Titoli poco conosciuti, passati in sordina all'epoca dell'uscita o dimenticati col tempo... su AnimeClick.it abbiamo migliaia di schede anime e manga senza alcuna recensione, privando quindi i lettori di uno dei principali punti di forza delle stesse.
Per cui, ad ogni appuntamento di questa rubrica vi proporremo alcuni di questi titoli, con la preghiera di recensirli qualora li conosciate. Tutti gli utenti che recensiranno le opere proposte entro la scadenza assegnata riceveranno l'icona premio Scheda adottata. Per le regole da seguire nella stesura delle recensioni rimandiamo al blog apposito, che vi preghiamo di utilizzare anche per commenti, domande o tenere traccia dei premi (non commentate l'iniziativa in questa news).
I titoli al momento disponibili sono:
[ANIME] Natsu no Arashi (Scadenza: 16/9/2015)
[ANIME] Softenni (Scadenza: 20/9/2015)
[MANGA] Crimson Wolf (Scadenza: 16/9/2015)
[LIVE] Megaloman (Scadenza: 16/9/2015)
Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Oggi appuntamento libero, con gli anime Mikakunin de shinkoukei, Mitsuwano e Working.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
Mikakunin de Shinkoukei
5.0/10
Non c'è cosa che odi di più che guardare una serie riuscita solo a metà, giuro, soprattutto dopo che questa mi aveva entusiasmato nei primi episodi trasmessi. Questo è il caso di "Mikakunin de Shinkoukei", serie trasmessa durante la stagione invernale 2009/2010 e tratta dall'omonimo manga ad opera di Cherry Arai.
Kobeni Yonomori è una giovane liceale che vive la sua ordinaria vita coltivando le sue passioni per la cucina e le faccende casalinghe. La sua vita verrà però stravolta il giorno del suo sedicesimo compleanno, quando la madre Akane annuncia l'arrivo a casa del suo futuro fidanzato, concordato anni prima dal nonno oramai defunto, e della sua sorella minore. Al loro arrivo però, i fratelli Mitsumine dimostrano di essere tutto tranne che persone "normali"...
Strutturato come una classica commedia scolastica/slice of life, "Mikakunin de Shinkoukei" è una serie che basa molto del suo potenziale sulla rapidità delle battute, sulla loro capacità di divertire giocando su stereotipi della cultura otaku e... basta, tutto qua! Avete presente quella nefasta frase che ha tormentato l'infanzia di molti bambini in tutto il mondo? Si, quel terribile "È intelligente, ma non si applica"? Esatto! Ecco, questa frase è forse la più adatta a descrivere come "Mikakunin de Shinkoukei" apparirà agli occhi dello spettatore: una serie che parte a mille, con gag gagliarde che però restano sempre le stesse per tutta la durata dell'anime. La ripetitività delle situazioni è difatti il maggiore difetto di questa serie, incapace di sviluppare il vero nocciolo della questione (il rapporto Kobeni/Hakuya) e che si incentra troppo sui battibecchi "comici" fra i personaggi secondari. Per quanto le molestie di Benio a Mashiro, rispettivamente sorella maggiore di Kobeni e sorella minore di Hakuya, possano apparire spassose e deliranti durante i primi episodi, a lungo andare stancano, diventando totalmente fastidiose e alla fine addirittura irritanti. L'impressione che difatti si ha è che queste scenette vengono usate e abusate al fine di riempire i buchi narrativi della trama che proprio non vuole saperne di svilupparsi. Saranno pochi i dettagli che ci verranno dati nell'arco di ben dodici puntate e il preponderare dei presunti personaggi secondari finirà con l'oscurare totalmente tutto il resto. Un bel paradosso che ci porterà più volte a pensare: "Ma non era Kobeni la protagonista? Perché 'sta cavolo di Benio sta sempre tra le scatole?". Pensieri poco edificanti, insomma.
