatto assaggiato. Non nego di aver avuto molte volte la tentazione di saltare queste parti.
I fattori che, però, riescono a rendere così "appetibile" questo titolo, tanto da farlo diventare uno degli anime più interessanti tra quelli in uscita nella stagione estiva 2015, sono sostanzialmente due: i personaggi e l'uso strumentale del fattore "competizione".
"Shokugeki no Soma" propone un cast di primissimo ordine: la caratterizzazione dei personaggi è tale da riuscire ad instaurare da subito un legame con lo spettatore, che si lascia coinvolgere immediatamente dalle loro vicende e le segue per ventiquattro episodi sempre con grande partecipazione. L'energia di Souma, l'ostinazione di Risa, la timidezza di Minami, quando vengono sfruttate nel modo giusto, trasmettono con grande naturalezza allegria e simpatia. Ovviamente, ciò non vale solo per i protagonisti principali, ma per quasi tutti i personaggi di questo enorme cast, ognuno dei quali ha sempre qualche elemento distintivo che lo rende facilmente riconoscibile.
Il secondo elemento "vincente" va ricercato, come detto, nell'uso strumentale del fattore competizione. Senza introdurre sfide e gare, temo che qualsiasi tentativo di far digerire l'enorme mole di ricette qui presentate sarebbe stato impossibile. Sfruttando l'elemento tifo e le varie gag messe in atto dai giudici nell'assaggiare i piatti, invece, si riesce a porre rimedia alla noia. Personalmente, io avrei dato più spazio allo slice of life piuttosto che alle ricette; tuttavia, se è stato pensato così, forse è stato meglio seguire l'istinto, invece di lanciarsi in qualcosa di diverso e potenzialmente rischioso.
Un altro elemento positivo va ricercato nella sua qualità grafica: devo dire che i disegni mi sono molto piaciuti; la colonna sonora, poi, è davvero ottima.
Dopo averne decantato i pregi bisogna, però, sottolinearne anche i difetti: come già detto più volte, la spiegazione delle ricette è troppo lunga e noiosissima, ed il fatto che si sia riusciti a renderla meno tediosa non è ragione sufficiente per negare l'evidenza; l'uso continuo dell'elemento "ecchi" alla lunga è fastidioso oltre che inutile; alcune parti della trama sono un po' forzate. Ed infine una curiosità: ma se i fratelli Aldini sono italiani, perché hanno un nome giapponese?
In conclusione, "Shokugeki no Soma" si è rivelato un ottimo anime e ne consiglio vivamente la visione: e, se lo dice uno che non voleva nemmeno iniziarlo, potete fidarvi.
La trama: Souma Yukihira e suo padre sono i gestori di una tavola calda di grande richiamo. Entrambi sono dei cuochi di grandissimo talento: il sogno di Souma, in particolare, è quello di battere il padre in una gara culinaria, cosa che non gli è mai riuscita nonostante innumerevoli tentativi. Terminata la scuola media, però, suo padre decide di iscriverlo in un celebre istituto di cucina, noto per la sua estrema severità; il ragazzo pensa di essere in grado di superare facilmente la prova ma, nonostante un talento ai fornelli che non passerà inosservato, saranno in molti a cercare di mettergli il bastone fra le ruote.
Devo ammettere che, se non fossi avessi letto i commenti entusiastici di alcuni utenti, non avrei mai dato una chance a questo titolo: personalmente, non so cuocere nemmeno un uovo sodo e un anime in cui la descrizione di ricette ha un ruolo così preponderante ovviamente non poteva attirarmi. Questa sensazione, per la verità, non è cambiata nemmeno dopo: ho trovato di una noia mortale le parti in cui il giudice di turno comincia con la lunghissima descrizione degli ingredienti e dei modi di cottura del piatto assaggiato. Non nego di aver avuto molte volte la tentazione di saltare queste parti.
I fattori che, però, riescono a rendere così "appetibile" questo titolo, tanto da farlo diventare uno degli anime più interessanti tra quelli in uscita nella stagione estiva 2015, sono sostanzialmente due: i personaggi e l'uso strumentale del fattore "competizione".
"Shokugeki no Soma" propone un cast di primissimo ordine: la caratterizzazione dei personaggi è tale da riuscire ad instaurare da subito un legame con lo spettatore, che si lascia coinvolgere immediatamente dalle loro vicende e le segue per ventiquattro episodi sempre con grande partecipazione. L'energia di Souma, l'ostinazione di Risa, la timidezza di Minami, quando vengono sfruttate nel modo giusto, trasmettono con grande naturalezza allegria e simpatia. Ovviamente, ciò non vale solo per i protagonisti principali, ma per quasi tutti i personaggi di questo enorme cast, ognuno dei quali ha sempre qualche elemento distintivo che lo rende facilmente riconoscibile.
Il secondo elemento "vincente" va ricercato, come detto, nell'uso strumentale del fattore competizione. Senza introdurre sfide e gare, temo che qualsiasi tentativo di far digerire l'enorme mole di ricette qui presentate sarebbe stato impossibile. Sfruttando l'elemento tifo e le varie gag messe in atto dai giudici nell'assaggiare i piatti, invece, si riesce a porre rimedia alla noia. Personalmente, io avrei dato più spazio allo slice of life piuttosto che alle ricette; tuttavia, se è stato pensato così, forse è stato meglio seguire l'istinto, invece di lanciarsi in qualcosa di diverso e potenzialmente rischioso.
Un altro elemento positivo va ricercato nella sua qualità grafica: devo dire che i disegni mi sono molto piaciuti; la colonna sonora, poi, è davvero ottima.
Dopo averne decantato i pregi bisogna, però, sottolinearne anche i difetti: come già detto più volte, la spiegazione delle ricette è troppo lunga e noiosissima, ed il fatto che si sia riusciti a renderla meno tediosa non è ragione sufficiente per negare l'evidenza; l'uso continuo dell'elemento "ecchi" alla lunga è fastidioso oltre che inutile; alcune parti della trama sono un po' forzate. Ed infine una curiosità: ma se i fratelli Aldini sono italiani, perché hanno un nome giapponese?
In conclusione, "Shokugeki no Soma" si è rivelato un ottimo anime e ne consiglio vivamente la visione: e, se lo dice uno che non voleva nemmeno iniziarlo, potete fidarvi.
