Con più di 100 milioni di copie vendute in tutto il mondo e decine di opere pubblicate, le CLAMP sono tra le mangaka più prolifiche e amate degli ultimi tempi. Nanase Ohkawa, Mokona, Tsubaki Nekoi e Satsuki Igarashi sono le quattro donne rimaste del gruppo che nel 1989 debuttò con RG Veda, opera che contribuì a stabilire alcuni dei nuovi canoni grafici e narrativi dello shoujo manga. La loro poliedricità narrativa, dovuta probabilmente alla formazione nell'ambiente dei doujinshi, che ha loro evitato di essere instradate in un filone ben specifico lavorando come apprendiste presso un affermato mangaka, ha permesso al gruppo di raccogliere consensi praticamente in ogni ambito, passando agevolmente dal genere shoujo allo shounen, e lavorando occasionalmente anche a qualche seinen. In occasione dei festeggiamenti per il ventennale, tenutisi lo scorso anno e culminati nella manifestazione del Lucca Comics, diversi editori hanno annunciato la riedizione di alcune opere del quartetto di Osaka, nonché del recente – e ancora inedito in Italia – Kobato.
Iniziato nel 2005 su richiesta di Shogakukan, Kobato. ha visto la pubblicazione di sette capitoli sulla rivista seinen Monthly Sunday GX, per poi interrompersi per l'insoddisfazione dell’editore. Passato un anno, le CLAMP decidono di riavviare la serie sulla rivista Newtype di Kadokawa Shoten; per evitare di re-iniziare nuovamente con gli stessi capitoli già pubblicati con Shogakukan, le autrici realizzano una serie di nove storie brevi di una quindicina di pagine l’uno precedenti alle vicende già narrate, per poi riproporre i sette capitoli pre-esistenti e passare infine al proseguo vero e proprio, al ritmo di un tankobon all'anno. Kobato., giunto in patria al quarto volume, è anche uno di quei rarissimi titoli archiviati dall’editore giapponese con un genere differente rispetto alla rivista di pubblicazione, nato come seinen ma considerato uno shoujo nel catalogo ufficiale di Kadokawa.
Kobato Hanato è una ragazza avvolta nel mistero. Sconosciuto il suo passato, sconosciuta la sua origine, probabilmente non umana, Kobato si trova in città per consolare le persone sentimentalmente ferite. Più persone riuscirà a curare, più velocemente riempirà una strana bottiglia che porta con sé; nel momento in cui questa bottiglia sarà piena, Kobato potrà realizzare il suo grande desiderio di “andare in quel posto…” – quale e dove sia questo posto, ancora non ci è dato saperlo. In quest’impresa Kobato è accompagnata dal suo maestro Ioryogi, uno strano essere con le sembianze di un pupazzo di cane blu.
La vicenda è al momento suddivisibile in due parti. La prima, comprendente i primi nove capitoli “prequel” disegnati per la nuova edizione Kadokawa, è una serie di brevi episodi autoconclusivi incentrati sui tentativi di Kobato di ottenere da Ioryogi la bottiglia. Per fare ciò, Kobato deve mostrarsi in grado di capire le abitudini degli esseri umani ed emularle, in modo da poter vivere insieme ad essi. Ottenuta la bottiglia, con l’inizio dei sette capitoli originali, inizia a dipanarsi una trama vera e propria, con Kobato che diventa assistente volontaria di un asilo in crisi.
Nonostante le origini seinen dell’opera, Kobato. si rivela essere, per il momento, una commedia solare ed allegra, grazie alla simpatia, alla dolcezza e alla stupidità della protagonista; in quest’opera tutto è dolce e batuffoloso. I personaggi sono sufficientemente caratterizzati dal punto di vista psicologico, anche se non riescono ancora ad elevarsi al di sopra di alcuni cliché tipici delle autrici. Da segnalare invece un cambio di rotta sul versante “mascotte”, con l’abbandono della tenera e morbidosa Mokona a favore dello scontroso, violento ed irascibile Ioryogi, sempre pronto a punire Kobato al primo errore. Il conflittuale rapporto di amore-odio tra i due protagonisti è al centro di numerose gag comiche, arrivando però ben presto a stancare per la poca varietà proposta. Fortunatamente la maggior parte delle suddette gag sono presenti nella prima parte, con una drastica diminuzione dal decimo capitolo in poi.
