Shintaro Kago è stato uno degli ospiti giapponesi durante l'ultima edizione dell'appena conclusosi Lucca Comics, e nonostante sia un autore non particolarmente loquace alcune sue affermazioni potrebbero comunque far discutere.
Parliamo di ciò che ha detto durante l'evento dello scorso 4 novembre "Sei buone ragioni per fare fumetti - Motivazioni, strategie e obiettivi nelle esperienze di 6 protagonisti", uno degli eventi chiave della manifestazione dove il maestro Kago è stato ospite insieme ad altri grandissimi fumettisti come Jason Aaron, Patrice Killoffer, Dottor Pira, Raina Telgeimeier e Corrado Roi.
Tra le altre domande che gli sono state poste durante l'incontro, e che riprenderemo quando vi sarà il reportage completo, all'autore di Day of the Flying Head è stato chiesto come descriverebbe il fumetto nell'era in cui ha iniziato rispetto a come sia oggi.
Questa la risposta:
"Tempo fa c'era un grande muro tra lettori ed autori, per i lettori il mangaka era qualcosa che stava aldilà dalle nuvole, una figura da rispettare e venerare. Adesso non è più così. Uno dei motivi è probabilmente è che con internet è diventato molto facile mostrare le proprie opere, una volta parlare della propria opera era qualcosa molto difficile. Adesso che è così facile parlare della propria opera grazie internet l'autore perde un po' di credibilità. Durante il Comiket vengono 500.000 persone ed in queste fiere a guadagnare di più sono gli autori che pubblicano i doujinshi che quelli editi, una volta per diventare mangaka c'era bisogno di una grande ispirazione ma adesso che sembra più facile è come se si fosse perso qualcosa. In ogni caso ci sono molte persone che fanno fumetti e tutt'ora non riescono a guadagnare a sufficienza"
In parole povere possiamo notare una netta lamentela di come adesso sia diventato anche fin troppo semplice diventare un mangaka, grazie ad internet ora tutto è sicuramente più veloce e semplice ma che a suo avviso sembra aver tolto una grande aspirazione agli autori di oggi oltre che credibilità, come se la nuova generazione di oggi avesse meno ideali e forse anche capacità.
Parliamo di ciò che ha detto durante l'evento dello scorso 4 novembre "Sei buone ragioni per fare fumetti - Motivazioni, strategie e obiettivi nelle esperienze di 6 protagonisti", uno degli eventi chiave della manifestazione dove il maestro Kago è stato ospite insieme ad altri grandissimi fumettisti come Jason Aaron, Patrice Killoffer, Dottor Pira, Raina Telgeimeier e Corrado Roi.
Tra le altre domande che gli sono state poste durante l'incontro, e che riprenderemo quando vi sarà il reportage completo, all'autore di Day of the Flying Head è stato chiesto come descriverebbe il fumetto nell'era in cui ha iniziato rispetto a come sia oggi.
Questa la risposta:
"Tempo fa c'era un grande muro tra lettori ed autori, per i lettori il mangaka era qualcosa che stava aldilà dalle nuvole, una figura da rispettare e venerare. Adesso non è più così. Uno dei motivi è probabilmente è che con internet è diventato molto facile mostrare le proprie opere, una volta parlare della propria opera era qualcosa molto difficile. Adesso che è così facile parlare della propria opera grazie internet l'autore perde un po' di credibilità. Durante il Comiket vengono 500.000 persone ed in queste fiere a guadagnare di più sono gli autori che pubblicano i doujinshi che quelli editi, una volta per diventare mangaka c'era bisogno di una grande ispirazione ma adesso che sembra più facile è come se si fosse perso qualcosa. In ogni caso ci sono molte persone che fanno fumetti e tutt'ora non riescono a guadagnare a sufficienza"
In parole povere possiamo notare una netta lamentela di come adesso sia diventato anche fin troppo semplice diventare un mangaka, grazie ad internet ora tutto è sicuramente più veloce e semplice ma che a suo avviso sembra aver tolto una grande aspirazione agli autori di oggi oltre che credibilità, come se la nuova generazione di oggi avesse meno ideali e forse anche capacità.