Per tutti coloro che conoscevano già il manga, "Food Wars! Shokugeki no Soma" non è affatto una sorpresa. Ma sono comunque felice di vedere confermate pienamente tutte le magnifiche esperienze vissute nell'originale cartaceo. La trasposizione animata ha saputo, infatti, emozionare allo stesso modo, anzi, ampliando ancor di più l'eccitazione, grazie all'introduzione di colori sgargianti e una colonna sonora degna di nota.
Di per sé, "Food Wars! Shokugeki no Soma" non avrebbe neanche bisogno di una presentazione, ma per i nuovi arrivati che si apprestano a intraprendere questa sensazionale esperienza, specifichiamo che si tratta di un anime di ventiquattro episodi, uscito nel 2015, che condensa in sé la classica commedia scolastica ecchi con una bella dose di cucina. Ma dove sta allora la novità? Essenzialmente nel modo con cui vengono affrontate le varie pietanze e, ovviamente, nella reazione dei vari personaggi nel corso della degustazione… Al limite dell'amplesso.
La vicenda ha inizio in un piccolo ristorantino a conduzione familiare. Padre e figlio gestiscono i fornelli e, a quanto sembra, la tavola calda "Yukihira" è ben conosciuta in tutto il quartiere. Una cucina sensazionale, capace di accogliere il cliente fin dall'ingresso nel ristorante.
Soma, il figlio, è un personaggio molto simpatico, bravo in cucina, un pochino sbruffone, ma quel pizzico sufficiente a rendere alcuni suoi atteggiamenti alquanto epici. E' conscio della sua destrezza culinaria, ma, nonostante ciò, non è mai riuscito a battere suo padre, Junichiro, in una delle frequenti battaglie a colpi di succulente pietanze.
Improvvisamente, però, Junichiro decide che è arrivato il momento di chiudere temporaneamente l'attività. Soma è sconvolto, ma accetta la decisione paterna più o meno favorevolmente. Mentre il padre sarà impegnato all'estero per lavoro, lui dovrà frequentare una scuola di cucina. E qui sorge una domanda: cosa gli serve una scuola di cucina a uno che è stato dietro ai fornelli fin dalle elementari? Semplice. Non si tratta di una semplice scuola, bensì della più prestigiosa accademia culinaria del Giappone. Gli studenti si iscrivono anche dall'estero e, alla fine dei tre anni, meno del 10% dei partecipanti ottiene l'agognato diploma. Un vero e proprio campo di battaglia, in cui i migliori aspiranti cuochi si metteranno a confronto per imparare e migliorarsi.
Se dovessi indicare un difetto in quest'anime, constaterei rammaricato che, in fin dei conti, difetti non ce ne sono. Con ciò non voglio dire che abbiamo a che fare con l'incarnazione stessa della perfezione, ma credo che "Food Wars! Shokugeki no Soma" sia una serie completa, in grado di soddisfare un po' tutti gli interessi.
I personaggi principali, ma anche e soprattutto quelli secondari, mostrano una caratterizzazione incredibile. Soma è un protagonista con i controfiocchi, capace di appassionare, stupire e divertire allo stesso tempo. La sua apparente spensieratezza nasconde un animo profondo, che s'infiamma all'istante appena sente odore di cucina. Tuttavia, come ricordato sopra, la vera forza di quest'opera risiede nei personaggi che, solitamente, sarebbero apparsi e scomparsi in un battito di ciglia. Anche quelli relegati al ruolo di comparse (ovviamente intendo quelli che si vedono per almeno una o due puntate) assumono una costituzione reale, con un profilo psicologico proprio. Gli studenti sono molti, ma questi vengono presentati con classe e si fa molta attenzione a non abbandonarne neanche uno. In fin dei conti, si tratta di una scuola.
C'è spazio pure per un po' di sentimentalismo, anche se, per fortuna, non in maniera predominante. Niente in contrario contro il romanticismo, ma penso che in una serie di tal tipo avrebbe finito con l'appesantire il tutto. Le parole iniziali del padre sembrano annunciare un futuro sviluppo sentimentale, e, in effetti, di ragazze interessate al protagoniste ce ne sono eccome. Megumi, sempre al fianco di Soma, è forse una presenza un po' troppo debole (anche se, nel corso dell'anime, ha l'opportunità di crescere), mentre Ikumi Mito (per gli amici Nikumi) è una bella tsundere formosa, capace di appassionare un po' di più rispetto alla prima fanciulla.
Senza contare che la presenza di Erina aleggia sopra la figura del protagonista. Sarà un odio che si trasformerà in amore? Chissà…
La grafica è pressoché magnifica. I colori, già brillanti, si infiammano letteralmente durante l'assaggio delle pietanze. I personaggi mostrano un design accattivante e originale, in particolar modo per le fanciulle, che, di fatto, verranno mostrate in tutta la loro sensualità nel corso dei vari "amplessi" degustativi. Tra tutte credo che la più affascinante rimanga Ryouko (questa, però, è una semplice opinione personale).
Le musiche sono ben studiate e alternano momenti rilassati ad attimi più emozionanti. Un ritmo vario, ma costante, che eccita, appassiona, coinvolge e innamora. Molto bene anche il doppiaggio, per cui nutrivo un certo timore. Avendo letto prima il manga, mi chiedevo quale voce avrebbero assunto i vari protagonisti. Eppure, devo ammettere di averle trovate tutte azzeccate.
La regia è perfetta, e riesce ad esaltare al massimo una storia che, già di per sé, aveva un valore immenso. Non c'è un attimo di tregua, ma ciò non significa frenesia. Un buon equilibrio tra commedia e "azione", che rende l'effetto finale sensazionale.
Forse ciò che lascia perplessi è il finale. Una conclusione che grida vendetta, visto che abbandona lo spettatore nel momento di massima eccitazione. Proprio quando la situazione si entusiasmava maggiormente, ecco che giunge implacabile il ventiquattresimo episodio, sancendo il termine di questa prima avventura. Ovviamente, spero che ci sia una seconda stagione. Il manga vende bene, e anche l'anime non ha deluso. Chissà, forse in futuro avremo modo di osservare con i nostri occhi il seguito di questa bellissima opera.