Il disegno adottato per l’occasione è simile a quello di Card Captor Sakura o La principessa bianca e ben si sposa con l’atmosfera generale del manga.
Il tratto sottile e quasi evanescente, lo stile semplice ma raffinato ed efficace, la completa elisione dei fondali qualora trascurabili e lo scarso uso di retini o tratteggi creano tavole quasi interamente bianche in perfetta sintonia con l’animo ingenuo della protagonista. Le caratterizzazioni grafiche di molti personaggi sono facilmente riconoscibili da chi già conosce, anche solo in parte, il vasto Universo CLAMP, con numerose citazioni ad altre precedenti opere (Chobits in primis).
Pubblicato in Italia da J-POP, il primo numero di Kobato. è stato distribuito allo scorso Lucca Comics in una doppia versione, regular e variant. Le differenze tra le due edizioni consistevano in una sovracopertina trasparente alternativa e in un portfolio di 8 illustrazioni a colori ad inizio albo, il tutto con un sovrapprezzo di un paio di euro.
Dall’esterno l’edizione ben si presenta grazie ad una buona sovracopertina ben aderente all’albo. La carta è quella canonica dell’editore, perfettamente bianca e liscia e con un buon compromesso tra elasticità dell’albo e trasparenza delle tavole. Ottima la stampa, con le poche retinatura ben rese, campiture nere uniformi e linee perfettamente visibili nonostante lo scarso spessore. A inizio albo sono presenti un paio di tavole a colori, mentre sono in scala di grigi le pagine iniziali dei singoli capitoli, probabilmente stampate a colori solo su rivista.
Dal punto di vista redazionali siamo al minimo sindacale, con solo i crediti con i collaboratori e i ringraziamenti, senza nemmeno una pagina di introduzione, un breve riassunto dei volumi precedenti o l’indice dei capitoli dell’albo. Considerato ciò, e a fronte dell’esiguo numero di pagine per volumetto, solo 160, il prezzo di 6.00€ appare, nonostante la più che buona edizione, un tantino eccessivo.
Da segnalare inoltre, per chi odia i titoli con uscite troppo diradate del tempo, che essendo Kobato. giunto solo al quarto volume in patria, e mantenendo per di più una periodicità di un tankobon all'anno, a breve J-POP sarà costretta a interromperlo a tempo indeterminato in attesa di nuovo materiale dal Giappone.
Fresco e delicato come pochi, Kobato. risulta in definitiva una rilassante commedia slice of life, durante la cui lettura sarà difficile trattenere un sorriso. Dopo un avvio abbastanza lento, dovuto ai problemi editoriali sopra esposti, la trama inizia gradualmente a ingranare sopperendo alla ripetitività iniziale senza nulla perdere in delicatezza e comicità, bensì inserendo buoni personaggi e sufficiente mistero da spingere il lettore al proseguo della lettura. Kobato. ha dunque tutti i presupposti per brillare di luce propria all’interno della vasta produzione delle CLAMP, purché queste ultime riescano, nei prossimi numeri, a tessere una trama sufficiente articolata; se così non sarà, difficilmente Kobato. potrà aspirare ad essere qualcosa di più che una semplice ma godibile commedia.
Iniziato nel 2005 su richiesta di Shogakukan, Kobato. ha visto la pubblicazione di sette capitoli sulla rivista seinen Monthly Sunday GX, per poi interrompersi per l'insoddisfazione dell’editore. Passato un anno, le CLAMP decidono di riavviare la serie sulla rivista Newtype di Kadokawa Shoten; per evitare di re-iniziare nuovamente con gli stessi capitoli già pubblicati con Shogakukan, le autrici realizzano una serie di nove storie brevi di una quindicina di pagine l’uno precedenti alle vicende già narrate, per poi riproporre i sette capitoli pre-esistenti e passare infine al proseguo vero e proprio, al ritmo di un tankobon all'anno. Kobato., giunto in patria al quarto volume, è anche uno di quei rarissimi titoli archiviati dall’editore giapponese con un genere differente rispetto alla rivista di pubblicazione, nato come seinen ma considerato uno shoujo nel catalogo ufficiale di Kadokawa.
