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Adotta un titolo 1Adotta un titolo 2Titoli poco conosciuti, passati in sordina all'epoca dell'uscita o dimenticati col tempo... su AnimeClick.it abbiamo migliaia di schede anime e manga senza alcuna recensione, privando quindi i lettori di uno dei principali punti di forza delle stesse.
Per cui, ad ogni appuntamento di questa rubrica vi proporremo alcuni di questi titoli, con la preghiera di recensirli qualora li conosciate. Tutti gli utenti che recensiranno le opere proposte entro la scadenza assegnata riceveranno l'icona premio Scheda adottata. Per le regole da seguire nella stesura delle recensioni rimandiamo al blog apposito, che vi preghiamo di utilizzare anche per commenti, domande o tenere traccia dei premi (non commentate l'iniziativa in questa news).

I titoli al momento disponibili sono:

[ANIME] Cobra the Animation (Scadenza: 24/6/2015)

[LIVE] Himizu (Scadenza: 28/6/2015)

[SERIAL] 
Smallville (Scadenza: 1/7/2015)

[MANGA] Toki, il santo d'argento (Scadenza: 5/7/2015)

[ANIME] L'incantevole Creamy - Il ritorno di Creamy (Scadenza: 8/7/2015)

Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Oggi appuntamento libero, con gli anime [K] anime project, Tatsu no ko taro e Robot Girls Z.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


Per saperne di più continuate a leggere.


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"[K] anime project" è un anime del 2012 che, a mio avviso, cerca di prendere gli elementi positivi di anime già usciti, senza però creare quell'effetto "scopiazzamento" che tanto infastidisce. Di fatto alcune idee, soprattutto per quanto riguarda la realizzazione di vari personaggi, non sembrano nuove, ma ciò non costituisce affatto un punto debole, anzi...

Tutto inizia in maniera confusa, nel bel mezzo della vicenda, prendendo di sorpresa lo stesso protagonista, Yashiro Isana, che, di fatto, si ritrova immischiato in vicende stranissime, come guerre tra bande e misteriosi poteri soprannaturali. Una cosa è certa: è ricercato per aver ucciso Tatara Totsuka, membro del clan rosso. Ora però si trova a dover fare i conti con un Re, nome che indica il capo di una delle sette fazioni in cui è divisa la città. I Re dovrebbero possedere poteri molto potenti e sembra strano che un ragazzino come Isana sia riuscito a creare tutto questo scompiglio. Strano, certo, ma i guai non lo risparmieranno e, da studente spensierato qual era prima, si ritrova improvvisamente al centro di un conflitto che, a sua insaputa, interessa le maggiori organizzazioni della città, tra cui, peraltro, la banda del Re Rosso, Mikoto Suou, e quella de Re Blu, Reiji Munakata (eterni rivali). In aggiunta anche il "cane del Re senza colore" si fa sotto, pretendendo vendetta per la morte del suo padrone. Kurou Yatogami, questo è il suo nome, sembra intenzionato a sbarazzarsi di Isana, ma qualcosa lo porterà a fidarsi di quest'ultimo, diventando così un suo prezioso alleato.
Ma, detto tra noi, Yashiro Isana sarà davvero innocente? La sua stessa presenza appare come un mistero. Non lascia tracce e sembra quasi che la sua esistenza sia effimera come un soffio di vento, una brezza leggera che, però, può subito diventare maestosa, sconvolgendo così il mondo sottostante. Lo sguardo del ragazzo sembra del tutto innocente, ma qualcosa non torna... qualcosa di importante. Confusione, dubbio, incertezza incominceranno ad attanagliare la mente del povero studente che, pian piano, troverà risposte sul suo passato che, nonostante tutti gli sforzi, non riesce a ricordare. Amnesia? Chi è in realtà Yashiro Isana? Il mistero verrà risolto soltanto alla fine, ma per raggiungere tale risultato, i nostri eroi dovranno affrontare un mare di avversità.

L'anime in questione è molto particolare, perché proprio la molteplicità di elementi presenti al suo interno lo rende difficilmente inquadrabile. C'è del soprannaturale, ovvio, ma anche un pizzico di "tamarro", senza contare poi quel tocco drammatico che, di fatto, interessa tutta l'opera.
I personaggi stessi sono un mistero, in quanto vengono letteralmente lanciati nel vivo della storia, senza presentazione alcuna, pretendendo che l'osservatore incominci con le sue forze a scoprire le loro intenzioni e la loro stessa esistenza. Soltanto con il passare delle puntate si possono vedere molteplici flashback che consentono di aggiungere del materiale alla nostra ricerca. Così facendo i vari protagonisti sembrano avvolti nel mistero e, in maniera eccellente, catturano l'attenzione, senza riprendere i soliti cliché.