Una constatazione che fa rabbia, soprattutto alla luce di un ottimo comparto tecnico, dove un piacevolissimo character design si fa forza di animazioni fluide e precise, senza contare il magistrale lavoro fatto dalla regia per compensare le lacune della trama originale. Il doppiaggio non è dei migliori purtroppo, così come le musiche non restano particolarmente nella memoria (eccezion fatta per l'accattivante sigla d'apertura dal motivetto ipnotico), ma nel complesso la serie è appagante e si lascia guardare senza problemi di sorta.
Alla fine della fiera "Mikakunin de Shinkoukei" è una serie che lascia tanto amaro in bocca e che non becca un'insufficienza piena solo grazie al suddetto comparto tecnico. Da vedere a tempo perso.
Kobeni Yonomori è una giovane liceale che vive la sua ordinaria vita coltivando le sue passioni per la cucina e le faccende casalinghe. La sua vita verrà però stravolta il giorno del suo sedicesimo compleanno, quando la madre Akane annuncia l'arrivo a casa del suo futuro fidanzato, concordato anni prima dal nonno oramai defunto, e della sua sorella minore. Al loro arrivo però, i fratelli Mitsumine dimostrano di essere tutto tranne che persone "normali"...
Strutturato come una classica commedia scolastica/slice of life, "Mikakunin de Shinkoukei" è una serie che basa molto del suo potenziale sulla rapidità delle battute, sulla loro capacità di divertire giocando su stereotipi della cultura otaku e... basta, tutto qua! Avete presente quella nefasta frase che ha tormentato l'infanzia di molti bambini in tutto il mondo? Si, quel terribile "È intelligente, ma non si applica"? Esatto! Ecco, questa frase è forse la più adatta a descrivere come "Mikakunin de Shinkoukei" apparirà agli occhi dello spettatore: una serie che parte a mille, con gag gagliarde che però restano sempre le stesse per tutta la durata dell'anime. La ripetitività delle situazioni è difatti il maggiore difetto di questa serie, incapace di sviluppare il vero nocciolo della questione (il rapporto Kobeni/Hakuya) e che si incentra troppo sui battibecchi "comici" fra i personaggi secondari. Per quanto le molestie di Benio a Mashiro, rispettivamente sorella maggiore di Kobeni e sorella minore di Hakuya, possano apparire spassose e deliranti durante i primi episodi, a lungo andare stancano, diventando totalmente fastidiose e alla fine addirittura irritanti. L'impressione che difatti si ha è che queste scenette vengono usate e abusate al fine di riempire i buchi narrativi della trama che proprio non vuole saperne di svilupparsi. Saranno pochi i dettagli che ci verranno dati nell'arco di ben dodici puntate e il preponderare dei presunti personaggi secondari finirà con l'oscurare totalmente tutto il resto. Un bel paradosso che ci porterà più volte a pensare: "Ma non era Kobeni la protagonista? Perché 'sta cavolo di Benio sta sempre tra le scatole?". Pensieri poco edificanti, insomma.
Una constatazione che fa rabbia, soprattutto alla luce di un ottimo comparto tecnico, dove un piacevolissimo character design si fa forza di animazioni fluide e precise, senza contare il magistrale lavoro fatto dalla regia per compensare le lacune della trama originale. Il doppiaggio non è dei migliori purtroppo, così come le musiche non restano particolarmente nella memoria (eccezion fatta per l'accattivante sigla d'apertura dal motivetto ipnotico), ma nel complesso la serie è appagante e si lascia guardare senza problemi di sorta.
Alla fine della fiera "Mikakunin de Shinkoukei" è una serie che lascia tanto amaro in bocca e che non becca un'insufficienza piena solo grazie al suddetto comparto tecnico. Da vedere a tempo perso.
Mitsuwano
9.0/10
Rygar
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La geisha, da secoli una figura misteriosa e affascinante, spesso erroneamente confusa per una prostituta d'alto bordo. Lungo e impervio è l'apprendistato per divenire geisha, occorrono anni di studio e pratica sotto la rigida guida di insegnanti esperte e comprovate. Questo piccolo speciale parla proprio di questo, ossia di quanto possa essere complesso riuscire a fregiarsi del titolo di geisha dopo un lungo apprendistato.
"Mitsuwano" è un OAV one shot della stagione invernale 2014 della durata di circa ventinove minuti. L'opera trae origine dall'omonima light novel del 2012.