"Food Wars! Shokugeki no Soma" ha saputo accontentare un po' tutti, dal bambino che desiderava un anime movimentato, al ragazzo desideroso di un po' di ecchi, all'esperto di cucina (perché no?). Un anime universale, capace di affermare a gran voce la potenza della cucina e delle pietanze di tutto il mondo. Interessante anche l'uscita nel 2015, proprio in concomitanza con l'EXPO sull'alimentazione.
Voto finale: 9
Di per sé, "Food Wars! Shokugeki no Soma" non avrebbe neanche bisogno di una presentazione, ma per i nuovi arrivati che si apprestano a intraprendere questa sensazionale esperienza, specifichiamo che si tratta di un anime di ventiquattro episodi, uscito nel 2015, che condensa in sé la classica commedia scolastica ecchi con una bella dose di cucina. Ma dove sta allora la novità? Essenzialmente nel modo con cui vengono affrontate le varie pietanze e, ovviamente, nella reazione dei vari personaggi nel corso della degustazione… Al limite dell'amplesso.
La vicenda ha inizio in un piccolo ristorantino a conduzione familiare. Padre e figlio gestiscono i fornelli e, a quanto sembra, la tavola calda "Yukihira" è ben conosciuta in tutto il quartiere. Una cucina sensazionale, capace di accogliere il cliente fin dall'ingresso nel ristorante.
Soma, il figlio, è un personaggio molto simpatico, bravo in cucina, un pochino sbruffone, ma quel pizzico sufficiente a rendere alcuni suoi atteggiamenti alquanto epici. E' conscio della sua destrezza culinaria, ma, nonostante ciò, non è mai riuscito a battere suo padre, Junichiro, in una delle frequenti battaglie a colpi di succulente pietanze.
Improvvisamente, però, Junichiro decide che è arrivato il momento di chiudere temporaneamente l'attività. Soma è sconvolto, ma accetta la decisione paterna più o meno favorevolmente. Mentre il padre sarà impegnato all'estero per lavoro, lui dovrà frequentare una scuola di cucina. E qui sorge una domanda: cosa gli serve una scuola di cucina a uno che è stato dietro ai fornelli fin dalle elementari? Semplice. Non si tratta di una semplice scuola, bensì della più prestigiosa accademia culinaria del Giappone. Gli studenti si iscrivono anche dall'estero e, alla fine dei tre anni, meno del 10% dei partecipanti ottiene l'agognato diploma. Un vero e proprio campo di battaglia, in cui i migliori aspiranti cuochi si metteranno a confronto per imparare e migliorarsi.
Se dovessi indicare un difetto in quest'anime, constaterei rammaricato che, in fin dei conti, difetti non ce ne sono. Con ciò non voglio dire che abbiamo a che fare con l'incarnazione stessa della perfezione, ma credo che "Food Wars! Shokugeki no Soma" sia una serie completa, in grado di soddisfare un po' tutti gli interessi.
I personaggi principali, ma anche e soprattutto quelli secondari, mostrano una caratterizzazione incredibile. Soma è un protagonista con i controfiocchi, capace di appassionare, stupire e divertire allo stesso tempo. La sua apparente spensieratezza nasconde un animo profondo, che s'infiamma all'istante appena sente odore di cucina. Tuttavia, come ricordato sopra, la vera forza di quest'opera risiede nei personaggi che, solitamente, sarebbero apparsi e scomparsi in un battito di ciglia. Anche quelli relegati al ruolo di comparse (ovviamente intendo quelli che si vedono per almeno una o due puntate) assumono una costituzione reale, con un profilo psicologico proprio. Gli studenti sono molti, ma questi vengono presentati con classe e si fa molta attenzione a non abbandonarne neanche uno. In fin dei conti, si tratta di una scuola.
C'è spazio pure per un po' di sentimentalismo, anche se, per fortuna, non in maniera predominante. Niente in contrario contro il romanticismo, ma penso che in una serie di tal tipo avrebbe finito con l'appesantire il tutto. Le parole iniziali del padre sembrano annunciare un futuro sviluppo sentimentale, e, in effetti, di ragazze interessate al protagoniste ce ne sono eccome. Megumi, sempre al fianco di Soma, è forse una presenza un po' troppo debole (anche se, nel corso dell'anime, ha l'opportunità di crescere), mentre Ikumi Mito (per gli amici Nikumi) è una bella tsundere formosa, capace di appassionare un po' di più rispetto alla prima fanciulla.
Senza contare che la presenza di Erina aleggia sopra la figura del protagonista. Sarà un odio che si trasformerà in amore? Chissà…
La grafica è pressoché magnifica. I colori, già brillanti, si infiammano letteralmente durante l'assaggio delle pietanze. I personaggi mostrano un design accattivante e originale, in particolar modo per le fanciulle, che, di fatto, verranno mostrate in tutta la loro sensualità nel corso dei vari "amplessi" degustativi. Tra tutte credo che la più affascinante rimanga Ryouko (questa, però, è una semplice opinione personale).
Le musiche sono ben studiate e alternano momenti rilassati ad attimi più emozionanti. Un ritmo vario, ma costante, che eccita, appassiona, coinvolge e innamora. Molto bene anche il doppiaggio, per cui nutrivo un certo timore. Avendo letto prima il manga, mi chiedevo quale voce avrebbero assunto i vari protagonisti. Eppure, devo ammettere di averle trovate tutte azzeccate.
La regia è perfetta, e riesce ad esaltare al massimo una storia che, già di per sé, aveva un valore immenso. Non c'è un attimo di tregua, ma ciò non significa frenesia. Un buon equilibrio tra commedia e "azione", che rende l'effetto finale sensazionale.
Forse ciò che lascia perplessi è il finale. Una conclusione che grida vendetta, visto che abbandona lo spettatore nel momento di massima eccitazione. Proprio quando la situazione si entusiasmava maggiormente, ecco che giunge implacabile il ventiquattresimo episodio, sancendo il termine di questa prima avventura. Ovviamente, spero che ci sia una seconda stagione. Il manga vende bene, e anche l'anime non ha deluso. Chissà, forse in futuro avremo modo di osservare con i nostri occhi il seguito di questa bellissima opera.
"Food Wars! Shokugeki no Soma" ha saputo accontentare un po' tutti, dal bambino che desiderava un anime movimentato, al ragazzo desideroso di un po' di ecchi, all'esperto di cucina (perché no?). Un anime universale, capace di affermare a gran voce la potenza della cucina e delle pietanze di tutto il mondo. Interessante anche l'uscita nel 2015, proprio in concomitanza con l'EXPO sull'alimentazione.