Anche la grafica è stupenda, davvero impressionante, con colori brillanti e luminosi, che si riflettono sulla moltitudine di grattacieli della città. L'opening e l'ending non sono niente male e anche la colonna sonora di base riesce a "gasare" al punto giusto, creando così i presupposti per gustare in maniera opportuna buoni combattimenti, che, tra l'altro, sono realizzati in maniera fantastica. Gli scontri sono a metà tra zuffe tra gang e battaglie di poteri sovrannaturali, un mix certamente emozionante.
Il doppiaggio è buono e, nel contesto, non ho riscontrato particolari errori.

Consigliato! Certamente "[K] anime project" è un anime che, a primo avviso, può destare sospetti, perché sembra un caos incredibile, ma non desistete e andate avanti. Solo così sarà possibile comprendere meglio tutta la vicenda e ricostruire il puzzle degli eventi. Il finale è stupendo e lascia letteralmente a bocca aperta, grazie anche a una rivelazione (che non vi dirò) capace di rovesciare completamente la situazione.
Molte cose sono rimaste in sospeso, certo, ma non per questo si può dire che l'esito della vicenda sia scadente, anzi, forse lascia aperti spiragli per un possibile sviluppo. Ci sono già voci di un possibile film e, chissà, forse anche quegli ultimi misteri verranno finalmente risolti.

Voto finale: 8




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Nonostante sia povero, il piccolo orfano Taro, nato in un villaggio montano nella provincia del Shinshu, è viziato, pigro, fannullone e cresciuto nella bambagia, coccolato dalla nonna che si spezza la schiena per farlo mangiare mentre lui passa il tempo a giocare con i suoi amici animali. La sua esistenza cambierà dall'oggi al domani dopo l'incontro con un tengu: l'uomo-uccello gli offre infatti da bere un bicchiere di saké miracoloso, che gli fa ottenere la forza di cento uomini. Taro apprenderà che potrà usare il suo potere solo al servizio degli altri, quando realizzerà azioni non più per il bene di sé stesso ma solo per quello altrui. Il ragazzo avrà modo di maturare poco dopo, quando apprenderà che sua madre è ancora viva: dopo averlo partorito si era trasformata, per effetto di una misteriosa maledizione, in un drago, volando via e abbandonandolo. Desideroso di scoprire il perché, il ragazzo se ne va dal villaggio con l'intenzione di ritrovarla. Ha inizio la sua avventura.

Film di lodevole incanto, "Taro the Dragon Boy" è l'ultimo lungometraggio davvero memorabile realizzato da Toei Animation prima che il suo glorioso nome diventasse sinonimo di poco originali trasposizioni televisive medio/low budget di manga di successo. Un vero e proprio canto del cigno che mette la parola Fine a un'epoca d'oro, quella dove lo studio dettava legge nella creazione di lungometraggi di grandissima qualità artistica, ma che ora, persi i suoi più valenti uomini (Miyazaki, Takahata, Otsuka) e preso atto della nascita di nuove realtà talentuose come gli studi Tokyo Movie Shinsha, Mad House, Sunrise etc., è destinata a cedere il passo, senza però rinunciare a dettare un'ultima volta legge nel '79 con un grande film che rappresenta, metaforicamente, la sua eredità, il prestigioso commiato. Basato sull'omonimo romanzo di Miyoko Matsutani, a sua volta ispirato a una delle numerose, tipiche leggende del folklore nipponico, Taro sceglie coraggiosamente un background antico quale il Giappone feudale (in contrapposizione con il modaiolo scenario sci-fi di quegli anni, sdoganato da "Corazzata Spaziale Yamato" e dagli anime robotici) per raccontare una favola per bambini apprezzabilissima anche da un pubblico adulto. Una bella fiaba completa di morale (la ragione per cui la madre dell'eroe si è trasformata nella gigantesca creatura volante) e vari messaggi educativi, che prevedibilmente usa lo spunto di partenza per raccontare la crescita e la maturazione del protagonista.

