Macross 7 Trash
Firma storica per quanto riguarda il brand Macross, Haruhoko Mikimoto, è stato il character design della serie del 1982.
Io lo dico sempre: della grande epopea di Robotech il primo capitolo è decisamente il meno interessante, sono anni che aspetto il continuo di Mospeada ma inutilmente.
Continuano a dire che Mospeada che è del 1983 ha preso a piene mani da Macross, ma io non sono d’accordo: soprattutto mi era simpatico il travestito e mi è dispiaciuto che all’epoca lo abbiano dipinto come eterosessuale.
Comunque dicevo Macross è un’opera seminale che ha ispirato tanti lavori dopo di se, fra questi la sua continuazione più interessante è Macross 7 Trash (dove Trash non sta per spazzatura: doveva chiamarsi Flash ma in quel momento stava uscendo una serie delle Dirty Pair intitolata appunto Flash ed Mikimoto decise di cambiare il nome senza cercare qualcosa di furbo ma solo per assonanza).
La serie è breve solo 8 volumi ma molto carina, l’universo narrativo non si allontana molto dal primo capitolo in cui ci sono dei piloti (in Trash il protagonista Shiba è uno sportivo di Tornado Crush) e cantanti, con una congiura di alcuni apparati dell’esercito.
La storia è interessante e scorre veloce. Come dicevo ci sono molti rimandi alla serie originale, nei fatti se non nei personaggi, ed è per questo che possiamo accusare Mikimoto di mancanza di originalità.
La serie uscita in Giappone per la Kadokawa Shoten nel 1994 è arrivata in Italia grazie alla Panini che all’epoca aveva fortissimi legami con la casa editrice giapponese, come dimostrano le uscite di Dark Angel o Silent Mobieus fra i primi manga pubblicati da Panini, ma in quel momento stava già iniziando a differenziare il catalogo. Purtroppo Macross 7 Trash era abbastanza seguito da non essere bloccato in Italia (tipo Shoma) ma neanche così popolare da essere ricordato da molti.
Se amate i bei disegni e non chiedete storie troppo innovative fa per voi. Alcuni dicono che è molto simile ad Alita: io concordo in parte e ammetto che è inferiore per quanto riguarda la rappresentazione dei personaggi che in Macross 7 sono piatti e anche il tornado crush benché simile al motor ball non da’ grandi emozioni. Alla fine rimangono solo i disegni
Voto: sei.
Io lo dico sempre: della grande epopea di Robotech il primo capitolo è decisamente il meno interessante, sono anni che aspetto il continuo di Mospeada ma inutilmente.
Continuano a dire che Mospeada che è del 1983 ha preso a piene mani da Macross, ma io non sono d’accordo: soprattutto mi era simpatico il travestito e mi è dispiaciuto che all’epoca lo abbiano dipinto come eterosessuale.
Comunque dicevo Macross è un’opera seminale che ha ispirato tanti lavori dopo di se, fra questi la sua continuazione più interessante è Macross 7 Trash (dove Trash non sta per spazzatura: doveva chiamarsi Flash ma in quel momento stava uscendo una serie delle Dirty Pair intitolata appunto Flash ed Mikimoto decise di cambiare il nome senza cercare qualcosa di furbo ma solo per assonanza).
La serie è breve solo 8 volumi ma molto carina, l’universo narrativo non si allontana molto dal primo capitolo in cui ci sono dei piloti (in Trash il protagonista Shiba è uno sportivo di Tornado Crush) e cantanti, con una congiura di alcuni apparati dell’esercito.
La storia è interessante e scorre veloce. Come dicevo ci sono molti rimandi alla serie originale, nei fatti se non nei personaggi, ed è per questo che possiamo accusare Mikimoto di mancanza di originalità.
La serie uscita in Giappone per la Kadokawa Shoten nel 1994 è arrivata in Italia grazie alla Panini che all’epoca aveva fortissimi legami con la casa editrice giapponese, come dimostrano le uscite di Dark Angel o Silent Mobieus fra i primi manga pubblicati da Panini, ma in quel momento stava già iniziando a differenziare il catalogo. Purtroppo Macross 7 Trash era abbastanza seguito da non essere bloccato in Italia (tipo Shoma) ma neanche così popolare da essere ricordato da molti.