Voto finale: 9
Mai avrei pensato che un opera che tratta di cucina potesse piacermi cosi tanto, questo però prima di visionare Shokugeki no Soma, anime del 2015 uscito nella stagione primaverile.
La storia è incentrata su Soma Yukihira, un giovane ragazzo con la passione per la cucina che insieme al padre lavora alla piccola tavola calda di famiglia.
Finite le scuole medie, il padre del ragazzo decide di partire all'estero e prima di lasciare il figlio, gli lancia un importante sfida: diplomarsi alla Totsuki, la piu prestigiosa scuola di cucina del Giappone, dove solo pochissime persone riescono a sopravvivere e a diplomarsi.
Qui Soma conoscerà numerosi personaggi che lo accompagneranno nel corso dell'opera e, tra battaglie culinarie e sfide di vario genere, il ragazzo cercherà di migliorarsi sempre più fino a raggiungere le vette dell'accademia.
Ho amato quest'opera sotto tutti i punti di vista, però l'elemento che più mi è piaciuto è l'allegria che riesce a trasmettere questo anime.
La storia infatti scorre leggera e spensierata fino alla fine ed è satura di momenti divertenti e a tratti anche emozionanti.
Non manca un po di fanservice, che però nel contesto dell'opera non guasta affatto, anzi rende alcune scene ancora più godibili e simpatiche.
Riguardo al comparto tecnico nulla da dire, davvero ben fatto: il disegno dei personaggi è vario e ben realizzato, mentre la grafica e in generale le animazioni sono di ottima fattura. Ottime anche le musiche, specialmente le sigle di apertura/chiusura: ti entrano in testa fin da subito, tanto che viene voglia di canticchiarle durante l'ascolto.
Parlando dei personaggi, qui si è svolto il lavoro migliore a mio parere: i personaggi, anche quelli minori, sono caratterizzati splendidamente. Ognuno di loro ha una personalità ben definita e una propria storia che nel corso dell'anime viene spiegata e approfondita.
Tra i personaggi principali, primo tra tutti si distingue il protagonista: testardo, focoso e sempre pronto alla sfida, Soma si distingue per la sua innata simpatia e l'abilità con cui riesce a stupire lo spettatore grazie ai suoi straordinari piatti.
Mi sono piaciuti anche moltissimi altri personaggi presenti nella storia, come la dolce e timida Megumi che grazie a Soma riesce a ritrovare fiducia in se stessa e a far emergere le sue abilità di cuoca; menzione d'onore anche per i fratelli Aldini(di origini italiane) e ad Erina Nakiri, una studentessa riconosciuta come una delle più abili cuoche dell'accademia che fin da subito prende in antipatia Soma e tenta in tutti modi di farlo espellere.
Insomma, ho adorato quest'anime poichè mi ha saputo conquistare fin da subito e che si è distinto per la sua straordinaria simpatia che riesce sempre a strapparti un sorriso durante tutta la seria.
Consiglio "Shokugeki no Soma" a tutti gli amanti del genere: se cercate un anime divertente, innovativo e leggero ve lo consiglio vivamente, perchè a parer mio non ne rimarrete delusi.
Il mio voto conclusivo è un bel 10: ora non mi resta che sperare nella realizzazione di una seconda stagione.
La storia è incentrata su Soma Yukihira, un giovane ragazzo con la passione per la cucina che insieme al padre lavora alla piccola tavola calda di famiglia.
Finite le scuole medie, il padre del ragazzo decide di partire all'estero e prima di lasciare il figlio, gli lancia un importante sfida: diplomarsi alla Totsuki, la piu prestigiosa scuola di cucina del Giappone, dove solo pochissime persone riescono a sopravvivere e a diplomarsi.
Qui Soma conoscerà numerosi personaggi che lo accompagneranno nel corso dell'opera e, tra battaglie culinarie e sfide di vario genere, il ragazzo cercherà di migliorarsi sempre più fino a raggiungere le vette dell'accademia.
Ho amato quest'opera sotto tutti i punti di vista, però l'elemento che più mi è piaciuto è l'allegria che riesce a trasmettere questo anime.
La storia infatti scorre leggera e spensierata fino alla fine ed è satura di momenti divertenti e a tratti anche emozionanti.
Non manca un po di fanservice, che però nel contesto dell'opera non guasta affatto, anzi rende alcune scene ancora più godibili e simpatiche.
Riguardo al comparto tecnico nulla da dire, davvero ben fatto: il disegno dei personaggi è vario e ben realizzato, mentre la grafica e in generale le animazioni sono di ottima fattura. Ottime anche le musiche, specialmente le sigle di apertura/chiusura: ti entrano in testa fin da subito, tanto che viene voglia di canticchiarle durante l'ascolto.
Parlando dei personaggi, qui si è svolto il lavoro migliore a mio parere: i personaggi, anche quelli minori, sono caratterizzati splendidamente. Ognuno di loro ha una personalità ben definita e una propria storia che nel corso dell'anime viene spiegata e approfondita.
Tra i personaggi principali, primo tra tutti si distingue il protagonista: testardo, focoso e sempre pronto alla sfida, Soma si distingue per la sua innata simpatia e l'abilità con cui riesce a stupire lo spettatore grazie ai suoi straordinari piatti.
Mi sono piaciuti anche moltissimi altri personaggi presenti nella storia, come la dolce e timida Megumi che grazie a Soma riesce a ritrovare fiducia in se stessa e a far emergere le sue abilità di cuoca; menzione d'onore anche per i fratelli Aldini(di origini italiane) e ad Erina Nakiri, una studentessa riconosciuta come una delle più abili cuoche dell'accademia che fin da subito prende in antipatia Soma e tenta in tutti modi di farlo espellere.
Insomma, ho adorato quest'anime poichè mi ha saputo conquistare fin da subito e che si è distinto per la sua straordinaria simpatia che riesce sempre a strapparti un sorriso durante tutta la seria.
Consiglio "Shokugeki no Soma" a tutti gli amanti del genere: se cercate un anime divertente, innovativo e leggero ve lo consiglio vivamente, perchè a parer mio non ne rimarrete delusi.