Kobato Hanato è una ragazza avvolta nel mistero. Sconosciuto il suo passato, sconosciuta la sua origine, probabilmente non umana, Kobato si trova in città per consolare le persone sentimentalmente ferite. Più persone riuscirà a curare, più velocemente riempirà una strana bottiglia che porta con sé; nel momento in cui questa bottiglia sarà piena, Kobato potrà realizzare il suo grande desiderio di “andare in quel posto…” – quale e dove sia questo posto, ancora non ci è dato saperlo. In quest’impresa Kobato è accompagnata dal suo maestro Ioryogi, uno strano essere con le sembianze di un pupazzo di cane blu.
La vicenda è al momento suddivisibile in due parti. La prima, comprendente i primi nove capitoli “prequel” disegnati per la nuova edizione Kadokawa, è una serie di brevi episodi autoconclusivi incentrati sui tentativi di Kobato di ottenere da Ioryogi la bottiglia. Per fare ciò, Kobato deve mostrarsi in grado di capire le abitudini degli esseri umani ed emularle, in modo da poter vivere insieme ad essi. Ottenuta la bottiglia, con l’inizio dei sette capitoli originali, inizia a dipanarsi una trama vera e propria, con Kobato che diventa assistente volontaria di un asilo in crisi.
Nonostante le origini seinen dell’opera, Kobato. si rivela essere, per il momento, una commedia solare ed allegra, grazie alla simpatia, alla dolcezza e alla stupidità della protagonista; in quest’opera tutto è dolce e batuffoloso. I personaggi sono sufficientemente caratterizzati dal punto di vista psicologico, anche se non riescono ancora ad elevarsi al di sopra di alcuni cliché tipici delle autrici. Da segnalare invece un cambio di rotta sul versante “mascotte”, con l’abbandono della tenera e morbidosa Mokona a favore dello scontroso, violento ed irascibile Ioryogi, sempre pronto a punire Kobato al primo errore. Il conflittuale rapporto di amore-odio tra i due protagonisti è al centro di numerose gag comiche, arrivando però ben presto a stancare per la poca varietà proposta. Fortunatamente la maggior parte delle suddette gag sono presenti nella prima parte, con una drastica diminuzione dal decimo capitolo in poi.
Il disegno adottato per l’occasione è simile a quello di Card Captor Sakura o La principessa bianca e ben si sposa con l’atmosfera generale del manga.
Il tratto sottile e quasi evanescente, lo stile semplice ma raffinato ed efficace, la completa elisione dei fondali qualora trascurabili e lo scarso uso di retini o tratteggi creano tavole quasi interamente bianche in perfetta sintonia con l’animo ingenuo della protagonista. Le caratterizzazioni grafiche di molti personaggi sono facilmente riconoscibili da chi già conosce, anche solo in parte, il vasto Universo CLAMP, con numerose citazioni ad altre precedenti opere (Chobits in primis).
Pubblicato in Italia da J-POP, il primo numero di Kobato. è stato distribuito allo scorso Lucca Comics in una doppia versione, regular e variant. Le differenze tra le due edizioni consistevano in una sovracopertina trasparente alternativa e in un portfolio di 8 illustrazioni a colori ad inizio albo, il tutto con un sovrapprezzo di un paio di euro.
Dall’esterno l’edizione ben si presenta grazie ad una buona sovracopertina ben aderente all’albo. La carta è quella canonica dell’editore, perfettamente bianca e liscia e con un buon compromesso tra elasticità dell’albo e trasparenza delle tavole. Ottima la stampa, con le poche retinatura ben rese, campiture nere uniformi e linee perfettamente visibili nonostante lo scarso spessore. A inizio albo sono presenti un paio di tavole a colori, mentre sono in scala di grigi le pagine iniziali dei singoli capitoli, probabilmente stampate a colori solo su rivista.