Se amate i bei disegni e non chiedete storie troppo innovative fa per voi. Alcuni dicono che è molto simile ad Alita: io concordo in parte e ammetto che è inferiore per quanto riguarda la rappresentazione dei personaggi che in Macross 7 sono piatti e anche il tornado crush benché simile al motor ball non da’ grandi emozioni. Alla fine rimangono solo i disegni
Voto: sei.
Macross 7 è un manga molto vecchio pubblicato dalla planet manga nel 1998. Ma nonostante sia cosi vecchio la sua lettura e i suoi disegni non mi sono sembrati per niente antiquati o obsoleti. Per quanto riguarda la storia devo dire che mi è sembrata abbastanza scorrevole e piacevole da leggere, i disegni belli, con tavole che mi hanno lasciato a bocca aperta pensando "ma sicuro che questo è un manga vecchio?!". I personaggi della storia hanno tutti dei ruoli fondamentali senza che qualcuno venga lasciato come personaggio di poca rilevanza, oltretutto sono disegnati magnificamente. In particolar i miei personaggi preferiti della storia rimangono sempre Shiba e Enika, due personaggi che mi hanno fatto divertire un sacco. Penso che questo manga sia stato un po troppo sottovalutato. Nonostante sia uno spin-off della serie Macross l'ho trovato decisamente meglio della serie animata. Spero di leggere altre opere di questo livello, mi sono divertito molto leggendolo, avvincente fino all'ultima pagina.
Il titolo è un po' spiazzante, visto che in inglese trash significa spazzatura. Come spiegato negli approfondimenti, il titolo originale doveva essere Macross 7 flash, ma il buon Mikimoto seppe che il termine era già stato usato per un'altra serie (Dirty Pair Flash) e decise di sostituirlo con trash, solo per assonanza, senza badare al significato.
In realtà, il manga è tutt'altro che una schifezza, anzi...
<b>[Attenzione, possibili Spoiler]</b>
Il protagonista maschile è Shiba Mido, 17 anni, atleta di Tornado Crush, uno sport in cui due squadre di 11 giocatori, indossando degli air-blade ( una sorta di rollerblade a reazione, passatemi il termine) si sfidano a quella che, in definitiva, dovrebbe essere una corsa su pista. I punti si fanno superando gli avversari, anche ricorrendo al gioco duro, botte, spintoni e così via. Shiba è l'asso della squadra, il suo stile particolarmente aggressivo lo fa spiccare su tutti. La protagonista femminile è Enika Cellini, coetanea di Shiba, manager della sua squadra di T-crush, il cui sogno è diventare una cantante. Il suo idolo e modello? Lynn Minmei, naturalmente. Chiude il triangolo Mahara Fabrio, 27 anni, ex ufficiale dell'esercito, congedatasi in seguito ad un incidente di cui non ha colpa, ma di cui si sente comunque responsabile; sulla sua coscienza grava la morte di un giovane cadetto.
