Fatal Fury 2
Parlando di Fatal Fury vengono alla memoria altri tempi. Tempi in cui la grafica 2D dominava il mondo dei videogiochi e quando, più che con mirabolanti effetti speciali, bisognava stupire con la sostanza e con l'innovazione; anche se di cose belle a vedersi ne uscivano, bisogna dirlo. Dominavano i picchiaduro. Numerosissimi erano i titoli sul mercato, ma il contesto non variava poi molto: un gruppo di lottatori ardimentosi in lotta fra loro o contro un potente e losco figuro di turno, che per consolidare le sue ambizioni o manie di grandezza, organizzava un torneo; scelta questa che nel corso del tempo non ha mai portato grossi risultati a dire il vero.
La storia non era poi molto importante ai fini del gioco, quello che contava era la caratterizzazione dei personaggi, il loro stile e l'aspetto.
E' con quest'ottica che dovremmo guardare al manga di Fatal Fury 2. La storia ripercorre in sostanza quella del gioco, con il misterioso nobile tedesco Wolfgang Krauser che sfida i fratelli Bogard appena usciti vincitori dallo scontro con Geese Howard, ma non viene ne sviscerata ne sviluppata molto dall'autore, che preferisce concentrarsi sugli scontri e sui personaggi principali, tralasciando alcuni secondari. Una scelta forse derivata dal fatto che il cast è di prim'ordine, nonché collocato a pieno titolo nella storia dei videogiochi: Terry Bogard, protagonista indiscusso, forte guerriero di strada dal grande cuore sempre pronto a schierarsi con i più deboli; l'inseparabile fratello Andy, uno spirito un po' più tranquillo e che incarna maggiormente il classico esperto di arti marziali; il loro simpatico amico Joe Higashi esperto di Muai-thai; Mai Shiranui (eterna) fidanzata di Andy e abile praticante di ninjutsu.
Su Mai ci tenevo (da fan) ad aprire una parentesi. Potrebbe far pensare al classico personaggio femminile messo lì per attirare i giocatori (prevalentemente maschili considerato il genere) con le sue grazie, ma bisogna andare oltre altrimenti ci si sbaglierebbe. Mai è una ragazza molto allegra, un po' svampita forse, ma molto caparbia e con un vero spirito da combattente. Kei Mondo coglie bene il suo carattere e la traspone bene anche l'aspetto fisico sebbene Mai abbia avuto incarnazioni anche più sexy e affascinanti, ma qui entriamo nell'oscuro mondo dei manwha di “King of Fighters”...
Sul fronte dello stile grafico, quello dell'autore è abbastanza morbido anche se un po' pesante, ma che comunque rende bene sia i personaggi che i combattimenti, nonostante le tavole risultino di livello un po' altalenante e negli scontri anche abbastanza confuse.
Molto buona è stata l'edizione italiana proposta da Dynit: grande formato, pagine a colori, buona carta e una stampa senza sbavature. Tra l'altro nel primo volume è presente un redazionale firmato anche da un certo Gualtiero Cannarsi.
In conclusione il giudizio sul manga è sostanzialmente buono. Bisogna però dire anche che si rivolge specialmente ai fan della saga (che di certo non si trovano fra le giovani generazioni) e che potrebbe risultare un po' anonimo per i neofiti. Comunque chi riscopre un interesse verso i titoloni del decennio passato potrebbe benissimo, magari se lo trova in qualche fiera, dargli una sfogliata.
La storia non era poi molto importante ai fini del gioco, quello che contava era la caratterizzazione dei personaggi, il loro stile e l'aspetto.