Dal punto di vista redazionali siamo al minimo sindacale, con solo i crediti con i collaboratori e i ringraziamenti, senza nemmeno una pagina di introduzione, un breve riassunto dei volumi precedenti o l’indice dei capitoli dell’albo. Considerato ciò, e a fronte dell’esiguo numero di pagine per volumetto, solo 160, il prezzo di 6.00€ appare, nonostante la più che buona edizione, un tantino eccessivo.
Da segnalare inoltre, per chi odia i titoli con uscite troppo diradate del tempo, che essendo Kobato. giunto solo al quarto volume in patria, e mantenendo per di più una periodicità di un tankobon all'anno, a breve J-POP sarà costretta a interromperlo a tempo indeterminato in attesa di nuovo materiale dal Giappone.
Fresco e delicato come pochi, Kobato. risulta in definitiva una rilassante commedia slice of life, durante la cui lettura sarà difficile trattenere un sorriso. Dopo un avvio abbastanza lento, dovuto ai problemi editoriali sopra esposti, la trama inizia gradualmente a ingranare sopperendo alla ripetitività iniziale senza nulla perdere in delicatezza e comicità, bensì inserendo buoni personaggi e sufficiente mistero da spingere il lettore al proseguo della lettura. Kobato. ha dunque tutti i presupposti per brillare di luce propria all’interno della vasta produzione delle CLAMP, purché queste ultime riescano, nei prossimi numeri, a tessere una trama sufficiente articolata; se così non sarà, difficilmente Kobato. potrà aspirare ad essere qualcosa di più che una semplice ma godibile commedia.
Titolo | Prezzo | Casa editrice |
---|---|---|
Kobato. 1 | € 6.00 | JPOP |
Kobato. 2 | € 6.00 | JPOP |
Kobato. 3 | € 6.00 | JPOP |
Kobato. 4 | € 6.00 | JPOP |
Kobato. 5 | € 6.00 | JPOP |
Kobato. 6 | € 6.00 | JPOP |
Kobato. Variant 1 | € 7.90 | JPOP |
Nonono, Kobato è un inno alla gioia di vivere, alla dolcezza, alla purezza.
E' un'opera fresca e felice che vuol far urlare al lettore "che bello essere vivi"!!
Vuol farci cambiare punto di vista del mondo che ormai è tinto di nero e grigio!
E' un punto di luce nel mondo corrotto dalle nubi!!
Evviva Kobato.!!
In 5 parole:
Kobato è un dolce sogno.
P.S.
Si capisce che adoro kobato?!? XD
Ogni loro manga è sinonimo di qualità!
Di Kobato ho letto solo alcuni capitoli, però già quelli sono bastati per darmi una piacevole sensazione di.. "leggerezza". Sfogliare un loro volume riesce a trasportarmi completamente in un altro mondo!!
Quindi anche Kobato entrerà a far parte della mia collezione... armiamoci solo di pazienza!!
Complimenti a Slanzard per l'ottima recensione, allora!
Io non avevo alcuna intenzione di comprare questo manga, ma mi è stato regalato a sorpresa il primo volume a Natale, l'ho letto e inaspettatamente mi è piaciuto. Appena potrò proseguirò con l'acquisto del secondo.
Tutto sommato, il primo volume è stato abbastanza scorrevole e grazioso, anche se forse un pò troppo zuccheroso, ma comunque piacevole e rilassante da leggere. Spero tuttavia che l'andazzo cambi un pochino col proseguire della storia (magari spiegando pure i vari misteri che hanno qui solo accennato) perchè se no si dimostrerà un manga un bel pò ripetitivo che potrebbe stancare subito dopo un inizio con un inaspettato e piacevole effetto sorpresa.
Solo un appunto.. lo stile di disegno non lo assimilerei del tutto a card captor sakura! Quest'ultimo secondo me è nettamente superiore, più dettagliato e più delicato.. Kobato a tratti mi ricorda Chobits. Anche i super deformed di Sakura sono più carini, quelli di Kobato mi ricordano Angelic layer, unico manga delle clamp di cui non mi piace molto lo stile di disegno!