Inizialmente un pigrone rifocillato dalla nonnina, sempre in giro a divertirsi disinteressandosi delle misere condizioni in cui versa il suo villaggio (e del duro lavoro a cui sono costretti i suoi compaesani per sopravvivere), Taro, nelle sue peregrinazioni, sperimenterà sulla propria pelle la realtà della vita: si guadagnerà di che vivere lavorando nei fertili campi di un paesello più ricco del suo, piangerà mangiando un "lussuoso" odango che la sua gente non potrebbe mai permettersi, imparerà la bellezza di aiutare disinteressatamente qualcuno in difficoltà per ricevere in cambio semplice gratitudine. Utilizzerà la sua forza erculea a fin di bene, diventando il salvatore di comunità più povere, aiutando una bambina rapita da un malvagio oni (demone), e riconciliandosi con la madre dopo aver appreso la sua triste storia. Una bella avventura insomma, che soddisfa le ambizioni di una riuscitissima storia di formazione. I toni del film sono ovviamente infantili, ma non per questo disprezzabili da un pubblico adulto: nonostante i dialoghi un po' ingenui, il carisma di Taro, i buffi disegni, i bei messaggi e il poderoso impatto visivo della pellicola sono elementi decisamente in grado di fare la differenza e affascinare il pubblico over-12.

Animazioni fluide e curatissime, maniacali nei dettagli, infondono vita a personaggi che, nonostante il design bambinesco, trovano una eccezionale mimica facciale che esprime con grande spontaneità i loro sentimenti. Taro, in particolare, con la simpatia, energia e volontà che lo contraddistinguono (e che ricordano il Conan miyazakiano dell'anno prima), diventa adorabile quando canta frequentemente la canzone portante del film, con quell'irresistibile, solenne ritornello flautistico "Ore wa, ore wa Tatsu no Ko Tatsu no Ko Taro" destinato ad attestarsi indelebilmente come una delle canzoni più belle mai sentite in un film d'animazione. In particolar modo, tuttavia, sono i fondali a rappresentare il noto, poderoso elemento della produzione: splendidi quadri basati sullo stile pittorico sumi-e, color ossidiana e dalle forme astratte a vaporose che rendono alla perfezione la dimensione mitologica di una vicenda dove sono di scena tengu, oni, draghi e altra fauna fantastica e raffigurazioni grafiche del folklore giapponese. Dall'inizio alla fine lo spettatore si gode, affascinato, una splendida componente visiva che si fa ricordare e che rappresenta per buona parte il pregio maggiore della pellicola.

Sull'altro lato della medaglia pesano indifferenti caratterizzazioni dei comprimari, alcuni personaggi il cui senso nella trama è oscuro e dialoghi, come già detto, ingenui: elementi che potrebbero essere particolarmente invisi dagli adulti insensibili al carisma visivo e concettuale della pellicola e più critici sul livello di scrittura della storia. Taro rimane comunque un film che, per il sense of wonder evocato e la sua importanza nella storia di Toei Animation, è degno, nonostante la bassissima notorietà, di venire accostato alle opere Ghibli, anche se, indubbiamente, rispetto a loro necessita di maggior contestualizzazione.




6.0/10
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Nel 1972 Go Nagai crea Mazinger Z, storia di un grande super robot pilotato dal giovane Koji Kabuto per difendere la Terra dal malvagio Dottor Hell. Il successo dell'opera è grande, tanto che si raggiungono livelli di share del 30%, e ne viene realizzato un sequel, Great Mazinger, in cui il ruolo di protagonista è assunto da Tetsuya Tsurugi (nonostante Koji a un certo punto ricompaia) e gli avversari da battere diventano i Micenei, un'antica civiltà rimasta sepolta per millenni sottoterra e introdotta già nella parte finale di Mazinger Z. Il terzo capitolo della trilogia è UFO Robot Grendizer, che però era stato progettato come opera a sé stante e in cui i collegamenti con gli altri due titoli sono assicurati semplicemente dalla presenza dell'evergreen Koji Kabuto, imposta dalla produzione. Negli anni successivi sono numerose le opere, sia animate che cartacee, che rielaborano questo materiale: dalla rilettura fantasy God Mazinger al crudo MazinSaga, fino al distopico Shin Mazinger Zero, passando per Z Mazinger, che si ricollega alla mitologia greca e agli dei dell'Olimpo, al tamarro Mazinkaiser e alla serie TV Mazinger Edition Z: The Impact! diretta da uno scatenato Yasuhiro Imagawa.