Il mio voto conclusivo è un bel 10: ora non mi resta che sperare nella realizzazione di una seconda stagione.
"Food Wars" è un anime a sfondo culinario che ha come protagonista Yukihira Soma, un giovanissimo ragazzo con un grande talento e una forte passione per la cucina. L'essere sempre stato messo sotto pressione e sotto sfida dal padre, che gestisce una tavola calda, ne hanno fatto un cuoco indiscusso, tant'è che il padre di Soma decide di iscriverlo in una scuola d'elite, in cui solo il 10% degli studenti riesce a diplomarsi. Dopo un'avvincente esame di ammissione, l'anime parte con un susseguirsi infinito di sfide appetitose.
Premetto che, prima di questo, avevo visto soltanto pochi altri titoli legati al mondo della cucina, ma in particolare ho ritrovato in "Food wars" molti elementi già visti in "Yumeiro patissiere", per quanto quest'ultimo possa essere decisamente più infantile: più di tutto, il mondo "irreale" che scaturisce nella mente dei giudici ogni volta che assaggiano una pietanza.
Innanzitutto esaminiamo i pro della serie: da un lato troviamo ottimi personaggi, con caratterizzazioni adeguate alle diverse vicende: il classico protagonista che, allenato da un padre rigido ma premuroso, non accetta la parola "sconfitta" nella sua vita e, di conseguenza, abbraccia ogni possibile sfida che possa migliorarlo; una co protagonista femminile il cui personaggio è basato esclusivamente sui sentimenti generati da chi le gira intorno; fino ai classici personaggi di sfondo che, o mossi da altruismo, o arroganza, sfidano o accompagnano i protagonisti nel loro viaggio verso le varie vittorie e sconfitte. Da questo punto di vista, ho trovato originale mettere come giudice una ragazza le cui azioni sono dettate per lo più dall'orgoglio e che, per questo, non accetta il talento di Soma. Il fatto, inoltre, che a protagonisti talentuosi, si affianchino personaggi divertenti, crea un mix di nonsense e demenzialità che risulta davvero simpatico.
Altro punto di forza è sicuramente il comparto tecnico, con animazioni fluide e chara designe molto buono.
Tuttavia ho trovato che ci sia almeno un "contro" che fa da padrone per tutta la durata dell'opera, ovvero il lato ecchi. Ora… sicuramente chiunque potrà venirmi a dire "se hai iniziato quest'opera, sicuramente saprai di che genere è e se l'ecchi non ti piace, potevi evitare di iniziarla". E' vero… pur tuttavia, sebbene sapessi che l'elemento ecchi fosse molto presente, non mi aspettavo di vederlo in una forma così "prepotente"… Infatti, iniziando la serie è abbastanza ovvio che, sapendo che questo elemento ci sarà, sarà legato alle emozioni di chi assaggia gli squisiti manicaretti dei vari personaggi… tuttavia l'esagerazione delle reazioni rende la demenzialità della scena quasi scocciante. Vedere personaggi che hanno praticamente degli orgasmi mangiando anche semplici patate al forno, fa capire che il tentativo di rendere appassionanti e realistiche le sfide, cade nel vuoto.
A parte questo elemento, è comunque un'ottima serie da seguire, di sicuro tra le migliori che questa stagione ci ha regalato.
Premetto che, prima di questo, avevo visto soltanto pochi altri titoli legati al mondo della cucina, ma in particolare ho ritrovato in "Food wars" molti elementi già visti in "Yumeiro patissiere", per quanto quest'ultimo possa essere decisamente più infantile: più di tutto, il mondo "irreale" che scaturisce nella mente dei giudici ogni volta che assaggiano una pietanza.
Innanzitutto esaminiamo i pro della serie: da un lato troviamo ottimi personaggi, con caratterizzazioni adeguate alle diverse vicende: il classico protagonista che, allenato da un padre rigido ma premuroso, non accetta la parola "sconfitta" nella sua vita e, di conseguenza, abbraccia ogni possibile sfida che possa migliorarlo; una co protagonista femminile il cui personaggio è basato esclusivamente sui sentimenti generati da chi le gira intorno; fino ai classici personaggi di sfondo che, o mossi da altruismo, o arroganza, sfidano o accompagnano i protagonisti nel loro viaggio verso le varie vittorie e sconfitte. Da questo punto di vista, ho trovato originale mettere come giudice una ragazza le cui azioni sono dettate per lo più dall'orgoglio e che, per questo, non accetta il talento di Soma. Il fatto, inoltre, che a protagonisti talentuosi, si affianchino personaggi divertenti, crea un mix di nonsense e demenzialità che risulta davvero simpatico.
Altro punto di forza è sicuramente il comparto tecnico, con animazioni fluide e chara designe molto buono.
Tuttavia ho trovato che ci sia almeno un "contro" che fa da padrone per tutta la durata dell'opera, ovvero il lato ecchi. Ora… sicuramente chiunque potrà venirmi a dire "se hai iniziato quest'opera, sicuramente saprai di che genere è e se l'ecchi non ti piace, potevi evitare di iniziarla". E' vero… pur tuttavia, sebbene sapessi che l'elemento ecchi fosse molto presente, non mi aspettavo di vederlo in una forma così "prepotente"… Infatti, iniziando la serie è abbastanza ovvio che, sapendo che questo elemento ci sarà, sarà legato alle emozioni di chi assaggia gli squisiti manicaretti dei vari personaggi… tuttavia l'esagerazione delle reazioni rende la demenzialità della scena quasi scocciante. Vedere personaggi che hanno praticamente degli orgasmi mangiando anche semplici patate al forno, fa capire che il tentativo di rendere appassionanti e realistiche le sfide, cade nel vuoto.
A parte questo elemento, è comunque un'ottima serie da seguire, di sicuro tra le migliori che questa stagione ci ha regalato.
Inizialmente avevo snobbato quest'opera, gli anime a sfondo culinario non sono il mio genere, ed ero sicuro sarebbe finito per annoiarmi come la maggior parte di essi. In seguito, spinto dalle voci positive, e dall'elevato numero di pollici verdi riscontrati per ogni episodio, mi sono convinto a recuperare l'intera serie, e per fortuna. Veramente una gran bella sorpresa questo "Shokugeki no Souma" serie della stagione primaverile 2015, composta da ventiquattro episodi di durata canonica e tratta dall'omonimo manga ideato da Yuuto Tsukuda e disegnato da Shun Saeki.