E' con quest'ottica che dovremmo guardare al manga di Fatal Fury 2. La storia ripercorre in sostanza quella del gioco, con il misterioso nobile tedesco Wolfgang Krauser che sfida i fratelli Bogard appena usciti vincitori dallo scontro con Geese Howard, ma non viene ne sviscerata ne sviluppata molto dall'autore, che preferisce concentrarsi sugli scontri e sui personaggi principali, tralasciando alcuni secondari. Una scelta forse derivata dal fatto che il cast è di prim'ordine, nonché collocato a pieno titolo nella storia dei videogiochi: Terry Bogard, protagonista indiscusso, forte guerriero di strada dal grande cuore sempre pronto a schierarsi con i più deboli; l'inseparabile fratello Andy, uno spirito un po' più tranquillo e che incarna maggiormente il classico esperto di arti marziali; il loro simpatico amico Joe Higashi esperto di Muai-thai; Mai Shiranui (eterna) fidanzata di Andy e abile praticante di ninjutsu.
Su Mai ci tenevo (da fan) ad aprire una parentesi. Potrebbe far pensare al classico personaggio femminile messo lì per attirare i giocatori (prevalentemente maschili considerato il genere) con le sue grazie, ma bisogna andare oltre altrimenti ci si sbaglierebbe. Mai è una ragazza molto allegra, un po' svampita forse, ma molto caparbia e con un vero spirito da combattente. Kei Mondo coglie bene il suo carattere e la traspone bene anche l'aspetto fisico sebbene Mai abbia avuto incarnazioni anche più sexy e affascinanti, ma qui entriamo nell'oscuro mondo dei manwha di “King of Fighters”...
Sul fronte dello stile grafico, quello dell'autore è abbastanza morbido anche se un po' pesante, ma che comunque rende bene sia i personaggi che i combattimenti, nonostante le tavole risultino di livello un po' altalenante e negli scontri anche abbastanza confuse.
Molto buona è stata l'edizione italiana proposta da Dynit: grande formato, pagine a colori, buona carta e una stampa senza sbavature. Tra l'altro nel primo volume è presente un redazionale firmato anche da un certo Gualtiero Cannarsi.
In conclusione il giudizio sul manga è sostanzialmente buono. Bisogna però dire anche che si rivolge specialmente ai fan della saga (che di certo non si trovano fra le giovani generazioni) e che potrebbe risultare un po' anonimo per i neofiti. Comunque chi riscopre un interesse verso i titoloni del decennio passato potrebbe benissimo, magari se lo trova in qualche fiera, dargli una sfogliata.
Nei primi anni '90, nelle sale giochi di tutto il mondo, furoreggiava Street Fighter 2.
Qua da noi in Italia, il rivale principale del beat'em up Capcom era il sanguinoso Mortal Kombat della statunitense Midway, ma in Giappone a tenergli testa c'era un'altra produzione di una casa nipponica, e per di più della stessa Osaka, Fatal Fury/Garou Densetsu della Snk.
Parallelamente a Street Fighter 2 e ai suoi upgrades, la Snk produsse due episodi (più un upgrade del secondo) della sua saga Fatal Fury, che sarebbe poi continuata evolvendosi in maniera differente nel corso degli anni.
Il fumetto proposto da Dynit rappresenta l'adattamento del secondo episodio, Fatal Fury 2: The new battle, del 1992.
Ideale ponte tra il primo e il terzo episodio, questo Fatal Fury 2 vede il trio di protagonisti (i due fratelli Terry e Andy Bogard e l'amico Joe Higashi) fronteggiare la minaccia del possente "kaizer" teutonico Wolfgang Krauser.
E' da segnalare il debutto, in questo episodio, della procace fidanzata di Andy, la ninja Mai Shiranui, che sarà tra i personaggi più amati (e te credo!) e longevi della saga.
Dal lato grafico, questo manga si difende benissimo. Seppur praticamente alle prime armi, Kei Mondo si dimostra un disegnatore dotato, capace di rendere alla perfezione le differenti fisicità dei personaggi inventati dalla software house di Osaka e di creare dei combattimenti efficaci, seppure un pò confusionari.
Il problema di questo Fatal Fury 2 non sta nei disegni, ma nella storia. Che, intendiamoci, segue fedelmente quella del videogioco, però è giostrata un pò male.