Shiba salva Mahara da un tentativo di omicidio, e da quel momento le loro strade si intrecciano indissolubilmente, mentre Enika, che vince un concorso canoro, si trova costretta ad allontanarsi dal ragazzo che ama per potersi costruire una carriera. In seguito a pressioni dell'esercito, Mahara diventa l'allenatrice della squadra di Shiba, ma presto si rende conto che la motivazione con cui l'hanno convinta, la ricerca di giovani promettenti da addestrare come piloti di Valkirye, nasconde in realtà una sperimentazione su cavie umane, orchestrata dal colonnello Abraham de Baseron, in accordo con un ristretto gruppo di Zentraedi, in cerca di un modo di appropriarsi delle emozioni umane, che loro non sono in grado di provare e che possono aumentare a dismisura il loro potenziale combattivo. Shiba si rende ben presto conto di essere una cavia, ma decide comunque di partecipare ad un cruento torneo di T-Crush, che per l'occasione si trasforma in una sorta di duello uno-contro-uno, spinto dal suo orgoglio e dal disperato bisogno di trovare se stesso, al di là del suo indiscutibile talento e, soprattutto, delle voci che lo vorrebbero figlio illegittimo di Maximilian Jenius, uno dei protagonisti della prima serie di Macross, nonché comandante della Macross 7, nave madre di una flotta per emigrazione a lunga distanza. Una presunta parentela molto ingombrante per Shiba, che desidera sopra ogni cosa mettersi alla prova ed affermarsi unicamente grazie alle proprie capacità, duramente sviluppate in un costante allenamento. Mahara, affezionata al ragazzo, cerca in ogni modo di assisterlo e proteggerlo, cercando contemporaneamente di scoprire lo scopo ultimo della sperimentazione e l'identità delle parti in gioco. Nel frattempo, Enika scopre di aver vinto il concorso solo grazie all'influenza del padre anziché per il proprio talento e si trova in seria difficoltà, non riuscendo a trovare nel canto quell'affermazione in cui tanto sperava.
Ovviamente non mancano i comprimari, a partire da Mobald, che riveste lo scomodo ma indispensabile ruolo di amico/rivale di Shiba, o Jevil, atleta zentraedi, inconsapevole cavia su cui vengono testati i risultati degli esperimenti.
<b>[Fine Spoiler]</b>
Il tratto di Mikimoto è morbido e preciso, accurato nel delineare splendidi personaggi, molto ben caratterizzati tanto dal punto di vista fisico quanto caratteriale. L'unica pecca è forse Enika, che fisicamente è la copia di Minmei. Il mecha design è praticamente assente, astronavi e Valkirye, che tanto avevano caratterizzato la serie storica, qui sono a malapena accennati. E' chiaro che l'interesse dell'autore è principalmente focalizzato sulla crescita psicologica dei suoi personaggi, che tratteggia con affetto ed attenzione, a discapito anche dell'azione, costituita dagli incontri di T-Cush che, per quanto importanti, non sono mai il fulcro della storia. Grande cura anche negli sfondi, ricchi e dettagliati.
Due parole sull'edizione. Nel '98 Panini editava un numero molto minore di manga, probabilmente per questo li curava meglio. La copertina è bella spessa, la carta leggermente grigia e non trasparente, la stampa è decente e l'unico refuso che ho trovato è una pagina stampata a rovescio (pag.27 vol.12). Il prezzo era onesto, ed anziché da sovraccoperte e posterini, i volumi sono arricchiti da un robusto ed apprezzabilissimo apparato di redazionali, che approfondiscono il mondo di Macross, la sua cronologia, il fenomeno che ha generato, nonché il suo chara designer e mangaka, Mikimoto appunto.
In definitiva un manga molto bello, superiore anche alla serie animata di cui è spin-off, Macross 7, da cui è completamente indipendente. Consigliato anche a chi non ama la fantascienza, che qui fa da mero sfondo.
In realtà, il manga è tutt'altro che una schifezza, anzi...
<b>[Attenzione, possibili Spoiler]</b>
Il protagonista maschile è Shiba Mido, 17 anni, atleta di Tornado Crush, uno sport in cui due squadre di 11 giocatori, indossando degli air-blade ( una sorta di rollerblade a reazione, passatemi il termine) si sfidano a quella che, in definitiva, dovrebbe essere una corsa su pista. I punti si fanno superando gli avversari, anche ricorrendo al gioco duro, botte, spintoni e così via. Shiba è l'asso della squadra, il suo stile particolarmente aggressivo lo fa spiccare su tutti. La protagonista femminile è Enika Cellini, coetanea di Shiba, manager della sua squadra di T-crush, il cui sogno è diventare una cantante. Il suo idolo e modello? Lynn Minmei, naturalmente. Chiude il triangolo Mahara Fabrio, 27 anni, ex ufficiale dell'esercito, congedatasi in seguito ad un incidente di cui non ha colpa, ma di cui si sente comunque responsabile; sulla sua coscienza grava la morte di un giovane cadetto.
