Perchè ultimamente film e serie TV made in USA vengono man mano messe in pausa e rinviate fino a data da destinarsi?
È successo in questi giorno anche al sequel di Spiderman: Across the Spiderverse, Beyond the Spider-Verse, la cui realizzazione si è dovuta fermare a causa dell'assenza degli attori nelle sale di doppiaggio. I fan del franchise e dell'animazione si sono allarmati e attendono una nuova data di distribuzione.
Ma sappiamo ormai da settimane che non solo l'animazione ma anche molti film, serie TV live action, talks e reality shows hanno la pre-produzione e produzione bloccata.
Cerchiamo dunque di capire cosa stia accadendo negli USA e perché sceneggiatori e attori stiano scioperando da tempo, in una manifestazione di dissenso che non sembra voler cessare a breve.
Innanzitutto: chi sono le parti coinvolte all’accensione della scintilla?
Da un lato abbiamo la WGA, che sta per Writers Guild of America, un sindacato che unisce sceneggiatori in rappresentanza di 12,000 film e serie TV.
Dall’altro c’è l’AMPTP. La sigla sta per Alliance of Motion Picture and Television Producers ed è un’associazione di categoria che rappresenta i produttori cinematografici e televisivi statunitensi.
L'attuale negoziazione che lega WGA e AMPTP è stato siglato nel 2020 e dura tre anni e comprende la discussione e accettazione da ambo i lati dell'MBA, il Minimum Basic Agreement: si tratta di un accordo in cui vengono redatte le condizioni minime di salario, assicurazione, supporto e condizioni lavorative per i lavoratori del settore. A conti fatti sarebbe scaduto il 1 maggio: entro quella data speravano di poter contrattare migliori salari, assicurazioni e regolamentazioni per il prossimo mandato e soprattutto regolamentare alcune pratiche che stanno via via prendendo piede.
A marzo la WGA ha tenuto una trattativa di due settimane con AMPTP senza ottenere alcun miglioramento delle condizioni lavorative: agli strascichi pandemici si è aggiunto l’avvento delle Intelligenze Artificiali per la scrittura di sceneggiature. Dunque i professionisti dell’audiovisivo si vedono giorno per giorno la terra crollare sotto i piedi.
In più vi è da rimarcare le differenze sostanziali che vi sono tra una produzione televisiva per una TV via cavo o per una piattaforma SVOD, cioè Subscription Video on Demand, categoria cui appartengono Netflix, Amazon Prime Video, Hulu, Disney+ e così via.
Le prime tendevano ad avere un numero maggiore di episodi, garantendo agli sceneggiatori introiti per un tempo più lungo, mentre le serie che escono per le piattaforme raramente superano la decina di episodi. I brevi perodi di impiego sono anche dati dal fatto che le produzioni per SVOD assumono gli sceneggiatori per un periodo medio di una ventina di settimane, ancora meno se la serie in lavorazione non è già stata approvata o rinnovata.
A questo si aggiunge ciò che le realtà streaming non pagano i cosiddetti “increased residual payments” agli addetti ai lavori, cioè una percentuale che viene pagata dal distributore in base alla coda lunga del prodotto (quindi pagamenti che arrivano dopo una determinata finestra di “esclusività di distribuzione”, oppure una percentuale sulle ri-messe in onda).
Aggiungiamo che molti sceneggiatori non possono partecipare a più di un progetto per volta visto che alcune piattaforme pretendono per contratto l’esclusività del professionista. Quindi meno serie TV e film in generale, i quali vengono pagati meno e non vi è nemmeno la possibilità di potersi barcamenare tra più progetti per arrotondare.
Ad aprile, dunque, la WGA decise che se entro la fine del mandato non si fosse riusciti a smuovere le acque avrebbero votato per dichiarare uno sciopero generale. Se siamo qui a parlarne è perché il 2 maggio gli sceneggiatori statunitensi hanno posato le metaforiche penne e imbracciato cartelli e striscioni in segno di protesta.
The Board of Directors of the @WGAwest and the Council of the @WGAeast, acting upon the authority granted to them by their memberships, have voted unanimously to call a strike, effective 12:01 AM, Tuesday, May 2.
— Writers Guild of America West (@WGAWest) May 2, 2023
In un comunicato ufficiale del sindacato, si parla di come un mese dopo si è unito allo sciopero un altro giocatore che da oltre sessant’anni non univa le forze con i colleghi sceneggiatori: la SAG-AFTRA, cioè Screen Actors Guild – American Federation of Television and Radio Artists. Si tratta di un sindacato in seno alla International Federation of Actors e protegge tutti i professionisti dello spettacolo teatrale e radiotelevisivo.
Il loro ingresso tra le forze in gioco è stato diverso: il contratto con AMPTP sarebbe scaduto a giugno e avevano precedentemente dichiarato di non essere intenzionati a scioperare anche loro, a patto che alle loro richieste venisse garantito il "massimo peso contrattuale". Se entro giugno non si fosse giunti ad un accordo con la società dei produttori, anche gli attori (tra cui personalità di alto profilo e premi Oscar) avrebbero aderito allo sciopero. Il 5 luglio SAG-AFTRA è quindi entrata in sciopero in concomitanza con quello degli sceneggiatori.