I personaggi hanno tutti un loro motivo per agire, e alcuni di essi celano dei misteriosi retroscena che vengono spiegati piuttosto malamente, poichè dovrebbero essere già noti al lettore-giocatore. Il lettore non giocatore, però, si trova così abbastanza spiazzato e non capisce determinati punti della storia o determinati comportamenti dei personaggi.
Nel caso di Fatal Fury, che ha una continuity molto stretta a collegare i suoi vari capitoli, non curare bene la trama o i caratteri dei personaggi può essere un problema. La saga di Fatal Fury, infatti, non è solo la storia di Terry, Joe, Andy e Mai, ma presenta svariati personaggi e degli antagonisti particolarmente ispirati e complessi, le cui profonde personalità non vengono esaltate come dovrebbero da questo adattamento. Si capisce che Krauser, Geese, Billy, Lawrence e gli altri antagonisti dei nostri eroi sono personaggi complessi e sfaccettati, ma il lettore non è soddisfatto dalla loro resa caratteriale (mentre invece quella grafica è abbondantemente a posto).
I protagonisti e i personaggi che gravitano intorno a loro sono caratterizzati in maniera efficace, ma stessa cosa non si può dire dei cattivi e di alcuni personaggi secondari lasciati sullo sfondo e liquidati in poche vignette.
E' il caso, ahimè, di uno dei miei preferiti, il wrestler australiano Big Bear, il cui ruolo in questo fumetto è assolutamente incomprensibile e mal spiegato.
Un adattamento di questo tipo di solito mi fa storcere un po' il naso. Il fumetto, per me giocatore e quindi a conoscenza della totalità dei fatti narrati, si è rivelato abbastanza gradevole da leggere, ma mi rendo conto che un non giocatore non ci capirebbe nulla e che, in ogni caso, non approvo l'inserimento di personaggi così tanto per, senza poterli sfruttare a dovere. Anche se, purtroppo, devo dire che un fumetto che renda giustizia alla totalità del cast di Fatal Fury 2, ahimè, non l'hanno ancora realizzato, o, se c'è, non è giunto nel nostro paese e a questo punto non lo farà mai.
Particolarmente pregevole l'edizione proposta da Dynamic Italia (e infatti anche abbastanza costosa per l'epoca), che si rivela essere particolarmente maneggevole e presenta ottimi redazionali di approfondimento sulla saga di videogiochi e delle splendide pagine iniziali a colori, che rivelano ancora una volta l'abilità grafica di Kei Mondo.
Fatal Fury 2 rimane il classico "fumetto su licenza", né più né meno, e si porta dietro i tradizionali difetti narrativi di questo genere di produzioni. Graficamente è ben fatto, e i fans del videogioco lo apprezzeranno (a patto che il vostro personaggio preferito non sia Big Bear, Tung Fu Rue, Geese Howard o Chen Shinzan), ma per gli estranei alla saga (e mi sa che nel 2009 in Italia ce ne son tanti) risulta quasi inavvicinabile...
Nel complesso, l'adattamento di Kei Mondo si rivela essere poco più che sufficiente, ma assai ben lontano dal ben più pregevole e personale lavoro effettuato sulla saga dal più autorevole Ken Ishikawa (che arrivò nel nostro paese a puntate su Kappa Magazine).
Qua da noi in Italia, il rivale principale del beat'em up Capcom era il sanguinoso Mortal Kombat della statunitense Midway, ma in Giappone a tenergli testa c'era un'altra produzione di una casa nipponica, e per di più della stessa Osaka, Fatal Fury/Garou Densetsu della Snk.
Parallelamente a Street Fighter 2 e ai suoi upgrades, la Snk produsse due episodi (più un upgrade del secondo) della sua saga Fatal Fury, che sarebbe poi continuata evolvendosi in maniera differente nel corso degli anni.
Il fumetto proposto da Dynit rappresenta l'adattamento del secondo episodio, Fatal Fury 2: The new battle, del 1992.
Ideale ponte tra il primo e il terzo episodio, questo Fatal Fury 2 vede il trio di protagonisti (i due fratelli Terry e Andy Bogard e l'amico Joe Higashi) fronteggiare la minaccia del possente "kaizer" teutonico Wolfgang Krauser.