Shiba salva Mahara da un tentativo di omicidio, e da quel momento le loro strade si intrecciano indissolubilmente, mentre Enika, che vince un concorso canoro, si trova costretta ad allontanarsi dal ragazzo che ama per potersi costruire una carriera. In seguito a pressioni dell'esercito, Mahara diventa l'allenatrice della squadra di Shiba, ma presto si rende conto che la motivazione con cui l'hanno convinta, la ricerca di giovani promettenti da addestrare come piloti di Valkirye, nasconde in realtà una sperimentazione su cavie umane, orchestrata dal colonnello Abraham de Baseron, in accordo con un ristretto gruppo di Zentraedi, in cerca di un modo di appropriarsi delle emozioni umane, che loro non sono in grado di provare e che possono aumentare a dismisura il loro potenziale combattivo. Shiba si rende ben presto conto di essere una cavia, ma decide comunque di partecipare ad un cruento torneo di T-Crush, che per l'occasione si trasforma in una sorta di duello uno-contro-uno, spinto dal suo orgoglio e dal disperato bisogno di trovare se stesso, al di là del suo indiscutibile talento e, soprattutto, delle voci che lo vorrebbero figlio illegittimo di Maximilian Jenius, uno dei protagonisti della prima serie di Macross, nonché comandante della Macross 7, nave madre di una flotta per emigrazione a lunga distanza. Una presunta parentela molto ingombrante per Shiba, che desidera sopra ogni cosa mettersi alla prova ed affermarsi unicamente grazie alle proprie capacità, duramente sviluppate in un costante allenamento. Mahara, affezionata al ragazzo, cerca in ogni modo di assisterlo e proteggerlo, cercando contemporaneamente di scoprire lo scopo ultimo della sperimentazione e l'identità delle parti in gioco. Nel frattempo, Enika scopre di aver vinto il concorso solo grazie all'influenza del padre anziché per il proprio talento e si trova in seria difficoltà, non riuscendo a trovare nel canto quell'affermazione in cui tanto sperava.
Ovviamente non mancano i comprimari, a partire da Mobald, che riveste lo scomodo ma indispensabile ruolo di amico/rivale di Shiba, o Jevil, atleta zentraedi, inconsapevole cavia su cui vengono testati i risultati degli esperimenti.
<b>[Fine Spoiler]</b>
Il tratto di Mikimoto è morbido e preciso, accurato nel delineare splendidi personaggi, molto ben caratterizzati tanto dal punto di vista fisico quanto caratteriale. L'unica pecca è forse Enika, che fisicamente è la copia di Minmei. Il mecha design è praticamente assente, astronavi e Valkirye, che tanto avevano caratterizzato la serie storica, qui sono a malapena accennati. E' chiaro che l'interesse dell'autore è principalmente focalizzato sulla crescita psicologica dei suoi personaggi, che tratteggia con affetto ed attenzione, a discapito anche dell'azione, costituita dagli incontri di T-Cush che, per quanto importanti, non sono mai il fulcro della storia. Grande cura anche negli sfondi, ricchi e dettagliati.
Due parole sull'edizione. Nel '98 Panini editava un numero molto minore di manga, probabilmente per questo li curava meglio. La copertina è bella spessa, la carta leggermente grigia e non trasparente, la stampa è decente e l'unico refuso che ho trovato è una pagina stampata a rovescio (pag.27 vol.12). Il prezzo era onesto, ed anziché da sovraccoperte e posterini, i volumi sono arricchiti da un robusto ed apprezzabilissimo apparato di redazionali, che approfondiscono il mondo di Macross, la sua cronologia, il fenomeno che ha generato, nonché il suo chara designer e mangaka, Mikimoto appunto.
In definitiva un manga molto bello, superiore anche alla serie animata di cui è spin-off, Macross 7, da cui è completamente indipendente. Consigliato anche a chi non ama la fantascienza, che qui fa da mero sfondo.