Yukihira Soma è un giovane ragazzo di terza media che assieme al padre Joichiro gestisce una piccola e modesta tavola calda. Ha iniziato a cucinare e a lavorare sin da quando era alla scuola elementare, e le sue abilità come cuoco sono indiscusse. Un giorno, senza alcun preavviso, suo padre lo iscrive alla Tōtsuki, la più prestigiosa scuola di cucina di tutto il Giappone, dove solamente il 10% degli alunni riesce a diplomarsi.
Soma è l'unico nuovo studente che riesce a superare il test d'ingresso, e dopo una presentazione non proprio brillante si ritroverà circondato da una moltitudine di avversari agguerriti, perché alla Tōtsuki le battaglie di cucina sono all'ordine del giorno.
Divertente, coinvolgente, appassionante. Questi sono i tre aggettivi che meglio riescono a descrivere l'opera. La trama è strutturata bene, si sviluppa ottimamente, il ritmo è sempre veloce e i colpi di scena diventano presto un'abitudine. Al termine di ogni episodio la voglia di proseguire è sempre maggiore, per questo motivo consiglio di guardarla tutta d'un fiato.
I personaggi che vengono presentati sono molti, ben strutturati e sufficientemente caratterizzati. Il protagonista principale, per quanto possa apparire stereotipato, grazie al proprio carisma riesce a farsi apprezzare e a coinvolgere lo spettatore. Le gag sono divertenti, forse troppo' demenziali in alcuni frangenti ma mai noiose, e la narrazione è fluida e facile da seguire.
Tecnicamente in linea con le altre opere del recente periodo. Il comparto grafico svolge un grande lavoro, ottimo il design dei personaggi, variegato e stilisticamente godibile, fluide le animazioni, molto dettagliati i fondali, spettacolari i giochi di luce. Anche il comparto sonoro non delude, proponendo ottime opening, ending e OST, doppiaggio più che adeguato.
Il manga dal quale è tratta è ancora in corso anche in patria, ragion per cui il finale non conclude nulla, e si ferma alle eliminatorie delle selezioni autunnali. Una seconda stagione è obbligatoria.
In conclusione, "Shokugeki no Souma" si è rivelata essere un'opera ben sopra le aspettative; una serie che con la sua semplicità è riuscita ad accaparrarsi una grande fetta di pubblico, e che adesso gode di un meritato successo. Consigliata a tutti coloro che sono alla ricerca di un prodotto poco impegnativo ma comunque coinvolgente.
Yukihira Soma è un giovane ragazzo di terza media che assieme al padre Joichiro gestisce una piccola e modesta tavola calda. Ha iniziato a cucinare e a lavorare sin da quando era alla scuola elementare, e le sue abilità come cuoco sono indiscusse. Un giorno, senza alcun preavviso, suo padre lo iscrive alla Tōtsuki, la più prestigiosa scuola di cucina di tutto il Giappone, dove solamente il 10% degli alunni riesce a diplomarsi.
Soma è l'unico nuovo studente che riesce a superare il test d'ingresso, e dopo una presentazione non proprio brillante si ritroverà circondato da una moltitudine di avversari agguerriti, perché alla Tōtsuki le battaglie di cucina sono all'ordine del giorno.
Divertente, coinvolgente, appassionante. Questi sono i tre aggettivi che meglio riescono a descrivere l'opera. La trama è strutturata bene, si sviluppa ottimamente, il ritmo è sempre veloce e i colpi di scena diventano presto un'abitudine. Al termine di ogni episodio la voglia di proseguire è sempre maggiore, per questo motivo consiglio di guardarla tutta d'un fiato.
I personaggi che vengono presentati sono molti, ben strutturati e sufficientemente caratterizzati. Il protagonista principale, per quanto possa apparire stereotipato, grazie al proprio carisma riesce a farsi apprezzare e a coinvolgere lo spettatore. Le gag sono divertenti, forse troppo' demenziali in alcuni frangenti ma mai noiose, e la narrazione è fluida e facile da seguire.
Tecnicamente in linea con le altre opere del recente periodo. Il comparto grafico svolge un grande lavoro, ottimo il design dei personaggi, variegato e stilisticamente godibile, fluide le animazioni, molto dettagliati i fondali, spettacolari i giochi di luce. Anche il comparto sonoro non delude, proponendo ottime opening, ending e OST, doppiaggio più che adeguato.
Il manga dal quale è tratta è ancora in corso anche in patria, ragion per cui il finale non conclude nulla, e si ferma alle eliminatorie delle selezioni autunnali. Una seconda stagione è obbligatoria.
In conclusione, "Shokugeki no Souma" si è rivelata essere un'opera ben sopra le aspettative; una serie che con la sua semplicità è riuscita ad accaparrarsi una grande fetta di pubblico, e che adesso gode di un meritato successo. Consigliata a tutti coloro che sono alla ricerca di un prodotto poco impegnativo ma comunque coinvolgente.
Anime della stagione primaverile, Shokugeki no Soma è stato in grado di farmi innamorare di una serie che, non ci posso credere nemmeno io, parla di cucina.
La trama si sviluppa attorno al protagonista, il talentuoso Yukihira Soma, che lavora in una piccola "trattoria" famigliare insieme al padre. Ad un tratto quest'ultimo parte per un importante viaggio d'affari ed iscrive il figlio nella più importante scuola culinaria giapponese. Qua il nostro protagonista farà la conoscenza di altri personaggi che lo faranno crescere e migliorare sempre di più. Non mancano le battaglie culinarie (come si può vedere dal titolo stesso).
Ho riflettuto a lungo su cosa scrivere in questa recensione, e, volete sapere qual'è il punto forte di questo anime? Non ha nessun difetto. Si è perfetto così com'è; ha tutto ciò che si vorrebbe vedere in una serie. E' appassionante, i personaggi, la grafica e il sonoro sono fantastici, ci sono scene divertenti e profonde, si mantiene leggero e godibile per tutta la sua durata, e, perchè no, c'è pure fanservice (molto divertente anche, vedere per credere).