E' da segnalare il debutto, in questo episodio, della procace fidanzata di Andy, la ninja Mai Shiranui, che sarà tra i personaggi più amati (e te credo!) e longevi della saga.
Dal lato grafico, questo manga si difende benissimo. Seppur praticamente alle prime armi, Kei Mondo si dimostra un disegnatore dotato, capace di rendere alla perfezione le differenti fisicità dei personaggi inventati dalla software house di Osaka e di creare dei combattimenti efficaci, seppure un pò confusionari.
Il problema di questo Fatal Fury 2 non sta nei disegni, ma nella storia. Che, intendiamoci, segue fedelmente quella del videogioco, però è giostrata un pò male.
I personaggi hanno tutti un loro motivo per agire, e alcuni di essi celano dei misteriosi retroscena che vengono spiegati piuttosto malamente, poichè dovrebbero essere già noti al lettore-giocatore. Il lettore non giocatore, però, si trova così abbastanza spiazzato e non capisce determinati punti della storia o determinati comportamenti dei personaggi.
Nel caso di Fatal Fury, che ha una continuity molto stretta a collegare i suoi vari capitoli, non curare bene la trama o i caratteri dei personaggi può essere un problema. La saga di Fatal Fury, infatti, non è solo la storia di Terry, Joe, Andy e Mai, ma presenta svariati personaggi e degli antagonisti particolarmente ispirati e complessi, le cui profonde personalità non vengono esaltate come dovrebbero da questo adattamento. Si capisce che Krauser, Geese, Billy, Lawrence e gli altri antagonisti dei nostri eroi sono personaggi complessi e sfaccettati, ma il lettore non è soddisfatto dalla loro resa caratteriale (mentre invece quella grafica è abbondantemente a posto).
I protagonisti e i personaggi che gravitano intorno a loro sono caratterizzati in maniera efficace, ma stessa cosa non si può dire dei cattivi e di alcuni personaggi secondari lasciati sullo sfondo e liquidati in poche vignette.
E' il caso, ahimè, di uno dei miei preferiti, il wrestler australiano Big Bear, il cui ruolo in questo fumetto è assolutamente incomprensibile e mal spiegato.
Un adattamento di questo tipo di solito mi fa storcere un po' il naso. Il fumetto, per me giocatore e quindi a conoscenza della totalità dei fatti narrati, si è rivelato abbastanza gradevole da leggere, ma mi rendo conto che un non giocatore non ci capirebbe nulla e che, in ogni caso, non approvo l'inserimento di personaggi così tanto per, senza poterli sfruttare a dovere. Anche se, purtroppo, devo dire che un fumetto che renda giustizia alla totalità del cast di Fatal Fury 2, ahimè, non l'hanno ancora realizzato, o, se c'è, non è giunto nel nostro paese e a questo punto non lo farà mai.
Particolarmente pregevole l'edizione proposta da Dynamic Italia (e infatti anche abbastanza costosa per l'epoca), che si rivela essere particolarmente maneggevole e presenta ottimi redazionali di approfondimento sulla saga di videogiochi e delle splendide pagine iniziali a colori, che rivelano ancora una volta l'abilità grafica di Kei Mondo.
Fatal Fury 2 rimane il classico "fumetto su licenza", né più né meno, e si porta dietro i tradizionali difetti narrativi di questo genere di produzioni. Graficamente è ben fatto, e i fans del videogioco lo apprezzeranno (a patto che il vostro personaggio preferito non sia Big Bear, Tung Fu Rue, Geese Howard o Chen Shinzan), ma per gli estranei alla saga (e mi sa che nel 2009 in Italia ce ne son tanti) risulta quasi inavvicinabile...
Nel complesso, l'adattamento di Kei Mondo si rivela essere poco più che sufficiente, ma assai ben lontano dal ben più pregevole e personale lavoro effettuato sulla saga dal più autorevole Ken Ishikawa (che arrivò nel nostro paese a puntate su Kappa Magazine).