Anche in molti altri ambiti accade la medesima cosa.
comunicare la tua idea sulle frasi di un mangaka condividendole con tutto il mondo, ad esempio?
il fenomeno delle doujinshi poi si alimenta anche di opere di altri autori, producendo fumetti alternativi a quelli del mangaka a cui ci si ispira, tipo doujin Hentai, che il mangaka non farebbe mai, oltre che naturalmente di opere e storie del tutto originali e inedite. io credo che invece sia una bella cosa ci sia tanta creatività in giro.
Come già detto è più facile semplicemente perché è mondiale è non relegato a pochi.
Saper sfruttare i mezzi a propria disposizione è sintomo di intelligenza, e chi non accetta il passaggio dei tempi credo possa fare anche a meno di lamentarsi.
ma poi visto che era l' elemento chiave della discussione, quali sono queste 6 buone ragioni? mi spiego meglio: esiste un articolo su tutta la conferenza? o solo su quello che dice Kago? forse visto che è una frase detta in un contesto più amplio andrebbe contestualizzata inserendo quello che pensano anche gli altri 5 partecipanti
1) i soldi
2) le donne (o gli uomini, a seconda dei gusti)
3) la fama
4) ho già detto i soldi?
5) la necessità di esprimere la propria creatività
6)....i soldi, che altro?
la villa alle Hawaii! e la Ferrari u.u
e giocare a The idolmaster assieme a Miura e Toriyama
te lo sei dimenticato u.u
Internet è un mezzo, un grande mezzo, di comunicazione e informazione grazie al quale , in questo caso, se un artista ha il talento può essere notato mentre 20 anni fa avevi innanzitutto bisogno di una certa dose di fortuna e in alcuni casi anche di finanze adeguate.
È innegabile che chi decide di fare il mangaka lo fa per i soldi, poiché sé riesce a sfondare con un opera di successo i soldi arrivano in quantità. Ma è anche vero che è un settore difficile dove un anno guadagni moltissimo e un'altranno può capitare di non guadagnare nulla.
come è scritto letteralmente qualche riga più in giù, ne parleremo in modo approfondito nel reportage
Comunque il titolo della conferenza era solo una roba promozionale, non citano "i 6 motivi", i 6 motivi sono in realtà gli ospiti in sé, quindi non farti alcuna aspettativa su questo punto.
Non so, sta frase mi ha ricordato molto la situazione della pittura nel 1800, quando erano i signori del commercio e della cosiddetta "arte giusta" a decidere quali quadri avessero il diritto di essere esposti. È un concetto vecchio, internet ha sdoganato un sacco di cose e reso possibile avere un contatto con il mangaka/pittore/quellocheè. E meno male!
Non ha per niente ragione, internet è un mezzo per farsi conoscere non un passpartout per il successo. Tra l'altro poi grazie ad internet la concorrenza è aumentata a dismisura.
Infatti c'è così tanto piattume in giro che non si può reciclare. Il problema non è certo internet ma sempre e solo l'uomo, e in questo caso il lettore medio, che garantisce a questi mangaka improvvisati di andare avanti e di espandersi come un'epidemia.
Kago stesso utilizza internet per vendere ...
Suvvia, non conoscete Kago, ma si lamenta di cosa? Ha risposto alla domanda che gli è stata fatta in modo pertinente e a lui quel panorama nemmeno lo riguarda. Per lui la realtà è sempre la stessa poichè non fa fumetti commerciali, capite almeno questo. Quella sarebbe una lamentela solo se pronunciata da gente come Oda, che vende milioni di copie, mentre nel caso di Kago stiamo in un'altra categoria.
Kago campa con le illustrazioni principalmente, disegna da 20 anni e non si è mai svenduto. Il problema è sempre quello: "In ogni caso ci sono molte persone che fanno fumetti e tutt'ora non riescono a guadagnare a sufficienza".