La trama è appassionante e nello stesso tempo leggera, tanto che potresti guardare tutti gli episodi in un solo giorno. Può sembrare una banalità ma credo che anche questo sia un punto di forza. Questa caratteristica non è infatti presente in molte delle serie che hanno fatto la storia degli anime; spesso sono trame pesanti e impegnative da seguire. Bene non è questo il caso. (voto trama: 10.)
I personaggi sono tutti, dal primo all'ultimo, stupendi. La cosa divertente è che spesso non sono nemmeno particolarmente approfonditi ma va bene così: sono talmente particolari e ben caratterizzati che te ne innamori fin dal primo instante. Tutti hanno uno scopo nella trama e per questo tutto gira divinamente. Particolare attenzione va data ai fratelli Aldini, ebbene si come si comprende dal nome, hanno vissuto e lavorato in una trattoria italiana. Non mancano riferimenti al nostro paese, così come a diverse culture culinarie. Soma è paragonabile al classico protagonista di un anime shonen. (voto personaggi: 10.)
Per concludere in bellezza passiamo al comparto audio e video; ho solo una parola per descriverli: superbi. Grafica migliore di molti shonen di successo, disegni, ambientazioni e soprattutto le animazioni durante la cucina sono fantastiche. L'audio è perfetto, sia le due opening, che i vari sottofondi. (voto audio/video: 10.)
Non saprei come altro descrivervi questa serie che, per i veri appassionati di anime, non può essere ignorata. Per tutti coloro che volessero godere di questi fantastici 24 episodi lo facciano il prima possibile. Il finale è ovviamente aperto, ma, visto il successo anche del manga, vedo molto probabile una seconda serie futura. che altro dire questa serie si guadagna una valutazione di 10 senza alcun dubbio.
La trama si sviluppa attorno al protagonista, il talentuoso Yukihira Soma, che lavora in una piccola "trattoria" famigliare insieme al padre. Ad un tratto quest'ultimo parte per un importante viaggio d'affari ed iscrive il figlio nella più importante scuola culinaria giapponese. Qua il nostro protagonista farà la conoscenza di altri personaggi che lo faranno crescere e migliorare sempre di più. Non mancano le battaglie culinarie (come si può vedere dal titolo stesso).
Ho riflettuto a lungo su cosa scrivere in questa recensione, e, volete sapere qual'è il punto forte di questo anime? Non ha nessun difetto. Si è perfetto così com'è; ha tutto ciò che si vorrebbe vedere in una serie. E' appassionante, i personaggi, la grafica e il sonoro sono fantastici, ci sono scene divertenti e profonde, si mantiene leggero e godibile per tutta la sua durata, e, perchè no, c'è pure fanservice (molto divertente anche, vedere per credere).
La trama è appassionante e nello stesso tempo leggera, tanto che potresti guardare tutti gli episodi in un solo giorno. Può sembrare una banalità ma credo che anche questo sia un punto di forza. Questa caratteristica non è infatti presente in molte delle serie che hanno fatto la storia degli anime; spesso sono trame pesanti e impegnative da seguire. Bene non è questo il caso. (voto trama: 10.)
I personaggi sono tutti, dal primo all'ultimo, stupendi. La cosa divertente è che spesso non sono nemmeno particolarmente approfonditi ma va bene così: sono talmente particolari e ben caratterizzati che te ne innamori fin dal primo instante. Tutti hanno uno scopo nella trama e per questo tutto gira divinamente. Particolare attenzione va data ai fratelli Aldini, ebbene si come si comprende dal nome, hanno vissuto e lavorato in una trattoria italiana. Non mancano riferimenti al nostro paese, così come a diverse culture culinarie. Soma è paragonabile al classico protagonista di un anime shonen. (voto personaggi: 10.)
Per concludere in bellezza passiamo al comparto audio e video; ho solo una parola per descriverli: superbi. Grafica migliore di molti shonen di successo, disegni, ambientazioni e soprattutto le animazioni durante la cucina sono fantastiche. L'audio è perfetto, sia le due opening, che i vari sottofondi. (voto audio/video: 10.)
Non saprei come altro descrivervi questa serie che, per i veri appassionati di anime, non può essere ignorata. Per tutti coloro che volessero godere di questi fantastici 24 episodi lo facciano il prima possibile. Il finale è ovviamente aperto, ma, visto il successo anche del manga, vedo molto probabile una seconda serie futura. che altro dire questa serie si guadagna una valutazione di 10 senza alcun dubbio.
Food wars! Shokugeki no Soma e un anime di 24 eisodi di durata canonica della stagione primaverile 2015 di genere culinario.
Quest'opera, prodotta dallo studio di animazione giapponese J.C. Staff, e il perfetto connubio fra cucina e anime, ed e tratto dall'omonimo manga shonen scritto da Yuto Tsukuda e disegnato da Shun Saeki in collaborazione con la chef Yuki Morisaki, che fornisce le ricette per la serie. Il manga è pubblicato in Italia dalla Goen.
Trama: Il protagonista Soma Yukihira, un ragazzo di 15 anni molto positivo, dotato di uno spiccato talento culinario, che ha vissuto la sua infanzia nella tavola calda di famiglia insieme a suo padre Junichiro Yukihira che ogni giorno competono per il titolo di miglior cuoco del ristorante. Dopo essersi diplomato alle medie, il padre decide di chiudere temporaneamente la tavola calda e andare a lavorare all'estero e nel frattempo gli lancia la sfida al figlio, quella di migliorare le sue abilita culinarie presso la scuola d'elite giapponese Totsuki. Qui Yukihira scoprira che oltre a studiare si competera con avvincenti sfide culinarie e con altrettanti personaggi avvincenti e si potra mettere in palio qualsiasi cosa ma del medesimo valore e il premio piu ambito sara quello di diventare uno dei 10 della Totsuki.
In questa serie troviamo due lunghi archi narrativi della storia di questo anime: il Campo di addestramento e le Selezioni autunnali della cucina.