Trama: Mai, Midori e Riko sono tre ragazze ritrovatesi a Kyoto come apprendiste maiko (ossia aspiranti geisha). Le ragazze si devono sottoporre a un severo addestramento affinché apprendano alla perfezione tutte le arti e le tecniche che questa antica figura impone, dalla danza classica, al canto, alla cerimonia del tè, al saper suonare lo shamisen e così via. La storia si sofferma su questi attimi di vita quotidiana, enfatizzando le piccole e grandi avversità riscontrabili in questo percorso e la gioia nell'apprendere e nell'essere testimoni viventi di una figura ormai in lenta scomparsa.
Grafica: non perfetta ma molto bella. Le ambientazioni non sono molto variegate (difficile in uno speciale), tuttavia sono molto gradevoli anche se il grado di dettaglio in certi frangenti non è molto soddisfacente. Ottime e molto curate le animazioni. Bellissimo il character design.
Sonoro: molto bello. L'opening non è presente, in compenso l'ending è sublime e commovente. Ottime OST (e anche le tempistiche in cui si sentono), effetti sonori convincenti e molto realistici. Ottimo doppiaggio che enfatizza il modo di parlare di una maiko rispetto al comune giapponese.
Personaggi: un trio di protagoniste e i vari comprimari che si susseguono, tutti caratterizzati molto bene. Grande cura per il fattore introspettivo e psicologico. Il fattore evolutivo è ben presente. L'interazione è perfetta.
Sceneggiatura: pur essendo un'opera ad episodio unico, la gestione temporale risulta più articolata di ciò che si potrebbe credere, sono presenti dei flashback sui personaggi e i vari eventi si armonizzano verso la conclusione. Il ritmo è inizialmente più lento, per poi attestarsi su livelli medi man mano che prosegue la trama. Le scene d'azione e il fanservice sono inesistenti. I dialoghi sono molto validi.
Finale: sorprendente, bello e piacevole. Non si dà spazio all'interpretazione personale e all'incompiuto. Tutto si conclude nel migliore dei modi, con una musica meravigliosa e commovente e con molti sentimenti positivi in cuore. Splendido.
In sintesi, "Mitsuwano" è uno speciale molto bello e ben fatto. L'opera potrebbe essere più orientata verso un pubblico occidentale di quanto si possa credere. Il ruolo della geisha e della maiko è ben spiegato e aiuta lo spettatore occidentale a comprenderlo al di là di stereotipi e preconcetti. Consigliato a tutti gli amanti del genere "vita quotidiana" e a chi ricerca una splendida opera compiuta in un unico episodio.
"Mitsuwano" è un OAV one shot della stagione invernale 2014 della durata di circa ventinove minuti. L'opera trae origine dall'omonima light novel del 2012.
Trama: Mai, Midori e Riko sono tre ragazze ritrovatesi a Kyoto come apprendiste maiko (ossia aspiranti geisha). Le ragazze si devono sottoporre a un severo addestramento affinché apprendano alla perfezione tutte le arti e le tecniche che questa antica figura impone, dalla danza classica, al canto, alla cerimonia del tè, al saper suonare lo shamisen e così via. La storia si sofferma su questi attimi di vita quotidiana, enfatizzando le piccole e grandi avversità riscontrabili in questo percorso e la gioia nell'apprendere e nell'essere testimoni viventi di una figura ormai in lenta scomparsa.
Grafica: non perfetta ma molto bella. Le ambientazioni non sono molto variegate (difficile in uno speciale), tuttavia sono molto gradevoli anche se il grado di dettaglio in certi frangenti non è molto soddisfacente. Ottime e molto curate le animazioni. Bellissimo il character design.
Sonoro: molto bello. L'opening non è presente, in compenso l'ending è sublime e commovente. Ottime OST (e anche le tempistiche in cui si sentono), effetti sonori convincenti e molto realistici. Ottimo doppiaggio che enfatizza il modo di parlare di una maiko rispetto al comune giapponese.