Robot Girls Z è un'operazione diversa da quelle già citate, in quanto si tratta di una rivisitazione parodistica dei robottoni nagaiani trasformati in ragazzine. Le tre protagoniste sono l'energica Z-chan (Mazinger Z), la tsundere Gre-chan (Great Mazinger) e la bionda tettona Grenda-chan (Grendizer), impegnate a difendere la propria città dalle mire del Dottor Hell e della Baronessa Ashura e delle sue fidate bestie meccaniche Doublas-chan e Garada-chan; nel corso degli episodi fanno la loro comparsa altre bestie meccaniche e altri robot in versione bishoujo, come la viziata Gecchan (Getter Robot) con i suoi tre maggiordomi che ricordano Ryoma, Hayato e Musashi, la motociclista Jeeg-san, la competitiva Gai-chan (Gaiking) e le sue compagne Gacky (Gackeen), Bara-chan (Balatack) e Dandan (Danguard), per non parlare di Minerva X, della Generalessa Nera e dell'Arciduc(hess)a Gorgon. In tutto abbiamo nove mini-episodi, riuniti in triplette a formare così tre maxi-episodi, di pura demenza e (in teoria) comicità, in cui si intrecciano la vita quotidiana delle tre protagoniste e i buffi tentativi di Ashura di sconfiggerle, sempre destinati a fallire.

Esistono due modi per approcciarsi a quest'opera: il primo, a mio avviso puerile e stupido, è quello di bollarla immediatamente come insulto al passato e come dimostrazione che i gusti degli otaku moderni hanno vinto su tutto, persino sulle vecchie glorie; il secondo, che è quello da me scelto, è di guardare a quest'opera come a un omaggio verso la produzione robotica degli anni '70, certo ad uso e consumo del pubblico moderno più che dei vecchi fan, ma non per questo deprecabile a priori. Lo scopo di Robot Girls Z è di citare il passato e di far ridere, e se nel primo caso l'obiettivo è abbastanza riuscito (anche se non capisco perché inserire il Grendizer se poi tutti i nemici provengono da Mazinger Z e da Great Mazinger), nel secondo non sempre la battuta o la gag fa ridere e quindi la qualità dei mini-episodi è discontinua, con alcuni riusciti meglio di altri dal punto di vista dell'intrattenimento e della risata. Non manca il fanservice, per la gioia di alcuni e la rabbia di altri, ma ci si limita a scollature, mutandine, costumi da bagno e qualche scenetta yuri, poca cosa rispetto a quanto ci viene propinato in tante serie animate.

Il comparto tecnico è molto buono, con disegni puliti e luminosi e animazioni fluide, ma la cosa che spicca di più è la colonna sonora, in cui fanno capolino, accanto alla travolgente e demenziale opening Robot Girls Z, vecchi brani e sigle delle glorie robotiche degli anni '70, mentre il doppiaggio è folle e demenziale come ci si aspetterebbe da una serie di questo tipo e la doppiatrice di Z-chan è incredibile (credo di essermi innamorato della voce di Mariko Honda!).

A questo punto, a chi dovrei consigliare questa serie, che chiaramente non ha alcuna pretesa di serietà e che andrebbe guardata come puro e semplice intrattenimento? Al giovane appassionato di anime, che potrebbe apprezzare maggiormente lo stile grafico e il moderato fanservice di Robot Girls Z ma che non capirebbe quasi nulla delle citazioni nagaiane, a meno che non sia un appassionato di animazione "vintage"? Oppure al fan di vecchia data di Mazinger Z e serie compagne, che coglierà sicuramente le varie citazioni ma che potrebbe storcere il naso di fronte ai suoi eroi trasformati in graziose ragazzine? Facciamo così, lo consiglio a entrambi nel caso cercassero un anime leggero e di poche pretese: al giovane potrebbe pure venir voglia di approfondire la conoscenza del robotico e, colto da una voglia insopprimibile, guardarsi tutto d'un fiato i 92 episodi di Mazinger Z, i 56 di Great Mazinger e i 74 di UFO Robot Grendizer; il grandicello, invece, potrebbe scoprire che queste parodie bishoujo non sono poi così male.