Gli sceneggiatori in forma di protesta hanno dunque smesso di scrivere gli show, film e serie televisive, danneggiando tutte le realtà dell’entertainment a seguito del 2 maggio; gli attori si sono invece astenuti, oltre che al presentarsi sul set e in studio (in caso di programmi live come i quiz a premi e i talks), dal promuovere film con conferenze e post sui social media, così come dal presenziare alle varie fiere (come al San Diego Comic Con che quest'anno è stato particolarmente impoverito dalle varie assenze) qualora fossero chiamati a parlare di una determinata opera di fiction.
Se da un lato, dunque, le negoziazioni e le proteste continuano, AMPTP insiste nel dire che l'intera industria dell'entertainment è in crisi a causa della pandemia e degli sconvolgimenti che stanno colpendo le sale cinematografiche, che vedono sempre meno gente pagare il biglietto d'ingresso. Dall'altra alcune major stanno sfidando apertamente gli scioperanti pubblicando annunci per assumere supervisori di intelligenze artificiali per un salario da capogiro o costringendo i protestanti in situazioni fisicamente pericolose.
Qui la lista delle opere animate su cui gli scioperi probabilmente avranno un impatto. Sappiamo già che Warner Bros Animation si è unita allo sciopero.
Fonti consultate:
Variety
Sito ufficiale della WGA I, II, III
New York Times
The Wrap
Time I, II
NPR
Vulture
Deadline
The Intercept
Hollywood Reporter
Ci sono davvero poche notizie riguardo a questo, a che punto sono le trattative? cosa stanno pensando di fare gli studi? cosa stanno pensando di fare i sindacati? cosa si sono detti fino ad ora? in che rapporti sono? un accordo fa parte di trattative, sarebbe un pò forzato e deludente, dal punto di vista dell'informazione, se da un momento all'altro si venisse semplicemente a sapere che è stato fatto l'accordo
E dico questo perchè lavorando con amministrazioni e realtà locali so bene quanti dibattiti ci sono prima di arrivare alla semplice "dichiarazione pubblica"
È questo accadrà anche ovviamente per i film. Aspettiamoci tantissimi ritardi.
Ci sono tre punti principali che gli attori desiderano, il problema è che le varie major non sono d'accordo su alcuni punti.
Per esempio s'è a Disney va bene il primo punto lo accettano, non gli va bene gli altri due. Viceversa s'è a Netflix va bene il terzo punto però non accetta gli altri due, Amazon non vuole il primo e terzo punto, accetterebbe il secondo, Warner non si esprime è fa scena muta senza accettare nulla, ect Insomma un casotto 😅
Generalmente però le major non hanno intenzione di accettare nulla per ora.
Alla fine si giungerà un accordo sicuramente, bisognerà vedere sé accadrà tra 1 settimana o tra 2 mesi. Nel secondo caso ci saranno grandi ritardi su quasi tutti i prodotti del prossimo anno su ogni piattaforma e al cinema, è anche diversi film e serie del 2025 avranno ritardi.
A più riprese sono uscite indiscrezioni e dichiarazioni da parte dei capoccia delle varie aziende che rivelavano di avere intenzione di proseguire a oltranza senza cercare un accordo puntando al fatto che la parte grossa di chi sciopera non ha le risorse economiche per continuare ancora per molto senza perdere la casa o mettere nei guai la propria famiglia.
Le major hanno affermato che vogliono prenderli per fame
Per ora non c'è nessuna trattativa in corso, i capoccia delle reti vogliono proseguire ad oltranza sperando di far tornare sui propri passi gli sceneggiatori e attori.
Vedendo come sia messa la situazione probabilmente come minimo si arriverà in autunno (sicuramente passerà l'estate senza che nulla accada) e poi si vedrà.
Probabilmente i sindacati sperano di ottenere quello che riuscirono a fare alla fine degli anni 2000 quando le cose si bloccarono perchè una major si era messa al tavolo della contrattazione e quindi tutte le altre hanno seguito a ruota per non restare indietro.
La generosa donazione di The Rock è una goccia in mezzo al mare (gli attori che stanno scioperando sono 160 mila), anche gli sceneggiatori hanno un fondo che serve per sostenere le persone colpite dallo sciopero.
Minc**a!!! La schiavitù è dietro l'angolo.
Perchè la gente se ne fotte, altrimenti se Netflix (nome a caso) vede un 150 milioni di abbonamenti in meno vedrai come cambia idea.
Guarda che gli sceneggiatori e gli attori sono i primi a dire di non boicottare le piattaforme in streaming, il boicottaggio incondizionato del pubblico farebbe soltanto danno che si riverserebbero indirettamente proprio su chi al momento sta protestando.
Se vuoi sostenere la causa hai già la via per farlo tramite le donazioni ai fondi delle 2 unions (sceneggiatori e attori).