"in quest’opera tutto è dolce e batuffoloso."
Vero c'è una sensazione di batuffolosità in ogni tavola!
Magari un giorno ci faccio un pensiero
Avendo letto solo il primo volume però non me la sento ancora di espormi, ma di sicuro potrebbe uscirne un buon manga, a patto che magari diventi un pochino più serio. Mi piacerebbe vederlo divenire un nuovo HOLiC.
Spero in un recupero più in là ma non ne sono convinto...
Spero di recuperarlo, un giorno, magari non troppo lontano; per adesso i numeri sono pochini, quindi è ancora fattibile. XD
Magari in futuro lo recupererò, tanto è una serie molto lenta.
Il primo volume è solo una serie di capitoli autoconclusivi, ma dal secondo tankobon in poi, la storia diventa davvero bella e iniziano già alcuni drammi pscicologici (non esagereati eh ) e sembrebbe che ci sia di mezzo anche la yakuza....staremo a vedere
Io conosco solo la versione anime di Kobato, l'ho appena finita di vedere. Sarebbe interessante confrontarla col manga. In più persone mi hanno detto che la versione cartacea tende un po' al seinen, mentre l'anime "addolcisce" alcune scene ed aspetti dolorosi sia personali che sociali. la mia impressione generale su Kobato è molto positiva, un personaggio dolce e sbarazzino sì, ma solo fino ad un certo punto!
Ho visto l'anime e fidati è diverso, si mantiene uguale finchè c'è il materiale manga a dispoziione, ma poi prende una strada differente per dargli una conclusione comunque bellissima e direi anche alla CLAMP. Molto probabilmente gli sceneggiatori sapevano quanto sia gradito dal pubblico vedere i vari personaggi delle CLAMP apparire di continuo, infatti nell'anime (ma non nel manga) ce ne sono un sacco, per esempio Watanuki nel negozio o Shaoran, Kurogane, Fay e Mokona di Tsubasa che capitano lì perchè viaggiavano (carina l'idea di associare a Ioryogi la voce di Kurogane X), ma state tranquilli a Kuroppi hanno la sciato la stessa, e infatti si sente e lo fanno anche notare xD)
In definitiva consiglio di leggere il manga (chi può) e di visionare l'anime *___*
Quoto quanto detto da Turboo Stefo (la cui recensione mi convinse ad acquistarlo ).
In genere leggo shonen, per questo ero indecisa se prenderlo o no; non era esattamente il mio genere... Ma dopo aver avuto in mano il primo volume mi sono innamorata del personaggio di Kobato (e del manga!): una ragazza così dolce, altruista, a volte fin troppo ingenua, ma che guarda al mondo sempre con ottimismo.
Riuscirà a rapire anche i vostri cuori.
Consigliatissimo per chi non l'avesse ancora!
Una cosa che non mi stancherò mai di dire: i disegni delle Clamp sono divini! *.* E con questo è tutto.
Sempre bene Slanzard in zona recensione
A me il primo volume ha detto molto poco, non mi ha preso; mi sono innamorata di questo manga soltanto proseguendo nella lettura, e mi ricorda tanto quel CardCaptorSakura che adoro, per tanti motivi...
Soprattutto, concordo sulla conclusione della recensione: le premesse ci son tutte, in questo manga, e io mi auguro proprio che vengano sfruttate abilmente per far spiccare questo titolo nell'ambito della vasta produzione CLAMP ^^
@ Kotaro
si beh, magari l'avessi scritta io così bene ç___ç
Detto da una che adora alla follia i disegni delle CLAMP, personalmente lo stile di Kobato mi ha preso alla follia ^^
E' meraviglioso, delicato e precisissimo al tempo stesso (i pizzi, le trine e le gonnellone decisamente non mancano negli abiti di Kobato )...la matita di Mokona è qualcosa di sublime, non c'è niente da fare ç____ç
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