Personaggi: un trio di protagoniste e i vari comprimari che si susseguono, tutti caratterizzati molto bene. Grande cura per il fattore introspettivo e psicologico. Il fattore evolutivo è ben presente. L'interazione è perfetta.
Sceneggiatura: pur essendo un'opera ad episodio unico, la gestione temporale risulta più articolata di ciò che si potrebbe credere, sono presenti dei flashback sui personaggi e i vari eventi si armonizzano verso la conclusione. Il ritmo è inizialmente più lento, per poi attestarsi su livelli medi man mano che prosegue la trama. Le scene d'azione e il fanservice sono inesistenti. I dialoghi sono molto validi.
Finale: sorprendente, bello e piacevole. Non si dà spazio all'interpretazione personale e all'incompiuto. Tutto si conclude nel migliore dei modi, con una musica meravigliosa e commovente e con molti sentimenti positivi in cuore. Splendido.
In sintesi, "Mitsuwano" è uno speciale molto bello e ben fatto. L'opera potrebbe essere più orientata verso un pubblico occidentale di quanto si possa credere. Il ruolo della geisha e della maiko è ben spiegato e aiuta lo spettatore occidentale a comprenderlo al di là di stereotipi e preconcetti. Consigliato a tutti gli amanti del genere "vita quotidiana" e a chi ricerca una splendida opera compiuta in un unico episodio.
Working!!
9.0/10
"Working!!" è una serie talmente semplice e simpatica da poter essere considerata tranquillamente al pari di un capolavoro: all'inizio non ti aspetti nulla di più che qualche scenetta divertente, ma, con il passare delle puntate, si comprende come quest'anime offra uno spettacolo ben maggiore. Uscito nell'ormai lontano 2010 e composto da tredici episodi in tutto, la storia si destreggia magnificamente tra la commedia e lo slice of life, preferendo però di gran lunga il primo elemento. Niente toni cupi o melensi che, molto spesso, sono tragicamente associati agli slice of life, bensì un andamento veloce e divertente, capace di coinvolgere come mai prima d'ora.
La trama è relativamente semplice e, di fatto, non ci sono chissà che "obiettivi", ma, in fin dei conti, il bello della vita lavorativa (va beh, "il bello" è abbastanza ironico) è proprio il saper imparare a godersi appieno ogni giornata, nonostante l'apparente ripetitività. Così dovrà fare Souta Takanashi che, convinto dalla bella e coccolosa Poplar (ovviamente è un soprannome) Taneshima, entrerà a far parte dello staff di un ristorante per famiglie. Niente di strano, insomma, se non fosse per l'originalità assoluta dei colleghi di lavoro, che lo costringeranno a vivere situazioni davvero esilaranti.
E a chiunque piaccia vedere un minimo di sentimentale, non preoccupatevi, perché "Working!!" offre nel menù delle storie d'amore particolarissime: prima di tutto quella tra Jun Satou e Yachiyo Todoroki (quest'ultima è completamente all'oscura dei sentimenti del giovane cuoco); l'altra, ancora più bella, mostra le vicende di Souta, il protagonista, con la timida Mahiru Inami. Una ragazza esile e magrolina, talmente androfobica da non riuscire a trattenersi dal picchiare qualsiasi maschio si trovi vicino a lei. Souta cercherà, quasi costretto, di aiutarla, causando però un inevitabile avvicinamento tra i due (niente paura, le prenderà lo stesso, anzi, più di tutti gli altri).
Partiamo dal presupposto che, sebbene all'apparenza i vari protagonisti possono apparire solamente comici, in realtà nascondono sentimenti piuttosto profondi e complessi. È vero che poi le vicende tenderanno ad assumere sempre una sfumatura ironica, ma non celeranno nemmeno un sorta di morale. Così come le storie d'amore possono far ridere, in realtà sono più belle e commoventi di molte altre, che, magari, puntando troppo sul lato romantico, le rendono assolutamente paradossali. In questo caso, forse, è proprio questo umorismo di partenza che permette allo spettatore di saper apprezzare maggiormente i pochi momenti seri.