Quest'anime e un capolavoro in tutti i sensi, sia dal punto di vista della trama sia per i personaggi e sia per la grafica e comparto musicale
I personaggi sono tutti ben caratterizzati che è inoltre un punto di forza di questa serie, in primo luogo troviamo il protagonista Yukihira un ragazzo sempre ottimista e vivace ed eccelle nella fantasia e ambizione. Poi troviamo Megumi Tadokoro una studentessa del primo anno e un membro del dormitorio Stella Polare insieme a Yukihira dal carattere timido ed insicuro ma ha un ottima abilita nel sciogliere l'animo e dare la sensazione di casa e ogni parte del piatto e pensata per chi lo mangia e questa ragaza farà coppia di cucina varie volte con Yukihira che la aiutera a spronarla. Il prossimo personaggio mi piace definirlo come un leone per la sua superbia parlo di un'altro personaggio molto influente, Erina Nakiri una studentessa del primo anno che nonostante l'eta e gia detentrice del decimo posto degli "Elite 10". E dotata di un palato finissimo che le ha garantito il soprannome di "Palato di Dio" Non riconosce il talento di Soma ma a causa delle sue origini umili e per l'umiliazione subita durante il test d'ingresso alla Totsuki e tentera sempre di allontanarlo dall'accademia.
Poi ci sono altri personaggi caratteristici che Soma incontrera durante la sua vita da studente come Ikumi Mitou la Meet Master, Satoshi Isshiki un altro dei 10 della Totsuki facendo parte dello stesso dormitorio di Soma, Takimi Aldini e suo fratello Isami Aldini entrambi di nazionalita italiana, Shinomiya un adepto della Totsuki specializzato nella cucina franco giapponeese la cui specialita sono i legumi, Alice Nakiri la cugina di Erina e il suo aiutante Ryou Kurokiba, che ha una doppia personalita, ed infine il "master spice" Akira Hayama.
La grafica e un altro punto forte della J.C. Staff, che ci delizia sempre con i suoi colori vivaci.
Impressione: Questo anime, e capace di conquistarti sin dal primo episodio, con la simpatia dei personaggi e con la trama originale e divertente, con tutte le sue ricette di varie nazionalita che vi faranno innamorare ed eccitare, fino a che non vi bastera soltanto un boccone, ma al contrario, vorrete divorare ogni portata accompagnate da splendide musiche. Io stesso ho cucinato e mangiato queste pietanze, e posso garantirvi la loro bontà e nessun episodio vi fara annoiare grazie a queste superbe caratteristiche.
Lo consiglio a chiunque, anche ai non amanti del genere culinario/ecchi. Essendo uno dei migliori anime del 2015 se non il migliore.
VOTO: 10 con lode
Quest'opera, prodotta dallo studio di animazione giapponese J.C. Staff, e il perfetto connubio fra cucina e anime, ed e tratto dall'omonimo manga shonen scritto da Yuto Tsukuda e disegnato da Shun Saeki in collaborazione con la chef Yuki Morisaki, che fornisce le ricette per la serie. Il manga è pubblicato in Italia dalla Goen.
Trama: Il protagonista Soma Yukihira, un ragazzo di 15 anni molto positivo, dotato di uno spiccato talento culinario, che ha vissuto la sua infanzia nella tavola calda di famiglia insieme a suo padre Junichiro Yukihira che ogni giorno competono per il titolo di miglior cuoco del ristorante. Dopo essersi diplomato alle medie, il padre decide di chiudere temporaneamente la tavola calda e andare a lavorare all'estero e nel frattempo gli lancia la sfida al figlio, quella di migliorare le sue abilita culinarie presso la scuola d'elite giapponese Totsuki. Qui Yukihira scoprira che oltre a studiare si competera con avvincenti sfide culinarie e con altrettanti personaggi avvincenti e si potra mettere in palio qualsiasi cosa ma del medesimo valore e il premio piu ambito sara quello di diventare uno dei 10 della Totsuki.
In questa serie troviamo due lunghi archi narrativi della storia di questo anime: il Campo di addestramento e le Selezioni autunnali della cucina.
Quest'anime e un capolavoro in tutti i sensi, sia dal punto di vista della trama sia per i personaggi e sia per la grafica e comparto musicale
I personaggi sono tutti ben caratterizzati che è inoltre un punto di forza di questa serie, in primo luogo troviamo il protagonista Yukihira un ragazzo sempre ottimista e vivace ed eccelle nella fantasia e ambizione. Poi troviamo Megumi Tadokoro una studentessa del primo anno e un membro del dormitorio Stella Polare insieme a Yukihira dal carattere timido ed insicuro ma ha un ottima abilita nel sciogliere l'animo e dare la sensazione di casa e ogni parte del piatto e pensata per chi lo mangia e questa ragaza farà coppia di cucina varie volte con Yukihira che la aiutera a spronarla. Il prossimo personaggio mi piace definirlo come un leone per la sua superbia parlo di un'altro personaggio molto influente, Erina Nakiri una studentessa del primo anno che nonostante l'eta e gia detentrice del decimo posto degli "Elite 10". E dotata di un palato finissimo che le ha garantito il soprannome di "Palato di Dio" Non riconosce il talento di Soma ma a causa delle sue origini umili e per l'umiliazione subita durante il test d'ingresso alla Totsuki e tentera sempre di allontanarlo dall'accademia.
Poi ci sono altri personaggi caratteristici che Soma incontrera durante la sua vita da studente come Ikumi Mitou la Meet Master, Satoshi Isshiki un altro dei 10 della Totsuki facendo parte dello stesso dormitorio di Soma, Takimi Aldini e suo fratello Isami Aldini entrambi di nazionalita italiana, Shinomiya un adepto della Totsuki specializzato nella cucina franco giapponeese la cui specialita sono i legumi, Alice Nakiri la cugina di Erina e il suo aiutante Ryou Kurokiba, che ha una doppia personalita, ed infine il "master spice" Akira Hayama.
La grafica e un altro punto forte della J.C. Staff, che ci delizia sempre con i suoi colori vivaci.
Impressione: Questo anime, e capace di conquistarti sin dal primo episodio, con la simpatia dei personaggi e con la trama originale e divertente, con tutte le sue ricette di varie nazionalita che vi faranno innamorare ed eccitare, fino a che non vi bastera soltanto un boccone, ma al contrario, vorrete divorare ogni portata accompagnate da splendide musiche. Io stesso ho cucinato e mangiato queste pietanze, e posso garantirvi la loro bontà e nessun episodio vi fara annoiare grazie a queste superbe caratteristiche.
Lo consiglio a chiunque, anche ai non amanti del genere culinario/ecchi. Essendo uno dei migliori anime del 2015 se non il migliore.
VOTO: 10 con lode