Si parla di vivere, non di sfondare. Sfonda solo chi scende a compromessi e un'artista come Kago non scende a compromessi.
Lasciamo stare certe critiche e non commentate per guadagnare punti o per far vedere che siete attivi.
Leggetevi il capitolo di Dementia 21 di Kago che illustra come fare per avere successo con i manga e aprite gli occhi, ma capisco che leggere l'ennesimo battle shonen, harem o otaku-oriented sia più appagante.
Ora potete continuare a fare gli stessi commenti senza che io vi interrompa.
Solo perché la cosa non lo riguarda non vuol dire che non abbia detto una belinata. Sfonda solo chi scende a compromessi? Ennesimi Batte shonen? Urosawa fa forse shonen riciclati? Hiromu Arakawa? Kirkman, Aaron, Lemire, Millar Moore, il mondo è pieno di autori che vendono tantissimo senza essere per forza legati alle leggi commerciali. L'uscita di Kago, come ha già detto qualcuno, é la solita tiritera dei vecchi " si stava meglio ai miei tempi ".
Poi c'è commerciale e commerciale, nessuno ha detto che Urasawa sia commerciale come One Piece ma non ha nemmeno i suoi numeri; bisogna quantificare quel "sfondare" e comunque sia a me sembra che un eventuale grafico commercialità - vendite sia in questo caso abbastanza lineare poichè vedrebbe Kago con qualche migliaio di copie (forse) ma proviene dal panorama underground, poi c'è Urasawa che fa seinen non troppo commerciali e vende centinaia di migliaia, infine ci sono i battle shonen che vendono milioni.
Ci sono eccezioni come sempre, per carità, anche se ora non mi vengono in mente, ma questo non c'entra con quello detto da Kago in quanto il tirare in ballo la "commercialità" serviva solo per far capire a chi criticava la sua "lamentela" che in fin dei conti lui è solo uno spettatore non facente parte di quel sistema.
Un'artista pensa all'arte, non a come fare soldi, ma certamente deve vivere.
Per Kago ora i mangaka non hanno più la stessa ispirazione perchè gli è tutto più facile, ha torto davvero? Perchè dovrei sperare il contrario in quanto lettore? Io spero che lui abbia torto e di trovare qualche manga che valga la pena di essere aperto, ora come ora sono rarità, che non provenga dalla solita vecchia guardia.
P.S. Kago ha raggiunto la notorietà da qualche anno ed è ormai un artista internazionale, per cui tutta questa scena sul " si stava meglio ai miei tempi " è alquanto infondata. O almeno dovrebbe sottointendere "stareste meglio ai miei tempi" ^^
Se glieli dai di certo li prende ed è contento xD
Mi sembra giusto; gli autori come Shintaro lago che escono fuori dal seminato vanno repressi. Si deve seguire solo e soltanto il mainstream.
Vabbè... bravo Shintaro Kago ad esternare ciò che veramente pensa. Internet è un bel luogo, ma ha dato purtroppo la possibilità a tutti di poter dire la propria, anche quando magare stare zitti e farsi una formazione pregressa era la strada da imboccare prima di poter scrivere qualcosa.
"Solo perché la cosa non lo riguarda non vuol dire che non abbia detto una belinata. Sfonda solo chi scende a compromessi? Ennesimi Batte shonen? Urosawa fa forse shonen riciclati? Hiromu Arakawa? Kirkman, Aaron, Lemire, Millar Moore, il mondo è pieno di autori che vendono tantissimo senza essere per forza legati alle leggi commerciali. L'uscita di Kago, come ha già detto qualcuno, é la solita tiritera dei vecchi " si stava meglio ai miei tempi ".