I protagonisti subiscono una sorta di evoluzione nel corso della serie, crescendo grazie alle esperienze subite. Un maturazione, però, che avviene quasi inconsapevolmente. Lo stesso spettatore se ne rende conto solamente alla fine e, a parer mio, tutto ciò è davvero interessante.
Personalmente non sono mai riuscito ad amare fino in fondo le commedie demenziali e, all'inizio, non sapevo bene cosa aspettarmi da tale serie. Per fortuna si è rivelato un anime davvero impressionante, capace di coinvolgere, emozionare, divertire con la stessa intensità.
La grafica è molto bella, con colori puliti, ma neanche troppo luminosi. Anche la realizzazione dei personaggi non è male, soprattutto per quanto riguarda le ragazze: solitamente ci si ferma sempre nei classici "standard". Ovvero la comune ripetizione dei cliché di comportamento, abbigliamento e aspetto fisico. In questo caso invece, non solo mostrano un carattere del tutto originale, ma anche il loro aspetto esce leggermente dalle righe, tanto che la "ragazza" del protagonista mostra un fisico del tutto normale. Poco dotato, piuttosto alta, sgraziata, ma comunque carina di viso.
Belle le musiche e ancora di più il doppiaggio.
Potrei dire un'altra infinità di cose su questa serie, ma forse è meglio fermarsi un attimo, anche perché poi non riuscirei più a fermarmi. Ho divorato tutte e tredici le puntate e per fortuna che c'era anche una seconda stagione. Il finale infatti s'interrompeva proprio sul più bello: non che ci fosse una vera e propria storia dietro, ma la relazione tra Satou e Inami sembrava proprio sul punto di sbocciare.
Il manga è terminato, ma attualmente è in cantiere una terza stagione per l'anime, e dunque niente paura, appassionatevi pure, in quanto i nostri eroi non ci lasceranno tanto presto.
Voto finale: 9
La trama è relativamente semplice e, di fatto, non ci sono chissà che "obiettivi", ma, in fin dei conti, il bello della vita lavorativa (va beh, "il bello" è abbastanza ironico) è proprio il saper imparare a godersi appieno ogni giornata, nonostante l'apparente ripetitività. Così dovrà fare Souta Takanashi che, convinto dalla bella e coccolosa Poplar (ovviamente è un soprannome) Taneshima, entrerà a far parte dello staff di un ristorante per famiglie. Niente di strano, insomma, se non fosse per l'originalità assoluta dei colleghi di lavoro, che lo costringeranno a vivere situazioni davvero esilaranti.
E a chiunque piaccia vedere un minimo di sentimentale, non preoccupatevi, perché "Working!!" offre nel menù delle storie d'amore particolarissime: prima di tutto quella tra Jun Satou e Yachiyo Todoroki (quest'ultima è completamente all'oscura dei sentimenti del giovane cuoco); l'altra, ancora più bella, mostra le vicende di Souta, il protagonista, con la timida Mahiru Inami. Una ragazza esile e magrolina, talmente androfobica da non riuscire a trattenersi dal picchiare qualsiasi maschio si trovi vicino a lei. Souta cercherà, quasi costretto, di aiutarla, causando però un inevitabile avvicinamento tra i due (niente paura, le prenderà lo stesso, anzi, più di tutti gli altri).
Partiamo dal presupposto che, sebbene all'apparenza i vari protagonisti possono apparire solamente comici, in realtà nascondono sentimenti piuttosto profondi e complessi. È vero che poi le vicende tenderanno ad assumere sempre una sfumatura ironica, ma non celeranno nemmeno un sorta di morale. Così come le storie d'amore possono far ridere, in realtà sono più belle e commoventi di molte altre, che, magari, puntando troppo sul lato romantico, le rendono assolutamente paradossali. In questo caso, forse, è proprio questo umorismo di partenza che permette allo spettatore di saper apprezzare maggiormente i pochi momenti seri.
I protagonisti subiscono una sorta di evoluzione nel corso della serie, crescendo grazie alle esperienze subite. Un maturazione, però, che avviene quasi inconsapevolmente. Lo stesso spettatore se ne rende conto solamente alla fine e, a parer mio, tutto ciò è davvero interessante.