È in tutto questo la grande N. sapete che fa'? lol
Si è saputo che quest'anno 2024 ha aumentato gli investimenti per lo sviluppo delle AI da utilizzare nei prodotti TV come sostituti.
Praticamente uno schiaffo in faccia a coloro che stanno scioperando.
Che figuraccia per la grande N.
Ma 'sti poveri cristi non si può neanche lasciarli lì soli a vedersela con questi "mostri".
È una situazione delicata, ma non credo che continuare a guardare roba facendo finta di niente possa essere una soluzione... in qualche modo bisogna colpirli.
Magari nel breve termine lo "aspetta e vediamo che succede" potrebbe essere utile... ma se non raggiungono un accordo per mesi e mesi, non si può stare lì a guardare.
Purtroppo ci sarà un casino di gente che ci rimetterà il posto a prescindere.
Poi, voglio dire, al giorno d'oggi dove basta che metti una virgola fuori posto e perdi tutti gli sponsor/pubblicità... come mai nessuno ha preso le distanze da questi che voglio letteralmente mettere alla fame lavoratori e rispettive famiglie???
È la solita paraculata del "prendere le distanze" dal pinco pallino qualsiasi, ma chi ti porta i bei soldi può pure ammazzarti la madre.
C'è un link per arrivare/sostenere questo fondo???
https://entertainmentcommunity.org
Questo è la descrizione che ne da sagaftra (Screen Actors Guild)
https://www.sagaftra.org/los-angeles/local-resources/entertainment-community-fund-events
Ma la domanda è: se non si lavora, chi avrà i soldi per vivere e comprare beni e servizi? Come intendono organizzare la nuova società?
E forse, ancor prima: esiste un progetto a livello mondiale - degli imperi economici, più che di certi stati - per rivoluzionare gli equilibri e l'organizzazione sociale? O al momento è in atto solo una folle corsa ad approfittare di una nuova tecnologia di parte di alcuni gruppi, che andrà regolamentata a breve prima che vada tutto in sfacelo?
Il lavoro non finira', aumentera' la forbice fra pochi lavori ben pagati che utilizzano le IA come strumento moltiplicatore di produttività, e tanti lavori mal pagati che saranno ultra schematizzati e noiosi per potere prendere ordini dall'algoritmo e lavorare assieme ad i bot.
Ho amici facoltosi che lavorano nel tech: si fanno portare la spesa a casa da uno schiavetto di Wolt, si fanno scorazzare anche per 500 metri dal tassista di Uber, chiamano il dog sitter a fare compagnia al cane quando loro non ci sono, ed ovviamente anche la signora delle pulizie ed il cibo d'asporto su base giornaliera, ci macherebbe.
tutti questi poor workers prendono ordini da un algoritmo che conta loro pure i passi che fanno.
Sarà il rinascimento dei lavori servili e degradanti, non sottovalutare la pigrizia dei ricchi e la loro inventiva nel delegare ad altri le faccende noiose o scomode!
Come detto sopra o 2 sindacati degli scrittori e dei doppiatori non stanno chiedendo di disdire gli abbonamenti anzi per loro sarebbe un problema perché stanno cercando di ottenere i residuals dai film e le serie che vengono proprio caricate sui servizi in streaming.
Però i dubbi mi vengono, tenere ferma la roba non è mica detto che per loro non costi niente. E' un sistema industriale che deve sempre stare in movimento e bloccarlo porta a una perdita di soldi. Figuriamoci una produzione già avviata dove ci sono già stati investimenti (tipo Deadpool 3 che era già con le riprese avviate, o Netflix che ha cancellato il film di He-man dopo averci investito 30 milioni).
Vedremo questo braccio di ferro quanto durerà.
tutti gli altri poveri cristi vengono smerdati instantempo
Concordo, aumenterà sempre di più il divario tra poveri e ricchi, chi può avere tutto e chi invece non avrà nulla. I benestanti non ci saranno più, o tutto o niente.
Per decenni, molti di noi hanno avuto l'illusione che, con l'impegno e il sacrificio, si sarebbe potuto salire qualche scalino nella scala sociale. Molte di queste salite sono avvenute con l'inganno, per nepotismo e assistenzialismo, e senza rendersi conto che si viveva nel lusso con soldi presi a prestito che prima o poi si sarebbero dovuti ripagare.
E questa è una parte del problema.
L'altra parte è che, agli strati superiori della popolazione, quel 1%, vogliamo dire 5% esagerando? che tira le fila di tutto a livello mondiale, fa molto più comodo avere 7 miliardi di servi della gleba, piuttosto che solo 3/4 miliardi e altrettanti di gente che sta abbastanza bene da poter avere il tempo di pensare, proporre, cercare di sviare.
Gli anni 60 sono finiti e non torneranno. Il futuro è grigio. Ho letto troppa fantascienza per credere ancora alle favole.
Bastava aver letto due libri di storia, non c'entrano i boomer. I periodi di pace durano sempre poco, a prescindere.
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