Urasawa molto bravo, ma comunque è mainstream in un certo senso. Arakawa fà shonen che vendono. Kirkman sta spremendo il suo fumetto da anni oramai; e citarlo come esempio di non commerciale è stupido e fuorviante (chissà quanto incassa dalla serie TV). Aaron s'è svenduto alla Marvel. Lemire è sopravvalutato anche quando fà fumetti d'autore. Millar oramai non scrive nulla se non opziona prima i diritti del suo fumetto per una trasposizione cinematografica o seriale in TV; pensa un pò te quando gliene frega di fare fumetti... se leggi i suoi ultimi lavori, ti dà l'impressione che ogni sua idea sia in funzione del cinema, più che dell'utilità fumettistica in sè.
Moore è l'unico che è fuori dalle logiche commerciali.
Oddio "tutto il Mondo" mi sembra un po' eccessivo, ma anche se fosse, più che facile, la comunicazione mi sembra più veloce o più a larga diffusione. Ma tutto qui. Posso parlare o scrivere per ore a qualcuno dall'altra parte del globo, ma non è detto che io stia veramente dicendo qualcosa. In sostanza è un po' come scrivere sui muri. Chiunque può leggere e volendo "rispondere", commentare, cancellare, ecc. Nel senso che più facile non vuol dire migliore o più vero e per certi versi a volte neanche più diretto.
Stai creando problemi dove non ce ne sono, è ovvio che sia tutto perfezionabile ma i pregi sono tantissimi ed in larghissima scala
È nel contempo la gente, il pubblico ha la possibilità di conoscerli molto più facilmente di prima, basta un click, il passaparola ed è fatta, un totale sconosciuto può diventare un fenomeno mondiale!
Logicamente non tutti questi fenomeni sono dotati di grande talento, tuttavia c'è roba valida, roba buona nel marasma generale. Il brutto è che ora la concorrenza è spesso così grande che il talento non basta, ci vuole la classica botta di qulo!
Io per esempio mesi fa ho pubblicato una raccolta di poesie su Amazon e non sembra vendere. Ho anche provato a pubblicizzarlo, ma è dura!
Certo è un genere di nicchia, ma penso che internet sia anche un mare troppo grande, dove le cose si perdono nell'immensità; quindi senza un'adeguata campagna pubblicitaria è difficile emergere.
Come ho già detto è più facile pubblicare (=rendere pubblico), ma rendere noto al pubblico l'esistenza di un'opera resta comunque difficile. A meno di non avere una botta di fortuna, una recensione in qualche blog o sito importante, il passaparola in grado di generare sufficiente interesse. In questo senso nulla è cambiato rispetto al passato.
Forse in Giappone, in Italia in media guadagna di più l'imbianchino che ti vernicia casa.
Sul punto sollevato da Kago, da una parte è piu facile vendersi se c'è il talento artistico, d'altro canto un autore ancora acerbo può commettere l'imprudenza di rendere pubbliche le proprie opere e darsi la zappa sui piedi o stroncarsi la crescita (il web è pieno di disegnatori diventati famosi per una cosa che non hanno occasione di fare altro, pena l'ostruzionismo del pubblico).
Eheh, ovviamente ero ironico...poi penso che anche in Giappone molti autori facciano fatica a sfondare, ed ottenere un riconoscimento economico adeguato. In Italia forse è molto peggio, ma se il mercato non è ricettivo verso le produzioni Made in Italy, poco da fare.
Nessuno è dio: i mangaka, gli artisti, tutti sono qualcuno perché c'è gente che acquista le loro opere o va a vederle al cinema; siamo NOI a dare loro la fama, non loro un dono prezioso a noi, poveri mortali ignoranti
Prima capiranno - e capiremo - questo, meglio sarà per tutti.
Adesso chiunque può registrare video e portare i contenuti che vuole... ^^"
Se metti sullo stesso piano artista e fruitore d'arte, non stai forse banalizzando il suo operato? In qualche modo credo di sì. Ed è qui appunto che mi ritrovo un attimo spaesato. Da un certo punto di vista adoro l'immediata fruibilità, l'umanità e l'umiltà degli artisti, dall'altro tendono a rimanermi molto più impresse le opere di coloro che non si aprono affatto agli altri e mantengono quell'aura di intoccabilità e mistero. Nihei su tutti.
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