Personalmente non sono mai riuscito ad amare fino in fondo le commedie demenziali e, all'inizio, non sapevo bene cosa aspettarmi da tale serie. Per fortuna si è rivelato un anime davvero impressionante, capace di coinvolgere, emozionare, divertire con la stessa intensità.
La grafica è molto bella, con colori puliti, ma neanche troppo luminosi. Anche la realizzazione dei personaggi non è male, soprattutto per quanto riguarda le ragazze: solitamente ci si ferma sempre nei classici "standard". Ovvero la comune ripetizione dei cliché di comportamento, abbigliamento e aspetto fisico. In questo caso invece, non solo mostrano un carattere del tutto originale, ma anche il loro aspetto esce leggermente dalle righe, tanto che la "ragazza" del protagonista mostra un fisico del tutto normale. Poco dotato, piuttosto alta, sgraziata, ma comunque carina di viso.
Belle le musiche e ancora di più il doppiaggio.
Potrei dire un'altra infinità di cose su questa serie, ma forse è meglio fermarsi un attimo, anche perché poi non riuscirei più a fermarmi. Ho divorato tutte e tredici le puntate e per fortuna che c'era anche una seconda stagione. Il finale infatti s'interrompeva proprio sul più bello: non che ci fosse una vera e propria storia dietro, ma la relazione tra Satou e Inami sembrava proprio sul punto di sbocciare.
Il manga è terminato, ma attualmente è in cantiere una terza stagione per l'anime, e dunque niente paura, appassionatevi pure, in quanto i nostri eroi non ci lasceranno tanto presto.
Voto finale: 9
Tutte le puntate sono molto piacevoli da guardare. I personaggi sono tutti ben caratterizzati e ben doppiati. Sia i principali (lo staff del ristorante) che i secondari, come le sorelle di Souta. Le sigle, cantate dai doppiatori, sono molto orecchiabili.
Insomma, ho divorato prima e seconda stagione in un battibaleno e ora sto concludendo il simul-cast della terza.
Continuo ad essere soddisfatta.
Ringrazio ovviamente per aver scelto la mia recensione di Working!!
Questo è un anime che mi ha colpito parecchio, e sono felice di ritrovarlo qui.
Complimenti a Eversor e a Thorgrim.
P.S. Complimenti anche a voi ragazzi
harem for life! (ovviamente l'apprezzamento è ricambiato)
Con Mikakunin non posso che essere invece in disaccordo: al di là del comparto tecnico molto valido, io ho apprezzato anche la storia nella sua leggerezza e non capisco come si possa dire che "lascia l'amaro in bocca"...dal mio aspetto che ne facciano un sequel, perchè dal finale si capisce che prima o poi ci sarà.
Poi non riesco a capire come si faccia a dire "la serie nel complesso è appagante" e la riga dopo "lascia l'amaro in bocca": non è un pò un controsenso?
Anche io spero in una seconda serie, ma non sono così sicuro sulla sua effettiva fattibilità.
Anche io molte volte uso il "lascia l'amaro in bocca"... quando il finale non è po così gratificante, oppure quando ci si aspettava di più, mentre la serie decide di rimanere nella mediocrità.
ma cognizione di causa mai e?
Una serie che lascia l'amaro in bocca non necessariamente è brutta.
Mikakunin, come già detto nella recensione, si perde troppo nei suoi stessi tormentoni, martellando letteralmente lo spettatore con quei dannatissimi sketch Benio/Mashiro che dopo 12 episodi un po' stancano, soprattutto se tolgono spazio allo sviluppo del rapporto dei due protagonisti. Fossero varie le gag fra quelle due la cosa non mi darebbe nemmeno fastidio, ma si tratta sempre della stessa situazione comica e onestamente un po' mi ha appallato.
Ciò non toglie che si tratti di una serie fatta molto bene e che parte ottimamente sia nella narrazione che nei personaggi. Dov'è l'amaro in bocca allora? Nel fatto che si poteva fare molto di più e che se non si fosse dato troppo spazio alle vicende dei personaggi secondari (cosa che avviene anche nel manga), magari ora staremmo parlando di una serie più che apprezzabile.
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